Samantabhadra — sanscrito,
anche Viśvabhadra; cinese Pǔxián (普賢);
coreano: Bohyeon (보현,
普賢,
Pohyŏn);
giapponese: Fugen (普賢);
tibetano Kun-tu; mongolo Qamugha; vietnamita Phổ Hiền — è il
bodhisattva della Verità (理)
nel Buddhismo, e simboleggia la pratica e la meditazione dei buddha.
Insieme al Sakyamuni Buddha e all'altro suo discepolo Manjusri forma
la trinità Shakyamuni. È patrono del Sutra del Loto e, secondo
l'Avatamsaka Sutra, fissò i dieci grandi voti che sono la base per
divenire bodhisattva. Sebbene Samantabhadra sia generalmente
considerato un bodhisattva, in alcune tradizioni è visto come il
Buddha primordiale (ad esempio nel Kunjed Gyalpo Tantra), cioè
colui che è nato illuminato.
Alcune sette Yogacara credono che
Samantabhadra, anziché Vairocana, sia il fondatore del sistema Yoga,
e lo considerano la divinità dell'Estasi Religiosa; di fatto anche
in Giappone è considerato un patrono dai praticanti di Hokkesammai
(meditazione estatica).
Iconografia
A differenza del più popolare
Manjusri, Samantabhadra è raramente rappresentato da solo, e si
trova più che altro alla destra di Sakyamuni, in groppa a un
elefante bianco. Nelle tradizioni che pongono l'Avatamsaka sutra come
loro fondamento Samantabhadra e Manjushri affiancano Vairocana
Buddha, il Buddha al centro di questo particolare sutra.
Puxian è talvolta rappresentato
nell'arte cinese con caratteristiche femminili, a cavallo di un
elefante con sei coppie di zanne, sotto un parasole a forma di foglia
di loto, con abiti e alcune caratteristiche comuni ad alcune
rappresentazioni di Guanyin; sotto questa veste Samantabhadra è
veenrato come bodhisattva patrono dei monasteri ed è associato al
Monte Emei nella Cina occidentale.
Nelle tradizioni esoteriche tantriche
che lo considerano il Buddha primordiale, è sempre rappresentato
nudo, senza neanche gioielli, con un corpo di colore blu o bianco
intenso, talvolta insieme alla sua consorte Samantabhadri.
Culto
Il suo culto cominciò a diffondersi in
Cina durante le dinastie del Nord e del Sud, per poi fiorire
nell'epoca di pace della dinastia Sui e raggiungere quindi il suo
apice, come tutto il buddhismo del resto, nella dinastia Tang; lui a
Manjusri cominciarono ad essere venerati come "figli del
Buddha", e mentre Manjusri rappresentava l'intelligenza (智),
Samantabhadra rappresentava la verità (理):
insieme al Buddha (secondo alcune scuole Vairocana Buddha) formavano
i "Tre Santi di Huayan" (華嚴三聖,
Huayansansheng).
Grazie al ruolo importante che gioca
nel Sutra del Loto, è molto venerato dai seguaci della scuola
Tiantai, e dalle scuole giapponesi Tendai e Nichiren che pongono
questo testo a fondamento della propria dottrina.
In alcune correnti del buddhismo
tantrico, come la giapponese Shingon, assume un ruolo centrale: non è
più solo un discepolo di Buddha, ma emanazione di Vairocana, o a
volte lo stesso Buddha primordiale.
Il monte Emei è stato consacrato a
Samantabhadra; il primo tempio a lui dedicato vi venne eretto nel 399
dopo che vi si stabilì il monaco Huichi (慧持),
e l'imperatore Song Taizong vi fece innalzare una statua di bronzo.
Secondo una credenza popolare Manjusri e Samantabhadra si
reincarnarono in due orfani allevati in un monastero, che sarebbero
diventati i celebri monaci e amici Hanshan e Shide.
I 10 voti
Secondo l'Avatamsaka Sutra,
Samantabhadra avrebbe pronunciato 10 voti, proposti ai fedeli come
via di sviluppo spirituale:
- Rendere omaggio ai Buddha;
- Indirizzare a loro le proprie preghiere;
- Non esseri avari nelle offerte ad essi;
- Pentirsi delle azioni che generano un cattivo karma;
- Gioire dei meriti altrui;
- Onorare l'insegnamento del Buddha;
- Pregare il Buddha di restare in questo mondo;
- Seguire costantemente il suo insegnamento;
- Vivere in armonia con tutte le creature;
- Estendere all'universo il beneficio derivante dai propri meriti
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