Con esseri senzienti nel
buddhismo si indicano la totalità degli esseri viventi dotati di
almeno un organo di senso che vivono nel saṃsāra.
Nella letteratura canonica in sanscrito
si indicano come सत्त्व sattva
"esseri" (ma sono utilizzati anche i termini: जन्तु
jantu, "esseri animali"; बहुजन
bahujana, prāṇasameta, "che ha respiro";
e जगत jagat "quanto
esiste"); in pāli come: सत्त satta;
in cinese come: 有情 yǒuqíng
("dotati di sentimenti"), 眾生
zhòngshēng ("moltitudine dei viventi") e 含識
hánshí ("in grado di capire"); in coreano:
중생 jungsaeng; in giapponese:
衆生 shūjō; in tibetano:
སྐྱེ་དགུ skye dgu (pr:
jyeku) "totalità dei viventi" e སེམས་ཅན
sems can "possessore di mente".
Nel buddhismo gli "esseri
senzienti" vivono nei tre reami: nel Kāmaloka, il "reame
del desiderio"; nel Rūpaloka, il "reame della
forma" e nell'Arūpaloka, il "reame del
senza-forma".
Un'altra suddivisione degli "esseri senzienti" li distingue in sei "classi", o "mondi": quello degli "esseri nel Naraka", i preta, gli animali, gli esseri umani, gli asura e i deva.
Un'altra suddivisione degli "esseri senzienti" li distingue in sei "classi", o "mondi": quello degli "esseri nel Naraka", i preta, gli animali, gli esseri umani, gli asura e i deva.
Gli "esseri senzienti", nel
buddhismo Mahāyāna sono l'oggetto dell'attività salvifica espressa
dal voto dei bodhisattva.
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