Hachiman (八幡神
Hachiman-jin /
Yahata no kami), secondo il pantheon delle divinità
shintoiste giapponesi, è considerato il Kami della guerra, e può
essere paragonato a Marte della mitologia romana.
Nel III secolo d.C., secondo la
leggenda, Jingū, l'imperatrice consorte del defunto imperatore
Chūai, fu alla testa dell'esercito nell'invasione della Corea, ed al
rientro in Giappone diede alla luce Ōjin, che divenne imperatore
molto giovane e passò gran parte della vita in battaglia.
Qualche secolo dopo sarebbe stato
sincretizzato con Hachiman, il dio della guerra e protettore dei
samurai, e gli furono dedicati numerosi templi, ad oggi se ne contano
circa 25.000, che divennero meta di pellegrinaggio dei guerrieri che
si recavano sul campo di battaglia, e degli atleti di arti marziali.
L'imperatore Ōjin fu antenato del clan
dei samurai Minamoto, che divennero Shogun e fondarono alla fine del
XIII secolo lo shogunato Kamakura, con il quale la popolarità di
Hachiman crebbe sensibilmente, facendolo diventare il protettore
della classe di guerrieri saliti al potere con i Minamoto. Per questo
motivo la rappresentazione del kami (神体
shintai)
nei santuari dedicati ad Hachiman è una staffa di cavallo o un arco,
simboli di battaglia.
Viene anche considerato protettore del Giappone e dei giapponesi,
degli agricoltori, che lo invocano per avere copiosi raccolti, e dei
pescatori, che gli chiedono di riempire le reti di pesce. Il suo nome
significa "divinità delle otto bandiere", tanti erano i
confaloni che celebrarono la nascita di Ōjin. L'animale a cui viene
associato, che è anche il suo messaggero, è il colombo.
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