Ebisu (恵比須,
恵比寿, 夷,
戎), talvolta trascritto come
Yebisu, chiamato anche Hiruko (蛭子)
oppure Kotoshiro-nushi-no-kami (事代主神),
è il dio giapponese dei pescatori, della buona sorte e dei mercanti
nonché il guardiano della salute dei bambini piccoli. È una delle
Sette Divinità della Fortuna (七福神,
Shichifukujin) ed il solo dei sette che ha origine giapponese.
Venerazione
Ebisu è una delle divinità
maggiormente venerate in tutto il Giappone, in particolar modo
dall'industria del pesce e dai villaggi di mare. Tradizionalmente
raffigurato sotto forma di Ebisu Saburō, il kami ("divinità")
indossa vestiti da campo o da pescatore e porta un alto cappello —
il Kazaori Eboshi (風折烏帽子).
In una mano tiene una canna da pesca e sotto l'altro braccio tiene un
grosso tai (pesce simile all'orata). Qualche volta Ebisu viene
rappresentato mentre tiene la sua canna da pesca con entrambe le
mani, e tira su un grosso pesce impigliato all'amo. Le meduse vengono
anche associate al dio.
La festa di Ebisu viene celebrata il
ventesimo giorno del decimo mese, Kannazuki (il mese senza
dei). Quando gli altri otto milioni di divinità del panteon
giapponese si riuniscono al Santuario di Izumo, Ebisu non sente il
richiamo ed è sempre disponibile per il culto.
Ebisu è spesso appaiato con
Daikokuten, un altro dei Sette Dei della Fortuna. In certe versioni
del mito, sono padre e figlio (o maestro e allievo). Questi due sono
anche spesso associati a Fukurokuju e visti come i "Tre Dei
della Fortuna".
Hiruko e la leggenda di Ebisu
Una versione della storia di Ebisu
racconta che egli era originariamente chiamato Hiruko, che
significa "bambino sanguisuga". Fu il primo figlio di
Izanagi e di Izanami, nato senza ossa (in alcune storie viene
raccontato che non aveva né braccia né gambe) a causa di una
trasgressione al rituale matrimoniale fatta da sua madre. Hiruko
dovette lottare per sopravvivere e, siccome non poteva stare in
piedi, fu mandato nel mare su una barca di giunchi prima del suo
terzo compleanno. Il mare lo gettò a riva — su Ezo (蝦夷,
l'antico Hokkaidō) — e fu raccolto e curato dall'Ainu Ebisu
Saburo (戎三郎).
Il bambino debole superò molte prove, gli crebbero le gambe (e anche il resto dello scheletro) a tre anni e divenne il dio Ebisu. Rimase leggermente disabile e anche un po' sordo, ma il suo carattere allegro gli fu di buon augurio (viene anche chiamato "Il Dio Ridente").
Il bambino debole superò molte prove, gli crebbero le gambe (e anche il resto dello scheletro) a tre anni e divenne il dio Ebisu. Rimase leggermente disabile e anche un po' sordo, ma il suo carattere allegro gli fu di buon augurio (viene anche chiamato "Il Dio Ridente").
L'identificazione di Ebisu con Hiruko
sarebbe secondo alcuni testi un errore, in quanto Ebisu viene
considerato il kami di Ikki, mentre Hiruko è il fratello minore
della dea del sole Amaterasu Ōmikami. L'identificazione con Hiruko,
inoltre, è rafforzata dalla lettura molto flessibile dei caratteri
di "Hiruko" per "Ebisu", oppure, scrivendo la
parola "Ebisu" utilizzando i caratteri di "Hiruko".
È molto comune che questi due kami vengano confusi tra loro: a
Nishinomiya, infatti, il kami del santuario viene venerato dai devoti
sia con il nome di Ebisu che con quello di Hiruko.
Secondo alcune teorie il motivo per cui questi due kami vengono confusi lo si può rintracciare nei primordi della civiltà giapponese. Prima delle conquiste dell'imperatore Jimmu e dell'instaurazione dell'impero del Giappone, l'arcipelago giapponese era abitato da una razza barbarica che aveva molto in comune con quella che ancora oggi occupa le isole di Yazo e Tarakai. Queste popolazioni venivano generalmente conosciute come Ebisu o Emisu, che significava "barbaro". L'imperatore Jimmu, che per conquistare l'arcipelago giapponese aveva iniziato la sua campagna dall'isola del Kyūshū, giunse nella provincia di Settsu dove combatté e sconfisse gli abitanti, i Nagasume Hiko, chiamati anche Ebisu. Egli li sottomise e li pose sotto il suo controllo ed essi si mescolarono con gli invasori. L'origine di tale confusione fra i due kami è dovuta quindi alla sovrapposizione dei due nomi: Ebisu indicava le popolazioni di Settsu, che adoravano Hiruko no mikoto, la divinità reietta che, stando a quanto è riportato nel Nihongi, sarebbe giunta nelle loro terre.
Secondo alcune teorie il motivo per cui questi due kami vengono confusi lo si può rintracciare nei primordi della civiltà giapponese. Prima delle conquiste dell'imperatore Jimmu e dell'instaurazione dell'impero del Giappone, l'arcipelago giapponese era abitato da una razza barbarica che aveva molto in comune con quella che ancora oggi occupa le isole di Yazo e Tarakai. Queste popolazioni venivano generalmente conosciute come Ebisu o Emisu, che significava "barbaro". L'imperatore Jimmu, che per conquistare l'arcipelago giapponese aveva iniziato la sua campagna dall'isola del Kyūshū, giunse nella provincia di Settsu dove combatté e sconfisse gli abitanti, i Nagasume Hiko, chiamati anche Ebisu. Egli li sottomise e li pose sotto il suo controllo ed essi si mescolarono con gli invasori. L'origine di tale confusione fra i due kami è dovuta quindi alla sovrapposizione dei due nomi: Ebisu indicava le popolazioni di Settsu, che adoravano Hiruko no mikoto, la divinità reietta che, stando a quanto è riportato nel Nihongi, sarebbe giunta nelle loro terre.
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