Quando parlando con qualcuno viene fuori che faccio kung fu la frase che immancabilmente mi sento dire è: <
Secondo
me non è così ovvio. Praticare un’arte marziale significa apprendere
delle tecniche e modalità di combattimento, ma non significa affatto
allenarne l’applicabilità in una situazione di pericolo reale.
Quasi
sempre, praticare kung fu significa apprendere uno o più stili, ossia
imparare i principi e le forme che caratterizzano lo stile. Si eseguono
esercizi nati come allenamento di tecniche da combattimento, la cui
difficoltà aumenta man mano che cresce il livello del praticante, fino
ad arrivare a livelli superiori dove le forme
possono essere anche molto complesse. Tuttavia (almeno in Italia secondo
la mia esperienza) l’applicazione delle tecniche nella simulazione di
una situazione reale è spesso tralasciata o studiata in modo
superficiale, ossia senza sperimentarle.
Tale approccio al kung fu è determinato da due fattori:
- forma mentis. L’idea che il kung fu tradizionale e il combattimento siano due settori separati;
- il maestro. Se si cresce nella propria carriera marziale seguendo il filone cosiddetto tradizionale, “separato dal combattimento”, si insegnerà il kung fu relativo all’allenamento delle forme.
Il
punto 2 dipende dal punto 1. Se non esiste il concetto di uno stile
tradizionale che sia una forma di allenamento di tecniche utilizzabili
nel campo della difesa personale, difficilmente si possono formare
insegnanti di “kung fu applicato”.
Ma
il kung fu tradizionale è applicabile realmente? In caso di pericolo
potrei difendermi applicando le tecniche shaolin, o tang lang?
Dipende.
Se cerco di applicare le tecniche così come sono eseguite in una forma
probabilmente mi troverei in grossa difficoltà. Se invece ho studiato i
principi di base che hanno portato, molti anni fa, alla creazione degli
stili allora la musica cambia. Ci sono degli elementi comuni in tutti
gli stili che si ritrovano anche in discipline come il wing chung,
considerato la difesa personale per eccellenza. Esistono concetti come
equilibrio, centro, angoli, che sono l’intersezione non solo di tutti
gli stili di kung fu, ma di tutte le arti marziali. Nell’hung gar, ad
esempio, esiste la tecnica di bong sao, come nel wing chung.
Ciò
che cambia è il modo in cui si sfruttano e allenano tali concetti, ma
qui si entra nel discorso dell’efficacia; allora ci si potrebbe chiedere
quale arte marziale è più efficace nella difesa personale … e questa è
un’altra storia …
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