lunedì 20 agosto 2018

Bulli, non arrendersi

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Quando un piantagrane entra in una stanza,
sta cercando di vedere chi lo sta guardando.

Peyton Quinn



La mail di questo blog è costantemente assediata da persone che sentono di non potersi "tirare indietro" da alcune situazioni. Molti erroneamente pensano che se non stanno in piedi e combattono, saranno considerati in malo modo dagli altri.
La loro paura è che non saranno rispettati. Un ulteriore timore è che se si allontanano da un combattimento, saranno vittime di bullismo e saranno presi di mira in futuro . I loro pensieri sembrano arrestarsi lungo quella linea di pensiero che afferma che se non combattono saranno segnati per sempre come una vittima. Così si sentono perennemente persi e disorientati perché sembra che i problemi siano sempre li a cercarli.
La domanda clamorosa che si pongono è: "Che cosa faccio?"
Innanzitutto, la maggior parte delle persone oggetto delle attenzioni di qualche bullo non capiscono cosa stanno facendo per attirare l'attenzione dei bulli. L'accumulo di espisodi violenza è sempre una strada a doppio senso. Ogni azione che facciamo nel quotidiano può influire sul fatto che si sia più o meno selezionati per diventare l'intrattenimento di qualche bullo. Finché questo non verrà compreso, non ci si renderà conto di quanto controllo stiate cedendo.



Come la gente reagisce ai bulli (e come i bulli scelgono le loro vittime)
In realtà, circa l'80% delle persone non si accorge nemmeno di quanto sia vicina ad un bullo. Sono troppo occupate a fare qualcos'altro. Che ci crediate o no, questo le salva da molti tipi di guai. Semplicemente non guardandolo, il messaggio che queste persone trasmettono è che non vogliono partecipare allo stupido gioco del bullo.
Del restante 20 percento delle persone, la maggior parte li guarderà e poi tornerà a qualsiasi altra cosa stessero facendo (ad esempio la conversazione che stanno avendo, leggendo un libro, facendo shopping, ecc.). Il tizio non è importante per loro. Questo perchè è come se non lo vedessero... è solo parte dell'ambiente circostante.
Ora si potrebbe pensare che il bullo scelga la sua vittima tra queste persone, ma non è così.
Questa tipologia di apparenti vittime in realtàsono molto più pericolose del bullo in sé stesso. Tanto per cominciare, la maggior parte di queste persone è in un ambiente in cui ci sono altre persone. Questo è un problema per un bullo. Ma hanno anche un'altra caratteristica importante, cioè non hanno paura di chiamare aiuto. Questa disponibilità è qualcosa che accomuna sia le persone inconsapevoli del pericolo che semi-consapevoli. A questo punto è abbastanza chiaro che non si deve essere grandi e forti per poter gestire un bullo. Tutto quello che si deve saper fare è essere abbastanza intelligenti da chiedere aiuto prima che il piantagrane superi ogni limite. Sono un pericolo per i bulli, perché non esiteranno a chiamare qualcuno che potrebbe mettere il piantagrane al suo posto.
A questo punto siamo riusciti a ridurre drasticamente il numero di persone che potrebbero essere vitttime predestinate di un bullo. Quindi diciamo che abbiamo usato un campione di 100 persone. 80 non lo noteranno nemmeno. Dei 20 circa l'80% torneranno a fare quello che stavano facendo. Quindi, dei 100 originali, solo circa quattro saranno disposte ad interagire con il bullo.
Queste quattro possono essere suddivise in quattro tipologie di base.
1) Quelli che per lavoro sono costretti a trattare con il bullo (commessi, addetti al ristorante, ecc.). 2) Coloro che sono vittime predestinate.
3) Coloro che combatteranno.
4) Coloro i quali consegneranno al "bullo" il suo fegato (dopo averglielo estratto).
Quest'ultima categoria è particolarmente interessante. Questo è qualcuno che è così "al di là" di tutto e tutti da sapere di non aver fatto nulla per farsi notare. Questo è letteralmente l'equivalente di un piccolo squalo che non attira l'attenzione di uno più grande. Se lo fa, potrebbe diventare il pranzo di qualcuno. Di solito questi individui lasciano l'area il più rapidamente e silenziosamente possibile. Sapere "quando non ci si deve comportare male" è un importante tratto della sopravvivenza per strada. I bulli sanno che provocare un avversario scomodo è il modo più veloce per accusare un intenso dolore fisico.
Se vi siete mai chiesti perché i bulli scelgono di comportarsi o di non comportarsi in un certo modo in determinate circostanze, l'avete appena letto. Esiste una correlazione diretta tra la spavalderia, il comportamento rumoroso, antipatico e aggressivo e la distanza dalla potenziale vittima più vicina.
(Purtroppo questo discorso vale anche per chi è disposto a chiamare rinforzi, ad esempio la radio accanto all'autista ha un grande effetto smorzante su di un comportamento anomalo. Il problema con questi tipi è che per alcuni bulli è un gioco. Paragonabile ad un gioco d'azzardo, sanno che devono andarsene prima che arrivino le autorità. La sfida è: quanti problemi possono fare prima di scappare? Questo è il brivido. Tuttavia, questo gioco si basa sempre su qualcuno che non è in grado di reagire in modo adeguato.)
Con queste nozioni, puoi iniziare a cercare queste dinamiche durante l'azione. Mentre la curiosità ci porta ad osservare i bulli (osserva se di colpo iniziano a comportarsi bene), quando cambiano il loro comportamento guardarti intorno! Di solito quando vedi un gruppo di bulli che da arrogante ha cambiato il proprio comportamento, è perché sanno che c'è qualcosa nell'acqua più grande di loro. La cosa divertente è che di solito ciò che loro interpretano come una minaccia potrebbe non essere così evidente come credi, quindi devi davvero guardarti intorno per capire chi o cosa ha cambiato il loro comportamento.
È interessante notare come il comportamento di questi bulli sia - almeno superficialmente - esattamente lo stesso di chi li guardava e poi tornava alla propria attività. Osserveranno il potenziale problema, prenderanno le loro misure e poi restituiranno la maggior parte della loro attenzione a ciò che stavano facendo. La differenza è che la minaccia ha "spostato i loro ingranaggi mentali". Anche se quest'ultima è tornata a quello che stava facendo, c'è ancora in essa un grado di attenzione che ora li sta monitorando, i loro movimenti e il comportamento dei potenziali guastafeste. Egli non ha paura, ma è un grande predatore consapevole della presenza di predatori minori. Fino a quando i predatori minori non inizieranno a fare guai, il più grande continuerà a fare quello che sta facendo. Ma sarà pronto a fermare il comportamento del predatore minore, se necessario.



Sei stato selezionato
Questo ci porta ad un'altra tipologia di quelle quattro persone che guardano quando entra il bullo. Queste sono le "vittime". Se non c'è nessuno vicino per fermare il bullo, saranno selezionati per attirare attenzioni indesiderate. Queste sono quelle persone che andranno fuori di testa per la sola presenza del bullo. Queste persone gli stanno inviando un chiaro segnale, ovvero che sono sicure che verranno scelte .
Sfortunatamente, questo comportamento è esattamente ciò che il bullo sta cercando. Bulli e molestatori raccolgono questa "vibrazione" come uno squalo rileva il sangue nell'acqua. A differenza di uno squalo, però , quando incontreranno qualcuno che emette questi segnali, i bulli giocheranno al gatto ed al topo con la loro vittima. Questa è una corsa e loro partono con il vantaggio della paura e dell'ansia che stanno causando. Ciò significa che spesso prolungano la paura delle loro vittime intimidendole. Ufficialmente "non stanno facendo nulla", ma in realtà stanno instillando molto attivamente il terrore nelle loro future vittime. Un esempio di questo atteggiamento è quando un prepotente in classe aspetta fino a quando l'insegnante non gira la schiena prima di fare un gesto minaccioso alla vittima. Alla fine della lezione, la vittima è quasi isterica di paura, ma il bullo non ha fatto nulla di evidente.
Se avete mai visto un gruppo di bulli diventare più rumorosi e più odiosi in un treno o in un autobus, quello a cui avete assistito era che stavano recitando, questo peggioramento del comportamento è tanto convincente da parte loro che possono farla franca anche quando è una palese intimidazione.
L'ultima tipologia è formata da quelli che non sono sicuri di se stessi e delle loro capacità. Quando un tizio entra nella loro zona, devono "fissarlo". Lo fanno per molte ragioni, ma principalmente lo fanno perché hanno qualcosa da dimostrare - non al mondo, ma a loro stessi. A differenza della vittima, queste persone partecipano attivamente alla creazione del problema. Prima o poi, loro e il tizio si troveranno nelle immediate vicinanze, le parole cesseranno ed inizieranno i guai.
Ora la cosa divertente è che sono proprio quelli che più temono di essere bollati come vittime. Quindi pensano che debbano "alzarsi" con il bullo.
Il mio punto è: c'è una grande, grande differenza tra "Ho paura di combatterti" e "Ho scelto di non combatterti adesso".
Ma le persone che pensano di avere qualcosa da dimostrare non riescono a comprenderlo. Pensano di dover mostrare a tutti che non hanno paura. Vorrei anche sottolineare che tendono ad essere selettivamente sorde. Cioè se 99 persone gli dicono che va bene non combattere, l'unica persona che sentiranno è quell'"uno". È il cosiddetto "amico" che li sminuisce per aver deciso di non combattere ed è l'unico che sentiranno più forte e più chiaro rispetto a tutti gli altri.
Ora, con tutto quello che hai letto qui, che ne dici del tuo comportamento puoi cambiare in modo da non essere la vittima che questi bulli stanno cercando?


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domenica 19 agosto 2018

Kyūjitai

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Kyūjitai (旧字体), letteralmente "forma antica dei caratteri", sono gli antichi kanji tradizionali della lingua giapponese, oltre 45000, derivati dagli ideogrammi cinesi. La relativa versione semplificata è costituita dagli shinjitai, "forma nuova dei caratteri", oggi comunemente utilizzati per scrivere in giapponese. I caratteri semplificati comparvero già secoli fa e si diffusero nella lingua scritta comune sia in Cina che in Giappone, anche se considerati poco eleganti, finché dopo la seconda guerra mondiale vennero ufficializzati in entrambi i paesi. In Giappone, fino all'approvazione, il 16 novembre 1946, della lista dei 1850 tōyō kanji semplificati per la stampa (poi sostituita dalla lista dei 1945 jōyō kanji nel 1981, ulteriormente modificata nel 2010), i kyūjitai erano noti come seiji (正字, "caratteri corretti") o seijitai (正字體). Anche dopo l'abbandono ufficiale della forma tradizionale, i kyūjitai furono ancora usati spesso nella stampa durante tutti gli anni cinquanta a causa del ritardo nel rinnovamento dei set tipografici. I kyūjitai vengono talvolta utilizzati ancora oggi da alcuni autori, dal momento che il loro uso non è vietato, ma solo deprecato. Ad esempio, i caratteri kyūjitai sono ancora frequenti nei nomi propri di persona, ed integrano i 293 jinmeiyō kanji, i caratteri comunemente usati per i nomi propri.

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sabato 18 agosto 2018

Fitoterapia

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La fitoterapia, dal greco phytón (pianta) e therapéia (cura) è, in senso generale, quella pratica che prevede l'utilizzo di piante o estratti di piante per la cura delle malattie o per il mantenimento del benessere psicofisico. Il termine fitoterapia compare per la prima volta nel trattato di Lineamenti di fitoterapia del medico francese Henri Leclerc (1870-1955).
Data l'antichità di questa pratica, che con tutta probabilità rappresenta il primo esempio di pratica terapeutica umana, e data la sua generalizzata distribuzione geografica, è impossibile dare una descrizione di essa in termini di un sistema terapeutico specifico (come ad esempio è possibile fare per l'omeopatia). Piuttosto è sensato dire che l'utilizzo terapeutico delle piante si ritrova in tutti i sistemi terapeutici umani, da quelli più antichi e basati su osservazione ed empirismo, a quelli più sofisticati e con livelli di complessità teorica elevata, fino alla moderna biomedicina. La medicina popolare si serve di rimedi fitoterapici da tempi immemorabili. Ippocrate citava il rimedio come terzo strumento del medico accanto al tocco e alla parola.
Dal punto di vista terminologico, limitandosi alla Unione europea, solo da pochi anni, e limitatamente alla Gran Bretagna, esiste una categoria professionale istituzionalizzata di fitoterapeuti, con percorso formativo universitario distinto da quello previsto per la biomedicina, e con protezione legale del nome. Negli altri stati membri della UE il termine fitoterapeuta non ha valore legale, e la fitoterapia non è una branca riconosciuta dalla biomedicina.

Principi attivi

Le piante sono fra le principali fornitrici di sostanze medicamentose. Vanno considerate veri e propri produttori e contenitori dinamici di sostanze chimiche (Firenzuoli, 2009). Nella loro evoluzione esse hanno sviluppato innumerevoli metaboliti secondari che svolgono per la pianta varie funzioni ecologiche (repellenza, difesa dagli erbivori, lotta contro altre specie vegetali per il controllo delle risorse, difesa dai parassiti, attrazione degli impollinatori, ecc.). Questi stessi metaboliti secondari hanno mostrato importanti attività farmacologiche nell'uomo. Ecco una lista esemplificativa dei vari principi attivi:
  • fenoli semplici
  • polifenoli - tannini e flavonoidi
  • glicosidi (fenilpropanoidi, antrachinoni, glucosinolati, iridoidi, glicosidi cianogeniche)
  • terpeni
  • terpenoidi e saponine (fitosteroli, glicosidi cardioattive, triterpeni)
  • olii essenziali e resine
  • alcamidi
  • alcaloidi
Le attività che questi metaboliti possono esercitare sulla fisiologia umana sono molteplici e sarebbe impossibile riassumerle brevemente, tuttavia una lista sommaria comprenderebbe:
  • sostanze tossiche
  • sostanze con attività ormonoregolatrici
  • sostanze ad attività antimicrobica
    • battericidi
    • virostatici
    • fungicidi
  • sostanze lassative
  • sostanze antinfiammatorie
  • sostanze attive sul sistema nervoso centrale e periferico
  • sostanze antiossidanti
Le moderne preparazioni fitoterapiche sono ottenute a partire dal materiale vegetale, sia fresco che essiccato, tramite estrazioni con solventi e metodiche diverse: se il solvente è l'etanolo in percentuali diverse si parla di estratti idroalcolici, solitamente chiamati tinture madri (o, tinture officinali, o estratti fluidi); se il solvente è l'acqua si parla di infusi, decotti o macerati a freddo; se il solvente è un olio grasso si parla di oleoliti; l'estrazione con solventi diversi e non alimentari (esano, cloroformio, ecc.), che vengono poi eliminati, permette la preparazione di estratti molli e secchi. Alcune preparazioni sono costituite da estratti di singole piante, altri da combinazione di estratti da diverse piante. In particolare i medici hanno la possibilità non di preparare ma di prescrivere preparazioni vegetali che poi prepara il farmacista (medicinali galenici magistrali) Le preparazioni in libera vendita devono sottostare a vari standard di tipo qualitativo, mentre gli standard di efficacia e tossicologici vengono applicati (nella UE) solo a quei preparati ai quali venga riconosciuto lo status di farmaci vegetali (herbal medicines). Per i preparati che non rientrano in questa categoria valgono le regolamentazioni dei singoli stati membri.

Pericoli

L'uso di piante e dei loro derivati può essere utile nella terapia e nella prevenzione di molte malattie. Talvolta tuttavia si possono verificare anche "sfruttamenti promozionali" di piante ed erbe delle quali si vantano proprietà terapeutiche non documentate e delle quali talvolta si ignorano i possibili pericoli, ma fortunatamente esiste oggi in Italia una specifica regolamentazione dei prodotti naturali (Firenzuoli, 2009; Silano, 2006). L'equazione "naturale = benefico" è infatti spesso un semplice tranello atto ad abusare della credulità di alcune persone: anche i virus, difatti, sono naturali, come pure i funghi velenosi o la cicuta che Socrate fu costretto ad assumere.
Anche le interazioni con i farmaci tradizionali devono essere valutate con attenzione così come gli effetti collaterali, ampiamente descritte fin dal 1996 (Firenzuoli, Le insidie del Naturale) e poi successivamente approfondite (Firenzuoli, 2001, 2008). Attenzione va ad esempio posta al sistema enzimatico epatico ed intestinale P450 e alle sue varie isoforme, oltre che alla proteina di trasporto denominata P-gp (P.Campagna, 2008). In particolare oggi sappiamo che esistono molte piante che interagiscono con i farmaci, riducendone l'attività o al contrario aumentandone la tossicità, tutte situazioni che devono essere ben conosciute onde prevenire interazioni pericolose o al contrario sfruttarne tutte le sinergie (Firenzuoli, 2008).

Premesse fitoterapiche

Nel sistema sanitario italiano, la fitoterapia non esclude l'autoprescrizione, tanto che esistono fitoterapici da banco senza obbligo di ricetta medica dispensati dal farmacista in farmacia e parafarmacia (Silano, 2006). Per la prescrizione, che è un atto medico, occorrono:
  • la laurea in medicina e chirurgia, l'abilitazione all'esercizio professionale e l'iscrizione all'Ordine dei Medici
  • anche se auspicabile, non è indispensabile una formazione specifica, come un master post-laurea, il quale tuttavia fornisce adeguate competenze circa la composizione delle piante, tecniche estrattive, conoscenze di galenica, e soprattutto l'acquisizione di competenze all'uso clinico delle piante medicinali.

venerdì 17 agosto 2018

Hatsuyume

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Hatsuyume (初夢), nella cultura giapponese, è la parola con cui si indica il primo sogno dopo il capodanno. Tradizionalmente, il contenuto del sogno sognato dal sognatore predirebbe eventi prosperi per l'anno venturo.
In Giappone, la notte del 31 dicembre di solito si passava in bianco, di conseguenza l'hatsuyume' era il sogno del 1º gennaio. Questo spiega perché il 2 gennaio (il giorno dopo il "Primo sogno") è conosciuto come Hatsuyume nel tradizionale calendario giapponese.
È auspicio di buona fortuna sognare del Monte Fuji, un falco, oppure una melanzana. Il credo esiste sin dal periodo Edo ma ci sono varie teorie riguardo alle origini e al perché della prosperità di tali combinazioni. Si pensa che sia tutto dovuto all'imponenza del Monte Fuji, la vettà più alta del Giappone, alla forza e acume del falco e alla parola nasu (melanzana) che suggerisce qualcosa di grandioso finalmente raggiunto o ottenuto (nasu 成す). Una combinazione ulteriore suppone che l'auspicio sia positivo perché il Monte Fuji, la falconeria e le piantine giovani di melanzane erano le cose favorite dallo shōgun Tokugawa Ieyasu.
Sebbene comune in Giappone, questa superstizione, elencata come Ichi-Fuji, Ni-Taka, San-Nasubi (一富士、二鷹、三茄子 - 1. Fuji, 2. Falco, 3. Melanzana), il resto della lista è per lo più ignoto. La lista contiene altri tre elementi:Yon-Sen, Go-Tabako, Roku-Zatō (四扇、五煙草、六座頭 - 4. Ventaglio, 5. Tabacco, 6. agopuntore cieco. Le origini di questo trio sono ignote ed è ignoto e questi ultimi elementi siano stati aggiunti in seguito alla lista oppure siano stati presenti sin dall'inizio.

giovedì 16 agosto 2018

Hansei

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Lo Hansei (反省 "auto-riflessione") è un concetto centrale della cultura giapponese. Il suo significato fa riferimento all'idea di trarre insegnamento dai propri errori passati al fine di evitarli in futuro e ottenere il massimo da quest'esperienza negativa (questo atteggiamento trova un parallelo nel proverbio tedesco "Selbsterkenntnis ist der erste Schritt zur Besserung", ovvero "La comprensione è il primo passo verso il miglioramento").
Un esempio circa questo atteggiamento è dato dal comportamento assunto dai politici giapponesi coinvolti in episodi di corruzione: appaiono in pubblico per chiedere pubblicamente scusa dei loro gesti passati e scompaiono dalla scena politica per alcuni anni. Dopo alcuni anni tuttavia ritornano nuovamente sulla scena politica, godendo del fatto che a quel punto il giapponese medio ritiene che abbiano "imparato la lezione".
Nelle aziende lo hansei è l'atteggiamento che un dirigente si attende da un suo sottoposto che abbia compiuto un errore. Il manager di livello superiore si assume ogni responsabilità mentre la divisione aziendale lavora per risolvere il problema.
Hansei significa anche l'accogliere il successo in ambito lavorativo con modestia e umiltà. Fermare lo hansei significherebbe di fatto bloccare il processo di crescita personale, in quanto un individuo diventerebbe a tal punto convinto della propria superiorità che smetterebbe di operare al meglio nel contesto in cui opera, in maniera egoistica e controproducente.

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mercoledì 15 agosto 2018

Feng shui

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Il feng shui (風水, 风水, fēng shuǐ) è un'antica arte geomantica taoista della Cina, ausiliaria dell'architettura, affine alla geomanzia occidentale. A differenza di questa prende però in considerazione anche aspetti della psiche e dell'astrologia. Attualmente non esiste alcuna prova scientifica delle sue ipotesi.

Origini

Non esiste una dottrina unificata o testi canonici sul feng shui, ma esistono numerose scuole che hanno sviluppato una serie complessa di regole, le due più importanti sono San Yuan Pai e San He Pai.
Feng shui significa letteralmente "vento e acqua", in onore ai due elementi che plasmano la terra e che col loro scorrere determinano le caratteristiche più o meno salubri di un particolare luogo. Secondo il taoismo esistono due principi generali che guidano lo sviluppo degli eventi naturali, essi sono il Ch'i e l'equilibrio dinamico di Yin e Yang. Lo yin è il principio umido oscuro e femminile, mentre lo yang è il principio caldo luminoso e maschile. Nel feng shui lo yin è rappresentato dall'acqua e lo yang è il vento inteso forse più come respiro, in fondo acqua e aria sono indispensabili per la vita. Nel feng shui l'I Ching viene praticato nel Bagua quando si arreda l'interno di edifici.
Una delle principali scuole di pensiero è quella che pone le origini del feng shui nell'astrologia, ed in particolare nel Ki delle 9 stelle, anch'esso basato sui principi di Yin e Yang. Questo oroscopo consta di 9 numeri,associati ai 5 elementi (fuoco, terra, metallo, acqua, legno), ognuno dei quali corrisponde ad una direzione. Il fuoco è associato al Sud, e sta ad indicare la luminosità, la creatività e l'estro, lo spirito. L'acqua è associata al Nord e riguarda il riposo, l'interiorità e i rapporti interpersonali. Il metallo al Nord-Ovest e all'Ovest e riguarda l'organizzazione, le attività finanziarie, gli investimenti. La terra al Nord-Est e al Sud-Ovest e riguarda il governo, il sociale, l'alimentazione e la salute. Il legno all'Est e al Sud-Ovest e riguarda i viaggi, il commercio, le invenzioni e l'informatica.
Le origini del feng shui, per quanto incerte, appaiono antichissime e sono state scoperte delle tombe risalenti al Neolitico che sembrano seguirne i principi nella costruzione. I progressi nella conoscenza dell'insieme delle arti che concorrono al feng shui vengono tradizionalmente attribuiti a sovrani mitici quali Fu Hsi e Huang Di. Nei secoli che precedettero i primi imperatori della dinastia Qin il feng shui, chiamato Ka Nyu ("studio della Terra"), faceva parte delle arti divinatorie di cui si occupavano consiglieri politici e militari. Altri autori però lo riportano fino ai tempi della dinastia Xia con l'osservazione dei gusci di tartaruga nel quadrato lo shu scoprendo insieme anche l'I Ching, l'astrologia e la numerologia cinese.
Trovò una prima sistemazione e definizione organica nel fondamentale Zang Shu ("il libro delle sepolture") di Guō Pú (郭璞, 276-324). L'autore descrive come l'energia del Drago (il Qi) scende dalle montagne, disperdendosi attraverso i venti, e si arresta dinanzi a uno specchio d'acqua, dove si raccoglie e condensa. L'energia vitale benefica è quindi il risultato di un equilibrio di forze, creata dalla presenza di elementi e conformazioni paesaggistiche che creano i presupposti per la "fortuna" di un luogo o edificio.

I principi in una abitazione

Secondo i sostenitori delle ipotesi del feng shui, esisterebbero direzioni più propizie per le varie attività nella casa, nella vita, e nei viaggi, come anche la forma e il colore di mobili e oggetti hanno assonanze con i 5 elementi.
Ad esempio, secondo i principi del feng shui, una casa per essere ben costruita dovrebbe essere quadrata o rettangolare senza angoli o parti mancanti e con forma regolare, dovrebbe avere un drago verde ad Est (delle piante alte che proteggano questo lato), una tigre bianca ad Ovest (possono esservi anche da questa parte delle piante, ma più basse), una tartaruga nera a Nord (una collina o un grosso masso) e la fenice rossa a Sud (può essere anche sotto forma simbolica, ad esempio un sasso con un filo rosso avvolto intorno). La parte sud dell'edificio è la più esposta alla luce ed al calore del sole (almeno nel nostro emisfero) quindi è considerata corrispondente al fuoco e allo yang. La parte nord della casa è considerata corrispondente all'acqua e alla carriera. Proprio perché l'acqua corrisponde all'elemento più Yin dell'oroscopo, è la direzione più indicata per il riposo. Infatti, uno dei suggerimenti (quasi un brocardo) del feng shui è dormire con la testa rivolta verso nord e i piedi verso sud. Ogni direzione ha una relazione con un aspetto della vita, famiglia, figli, felicità, amicizia, carriera e fama, aiuto da parte dei genitori, ricchezza ecc.
Presso i cinesi ed alcune popolazioni limitrofe (soprattutto in Corea e nel Sudest asiatico) ci si rivolge spesso ad un esperto di feng shui per la scelta del terreno su cui edificare, per come orientare la casa e la porta principale in base alla data di nascita del capofamiglia, e per scegliere anche la data di inizio della costruzione e la data di trasferimento della famiglia nella nuova casa. Secondo le tradizioni culturali, un esperto feng shui è ritenuto inoltre in grado di valutare una casa dal punto di vista energetico, e di decidere quali sono i "rimedi" da adottare per armonizzare l'energia all'interno della casa e portare alla famiglia che la abita prosperità e serenità. Le strade di una città, pur essendo diritte, dovrebbero presentare svolte ad angolo retto, perché le strade eccessivamente lunghe e rettilinee secondo le teorie del Feng shui potrebbero convogliare energia venefica; questo stile è presente in molte antiche città in tutto il mondo, costruite con strade a zig-zag (o anche 'a baionetta') per ostacolare le invasioni. I tetti degli edifici tradizionali possiedono gli angoli girati verso l'alto, mentre nel giardinaggio le siepi percorrono il limite perimetrale per proteggere l'interno dando le basi per gli stili di giardinaggio.

Riferimenti storici al Feng Shui

I primi accenni alle pratiche di feng shui (o geomanzia) in scritti di testimoni occidentali si possono leggere nelle opere di missionari gesuiti come Matteo Ricci e Martino Martini. Di solito questi autori tendono a liquidare questo genere di pratiche come sciocche superstizioni, anche se Martini - che scrive alcuni decenni dopo Ricci - sembra manifestare maggiore comprensione per il ruolo dei geomanti nella pianificazione delle grandi opere pubbliche. Nelle opere dei gesuiti i geomanti sono definiti come "geo-lògi" o come "oro-lògi", perché interpretano la forma della terra o delle montagne.

Le Corrispondenze ed i cicli nel Feng Shui

Il concetto del Tao sta alla base del Taoismo e del feng shui. Il Tao può essere definito come il processo cosmico di continuo divenire che coinvolge ogni cosa o essere. Questo eterno divenire si sviluppa in cicli (ad es. il ciclo giorno/notte, quello delle stagioni, degli anni, delle ere; o anche quello della vita umana ecc). Secondo la cosmologia taoista, prima della sua manifestazione il Tao è senza forma, perfetto, sereno, vuoto, solitario, immutabile, infinito, eternamente presente. Il Taoismo spiega che il Tao si manifesta attraverso un processo di dualizzazione e poi di pluralizzazione. Ognuno di questi stadi ha un nome:
0) Wu Chi (o Wu ji): è lo stato puro, infinito, senza fine e senza confini in cui l'energia non è ancora manifestata
1) Tai Chi (o Tai ji): è l'"Uno originale", lo stato assoluto e indifferenziato con infinite potenzialità. In esso avviene una prima dualizzazione
2)Yin e Yang: sono i due poli opposti di positività e negatività che hanno origine dall'Uno originale
3) Chi (o Qui): è l'energia, cioè la manifestazione del Tao nell'universo attraverso il ciclo di Yin e Yang
4) I "Cinque elementi" o le "Cinque fasi dell'energia". Dall'interazione tra Ying e Yang l'energia si esprime in 5 modi detti "elementi": l'"Acqua" (elemento che, se indisturbato, diviene spontaneamente calmo e statico), il "Legno" o "Albero" che si sviluppa dalla prima (l'energia in quiete ha un enorme potenziale, che prima o poi si manifesta; questa esplosione è rappresentata dall'albero che entra in attività in primavera), il "Fuoco" in cui l'energia fluisce con uniformità costante (l'elemento è quindi in grado di sostenere un alto livello energetico per lunghi periodi). Terminata l'espressione dell'energia appare il "Metallo" in cui essa si condensa. Si arriva così all'equilibrio, armonia e interconnessione tra tutti gli altri 4 stati energetici: questa fase è rappresentata dalla "Terra"
5) Le "Otto forze della natura": risultano anch'esse dall'interazione tra Yin e Yang. Insieme formano gli 8 trigrammi del bagua e combinate danno origine ai 64 esagrammi dell'I Ching.

I punti cardinali e i colori del Feng shui

Nella geografia cinese si attribuisce molta importanza al Centro, quasi come se fosse a sua volta un punto cardinale. Aggiungendo anche il Centro ai quattro punti cardinali della geografia occidentale (ciò è frutto della tradizione antica, islamica e cristiana medievale) si ottiene un sistema di cinque direzioni particolarmente adatta alle relazioni con i Cinque Elementi o Wu Xing.
Blu - Colore del Nord, si riflette positivamente sulla carriera e il successo
Viola - È il colore dell'amicizia, degli scambi e dei viaggi e va a Nord-Ovest
Giallo - ad Ovest stimola la creatività ed è perfetto per i bambini
Arancione - Sud-Ovest, protegge il matrimonio e le relazioni sociali
Rosso - Da posizionare a Sud, evoca saggezza e buona forma fisica
Marrone - Salute e ricchezza da preferire a Sud-Est
Verde - Ad Est, perfetto per chi studia, evoca conoscenza e illuminazione
Azzurro - All'insegna della famiglia il colore di Nord-Est

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