mercoledì 9 novembre 2011

Sgian dubh

Risultati immagini per Sgian dubh

Lo Sgian Dubh (pronunciato «schin du») è un coltello-pugnale cerimoniale (in gaelico sgian) indossato come parte del moderno abito delle Highland scozzesi, assieme al kilt. Viene indossato infilato nei calzettoni, con visibile solo il pomello.

Etimologia
Il nome deriva dal gaelico per "coltello nero", dove "nero" può riferirsi al tipico colore dell'impugnatura. È stato suggerito anche che "nero" significhi segreto o nascosto. Questa ipotesi si basa su storie e teorie che circondano le origini del coltello e il significato di "Dubh" in gaelico.

Origini
Lo sgian dubh potrebbe essersi evoluto dallo sgian achlais, un pugnale che poteva essere nascosto sotto l'ascella. Usato dagli scozzesi del XVII e XVIII secolo, questo coltello era leggermente più largo dello sgian dubh moderno e veniva portato nella parte superiore della manica o nella fodera della giacca.
Cortesia ed etichetta richiedevano che entrando nella casa di un amico, ogni arma nascosta venisse svelata. Ne segue che gli sgian achlais venivano rimossi dal loro nascondiglio e messi in mostra nella parte superiore delle calze, tenuti fermi dal reggicalze.
Lo sgian dubh è visibile nei ritratti di uomini in kilt della meta del XIX secolo. Un ritratto seguito da Henry Raeburn che raffigura Alasdair Ranaldson MacDonell of Glengarry è visibile nella National Gallery of Scotland.

Costruzione
Le prime lame variavano nella loro fattura.

Controversie
Nel Regno Unito, in base al Criminal Justice Act 1988 (sezione 139) e all'Offensive Weapons Act 1996 (sezioni 3 e 4) è legale, per qualcuno che indossa il costume nazionale scozzese, portare uno Sgian Dubh.




martedì 8 novembre 2011

Sengmen

Risultati immagini per Sengmen kung fu

Il Sengmen è una scuola di arti marziali cinesi che viene inserita nel novero delle Otto Grandi Scuole del Sichuan (Sichuan ba da liupai, 四川八大流派) che rappresentano la porzione di Scuole di Pugilato di questa provincia appartenenti anche al Nanquan.

Origini e Trasmissione
Si racconta che questa Scuola sia stata tramandata in epoca Qing da un certo Ma Chaozhu 马朝柱, definito Grande Cavaliere, che avrebbe tentato di assassinare l'imperatore Jiaqing 嘉庆 e perciò ricercato dalle autorità imperiali si sarebbe rifugiato in Sichuan. Per paura delle spie imperiali cambiò il proprio cognome in Zhao e siccome vendeva lino (Mabu 麻布) per vivere venne soprannominato Zhao Mabu. Egli studiò Shaolinquan. Come allievi ebbe Niqiu 泥鳅, Huang Shan黄鳝, Li Houzi黎猴子, Liu Queba 刘阙巴, Jue Dengwu 觉登武, wei Dengyun 魏登云, Hou Shifu侯仕福, ecc.



lunedì 7 novembre 2011

Jinnaluo

Risultati immagini per Jinnaluo



Jǐnnàluó (緊那羅; in caratteri cinesi semplificati 紧那罗) è la resa in cinese del termine sanscrito kiṃnara (in pāli kinnara) che indica degli esseri divini propri della cultura religiosa indiana e del Buddhismo, legati al mondo celestiale e musicale e aventi un corpo di uccello con la testa umana. Con la diffusione delle credenze buddhiste anche i kiṃnara, spesso rappresentati nei sutra buddhisti come il Sutra del Loto, giungono, a partire dai primi secoli della nostra Era, fino nell'Estremo Oriente entrando nella cultura religiosa di quei popoli.

Jinnaluo ed il tempio Shaolin
La figura di Jinnaluo Wang (那罗殿) appare associata al tempio Shàolín nel testo Shaolin Gunfa Zanzong scritto nel 1616 da Cheng Chongdou. Egli racconta che la tecnica del Bastone Shaolin apparve nel XIV secolo durante la rivolta dei Turbanti Rossi (Hongjinjun, 红巾军), che mise fine alla dinastia Yuan. Questa leggenda racconta che il monastero stava per essere attaccato dagli insorti. Un monaco guardiano del fuoco della cucina, si presentò armato dell'attizzatoio e mise in fuga i rivoltosi. In seguito, i Bonzi riconobbero in quella azione l'intervento della divinità protettrice Jinnaluo Wang. Sempre secondo Cheng Chongdou, un certo Hama (哈麻), della scuola Lamaista di Jinnaluo, insegnò il maneggio del bastone ed il pugilato al Bonzo Shaolin Biandun (匾囤). Oggi, all'interno del Tempio Shaolin esiste un padiglione interamente dedicato a questa divinità e chiamato Jinnaluo Dian (那罗殿). Esso viene rappresentato come un Demone con grandi occhi e denti ferini, che impugna una mazza.


domenica 6 novembre 2011

Ambaghai

Risultato immagini per Ambaghai



Ambaghai Khan (pre 1147 ca. – post 1147) figlio di Sengun Bilge è stato un sovrano e condottiero mongolo.

Vita
Il Khagan Kabul Khan, suo cugino, lo nominò suo successore. Ambaghai era un discendente di Tumbinai Khan.
Di lui poco è noto tranne che apparteneva al gruppo tribale dei Taidjud. Durante il suo regno venne catturato in uno scontro, fu fatto ostaggio dai Tartari e venne poi ucciso dagli Jurchi.
Dopo di lui per alcuni anni non venne più eletto un Khan unitario fino a Gengis Khan. Nel dichiarare guerra contro gli Jurchi poi, lo stesso Gengis, annoverò tra i motivi scatenanti, l'uccisione del suo predecessore Ambaghai.

Discendenze
Tra i suoi figli vi furono Orbai e Sokotai.


sabato 5 novembre 2011

Kenjiro Yoshigasaki

Risultato immagini per Kenjiro Yoshigasaki




Kenjiro Yoshigasaki (1951) è un artista marziale giapponese, arrivò in Europa negli anni settanta per rappresentare la Ki No Kenkyukai.
Kenjiro Yoshigasaki sotto la Ki No Kenkyukai del maestro Koichi Tohei raggiunse l'ottavo dan di Ki Aikidō. Egli tenne stage ed insegnò in numerosi Dojo in Europa, Sudafrica e Sudamerica. Nel 2002, quando il maestro Koichi Tohei cessò di insegnare, lasciando il posto a suo figlio, il maestro Yoshigasaki fondò una propria scuola, l'"associazione internazionale Ki No Kenkyukai", che riunisce i dōjō di tutta l'Europa, del Sudafrica e del Sudamerica.
La didattica del suo maestro, il grande Koichi Tohei, era basata sul concetto di punto unico: la riproposizione, in termini comprensibili anche agli occidentali, del concetto di "hara", cioè il centro vitale dell'uomo situato (secondo antica credenza) nel basso ventre, poco sotto l'ombelico. Da ciò seguivano una serie di "precetti" che aiutavano il praticante a migliorare e sviluppare il proprio Ki, cioè la propria energia vitale.
Yoshigasaki progressivamente abbandonò questa impostazione per passare a una didattica basata sul concetto di "linea", riprendendo un concetto giapponese che, ad esempio, si ritrova nell'arte del massaggio. È importante ricordare che i concetti di punto, linea o qualsivoglia altro esempio non sono da prendere alla lettera, come luoghi geometrici immutabili, ma sono un tentativo di rendere tramite concetti fissi il movimento del corpo umano nello spazio, che di fisso ha ben poco; un maestro di ki aikido non penserà mai a questi concetti nella pratica reale, essi sono delle linee guida per lo studio delle tecniche. Infatti solo una pratica costante riesce a rendere in modo vero il senso del ki aikido, le parole sono un aiuto (in certi casi, perché per alcuni individui invece fungono da ostacolo).
Attualmente vive in Belgio, muovendosi frequentemente per viaggi di insegnamento.


venerdì 4 novembre 2011

Zagaglia

Risultato immagini per Zagaglia



La zagaglia (arabo az-zaġāyah, derivato dal berbero zaġāya - lett. "lancia; en. assegai; fr. sagaie; es. azagaya) è un'arma inastata eiettabile, più corta della lancia propriamente detta ma più pesante rispetto al giavellotto, con lama più sviluppata, ampiamente diffusa tra i popoli dell'Africa. Discende, con buona probabilità, da un tipo di arma bianca sviluppatasi nel Paleolitico che aveva un corto manico e la lama in pietra, osso o corno. A volte è chiamato zagaglia solo il ferro di una comune lancia.

Storia
I primi reperti relativi alla produzione di zagaglie datano alla fase finale del Paleolitico nota come "Magdaleniano". A quel tempo la parte contundente delle zagaglie era costituita da una lunga punta in osso/corno. Come altri tipi di proiettili preistorici, anche la zagaglia era utilizzata, al momento del lancio, in combinazione con il propulsore che permetteva all'utilizzatore di massimizzare potenza e gittata. La ricchezza dei reperti ha permesso agli archeologi di identificare diversi tipi di queste armi primitive basate sulla differente lavorazione della punta.
Questo tipo di arma andò sostanzialmente scomparendo in Europa durante l'Età del bronzo, quando l'arma inastata "da mischia", la lancia vera e propria, si differenziò sempre più dall'arma "da lancio", il giavellotto. Un ultimo esempio di zagaglia europea può forse essere considerata la frama dei guerrieri germani descritta da Cesare nel De bello gallico. In Africa, invece, la zagaglia sopravvisse durante l'età dei metalli, acquisendo punta in metallo in foggia di lama relativamente pronunciata, restando in uso sia presso le popolazioni sahariane sia presso le popolazioni sud-sahariane.


giovedì 3 novembre 2011

Ashigaru

Risultato immagini per Ashigaru




Gli ashigaru (足軽 lett. "piedi leggeri") furono fanti impiegati nei conflitti del Giappone feudale dalla casta dei samurai. Il primo riferimento noto agli ashigaru si trova ne XIV secolo, ma è solo durante il periodo Muromachi che l'uso degli ashigaru divenne prevalente tra le varie fazioni in guerra.

Origini
Vennero fatti dei tentativi da parte dell'Imperatore del Giappone Tenmu (673-686) di arruolare un esercito nazionale di leva, ma con scarsi risultati, e nel X secolo il Giappone faceva invece affidamento sui singoli feudatari perché fornissero gli uomini necessari a combattere le guerre. Questi feudatari, proprietari di cavalli; avrebbero poi formato la casta dei samurai e gli uomini che per loro lavoravano la terra divennero i fanti durante le guerre. Questi fanti potevano avere antichi legami di fedeltà verso i feudatari che risalivano a molte generazioni precedenti.
I samurai, insieme ai contadini a piedi, combatterono in molte guerre e conflitti tra cui le invasioni mongole del Giappone nel 1274 e 1281. Il costante incessare delle guerre tra il IX e il XI secolo ha fatto si che si rendesse necessario l'arruolamento di soldati slegati da questi vincoli di fedeltà. Pagati solamente col bottino derivato dalle razzie, questi mercenari non erano ben addestrati e quindi non vi si poteva sempre fare affidamento in battaglia. Ciò nonostante, questi soldati di ventura sarebbero poi diventati gli ashigaru.

Armi e armature
Gli ashigaru erano comunemente armati con una naginata, yari, yumi e una spada. L'armatura indossata dagli ashigaru variò a seconda del periodo, da nessuna protezione al pesantemente corazzato. poteva consistere di un cappello conico chiamato jingasa laccato, costruito in pelle o ferro, pettorali (dō), elmo (Kabuto), cappuccio (tatami zukin), delle maniche rinforzate (kote), gambali (suneate), e cosciali (haidate).
La guerra del periodo Sengoku (XV e XVI secolo) richiese grandi quantità di armature da produrre per i sempre crescenti eserciti di ashigaru. Semplici munizioni, corazze ed elmetti vennero prodotti in serie tra cui l'armatura chiamata tatami che poteva essere piegata su se stessa per diminuirne l'ingombro. La tatami era costituita da piccole piastre di ferro rettangolare o esagonale, unite tra loro per formare cotta di maglia e cucita su una base in panno. Nel XVI secolo gli ashigaru furono anche equipaggiati con archibugi del tipo noto come Tanegashima. Potevano inoltre portare lungo la schiena un'asta con in cima uno stendardo, chiamata sashimono per facilitarne l'identificazione durante la battaglia.

Servizio in guerra
Durante la guerra Ōnin, gli ashigaru si guadagnarono la fama di soldati indisciplinati quando saccheggiarono e bruciarono Miyako (l'odierna Kyoto). Nel successivo periodo Sengoku il modo di combattere in guerra cambiò da numerosi duelli singoli al confronto tra formazioni disposte in ranghi. Pertanto, gli ashigaru diventarono la spina dorsale di molti eserciti feudali e alcuni di essi guadagnarono maggiore risalto.
Coloro a cui venne affidato il controllo degli ashigaru venivano chiamati ashigarugashira (足軽頭?). Il più famoso di loro era Toyotomi Hideyoshi, che promosse molti dei suoi seguaci al rango di samurai. Yamauchi Katsutoyo fu uno dei questi samurai, successivamente diventato daimyō, che iniziò la propria carriera come ashigaru.

Nuove armi e tattiche
Gli ashigaru costituirono la spina dorsale degli eserciti dei samurai nei periodi più recenti. Il vero cambiamento per gli ashigaru iniziò nel 1543 con l'introduzione degli archibugi da parte dai portoghesi. Quasi immediatamente i daimyō iniziarono a dotare i propri ashigaru con le nuove armi che richiedevano scarso addestramento per essere impiegati con profitto, rispetto agli archi lunghi che richiedevano anni e anni di pratica. Man mano che le battaglie diventavano più complesse e le forze in campo più numerose, gli ashigaru vennero sottoposti a rigorosi addestramenti in modo che mantenessero i ranghi di fronte al fuoco nemico.
Il vantaggio degli archibugi si è rivelato decisivo nelle guerre dei Samurai. Ciò divenne evidente nella battaglia di Nagashino nel 1575, dove fucilieri ashigaru, accuratamente posizionati, appartenenti ai clan Oda e Tokugawa, sventarono le ripetute cariche della cavalleria del clan Takeda contro le linee difensive del clan Oda distruggendo la spina dorsale della macchina da guerra dei Takeda.
Dopo la battaglia, il ruolo degli ashigaru negli eserciti venne riconosciuto, ed essi divennero un essenziale complemento ai samurai. Questo vantaggio venne utilizzato nelle invasioni della Corea nel 1592 e nel 1597 contro i coreani e successivamente contro i cinesi. Anche se il rapporto tra i fucili e gli archi era 2:1 alla prima invasione, il rapporto divenne 4:1 durante la seconda invasione data l'alta efficacia dei fucili.

La dismissione della leva obbligatoria
Dopo l'instaurazione dello shogunato Tokugawa, l'arruolamento di ashigaru cadde in disuso. Dal momento in cui gli ashigaru divennero soldati professionisti dopo Oda Nobunaga, gli ashigaru vennero gradualmente allontanati dal lavoro terriero. Durante il periodo Edo, il ruolo degli ashigaru venne ripristinato e l'uso dei coscritti venne abbandonato per oltre duecento anni in Giappone. Gli ashigaru vennero considerati parte della classe dei samurai in alcuni Han (domini), ma non in altri.


mercoledì 2 novembre 2011

Dieci discepoli principali del Buddha

Risultato immagini per Dieci discepoli principali del Buddha


I Dieci discepoli principali (o Dieci grandi discepoli: in lingua cinese 十大弟子 shí dà dìzǐ; in lingua tibetana nyan-thos nye-'khor bcu) sono l'elenco dei dieci principali discepoli del Buddha Śākyamuni così come presentato in numerosi sūtra del Buddhismo Mahāyāna raccolti all'interno dei Canoni buddhisti cinese e tibetano.
Tale elenco comprende i seguenti discepoli del Buddha:
  1. Ānanda (in cinese 阿難 Ānán, anche 阿難陀 Ānántuó; in tibetano Kun-dga'-bo).
  2. Aniruddha (in cinese 阿那律 Ānàlǜ; in tibetano Ma-'gags pa).
  3. Kāśyapa (in cinese 迦葉 _Jiāyè; in tibetano 'Od-srung).
  4. Kātyāyana (in cinese 迦旃延 Jiāzhānyán; in tibetano Ka-tya'i bu-chen-po).
  5. Maudgalyāyana (in cinese 目犍連 Mujianlian; in tibetano Mo'u-dga-la gyi bu).
  6. Pūrṇa (in cinese 富樓那 Fùlóunà; in tibetano Gang-po).
  7. Rāhula (in cinese 羅睺羅 Luóhuóluó; in tibetano sGra-can 'dzin).
  8. Śāriputra (in cinese 舍利弗 Shèlìfú; in tibetano Shā-ri'i bu).
  9. Subhūti (in cinese 須菩提 Xūpútí; in tibetano Rab-'byor).
  10. Upāli (in cinese 優婆離 Yōupólí; in tibetano Nye-bar-'khor).



martedì 1 novembre 2011

Type 30 (baionetta)

Risultato immagini per Type 30 (baionetta)



La Type 30 (三十年式銃剣 sanjūnen-shiki jūken) era una baionetta progettata per l'Esercito imperiale giapponese per essere usata sul fucile Arisaka Type 30 e che successivamente fu impiegata anche in combinazione coi modelli Type 38 e Type 99. Ne furono prodotti circa 8,4 milioni e rimase in uso dalla guerra russo-giapponese fino alla fine della seconda guerra mondiale.

Descrizione
La Type 30 era una sciabola-baionetta ad un solo filo con una lunghezza totale di circa 51,4 centimetri (che poteva variare leggermente a seconda delle versioni) di cui circa 40 erano occupati dalla lama; il peso era di circa 700 grammi. Era conosciuta anche come "baionetta modello 1897". Le prime Type 30 solitamente sfoggiavano una guardia ricurva a forma di gancio che conferiva loro un aspetto caratteristico, ma i modelli successivi avevano una guardia diritta.
Il design era pensato per permettere al soldato giapponese medio di avere una portata sufficiente per perforare l'addome di un uomo a cavallo. Tuttavia l'arma presentava diversi svantaggi, alcuni causati dalla scarsa qualità delle modalità di forgiatura impiegate; ad esempio tendevano ad arrugginire rapidamente, a non mantenere il filo e a spezzarsi facilmente.
L'arma fu prodotta dal 1897 al 1945 in diverse località, tra cui gli arsenali di Kokura, Koishikawa e Nagoya, e anche sotto contratto da parte di produttori privati come Matsushita, Toyoda e altri.