venerdì 14 novembre 2014

Suzani

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Suzani è un tipo di ricamo islamico e un tessuto decorativo tribale prodotto in Tagikistan, Uzbekistan, Kazakistan e altri paesi dell'Asia centrale. Suzani deriva dal persiano سوزن Suzan che significa nodo tessile. L'arte di produrre questi tessuti, in Iran si chiama سوزن‌دوزی|سوزن‌دوزی Suzandozi (lavoro a nodi).
Il Suzani ha, di solito, una base in tessuto di cotone (a volte seta), che è ricamata in filo di seta o cotone. Punto catenella, punto raso e punto asola sono i punti principalmente utilizzati. C'è anche un uso estensivo di una tecnica nella quale il filo decorativo è posato sul tessuto come una linea in rilievo e viene cucito con una seconda stesura di filo. I suzani sono spesso realizzati in due o più pezzi, che vengono poi cuciti insieme.
Motivi di disegno comuni sono i dischi del sole e della luna, fiori (specialmente tulipani, garofani e iris), foglie di viti, frutti (specialmente melograni), e occasionalmente pesci e uccelli.
I suzani superstiti più antichi risalgono alla fine del XVIII secolo e agli inizi del XIX, ma sembra probabile che siano stati utilizzati molto tempo prima. All'inizio del XV secolo, Ruy Gonzáles de Clavijo, ambasciatore Castigliano alla corte di Tamerlano, lasciò dettagliate descrizioni di ricami che erano probabilmente precursori dei suzani.
I suzani venivano tradizionalmente realizzati dalle spose dell'Asia centrale come parte del loro corredo e presentati allo sposo il giorno del matrimonio. Questi suzann antichi, ricamati a mano, sono intrisi del carattere che proviene solo dall'uso quotidiano. Forse creati da una futura sposa per mostrare la sua devozione al suo promesso sposo e poi in tempi di magra barattati con un mercante ambulante, per denaro o per necessità domestiche. La storia di ciascuno di questi suzani è ricca come i loro colori, intricata come i disegni che coprono le loro superfici.

Principali tipi di Suzani
  • Suzani Bukhara
  • Suzani Khodjent (Khodjent, Tagikistan)
  • Suzani Lakai
  • Suzani Nurota, realizzati nella città di Nurota in Uzbekistan.
  • Suzani di Piskent
  • Suzani di Samarcanda
  • Suzani di Shahrisabz
  • Suzani di Tashkent
  • Suzani Ura Tube (Istaravšan, Tagikistan)


giovedì 13 novembre 2014

Airavata

AIRAVATA, the king-god of elephants. In Indian mythology we hear ...




Airavata (ऐरावत) è un elefante bianco mitologico che trasporta il dio hindu Indra. Viene chiamato anche 'Ardha-Matanga', che significa "elefante delle nuvole", 'Naga-malla', ovvero "l'elefante combattente" e 'Arkasodara', ovvero "fratello del sole". Abharamu è l'elefantessa moglie di Airavata. Airavata ha quattro zanne e sette proboscidi, ed è di un bianco immacolato. È noto come Airavatam in lingua tamil ed Erawan in lingua thailandese.

Nelle tradizioni hindu
Secondo il Ramayana, la madre dell'elefante era Iráváti. Secondo il Matangalila, Airavata nacque quando Brahmā cantò i sacri inni sopra le metà dei gusci d'uovo che Garuḍa aveva covato, seguito da altri sette maschi e e da otto femmine. Prithu rese Airavata re di tutti gli elefanti. Uno dei suoi nomi significa "colui che tesse le nuvole", dato che secondo il mito sarebbe in grado di produrre le nuvole. Il legame di Airavata con acqua e pioggia è enfatizzato nella mitologia di Indra, che lo cavalca quando sconfigge Vritra. Questo potente elefante immerge la propria proboscide nel mondo sotterraneo, ne succhia l'acqua e la vaporizza creando le nuvole, che poi Indra usa per causare le piogge, unendo così le acque del cielo a quelle del sottosuolo.
Airavata si trova anche all'entrata di Svarga, il palazzo di Indra. Inoltre le otto divinità guardiane che presiedono i punti cardinali della rosa dei venti, siedono ognuna su un elefante, che prende parte alla difesa ed alla protezione della relativa zona. Il loro capo è l'Airavata di Indra. C'è un riferimento ad Airavata nel Bhagavadgita.
A Dharasuram, vicino a Thanjavur, si trova il tempio di Airavatesvara, in cui si crede che Airavata venerasse il Linga. Il tempio, il cui nome significa Linga di Airavata, abbonda di rare sculture ed opere architettoniche e fu costruito da Rajaraja Chola II, sovrano dell'Impero Chola nel sud dell'India tra il 1146 ed il 1173 d.C..

Erawan
Erawan (thai: เอราวัณ) è il nome in thai ed in lao di Airavata. È descritto come un elefante enorme con tre (o a volte 33) teste, spesso raffigurate con più di due proboscidi. Alcune statue mostrano il dio hindu Indra mentre cavalca Erawan. Viene a volte associato al vecchio regno lao di Lan Xang (lett.: un milione di elefanti) ed al defunto Regno del Laos, i cui emblemi reali raffiguravano Erawan, più comunemente noto come "L'elefante a tre teste".

Nella cultura di massa
Airavata è uno dei personaggi del videogioco Devil Survivor.
Airavata viene citato nella canzone The Animal Tent nell'album The Circus dei The Venetia Fair.


mercoledì 12 novembre 2014

Tambura

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Il tambura, tampura, tanpura, o tambora è uno strumento musicale della tradizionale indiana. La sua forma assomiglia a quella di un liuto dal collo allungato ed è uno strumento a corde. La forma del corpo del tambura è simile a quella del sitar, ma senza tasti - solo le corde aperte vengono suonate per accompagnare altri musicisti. Ha quattro o cinque (raramente sei) corde metalliche, che vengono pizzicate una dopo l'altra in modo regolare per creare una risonanza armonica sulla nota fondamentale (chiamata bordone o drone).


martedì 11 novembre 2014

Lanterna di carta

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Le lanterne di carta sono disponibili in varie forme e dimensioni, così come in parecchi metodi di costruzione. Nella forma più semplice, sono dei sacchi di carta con una candela al loro interno; mentre le più complesse sono costituite da una corazza di bambù o metallo rivestita di carta dura.
Talvolta, le lanterne possono essere fabbricate in seta colorata (solitamente rossa) o vinile. Le lanterne di seta sono anche molto pieghevoli, ma hanno rivestimenti in metallo; inoltre sono decorate con caratteri e disegni cinesi. Le lanterne in vinile sono molto durevoli; possono resistere alla pioggia, alla luce del Sole ed al vento. Le lanterne di carta non durano molto: la carta dorata su di esse diviene bianca e la seta rossa diventa rosa.
Queste lanterne sono popolari in Cina, in Corea ed in Giappone ed in tutti i quartieri dove predomina una maggioranza asiatica (comunemente detti Chinatown). Le si trova per esempio all'esterno e nelle vetrine dei negozi per attirare l'attenzione.
A Natale le comunità ispaniche hanno l'abitudine di mettere delle candele tradizionali in piccoli sacchetti di carta bianca. Queste lanterne sono conosciute come luminaria o farolitos.


lunedì 10 novembre 2014

Quanto sarebbe pericoloso il famoso pugno a un pollice di Bruce Lee contro gli avversari in un ring di box o MMA?

Nel 1964 e nel 1967 Bruce Lee fece dimostrazioni al torneo di Karate di Long Beach Internationals di Ed Parker.
All'epoca, il Wing Chun Gung Fu non era ancora molto conosciuto nella scena delle arti marziali statunitensi.
"Il famoso pugno a un pollice di Bruce Lee" era una prodezza dimostrativa progettata per mostrare l'energia di un pugno a corto raggio praticato nel Wing Chun Gung Fu.
Quindi ogni volta che un pugile o un combattente MMA usa un pugno a corto raggio, usa gli stessi principi e meccanismi di Bruce Lee.


Le condizioni / situazioni esistenti in un ambiente dimostrativo non sono ovviamente le stesse di un incontro di boxe o MMA!






domenica 9 novembre 2014

Cosa dovrei sapere prima di fare a botte?



Ho fatto a botte molte volte nella mia vita. Alcune volte ho vinto, altre ho perso. Questo è quello che succede quando non sei bravo a scegliere quando lottare. Ho combattuto in tutti i tipi di Arti Marziali: Krav Maga, BJJ, Shotokahn Karate, Muay Thai, wrestling, combattimento di strada, e sono stato addestrato in alcune discipline interessanti come il combattimento con il coltello. Ci sono alcune cose che dovresti sapere per alcuni diversi scenari:
  • Se ti trovi in ​​una rissa con una persona a caso, preparati ai guai se rimani fino a quando arrivano i poliziotti.
  • Guardati le spalle. Non sai mai quanti amici ci possono essere in zona.
  • Qualunque cosa che vi circonda può essere usato come arma. Pali, bottiglie di birra, rocce, ecc.
  • Non ci sono regole nei combattimenti di strada. Non c'è lotta leale. È vincere o perdere e significa anche che qualche volta vivi o muori.
  • Non sai mai quanto è allenato il tuo avversario quindi stai attento con chi inizi a lottare.
  • Non smettere mai di colpire fino a quando non smettono di muoversi. Sì, questo significa colpirli quando sono giù. Non mollare. Non dare loro la possibilità di invertire la tendenza. Combattere con "onore" ti farà uccidere.
  • I posti migliori per colpire qualcuno sono lungo il lato della mascella.
  • Non colpire gli occhi o la parte superiore della testa. Ci sono buone probabilità che ti spezzerai le tue ossa invece delle loro.
  • Dai il pugno con le prime due nocche, non con il mignolo o con le nocche con un anello. Parlando per esperienza, se non lo farai ti spezzerai il tuo quarto o quinto metacarpo.
  • Non usare i calci. Non m'importa di quello che hai imparato durante le tue lezioni di arti marziali, un ragazzo come me ti afferrerà la gamba e non sarà divertente.
  • Ricorda che non sei fatto di vetro. Non aver paura di ricevere un pugno se ti fa guadagnare una posizione migliore. Stai sacrificando un pedone per prendere la regina.
  • Parlare è per bambini e fighette. È una perdita di tempo e ti fa sembrare stupido. Se hai intenzione di combattere, chiudi la tua fottuta bocca e combatti.
  • Dovresti imparare a usare l'inerzia di un avversario.
  • Due delle tue migliori armi nel tuo corpo sono i tuoi gomiti e le tue ginocchia. Sono difficili da rompere e sono molto forti.
  • La tua arma migliore è la tua mente. Pensa al tuo nemico e hai buone probabilità di vincere.
  • Ultimo, ma non meno importante... Buon divertimento! Il combattimento è uno dei più grandi passatempi dell'umanità! Non c'è niente di meglio di un po' di sport, anche se con un po' di sangue.




sabato 8 novembre 2014

A livello culturale, da cosa le arti marziali giapponesi si differenziano da quelle cinesi?

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Le arti marziali giapponesi ( karate,jujitsu,aikido) si sono sviluppate sopratutto attorno al contesto feudale.
Partono più che altro dal presupposto sia chi esegue che chi risponde indossi l'armatura da samurai.
Se si nota le movenze di un karateka, con posizioni basse, possenti, stabili ma lente sono tipiche di un guerriero appesantito da un'armatura che si difende altresì da avversari con armatura.
Il jujitsu fa dei suoi capisaldi leve articolari, proiezioni e strangolamenti in quanto erano le tecniche che più risultavano efficaci contro un avversario bardato appunto di armatura.
Nelle arti marziali cinesi invece lo scopo era difendersi non in un campo di battaglia con tanto di corazza, ma difendersi da briganti e malintenzionati nelle viuzze delle città o delle campagne.
Magari anche con armi di matrice contadina, (bastoni, coltelli, nunchaku).
Ecco allora che le posture degli stili cinesi differiscono da quelle degli stili giapponesi in quanto auspicano maggiore mobilità, scioltezza e agilità.
Si narra che durante l'occupazione della Cina da parte del Giappone prima dell'avvento del regime di Mao Tse Tung, avvenissero molti scontri tra combattenti cinesi contro giapponesi, quasi sempre a favore dei primi.

Che questa cosa sia completamente vera o che sia soltanto leggenda per tessere le lodi delle arti marziali cinesi, non è dato a sapersi.




venerdì 7 novembre 2014

Ji

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Il Ji () è un'antica arma inastata cinese, ad oggi ancora in uso nelle arti marziali cinesi, normalmente considerata la versione sinica dell'alabarda occidentale.
Il Ji è, in buona sostanza, un'evoluzione della lancia di metallo Mao () ottenuta combinando quest'ultima con l'ascia-daga (Gē). Il Ji fu creato tra l'epoca della dinastia Yin e quello della dinastia Shang. Anticamente era decorata con monete e nastri colorati di seta.
Il Ji interamente in bronzo fu utilizzato ampiamente dalla dinastia Zhou occidentale e quella in ferro apparve nel periodo degli stati combattenti. Durante la dinastia Qin e la dinastia Han il Ji divenne un'arma importantissima utilizzata sia dalle forze di cavalleria che di fanteria. Gradualmente scomparve dai campi di battaglia tra il periodo della dinastia Jìn e l'epoca delle Dinastie del Nord e del Sud. Nel contempo, però, il Ji iniziò ad essere ampiamente utilizzato durante le dimostrazioni popolari. Durante la dinastia Sui e la dinastia Tang, l'arma fu definitivamente relegata alla pratica spettacolistica, all'esercizio fisico e alle cerimonie onorifiche, perdendo una valenza bellica vera e propria.

Varianti
Nel corso della storia sono stati prodotti numerosi tipi di questa arma:
  • Jiuquji (九曲戟);
  • Fangtianhuaji (方天画戟);
  • Qinglongji (青龙戟);
  • Duanji (短戟);
  • Shuangji (双戟);
  • Maji (马戟).


giovedì 6 novembre 2014

Spuntone

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Lo spuntone è un'arma inastata rassomigliante alla partigiana, sviluppata in Italia e largamente in uso alla fanteria d'Europa nel XVII secolo. Cadde in disuso solo nella seconda metà del XIX secolo.

Storia
Lo spuntone venne inventato in Italia durante il Medioevo, pare come arma di rappresentanza o da utilizzarsi per la difesa delle mura durante un assedio. Nel XVII secolo venne riscoperto dalle truppe di fanteria che se ne servirono come mezza-picca nei quadrati di picchieri ormai costituenti l'imperante modello campale (v. Pike and Shot).
«SPUNTONE. s.m. In franc. Esponton. Arme d'asta con lungo ferro quadrangolare o tondo, non molto grosso, ma acuto in punta. Era in uso ne' tempi cavallereschi, ma non era arme di battaglia. Venne ripigliato dagli eserciti moderni nel secolo XVII, e durò sin quasi alla fine del XVIII come arme degli uffiziali delle compagnie d'infanteria, ed era una Mezza picca lunga otto piedi francesi. Andò in disuso nelle guerre della rivoluzione francese. Si annovera altresì colle altre armi d'asta nelle difese che si fanno talvolta con essi negli assedii.»
(Grassi, Giuseppe (1833), Dizionario militare italiano, 2. ed. ampliata dall'a., Torino, Società Tipografica Libraria, v. III-IV, p. 165.)
Nel corso del XVIII secolo, mentre la maggior parte delle armi bianche andava scomparendo dai campi di battaglia europei, sostituita dalla capillare diffusione della baionetta, lo spuntone rimase in uso come arma distintiva dei sottoufficiali di truppa (v. sergentina): alcuni sottufficiali inglesi se ne servirono durante la Battaglia di Culloden (16 aprile 1746). Ancora durante le Guerre napoleoniche, lo spuntone era arma precipua dei sergenti che se ne servivano per difendere l'insegna del reparto dagli attacchi della cavalleria. L'incredibile longevità di questa arma inastata ne fece l'unica mai apparsa nella panoplia dei soldati degli Stati Uniti d'America: venne utilizzata, per esempio, nella celeberrima spedizione di Lewis e Clark come arma difensiva degli esploratori contro gli orsi grizzly.
Ad oggi, lo spuntone è ancora in uso quale arma cerimoniale della Old Guard Fife and Drum Corps (U.S. Army).

Costruzione
Rispetto alla picca, lo spuntone è arma dalle dimensioni più contenute, la cui lunghezza complessiva non superava i 2,5 m:
  • La lama sviluppa dalla gorbia in un disco piatto dal quale dipartono un robusto corpo lanceolato diritto, appuntito ed affilato da ambo i lati, e due protuberanze lateriali, a volte in forma di rebbi arcuati, sensibilmente più corte della centrale. In alcuni modelli, il corpo piatto centrale della lama serve da innesto ad una lama di scure;
  • Astile ligneo solido, maneggevole.
Data la foggia tripuntuta della lama, lo spuntone contende spesso al brandistocco la nomea di "tridente da guerra". L'evidente differenza tra spuntone e brandistocco è che in quel'ultimo tutte e tre le lame dipartono dalla gorbia.


mercoledì 5 novembre 2014

Scherma genovese

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La scherma genovese è uno stile di scherma originatosi a Genova a partire dal X secolo che prevede l'uso di armi tipiche come il coltello genovese, la spada d'abbordaggio genovese e lo spadone genovese.