Il Falun Gong, noto anche come
Falun Dafa, è una disciplina spirituale cinese che prevede la
meditazione, semplici esercizi di qigong e un insegnamento basato sui
principi di Verità, Compassione e Tolleranza (真
善 忍). La pratica enfatizza la moralità e la coltivazione
della virtù e si presenta come una pratica di coltivazione della
scuola buddista. Attraverso la pratica degli esercizi e cercando di
conformarsi ai principi della Falun Dafa nella loro vita quotidiana,
i praticanti aspirano ad essere persone migliori, a mantenersi in
buona salute e in ultimo all'illuminazione spirituale.
Il Falun Gong è stato insegnato
pubblicamente per la prima volta nel Nordest della Cina nel 1992 da
Li Hongzhi. Nel corso degli anni '90 si è diffuso ampiamente in Cina
con il passaparola, per via degli ottimi risultati ottenuti nel
migliorare la salute fisica e per la risonanza spirituale del suo
insegnamento. Inizialmente ha goduto di un considerevole sostegno da
parte delle autorità cinesi, in quanto pratica di qigong benefica
per la salute e per la moralità dei cittadini.
Tuttavia a partire dal 1996 il Partito
Comunista e le agenzie di sicurezza hanno progressivamente visto il
Falun Gong come una potenziale minaccia per la sua popolarità, la
sua indipendenza dallo stato e per i suoi insegnamenti spirituali,
mostrando una crescente ostilità. Ciononostante nel 1998, il
Ministero dello Sport cinese stimava che circa 70 milioni di cinesi
lo praticassero.
Il 20 luglio 1999, Jiang Zemin, allora
leader del Partito Comunista Cinese, ha lanciato una repressione a
livello nazionale e un'estesa campagna di propaganda con l'obiettivo
di screditare e sradicare la pratica. Associazioni dei diritti umani
riferiscono che, nel corso di questa persecuzione ancora oggi in
corso, i praticanti del Falun Gong in Cina sono stati soggetti a
un'ampia gamma di abusi per mano delle autorità cinesi, che
includono arresti e detenzioni illegali, lavori forzati, abusi
psichiatrici, torture e ad altri metodi coercitivi di riforma del
pensiero. Dal 2006 indagini indipendenti hanno rivelato che i
praticanti del Falun Gong, insieme ad altri detenuti di coscienza,
sono utilizzati come 'banca vivente' di donatori per i trapianti
d'organo, gestiti e diretti dallo Stato.
Insegnato al di fuori dalla Cina fin
dagli anni '90, il Falun Gong ha avuto una considerevole diffusione
in tutto il mondo ed è oggi praticato in più di 70 paesi. In Cina
alcune fonti stimano che decine di milioni continuino a praticare
nonostante la persecuzione.
Nel Falun Gong non esistono iscrizioni, gerarchie o rituali. Gli
esercizi possono essere praticati da soli o in gruppo e spesso
vengono praticati e insegnati nei parchi, in maniera libera e
gratuita. Gli insegnamenti sono disponibili su internet nel sito
della Falun Dafa.
Origine
e categorizzazione
Il 13 maggio 1992, Li Hongzhi, un
maestro di qigong del nord-est della Cina, ha tenuto il primo corso
pubblico di Falun Gong a Changchun, provincia di Jilin. Ha presentato
il Falun Gong come parte della «millenaria tradizione della
coltivazione», facendo di fatto conoscere al grande pubblico
l’aspetto spirituale della pratica del qigong che era stato
accantonato durante la Rivoluzione culturale per adattarsi
all'ideologia comunista.
Nel contesto culturale cinese, il Falun
Gong viene generalmente classificato come un sistema di qigong, nome
moderno dato all'antico termine «xiulian»(修炼,
xiū liàn, letteralmente "pratica di coltivazione"), che
descrive il percorso nel quale un individuo può raggiungere la
perfezione spirituale, spesso attraverso la pratica congiunta di
mente e corpo. Le tradizioni orientali non considerano il corpo e la
mente come indipendenti e insegnano ad armonizzarli lavorando su
entrambi. Le «pratiche di coltivazione» sono state una costante
nella lunga storia cinese; sono parte delle tradizioni buddiste,
taoiste e confuciane e includono le arti marziali interne. Richard
Madsen, professore all'Università di San Diego in California,
sottolinea che la cultura tradizionale cinese ha una «comprensione
profonda della materia e della mente, del corpo e della mente».
Secondo Zhao Yuezhi, professore presso l'Università Simon Fraser, in
Canada, «il Falun Gong, come altre forme di qigong,
sottolinea l'interconnessione tra la guarigione fisica e spirituale,
contrariamente alla distinzione fatta in occidente tra medicina e
spiritualità. Per ottenere un miglioramento della salute, gli
esercizi fisici devono essere accompagnati da una coltivazione morale
e gli esercizi spirituali aiutano a concentrare la mente. Nel caso
del Falun Gong, i valori da coltivare sono “verità”(真,
zhēn), compassione (善,
shàn) tolleranza (忍,
rěn). Benjamin Penny, professore di storia cinese all'Australian
National University, sottolinea l'importanza di questi valori nel
Falun Gong e ha scritto: «Il modo migliore per descrivere il Falun
Gong è chiamarlo un sistema di coltivazione. I sistemi di
coltivazione sono una caratteristica della vita cinese da più o meno
2500 anni e probabilmente anche da molto prima».
In Occidente, non esistendo il concetto
di pratica di coltivazione, il Falun Gong viene generalmente
descritto come una pratica o un movimento spirituale. La Risoluzione
605 votata il 16 marzo 2010 presso la Camera dei rappresentanti degli
Stati Uniti, che chiede di porre immediatamente fine alla
persecuzione del Falun Gong in Cina, lo definisce «movimento
spirituale» e «pratica spirituale appartenente alla cultura
tradizionale cinese». Nella risoluzione del Parlamento europeo del
12 dicembre 2013 di condanna del prelievo forzato di organi in Cina,
il Falun Gong è categorizzato come una «disciplina spirituale».
Edwary McMillan-Scott, vice presidente del Parlamento europeo parla
di «esercizi spirituali» e di «movimento spirituale». Amnesty
International descrive il Falun Gong come un «movimento che pratica
una tecnica di meditazione e degli esercizi di respirazione» o un
«movimento spirituale». Human Rights Watch definisce il Falun Gong
«una forma di qigong, un antico sistema cinese di esercizi combinati
con la meditazione».
Pratica e
insegnamento
Il Falun Gong aspira a mettere in grado
il praticante di ascendere spiritualmente attraverso la rettitudine
morale, la pratica di una serie di esercizi e la meditazione. I tre
principi che sono al centro dell'insegnamento sono Verità (真,
Zhēn), Compassione (善,
Shàn) e Tolleranza (忍,
Rěn). Insieme, questi principi sono considerati la natura
fondamentale del cosmo, il criterio per distinguere ciò che è bene
da ciò che è male e la più alta manifestazione del Tao, o della Fa
(Legge). L'assimilazione e coltivazione di questi principi è una
parte fondamentale della pratica della Falun Dafa.
La pratica del Falun Gong si compone di
due elementi complementari: la pratica degli esercizi e la
coltivazione della mente e del cuore, chiamata anche elevazione della
«xinxing» (心性,
xīn xìng, letteralmente "natura del cuore o della mente").
Esercizi
Il Falun Gong comprende quattro
semplici esercizi in posizione eretta e una meditazione in posizione
seduta. La pratica degli esercizi è considerata come secondaria
rispetto all'elevazione spirituale, ma è comunque una componente
essenziale del Falun Gong.
Il primo esercizio, chiamato
«Budda estende mille mani», ha lo scopo di agevolare la libera
circolazione dell'energia e aprire i meridiani del corpo.
Il secondo esercizio, chiamato
«Esercizio del Falun in posizione statica in piedi», consiste in
quattro posizioni statiche da mantenere per un periodo di tempo
prolungato. L'obiettivo di questo esercizio è aumentare il livello
dell'energia.
Il terzo esercizio, «Scorrimento
fra i due poli», prevede due serie di movimenti che permettono di
espellere l'energia non buona del corpo e di rimpiazzarla con
l'energia dell'universo, purificando così il corpo.
Il quarto esercizio, «Circolazione
Celeste del Falun», ha lo scopo di far circolare liberamente
l'energia attraverso il corpo.
Contrariamente ai primi quattro,
il quinto esercizio si pratica stando seduti nella posizione del
loto o del mezzo loto. Si chiama «Rafforzamento dei poteri
soprannaturali», richiede di rimanere seduti in meditazione più a
lungo possibile (ed è considerato come l'esercizio più avanzato).
Gli esercizi del Falun Gong possono essere praticati
individualmente o in gruppo, e più o meno a lungo a seconda delle
necessità e della capacità di ciascun praticante. Sono insegnati
gratuitamente da volontari o possono essere appresi da autodidatti
attraverso i materiali disponibili sul sito della pratica. Gli
esercizi del Falun Gong sono spesso praticati in gruppo nei parchi,
nei campus universitari o in altri luoghi pubblici in più di 70
paesi nel mondo. I praticanti del Falun Gong sono invitati a leggere
i libri del Falun Gong e a praticare gli esercizi regolarmente,
preferibilmente ogni giorno.
Principi base
L'elevazione della xinxing si
ottiene da una parte armonizzandosi nella vita quotidiana ai tre
principi che costituiscono la natura fondamentale dell'universo:
verità, compassione e tolleranza (Zhen-Shan-Ren) e dall'altra
abbandonando i pensieri e i comportamenti negativi. Come Li Hongzhi
precisa nel suo primo libro degli insegnamenti del Falun Gong, si
tratta di abbandonare «tutti i desideri, i pensieri e i
comportamenti negativi, come l'avidità, il profitto, la lussuria, il
desiderio, l'uccidere, il lottare, il furto, la rapina, l'inganno, la
gelosia, ecc».
Nella pratica del Falun Gong il
perfezionamento di sé attraverso questi tre principi è considerato
essenziale. Nello Zhuan Falun (轉法輪,
转法轮,
zhuàn fǎ lún), il testo fondamentale della pratica pubblicato nel
1995, Li Hongzhi scrive: «“Ma non importa quanto cambi il criterio
morale umano, la natura dell'universo non cambia, ed è l'unico
criterio per distinguere le persone buone da quelle cattive. In
quanto praticanti, dovete prendere la natura dell'universo come
vostra guida per migliorare voi stessi».
Il Falun Gong sottolinea altri due
concetti fondamentali: l'esistenza della virtù (德,
dé) e del karma (业,
yè) nel senso di karma negativo. La prima si ottiene compiendo buone
azioni e sopportando le difficoltà e le sofferenze, il secondo si
accumula commettendo cattive azioni. La virtù di una persona
determina la sua buona fortuna e la sua capacità di elevarsi
spiritualmente. Al contrario, l'accumulazione del karma ha come
conseguenza la sofferenza, la malattia e la separazione dalla natura
dell'universo. L'elevazione spirituale si realizza attraverso la
trasformazione del karma e l'accumulazione della virtù.
Gli insegnamenti del Falun Gong
presuppongono che gli esseri umani siano originariamente e
innatamente buoni, ma che siano discesi in questo regno di illusioni
e sofferenza dopo essere diventati egoisti e aver accumulato karma.
Per ritornare alla propria "vera natura originaria", devono
assimilarsi alla natura dell'universo (verità, compassione e
tolleranza), abbandonare i pensieri e i comportamenti cattivi e
ripagare il karma.
Per eliminare il karma, i praticanti
nella loro vita quotidiana devono essere onesti, compiere buone
azioni e affrontare le difficoltà con pazienza e benevolenza. Ad
esempio, Li afferma che un coltivatore «non deve rispondere quando
viene colpito o insultato». Prima di essere superato, lo stress
vissuto dai praticanti nella vita quotidiana può anch'esso
contribuire alla riduzione del karma. L'elevazione spirituale si
ottiene anche con l'abbandono degli attaccamenti. Non è un problema
possedere le cose materiali, ma lo è essere attaccati ad esse. Viene
raccomandato anche di abbandonare le dipendenze come il tabagismo e
il consumo di alcool, poiché anch'esse sono degli attaccamenti.
Anche un interesse eccessivo per la politica potrebbe divenire un
attaccamento al potere o all'influenza nel mondo. Secondo Hu Ping,
intellettuale e redattore capo del più vecchio giornale dissidente
cinese, «il Falun Gong si occupa solo della purificazione
dell'individuo attraverso l'esercizio, e non affronta le questioni
sociali o nazionali. Non ci sono suggerimenti, e neanche impliciti
accenni, ad un modello di cambiamento sociale».
Secondo David Ownby, i principi che
guidano verso una elevazione spirituale non costituiscono nel Falun
Gong un insieme di regole o precetti, ma piuttosto una base di
conoscenza che ciascuno comprende in base al proprio vissuto e alle
proprie situazioni. Il lavoro su di sé non è egoista e mira invece
a trattare gli altri con compassione e benevolenza. Gli insegnamenti
mettono l'accento sulla ricerca dentro se stessi di fronte ai
problemi. Li Hongzhi sottolinea l'importanza di avere considerazione
per gli altri in ogni circostanza. Stephen Chan, professore
dell'Università di Londra, propone un parallelismo tra il Falun Gong
e il buddismo affermando che condividono la stessa dottrina
principale della benevolenza incondizionata e della compassione verso
gli altri.
Il Falun Gong fa eco alle tradizioni cinesi secondo le quali gli
esseri umani sono connessi con l'universo attraverso lo spirito e il
corpo. Li Hongzhi sollecita a mettere in discussione «le mentalità
convenzionali» relative alla natura e alla genesi dell'universo,
allo spazio tempo e al corpo umano. Il Falun Gong si rifà alle
tradizioni dell'Asia orientale e alla scienza tradizionale cinese
come sistema ontologico totalmente differente e altrettanto valido.
Tuttavia, nel presentare alcuni dei suoi insegnamenti prende in
prestito moderne idee scientifiche - ad esempio facendo riferimento
alla struttura atomico-molecolare della materia. Secondo David Ownby,
"Li Hongzhi ha presentato la sua visione da una parte come un
ritorno ad una tradizione spirituale persa o trascurata, e dall'altra
come un importante contributo alla scienza moderna", mentre
molti intellettuali cinesi che hanno iniziato a praticare il Falun
Gong, sostengono che nello spiegare la relazione tra scienza e le
"grandi strutture cosmiche e le domande esistenziali", Li
Hongzhi ha reso la scienza più grande che mai. Questo punto di vista
è condiviso da Richard Madsen.
Testi
Il primo libro del Falun Gong è stato pubblicato nell'aprile
1993. Intitolato
China Falun Gong, o semplicemente
Falun
Gong, è un testo introduttivo che discute il qigong, i principi
della pratica di coltivazione e il miglioramento del carattere morale
(
xinxing). Il libro fornisce anche illustrazioni e spiegazioni
dei cinque esercizi. La raccolta principale degli insegnamenti è
articolata nel libro Zhuan Falun, pubblicato in cinese nel gennaio
1995. Il libro è diviso in nove “lezioni”, ed è basato sulle
trascrizioni riviste delle conferenze tenute da Li Hongzhi nei tre
anni precedenti in diverse parti della Cina. Da allora i libri del
Falun Gong sono stati tradotti in oltre 40 lingue.
Simbolo
Il simbolo della pratica è il Falun
(法輪,
法轮,
Fǎlún, letteralmente "Ruota della Legge" o in sanscrito
Dharmacakra). Mentre nel Buddismo il Dharmacakra rappresenta la
completezza della dottrina, nonostante l'evocazione della
terminologia e dei simboli buddisti, la ruota della legge come
compresa nel Falun Gong ha connotazioni distinte. Il Falun è la
rappresentazione della miniatura dell'universo. Il titolo del testo
principale degli insegnamenti del Falun Gong, lo Zhuan Falun,
significa letteralmente «Girare la ruota della legge». Questa
«Ruota della Legge» contiene una grande svastica al centro e
quattro più piccole ai lati, che sono i segni particolari dei Budda,
e quattro piccoli Taiji (simboli di yin-yang) che rappresentano il
Tao.
Organizzazione, struttura e demografia
Organizzazione
Gli insegnamenti del Falun Gong
includono un punto fondamentale: il Falun Gong è destinato ad essere
«senza forma» e a non avere praticamente alcuna organizzazione
materiale o formale. Non esistono liste o registri dei praticanti;
questi ultimi sono liberi di partecipare alla pratica e di seguire
gli insegnamenti al proprio ritmo. I praticanti non devono imporre
agli altri in cosa credere o come comportarsi. Il fondatore del Falun
Gong, Li Hongzhi, non interviene nella vita personale dei praticanti,
i quali non hanno pressoché nessun contatto con lui, se non
attraverso lo studio dei suoi insegnamenti.
Secondo Craig Burgdoff, professore di
teologia, non esistono gerarchie nel Falun Gong, e non è una
disciplina dogmatica, la sola cosa che viene enfatizzata è la
necessità di un comportamento morale elevato. L'organizzazione è
decentralizzata con delle Associazioni della Falun Dafa regionali,
dei club universitari e delle reti di «assistenti» o «contatti
locali» presenti in oltre settanta paesi al di fuori della Cina
continentale. Questi «contatti locali» sono dei volontari che non
beneficiano di alcun privilegio, autorità o titolo,
indipendentemente da quando abbiano iniziato a praticare.
Nella maggior parte delle medie e
grandi città, i praticanti organizzano appuntamenti regolari per
praticare insieme gli esercizi e la meditazione o per dedicarsi allo
“studio della Fa” durante il quale a volte praticano anche gli
esercizi. Gli appuntamenti per fare gli esercizi e la meditazione
sono descritti come gruppi informali di praticanti che di solito si
incontrano nei parchi per una o due ore. Le sessioni di studio di
gruppo si tengono generalmente di sera in abitazioni private, nelle
aule universitarie o nelle scuole. Durante queste sessioni i
praticanti leggono, discutono il contenuto delle lezioni e scambiano
le proprie esperienze. Coloro che sono troppo occupati, isolati o che
semplicemente preferiscono la solitudine possono scegliere di
praticare da soli. La partecipazione a tutte le attività del Falun
Gong è gratuita. Quando ci sono delle spese significative da coprire
- ad esempio per il noleggio di attrezzature o per l'affitto di un
auditorium per conferenze di grandi dimensioni - i costi vengono
coperti di propria iniziativa da praticanti relativamente benestanti.
Il grado di organizzazione realizzato
nel Falun Gong è raggiunto attraverso una comunità online globale e
l'utilizzo di Internet, tramite il quale i praticanti si tengono in
contatto tra di loro. Soprattutto in seguito all'inizio della
persecuzione in Cina, i mezzi di comunicazioni elettronici e i vari
siti web sono diventati il mezzo principale di coordinamento e di
diffusione degli insegnamenti di Li Hongzhi.
In Cina Continentale
Nel 1993 la Società di Ricerca della
Falun Dafa con sede a Pechino è stata accettata come parte della
Società di Ricerca sulla Scienza del Qigong in Cina (SRQC), l'ente
statale che sovrintendeva all'amministrazione delle varie scuole di
qigong del paese, e ne sponsorizzava attività e seminari. In base ai
requisiti imposti dalla SRQC, il Falun Gong era inizialmente
organizzato in una rete nazionale di centri di assistenza, “stazioni
principali”, “diramazioni”, “stazioni guida” e luoghi di
pratica locali, riflettendo la struttura della SRQC o persino quella
del Partito Comunista stesso. Gli assistenti del Falun Gong erano
volontari che insegnavano gli esercizi, organizzavano eventi e
diffondevano gli insegnamenti di Li Hongzhi. La Società di Ricerca
della Falun Dafa dava agli studenti consigli sulle tecniche di
meditazione, forniva servizi di traduzione e coordinamento per la
pratica a livello nazionale.
I successivi tentativi da parte delle
autorità cinesi di rafforzare il controllo sul Falun Gong hanno
causato l'effetto contrario. Dopo aver lasciato la SRQC nel 1996, il
Falun Gong si è trovato al di fuori dei regolamenti governativi.
Trovandosi sotto stretta sorveglianza da parte delle autorità, ha
reagito adottando una struttura organizzativa più decentrata e
flessibile. Nel 1997, la Società di Ricerca della Falun Dafa è
stata ufficialmente sciolta, così come «i principali centri di
assistenza» regionali. Tuttavia, i praticanti hanno continuato ad
organizzarsi a livello locale, rimanendo in contatto attraverso i
mezzi di comunicazione elettronica, le relazioni interpersonali e i
luoghi di pratica degli esercizi. Fonti del Falun Gong e del governo
cinese affermano che nel 1999 c'erano nel paese circa 1900 centri di
assistenza e 28.263 siti locali di pratica degli esercizi del Falun
Gong.
A partire dal luglio 1999, con l'inizio
della repressione, il Falun Gong in Cina è stato costretto alla
clandestinità. La struttura organizzativa è diventata ancora più
informale e internet è diventato un mezzo importante per la
comunicazione tra i praticanti. Le autorità cinesi hanno cercato di
ritrarre il Falun Gong come una organizzazione con una struttura
gerarchica e ben finanziata, ma James Tong, professore presso
l'Università del Michigan, ha scritto che era nell'interesse del
governo ritrarla così al fine di giustificare la sua repressione:
«Più facevano apparire il Falun Gong come organizzato, più
potevano giustificare la repressione del regime in nome dell'ordine
sociale». Ha poi concluso che le affermazioni del Partito mancano di
«prove sostanziali sia interne sia esterne» e che, nonostante gli
arresti e la sorveglianza, le autorità non hanno mai «risposto in
maniera credibile alle confutazioni del Falun Gong».
Demografia
È impossibile valutare con esatezza il
numero dei praticanti del Falun Gong, perché non esiste nessuna
iscrizione, e quindi non ci sono «registri» dei nomi dei
praticanti. Al di fuori della Cina, il Falun Gong è praticato da
centinaia di migliaia, forse milioni di persone in tutto il mondo. Le
comunità più grandi si trovano a Taiwan e nelle città del Nord
America. Indagini demografiche condotte da Palmer e Ownby hanno
mostrato che l'età media dei praticanti è di circa 40 anni. Tra le
persone che hanno partecipato al sondaggio, il 56% erano donne e il
44% uomini. L'80% erano sposati. Le indagini hanno rivelato che gli
intervistati possedevano un alto livello d'istruzione: il 9% aveva
conseguito un dottorato di ricerca, il 34% una laurea quinquennale e
il 24% una laurea triennale.
In Cina continentale
Secondo
fonti occidentali prima del luglio 1999 il governo cinese stimava il
numero dei praticanti del Falun Gong intorno a 60 o 70 milioni, una
cifra che rivaleggiava con il numero dei membri del Partito
Comunista. Al momento della repressione nel luglio 1999, la maggior
parte delle fonti governative ponevano il numero dei praticanti tra i
2 e i 3 milioni di persone, sebbene alcune pubblicazioni mantenessero
il numero intorno ai 40 millioni. La maggior parte delle stime per lo
stesso periodo provenienti dal Falun Gong parlavano di un numero
totale dei praticanti in Cina tra i 70 e gli 80 millioni. Altre fonti
hanno stimato che il numero di praticanti del Falun Gong in Cina
oscillasse tra i 10 ei 60 milioni.
Inchieste demografiche condotte in Cina
nel 1998 stabilivano che i praticanti erano per lo più donne e in
buona parte persone anziane. Il Falun Gong superava le barriere
etniche e sociali e attirava diversi tipi di persone, dai giovani
studenti, ai burocrati, agli intellettuali fino ai funzionari del
partito communista. Indagini condotte in Cina negli anni '90
rivelavano che tra il 23% e il 40% dei praticanti erano in possesso
di un titolo universitario o di un diploma di studi di alto livello.
Queste percentuali sono molto superiori rispetto a quelle della
popolazione generale.
Dopo il luglio 1999 e l'inizio della persecuzione del Falun Gong
da parte delle autorità, è ancora più difficile da valutare il
numero dei praticanti in Cina. Alcune fonti stimano tuttavia che
milioni di persone continuino a praticare in clandestinità.
Ragioni per praticare il Falun Gong
Le inchieste condotte tra i praticanti
del Falun Gong in Nord America rivelano che le motivazioni più
comuni che li hanno indotti ad iniziare a praticare sono: gli
insegnamenti, i benefici per la salute e gli effetti rilassanti ed
energetici degli esercizi. Secondo una ricerca condotta da David
Ownby, l'interesse per il Falun Gong è suscitato innanzitutto dal
suo contenuto intellettuale, dall'opportunità di una crescita
spirituale, dai benefici per la salute e dagli esercizi. L'inchiesta
condotta da Scott Lowe ha constatato che gli insegnamenti spirituali
del Falun Gong e la possibilità di acquisire una buona salute sono
state le motivazioni più comuni per iniziare a praticare il Falun
Gong. Diversi intervistati hanno affermato che altre forme di qigong
«mancano di profondità, sono esoteriche e superficiali», mentre
hanno definito il Falun Gong come «la coltivazione spirituale più
completa, efficace e universale».
Storia in Cina
Diffusione e sviluppo del Falun Gong
Il Falun Gong è stato insegnato
pubblicamente per la prima volta da Li Hongzhi nel 1992, in una
scuola media della città di Changchun. Poco dopo, il 30 luglio 1992
Li Hongzhi ha ricevuto il titolo di "maestro di qigong", è
stato autorizzato ad insegnare in tutto il paese e ha fondato la
Società di ricerca della "Falun Xiulian Dafa", che nel
settembre 1992 è stata ammessa all'interno della SRQC. All'epoca, la
Società di Ricerca Scientifica sul Qigong in Cina (SRQC) era
l'organizzazione governativa preposta a sovraintendere alla pratica,
alla ricerca e allo sviluppo delle scuole di qigong.
Il Falun Gong ha partecipato alla Fiera
Orientale della Salute di Pechino del 1992 e del 1993, nelle quali ha
ottenuto uno straordinario successo. Nel 1992 è stato premiato come
"qigong stella", mentre nel 1993 Li Hongzhi è stato
proclamato "il Maestro di Qigong più acclamato" e il Falun
Gong ha ricevuto il "Premio d'oro speciale" e un premio per
l'"Avanzamento delle frontiere della scienza." I giornali e
le riviste specializzate di qigong hanno pubblicato articoli che
esaltavano la genuinità della pratica e i suoi straordinari effetti
terapeutici, il che ha contribuito ad accrescerne la popolarità.
Tra il 13 maggio 1992 e dicembre del
1994, Li Hongzhi ha tenuto 54 corsi di 7-10 giorni. Viaggiando
attraverso la Cina ha raggiunto un uditorio complessivo di oltre
60.000 persone.
Le autorità governative hanno in più
occasioni ringraziato ufficialmente Li Hongzhi. Una pubblicazione del
Ministero della Pubblica Sicurezza datata agosto 1993 lo ha lodato
per «promuovere le tradizioni non-violente del popolo cinese,
preservare l'ordine sociale e la sicurezza pubblica, e promuovere la
moralità nella società».
Il 4 Gennaio 1995, si è svolta presso
l'auditorium del Ministero di Pubblica Sicurezza la cerimonia di
pubblicazione del libro Zhuan Falun. Con la pubblicazione di questo
libro, Li ha reso il suo insegnamento accessibile su ampia scala e lo
Zhuan Falun è diventato un best-seller in Cina.
Secondo David Ownby, professore di
storia e direttore del Centro di Studi dell'Asia Orientale
dell'Università di Montreal in Canada, Li è diventato
«immediatamente una star nel mondo del qigong» e la pratica si è
diffusa rapidamente con il passaparola. Secondo le testimonianze dei
praticanti un grande numero di persone ha riguadagnato la salute
fisica e migliorato il proprio carattere subito dopo aver iniziato a
praticare la Falun Dafa e ciò ha ampiamente contribuito alla sua
diffusione.
Nella provincia di Guangdong circa 2300
persone avevano assistito ai seminari (terminati nel 1994), tuttavia
le statistiche pubblicate dalla Commissione dello Sport nel 1998
hanno mostrato che circa 200.000 persone andavano regolarmente nei
siti degli esercizi a praticare la Falun Dafa. Nel 1998 c'erano siti
di pratica degli esercizi in tutte le città della Cina, alcuni dei
quali frequentati da migliaia di persone.
Prime
tensioni con il governo
Nel 1995 le autorità cinesi hanno
iniziato a volgere la loro attenzione verso il Falun Gong per
intervenire sulla sua organizzazione. Il Ministero della Sanità, la
Commissione Nazionale dello Sport e la SRQC hanno chiesto a Li
Hongzhi di costituire insieme una associazione del Falun Gong.
Offerta che Li ha rifiutato. Inoltre nel 1996 la SRQC ha emesso una
direttiva, che imponeva a tutte le pratiche di qigong di istituire
delle sezioni del partito comunista all'interno della loro
organizzazione e anche questa richiesta è stata respinta. Inoltre
nel 1996, la Società di Ricerca sul Qigong ha anche richiesto a Li
di aumentare il costo del suo insegnamento, ma Li ha risposto
enfatizzando la necessità che il suo insegnamento fosse gratuito.
Nel marzo 1996, in risposta ai
crescenti disaccordi, il Falun Gong si è ritirato dalla SRQC,
sostenendo che essa «non cercava affatto di comprendere il qigong,
ma voleva solo trarne un guadagno economico» e da qual momento ha
operato senza l'autorizzazione ufficiale dello stato. I
rappresentanti del Falun Gong hanno provato a registrarsi presso
altri enti governativi, ma senza riuscirci. Li e il Falun Gong si
sono quindi venuti a trovare al di fuori del circuito di relazioni
personali o economiche attraverso le quali i maestri e le loro
associazioni di qigong potevano trovare un posto all'interno del
sistema statale, con la protezione che ne derivava.
L'uscita del Falun Gong dalla SRQC è
avvenuta in un momento più ampio cambiamento dell'attitudine del
governo verso le pratiche di qigong. Nel governo era infatti
cresciuta l'influenza dei detrattori del qigong, e le autorità hanno
iniziato a tentare di mettere un freno alla crescita di questi
gruppi, alcuni dei quali contavano decine di milioni di seguaci. A
tale scopo i media di stato hanno iniziato a pubblicare articoli
critici nei confronti del qigong. Il Falun Gong in un primo momento
era rimasto al di fuori dell'ondata di criticismo, ma in seguito al
distacco dalla SRQC è stato immediatamente coinvolto.
Il 17 giugno 1996 , il Guangming Daily,
un influente giornale governativo, ha pubblicato un articolo polemico
nei confronti del Falun Gong, il cui libro centrale, Zhuan Falun
veniva descritto come un esempio di “superstizione feudale”,
un'accusa che il Falun Gong era fino ad allora riuscito ad evitare,
ritagliandosi uno spazio tra la scienza e la tradizione. Tuttavia
alla pubblicazione di questo articolo ne sono seguiti oltre venti nei
giornali dell’intera nazione. Poco dopo, il 24 luglio, il
Dipartimento Centrale della Propaganda ha vietato la pubblicazione di
tutti i libri del Falun Gong (divieto che tuttavia non è stato
applicato in maniera categorica).
Migliaia di praticanti del Falun Gong
hanno reagito scrivendo al Guangming Daily in merito all'articolo
diffamatorio e facendo appello al Dipartimento Centrale della
Propaganda e alla SRQC per contestare i provvedimenti presi e «per
far sapere alle autorità che il Falun Gong è in realtà un'ottima
pratica che beneficia le persone e la società». Ciononostante i
media hanno continuato a pubblicare articoli e servizi contro il
Falun Gong; perciò in molte occasioni, tra il 1996 e il 1999, i
praticanti del Falun Gong hanno tenuto dimostrazioni pacifiche
davanti alle sedi dei media chiedendo che ritirassero quelli che
percepivano essere servizi fasulli e disinformativi. Queste proteste
non sono state né condannate né proibite e buona parte dei media
hanno effettivamente disconosciuto questi servizi e sono ritornati
sulle loro posizioni.
Manifestazioni a Tianjin e Zhonganhai
Nel maggio del 1998, durante un talk
show trasmesso dalla Beijing Television, He Zuoxiu, membro
dell'Accademia cinese delle scienze e fiero sostenitore del Marxismo,
ha denigrato i gruppi di qigong facendo particolare riferimento al
Falun Gong. In risposta i praticanti del Falun Gong si sono riuniti
davanti alla stazione televisiva e hanno manifestato in silenzio
chiedendo una ritrattazione. Il giornalista responsabile del
programma è stato licenziato, e alcuni giorni dopo è stato mandato
in onda un programma positivo sul Falun Gong.
Nel frattempo, sebbene in alcuni
ambienti le critiche nei confronti del qigong e del Falun Gong si
siano intensificate, la pratica ha continuato ad avere un certo
numero di sostenitori di alto livello all'interno del governo. Nel
1998, Qiao Shi, che da poco si era ritirato dal ruolo di Presidente
del Comitato Centrale del Congresso Nazionale del Popolo, aveva
avviato una propria indagine sul Falun Gong. Dopo mesi di ricerche,
il suo gruppo ha concluso che «Il Falun Gong aveva portato centinaia
di benefici alla popolazione cinese e non aveva avuto un solo effetto
negativo». A maggio dello stesso anno, la Commissione Nazionale
dello Sport in Cina ha iniziato a raccogliere informazioni sul Falun
Gong. Basandosi su oltre 12.000 interviste rilasciate dai praticanti
della provincia di Guangdong, nelle quali il 97,2% ha detto che il
Falun Gong aveva migliorato la loro salute, il responsabile
dell'inchiesta ha dichiarato: «Siamo convinti che gli esercizi e gli
effetti del Falun Gong siano eccellenti. Inoltre la pratica ha
ampiamente contribuito ad elevare la stabilità e la moralità della
società. Ciò dovrebbe essere ampiamente riconosciuto».
Una anno dopo, l'11 aprile 1999, He
Zuoxiu ha pubblicato sulla rivista dell'università di Tianjin un
articolo che definiva il Falun Gong una superstizione potenzialmente
pericolosa per i giovani. Un grande numero di praticanti si sono
riuniti allora presso l'università di Tianjin, davanti alla sede
della rivista, chiedendo che essa pubblicasse un disconoscimento
dell'articolo. Questo episodio, diversamente dai precedenti, si è
concluso però con l'arrivo della polizia antisommossa, alcuni
praticanti sono stati feriti e quarantacinque arrestati. Agli altri
praticanti è stato detto che se volevano appellarsi ulteriormente,
dovevano sollevare la questione con il Ministro della Pubblica
Sicurezza e andare a fare appello a Pechino.
Così, il 25 aprile 1999 diecimila
praticanti si sono radunati davanti all'ufficio centrale degli
appelli vicino al quartiere governativo di Zhongnanhai a Pechino.
L'appello durò 13 ore, senza slogan o striscioni, i manifestanti
richiedevano la scarcerazione degli arrestati e il riconoscimento del
loro diritto di praticare liberamente. Una delegazione è stata
ricevuta dal primo ministro Zhu Rongji che ha assicurato ai
praticanti che i prigionieri sarebbero stati rilasciati e che nessuno
sarebbe stato molestato in futuro. David Ownby vede in questa
manifestazione un punto di svolta nella politica del partito
comunista cinese nei confronti del Falun Gong.
Il segretario generale del partito,
Jiang Zemin, informato della manifestazione da Luo Gan (un membro del
Politburo), si è arrabbiato molto per l'audacia della manifestazione
- la più grande dalla protesta di Piazza Tiananmen del 1989. Jiang
ha richiesto un'azione risoluta per sopprimere il gruppo, e ha
criticato il Premier Zhu per essere stato "troppo soft" nel
gestire la situazione. Quella sera, Jiang ha scritto una lettera in
cui ha palesato il suo desiderio di vedere il Falun Gong "distrutto";
ha espresso la sua preoccupazione riguardo alla diffusione e alla
popolarità del Falun Gong, e in particolare riguardo al grande
numero di membri del Partito Comunista che stavano praticando questa
disciplina tradizionale. Ha dichiarato anche che la filosofia morale
del Falun Gong si trova all'opposto dei valori atei
Marxisti-Leninisti, e che quindi costituiva una forma di competizione
ideologica estremamente pericolosa.
La persecuzione
Il 20 luglio 1999, Jiang Zemin, allora
Segretario Generale del Partito Comunista Cinese, ha lanciato una
campagna di repressione a livello nazionale, affermando che il Falun
Gong minacciava la stabilità sociale e politica della Cina. Le forze
di sicurezza hanno portato via dalle loro case migliaia di praticanti
del Falun Gong che erano stati identificati come “praticanti
chiave”. Due giorni dopo, il 22 luglio, il Ministero degli Affari
Civili ha bandito la Società di Ricerca della Falun Dafa e il
Ministero della Pubblica Sicurezza ha emanato una circolare che
proibiva ai cittadini di praticare la Falun Dafa in gruppo, di
possedere i libri della Falun Dafa, di esporre striscioni a favore
della Falun Dafa, o di contestare i divieti stessi.
La campagna mirava a sradicare il
gruppo attraverso una combinazione di propaganda, detenzione e
riforma coercitiva del pensiero, che in molteplici casi documentati è
sfociata nella morte. Ad ottobre del 1999, quattro mesi dopo la messa
al bando, fu creata una legge contro le "religioni eterodosse"
per condannare i praticanti del Falun Gong a pene detentive.
Nell'agosto 2000, Jiang Zemin ha ordinato una intensificazione della
persecuzione, con l'intento di eliminare la pratica in tre mesi.
Centinaia di migliaia di praticanti
sono stati arrestati presso le loro abitazioni e inviati nei centri
di detenzione, nei campi di lavoro o nei centri di «rieducazione»
per il lavaggio del cervello. In questi luoghi le autorità
carcerarie hanno il compito di «riformare» i praticanti utilizzando
qualsiasi mezzo; i resoconti parlano di «torture sistematiche»,
lavori forzati, detenzioni illegali, trattamenti psichiatrici e
prelievo forzati di organi. Jiang Zemin, mandante della persecuzione,
ha dichiarato: «nessun mezzo è troppo estremo».
A detta del giornalista Ian Johnson,
poi vincitore di un Premio Pulitzer per i suoi articoli sulla
repressione del Falun Gong, tutti i settori della società sono stati
mobilitati contro il Falun Gong, compreso l’apparato mediatico, le
forze di polizia, l’esercito, il sistema scolastico, le aziende e
le famiglie. Fin dall'inizio sono state incoraggiate e ricompensate
denunce all'interno delle famiglie, dei quartieri, delle aziende,
ecc. In una settimana, secondo l'agenzia di stampa Xinhua, due
milioni di libri del Falun Gong sono stati confiscati e distrutti con
rulli compressori o bruciati pubblicamente.
Già nel giugno 1999 era stato creato
un organo extra-giudiziale, detto Ufficio 610, per dirigere la
repressione. Il suo compito era quello di coordinare la propaganda
anti-Falun Gong, di raccogliere informazioni, di punire e di
«rieducare» i praticanti. L'Ufficio 610 è strettamente associato
all'"onnipotente" Comitato degli affari politici e
amministrativi, diretto prima da Luo Gan e poi da Zhou Yongkang,
entrambi fedelissimi di Jiang Zemin. Dipartimenti locali dell'Ufficio
610 sono stati istituiti a tutti i livelli (province, distretti,
municipi e quartieri). Questo ufficio, con il suo status al di sopra
della legge, non può non ricordare il «Gruppo per la Rivoluzione
Culturale». Dal momento che nelle sue funzioni bypassa le leggi e la
costituzione cinese, le autorità hanno per lungo tempo negato la sua
esistenza.
Campagna
mediatica e propaganda
La repressione è stata accompagnata
fin dall'inizio da una campagna di propaganda a livello nazionale al
fine di mettere l'opinione pubblica contro la pratica, che da allora
viene definita xiejiao, un termine cinese che significa
“insegnamento perverso”, spesso tradotto in inglese come «culto
malvagio». Questo antico termine storicamente designava le religioni
non confunciane. Nel contesto della Cina comunista, è usato dalla
propaganda ufficiale per definire tutte le pratiche spirituali che
non si sottomettono all'autorità del Partito Comunista. Secondo gli
specialisti della Cina Daniel Wright e Joseph Fewsmith, quella del
governo è «un'operazione premeditata di demonizzazione totale».
Nel 2001 il Beijing Daily ha scritto: «Il Falun Gong può essere
paragonato ad un topo che attraversa la strada. Nel vederlo, tutti
urlano e vorrebbero vederlo schiacciato».
Questa campagna è stata sostenuta in
modo massiccio dalla televisione, dalla stampa, dalla radio e tramite
internet. Durante il primo mese della repressione, da 300 a 400
articoli che criticavano il Falun Gong sono apparsi in tutti i
principali quotidiani gestiti dallo Stato. Secondo Elizabeth J.
Perry, professoressa alla Harvard University e direttrice
dell'Istituto Harvard-Yenching, i reportage anti-Falun Gong
inondavano letteralmente i telegiornali della sera: «Per settimane,
ogni sera venivano trasmesse immagini di libri del Falun Gong che
erano stati consegnati volontariamente o confiscati dalla polizia
nelle librerie e nelle case editrici (è interessante notare che
alcuni erano stati pubblicati dalla casa editrice dell'Esercito di
Liberazione del Popolo). Alcuni venivano accatastati e bruciati,
altri riciclati». I reportage dei media si focalizzavano sulle
dichiarazioni dei parenti delle “vittime” del Falun Gong che
parlavano della «terribile tragedia» che si era abbattuta sui loro
cari, ex praticanti che avevano confessato «di essere stati truffati
da Li Hongzhi e dicevano che ora si pentivano di essere stati così
ingenui», e con «immagini felici di coloro che avevano abbandonato
il Falun Gong» e trovato delle «alternative sane» come il
badminton, la danza, il bowling, etc.
Elizabeth Perry sottolinea che la forma
di questa campagna mediatica di Stato è molto simile che il paese
aveva conosciuto durante le campagne di reppressione dei decenni
precedenti. Come le «campagna anti-destra degli 50' o la campagna
contro l'inquinamento spirituale degli anni '80». Come fosse un
ritorno alla “Rivoluzione Culturale”, il Partito ha organizzato
manifestazioni per le strade, e il lavoro nelle aziende e nelle
strutture scolastiche di tutto il paese veniva interrotto per far
spazio a comizi che denunciavano la pratica. Sono state organizzate
petizioni di massa contro il Falun Gong, la propaganda anti-Falun
Gong è stata integrata nei libri di liceo, delle medie e delle
elementari ecc.
L'agenzia di stampa Xinhua ha
pubblicato un editoriale in cui affermava che gli ufficiali
dell'Esercito popolare di liberazione e della polizia che
dichiaravano il loro sostegno al Falun Gong erano il frutto degli
«sforzi delle forze occidentali ostili che vogliono distruggere la
Cina», mentre in tutte le unità gli ufficiali giuravano di fare del
loro meglio per difendere il governo centrale e «garantire la
sicurezza nazionale e mantenere la stabilità sociale».
Motivi
della persecuzione
Ci sono diverse opinioni circa i motivi
che hanno spinto le autorità a rivoltarsi contro il Falun Gong.
Alcuni osservatori fanno riferimento all'ossessione personale di
Jiang Zemin; i praticanti del Falun Gong lo ritengono personalmente
responsabile della persecuzione. Dean Peerman sospetta che l'ex
segretario generale fosse guidato da motivi strettamente personali,
come ad esempio la gelosia per la popolarità di Li Hongzhi, e parla
anche del suo temperamento irascibile e bellicoso.
Il Washington Post ha scritto che gli
altri membri del Comitato centrale del Partito non condividevano le
opinioni di Jiang circa la necessità di sradicare il Falun Gong.
Altri analisti hanno ipotizzato che Jiang «abbia utilizzato quello
che credeva essere un bersaglio facile» per ristabilire e
consolidare l'autorità della sua leadership, soprattutto dopo aver
appreso che alcune persone nel suo entourage praticavano il Falun
Gong. Secondo James Tong, non c'è stata tuttavia alcuna forte
resistenza da parte del Politburo.
Un altro motivo citato è la scarsa
popolarità di cui godeva l'ex Segretario generale. Secondo Tony
Saich, professore di Harvard, la campagna di repressione su scala
nazionale è stata una prova di fedeltà nei confronti dell'autorità
di Jiang Zemin. Un'ipotesi confermata da un veterano del partito, che
ha dichiarato che «innescando un movimento in stile maoista [contro
il Falun Gong], Jiang ha costretto le più alte cariche a giurare
fedeltà alla sua linea».
La persecuzione del Falun Gong può
anche essere collegata direttamente a motivi ideologici e
all'intolleranza generale del regime comunista nei confronti di tutto
ciò che non è conforme alla linea del partito. David Palmer ricorda
come il Partito comunista abbia cercato di creare delle sezioni del
partito in tutte le pratiche di qigong, il che non è stato accettato
dal Falun Gong che si affermava come una scuola di qigong autonoma e
indipendente. Il quotidiano canadese The Globe and Mail ha riferito
che la reazione «isterica» del regime di fronte a un inoffensivo
gruppo spirituale mostra due aspetti spiacevoli del regime. In primo
luogo «è ancora un regime totalitario incapace di tollerare
qualsiasi 'competizione', esigendo fedeltà esclusiva da parte del
popolo... ogni gruppo deve sottomettersi al controllo del partito
comunista e qualsiasi gruppo non lo faccia viene percepito come una
minaccia». In secondo luogo il Partito soffre di insicurezza, in
particolare dopo gli avvenimenti di piazza Tiananmen nel 1989 «i
leader vivono con il terrore del popolo cinese. Solo un regime
intriso di paura può avere una tale reazione di panico nei confronti
di un gruppo di persone di mezza età che si riuniscono nei parchi
per praticare la meditazione».
Vivienne Shue sostiene che i leader
cinesi hanno storicamente leggitamato il proprio potere sostenendo di
possedere la «verità». Nella Cina imperiale, questa verità si
basava sugli insegnamenti confuciani e taoisti. Nella Cina attuale si
basa interamente sulla linea ufficiale stabilità dal Parito
Comunista, che poi viene reiterata dai media. L'agenzia di stampa
Xinhua, portavoce del partito comunista, ha detto che «la verità,
la compassione e la tolleranza, i principi sostenuti da Li Hongzhi,
non hanno nulla in comune con il progresso etico e culturale
socialista che noi ci stiamo sforzando di portare avanti» e ha
sostenuto che era necessario schiacciare il Falun Gong, al fine di
preservare «la purezza» e «il ruolo di avanguardia» del Partito
Comunista. Questa posizione è stata ripresa da numerosi giornali.
Altri osservatori condividono
l'opinione di Vivienne Shue. Secondo Stephen Chan, affermando che la
vita umana è in qualche modo connessa con l'universo, il Falun Gong,
in un certo senso si oppone all'ideologia comunista e materialista
dello stato cinese. Pensa che questa opposizione ideologica sia una
delle cause della persecuzione e sottolinea che il Falun Gong non
costituisce una minaccia politica per il regime cinese, e non vi è
alcun programma politico nei suoi insegnamenti. Tuttavia Stephen Chan
ha concluso che il Falun Gong è stato bandito non a causa dei suoi
insegnamenti, ma semplicemente perché non era una parte del
“dispositivo” comunista.
Resistenza
alla persecuzione
La risposta del Falun Gong alla
persecuzione in Cina è iniziata nel luglio 1999 con ricorsi negli
uffici degli appelli locali e provinciali e a Pechino. Presto ci sono
state dimostrazioni più ampie, con centinaia di praticanti del Falun
Gong che andavano quotidianamente in Piazza Tiananmen per praticare
gli esercizi del Falun Gong o mostrare striscioni in difesa della
pratica. Queste dimostrazioni erano inevitabilmente interrotte dalle
forze di sicurezza, e i praticanti coinvolti venivano arrestati - a
volte in modo violento - e detenuti. Fino al 25 aprile 2000 più di
30.000 praticanti sono stati arrestati nella piazza; settecento
praticanti del Falun Gong sono stati arrestati durante una
dimostrazione in piazza Tiananmen il 1º gennaio 2001. Le proteste
pubbliche sono continuate per tutto il 2001. Scrivendo per il Wall
Street Journal, Ian Johnson ha scritto che «i fedeli del Falun Gong
hanno messo insieme quella che è probabilmente la più duratura
sfida alle autorità nei 50 anni del dominio comunista».
A partire dal tardo 2001 le
dimostrazioni in Piazza Tiananmen sono divenute meno frequenti, e la
pratica è stata condotta in una clandestinità più profonda. Con il
diminuire delle proteste pubbliche, i praticanti hanno costituito dei
“luoghi di produzione dei materiali”, dove produrre materiali
informativi e DVD per confutare il ritratto del Falun Gong offerto
dai media ufficiali e denunciare i dettagli e i responsabili dei casi
di torture o maltrattamenti. I praticanti hanno distribuito questi
materiali, spesso porta a porta. Fonti del Falun Gong stimano che nel
2009 esistessero in più di 200.000 di questi siti in ogni parte
della Cina. La produzione, il possesso o la distribuzione di questi
materiali è spesso una ragione per la quale le forze di sicurezza
incarcerano o condannano i praticanti del Falun Gong.
Nel 2002, praticanti del Falun Gong
hanno interrotto le trasmissioni televisive della TV pubblica,
sostituendo la regolare programmazione di stampo statale con i loro
propri contenuti. Uno dei casi più rilevanti è accaduto nel marzo
2002, quando praticanti del Falun Gong di Changchun hanno interrotto
la programmazione di otto stazioni tv via cavo nella provincia di
Jilin, e per quasi un’ora hanno mandato in onda un programma
intitolato «Auto-Immolazione o Montatura?». Tutti i sei praticanti
del Falun Gong coinvolti sono stati catturati nei mesi seguenti. Due
sono stati uccisi subito, mentre gli altri quattro erano tutti morti
prima del 2010 a seguito dei maltrattamenti subiti durante la
detenzione.
I praticanti del Falun Gong fuori dalla
Cina hanno adottato una varietà di approcci per resistere alla
persecuzione in Cina o mitigarne la violenza. Le iniziative variano
dalla sensibilizzazione di media, governi e ONG, alle dimostrazioni
pubbliche, ai tentativi di utilizzare la giustizia internazionale per
portare i responsabili di fronte alla giustizia. Con il proseguire e
l'intensificarsi della persecuzione, i praticanti del Falun Gong
all'estero hanno sempre più legato le loro denunce della
persecuzione e l'azione di sensibilizzazione della comunità
internazionale all'aspetto delle violazioni dei diritti umani e della
libertà di coscienza.
Dopo il lancio della persecuzione nel
1999, i praticanti fuori dalla Cina hanno iniziato a organizzare
manifestazioni pubbliche, raccolte firme, appelli. In occasione di
anniversari importanti, come il 25 aprile e il 20 luglio vengono
organizzate in ogni parte del mondo attività di informazione,
parate, dimostrazione degli esercizi in grandi gruppi. I praticanti
organizzano anche sit-in e dimostrazioni fuori dalle ambasciate e ai
consolati cinesi in ogni parte del mondo. Ad esempio a Vancouver in
Canada o a Londra sono in corso da anni manifestazioni di denuncia
della persecuzione continue giorno e notte. Anche le visite dei
funzionari cinesi sono spesso accolte da dimostrazioni dei praticanti
del Falun Gong.
I praticanti hanno anche fondato
organizzazioni mediatiche internazionali per dare maggior visibilità
alla loro causa e sfidare la versione fornita dai media di Stato
cinesi. Questi includono il giornale The Epoch Times, New Tang
Dynasty Television e la radio Sound of Hope. Nel 2004 The Epoch Times
ha pubblicato una serie di nove editoriali intitolati Nove
Commentari sul Partito Comunista che presentano una storia
critica del dominio del Partito Comunista. Questo ha catalizzato il
Movimento Tuidang, che incoraggia i cittadini cinesi a rinunciare
alle loro affiliazioni con il Partito Comunista, comprese quelle alla
Lega della Gioventù Comunista e ai Giovani Pionieri. The Epoch Times
sostiene che decine di milioni di persone hanno espresso le loro
dimissioni dal Partito Comunista come parte di questo movimento,
anche se questi numeri non sono stati verificati in modo
indipendente.
Sviluppatori informatici del Falun Gong
negli Stati Uniti hanno creato diversi strumenti per superare la
censura usati dagli utenti di internet in Cina.
I praticanti del Falun Gong fuori dalla
Cina hanno iniziato decine di cause legati contro Jiang Zemin, Luo
Gan, Bo Xilai, e altri ufficiali cinesi accusati di genocidio e
crimini contro l’umanità. Secondo International Advocates for
Justice, il Falun Gong ha intentato il più grande numero di cause
per i diritti umani nel XXI secolo e le accuse includono i crimini
più gravi previsti dal codice penale internazionale. Fino al 2006
sono state presentate 54 cause civili e penali in 33 paesi. In molti
casi, i tribunali si sono rifiutati di giudicare i casi per ragioni
di immunità. Alla fine del 2009 tuttavia due diversi tribunali, in
Spagna e in Argentina, hanno incriminato Jiang Zemin e Luo Gan per
“crimini contro l’umanità” e genocidio, e hanno chiesto il
loro arresto - sentenza riconosciuta come fondamentalmente simbolica
e di improbabile applicazione. Il tribunale spagnolo ha incriminato
anche Bo Xilai, Jia Qinglin e Wu Guanzheng.
Forme di
persecuzione
Nel suo rapporto per le Nazioni Unite
del 2006, il Relatore speciale per la tortura Manfred Nowak affermava
che i praticanti del Falun Gong erano le vittime del 66% dei casi di
tortura documentati in Cina. Secondo il rapporto del 2007 sulla
libertà religiosa del Dipartimento di Stato Americano, essi
rappresentavano almeno la metà dei detenuti sottoposti alla
rieducazione attraverso il lavoro. Secondo Amnesty International,
mediamente, un terzo della popolazione dei Laogai sono praticanti del
Falun Gong e in alcuni campi si arriva al 100%.
I praticanti arrestati subiscono spesso torture e sono sottoposti
a un «programma di trasformazione» definito dall'autorità
carceraria. I praticanti sono anche usati come mano d'opera nei
centri di detenzione per la produzione di prodotti destinati
all'esportazione, e in passato, prima della loro chiusura, nei Laogai
(campi di rieducazione attraverso il lavoro o di lavoro forzato);
inoltre numerose indagini indicano che il regime sta utilizzando i
praticanti come una «riserva viventi di organi» destinati ai
trapianti.
Detenzioni, programma di trasformazione, torture
Secondo James Tong, l'obiettivo del
regime cinese era dissolvere forzatamente il Falun Gong e
«trasformare» i praticanti. Nel 2000 il Partito ha intensificato la
campagna condannando i praticanti a lunghe pene detentive e alla
“rieducazione attraverso il lavoro”, nel tentativo di forzarli ad
abbandonare il loro credo e “riformare” il loro pensiero. Anche i
capi di accusa sono aumentati e alcuni praticanti sono stati
condannati per «disturbo dell'ordine sociale», «attentato alla
sicurezza nazionale» o «sovversione del sistema socialista».
Secondo Robert Bejesky, professore dell'università del Michigan, la
stragrande maggioranza dei praticanti del Falun Gong condannati a
lunghe pene, sono stati detenuti all'interno dei campi di
rieducazione attraverso il lavoro invece che nelle strutture
carcerarie ordinarie. Al termine del periodo di “rieducazione
attraverso il lavoro”, i praticanti che si rifiutavano di
“abiurare” vedevano la propria pena prolungarsi illegalmente,
oppure venivano trasferiti nei centri per il lavaggio del cervello,
spesso chiamati «centri di educazione alla legalità»,
specializzati nella «trasformazione della mente». Dopo la chiusura
ufficiale dei campi di rieducazione attraverso il lavoro nel dicembre
del 2013, i detenuti sono stati semplicemente dirottati verso
un'altra forma di detenzione illegale -centri per il lavaggio del
cervello, istituti psichiatrici e altri. Secondo il rapporto di
Amnesty International «Cambiare la zuppa ma non la medicina?», la
pratica di «sottoporre le persone a rieducazione tramite il lavoro
come punizione per aver pacificamente esercitato i propri diritti
fondamentali non è fondamentalmente cambiata: al contrario... I
praticanti del Falun Gong continuano ad essere condannati e inviati
nei centri per il lavaggio del cervello o in altri centri di
detenzione illegali».
Gran parte del programma di
“trasformazione” deriva da tecniche utilizzate ai tempi di Mao,
si basa sull'indottrinamento e la «riforma del pensiero». I
praticanti del Falun Gong vengono costretti a guardare filmati
anti-Falun Gong e a partecipare a sessioni di studio di marxismo
«tradizionale» e di materialismo. Inoltre i resoconti dei
praticanti del Falun Gong descrivono metodi coercitivi «inquietanti
e sinistri». Secondo fonti del Falun Gong, fino a giugno del 2007,
attivisti per i diritti umani hanno documentato 63.000 casi di
torture di vario genere nei confronti dei praticanti. Le
testimonianze raccontano di gravi percosse, torture psicologiche,
torture fisiche e lavori pesanti e intensi. Sono stati segnalati
anche casi di isolamento in condizioni disumane; di «trattamenti
termici», dalla combustione al congelamento, e di scosse elettriche
dirette ai punti sensibili del corpo. Inoltre i detenuti vengono
spesso costretti a mantenere per lungo tempo posizioni dolorose. Le
testimonianze includono numerosi episodi di alimentazione forzata
attraverso un tubo (con soluzioni saline); di bastoncini di bambù
piantati sotto le unghie; di privazione del cibo, del sonno e della
possibilità di usare il bagno; di stupro, stupro di gruppo e molto
altro ancora.
I casi riportati nei resoconti sembrano essere verificabili,
poiché in gran parte includono informazioni dettagliate, come (1) il
nome del praticante, con età, professione, residenza; (2) l'ora e il
luogo della presunta aggressione, e spesso il nome specifico
dell'istituto penitenziario e (3) i nomi e i gradi degli autori delle
presunte aggressioni. Molti di questi rapporti comprendono elenchi di
testimoni e la descrizione della lesioni , come sottolineato da James
Tong. Fonti del Falun Gong descrivono inoltre una serie di altri
abusi subiti al di fuori dalle strutture carcerarie, come minacce,
l'estromissione dal lavoro, l'espulsione da scuola, la confisca
arbitraria di denaro o oggetti di valore, l'implicazione dei
familiari, l'impossibilità di avvalersi di una tutela legale, ecc.
Decessi
A causa delle difficoltà
nell'accertare i casi denunciati di decessi causati dalle torture in
Cina, le stime sul numero dei praticanti del Falun Gong che sono
morti durante la persecuzione variano notevolmente. Nel 2009, il
NewYork Times ha riferito che, secondo i gruppi per la tutela dei
diritti umani, la repressione aveva ucciso «almeno 2000 persone».
Amnesty International ha denunciato 100 casi di praticanti del Falun
Gong morti durante la detenzione o poco dopo il loro rilascio nel
corso del solo 2008. Fonti del Falun Gong hanno riferito che a metà
del 2007 erano stati documentati oltre 3000 casi di decesso in
seguito alle torture e ai maltrattamenti della polizia; il che
suggeriva che il numero effettivo dei morti fosse nell'ordine delle
decine di migliaia. Il giornalista Ethan Gutmann della “Fondazione
per la Difesa della Democrazia” ha stimato il numero effettivo
delle vittime intorno alle 65.000 persone, basandosi anche sulle
testimonianze dei rifugiati, David Kilgour e David Matas hanno
dichiarato che i praticanti del Falun Gong sono stati la principale
fonte di organi di 41.500 trapianti “inspiegabili” eseguiti tra
il 2000 e il 2005 in Cina. Le autorità cinesi non hanno reso
pubblico alcun dato circa i praticanti del Falun Gong morti a causa
della repressione. Tuttavia, in alcuni casi, hanno negato che i
decessi avvenuti in carcere siano stati causati da maltrattamenti.
Prelievo
forzato di organi
Le indagini sul prelievo forzato di
organi da praticanti del Falun Gong in Cina sono iniziate nel 2006,
dopo che tre testimoni hanno parlato del prelievo forzato di organi
in corso nell'Ospedale di Sujiatun nella città di Shenyang. Uno dei
testimoni, la moglie di un chirurgo dell'ospedale, ha raccontato che
suo marito aveva eseguito numerosi interventi per rimuovere le cornee
da praticanti del Falun Gong.
David Matas, avvocato canadese per i
diritti umani e David Kilgour, ex parlamentare canadese, su invito
della Coalizione per indagare sulla persecuzione del Falun Gong hanno
svolto un'indagine indipendente su queste accuse e nel luglio 2006
hanno pubblicato i risultati preliminari della loro indagine.
Basandosi sui dati ufficiali pubblicati dal ministero della Sanità
cinese, hanno concluso che tra il 2000 e il 2005, la fonte di 41.500
trapianti di organi risulta inspiegabile, e che la fonte più
plausibile per questi organi sono i prigionieri di coscienza, che
sono in gran parte praticanti del Falun Gong, ma anche Tibetani,
Uiguri e Cristiani indipendenti.
Il rapporto include 33 distinti
elementi di prova a sostegno delle accuse secondo le quali i
praticanti del Falun Gong sono stati uccisi per i loro organi in
Cina, tra i quali: il grande aumento dei trapianti di organi a
livello nazionale a partire dal 1999; i brevissimi tempi d’attesa
in Cina; la discrepanza tra il numero dei trapianti e le fonti di
organi note; la vulnerabilità dei praticanti del Falun Gong; le
insolite analisi mediche durante la detenzione dei praticanti del
Falun Gong; le ammissioni di medici di ospedali cinesi durante
conversazioni telefoniche registrate; i profitti derivanti dalla
vendita degli organi e il funzionamento del sistema ospedaliero
cinese; ecc. Il rapporto è poi stato aggiornato e pubblicato nel
2009 con il titolo di Bloody Harvest.
A maggio del 2008 due relatori speciali
delle Nazioni Unite hanno richiesto ancora una volta alle autorità
cinesi di rispondere alle accuse, e dichiarare la provenienza degli
organi in modo da spiegare l'improvviso aumento dei trapianti a
partire dal 2000. I funzionari cinesi non hanno risposto alle accuse
nello specifico. Si sono limitate a negarle e hanno dichiarando che
la Cina ha sempre rispettato le regole stabilite dall'Organizzazione
Mondiale della Sanità che proibiscono la vendita di organi umani
senza una dichiarazione scritta da parte del donatore.
Nell'agosto del 2009, Manfred Nowak,
relatore speciale delle Nazioni Unite sulle torture, ha detto «Il
governo cinese deve ancora diventare pulito e trasparente... deve
spiegarci come è possibile che l'industria dei trapianti sia
cresciuta massicciamente a partire dal 1999 senza un corrispettivo
aumento dei donatori».
Nel 2014 anche il giornalista
investigativo Ethan Gutmann ha pubblicato il risultato della sua
indagine. Gutmann ha raccolto un grande numero di testimonianze,
intervistando ex-detenuti dei campi di lavoro e delle prigioni, così
come ex funzionari della pubblica sicurezza e medici che hanno avuto
a che fare con il sistema dei trapianti in Cina. In base alle sue
ricostruzioni il prelievo di organi dai prigionieri politici è
probabilmente iniziato nella provincia dello Xinjiang negli anni '90
e in seguito si è diffuso nell'intera nazione. Molti degli
ex-detenuti del Falun Gong intervistati hanno raccontato
un'esperienza comune, e cioè che durante la detenzione, mentre erano
maltrattati e torturati, sono stati sottoposti ad analisi del sangue
e ad esami medici che secondo Gutmann avevano il solo scopo di
verificare lo stato dei loro organi interni.
Matas, Kilgour e Gutmann, hanno portato
avanti un alacre lavoro di ricerca e di sensibilizzazione a livello
internazionale, e il 22 giugno 2016 hanno pubblicato insieme il
risultato aggiornato delle loro indagini. Il rapporto, di 792 pagine,
si basa su una quantità di dati e informazioni riguardanti gli
ospedali cinesi attivi nei trapianti. Matas ha detto in una
conferenza: «Il Partito Comunista dice che il numero totale dei
trapianti legali è di circa 10.000 all'anno. Ma in realtà andiamo
facilmente oltre questa cifra prendendo in considerazione unicamente
i tre ospedali più grandi della Cina».
In questo rapporto gli inquirenti si
astengono dal dare cifre definitive, ma sono certi che il numero
delle vittime sia in realtà molto più grande di quanto avevano
stimato le precedenti indagini. «In questo momento, diciamo che il
range è compreso tra 60.000 e 100.000 all'anno, con una tendenza
verso i numeri più alti. Ma quale numero si avvicini di più alla
verità è lasciato al lettore; incoraggiamo il lettore a fare i
propri calcoli e non pretendiamo che queste siano le ultime parole
sull'argomento». Inoltre il rapporto conclude che il prelievo
forzato di organi non è affatto diminuito negli ultimi anni.
I mass media hanno estrapolato da questo studio un bilancio di
1.500.000 vittime.
Il
Falun Gong fuori dalla Cina
Li Hongzhi ha iniziato ad insegnare il
Falun Gong a livello internazionale nel marzo 1995. La sua prima
tappa è stata Parigi dove, su invito dell’ambasciatore cinese, ha
tenuto una lezione all’ambasciata della RPC. Questa è stata
seguita da una serie di lezioni in Svezia nel maggio 1995. Tra il
1995 e il 1999, Li ha tenuto conferenze negli Stati Uniti, in Canada,
in Australia, in Nuova Zelanda, in Germania, in Svizzera e a
Singapore.
La crescita del Falun Gong fuori dalla
Cina è coincisa in gran parte con la migrazione di studenti dalla
Cina Continentale in occidente all’inizio e verso la metà degli
anni ‘90. Associazioni e club del Falun Gong sono apparsi in
Europa, Nord America e Australia, e le loro attività si
concentravano soprattutto nei campus universitari. Volontari del
Falun Gong e Associazioni della Falun Dafa si trovano oggi in più di
70 paesi fuori dalla Cina.
Traduzioni degli insegnamenti del Falun
Gong sono iniziate ad apparire alla fine degli anni ‘90. Mentre la
pratica cominciava a proliferare fuori dalla Cina, Li Hongzhi ha
iniziato a ricevere riconoscimenti negli Stati Uniti e in altri paesi
del mondo occidentale. Nel maggio 1999 è stato accolto a Toronto dai
saluti del sindaco e del governatore generale provinciale, e nei due
mesi seguenti ha ricevuto anche riconoscimenti dalle città di
Chicago e San Jose.
Anche se la pratica negli anni ‘90 stava cominciando ad attrarre
l’interesse di persone all’estero, il Falun Gong è rimasta
relativamente sconosciuto fuori dalla Cina fino alla primavera del
1999, quando le tensioni tra il Falun Gong e le autorità del Partito
Comunista sono diventate un soggetto discusso dai media
internazionali. Col crescere dell’attenzione, la pratica ha
guadagnato un maggiore seguito fuori dalla Cina. Dopo il lancio della
persecuzione contro il Falun Gong da parte del Partito Comunista, la
presenza all’estero è divenuta vitale per la resistenza della
pratica in Cina e la sua sopravvivenza.
Reazioni internazionali alla persecuzione
A partire dall'inizio della
persecuzione nel 1999, le massicce violazioni dei diritti umani nella
repressione del Falun Gong sono state denunciate dal Parlamento
europeo, dai Relatori Speciali delle Nazioni Unite, da organizzazioni
per i diritti umani come Amnesty International, Human Rights Watch,
Reporter senza frontiere, il MRAP, la Laogai Research Foundation e
altre ONG, oltre che da governi e personalità in ogni parte del
mondo.
Stati Uniti e
Canada
Il Congresso degli Stati Uniti ha
approvato diverse risoluzioni che chiedono la fine immediata della
campagna di persecuzione contro i praticanti del Falun Gong in Cina e
all'estero. La prima risoluzione è stata approvata nel novembre
1999. Nel luglio del 2002, all'interno della «House Concurrent
Resolution 188», la Camera dei rappresentanti ha denunciato il
«tristemente noto» Ufficio 610, che dirige la persecuzione
ricorrendo sistematicamente al «lavaggio del cervello, alla tortura
e all'omicidio» e ha dichiarato che la propaganda dei media
controllati dallo Stato «ha inondato il pubblico nel tentativo di
incitare odio e discriminazione». La risoluzione, approvata con 420
voti a favore e 0 contrari, chiedeva alla Cina di «fermare la
persecuzione del Falun Gong e i maltrattamenti nei confronti dei
praticanti del Falun Gong negli Stati Uniti; di rilasciare tutti i
praticanti del Falun Gong e di porre fine alla tortura e agli altri
trattamenti crudeli e disumani adoperati contro di loro, rispettando
così il Patto internazionale sui diritti civili e politici e la
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo».
Il 16 marzo 2010, la Camera dei
Rappresentanti ha votato la risoluzione 605 che chiede «la fine
immediata della campagna di persecuzione, intimidazione, detenzione e
di tortura dei praticanti del Falun Gong», condanna gli sforzi fatti
dalle autorità cinesi per diffondere in tutto il mondo una «falsa
propaganda» sulla pratica e esprime sostegno ai praticanti del Falun
Gong perseguitati e alle loro famiglie.
Il Dipartimento di Stato degli Stati
Uniti ha affermato, nella sua relazione sui diritti umani del 2011:
«i media nazionali e stranieri e i gruppi per i diritti umani hanno
continuato a denunciare casi di prelievo forzato di organi
soprattutto da praticanti del Falun Gong e Uiguri».
Nel maggio 2013, i sindaci di San
Carlo, San Pietro, O'Fallon e Wentzville hanno proclamato il 13
maggio 2013 come «Giornata della Falun Dafa».
Il 13 giugno 2016 la Camera dei
rappresentanti degli Stati Uniti ha adottato all'unanimità la
risoluzione 343 che chiede al regime comunista cinese di fermare
immediatamente il prelievo forzato di organi dai praticanti del Falun
Gong e da altri prigionieri di coscienza. La risoluzione chiede anche
la fine immediata della persecuzione del Falun Gong, che è
continuata per diciassette anni. Chiede inoltre il rilascio di tutti
i praticanti del Falun Gong e degli altri prigionieri di coscienza e
l'apertura di un'indagine credibile, trasparente e indipendente sul
sistema dei trapianti di organi in Cina.
Nel 2009, ad Ottawa in Canada, un gruppo di senatori di diversi
partiti e di membri del Parlamento preoccupati per la situazione del
Falun Gong in Cin hanno creato l'associazione «Parlamentari amici
del Falun Gong».
Europa
Il 7 settembre 2006 il Parlamento
europeo ha adottato una risoluzione nell'ambito delle relazioni
UE-Cina, che «condanna energicamente la detenzione e la tortura in
carcere dei praticanti del movimento Falun Gong, i campi di
"rieducazione attraverso il lavoro", gli ospedali
psichiatrici e gli "istituti di istruzione legali"» e
esprime preoccupazione per le informazioni secondo le quali gli
organi dei praticanti del Falun Gong «sarebbero stati
chirurgicamente asportati e venduti a ospedali».
Il 19 maggio 2010 il Parlamento europeo
ha adottato una risoluzione in seguito alla comunicazione della
Commissione europea dal titolo «Piano d'azione per la donazione e il
trapianto di organi (2009-2015)», in cui si menzionava la
repressione del Falun Gong: «Il Parlamento Europeo [...] prende atto
della relazione di David Matas e David Kilgour sull'uccisione dei
praticanti del Falung Gong per i loro organi, e chiede alla
Commissione di presentare una relazione al Parlamento europeo e al
Consiglio sulle accuse, corredata da altri casi simili».
Il 16 dicembre 2010 il Parlamento
europeo ha reso noto il suo rapporto annuale del 2009 sui diritti
umani nel mondo e sulla politica dell'UE in materia. Nella sezione
«libertà di religione o di credo» condanna le autorità cinesi per
la «persecuzione» del Falun Gong.
Il 12 dicembre 2013 il Parlamento
europeo ha adottato una risoluzione che condanna il prelievo forzato
di organi, sistematico e tollerato dallo Stato cinese; una pratica
che colpisce soprattutto i prigionieri del Falun Gong. La risoluzione
chiede anche l'immediato rilascio di tutti i prigionieri di coscienza
in Cina inclusi i praticanti del Falun Gong.
Nazioni Unite
I relatori speciali delle Nazioni Unite
sulla tortura, sulle esecuzioni extragiudiziali, sulla violenza
contro le donne e sulla libertà di religione e di credo hanno
pubblicato diversi rapporti che condannano la persecuzione del Falun
Gong in Cina e hanno trasmesso alle autorità cinesi la
documentazione di centinaia di questi casi preoccupanti. Per esempio,
nel 2003, il Relatore speciale sulle esecuzioni extragiudiziali ha
scritto che i resoconti provenienti dalla Cina «descrivono scene
strazianti in cui i detenuti, molti dei quali sono seguaci del
movimento Falun Gong, sono morti a causa di abusi, negligenze o
assenza di cure mediche. La crudeltà e la brutalità dei casi di
tortura segnalati sono difficilmente descrivibili. Il 20 marzo 2007,
in occasione della quarta sessione del Consiglio dei diritti umani,
Manfred Nowak, relatore speciale delle Nazioni Unite per la tortura,
ha presentato una relazione sui casi precedenti al 2006 di
«persecuzione, abusi e torture» ai danni dei cittadini cinesi, in
gran parte praticanti del Falun Gong.
Nel novembre 2008, il Comitato delle
Nazioni Unite contro la tortura ha sottolineato nella sua relazione
sulla Cina di essere «profondamente preoccupato per i resoconti di
torture mirate, di maltrattamenti e per le sparizioni tra minorità
nazionali, etniche, religiose e altri gruppi vulnerabili, come i
Tibetani, gli Uiguri e i praticanti del Falun Gong».
Nel 2010, il relatore speciale sulla
libertà di religione e di credo ha condannato la diffamazione contro
i gruppi religiosi minoritari, dedicando particolare attenzione ai
governi di Iran e Cina per il loro atteggiamento verso la Baha'i e il
Falun Gong.
Durante l'Assembea generale delle
Nazioni Unite del 19 maggio 2011, Gabriela Knaul, relatore speciale
sull'indipendenza dei giudici e degli avvocati, ha scritto un
rapporto mettendo in discussione l'indipendenza di queste categorie
in Cina. Secondo il suo rapporto, i signori Tang Jitian e Lui Wei,
che avevano cercato di difendere un praticante del Falun Gong, hanno
subito pressioni e molestie e sono stati minacciati della revolca
della licenza per esercitare la professione legale.