venerdì 22 giugno 2018

Lin Zexu

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Lin Zexu (林則徐, Lín Zéxú, Lin Tse-hsü; Houguan, 30 agosto 1785 – Chao'an, 22 novembre 1850) è stato un politico cinese.

Cenni biografici

Nato a Houguan, l'odierna Fuzhou, ebbe una brillante carriera nell'amministrazione statale. Nel 1837 fu nominato governatore generale di Hunan e Hubei, dove promosse una campagna per la soppressione del traffico di oppio, che era a quel tempo proibito in Cina.
Nel marzo del 1839 fu mandato dalla corte di Pechino in qualità di commissario imperiale a Canton, dove si concentrava la maggior quantità di oppio che entrava nel Paese, proveniente dall'India. Lin ne fece subito distruggere un'enorme quantità sequestrata ai trafficanti stranieri. Il traffico era monopolizzato dalla Compagnia britannica delle Indie orientali e di particolare rilievo fu la missiva indirizzata da Lin alla regina Vittoria del Regno Unito affinché intercedesse per porre fine al traffico, missiva che non ottenne riscontro. L'operazione antidroga da lui messa in atto fu il pretesto che scatenò la prima guerra dell'oppio tra britannici e cinesi.
Lin Zexu fece ristrutturare i cannoni della baia, con i quali fu respinto il primo attacco dei britannici, che dovettero cambiare obbiettivo. Il conflitto fu comunque vinto dagli europei, che imposero ai cinesi dure condizioni nonché la riapertura dei traffici, Lin fu considerato il capro espiatorio della sconfitta dalla corte imperiale cinese ed esiliato in Xinjang. In seguito fu riabilitato e gli vennero affidati nuovi incarichi governativi di livello inferiore a quello ricoperto a Canton. Nel 1845 fu nominato governatore generale dello Shaanxi-Gansu (Shaan-Gan) e nel 1847 dello Yunnan-Guizhou (Yun-Gui). Preso atto della superiorità militare e tecnologica europea, fu tra i primi politici cinesi a propugnare la necessità di un ammodernamento delle istituzioni e della tecnologia nazionale per stare al passo con l'Occidente, una presa di posizione da cui avrebbe preso vita dopo la sua morte il movimento per l'autorafforzamento nazionale.
Lin morì nel 1850 a Chao'an, chiamata oggi Chaozhou, mentre era in viaggio per il Guanxi, dove era stato inviato dal governo centrale per sopprimere il movimento che avrebbe dato luogo alla rivolta dei Taiping.

Riconoscimenti

Dopo i nuovi tentativi della dinastia Qing per sradicare l'oppio nel Paese, Lin divenne un simbolo della lotta contro tale sostanza, le sue immagini furono esposte durante manifestazioni pubbliche e i suoi scritti furono apprezzati da riformatori incaricati di combattere l'oppio. In Cina è considerato un eroe nazionale. Il 3 giugno, giorno in cui Lin fece confiscare l'oppio a Canton, è considerato a Taiwan la giornata anti fumo. Statue che lo raffigurano sono state erette in varie città del mondo dalle locali comunità cinesi. Una statua di Lin si trova in Chatham Square nella Chinatown di Manhattan a New York. Sulla targa del basamento è scritto "Non usate droghe" in cinese e in inglese. Un'altra statua è stata esposta al museo della cera Madame Tussauds di Londra.
Lin è uno dei personaggi del romanzo Il fiume dell'oppio dello scrittore indiano Amitav Ghosh, in cui vengono narrate le vicende accadute a Canton che lo videro protagonista. L'opera presenta sotto una nuova luce tali fatti, molti aspetti dei quali per lungo tempo erano stati oscurati dalla censura.

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giovedì 21 giugno 2018

Kenpo kai

Kenpo Kai | Karate Bushido Officiel | Flickr



Il Kenpo-Kai (拳法會) è un'arte marziale tradizionale giapponese Budō, con qualche influenza cinese.
Kenpo-Kai significa «Riunione dei metodi del pugno» (ken = pugno, = metodo o sistema, kai = riunione).



Origine

Un monaco Shaolin di cognome Jiang insegna alla sua famiglia il sistema di lotta dello shaolinquan per potersi difendere dagli attacchi e dai ladri (siccome la sua famiglia è stata oggetto di ripetute aggressioni). Questo sistema di lotta è stato trasmesso da generazione a generazione nella stessa famiglia, prendendo la denominazione di jiang quan (boxe della famiglia Jiang).
Durante l'era Tokugawa, un giovane avventuriero giapponese iniziato nell'Arte del kashima shinto ryū di nome Tawada Ishizaka viaggia in Cina e durante le sue peripezie in questo paese, passa diversi anni al servizio della famiglia Jiang. Quando si sposa con una delle figlie del Maestro, è accettato come allievo ed iniziato nella sua arte marziale.
Ritornato in Giappone con i suoi figli Tawada decide per sopravvivere di creare una compagnia teatrale, allestendo spettacoli basati sulla sua maestria del jiang chuan, in giapponese Shouken. Tawada, in un'età già avanzata, cede a suo figlio la parte più spettacolare delle sue rappresentazioni. Con il tempo codifica ed evolve la pratica della sua arte Marziale, includendo alcuni elementi del kashima shinto ryū che praticava in gioventù; conferendo allo stile una personalità propria. Lui lo trasmise ai suoi discendenti e da questa pratica nascerà lo ishizaka ha kenpō.
Gli ultimi Maestri del ishizaka ha kenpō sono stati Koiso Ishisaka (1915-1966), suo fratello Kasuo (1921-1998) e il figlio di Koisio, Sotoki Ishisaka (1943-1987).
Kazuo Ishisaka, all'inizio degli anni sessanta, si mette in contatto in Cina con un discendente della famiglia Jiang, il maestro Rou Jiang (1889-1978), diventa suo allievo e si allena diversi anni sotto la sua direzione, recuperando le tecniche ormai perdute del Shouken.
Alla fine degli anni sessanta Kasuo Isahizaka finisce di codificare il Kenpo-Kai attraverso uno studio intenso del metodo di lotta che ha dato vita all'Arte della sua famiglia, con l'intenzione di recuperare ed integrare le tecniche perdute del Shouken, con il ishizaka ha kenpō ed il kashima shinto ryū. Il Grande Maestro Chiaki Ohashi gli fu di grande aiuto per raggiungere questo obbiettivo.
È in questo momento che nasce il Kenpo-Kai, così come oggi lo conosciamo.
Il Kenpo-Kai, ha i suoi principi filosofici nello spirito samuraï del bushidō.
Nell'anno 1969 si comincia ad insegnare ufficialmente il Kenpo-Kai a tutte le persone che desiderano apprenderlo, sia orientali che occidentali, anche se in passato lo ishizaka ha kenpō veniva solo appreso dai membri della famiglia ed una stretta cerchia di persone. Nell'anno 1987, il Maestro Sotoki Ishisaka muore in un incedente stradale in Brasile. Nel 1998 pure il Maestro Kazuo Ishisaka muore: si crea così una piccola incertezza sul futuro del Kenpo-Kai.
Il Grande maestro Chiaki Ohashi si prende l'incarico di dare un futuro al Kenpo-Kai, diventando il presidente mondiale nell'anno 2000. la sua più grande opera è stata la riorganizzazione e unificazione a livello mondiale di questa Arte Marziale, nella ricerca di una maggior diffusione e l'ottenimento del riconoscimento internazionale per il Kenpo-Kai.

Tecniche

Il Kenpo-Kai comporta lo studio degli atemi (colpi al corpo), i nage, Gaeshi, katame, jime (lavoro di proiezioni, contatti, immobilizzazione e strangolamento) a mano nuda o con armi.
La sua istruzione attuale conserva le tappe tradizionali dell'insegnamento. L'apprendimento comprende il sistema interno (uchiho) che si caratterizza per il lavoro di respirazione, meditazione, energia interna, filosofia, medicina orientale, lavoro mentale... , ed il sistema esterno (sotoho), le quali caratteristiche sono sviluppate dal controllo del corpo ed il suo irrobustimento, l'uso delle armi tradizionali, lo studio dello stile di combattimento con animali e la difesa personale. Dentro quest'ultimo sistema esistono 3 sottosistemi:
Kataiho
Metodo duro. Il Kataiho corrisponde al apprendimento del sistema duro, che utilizza colpi, bloccaggi,...
Nyuho
Metodo morbido. Il Nyuho corrisponde all'apprendimento del sistema morbido, o delicato, è metodo di lotta che corrisponde a impugnature, proiezioni, immobilisazioni, strangolamenti, dislocazione articolare.

Kyoho
Metodo ibrido. Il sistema ibrido è la combinazione dei due sistemi precedenti.
Combinandoli nella maniera più efficace; è il sistema più completo di difesa personale praticata nel Kenpo-Kai. E pertanto un metodo di autodifesa efficace.

Armas
Ne esistono dodici. Le armi si iniziano a studiare a partire dalla cintura blu. Fra loro si trovano le tradizionali (bō (bastone), katana (spada), nawa, kagi bo) o più specifiche del Kenpo-Kai (morote tonfa o tonfa doppia).

Kata
Forma o incatenamento. Nel Kenpo-Kai, esistono kata differenti, che sono eseguite in solitario o in coppia, con armi... come anche kate di competizione. Per le cinture nere esistono anche forme ispirate agli animali.

Kenpo-Kai avanzato
A partire della cintura nera primo dan si comincia l'apprendimento del Kenpo-Kai avanzato. Più esigente nel lavoro fisico e tecnico, questo tipo di lavoro non è possibile senza l'apprendimento e comprensione di una buona base.
Kigei
Nella parte avanzata del Kenpo-Kai si trovano le tecniche di lavoro energetico (kigei), che contengono un certo numero di tecniche di respirazione come il kokyu go kata (forma di respirazione dura), si tratta di un esercizio isotonico per la muscolatura, che permette lo sviluppo della stabilità e della concentrazione della forza in una zona concreta del corpo, per poter utilizzare la massima forza nelle tecniche e fare in modo che il corpo sia più forte e resistente. E l'inizio delle tecniche di lavoro per migliorare la salute.

Kanpo
Medicina Tradizionale orientale. Il kanpo si compone di tecniche dell'acupressione, shiatsu, massaggi anma, trattamento articolare seifuku, kyusho (studio dei punti vitali) e altre tecniche adattate alla pratica delle arti marziali.

Competizioni

Nel 1976, si celebra il campionato del Kenpo-Kai ella nella città giapponese di Wajajima. L'aspetto sportivo che permette la pratica del Kenpo-Kai è una evoluzione moderna che permette a questa arte marziale ad adattarsi alla società attuale, integrando il valore morale ed educativo con le antiche tradizioni guerriere nipponiche, tramite un regolamento di competizione. La competizione permette al Kenshi (praticante del Kenpo Kai), di acquistare qualità quale modestia, insegnando che i brillanti risultati sportivi sono effimeri, dunque bisogna sempre evolvere ed imparare.
  • Competizione tecnica: presentazione di un Kata individuale o accompagnato, del programma ufficiale di apprendimento.
  • Competizione di combattimento: si usano protezioni per evitare possibili lesioni, la competizione del Kenpo-Kai permette contatti a corpo ad eccezione dei pugni alla testa.

Esistono tre categorie di combattimento:
  • Light - contact (in categoria bambini e principianti)
  • Semi - contact (con petto e protezioni adattate)
  • Full – contact (riservato alle cinture marroni e nere)



Organizzazioni

Il Kenpo-Kai è diretto a livello mondiale dalla International Kenpo Kai Organization con sede a Hamamatsu, Giappone, ed in ogni continente ha una filiale. In Europa, la European Kenpo Kai Organization ha la sua sede in Spagna e a sua volta, in ogni paese, conta un Associazione federale nazionale. Nel caso della Spagna il dipartimento nazionale del Kenpo-Kai della Real Federacion Espanola di Karate. I paesi nei quali attualmente si pratica il Kenpo-Kai sono:
  • Algeria,
  • Australia,
  • Spagna,
  • Francia,
  • India,
  • Indonesia,
  • Giappone,
  • Nepal,
  • Italia,
  • Germania,
  • Polonia,
  • Romania,
  • Perù,
  • Messico,
  • Paesi Bassi,
  • Nuova Zelanda,
  • Canada,
  • Presidente IKKO (International Kenpo Kai Organization): Dai Shihan Chiaki Ohashi, KUDAN (9ºDan)
  • Presidente EKKO (Europa Kenpo Kai Organization): Shihan Vidal, HACHIDAN (8ºDan)

mercoledì 20 giugno 2018

Shen Baozhen

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Shěn Bǎozhēn (cinese:葆禎; Minhou, 1820 – 1879) è stato un politico e militare cinese, fu uno dei principali fautori della politica di auto-rafforzamento (tzu-ch'iang) iniziata dal commissario imperiale Lin Zexu all'epoca della prima guerra dell'oppio (1839-1842). Ricoprì la carica di Viceré del Liangjiang tra il 1875 e il 1879.

Biografia

Nacque a Minhou, provincia del Fujian, nel corso del 1820, e dopo aver ottenuto il più alto punteggio nel corso degli esami per l'ammissione a funzionario imperiale, nel 1847 fu ammesso a frequentare l'Accademia Hanlin di Pechino. Le sue grandi capacità amministrative attirarono l'attenzione di Zeng Guofan, che lo ha arruolò nell'Armata Xian impegnata nel tentativo di sopprimere la rivolta dei Taiping. Dopo la fine della ribellione, avvenuta nel 1864, egli fu attivamente coinvolto nella politica di auto-rafforzamento (tzu-ch'iang), iniziata dal commissario imperiale di Canton Lin Zexu subito dopo la fine della prima guerra dell'oppio (1839-1842), e in seguito lavorò presso l'Arsenale navale di Foochow. Utilizzò l'abilità dei tecnici e lavoratori francesi, tra cui in particolare Prosper Giquel, per la costruzione di moderne navi da guerra destinate alla Marina Imperiale prima della distruzione dell'arsenale e della flotta avvenuta durante la Battaglia di Foochow, nel corso della guerra sino-giapponese del 1883-1885. Allo stesso tempo contribuì a migliorare il sistema di riscossione delle imposte sul terreno nella provincia di Jiangxi.
Dopo la spedizione giapponese a Taiwan del 1874, avvenuta in risposta all'Incidente di Mudan, e che portò alla parziale conquista dell'isola, partecipò successivamente alla stesura del trattato di pace con il governo imperiale nipponico. Nominato Vicerè del Liangjiang nel 1875 si spense nel corso del 1879. Mentre ricopriva tale carica esercitò una tardiva opposizione alla ferrovia Woosung Road Company, che arrivò a acquistare e distruggere nel suo primo anno di attività. Questo avvenimento limitò lo sviluppo di Shanghai per almeno venti anni. Sposato con Lin Puqing (林普晴, 1821–1877), terza figlia di Lin Zexu, sua moglie dimostrò grande coraggio quando i ribelli Taiping assediarono Guangxin, lavorando come infermiera, cucinando per le truppe ed arrivando a tagliarsi un dito per scrivere un messaggio con il suo sangue.

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martedì 19 giugno 2018

Qi Jiguang

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Qi Jiguang (戚繼光, 戚继光, Qī Jìguāng, zi: Yuánjìng (元敬), soprannominato prima Nántáng (南塘), in seguito Mèngzhū (孟諸, 孟诸).; Luqiao, 12 novembre 1528 – Luqiao, 5 gennaio 1588) è stato un militare cinese. Fu un famoso generale ed eroe nazionale dell'epoca della dinastia Ming. Si distinse per il suo ruolo in una campagna contro gli attacchi di pirati giapponesi. Si occupò inoltre di rinforzare e accrescere la Grande Muraglia Cinese.

Biografia

I primi anni

Qi Jiguang nacque nella città di Luqiao (鲁桥), nella zona a sud-est della zona amministrativa di Jining (济宁), nello Shandong, da una famiglia di lunga tradizione militare. Un suo antenato servì come comandante militare sotto Zhu Yuanzhang e morì in battaglia. Quando Zhu Yuanzhang divenne imperatore, assegnò alla famiglia Qi il titolo ereditario di Comandante in Capo della guarnigione di Dengzhou (登州), odierna Penglai (蓬莱).
Qi Jingtong (戚景通), il padre di Qi Jiguang, era un uomo retto e onesto e istruì il figlio nella morale. All'età di 17 anni, quando Jingtong morì, Jiguang gli succedette nel comando della guarnigione di Dengzhou. Come i suoi fratelli erano ancora giovani, si sposò con Wang e lasciò gli affari domestici a lei. Oltre a costruire la difesa navale alla guarnigione, dovette anche portare le sue truppe per aiutare nella difesa di Jizhou (薊州, a est dell'odierna Pechino) contro i predoni mongoli orientali nella primavera 1548-1552.
A 27 anni, partecipò con le sue truppe alla difesa di Jimen (蓟门, oggi Changping 昌平, nord ovest di Pechino). A 28 anni superò con successo gli esami militari provinciali e, a 29 anni, si recò a Pechino per sostenere alla sezione di arti marziali l'esame imperiale finale. Durante questo esame, le truppe mongole orientali comandate da Altan Khan penetrarono nelle difese del nord e assediarono la capitale. I candidati, e quindi anche Qi Jiguang, vennero mobilizzati per la difesa. Qi si distinse per il suo straordinario valore e ingegno militare durante la battaglia, che alla fine vide la sconfitta degli invasori.

I pirati giapponesi

Nel 1553, Qi Jiguang venne promosso a Dou zhi hui qian shi (都指揮僉事, commissario militare provinciale) dello Shandong contro le incursioni dei pirati giapponesi (倭寇, Wokou), portoghesi e asiatici del sud-est, ma erano per lo più cinesi. Quando Qi Jiguang assunse la commenda della difesa costiera dello Shandong, aveva meno di 10.000 soldati a portata di mano, anche se la forza registrata era di 30.000. Inoltre, la maggior parte dei disertori erano uomini giovani e forti, che avrebbero potuto trovare una vita altrove, lasciando dietro il vecchio e il debole. Le truppe mancavano anche di formazione e disciplina, mentre le opere di difesa erano fatiscenti a causa degli anni di negligenza. Qui riordinò le sue truppe e rinforzò le difese.
Alla fine del 1555, Qi Jiguang venne spedito nel Zhejiang, dove la situazione era più compromessa: i pirati giapponesi avevano stretto alleanze con i banditi locali, diventando molto potenti. Qi Jiguang, assieme ad altri famosi generali dell'epoca, Yu Dayou (俞大猷) e Tan Lun (譚綸), condusse i soldati Ming alla vittoria decisiva presso Cengang (岑港) nel 1558. Le sue truppe distrussero le ultime resistenze dei pirati hiapponesi presso Taozhu (桃渚), la guarnigione Haimen (海門衛) e Taizhou (台州). Dopo la vittoria a Cengang, Qi Jiguang non solo non venne accreditato per il suo valore, venne quasi retrocesso sopra calunnia che ebbe mantenuto contatti con i pirati giapponesi.
Con la situazione nel Zhejiang sotto controllo, Qi Jiguang si concentrò sulla disciplina e l'organizzazione delle truppe. Egli prese principalmente minatori e contadini dalla contea di Yiwu (义乌), perché era convinto che le persone di questa contea fossero onesti e lavoratori. Egli inoltre seguì la costruzione di quarantaquattro vascelli di diverse dimensioni da utilizzare contro i pirati in mare.
La prima messa alla prova per la nuova armata di Qi Jiguang arrivò nel 1559, con una battaglia di oltre un mese nella prefettura di Taizhou contro i pirati giapponesi, che soffrirono cinquemila perdite. L'esercito di Qi Jiguang stabilì così un nome per se stesso sia tra la gente del Zhejiang sia tra i suoi nemici.
Come risultato delle campagne militari di Qi Jiguang nel Zhejiang, i pirati giapponesi spostarono la loro attenzione alla provincia del Fujian, dove più di diecimila pirati costituirono delle roccheforti lungo le coste, nell'area da Fu'an (福安) a nord, fino a Zhangzhou (漳州) a sud. Nel luglio 1562, Qi Jiguang condusse seimila soldati d'élite nel Fujian, sradicando entro due mesi i tre maggiori centri dei pirati presso Hengyu (橫嶼), Niutian (牛田) e Lindun (林墩).
Siccome le sue truppe avevano subito perdite e molti soldati erano feriti o ammalati, vedendo sottomessa l'infestazione straniera, Qi Jiguang si ritirò allora nel Zhejiang per raggruppare la sua forza e i pirati ne approfittarono per riconquistare il Fujian, dove conquistarono Xinghua (興化, oggi Putian). Nell'aprile del 1563, Qi Jiguang tornò nel Fujian con diecimila soldati riconquistando Xinghua. L'anno successivo, una serie di vittorie decisive dell'esercito imperiale di Qi Jiguang risolse finalmente in modo definitivo il problema dei pirati nel Fujian.
Nel settembre 1565, si combatté la battaglia decisiva presso l'isola di Nan'ao (南澳), vicino al confine tra le province del Fujian e Guangdong, che sancì la definitiva sconfitta del resto della forza combinata di pirati giapponesi e cinesi con di nuovo l'apporto delle forze comandate da Qi Jiguang e dal suo vecchio compagno Yu Dayou.

La difesa del Nord

Alla fine del 1567, con la situazione dei pirati lungo la costa sotto controllo, Qi Jiguang venne chiamato a Pechino per assumere l'incarico dell'addestramento delle guardie imperiali.
Con la rivolta contro la dinastia Yuan a metà del XIV secolo, Zhu Yuanzhang guidò i mongoli a nord al di là della Grande Muraglia Cinese e fondò la Dinastia Ming. Tuttavia, egli non riuscì a indebolire il potere mongolo, che continuerà a tormentare il fronte nord della Cina per i prossimi duecento anni. Quando Qi Jiguang era a Pechino nel 1550, Altan Khan, capo dell'ala destra dei mongoli, sfondò le difese del nord e quasi abbatté Pechino. Nel 1571, la Dinastia Ming conferì il titolo di "Signore Shunyi" (順義 王) al momento di Altan Khan e stabilì il commercio con i mongoli. Poi Altan Khan proibì ai suoi subordinati di razziare gli insediamenti cinesi. Tuttavia, l'ala sinistra dei mongoli guidati da Jasaghtu Khan continuò a testare le difese di Qi Jiguang, ma senza molto successo.
L'anno successivo, gli verrà assegnato il comando delle truppe in Jizhou per difendere l'impero dalle incursioni mongole. In questo periodo, tra il 1567 e il 1570, Qi Jiguang fece riparare e rinforzare la sezione della Grande Muraglia, aggiunse mattoni a delle sezioni in terra battuta e costruì 1.200 torri di guardia dal passo Shanhai al passo Juyong per avvertire dell'avvicinamento dei predoni mongoli. Dopo due anni di duro lavoro, diede la capacità difensiva nel nord un grande impulso. La sede del comando centrale, da cui diresse la difesa di Pechino, era un imponente edificio, alto quattro metri e mezzo.
Nell'inverno del 1572, egli diresse anche le esercitazioni militari di oltre centomila soldati per oltre un mese. Da questa esperienza della manovra, egli scrisse il Lianbing shi ji (練兵實紀, ricordi delle reali esercitazioni militari), che divenne un riferimento insostituibile per capi militari dopo di lui. Nel periodo in cui Qi Jiguang si trovò in Jizhou, non un cavaliere mongolo attraversò la Grande Muraglia entrando in Cina.

La morte

Nel 1583 precoce, Qi Jiguang venne sollevato dal suo dovere sulla frontiera settentrionale e gli venne assegnato un posto inattivo in Guangdong. Ma la sua salute già ammalata peggiorò nei successivi due anni, costringendolo a ritirarsi nella sua città natale, Luqiao, nel 1585. Morì infine nel 1588, giorni prima del Nuovo Anno Lunare. La sua vita è stata probabilmente riassunta meglio dalla sua propria poesia: Trecentosessanta giorni all'anno, tengo la mia arma pronta in cima al mio destriero.

Libri di Qi Jiguang

Ha scritto Jixiao Xinshu (纪效新书), Lianbing shi ji (练兵实纪), Li rong yaolue (莅戎要略), Wubei xinshu (莅戎要略). Ha inoltre composto dei poemi, raccolti in Zhizhi tang ji (止止堂集).


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lunedì 18 giugno 2018

Piguaquan

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Il Piguaquan (劈挂拳, Pugilato dell'attacco che spacca) è uno stile di arti marziali cinesi del Nord della Cina ed è classificato come Changquan (pugilato lungo).

La storia

Per Wu Bin, Li Xingdong e Yu Gongbao il nome antico era Pugilato del Cingersi l'Armatura (披掛拳, 披挂拳, pīguàquán, p'i kua ch'uan). Sempre per la stessa fonte questo stile con il suo nome antico è citato nel Jixiao Xinshu del generale Qi Jiguang. Ma Junxiang afferma che oltre al nome antico Piguaquan 披挂拳, sono utilizzati anche i nomi Momianquan 抹面拳 e Piguazhang 劈挂掌. Questo stile oggi è ampiamente praticato nella provincia di Hebei in particolare nelle contee di Yanshan, Cangxian e Nanpi. Questo pugilato, in voga sotto la dinastia Qing, è stato trasmesso fino ai nostri giorni e si è divisa in due scuole principali:
  • quella del ramo Nanpi (南皮一支), creata da un ex ufficiale della guardie della città proibita di nome Guo Dafa (郭大发), originario del villaggio Panliuzhuang (庞柳庄), della contea Nanpixian (南皮县). Questo sottostile venne tramandato dal figlio di Guo, Guo Changrong (郭长荣) e dal nipote, Guo Xiuting (郭秀亭). Il figlio ed il nipote di Guo Dafa sono considerati la seconda generazione di questo sottostile. Essi lo tramandarono a Zhao Shikui (赵世奎) che è vissuto fino all'anno iniziale della repubblica (1911). Egli lo trasmise a sua volta a Guo Changsheng (郭长生, 1896 – 1967, zi Enpu恩普, soprannominato Guo Yanzi郭燕子). Esso è caratterizzato dai colpi di pugno in rapida sequenza e dal Guaquan (挂拳, pugilato a movimenti in sospensione); i metodi di questo stile includono Shuaifa (摔法, metodi di lanciare le braccia come una catena), Paifa (拍法, metodi di sbattere), Pifa (劈法, metodi per spaccare), Lunfa (轮法, metodi di ondeggiamento con le braccia).
  • quella di Yanshan (盐山一支) fondata a metà dell'epoca della dinastia Qing da Zuo Baomei (左宝梅, 1753-1818), originario del villaggio Xiaozuozhuang (小左庄), della contea di Yanshan (盐山), e da un monaco buddista di cognome Han (identificato in Han Toulu 韩透露). Questa scuola è caratterizzata da una serie di colpi di pugno lenti e dal Qinglongquan (青龙拳).
Qualcuno pensa che il nome completo di questa scuola sarebbe Tong bei Piguaquan (通备劈挂拳), ma Wang Ping scrive che il Tongbei Piguaquan è anche conosciuto come Mashi Tongbei Piguaquan 马氏通备劈挂拳, riferendosi perciò ad una ramificazione dello stile, creata da Ma Fengtu 马凤图 e Ma Yingtu 马英图, che unificarono conoscenze in diversi stili. Secondo la voce Piguaquan dell'Enciclopedia dell'Istituto Confucio in origine esso proveniva dal Tongbeiquan (通备拳) anche detto Tongbimen (通臂门).

I Taolu

  • Secondo Zhang Shan e altri nell'area del Gansu,sono tramandati questi Taolu a mano nuda: Yilu Gua Quan (一路挂拳); Erlu Qinglongquan (二路青龙拳); Sanlu Feihuquan (三路飞虎拳); Silu Taishuquan (四路太淑拳); Da Jiaziquan (大架子拳); nell'area di Cangzhou sono insegnati i seguenti Taolu: Guaquan (挂拳); Qinglongquan (青龙拳);Mantao Pigua (慢套劈挂); Kuaitao Pigua (快套劈挂); Paochui (炮锤).
Queste sequenze sono riscontrabili in altre fonti: Shier Datangzi (十二大趟子); Shilu Tantui (十路弹腿); Baiyuan San Chudong (白猿三出洞),Shier Lianchui (十二连锤), Liujiaoshi (溜脚势), Gunleiquan (滚雷拳); ecc. Esiste un VCD dimostrato da Zhou Jianrui 周建睿 dal titolo Yilu Piguaquan: Momianquan 一路劈挂拳:抹面拳,prodotto da Renmin Tiyu Yinxiang Chubanshe人民体育音像出版社, che appartiene ad una serie in cui compaiono anche Erlu Piguaquan: Qinglongquan 二路劈挂拳:青龙拳 e Sanlu Piguaquan: Feihuquan 三路劈挂拳:飞虎拳.
  • Zhang Shan e altri citano questi Taolu con armi: Fengmogun (疯魔棍);Piguadao (劈挂刀);Tongbeijian (通背剑- detta Tipaojian 梯袍剑);Miaodao (苗刀);ecc.
Altre fonti, riportano: Qi qiang (奇枪 che è anche chiamata Meihuaqiang 梅花枪); Liuhe daqiang (六合大枪); Qishisan jian (七十三剑 anche detta Tongbei Dajian通备大剑); Tipao jian (梯袍剑 anche detta Tongbei xiaojian通备小剑); Pigua dandao (劈挂单刀); Pigua shuangdao (劈挂双刀); Fengtou ge (凤头阁); Lanmenjue (拦门撅); sanjiegun (三节棍); jiujiebian (九节鞭); ji (); ecc. L'Enciclopedia dell'Istituto Confucio aggiunge Gunleidao (滚雷刀), Gunpimoqiang (滚劈陌枪).


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domenica 17 giugno 2018

Periodo Edo

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Il periodo Edo (江戸時代 Edo jidai), noto anche come periodo Tokugawa (徳川時代 Tokugawa jidai, 1603-1868) indica quella fase della storia del Giappone in cui la famiglia Tokugawa detenne attraverso il bakufu il massimo potere politico e militare nel paese.
Tale fase storica prende il nome dalla capitale Edo, sede dello shōgun, ribattezzata Tokyo nel 1869.

Storia

Il periodo Edo iniziò con il trionfo di Tokugawa Ieyasu nella battaglia di Sekigahara (1600), combattimento caratterizzato dalle circa quarantamila teste nemiche tagliate, che consentì a questo di eliminare ogni opposizione. L'inizio dell'epoca Edo, però, viene generalmente fatta risalire al 1603, quando Ieyasu assunse il titolo di shōgun. Il bakufu (governo militare retto dallo shōgun) si insediò nella città di Edo, mentre l'imperatore rimase nella città di Kyoto: si venne così a creare una sorta di diarchia caratterizzata, con il passare del tempo, dal sopravvento del potere dello shogunato a discapito di quello imperiale. Nei primi anni di governo Ieyasu promosse una serie di importanti opere pubbliche affinché la nuova sede di governo venisse ampliata e abbellita nonché collegata con le città più importanti del Giappone (Gokaidō).
Caratteristica preponderante del periodo Edo fu la politica di isolamento del Giappone, nota come sakoku: si assistette a vere e proprie carneficine di cristiani soprattutto nell'area di Nagasaki, la città a più stretto contatto con gli europei; nella medesima città infatti era sito l'unico porto in cui fosse concesso solamente agli olandesi (poiché bombardarono dalla nave "De Ryp" il castello di Hara dove erano asserragliati dei cristiani) di importare ed esportare mercanzie. Una caratteristica pratica imposta alle persone sospettate di essere vicine al cristianesimo per testarne l'estraneità allo stesso, era quella dello Yefumi, il calpestamento figurato del crocifisso o di immagini della Vergine Maria.
Nel corso dei decenni l'importanza di Edo crebbe enormemente cosicché entro la fine del XVII secolo la città contava già un milione d'abitanti. Gli shōgun Tokugawa sin dapprima dovettero porre freno allo strapotere di certi daimyō, per questo il bakufu emanò una legge che obbligava tutti i daimyō a possedere due residenze: una a Edo e l'altra negli han natii; questi erano poi obbligati a lasciare mogli e figli in città trascorrendo un anno con loro e un altro nei territori gentilizi, inoltre quando un daimyō doveva traslocare era tenuto a portare con sé tutta la corte, spendendo così moltissimo denaro.
Lo shogunato dei Tokugawa conobbe momenti di crisi: nel luglio del 1853 apparvero fregate americane (le cosiddette "navi nere", guidate dal commodoro Matthew Perry) nel porto di Nagasaki che costrinsero il capo militare a firmare accordi commerciali che suggellarono la riapertura di tutti i porti giapponesi al commercio con gli occidentali, ponendo fine al sakoku e inaugurando così, il bakumatsu. Nel 1858 un malcontento generale esplose e l'ormai antiquato bakufu dovette cedere alla pressione delle forze imperiali. Terminò così l'era Edo, mentre andava affermandosi sempre più il ruolo dell'imperatore, che dette inizio alla restaurazione Meiji.

Politica e società

Se il periodo Edo fu preceduto da aspri combattimenti, il potere militare instauratosi si contraddistinse per un regime di repressione a carattere fortemente burocratico. La nazione, plasmata in base ai modelli confuciani, chiuse le porte ai contatti con gli stranieri ed assunse inizialmente le caratteristiche tipiche di una società feudale. Fu proprio durante la lunga dominazione dei Tokugawa che si gettarono le basi per la struttura sociale orientale moderna, nella quale ogni persona assume un preciso ruolo sociale e deve adempiere alla sua missione attraverso il lavoro.
Lo shogunato divenne l'autorità politica più importante, mentre i daimyō conservarono il ruolo di governatori locali, soggetti al potere centrale ma detentori di maggiore autonomia nella gestione dei propri territori. Il sistema introdotto, chiamato bakuhan (ibrido tra un governo centralizzato del bakufu e il modello di feudalesimo suggerito dalla realtà dell'autonomia degli han) si basò su una federazione di duecentosettanta feudi. I daimyō cristiani furono costretti all'esilio e dal 1671 ogni famiglia venne collocata all'interno di una setta buddista e adeguatamente iscritta nei registri dei monasteri buddhisti locali.
L'assetto sociale, mibunsei, dell'epoca era strutturato attraverso una netta suddivisione gerarchica della popolazione in classi di appartenenza ben distinte tra loro, con l'adozione del modello shinōkōshō: samurai, contadini, artigiani, e mercanti. I samurai, pur rappresentando solo il 5% dell'intera popolazione, mantennero una posizione sociale dominante; essendo privilegiati portavano due spade, un cognome e possedevano il diritto di uccidere ed allontanarsi (kirisute gomen). Occuparono soprattutto cariche burocratiche e amministrative. In Giappone, diversamente dal modello cinese, non si formò una élite culturale di letterati e questo fatto indusse la gente comune, in particolar modo i mercanti e gli artigiani, a descrivere il loro ambiente, il loro mondo, le loro regole e il loro codice etico-morale. Col passare del tempo si formò una forte e ricca classe di mercanti, in grado di raggiungere, seppur lentamente e faticosamente, una posizione di privilegio nel controllo economico-finanziario del Paese, agevolati dall'apertura del porto di Nagasaki agli scambi commerciali con i cinesi ed i mercanti protestanti, influenzando in tal modo la cultura e gli aspetti sociali del tempo.
Nonostante la politica di chiusura nei confronti del resto del mondo, l'agricoltura e l'economia, riuscirono a svilupparsi, grazie ad alcuni pilastri fondamentali, quali le proprietà famigliari ed il principio di continuità generazionale.
Il potere centrale, per controllare maggiormente il popolo, promulgò una serie di leggi riguardanti le varie classi: con il Buke-Sho-hatto del 1615 vennero imposti i codici di vita per la classe militare, che prevedevano, tra gli altri, l'obbligo a risiedere, in alternanza, a Edo e nelle province e delineavano la condotta di vita austera e sobria dei Bushi, basata sulla dottrina del Buddhismo Zen; con il Kuge-Sho-hatto invece, la nobiltà e la famiglia imperiale risultarono costretti ad occuparsi di funzioni culturali e rituali, vedendosi allontanare sempre più dall'effettivo potere politico-amministrativo.
La politica di isolamento della nazione, iniziata intorno al 1638 con la chiusura dei contatti con gli stranieri, agevolò il recupero e la valorizzazione delle usanze e della tradizione giapponese culturale, però cristallizzò le differenze di classe in un sistema statico e limitò lo sviluppo del Paese arrestando parzialmente l'economia e l'arte.
Edo, diventando quindi il nuovo centro culturale e politico del Paese, in contrapposizione a Kyoto, si espanse a dismisura superando il milione di abitanti verso la fine del Seicento.

Arti

Architettura

In una prima fase iniziale, l'architettura produsse opere il linea con lo stile shoin del periodo Momoyama e dopo il 1700 incominciò un lento declino.
Le opere più pregevoli furono il castello di Edo e il palazzo Ninomaru del 1626, impreziosito da pregevoli pitture su fusuma e vari altri lavori artigianali decorativi. Attorno ai castelli sorsero le abitazioni dei cittadini, talvolta, come nel caso dei mercanti, anch'esse ispirate allo stile shoin.
Le strutture più originali costruite durante questa fase artistica furono i templi-mausolei, come quello Toshugo a Nikko, innalzato nel 1617, dedicato alla memoria di Ieyasu e per onorarne la deificazione. Il complesso si rivelò un misto tra un tempio shintoista, uno buddhista e una tomba stupa, la cui unica vera originalità consistette negli edifici riservati alla cerimonia del tè (cha-shitsu).
Lo stile successivo allo shoin fu lo sukiya, ben esemplificato dall'estrema semplicità nelle forme, nelle strutture e nella pianta della villa imperiale di Katsura di Kyoto.

Scultura

Anche per quanto riguarda la scultura, il periodo Edo segnò un lento declino artistico, dato che in precedenza le opere erano state prevalentemente di impronta buddistica, e dopo la trasformazione del Buddismo in ritualismo, pochi scultori proseguirono ad esprimere lo spiritualismo contenuto nel pensiero della grande filosofia orientale. Solamente la scultura laica mantenne un certo fervore creativo, manifestato nella realizzazione di maschere per il teatro Nō e nella produzione di oggetti da indossare alla cintola, i cosiddetti netsuke, oppure nelle figure utilizzate per la decorazione di interni, chiamate okimono.

Pittura

Grazie alle mutazioni sociali, le due tradizionali correnti pittoriche, la Yamato-e e la Kara-e si ripartirono in numerose scuole, tra le quali la Kano, impregnata di spirito confuciano, divenne quella ufficiale del tempo e Kano Tanyu (1602-1674), il suo migliore rappresentante. Altre scuole significative furono la Sotatsu-Korin fondate dai pittori Tawaraya Sotatsu e Ogata Korin (1658-1716), e la scuola Tosa molto vicina alla corte.
Durante il medio periodo Edo si diffuse la scuola Nanga o Nanso-ga ("pittura di stile meridionale"), contraddistinta dall'individualità della tecnica, ideata da Sakaky Hyakusen (1697-1752).
Dopo pochi decenni Maruyama Okyo (1733-1795) fondò la scuola che porta il suo nome e che si accostò maggiormente al realismo e al materialismo borghese. Il suo ideatore studiò attentamente sia i libri di pittura provenienti dall'Occidente sia le opere realistiche dell'arte cinese Ming e Ch'ing. Un'altra scuola rappresentante il gusto dei mercanti fu la Ukiyo-e, fondata da Hishikawa Moronobu (1618-1694), inizialmente realizzata a pennello e in un secondo tempo convertìta alla tecnica di stampa, monocromatica e policroma. I temi preferiti furono i paesaggi, figure femminili e scene teatrali. Verso la fine del Settecento si diffuse un gusto dalla pennellata più rapida e sfrangiata.

Ceramica

Le caratteristiche del periodo Edo furono la diffusione delle ceramiche presso la gente comune e la decentralizzazione dei centri produttivi. Tra le porcellane più pregiate si annoverarono: kakiemon, progettate dalla famiglia omonima dalla seconda metà del Seicento e contraddistinte da decorazioni policrome; le porcellane kutani famose per le decorazioni tendenti all'astrattismo e la kiyomizu di Kyoto.

Cultura

Durante il periodo Edo, nonostante la chiusura nei confronti del mondo esterno, in Giappone si studiarono le scienze e la tecnica dell'Occidente. Le discipline approfondite inclusero geografia, medicina, scienze naturali, astronomia, lingua, scienze fisiche, elettricità e meccanica.

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sabato 16 giugno 2018

Go-Yōzei

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Go-Yōzei 後陽成天皇 (Go-Yōzei-tennō) (31 dicembre 1572 – 25 settembre 1617) è stato il 107º imperatore del Giappone secondo il tradizionale ordine di successione.

Biografia

Regnò dal 1586 sino al 1611, il suo nome personale era Katahito (周仁). Figlio del principe Sanehito (誠仁親王 Sanehito-shinnō), quinto figlio dell'imperatore Ōgimachi.
Ebbe numerosi figli, con l'imperatrice Dowager Chūwa (中和門院) (1575-1630) ebbe fra gli altri:
  • Shōkō (聖興女王) (1590-1594)
  • Ryūtōin-no-miya (龍登院宮) (1592-1600)
  • Seishi (清子内親王) (1593-1674)
  • Bunkō (文高女王) (1595-1644)
  • Kotohito (政仁親王 che diventerà l'imperatore Go-Mizunoo) (1596-1680)
  • Son'ei (尊英女王) (1598-1611)
  • Konoe Nobuhiro (近衛信尋) (1599-1649)
  • Yoshihito (好仁親王) (1603-1638)
  • Ichijō Akiyoshi (一条昭良) (1605-1672)
  • Teishi (貞子内親王) (1606-1675)
  • Morochika (庶愛親王) (1608-1661)
  • Son'ren (尊蓮女王) (1614-1627)
Alla sua morte il corpo venne seppellito nel Fukakusa no kita no misasagi.

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venerdì 15 giugno 2018

Ishida Mitsunari

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Ishida Mitsunari (石田 三成) (giapponese: 石田 三成; settembre 1559 – 6 novembre 1600) è stato un militare giapponese che condusse la fazione opposta a Tokugawa Ieyasu nella battaglia di Sekigahara.

Le prime campagne

Ishida Mitsunari nacque nella provincia di Ōmi nel 1559, figlio di Ishida Masatsugu, samurai che adempiva mansioni logistiche e serviva come medico sotto la famiglia Asai. Mitsunari era il terzogenito, dopo Yajirou (primogenito morto in tenera età) e Masazumi; aveva forse anche una sorella e un fratellastro, che il padre aveva avuto da una concubina. Nel 1573, quando il generale Toyotomi Hideyoshi (che all'epoca si chiamava Hashiba) sconfisse la famiglia Asai, Masatsugu si ritirò a vita privata. Mitsunari fu presto notato dal nuovo signore per le sue capacità di calcolo e per la destrezza nella cerimonia del tè (una leggenda nata nel primo periodo Edo lo vuole monaco buddista, ma tale supposizione si è rivelata infondata). Hideyoshi gli affidò il comando delle salmerie e lo portò con sé nelle sue campagne fino al 1580.
Mitsunari nel frattempo si sposò ed ebbe sei figli dalla moglie: una primogenita (1578) e una secondogenita (1582) di cui si ignora il nome, Shigeie (1583), Shigenari (1588, adottato Gengo Sugiyama), Tatsuko (1591) e Sakichi (1594), più un altro figlio avuto da una concubina. Quando Nobunaga fu assassinato, Ishida seguì Hideyoshi alla battaglia di Yamazaki contro Akechi Mitsuhide. Mitsunari combatté anche a Shizugatake nel 1583, epoca a cui probabilmente risale il suo astio nei confronti di Katō Kiyomasa e Masanori Fukushima, prestando servizio in prima linea. Dal 1585 divenne amministratore della città di Sakai, riformando il sistema finanziario e spezzando il monopolio dell'élite dei mercanti. Nel 1587 Hideyoshi affidò a Masazumi Sakai e diede l'amministrazione di Hakate a Mitsunari. Ishida partecipò alla campagna di Odawara nel 1590 contro gli Hōjō, con alterne fortune visto che non riuscì a conquistare il castello di Oshi.

Daimyō

Hideyoshi fece Mitsunari daimyō nel 1591, affidandogli la provincia di Ōmi come feudo, assieme al castello di Sawayama. Mitsunari volle come suo ufficiale Shima Sakon, all'epoca ronin, a cui diede ben metà del suo feudo. Ishida partecipò alla campagna di Corea come supervisore delle truppe. Amico di Konishi Yukinaga, si attirò le ire e il disprezzo di Katō, che lo definì "un civile immischiato in un'armatura". Ishida criticò la condotta indolente di Kobayakawa Hideaki, nipote del Taiko, alienandosi le simpatie di molti. Tornato in Giappone nel 1593, cercò di avviare una trattativa di pace con l'esercito cinese, intervenuto nella guerra coreana, tuttavia l'indifferenza di Hideyoshi fece fallire i negoziati. Tornato in Corea nell'inverno del 1597, vi restò fino al disastro, per poi tornare in patria nel 1598, quando si capì che la malattia stava portando Hideyoshi alla tomba. Ishida fu nominato fra i cinque amministratori del Giappone da Hideyoshi morente, affiancandolo ai cinque reggenti che avrebbero aiutato il governo dell'infante Toyotomi Hideyori. Preoccupato dalle ambizioni di Tokugawa Ieyasu, Hideyoshi affidò segretamente a Mitsunari il compito di vigilare su Hideyori e la concubina Yodogimi (di cui si diceva Mitsunari fosse amante).

Dalla morte di Hideyoshi a Sekigahara

Hideyoshi morì il 18 agosto 1598, lasciando il Giappone nell'incertezza più totale. L'anno 1599 trascorse relativamente tranquillo, con Mitsunari che teneva d'occhio Ieyasu tramite l'amicizia con uno dei cinque reggenti, Maeda Toshiie. Alla morte di quest'ultimo e con l'entrata di Mitsunari nel consiglio di reggenza, i rapporti con Ieyasu si inasprirono sempre di più. Cominciarono scaramucce che si tramutarono in guerra aperta nella primavera del 1600, nonostante Mitsunari cercasse di evitarlo. Parecchi daimyō si unirono a Ieyasu per l'astio contro Mistunari, che poté invece contare sull'aiuto dei feudatari fedeli alla casa dei Toyotomi. È noto l'episodio a causa di cui Hosokawa Tadaoki servì la causa di Tokugawa: pare che Mitsunari volesse prendere la moglie di quest'ultimo, Tamako o Grazia secondo il nome cristiano, come ostaggio. Ma la dama preferì uccidersi, in segno di fedeltà al marito. Le dinamiche dell'accaduto restano ancora per lo più oscure.
La guerra sembrava sorridere alla fazione dei Toyotomi, con la vittoria di Mitsunari al castello di Fushimi. Tuttavia, all'interno dell'armata, la leadership di Mitsunari venne più volte messa in dubbio, soprattutto da Mori Hidemoto, che sosteneva di avere maggiormente diritto al comando supremo. Fu così che alla battaglia nel villaggio di Sekigahara la sorte tirò un brutto tiro a Ishida. Fino a mezzogiorno sembrava che la giornata gli fosse favorevole, nonostante l'inattività dei Mōri e di Kobayakawa. Tuttavia, nel primo pomeriggio, le truppe di Kobayakawa disertarono e attaccarono alle spalle Ōtani Yoshitsugu, daimyō alleato di Ishida e suo personale amico.
Le truppe dei Toyotomi si trovarono presto circondate e attaccate su più fronti. Shima Sakon morì sul campo per permettere la fuga di Mitsunari, che cercò di ricongiungersi con le truppe lasciate al castello di Sawayama sotto il comando di Masazumi. Tuttavia vi giunse troppo tardi: i Tokugawa avevano già cinto d'assedio il castello. Vi morì l'intera famiglia di Mitsunari, con l'unica eccezione dei figli, che furono risparmiati dal generale Ii Naomasa, fedelissimo di Ieyasu.
Mitsunari si nascose per una settimana sui monti vicino a Hakone, quando fu trovato sempre da Ii e vi si consegnò quasi spontaneamente. Nonostante la maggior parte dei fedeli a Tokugawa Ieyasu lo volessero morto, questi gli offrì la grazia, che tuttavia Mitsunari rifiutò. Si oppose anche a fare seppuku, ma chiese che i suoi figli fossero risparmiati (cosa che avvenne). Ishida fu portato a Kyoto assieme ai suoi due alleati Yukinaga Konishi (catturato durante la battaglia di Sekigahara) e Ekei Ankokuji (consigliere dei Mōri), per essere decapitato. Sul palco dell'esecuzione Ieyasu gli offrì un caco, che tuttavia Mitsunari rifiutò poiché lo avrebbe fatto star male di stomaco (fedele alla filosofia Zen, si comportava come se non fosse affatto sul punto di morire). Fu decapitato da Masanori Fukushima in persona e il suo corpo fu gettato nel fiume vicino.

Considerazioni

La figura di Ishida è stata rivalutata solo recentemente, poiché nei secoli precedenti è sempre stato messo in cattiva luce e demonizzato dalla propaganda dei Tokugawa. Si dice che avesse un carattere brusco e che molti lo snobbassero per questo ma anche a causa delle sue modeste origini. I favori che Hideyoshi gli rivolgeva rendevano gli altri daimyō gelosi all'inverosimile, come Fukushima e Kobayakawa. Si suppone che Ishida, da buddista zen, detestasse i cristiani, tuttavia fra i suoi migliori amici figurava Konishi, famoso daimyō di religione cattolica. La sua figura resta ancora per lo più controversa.

Al di fuori della storia

  • È stato usato da James Clavell come base per il personaggio di Ishido Kazunari (seppur con sostanziali differenze) nel romanzo Shogun.
  • Compare anche nel romanzo di Shiba Ryotaro Sekigahara.
  • Infine, la battaglia di Sekigahara fa da sfondo storico ai giochi per la Play Station Kessen e Samurai Warriors, in cui Ishida comanda uno dei due schieramenti.

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giovedì 14 giugno 2018

Guerra Ōnin

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La cosiddetta Guerra Ōnin o "di Ōnin" (応仁の乱 Ōnin no Ran) è un periodo di guerra civile scoppiato in Giappone durante il periodo Muromachi.
Sorto da una disputa iniziale tra Hosokawa Katsumoto, un importante Kanrei, e il daimyō di Kyōto Yamana Sōzen, esso crebbe fino a diventare un conflitto su scala nazionale che vide coinvolto lo Shogunato Ashikaga e numerosi daimyo.
Questo conflitto diede inizio all'Epoca Sengoku, detto Periodo degli Stati in Guerra, che fu un periodo storico molto lungo segnato dal tentativo di vari daimyo di predominare sugli altri per il controllo di tutto il Giappone. Fu in questo stesso periodo che emersero tre importanti personaggi storici, considerati i tre più importanti daimyo del periodo Sengoku, e che avrebbero in seguito unificato l'intero Giappone sotto il dominio di un solo clan. Essi furono Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu.

Il conflitto

Il conflitto assurse ad una certa rilevanza storica dal luglio 1467, data da cui si fa partire l'inizio della Guerra di Ōnin. I due contendenti iniziali, Hosokawa Katsumoto e Yamana Sōzen, morirono nel 1473, tuttavia essi avevano scatenato un conflitto di tale entità da rendersi indipendente dal loro ruolo personale. In questo periodo la città di Kyōto era ormai una città fantasma, messa a ferro e fuoco dai due clan rivali, Ōuchi Masahiro, uno dei generali della fazione Yamana bruciò l'intera porzione della città sotto il suo comando prima di abbandonarla e dieci anni dopo l'inizio del conflitto, nel 1477, Kyōto viene rappresentata come un cumulo di macerie e miseria. D'altro canto, nessuno dei due clan in conflitto, gli Yamana e gli Hosokawa avevano ottenuto nulla da questa guerra sanguinaria e feroce se non uccidere qualche sparuto rappresentante del clan rivale.
Durante tutto questo periodo lo shōgun territoriale non fece nulla per impedire il perdurare della guerra, Ashikaga Yoshimasa era del tutto separato dalla realtà del suo paese e poco si curò di quanto accadeva. Mentre Kyōto bruciava egli trascorse il suo tempo scrivendo, leggendo poesie e dedicandosi ad altri piaceri intellettuali, non ultimo la progettazione del Ginkaku-ji, il Padiglione d'Argento che rivaleggiasse con lo Kinkaku-ji, il Padiglione d'Oro che aveva fatto costruire suo nonno Ashikaga Yoshimitsu.
Ma il livello di violenza raggiunto a Kyōto disgustò altri in tutto il Giappone. L'atteggiamento compiacente dello shōgun nei confronti della guerra autorizzò i vari daimyō a procedere nelle loro guerre private, dando vita ad una escalation di guerre che si estesero in tutto il Giappone ed esso non ebbe termine nemmeno quando le ostilità si fermarono nel teatro principale di Kyōto. Nella provincia di Yamashiro il clan Hatakeyama si era diviso in due fazioni che lottavano l'una contro l'altra. Questo stato di violenza perenne non fu senza conseguenze, e nel 1485 i contadini ed i samurai di origini umili diedero vita ad una sommossa, dando vita ad un esercito organizzato, gli Ikki, essi costrinsero gli eserciti dei clan in guerra ad abbandonare la provincia ed istituirono nel 1486 un proprio governo su tutta la provincia di Yamashiro.
Ben presto la ventata di rivolta degli Ikki si diffuse in altre regioni del Giappone, nella provincia di Kaga la setta buddhista amidista, gli ikki iniziò la sua rivolta contro la loro coscrizione da parte del signore della guerra locale, Togashi Masachika e si appellarono ai contadini locali per creare una alleanza permanente al fine di ribellarsi. Fu così che nel 1488 l'alleanza dei ribelli scacciò dalla provincia di Kaga il signore Masachika e presero il controllo dell'intera provincia. In seguito iniziarono ad edificare templi-fortezza lungo tutto il corso del fiume Yodo usandoli come loro quartier generale. Sia il movimento degli Ikki che quello degli Ikkō vengono denominati nella storia giapponese come moti rivoluzionari indicati con un termine specifico: gekokujō (gli umili opprimono i potenti).

Le conseguenze

Con la guerra di Ōnin, lo Shogunato Ashikaga assiste alla sua totale decadenza, ed al suo posto il clan Hosokawa divenne il vero detentore del potere permettendo agli shōgun Ashikaga di regnare come semplici fantocci nelle loro mani. Quando il figlio di Yoshimi, Ashikaga Yoshitane viene eletto shōgun nel 1490, il clan Hosokawa lo costringe alla fuga ed elegge al suo posto un altro esponente degli Ashikaga, Yoshizumi. Nel 1499 Yoshitane raggiunge Yamaguchi, capitale della provincia di Ōuchi e guadagna il supporto del locale clan. Nel 1507 Hosokawa Masamoto viene assassinato e un anno dopo Yoshizumi è costretto a lasciare Kyōto e il clan Ōuchi ristabilirà Yoshitane allo shogunato.

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