Gli hatamoto (旗本
"sotto le insegne")
erano samurai sotto il diretto controllo dello Shogunato di Tokugawa
nel Giappone feudale. Tutti e tre gli shogunati della storia del
Giappone avevano dei referenti diretti, soltanto che in quelli
precedenti tali personaggi venivano chiamati gokenin.
Comunque, nel periodo Edo, gli hatamoto erano i vassalli di
grado più elevato della dinastia Tokugawa, e i gokenin erano
i vassalli minori. Non c'era nessuna differenza di censo tra i due,
ma gli hatamoto avevano la possibilità di farsi ascoltare
direttamente dallo Shogun, possibilità negata ai gokenin. La
parola hatamoto significa letteralmente "alla base dello
stendardo" e spesso viene tradotto come "alfiere". Un
altro termine usato per indicare gli hatamoto durante la
dinastia Edo era jikisan hatamoto (直参旗本),
che si può tradurre come "hatamoto sotto il diretto controllo
dello Shogun", usato per illustrare la differenza tra loro e i
loro predecessori che servivano i vari signori.
Storia
Il termine hatamoto è
originario del periodo Sengoku. Il termine era usato per lo staff del
signore; come d'altronde, il nome suggerisce, "Alla base dello
stendardo". Molti signori avevano alle proprie dipendenze
hatamoto, ma, quando il Clan Tokugawa prese il potere nel
1600, il suo sistema di hatamoto fu ufficializzato ed è
principalmente a tale sistema che ci riferiamo oggi con questo
termine.
Nell'ottica dello shogunato di
Tokugawa, gli hatamoto erano coloro che avevano sostenuto la
famiglia sin da quando essa era nella provincia di Mikawa. Comunque,
il rango di hatamoto spesso includeva anche personaggi al di
fuori della nobiltà ereditaria della casata Tokugawa. Furono
inclusi, infatti, i leader e i generali delle provincie sconfitte,
come da esempio membri del clan Takeda, del clan Hōjō e del
Imagawa. Furono anche inclusi gli eredi dei terreni confiscati dallo
shogun (per esempio, Asano Daigaku, il fratello di Asano Naganori),
figura di grande potere locale, che tuttavia non divenne mai daimyo,
e le famiglie del periodo Kamakura e Muromachi; Divennero hatamoto
anche alcuni tra gli Shugo (Governatori), tra cui gli
Akamatsu, i Besshō (un ramo della famiglia Akamatsu), gli Hōjō,
gli Hatakeyama, i Kanamori, gli Imagawa, i Mogami, i Nagai, gli Oda,
gli Ōtomo, i Takeda, i Toki, i Takenaka (un ramo dei Toki), i
Takigawa, i Tsutsui, e gli Yamana. L'investitura (per usare un
termine occidentale) degli hatamoto veniva chiamata bakushin
toritate (幕臣取立て).
Molti degli hatamoto
combatterono nella guerra Boshin nel 1868, su entrambi i fronti.
Gli hatamoto rimasti seguaci del
clan Tokugawa dopo la caduta dello shogunato nel 1868, seguirono i
Tokugawa nel loro nuovo dominio di Shizuoka. Gli hatamoto persero il
loro status insieme a tutti gli altri samurai in Giappone in seguito
all'abolizione del sistema han nel 1871. Tale privazione dei
privilegi fu tra le cause della rivolta di Satsuma del 1877.
Ranghi e ruoli
La differenza tra hatamoto e
gokenin, specialmente tra hatamoto di rango inferiore,
non era rigida, e il titolo di hatamoto aveva più a che fare
col rango che con il censo. All'interno di un esercito la posizione
di un hatamoto potrebbe essere paragonata a quella di un ufficiale.
Per tutto il periodo edo, gli hatamoto mantennero il
privilegio qualora fossero di alto rango, di avere diritto ad udienza
personale presso lo shogun (questi erano conosciuti come ome-mie
ijō). Tutti gli hatamoto potevano essere suddivisi in due
categorie, i kuramaitori, che traevano il loro reddito
direttamente dai granai Tokugawa, e i jikatatori, che
mantennero possedimenti in tutto il Giappone. Un altro livello
distintivo dello status tra gli hatamoto era la classe dei
kōtai-yoriai, uomini che erano capi di famiglie di hatamoto
e possedevano feudi provinciali, e avevano funzioni alternative
(sankin kotai) ai daymio. Tuttavia, come i kōtai-yoriai,
erano uomini con reddito molto alto a livello degli stipendi
hatamoto, e non tutti i jikatatori hatamoto avevano il
dovere di attendere a funzioni alternative. La linea di demarcazione
tra gli hatamoto più bassi e i fudai daimyo —signori
feudali vassalli della casa Yokugawa - era di 10.000 koku.
Ad alcuni hatamoto poteva essere
concesso un incremento del reddito, potendo essere promosso al
livello fudai daimyo. Ad ogni modo, questo non accadeva di
frequente. Un esempio di questo tipo di promozione fu il caso della
famiglia Hayashi di Kaibuchi (più tardi conosciuto come Jozai
han), che cominciò come jikatatori hatamoto e divenne fudai
daimyo, continuando a svolgere un ruolo prominente nella Guerra
Boshin, a dispetto del fatto che il loro dominio era valutato per la
quantità di 10.000 koku.
Il termine per un hatamoto con
un reddito fondiario di 8.000 koku o superiore era taishin
hatamoto ("maggiore hatamoto").
Gli hatamoto che vissero in Edo
risiedevano nei propri distretti privati e supervisionavano la
propria polizia e la sicurezza. Uomini hatamoto potevano
servire in una varietà di ruoli nella amministrazione Tokugawa,
incluso il servizio nelle forze di polizia degli ispettori yoriki,
come magistrati cittadini, magistrati o esattori delle tasse dei
territori della casa Tokugawa, membri del consiglio wakadoshiyori,
e in altre posizioni.
L'espressione "ottantamila
hatamoto" (旗本八万旗
hatamoto
hachimanhata) fu
nell'uso popolare impiegata per indicare i loro ranghi, anche se una
indagine del 1722 fisso la loro consistenza a 5.000. Unitamente ai
gokenin il loro numero raggiungeva le 17.000 unità.
Hatamoto Famosi
Alcuni tra i più famosi hatamoto sono
Ōoka Tadasuke, Tōyama Kagemoto, Katsu Kaishu, William Adams,
Enomoto Takeaki, e Hijikata Toshizō.
Gli hatamoto e le arti marziali
Gli hatamoto incoraggiarono lo sviluppo
delle arti marziali nel periodo Edo; un buon numero di essi si
occupavano personalmente della gestione e dell'insegnamento delle
arti marziali nei dojo, principalmente nella provincia di Edo e in
alcune altre zone. Due hatamoto, in particolare, sono stati
importanti sviluppatori di nuove tecniche di arti marziali:Yamaoka
Tesshū e Yagyū Munenori, il quale era, oltre che maestro del
proprio dojo, capostipite degli insegnanti di scherma dello shogun
(tradizionalmente, infatti, l'insegnante di spada era un Munenori)
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