Nelle arti marziali giapponesi, uke
(受け)
(ɯkɛ) è colui il quale "riceve" una tecnica. Uke ha
anche un altro significato: parata.
L'esatto ruolo di uke varia nelle
differenti arti e spesso anche all'interno di una stessa arte
marziale, a seconda dalla situazione. Per esempio in aikido e Jūdō
kata, uke "attacca" il suo compagno che quindi si difende
mettendo in pratica la tecnica. Recentemente negli stage di
allenamento del jujutsu tradizionale gli studenti più giovani hanno
il preciso compito di fare da uke. Nelle arti basate sulle armi, a
fare da uke è spesso il maestro.
Ci sono diversi termini usati per
descrivere il"contrario" di uke, sempre a seconda della
situazione, esso può essere nage (投げ
nagè), tori o shite.
L'azione di uke è chiamata ukemi (受身
ukemi). Letteralmente: "corpo ricevente"; in pratica
sono le cadute: quest'arte insegna a saper ricevere correttamente ed
in tutta sicurezza, un attacco. Per esempio si impara a "rotolare"
a seguito di una proiezione sia per evitare danni fisici sia per
allenare il fisico. Infatti sia in aikido sia in Jūdō spesso le
lezioni iniziano proprio con specifici allenamenti di cadute Una
componente essenziale dell'ukemi è la consapevolezza. L'uke diventa
abile, attraverso la pratica e l'esercizio a rispondere velocemente a
qualsiasi azione. Un ukemi realmente aggraziato si ottiene attraverso
un serio allenamento e con un buon equilibrio sincretico con il
compagno di allenamento.
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