lunedì 25 gennaio 2016

Ḍākinī

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Con il sostantivo femminile sanscrito ḍākinī (devanāgarī: डाकिनी; pracrito: ḍāginī; cinese: 荼吉尼, tújíní; giapponese: dakini; coreano: 다길니, tagilni, vietnamita: đồ cát ni; tibetano: mkha’ ’gro ma) si indicano degli spiriti femminili di tradizione hindū, precisamente delle assistenti della dea Kālī use a nutrirsi di carne umana.
Tale termine sanscrito compare nella letteratura hindū a partire dal IV secolo d.C.
Nell'ambito del buddhismo mahāyāna, segnatamente nel Bodhicaryāvatāra di Śāntideva, indica una guardiana dell'inferno (narakapālā).
Nell'ambito proprio del buddhismo tantrico indica invece degli spiriti femminili dotati di importanti poteri spirituali.
Il termine sanscrito ḍākinī è probabilmente correlato alla parola "tamburo" (ḍamaru) che richiama le attività rituali proprie delle donne sciamane. I termini correlati cinese, giapponese, vietnamita e coreano non sono che adattamenti fonetici del termine sanscrito, diversamente il termine utilizzato in lingua tibetana, mkha’ ’gro ma, intende "coloro che attraversano il cielo", "coloro che percorrono lo spazio" e potrebbe aver avuto origine dal termine sanscrito khecara utilizzato nel Cakrasaṃvaratantra (’Khor lo bde mchog gi rgyud, Toh. 413).
Le Dakini sono spesso rappresentate come consorti nelle rappresentazioni Yab Yum. La forma maschile della parola è Daka, che di solito è tradotto in tibetano come pawo "eroe" (Wylie: dpa' bo).
La Dakini (e Daka) è descritta nelle leggende medievali in India del Nord (così come nei testi Bhagavata Purana, Brahma Purana, Markandeya Purana e Kathasaritsagara) come un demone affine a Kālī, che si nutre di carne umana. Le Dakini sono paragonabili a spiriti maligni e vendicativi femminili di altre culture, come ninfe, fate, folletti oppure come il peri persiano.
Figura chiave del tantra, la dakini appare nel Tangmi della Vajrayana; la figura della dakini si diffuse nella cultura giapponese attraverso il Buddismo Shingon, evolvendo nel dakini-ten, legandosi all'iconografia delle kitsune. La dakini appare in una formulazione vajrayanica del Triratna buddhista, conosciuta come Tre Radici. Più comunemente essa appare come protettrice del dharma, accanto a un guru e a un yidam. Oppure può essere essa stessa un yidam.
L'origine della figura della dakini è incerta ma essa continua a far parte anche oggi del folklore indiano, generalmente in forma malevola, e permane in parte anche nel tantra hindu.



Nel Buddhismo Tibetano

Anche se le dakini appaiono nell'Induismo e nella tradizione Bön, esse svolgono un ruolo importante soprattutto nel Buddhismo Vajrayana e in quello tibetano. Il Khandroma, generalmente di temperamento aggressivo e iracondo, agisce come musa per la pratica spirituale. Le dakini sono manifestazioni di aspetti puri della mente in forma femminile, che evocano il movimento dell'energia nello spazio. In tale contesto, il cielo o lo spazio indicano la shunyata, la vacuità o inconsistenza di tutti i fenomeni, che è allo stesso tempo potenzialità di ogni possibile manifestazione.

Classi di dakini

Judith Simmer-Brown, basandosi sugli insegnamenti ricevuti dai lama tibetani, individua quattro classi principali di dakini. Questi insegnamenti seguono la tradizione del linguaggio crepuscolare dell'esoterismo (in sanscrito sāṃdhyābhāṣā) che si riferisce alle seguenti classi di dakini: segrete, interne, esterne ed esterne-esterne.
  • La classe segreta è chiamata Prajnàpàràmità (in tibetano yum chenmo), e rappresenta la natura vuota della realtà secondo la dottrina Mahayana.
  • La classe interna è quella del Mandala, una divinità di meditazione (in tibetano: yidam), un Buddha completamente illuminato che aiuta il praticante a riconoscere il proprio stato di Buddha.
  • La classe esterna è la forma fisica della dakini, raggiunta attraverso una fase di completamento delle pratiche tantra, proprio come nei Sei Yoga di Naropa, che lavorano con i venti sottili del corpo sottile in modo che il corpo del praticante sia compatibile con una mente illuminata.
  • La classe dakini esterna-esterna è in forma umana. Si tratta di una Yogini nel suo pieno diritto, ma può anche essere una karmamudrā, o consorte, di uno yogi o mahasiddha.
Le Dakini possono anche essere classificate in base alla Trikaya, o tre corpi di Buddha:
  • La Dharmakaya Dakini, che è una Samantabhadri, rappresenta i dharmadhatu dove compaiono tutti i fenomeni.
  • Le Dakini Sambhogakaya sono gli yidam utilizzati come oggetti della meditazione per la pratica tantrica.
  • Le Dakini Nirmanakaya hanno forma umana e sono donne nate con potenzialità particolari; si tratta di yogini realizzate, consorti di guru, o anche di donne in generale, che possono essere classificate nelle cinque famiglie di Buddha.

Nello Dzogchen

Se considerata come una fase del percorso Vajrayana, la dakini è la fase finale: la prima è il guru, che corrisponde alla prima realizzazione della vera condizione della realtà, così come questa è introdotta dal guru durante l'empowerment, se il discepolo ottiene quello che i Tantra Interni chiamano peyi yeshe (Wylie: dpe yi ye shes) o chiarezza del shunyata. La seconda è il devata, che corrisponde alla meditazione in quanto si tratta del metodo utilizzato per produrre lo stato di scoperta nella realizzazione iniziale della vera condizione della realtà. La terza fase è la Dakini in quanto origine delle attività basate sull'empowerment del guru e sulla meditazione del devata.
Nello Dzogchen queste tre fasi corrispondono a: tawa (lta ba), gompa (sgom pa) e chopa (spyod pa): la prima è la visione diretta della vera natura della realtà in contrapposizione ad una visione intellettuale; la seconda è la continuità di questa visione in sessioni di meditazione; e la terza è la continuità di questa visione nelle attività quotidiane. Come nella pratica tantrica, le imperfezioni sono utilizzate per rendere la visione ininterrotta. Le dakini sono energia vitale, le attività di praticanti esperti ed attività inerti di maestri realizzati.

Nell'Induismo

Nella leggenda hindu medievale, un daka (femminile dakini) è uno spirito maligno e malevolo. Il termine shaka è talvolta usato come sinonimo.
Il dio principale che ha il controllo su tali divinità è Hanuman. L'inno Vichitra Veer Hanuman Stotram, cantato in lode a Vichitra Veer Hanuman, una forma feroce di Hanuman, elenca gli elementi negativi sui quali Hanuman ha il controllo, tra cui le dakini. Ci sono molti mantra che Hanuman usa per conquistare una dakini, tra i quali sono famosi il Panchamukhi Hanuman Kawacham ed il Saptamukhi Hanuman Kawacha. Gli indù recitano inoltre il Sri Sudarshana Kawacha, una canto di lode shloka o kawacha in sanscrito a Vishnu, che prese il nome della sua arma Sudarshana Chakra, per ottenere protezione dalle dakini. Devi Kavacham è un canto di lode a Durga.
Secondo una leggenda Dakini e Shakini erano le mogli di Tripurasura. Dopo che Tripurasura fu ucciso da Shiva, questi concesse alle sue mogli di poter vivere nella foresta senza alcuna minaccia; la gente avrebbe dovuto cantare il loro nome prima di poter entrare nel Tempio Bhimashankara. Perciò la foresta intorno al tempio divenne nota come Foresta delle Dakini.
Nel tantra hindu, Dakini, Shakini, Kakini e Kamini sono nomi di poteri o shakti che controllano i differenti cakra. Così, le dakini vengono viste come "guardiani dei misteri più profondi di sé", ed è attraverso loro che i segreti della trasformazione interiore vengono rivelati. Un volta che una persona è in grado di risvegliare l'energia Kundalini e spostarla sulla sua base, il Muladhara sopra il Sahasrara, diventa uno Yogi.

Nel Buddhismo Giapponese

Anche se la figura della dakini sembra essersi diffusa in Giappone mediante l'introduzione Kukai del Buddhismo tantrico nella scuola Shingon durante l'inizio del IX secolo, essa appare più come la dakini nell'iconografia hindu che quella del Buddhismo Tibetano.
Alla fine del Periodo Heian, l'immagine della dakini si mischiò con le immagini di volpi e donne seminude, acquisendo i nomi di Dakini-ten (荼枳尼天 Divinità Dakini), Shinkoō-bosatsu (辰狐王菩薩 Volpe Regina delle Stelle-Bodhisattva) e Kiko-tennō (貴狐天王 Nobile Volpe-Sovrana Celeste). Nel Medioevo l'Imperatore del Giappone cantava davanti ad un'immagine della volpe Dakini-ten durante la sua cerimonia d'incoronazione, inoltre sia il monarca che gli shogun dovevano rendere onore alla Dakini-ten. Era un credenza comune che nel momento in cui cessasse di rendere omaggio a Dakini-ten, il proprio dominio sarebbe caduto in rovina. Sebbene si dicesse che Dakini-ten fosse una potente divinità buddista, le immagini e le storie che la concernevano nel Giappone medievale ed anche moderno le davano i tratti della kitsune, una creatura a forma di volpe della mitologia locale. La credenza popolare moderna, spesso rappresentata in libri sulla religione, è che l'immagine della volpe fosse un sostituto dello sciacallo indiano, ma lo sciacallo non è sempre associato alla dakini.
All'inizio dell'era moderna i riti della dakini erano delegati in varie magie chiamate Dakini-ten, Izuna, ed Akiba. Le persone che avessero ricevuto un torto nel loro villaggio, andavano da uno yamabushi corrotto che praticava la magia nera, ed ottenevano da lui la trappola per catturare una kitsune da dividere con lo stregone. Resoconti della possessione divennero specialmente comuni durante i periodi Edo e Meiji, sotto il nome di kitsunetsuki.

domenica 24 gennaio 2016

La leggenda dei 5 Antenati


La leggenda dei 5 antenati o Wuzu è un mito delle arti marziali cinesi ed in particolare del Sud della Cina, oltre ad essere un elemento importante delle storie di fondazione di Società Segrete come la Tiandihui.

La storia

L'alone leggendario dello Shaolinquan poggia anche sull'incredibile produzione della letteratura cinese di cappa e spada (Wuxia). Leggende come quella dei 5 monaci sopravvissuti alla distruzione del Tempio Shaolin del sud sono sprovvisti di realtà storica. Tuttavia questa leggenda proviene dalle credenze su cui si fondano alcune società segrete come la Tiandihui (天地会), che infatti possiede il mito di essere stata fondata da 5 antenati sopravvissuti alla distruzione del Tempio Shaolin. Il Tempio Shaolin diventa il simbolo della resistenza contro i dominanti stranieri. Anche le informazioni a proposito del Tempio del Fujian provengono da una tradizione orale diffusa nelle Scuole di Pugilato del Sud, essa stessa ispirata dalle leggende di fondazione delle Società Segrete.
Secondo questa tradizione, il Monastero Shaolin del Fujian sarebbe stato raso al suolo sotto il regno di Kangxi, Yongzheng o ancora Qianlong. I cinque monaci che sarebbero sopravvissuti al massacro sono riveriti come “Cinque Antenati” (Wu Zu, 五祖) e le logge e le Scuole di Pugilato, rappresentano probabilmente i “5 re” (Wuwang 五王), eredi legittimi della dinastia Ming.
Per sottolineare ulteriormente questo legame con la dinastia Ming, i praticanti di Hongjiaquan fanno risalire il nome del proprio stile all'Hong () dell'imperatore Hongwu (洪武), nome dinastico del fondatore della dinastia Ming, che in giovane età fu molto legato al Buddismo.
Un dialogo preso dal rito di iniziazione della Tiandihui recita così:
-Dove hai appreso l'arte militare?
-Al monastero Shaolin;
-Di che arte si tratta?
-Del Pugilato Hong.
Per la Tiandihui e la Hongmen i Cinque Antenati erano: Cai Dezhong (蔡德忠,Choi Tak-Chung); Fang Dahong (方大洪, Fong Tai-Hung); Ma Chaoxing (馬超興, Ma Chiu-Hing); Hu Dedi (胡德帝, Wu Tak-Tai); Li Shikai (李式開, Lee Sik-Hoi). La tradizione delle Società Segrete situano il Tempio del Fujian sui monti Jiulianshan del distretto di Putianxian in Fujian, oppure nel distretto Panlong di queste stesse montagne, ma anche addirittura al Nord nella provincia di Shandong. Il solo riferimento a questo tempio in un documento storico è negli Annali Storici di Quanzhou (Quanzhou fuzhi) che localizzano il Tempio Shaolin del Fujian nell'area di Quanzhou stessa. Essi narrano di un eremo edificato durante il periodo della dinastia Tang, due volte incendiato, sotto la dinastia Song e sotto la dinastia Yuan, poi ricostruito ed ingrandito durante la dinastia Ming. Non vi è però nessun riferimento ad attività marziali svoltesi in questo tempio.
Nel Sud della Cina molte Scuole rivendicano una provenienza dal Tempio Shaolin del Sud: abbiamo già citato l'Hongjiaquan, poi ci sono Caijiaquan, Lijiaquan, Mojiaquan, lo Yongchunquan, il Fojiaquan, il Nanzhiquan, ecc. In particolare sono legati alla leggenda dei 5 antenati i cinque pugilati più importanti del Guangdong (Guangdong wu daming quan: Hong Xiguan (洪熙官) considerato fondatore dell'Hongjiaquan; Liu Sanyan (劉三眼, Lau Sam-Ngan) considerato il fondatore del Liujiaquan; Cai Jiuyi (蔡九儀, Choi Kau-Yee) considerato fondatore del Caijiaquan; Li Youshan (李友山, Lee Yau-San) considerato il fondatore del Lijiaquan; Mo Qingjiao (莫清矯, Mok Ching-Kiu) considerato il fondatore del Mojiaquan. Un'altra tradizione vuole che i 5 Antenati fossero i seguenti: Zhishan Chanshi (至善禪師, Jee Sim); Wumei Dashi (五梅大師); Baimei Daoren (白眉道人); Feng Daode (馮道德, Fung To-Tak); Miao Xian (苗顯, Miu Hin).
Tutte queste leggende come abbiamo visto si rifanno ad una presunta distruzione di un Monastero Shaolin e rivelano una matrice comune con i miti di fondazione delle Società Segrete del Sud della Cina e sono attinte più che da fatti storici documentabili da Romanzi del genere Wuxia.



sabato 23 gennaio 2016

Lam Sai Wing



Lam Sai Wing (林世榮) (Pingzhou, 1860 – Pingzhou, 1943) è stato un artista marziale cinese. Uno dei migliori esperti di arti marziali del suo tempo, fu sicuramente uno dei più famosi.
Lam Sai Wing (林世榮, Lin Shirong in Pinyin) è un famoso praticante di Hongjiaquan. Soprannominato Zhurou Rong (猪肉荣, Glorioso Maiale).


La vita

Lin Shirong è nato nel 1860 a Pingzhou (平洲), nell'area di Nanhai (南海), nella provincia di Guangdong. Inizia molto presto lo studio del Pugilato della Famiglia Hong con suo nonno (Lin Fucheng, 林福成), che poi lo raccomanda al maestro Wu Quanmei (吴全美). Egli studiò in particolare la forma Tiexianquan (铁线拳) e lo stile Foquan (佛拳). In questi anni, Lin era impiegato in una macelleria. Lin Shirong proseguì la sua formazione con Huang Feihong (黄飞鸿). In seguito Lin Shirong insegnò pugilato nella città di Canton. Qui successe un grave incidente che lo costrinse a lasciare la città: a causa di alcuni suoi allievi indisciplinati fu coinvolto in una rissa, con un altissimo numero di feriti (si racconta che lui sia stato l'unico ad uscirne indenne), che ne rovinò la reputazione. In questo modo egli fu costretto a ritirarsi ad Hong Kong dove aprì una nuova scuola. A partire dal 1917 redasse, con la collaborazione di Zhu Yuzhai, Zhang Shibiao e Li Shihui, suoi allievi, tre opere: 1) Gongzi Fuhuquan (工字伏虎拳, ), che presenta uno dei più antichi Taolu dell'Hongjiaquan; 2) Tiexianquan (铁线拳), che descrive un esercizio di accrescimento della forza interna, la cui creazione è attribuita a Tie Qiaoshan; 3) Huhe Shuangxingquan (虎鹤双形拳), che propone una forma molto popolare dell'Hongjiaquan, attribuita da alcuni a Huang Feihong.


L'Hongjiaquan di Lin Shirong (Lam Sai Wing)

Maestro di kung fu di questo secolo, durante la sua anzianità egli ebbe una profonda ispirazione che lo portò a riesaminare tutto il repertorio dello stile apportandovi numerose modifiche ed eliminando tutto ciò che era “inadatto” ai tempi moderni, questa è stata probabilmente la causa che ha originato numerose differenze tecniche tra le varie scuole di Hung Gar.
Lam ha reso il kung fu accessibile a tutti, aprendo le porte dell'insegnamento mentre, come sappiamo, per generazioni si era trasmesso solo all'interno dello stesso nucleo familiare. Per facilitarne la diffusione pubblicò anche tre volumi sull'Hung Gar, ciò testimoniava la grande apertura mentale del maestro in accordo con i tempi e la società in fase di cambiamento.
Si ritirò dall'insegnamento del kung fu all'età di 65 anni.
Tra i suoi migliori studenti vanno ricordati Lam cho, Chan Hon Chung, Kwan Kun, Tam Chou, Tang Yee, Tang Fong, Wu Lap Fung, Wong Man Kai, Lau Cham, Kiu Kao e Wong Lee.

Filmografia

A testimonianza della notorietà di Lin Shirong, la sua vita è stata immortalata in film e serie televisive:
  • Nel 1979 è stato prodotto il film "Zhurou Rong" (猪肉荣) ad Hong Kong; Lin Shirong è interpretato da Wu Mingcai (吴明才).
  • Nello stesso anno sempre ad Hong Kong è stato prodotto il film "Lin Shirong" (林世荣); Lin Shirong è interpretato da Hong Jinbao (洪金宝) e Huang Feihong da Guan Dexing (关德兴).
  • Nel 1998 viene prodotta una serie televisiva dal titolo "Lin Shirong"; Lin Shirong è interpretato da Lin Jiadong (林家栋).

venerdì 22 gennaio 2016

Lijiaquan


Lijiaquan (李家拳, pugilato della famiglia Li), più conosciuto come Ligar kuen (in cantonese), è uno stile di arti marziali cinesi, classificabile come Nanquan. Esso è uno dei Guangdong wu daming quan (广东五大名拳, Cinque Scuole di Pugilato Famosissime del Guangdong). Il nome viene anche abbreviato in Liquan (李拳, Pugilato di Li).


Origini

Una tradizione vuole che sia stato creato nel 1747 da Li Yi (李义), di un villaggio dell'Henan che attualmente si chiama Midicun (米地村), dell'area di Anjiedao (岸街道), del distretto amministrativo di Huicheng (惠城). Secondo Li Rongguang (李容光), Li Yi era allievo e membro della famiglia di un discepolo laico del Tempio Shaolin (少林寺), Li Jiu (李玖). Durante una repressione di una rivolta da parte delle truppe Qing, il villaggio dove viveva venne attaccato. Li Yi fu salvato da un maestro di un Pugilato della Scuola del Nord (北派拳), Chen Gouxi (陈苟息), ed in seguito prese quest'ultimo come maestro. Secondo Li Zixing, Li Yi studiò anche con Wang Long (王龙), che è descritto come zio marziale di Li Jiu. Quest'ultimo in questo racconto è considerato il maestro di Li Yi. Dopo che Li Jiu e Wang Long perirono in battaglia, Li Yi sarebbe diventato allievo di Chen Gouxi. Sempre attraverso le parole di Li Zixing, Li Yi avrebbe raccolto il meglio della Scuola Shaolin (che viene definita scuola del Sud) e del Beipaiquan ed inoltre avrebbe osservato nelle vicinanze del suo villaggio un Serpente () ed una Gru () combattere, cosa che gli fece capire come unificare i due sistemi appresi, imitando le movenze dei due animali. L'articolo Lijiaquan Bainian Chuanqi Shi Li Yi era il Figlio di Li Jiu, che era un discepolo laico del Tempio Shaolin del sud nel Fujian (福建南少林寺). Sempre secondo questo articolo Wang Long apparteneva alla Tiandihui (天地会) all'epoca che venne riconosciuto come maestro da Li Yi. I fatti riguardanti le circostanze della morte di Li Jiu e Wang Long vengono descritti con maggiori dettagli: l'esercito Qing scoprì le attività anti imperiali che venivano condotte nel villaggio Midicun (villaggio della terra del riso), perciò incendiò e rase al suolo il villaggio, che in seguito venne ricostruito e chiamato Huodicun (villaggio della terra bruciata) per ricordare questo evento. Wang Long e Li Jiu capeggiarono la difesa del villaggio e vennero uccisi dalle frecce dell'esercito. Un'altra leggenda ne attribuisce la creazione al bonzo Li Xikai (李锡开僧人) del tempio Shaolin ed in seguito tramandata nel Guangdong, a Xinhui (新会), da Li Youshan (李友山, 1764-1827). Youshan avrebbe insegnato come base lo Shaolin Wuxingquan (少林五形拳). Secondo Chen Yaojia (陈耀佳) e Lin Youbiao (林友标) il Lijiaquan è stato creato nel 1750. Li Xikai (con il nome leggermente diverso di Li Shikai 李式開,) e Li Youshan compaiono ne La leggenda dei 5 Antenati, rispettivamente della Tiandihui e dei Cinque Pugilati maggiori. Dong Fanghong riferisce che la data di creazione dello stile da parte di Li Yi secondo certe tradizioni è il 1782 (il quarantottesimo anno di Qianlong), ma in un'altra parte dell'articolo asserisce che a creare tale stile fu Li Youshan.


La trasmissione

Secondo Huizhou Lijiaquan Jiankuang 惠州李家拳简况, Li Yi (李义, 1747-1828) è considerato il primo antenato e prima generazione. Alla seconda generazione troviamo Li Long (李隆, 17941884). Alla terza generazione Li Guohui (李国辉, 18311912, Li Guobiao (李国彪,18411924, Li Guoshan (李国山, 18541929, Li Sumin (李素民, 18781936);alla quarta Li Guanshou (李观寿, 18841954; alla quinta generazione troviamo Li Dai (李带, 19041990) e Li Fa (李发,19461988). Oggi questo stile è rappresentato da Li Rongguang (李容光), che appartiene alla sesta generazione e vive a Huizhou (惠州).Yan Jingshan (严景山) di Huazhou (化州) è una sesta generazione di Lijiaquan. Lo stile ha avuto centinaia di maestri noti ed alcuni di essi hanno aperto scuole di Wushu a Hong Kong e Singapore. Esso è diffuso nei distretti amministrativi di Heyuan (河源), Huaxian (花县), Xinhui (新会), Foshan (佛山), Danshui (淡水), Bao'an (宝安), Boluo (博罗), Dongwan (东莞). Nel 2009, un novantenne emigrato a Hong Kong, Li Zhenzhong (李振中), è tornato a vivere a Huizhou. Anch'egli è sesta generazione di Lijiaquan. L'articolo Zhonghua Wushu Fenfan Haohan Zhi Lijiaquan differisce in alcuni punti dalle genealogie che abbiamo riportato, fornendo altri nomi. Innanzitutto Li Sumin (李素民) che era indicato alla terza generazione, per questa altra fonte è invece alla quarta assieme a  Li Tanjin (李潭锦, 1874-1956, Li Zhaokun (李兆坤,1876-1952, oltre al già citato Li Guanshou. La quinta generazione coincide. Nella sesta generazione indica Li Bingnan (李炳南, 1935-2005,Yan Jingshan (严景山(1945-,Li Rongguang (李容光(1957-). Alla settima Li Zixing (李子兴,1963-e Chen Huicong (陈惠聪, 1973-). La Storia del Wushu del Guangdong (广东武术史, Guangdong Wushu Shi) racconta che furono discepoli di Li Youshan (李友山) il famoso Chen Xiang (陈享,Chan Heung fondatore del Cailifo), Yi Jihe (伊基合), Lin Shaoqian (林绍乾) e molti altri.


Caratteristiche

Si dice che questa scuola del sud unisca però in sé anche caratteristiche della scuola del Nord. Questi alcuni elementi distintivi della scuola secondo Dong Fanghong: pianshen pian ma , chenshi wenzhong, chushou xunmeng, duo yong zhou fa 偏身偏马,沉实稳重,出手迅猛,多用肘法 cioè inclina il corpo inclina il cavallo, peso e forte nello stabilirsi, emette i colpi in modo rapido e violento, usa molte tecniche di gomito (si contano 36 tipi di colpi di gomito). In un dizionarietto di Wushu si dice che questo stile di Nanquan è caratterizzato dalle sue diverse tecniche di mano, da movimenti veloci delle mani in combattimento e frequenti balzi. Questa descrizione viene in parte confermata da Chen Yaojia e Lin Youbiao che dicono che questo pugilato ha mutevoli tecniche delle mani, incrementa allo stesso tempo grandi e piccoli posizioni. Il metodo di spostamento si basa sulla flessibilità, possiede un buon metodo delle gambe, frequenti sono i piccoli salti.


Taolu

Secondo Dong Fanghong questo stile possiede come forme: Wulianshou (五连手); Zhongliulian (中六连); Qilianshou (七连手); Sanshiliu zhou (三十六肘); Shaoda (哨打); Duankou (短扣); Zi niu lianhuangun (子午连环棍); Shuangtou da quandian gun (双头大圈点棍); Jinsuo lianhuan shuangdao (金锁连环双刀). Secondo l'articolo Bainian Lijiaquan ... questo Pugilato contiene Sequenze (Taolu), armi, esercizi in coppia (Duilian) e la Danza dell'Unicorno (Qilin Wu, 麒麟舞).
  • Questi i Taolu: Baguaquan (八卦拳, Pugilato degli Otto Trigrammi), Sixingquan (四星拳, Pugilato delle Quattro Stelle), Sanmenquan (三门拳,Pugilato delle Tre Porte),Shizun (石尊, rispetto alla pietra), Xiao Shizi (小十字, Piccolo carattere shi), Da Shizi (大十字, Grande Carattere shi), Chilianquan (赤练拳pugilato che Allena la devozione), Dujiao Lianhuanquan (独脚连环拳, Pugilato concatenato del piede solitario), Wuxing Sanshouquan (五形散手拳, Pugilato del combattimento delle cinque forme), ecc.
  • Queste le armi: Dantougun (单头棍, Bastone ad una testa), Danshuang Jiagun (单双夹棍,una e due manette di legno ), Changlong gun (长龙棍, Bastone di una fila di persone), Guolan gun (国拦棍), Nan shuangdao (南双刀, doppie sciabole del sud), dandao (单刀), Shuang tiechi (双铁尺), Tou (, testa), Luxzhen (鲁针, ago lento), shadao (沙刀, sciabola della sabbia), Chunqiu Dadao (春秋大刀, alabarda delle primavere e degli autunni), Yingqiang (缨枪, lancia tassello), Shuang Bishou (双匕首, doppi coltelli), Sanshou shan (散手扇, ventaglio da combattimento), sanjiebian (三节鞭, frusta a tre sezioni), ecc.
  • Questi i Duilian: Tiechi dui Luding (铁尺对鲁钉, asta di ferro collabora con l'ago lento), Tou dui Dandao teng (头对单刀藤, la "testa" collabora con la sciabola e lo scudo), Yingqiang dui Tiechi Bian (缨枪对铁尺鞭, la lancia tassello collabora con l'asta di ferro e la frusta),Luding dui Tiechi teng (鲁钉对铁尺藤, l'ago lento collabora con l'asta di ferro e lo scudo), pugilati in coppia (拳对练), bastoni in coppia (棍对练), Kongshou duo Shuangdao (空手夺双刀, mano vuota cattura le doppie sciabole), Tiao cheng dui shuangtou gun (条橙对双头棍, la bandiera arancione collabora con il bastone a doppia testa), ecc.
Nel libro Liquan si presenta un Taolu detto Shaodaquan (哨打拳, pugilato del colpire la guardia) che si compone di quattro parti e 63 movimenti.Viene inoltre descritto un lunghissimo Duilian che viene detto Gongfang Lianxi (攻放练习, praticare difesa ed attacco) e che contiene 54 movimenti.



giovedì 21 gennaio 2016

Longxingquan

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Il Longxingquan (龙形拳, Pugilato ad Immagine di Drago) è uno stile di arti marziali cinesi classificabile come Nanquan e come Xiangxingquan.

Origini

Il Longxingquan è stato creato durante il regno di Qianlong dell'epoca della dinastia Qing da Lin Yaogui (林耀桂) un uomo del Guangdong. Lin studiò con il proprio padre e con il monaco Guangjin (廣進) che insegnava Shaolinquan sul monte Shaoshishan (少室山) del Fujian. In seguito divenne studente di Huang Lianjiao (黃連嬌), e successivamente di Da Yu (大玉) che gli insegnò Wumeiquan (五枚拳).

Taolu

Queste sono le principali sequenze dello stile: Shiliugong (十六功), Santong Guoqiao (三通过桥), Wu Ma Gui Xian (五马归槽), Huamei Tiaojian (画眉跳涧), ecc.

mercoledì 20 gennaio 2016

Chen Zizheng

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Chen Zizheng 陳子正 (cinese) (Xiongxian, 1878 – Xiongxian, 1933) è stato un insegnante cinese.
Chen Zizheng è un importante maestro dello stile di arti marziali cinesi Yingzhaoquan. Soprannominato Yingzhaowang (鹰爪王, re dell'artiglio di aquila), anche chiamato Jidan (纪单).

La vita

È nato nel 1878 nel villaggio Lilinzhuang del distretto di Xiongxian nella provincia di Hebei. Fu preso come discepolo da suo zio Liu Chengyou (刘成友) da cui apprese Shaolinquan, Fanziquan, Yingzhao qinna e Yingzhaoquan. Nel 1900 partecipò alla Rivolta dei Boxer alla testa di un gruppo del proprio villaggio. Più tardi sconfisse da solo 5 briganti che attaccarono il suo villaggio. Venne invitato ad insegnare alla Shanghai Jingwu Tiyu Hui (上海精武体育会) dove fu conosciuto come uno dei “4 famosissimi insegnanti di pugilato” (四大名拳师, Si da ming quanshi) assieme a Zhao Lianhe (赵连和, Shaolinquan), Luo Guangyu (罗光玉, Tanglangquan) e Wu Jianquan (吴鉴泉, Taijiquan). Si confrontò anche con pugili stranieri e nel 1919 ebbe la meglio su un americano, nel 1922 su un inglese. Egli codificò due nuovi Taolu: Wushi lu yingzhao lian quan (五十路鹰爪连拳) e Shi lu xingquan (十路行拳). Nel 1924 Chen si trasferì ad Hong Kong dove contribuì ad aprire una filiale della Jingwu Tiyu Hui, diretta poi dal suo discepolo Liu Fameng (刘法孟, più conosciuto nella pronuncia cantonese di Lau Fat Mang). Nel 1929 tornerà al proprio villaggio nel nord della Cina. Chen Zizheng morirà nel 1933 per un cancro allo stomaco.

martedì 19 gennaio 2016

Zui Baxianquan



Lo Zui baxian quan (醉八仙拳, Pugilato degli Otto Immortali ubriachi) è uno stile di arti marziali cinesi che viene classificato come stile imitativo (Xiangxingquan 象形拳), in quanto imita le movenze di una persona ubriaca.
È anche chiamato "Zuijiuquan" 醉酒拳 o più semplicemente abbreviato in "Zuiquan" 醉拳.
La sua creazione è attribuita a Li Bai 李白, uno dei massimi poeti dell’epoca della dinastia Tang. Costituisce per chi lo pratica un impegno fisico notevole, infatti si compone di perdite di equilibrio volontarie, cadute e salti acrobatici, interruzioni e modificazioni continue del ritmo e cambiamenti repentini di direzione. Lo stile potrebbe essersi ispirato ad una danza dell'ubriachezza (Zui Wu 醉舞) che secondo il Jinbi shilei (今壁事类), nel dodicesimo rotolo, era conosciuta fin dall'antichità. Lo Zui baxian quan è segnalato per la prima volta nel Quanjing quanfa beiyao 拳经拳法备要, opera redatta tra l'epoca della dinastia Ming e l'epoca della dinastia Qing. Gli Otto Immortali (Baxian 八仙) a cui si riferisce questo stile sono: Lu Dongbin; Tieguai Li; Han Zhongli; Zhang Guolao; Han Xiangzi; Lan Caihe; Cao Guojiu; He Xiangu. A ognuno di essi è dedicato un insieme di movimenti fondamentali dello stile. Il Taolu più conosciuto di questo stile è stato tramandato dal famosissimo maestro Cai Longyun.

Zuiliutang

Nello stile Yingzhaoquan viene praticata una forma imitativa dell'ubriaco detta Sei Cadute dell’Ubriaco (old, 醉六躺, zuìliùtǎng, tsui liu t’ang, letteralmente " 醉六躺?") (in cantonese Jui lau tong).

Zui Baxianquan nella cultura di massa

Il nome Zui Baxianquan proverrebbe dal racconto Baxian chuwai dong youji chuan (八仙出外东游记传, Storia degli Otto Immortali che viaggiano ad oriente) in cui gli Otto Immortali durante un banchetto vengono ubriacati per poterli sopraffare facilmente. Questo racconto è anche conosciuto come Dong You Ji (东游记, viaggio ad oriente).
  • Zui Baxian 醉八仙, è il titolo di un libretto illustrato della serie Zhongguo Wushu Lianhuanhua 中国武术连环画, pubblicato nel 1984 dalla Lingnan Mei Shu Chubanshe.

lunedì 18 gennaio 2016

Liujiaquan



Il Liujiaquan (刘家拳, pugilato della famiglia Liu), più conosciuta nella pronuncia cantonese Laugarkuen, è uno stile di arti marziali cinesi del sud della Cina. Esso è uno dei Guangdong wu daming quan.



Origini

La paternità di questo stile è attribuita a Liu Yiyan (刘一眼), a Liu Sheng (刘生) oppure a Liu Qingshan (刘青山), tutti marzialisti cantonesi.



Forme

Questo stile ha come Taolu a mano nuda: Dayuntian (大运天); Xiaoyuntian (小运天); Shiquan (十拳); Tianbianyan (天边雁); Batugong (八图功); Liujia Wuxingquan (刘家五形拳); ecc. Con le armi: Liujia dao (刘家刀); Liujia gun (刘家棍); ecc.


Hongjiaquan Liujiaquan

In alcune scuole dello stile Hongjiaquan viene praticata una forma chiamata Liujiaquan (Lau Gar Kuen), che sarebbe stata introdotta da Lam Sai Wing dopo la sua assunzione presso l'associazione Jingwu Tiyu Hui del Guangdong.

domenica 17 gennaio 2016

Hung Gar



Lo Hung Gar (洪家拳 o abbreviato hung kuen, o Hung Ga, o Hongjiaquan in Pinyin, pugilato della famiglia Hong) è uno stile di Kung Fu, classificato come Nanquan. È uno dei Guangdong wu daming quan (cinque nomi importanti di pugilato del Guangdong).

Storia dello stile

La nascita dello stile Hung Gar, che letteralmente significa "Stile della famiglia Hung", va fatta risalire al 1700 d.C., all'epoca della distruzione di un monastero shaolin del sud, Fu Jian Potin. Da questo riuscirono a salvarsi sette monaci i quali, secondo la leggenda, cominciarono a diffondere l'arte marziale del Kung Fu. In particolare uno di loro, Zhi Shan, conosciuto anche con il nome di Ji Sin Sim See, rifugiatosi nella "Fossa delle tigri", un monastero Shaolinsi del sud, trasmette le sue tecniche al mercante Hung Hei Gung. È con lui che si ha la nascita dello stile Hung Gar, decide infatti di codificare gli insegnamenti di Zhi Shan in quella che ricordiamo come la prima vera forma dello stile, la Gung Ji Fook Fu Kuen. Questa, sebbene sia la prima, viene usata tuttora dai maestri per testare il livello raggiunto dagli allievi, anche di quelli più esperti. La storia dell'Hung Gar continua con Luk Ah Choi e Wong Kay Ying, che si dice facessero parte del gruppo delle 10 tigri (GuangDong Sup Fu). A questi segue Wong Fei Hung, un maestro di grande importanza non solo per aver combattuto nella Prima Guerra dell'Oppio, ma soprattutto per aver posto le basi della scuola. Suo contemporaneo è Tid Kiu San ("avambraccio di ferro"), che viene ricordato per aver ideato la Tid Sin Kuen, la forma del filo di ferro, l'ultima dello stile. Con Lam Sai Wing però ci si discosta da questa corrente più antica e viene introdotta una nuova forma, la Mui Fa Kuen ("Forma del fiore di prugno"). Questa viene insegnata agli allievi che si avvicinano per la prima volta all'Hung Gar, in modo da indirizzarli verso l'acquisizione delle posture principali. La successione dei maestri prosegue con Lam Jo, Chiu Kao, Wong Lee e Chan Hon Chun, ultimi granmaestri universalmente riconosciuti da tutti i praticanti di Hung Gar.



Genealogia dei maestri

Tamo
Conosciuto soprattutto come Bodhidharma, era considerato da molti come un Bodhisathva, ovvero un essere illuminato che aveva rinunciato al nirvana per salvare l'umanità. Giunse in Cina fra il 526 e il 527 d.C. e si trasferì al tempio di Shaolin nella provincia di Henan, dove trascorse il resto della sua vita. Quando Ta Mo giunse al tempio, si accorse delle cattive condizioni fisiche dei monaci, dovute alla loro mancanza di esercizio fisico. Fu così turbato dalla gravità del problema che si ritirò a meditare in una grotta per nove anni (secondo altre fonti vi rimase per sette). In questo periodo scrisse due libri, ma solo il primo, lo "I Chin Ching" (Libro sui movimenti dei tendini e dei muscoli), è giunto fino a noi. È ritenuto il patriarca dello Kung Fu di Shaolin e del Buddhismo Chan.


Ji Sim
Il bonzo Ji Sim (至善禅师 in Pinyin Zhishan Chanshi) fu abate del monastero di Shaolin del Sud verso la fine del Settecento. Esperto nelle tecniche dure della tigre (fu jow), trasmise le sue conoscenze a Hung Hei Gung e Luk Ah Choy. Fu lui il creatore della forma Gung Ji Fook Fu Kuen.


Hung Hei Gung (1745-1825)
Il vero nome era Jyu. Egli era un lontano discendente del principe Leung della famiglia Ming. È il fondatore dello stile, acerrimo nemico dei Manchu, e grande combattente. Istruì un vasto numero di valorosi ribelli allo scopo di sovvertire il governo Ching.


Wong Tai
Discepolo diretto di Luk Ah Choy ed esperto erborista istruì il figlio nell'arte del Kung Fu.


Wong Kay Ying
Nacque all'inizio del XIX secolo. Sin da piccolo imparò il Kung Fu dal padre e dal suo maestro Luk Ah Choy con i quali praticò per oltre dieci anni. Con queste conoscenze divenne istruttore della fanteria militare di Canton, inoltre, grazie ai soldi guadagnati nel corso di quegli anni, poté aprire un negozio di erboristeria dove insegnava anche il suo kung fu. Questo locale si chiamava Bao Chi Lam.


Wong Fei Hung (1847-1924)
Combattente d'eccezione viene annoverato tra le dieci tigri di Canton ovvero tra i migliori maestri di tutta la Cina. Sviluppò notevolmente lo stile tanto da essere soprannominato il “padre dell'odierno Hung Gar”. Egli apprese dal maestro Tid Kiu Sam una forma per sviluppare l'energia interna (Qi/Hei) detta Tid Sin Kuen che introdusse nel sistema. Wong sviluppò inoltre la forma Fu Hok Seung Ying Kuen introducendo i principi respiratori del filo di ferro e ampliando il repertorio originale tramandato dai tempi di Hung Hei Gung. Molto più tardi creò la forma dei cinque animali (Ng Ying Kuen), simile alla Fu Hok ma con l'aggiunta delle tecniche del serpente e del leopardo. Si dedicò per tutta la vita al kung fu e alla medicina cinese ed ebbe molti allievi tra cui Lam Sai Wing e Tang Fong.


Lam Sai Wing (1860-1943)
Maestro di porta di questo secolo, durante la sua anzianità egli ebbe una profonda ispirazione che lo portò a riesaminare tutto il repertorio dello stile apportandovi numerose modifiche ed eliminando tutto ciò che era “inadatto” ai tempi moderni, questa è stata probabilmente la causa che ha originato numerose differenze tecniche tra le varie scuole di Hung Gar. Sai Wing ha reso il kung fu accessibile a tutti, aprendo le porte dell'insegnamento mentre, come sappiamo, per generazioni si era trasmesso solo all'interno dello stesso nucleo familiare. Per facilitarne la diffusione pubblicò anche tre volumi sull'Hung Gar (1917), ciò testimoniava la grande apertura mentale del maestro in accordo con i tempi e la società in fase di cambiamento.


Chan Hon Chung (1909-1991)
A 19 anni, si recò a Hong Kong, dove entrò a far parte della Società d'arti marziali di Lam Sai Wing diventando uno dei suoi allievi migliori. Nel 1936 si recò a Canton per affari, ai tempi delle aggressioni giapponesi la Cina si preparava per la guerra e a ChanHon Chun fu chiesto di allenare le nuove compagnie di spadaccini. Nel 1938 tornò a Hong Kong dove istituì l'Hong Chung Gimnasium e praticò tutta la vita il Dit Ta (la medicina cinese). Nel 1970 fondò l'Hong Kong Chinese Martial Art Association tutt'oggi esistente e alla quale aderiscono molti maestri di grande fama. Nel 1973 fu premiato dalla regina Elisabetta II con una medaglia al merito per i suoi contributi sociali. Morì nel 1991.

Armi

  • Bastone due teste (Seung Tou Guan)
  • Bastone della famiglia Lau (Lau gar Guan)
  • Doppi coltelli a farfalla (Seung Wu dip Dou)
  • Grande palo (Tai Guan /Pa Qua Guan)
  • Spada curva (Daan Dou)
  • Lancia (Ying Cheong)
  • Forcone (Tai Pa)
  • Spada dritta (Kim)
  • Alabarda (Kwan Dou)
  • Panca (Kiu Dung)
Queste sono le armi principali adottate dallo stile Hung Gar. Secondo la tradizione cinese possono essere divise in armi Yin e Yang. Le prime sono considerate armi femminili, veloci, leggere e precise, come la spada dritta; le altre invece sono maschili, più lente, forti e potenti, come l'alabarda. Può essere fatta inoltre un'altra distinzione: armi proprie ed armi improprie. Le prime nascono con lo specifico intento di essere utilizzate quali armi; le seconde invece, in origine non lo erano, ma invece strumenti di lavoro, spesso di origine rurale (come il bastone a due teste o il forcone) o a volte provenienti da altri mestieri (come i coltelli a farfalla, strumenti da lavoro di macelleria). Questa tipologia di armi perciò entrò solo successivamente a far parte della tradizione marziale, quando lo stile cominciò a diffondersi e ad essere praticato dalla popolazione.



Forme principali

  • Moi Fa Kuen ( Pugno del fiore di prugno)
  • Lau Gar Kuen (Pugno della famiglia Lau)
  • Gong Ji Fook Fu Kuen ( ideogramma della forza, sottomettere la tigre)
  • Wu Dip Jeung (Forma dei palmi a farfalla)
  • Fu Hok Seung Ying Kuen (Doppia forma della tigre e della gru)
  • Ng Ying Kuen (forma dei cinque animali)
  • Sup Ying Kuen (Pugno delle dieci vie o dei dieci modelli (5 animali - 5 elementi))
  • Tid Sin Kuen (Pugno del filo di ferro)
  • Sap Juet Sao ("10 palmi che uccidono")
  • Loon Kow Tit Kiu Kune ("Ponte dei 9 draghi")






sabato 16 gennaio 2016

Wakizashi

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La wakizashi (脇差) è un'arma bianca manesca del tipo spada del Giappone.

Descrizione ed uso

La wakizashi veniva portata dai samurai sempre a contatto con il corpo, là dove la katana era portata esclusivamente in battaglia. Veniva utilizzata durante la cerimonia di suicidio del Seppuku.
La sua lama è lunga dai 30 ai 60 centimetri. La wakizashi era solitamente portata dai samurai insieme alla katana. Quando indossate insieme la coppia di spade era detta daisho ("grande e piccola", grande per la katana e piccola per la wakizashi).
Mentre il samurai poteva (a volte) abbandonare la sua katana, per esempio in caso di visite ufficiali, egli non si separava mai dalla wakizashi, che veniva chiamata "la guardiana dell'onore".
La coppia di spade veniva portata dal samurai infilandole nella cintura: la katana al fianco sinistro, ed il wakizashi davanti al ventre (hara, sede dello spirito dell'uomo per i giapponesi). Da qui il concetto di guardiana dell'onore, che spiega anche perché i samurai si tagliassero il ventre per suicidarsi (seppuku). Durante tale rito, il ventre, tradizionalmente sede dell'anima del samurai, veniva trafitto e squartato mediante la wakizashi; lo scopo era per l'appunto quello di mostrare la propria anima pura e, pertanto, non macchiata dal disonore.

venerdì 15 gennaio 2016

Kunai

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I kunai sono armi da taglio giapponesi risalenti all'epoca Tensho (1573-1592).

Storia

In origine semplicemente usati come attrezzi da giardinaggio, furono in seguito modificati in coltelli e dati in dotazione nell'armamentario dei ninja, che potevano così tenerli nella propria dimora senza suscitare il sospetto che si trattasse di armi.

Uso

Essendo un'arma molto corta il kunai viene usato più frequentemente con la lama rivolta all'indietro e con l'indice nel cerchietto in fondo al manico in modo da poterne controllare la posizione rispetto al palmo della mano. Tale posizione viene usata quando si è in fase di scontro usando il braccio come sostegno della lama. Oltretutto tale posizione consente di effettuare rapidamente colpi di taglio muovendo il braccio verso l'interno e viceversa, oltre ad un leggero piegamento interno del polso, un colpo di punta.
La lama viene posta in avanti soltanto nel caso di un colpo certo, magari effettuato alle spalle.

giovedì 14 gennaio 2016

Bhairavi

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Bhairavi è uno degli aspetti più feroci e terrificanti della Devi; praticamente indistinguibile da Kālī, tranne che per la sua particolare identificazione come la consorte del Bhairava (ipostasi "demonica" di Shiva).

Simbologia

Lei è anche chiamato "Shubhamkari", buona madre dalle e per le persone buone, mentre risulta essere assai "terribile" per quelle cattive. La si rappresenta in possesso di un libro ed un rosario con i quali, anche attraverso specifiche gestualità, riesce a dissipare la paura. Lei è anche conosciuta come Baala o Tripurabhairavi. Si ritiene che quando Bhairavi entra nel campo di battaglia, solo attraverso il suo aspetto orrido i demoni diventano molto deboli sino a giungere all'impotenza, e si ritiene anche che la maggior parte dei demoni inizia a venir presa dal panico appena la intravedono. Il consorte della dea Bhairavi è Bhairava, uno degli aspetti terrifici del Signore Shiva.
Bhairavi è vista soprattutto come la Chandi presente nel "Durga Saptashati" (come 'Devi Mahatmya') in versione di uccisore di Shumbha e Nishumbha. Tuttavia, lei uccide e beve il sangue di Chanda e Munda e degli asura, così la dea Parvati le dà un vantaggio e la loro unione sarebbe stata identificata come Chamunda.
In altre forme, è anche identificata con Parvati o la stessa Durga. Quando si ritrova uno stato irrefrenabile di furia, la si trova in groppa seduto su un asino fedele, con la bocca piena del sangue dei demoni appena divorati, il suo corpo coperto da una pelle di tigre ed una forma alquanto scheletrica. Presenta anche la abhaya mudra e vara mudra, è mostrata in possesso di armi come una Trishula (tridente), parashu (ascia), e vajra (fulmine).

Altro

Bhairavi è anche un titolo per un adepto femminile all'interno delle pratiche di Kundalini-Tantra. Una Yogini è una studentessa di tantrismo, o un'aspirante a farne parte; una Bhairavi è colei che è riuscita nell'intento. Il nome "Bhairavi" significa "terrore" o "maestoso", così quello che ha raggiunto lo stato di Bhairavi, è al di là della paura della morte, e quindi è giunto ad una forza d'animo impressionante.

mercoledì 13 gennaio 2016

Creed, il lato fragile della boxe


Il piccolo Adonis Johnson è un orfano senza nulla da perdere, violento con i suoi compagni di riformatorio e rinchiuso in se stesso. 

Sua madre, infatti, è morta da poco e suo padre si è spento poco prima che nascesse. A strapparlo da una vita di miseria è Mary Anne Creed, moglie del compianto campione di pugilato Apollo Creed, la quale, accantonato il proprio orgoglio, decide di prendersi cura del figlio illegittimo di suo marito. Una volta cresciuto, Adonis continua a nascondere il suo vero cognome e coltiva un’unica passione: la boxe.
Sono queste le premesse di Creed, brillante spin-off della saga di Rocky, che segna il ritorno di Sylvester Stallone (anche tra i produttori) al fianco dello scolpito protagonista Michael B. Jordan. In America il film è già un successo con un incasso di 105 milioni di dollari, a fronte di un budget di 35 milioni. E su Rotten Tomatoes (sito internet indicatore dei gusti degli spettatori) ha registrato una percentuale di gradimento del 93% da parte di pubblico e critica.
Creed segna così un ritorno alle origini e, allo stesso tempo, detta un nuovo passo, più moderno e autoriale. A imprimere un valore aggiunto è la regia asciutta e profonda di Ryan Coogler, vincitore del Gran premio della giuria e del Premio del pubblico per un film drammatico al Sundance Film Festival 2013 con il suo film d’esordio Prossima fermata Fruitvale Station (interpretato sempre da Michael B. Jordan). Una regia matura, capace di lasciare il segno in emozionanti sequenze. Come la corsa di Creed verso la casa di Rocky, tra intese sequenze a rallentatore e una musica rap impreziosita da echi dell’iconica colonna sonora della saga. Sul ring, la macchina da presa danza attorno ai pugili, seguendo i loro movimenti anche con brevi piani sequenza che lasciano senza fiato lo spettatore.
Come nel primo Rocky, l’anello forte del film è soprattutto riconducibile a una solida sceneggiatura, con una cura particolare nella caratterizzazione dei personaggi. A partire dal giovane protagonista, consumato dalla rabbia (che esprime solo sul ring), bisognoso di una guida e incapace di perdonare il padre. Ma anche la figura di Rocky è tratteggiata con profonda delicatezza. L’ex campione di pugilato mantiene, infatti, la freschezza e la semplicità delle origini, amalgamandosi perfettamente con la storia di Adonis “Creed” Johnson. Sylvester Stallone regala una performance ricca di sfumature, che gli è valsa anche un Golden Globe come miglior attore non protagonista.
Il film rivela così una sorprendente ventata di aria fresca, distaccandosi dagli ultimi capitoli della saga di Rocky (più deboli rispetto ai primi capitoli) e allargando gli orizzonti di una storia che sembrava ormai giunta al capolinea. Creed è una storia commovente, anche di formazione, che non lascerà delusi sia gli appassionati della saga originale, sia chi cerca qualcosa di nuovo nel panorama cinematografico attuale.


martedì 12 gennaio 2016

Tsukasa Fujimoto

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Tsukasa Fujimoto (藤本 つかさ Fujimoto Tsukasa) (Sendai, 30 luglio 1983) è una wrestler e attrice giapponese. Fujimoto sta attualmente lavorando per Ice Ribbon, dove lavora anche dietro le quinte come co-capo allenatore. Attualmente è nel suo quarto regno come il campione di ICE×60/ICE×∞ e quinto regno come una metà del campione nel International Ribbon Tag Team Championship. Lei condivide anche il record per la maggior parte regna come la campione nel IW19 Championship e unificato il titolo con l'ICE×60 Championship nel luglio 2013, mentre anche essere un ex due volte campione nel Triangle Ribbon Championship. Era terzo campione Triple Crown di Ice Ribbon, in una sola volta tenendo la Campionati ICE×60, International Ribbon Tag Team e Triangle Ribbon contemporaneamente, e il primo e unico wrestler ad aver tenuto tutti e quattro campionati Ice Ribbon. Fujimoto fa anche apparizioni regolari per i Pro Wrestling Wave, dove lei è un ex una volta campione di Wave Tag Team Championship e il vincitore del torneo Dual Shock Wave nel 2012.

lunedì 11 gennaio 2016

Hori Hideharu

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Hori Hideharu (堀秀治; 1575 – 1606) fu un samurai giapponese del periodo Sengoku, figlio di Hori Hidemasa e servitore di Toyotomi Hideyoshi.

Biografia

Hideharu fu il figlio maggiore ed erede di Hori Hidemasa. Gli furono affidate delle terre a Echigo dopo la morte del padre e nel 1598 i suoi possedimenti furono ampiati a 350.000 koku. Poco prima della campagna di Sekigahara Hideharu ebbe una disputa con Uesugi Kagekatsu del vicino feudo di Aizu, e successivamente svolse un ruolo marginale nell'armata "Orientale" per sconfiggere il clan Uesugi. Morì in giovane età, spingendo alcuni a interrogarsi se Tokugawa Ieyasu fosse implicato nella sua prematura scomparsa. Suo figlio, Hori Tadatoshi, fu accusato di incompetenza nel 1610, perse il suo feudo a Takato nella provincia di Echigo e fu esiliato nella provincia di Mutsu.

domenica 10 gennaio 2016

Ip Ching

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Ip Ching (Foshan, 1936) è un artista marziale cinese. È il secondogenito del celeberrimo shifu Yip Man, nonché uno dei cinque grandi maestri ancora viventi della scuola di Yip Man del Wing Chun.


Biografia

Ching è nato a Foshan, in Cina nel 1936, ed è il secondogenito di Yip Man. Già in giovane età Ip Ching ha iniziato il suo addestramento insieme a suo fratello Ip Chun, sotto la supervisione del loro padre Yip Man.
Nel 1962, dopo la formazione scolastica a Foshan, Ip Ching e suo fratello maggiore Ip Chun si riuniscono con il padre a Hong Kong. Ip Ching riprense la sua formazione sotto la guida diretta di Yip Man. Yip Man insegnava nella stessa casa dove oggi risiede Ip Ching. Oltre ad imparare il Wing Chun a casa di suo padre, Ip Ching è stato anche un acuto osservatore dell'insegnamento di suo padre agli altri studenti. Così facendo, ha a sua volta appreso informazioni preziose sui metodi di insegnamento del Wing Chun.
Dopo la morte di Yip Man nel 1972, Ip Ching ha continuato l'insegnamento del Wing Chun ed ha intrapreso la gestione di un'attività manifatturiera. Nel 1994 si ritirò dal lavoro in azienda per dedicarsi a tempo pieno all'insegnamento del Wing Chun. Annovera tra i suoi studenti, Shifu del calibro di Ron Heimberger, Tony Brooks, Garner treno, Eric Lee e molti altri ancora in tutto il mondo.

sabato 9 gennaio 2016

Masakari

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Il masakari () è una grossa ascia giapponese da guerra ad un solo taglio, per certi aspetti analoga a modelli cinesi e occidentali. Un'altra denominazione classica è fuetsu (斧鉞).

Informazioni generali

A differenza delle scuri occidentali o cinesi non presenta un manico rotondo o ottagonale ma un manico rettangolare. Anche la lama è particolare dato che è molto curva verso il basso questa forma a gancio probabilmente serviva a disarmare il nemico.

Nelle arti marziali

L'arte che ne trasmette l'uso in battaglia faceva parte di alcune tradizioni di bujutsu, tuttavia a partire dall'epoca Heian quest'arma fu gradualmente abbandonata in favore di altre più maneggevoli e utili nelle grandi battaglie campali. Rimase così per lo più relegata nelle dimore o nei templi, come arma da difesa o simbolica.

venerdì 8 gennaio 2016

Ikeda Toshitaka

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Ikeda Toshitaka (池田 利隆; 10 ottobre 1584 – 26 luglio 1616) fu un daimyō giapponese del periodo Edo appartenente al clan Ikeda.

Biografia

Figlio maggiore ed erede di Ikeda Terumasa, sposò una figlia di Sakakibara Yasumasa. Alla morte del padre ereditò il castello di Himeji e gran parte della provincia di Harima. Partecipò all'assedio di Osaka e morì poco dopo.
Fu succeduto dal figlio Ikeda Mitsumasa.