domenica 26 aprile 2020

Kickboxing giapponese

Kickboxing giapponese



La kickboxing giapponese è chiamata in inglese oriental kickboxing. Secondo alcuni, il termine "kickboxing" sarebbe stato inventato in Giappone negli anni 1950 da esperti di karate, che avevano bisogno di confrontarsi con un contatto totale.
Il birmano Maung Gyi era un praticante della kickboxing di quell'epoca e allievo di esperti della bando kickboxing birmana nonché del grande maestro di karate Gōgen Yamaguchi, detto "il gatto". Nel 1958, Maung Gyi combatté in Giappone sotto differenti nomi e fece conoscere il pugilato birmano, detto lethwei, in occasione dei tornei di kickboxing giapponese.
Secondo altre fonti, la kickboxing giapponese sarebbe stata inventata dopo i giochi olimpici del 1964 dall'organizzatore di combattimenti Osamu Noguchi, che intese creare una versione giapponese del Muay Thai (il pugilato thailandese). Durante un viaggio di studio nei paesi del sud-est asiatico, Noguchi si ispirò principalmente alla boxe thailandese. Poco tempo dopo, grazie all'entusiasmo di Kenji Kurosaki, un praticante del Kyokushinkai (forma di Karate che autorizza i contatti), nasceva la kickboxing giapponese, in cui il regolamento permetteva di colpire con calci, pugni, ginocchiate e gomitate, e anche certe proiezioni di judo). Noguchi diede un nome americano facile di ricordare alla nuova disciplina, che ebbe un successo immediato.
Dopo avere creato il proprio stile di combattimento, nel 1969 Kenji Kurosaki realizzò il celebre campo di allenamento Mejiro-Gym di Tokio, diventando il pioniere della kickboxing degli anni 1970. Tra i più famosi dei suoi allievi vi furono Akio Fujihira, Toshio Tabata, Yoshiji Soeno, il francese Patrick Brizon, l'olandese Jan Plas (celebre allenatore olandese) ed il brillante Toshio Fujiwara (leggenda del kickboxing giapponese, con 129 vittorie). Negli anni novanta insegnò l'arte all'italiano Fabio Martella e al famoso svizzero Andy Hug. Durante i primi anni, i kick-boxer giapponesi venivano direttamente dal Kyokushinkai.
La forma di kickboxing giapponese più diffusa nel paese è quella praticata in occasione del famoso torneo "K-1", che riunisce i migliori combattenti del pianeta. Questa forma di kickboxing le cui regole sono chiamate "K-1 rules" o "oriental rules" è stata inventata da Kazuyoshi Ishiisono, che ha rilanciato la kickboxing anche a livello mediatico dopo un periodo di flessione negli anni ottanta. Anche questo regolamento ha in comune con altri tipi di kickboxing il divieto di colpire con i gomiti e di afferrare l'avversario per il collo, tuttavia è permesso l'uso delle ginocchiate, portate solitamente con le tipiche meccaniche dei colpi di matrice thailandese.

sabato 25 aprile 2020

Ng Mui

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Ng Mui (Cinese: 伍枚, Wú Méi; Cantonese: Ng Mui) è considerata una dei Cinque Anziani sopravvissuti alla distruzione del Tempio di Shaolin da parte della dinastia Qing.
Si dice che sia stata maestra di diverse arti marziali incluso lo Shaolinquan, il Taijiquan stile Wudang, il Ng Ying Kung Fu (五形功夫) e il Yuejiaquan (岳家拳). Inoltre gli si accredita la fondazione dello Wǔ Méi Pài (五枚派) stile Ng Mui, del Wing Chun, dello Stile del Drago del Sud, della Gru Bianca (白鶴拳) e dei Hung Kuen dei Cinque Schemi (五形洪拳).
È stata associata a diverse località, incluso il Tempio di Shaolin sia in quello del sud nell'Henan che in quello del nord nel Fujian, i Monti Wudang nell'Hubei, il Monte Emei nel Sichuan, un probabile Tempio della Gru Bianca tra le Montagne Daliang al confine tra il Sichuan e lo Yunnan, e altre localita nel Guangxi e nel Guangdong. Secondo le leggende, era la figlia di un generale della Dinastia Ming.

Wing Chun
Secondo il maestro di Wing Chun, Ip Man, Ng Mui viveva e studiava nel Tempio di Shaolin nell'Henan; riuscì a sopravvivere alla distruzione del tempio voluta da l'imperatore Kangxi (1662–1722) della dinastia Qing. Si rifugiò nel Tempio della Gru Bianca situato sui monti Daliang tra lo Yunnan e il Sichuan dove incontrò una ragazzina di quindici anni di nome Yim Wing Chun che un bandito stava cercando di constringerla a sposarlo. Ng Mui insegnò a Yim Wing Chun come difendersi utilizzando le arti di Shaolin concentrandosi sulla velocità e con il minor sforzo possibile.

Hung Kuen dei Cinque Schemi
«Si ritiene che il sistema dei Cinque Schemi sia stato creato dalla monaca buddista Ng Mui e da Miu Hin, un discepolo non rasato del Tempio di Siu Lam. Attraverso un'osservazione attenta, e con l'immaginazione, questi due esperti di kung fu imitarono i movimenti degli animali: come saltano, come usano le ali, i becchi, le mascelle, gli artigli, come si contorcono, come balzano in avanti e come si ritirarono; alla fine crearono questo sistema di kung fu costituito dai movimenti modificati di questi animali in tecniche adatte agli arti umani.»
(Leung Ting, Five-Pattern Hung Kuen, Part I. (1980))

Stile del Drago del Sud
Gli storici del moderno stile del Drago riferiscono che la monaca Shaolin Ng Mui, la quale si dice abbia originato lo Stile del Drago del Sud, fu uno degli ultimi membri del tempio prima della sua distruzione nel 1570 (Chow & Spangler, 1982). L'istituto Shaolin Gung Fu del Pacifico nord-occidentale concorda con la data del 1570 per la distruzione del tempio e afferma esplicitamente che lo stile del drago fu creato nel Tempio di Shaolin nell'Henan circa nel 1565.

Wǔ Méi Pài
Secondo la tradizione del Wǔ Méi Pài, Ng Mui, figlia di un generale della Dinastia Ming, sviluppò e praticò questo stile nella Città Proibita. Per sviluppare l'equilibrio e la forza delle gambe si allevana su pali in posizione verticale secondo uno schema da lei inventato. Ng Mei si trovava in viaggio quando i suoi genitori vennero uccisi quando i Manciù conquistarono la capitale Ming. Trovò rifugio presso il Tempio della Gru Bianca, che la leggenda colloca nella Provincia di Guangxi e divenne una ribelle anti-Qin insegnando il suo stile solamente all'interno del Tempio. Lo stile usa reazioni istantanee e movimenti lenti, come insegnato da Bodhidharma e nel Qigong.

Gru Bianca
Secondo la genealogia della Gru Bianca Tibetana, "Ng Mui" sarebbe il nome cinese del monaco tibetano Jikboloktoto, quale ultima generazione di trasmissione prima di Sing Lung, che portò l'arte nel Guangdong. Questo racconto è molto diverso dagli altri, dove Ng Mui non è una donna ma bensì un uomo, l'assenza della minaccia Manchu da cui fuggire, ed infine, la data del trasferimento di Sing Lung nel Guangdong nel 1865.

Influenze nella cultura di massa
Attorno alla figura di Ng Mui sono ispirati alcuni film:
  • Wing Chun, film con Michelle Yeoh del 1994; dove la figura del maestro del protagonista è basata sulla leggenda di Ng Mui;
  • Kung Fu Wing Chun, film del 2010 che racconta le origini del Wing Chun, Ng Mui è interpretata da Kara Hui.



venerdì 24 aprile 2020

Mianquan

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Il Mianquan (绵拳, pugilato ininterrotto o morbido) è uno stile di arti marziali cinesi del Nord della Cina, diffuso in particolare nella zona centrale della provincia di Hebei. Ha come punto centrale l'utilizzo del Rou (, morbido). Nel 1936 venne dimostrata una sequenza di Mianzhang (绵掌, palmo morbido) durante i giochi olimpici di Berlino da Fu Shuyun(傅淑云), donna, membro di una rappresentanza del Wushu Cinese. Wu Bin e altri identificano questa sequenza come appartenente al Mianquan.

Taolu
Vi sono due Taolu: Yilu (一路, prima via) anche detto Liujiashi (六架式); Erlu (二路, seconda via) anche detto Dabazhe (大八折).

Curiosità
Mileena, nella serie di giochi Mortal Kombat, utilizza il Mianquan come secondo stile di combattimento in Mortal Kombat: Deception e come primo stile in Mortal Kombat: Armageddon.




giovedì 23 aprile 2020

Longxingquan

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Il Longxingquan (龙形拳, Pugilato ad Immagine di Drago) è uno stile di arti marziali cinesi classificabile come Nanquan e come Xiangxingquan.

Origini
Il Longxingquan è stato creato durante il regno di Qianlong dell'epoca della dinastia Qing da Lin Yaogui (林耀桂) un uomo del Guangdong. Lin studiò con il proprio padre e con il monaco Guangjin (廣進) che insegnava Shaolinquan sul monte Shaoshishan (少室山) del Fujian. In seguito divenne studente di Huang Lianjiao (黃連嬌), e successivamente di Da Yu (大玉) che gli insegnò Wumeiquan (五枚拳).

Taolu
Queste sono le principali sequenze dello stile: Shiliugong (十六功), Santong Guoqiao (三通过桥), Wu Ma Gui Xian (五马归槽), Huamei Tiaojian (画眉跳涧), ecc.


mercoledì 22 aprile 2020

Liuhebafa

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Liuhebafaquan (六合八法拳; Pinyin: liùhébāfǎquán) (letteralmente Pugilato delle Sei Armonie e Otto Metodi) è un'arte marziale cinese interna. È stata chiamata "Liuhebafa di Xinyi" 心意六合八法拳 e viene anche chiamata "water boxing" (水拳, shuǐquán, combattimento liquido) per i suoi principi.

Storia
L'origine e lo sviluppo dell'arte sono spesso attribuiti al saggio taoista della dinastia Song Chen Tuan (Chén Tuán 陳 摶, noto anche come Chén Xīyí 陳 希夷 o con il suo soprannome, Chen Po). Era associato al monastero taoista di Huashan sul monte Hua nella provincia dello Shaanxi.
La forma Liuhebafa "Zhú Jī 築 基" fu insegnata alla fine degli anni '30 a Shanghai e Nanjing da Wu Yihui (1887-1958). Si dice che abbia imparato l'arte da tre insegnanti: Yan Guoxing, Chen Guangdi (che ha imparato l'arte da un monaco, Da Yuan e un taoista, Li Chan) e Chen Helu.
Una delle possibili spiegazioni per le somiglianze con altre arti marziali come Xingyiquan, Baguazhang, T'ai chi e Yiquan è che molti degli studenti di Wu Yihui avevano precedenti conoscenze di arti marziali e hanno modificato la forma per fonderla con le proprie.

Sei Armonie e Otto Metodi
Le sei armonie e gli otto metodi sono i principi guida della Liuhebafa, che le danno il nome.
Sei Armonie, 六合
  1. 體合於心 ( Pinyin : tǐ hé yū xīn) Corpo e mente si combinano
  2. 心合於意 (xīn hé yū yì) Mente e Intento si combinano
  3. 意合於氣 (yì hé yū qì) Intento e Chi si combinano
  4. 氣合於神 (qì hé yū shén) Chi e Spirito si combinano
  5. 神合於動 (shén hé yū dòng) spirito e movimento si combinano
  6. 動合於空 (dòng hé yū kōng) Movimento e vacuità si combinano
Otto metodi, 八 法
  1. (qì) Chi
  2. (gǔ) Osso
  3. (xíng) Forma
  4. (suí) Segui
  5. (tí) Salire
  6. (huán) Ritornare
  7. (lè) Conservare
  8. (fú) Nascondere
Le forme
Il sistema Liuhebafa, chiamato Huayue Xiyi Men, come insegnato da Wu Yihui, contiene diverse forme (套路 taòlù), comprese le forme a mani nude e con armi, nonché metodi di qigong.

Forme a mani nude
  • 三盤十二勢 Sān Pán Shí Èr Shì - 3 Divisioni, 12 Spiriti (1. Drago, 2. Fenice, 3. Tigre, 4. Gru, 5. Leopardo, 6. Scimmia, 7. Orso, 8. Oca, 9. Serpente, 10. Falco, 11. Roc, 12. Kylin)
  • 築 基 Zhú Jī - Scoprendo le Fondazioni
  • 呂紅八勢 Lǚ Hóng Bā Shì - 8 Essenze del pugno di Lǚ Hóng's
  • 龍虎戰 Lóng Hǔ Zhàn - Tigre e Dragone combattono
  • 螫龍遊 Zhē Lóng Yóu - Il Drago Spirale Nuota
  • 螫龍拳 Zhē Lóng Quán - Pugno del Drago Spirale
Forme con armi
  • 心意棍 Xīn Yì Gùn - Lancia Cuore di Intento
  • 露花刀 Lù Huā Dāo - Spadone di Rugiada di Nebbia
  • 玉川劍 Yù Chuān Jiàn - Spada del Fiume di Giada
  • 韋佗功 Wéi Tuó Gōng - meditazione permanente
  • 太陽功 Tài Yáng Gōng - Meditazione solare
  • 一杰混元功 Yī Jié Hún Yuán Gōng - Forza definitiva Primaria
  • 先天座 Xiān Tiān Zuò - Meditazione Pre-Cielo
  • 三盤推手 Sān Pán Tuī Shǒu - 3 Divisioni Spinta con le mani


martedì 21 aprile 2020

Tom Sharkey, il marinaio: le gambe corte e la testa calda di un uomo che mai si arrese

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Volendo indicare un pugile che possa considerarsi il miglior rappresentante della “vecchia scuola”, quella degli anni che precedettero l’applicazione delle Queensberry Rules, fatta di noncuranza per il dolore, proprio o altrui, feroce determinazione e carattere indomito, il primo nome ad affiorare sarebbe, probabilmente, quello di Tom Sharkey, il Marinaio.
Un metro e settantatré misurato, giurava un giornalista dell’epoca, in punta di piedi, un collo degno di un toro da combattimento, orecchie a cavolfiore derivanti dall’esasperata tendenza al clinch e spalle larghissime, Tom era nato a Dundalk, in Irlanda, il 16 novembre del 1873.
A soli dodici anni Tom vide bene d’andarsene da casa, senza troppi rimpianti da parte sua o dei suoi familiari.
Tozzo, arcigno e orgoglioso abbracciò, da bambino cresciuto in fretta, la vita di bordo sui bastimenti transoceanici che partivano da Limerick. Certamente non con qualifiche da ufficiale.
Attaccato e preso in giro dai marinai più adulti, Tom non fece passare una sola settimana, dei suoi lunghi anni di mare, senza affrontare duri combattimenti nei ponti della ciurma.

In sette anni fece naufragio ben quattro volte; in una di queste occasioni andò alla deriva, con altri marinai, per tre giorni nell’oceano Pacifico, senza cibo né acqua.
A diciannove anni si arruolò nella Marina degli Stati Uniti, finendo di stanza nell’arcipelago delle Hawaii, dove diede inizio alla carriera professionistica con diciassette vittorie per knockout consecutive, anche se Boxrec gli addebita una sconfitta durante tale periodo.
In un articolo di quegli anni, il giornalista Donald Barr Chidsey, l’autore della biografia sul grande John L. Sullivan, descriveva il nuovo fenomeno pugilistico in tal maniera: “Tom Sharkey non sa boxare: appoggia semplicemente la testa al petto dell’avversario lasciando andare i suoi terrificanti ganci
Nel 1896 gli fu data la grande possibilità di affrontare James Corbett, al secolo Jim il Gentiluomo, in un breve incontro dimostrativo di quattro riprese che Sharkey dominò, avendo la pessima idea di fine match, però, di lanciare l’arbitro contro l’avversario. Fu decretato il pareggio. Cinque poliziotti dovettero intervenire per placare l’ira di Tom il Marinaio il quale, una volta in più, dimostrò una natura poco riflessiva.

Non vi era in palio alcun titolo, ad ogni buon conto.


Un altro incontro destinato a passare alla storia fu quello che lo vide fronteggiare Bob Fitzsimmons, sei mesi più tardi: il Jeffersonville Evening Journal descrisse l’evento come un autentico furto, poiché Sharkey fu messo al tappetto da un apparentemente pulito colpo alla mascella, mentre l’arbitro vide una ginocchiata per la quale squalificò Fitzsimmons, alzando il braccio di Tom.
L’arbitro in questione era Wyatt Earp, uno dei più famosi cacciatori di bisonti e uomini d’armi della nuova frontiera americana; forse proprio per la rinomata precisione al tiro dell’avventuriero le proteste non furono eccessive. A centoventi anni di distanza e con il solo citato articolo a corroborare le varie tesi, però, la mia è una mera interpretazione personale.
Due anni più tardi, il brevilineo Tom fu ritenuto meritevole di misurarsi in un match valevole per il mondiale dei pesi massimi: il titolare della cintura era l’imbattibile James Jeffries che rendeva all’avversario decine di centimetri e chili. Tom Sharkey, però, impressionò la stampa durante la cerimonia del peso, per la misura straordinaria del proprio torace che lambiva i centoventi centimetri.
Al Mechanic’s Pavilion di San Francisco l’emozione non tardò a trasformare la bolgia dei presenti in un caos senza tregua: diverse file di seggiolini collassarono, vi furono feriti e il panico si diffuse tra gli spettatori.
La polizia impiegò oltre un’ora a sedare i facinorosi, tranquillizzare i timorosi e ristabilire l’ordine.
La campana del primo round introdusse un match passato alla storia della boxe per essere stato il primo, illuminato da luce artificiale, ad essere impresso su macchina da presa.
All’undicesimo assalto Tom saggiò il tappeto, indirizzando l’arbitro verso un verdetto favorevole a Jeffries, ma solo al termine di venticinque, combattute riprese.
Naturalmente, Tom il marinaio non accettò il verdetto e dovette essere allontanato con la forza.
La forza di molte persone decise a tutto.
Il Milwaukee Journal, in un articolo dell’epoca, scrisse che nove presenti su dieci avrebbero dato la vittoria a Jeffries, legittimando ulteriormente il trionfo del campione.
Inoltre, lo stesso articolo, predisse un breve futuro alla boxe di Sharkey, fatta di violenza, scorrettezze e combinazioni elementari. Una tesi rivelatasi fondata.
Nel 1901, dopo una squalifica subita per un colpo di gomito, per comminare la quale l’arbitro fu costretto a puntare la pistola in faccia all’iracondo Tom, i giorni del Marinaio sul ring andarono ad esaurirsi.
Forte giocatore, terminò i risparmi guadagnati sul ring alle corse dei cavalli.
Non portando loro alcun rancore, divenne stalliere e, più avanti con l’età, fece il magazziniere. Il 17 aprile del 1953, Tom Sharkey passò a miglior vita.
Non trova spazio nelle classifiche dei puristi del pugilato il nome di Tom “The Sailor” Sharkey; ed è giusto che sia così, vista la pochezza stilistica della sua boxe famelica.
Abituato a lottare fin da bambino per la propria vita, il suo stile fu il riflesso sul ring di un uomo che non conosceva resa.
Tom Sharkey era piccolo di statura ma non servono approfondite analisi per capire che nessun gigante si debba mai essere azzardato a guardarlo dall’alto al basso.

Le semplici parole da lui rilasciate al crepuscolo della propria vita sono la testimonianza di un’esistenza da combattente: “Posso solo dire che qualunque gigante, campione dei pesi massimi, avesse l’idea di affrontare me, il piccolo Tom, sapeva che sarebbe entrato in un vero combattimento e ci sarebbe rimasto per tutta la durata del match!”






lunedì 20 aprile 2020

Cosa è considerato normale in Cina

Beh non so se queste siano considerate strane nel resto del mondo… quindi scrivo quello che ho visto io…
  • Non c'è un orario specifico per mangiare, in Cina si mangia sempre, infatti ci sarà ovunque qualche ristorante o night Market dove troverai qualsiasi cosa tu possa desiderare, dai noodles al barbeque d'agnello alle alette di pollo di KFC a qualsiasi ora, anche alle tre di notte.

  • I mezzi pubblici sono molto efficienti ed economici; una corsa in bus ti costa 1 o 2 yuan (0,13-0,26€) e in certi periodi dell'anno in alcune città è addirittura gratis. Le ferrovie si estendono per tutto il paese ed arrivano anche nelle aree remote come il Tibet, inoltre la Cina possiede alcuni dei treni ad alta velocità più veloci al mondo con oltre 300 miglia orarie e a Shanghai si può trovare uno tra i primi treni a lievitazione magnetica al mondo. Non sto a parlare di taxi e metropolitana che ti porteranno ovunque e sono anch'essi molto economici rispetto ai paesi europei.

  • La condivisione del cibo è un fattore culturale molto sentito in Cina. Solamente nei ristoranti in stile occidentale ci si troverà ad avere ognuno il proprio piatto, cosa che invece non avviene mai nei ristoranti locali o nelle cene di famiglia tradizionali, dove tutto viene posto al centro del tavolo in gran quantità per essere mangiato tutti insieme , magari accompagnato da una buona birra.

  • Il telefonino è il cuore e l'anima di ogni cinese, infatti attraverso un semplice tocco si può fare tutto, dal pagare le bollette all'ordinare cibo a domicilio, o ancora, prenotare la vacanza. App come Wepay e Alipay hanno ormai sorpassato l'uso delle banconote cartacee grazie alla loro comodità e sicurezza nei pagamenti. Per quanto riguarda gli acquisti online invece Taobao fa da padrone in Cina, grazie alla sua vastissima scelta di prodotti ad un prezzo vantaggioso e buona qualità.

  • Esercito di fattorini per le consegne a domicilio. La maggior parte dei cinesi ama ordinare il proprio pasto dal loro cellulare e farselo portare direttamente a casa o in ufficio, il tutto in meno di 20 minuti, grazie appunto alle molte società dedite alle consegne a domicilio, spesso in competizione tra loro. Ovunque sia la tua casa, loro ti troveranno e ti potranno il tuo pasto.

  • Hotel per stranieri, in Cina solo nelle grandi città e raramente al di fuori di esse sono presenti hotel con il permesso di ospitare stranieri. Molte volte gli hotel dedicati agli stranieri sono più lussuosi rispetto a quelli dedicati ai soli cittadini cinesi. Pertanto se si vuole viaggiare nel paese bisognerà soggiornare presso uno degli alberghi autorizzati, oppure prenotare un appartamento ma comunque poi registrarsi alla stazione di polizia locale.

  • La maggior parte degli uomini cinesi sa cucinare. Questo lo scrivo solo per curiosità e non vado ad implicare il fatto che anche in Italia ci siano molti uomini che sappiano cucinare. Molti uomini e mariti sono coloro che prendono in mano la pentola per preparare i pasti, mentre le mogli si dedicano alla cura dei figli. Questo fatto è ovviamente soggettivo, in quanto anche le donne sono certamente in grado di cucinare e quindi dipende da famiglia a famiglia.

  • I pop corn salati non esistono. O meglio, ci sono ma non sono molto popolari quanto quelli dolci… infatti al cinema guardando un film ti verranno serviti dei buonissimi pop corn dolci.

  • I ragazzi in genere sono visti come dei portaoggetti dalle loro fidanzate. Infatti è molto comunque vedere coppiette dove la ragazza è intenta a scattarsi selfie mentre il povero fidanzato è sommerso dalla sua roba quale borsetta, cappotto, borse della spesa e quant'altro. Qui in Italia penso che questo raramente possa succedere.

  • La carta igenica nei luoghi pubblici non c'è. Tutti i cinesi hanno infatti imparato a portarsela dietro da casa in quanto non troverete mai un rotolo, anche se le toilette pubbliche sono molto diffuse.

  • I neonati non indossano il pannolino, questo l'ho accettato pure io, quando andando a passeggiare al parco, in inverno, ho trovato una nonna con suo nipote che non indossava il pannolino ed era letteralmente con il sederino all'aria. In Cina c'è questa usanza di lasciare che i bambini facciano i loro bisogni ovunque vogliano, e pertanto sono provvisti di speciali pantaloni con un buco dove c'è appunto il sedere per favorire l'uscita di pipí e quant'altro.

  • La guida in Cina è alquanto pericolosa, anche per il guidatore più esperto. Anche se qui in Italia siete stati dei guidatori provetti in Cina la storia è diversa. Il traffico è spericolato e bisogna fare attenzione non solo a ciò che si sta facendo ma anche alle altre auto e specialmente ai numerosi motorini elettrici che sono ancora più pericolosi. Ogni anno si verificano milioni di incidenti, soprattutto a causa dei guidatori di motorini, per la maggior parte anziani e giovani, che anche non avendo la patente guidano comunque mettendo in pericolo non solo se stessi ma anche gli altri. Molto diffuse sono anche le simulazioni di incidenti o tamponamenti di pedoni per ottenere denaro.

  • Uscire di casa in pigiama per andare a fare la spesa, prelevare o fare qualsiasi altra cosa è molto normale in Cina.

  • Foto o domande a non finire per i viaggiatori occidentali. Non solo in città come Pechino, dove c'è un gran numero di turisti occidentali ma anche nelle aree meno visitate, spesso vi verrà chiesto da parte di curiosi, spesso anziani, di fare una foto insieme a loro o di rispondere alle loro domande, questo perché gli occidentali sono ancora visti come "creature mitologiche" possiamo dire , soprattutto dalla fascia più avanti con l'età.

  • Skincare. La maggioranza dei cinesi è di carnagione scura, e quindi, soprattutto le donne vogliono cercare di apparire più chiare possibile per rispettare i canoni di bellezza nazionali. È quindi normalissimo vedere per le strade donne di tutte le età a spasso con il loro ombrello da passeggio.

  • Gli anziani puliscono le strade, le toilette pubbliche e i centri commerciali per passare il tempo e stare in compagnia.

  • In tutte le città, sia piccole che grandi ogni sera ci si ritrova in una delle tante piazze o parchi per ballare insieme o fare esercizio fisico, tutto a tempo di musica.


Ci sarebbero sicuramente tante altre curiosità che ora non mi ricordo , per ora ciò che ho sperimentato è questo.
Spero di essere stato d'aiuto.