L'uso dell'arco a scopo militare e
rituale ha rivestito un ruolo fondamentale nella civiltà cinese per
millenni. La pratica del tiro con l'arco, già preminente al tempo
della Dinastia Zhou (1146 a.C.-256 a.C.), era motivo di vanto ed
orgoglio i sovrani del Celeste Impero tanto quanto per i grandi
filosofi e pensatori sinici: insegnante di tiro con l'arco era
appunto Confucio, mentre di Lie Yukou (filosofo del taoismo) era
detto che fosse un appassionato arciere. Chiaramente, l'enorme
vastità spazio-temporale dell'ecumene cinese ha portato il Gōng
ad assumere diverse fogge, risentendo grandemente anche di influssi
culturali esterni (fond. mongoli e coreani). Questa solida tradizione
andò drasticamente scemando nel corso del XX secolo, quando in tutta
la Cina il numero dei fabbricanti di archi "tradizionali"
si ridusse ad una sola bottega. Solo recentemente, la Cina è tornata
ad incentivare tale antica pratica.
Utilizzo
Guerra
L'arco era utilizzato dai cinesi in
guerra sin dal tempo della Dinastia Zhou (XII secolo a.C.-III secolo
a.C.). L'equipaggio standard del carro da guerra sinico
prevedeva infatti un conducente, un alabardiere ed un arciere.
Durante il Periodo dei regni combattenti (453 a.C.-221 a.C.)
l'influsso culturale delle popolazioni della steppa mongolica (la
confederazione degli Xiongnu) spinse in favore della diffusione della
pratica del tiro con l'arco dagli arcioni della sella: anche in Cina
si diffusero così truppe di arcieri a cavallo. I primi reggimenti di
questa nuova tipologia di truppa vennero reclutati per ordine del
sovrano Wuling di Zhao nel 307 a.C.: alla truppa venne fatto obbligo
di abbandonare l'ampia veste tradizionale (hanfu), in favore
dei più pratici calzoni dei barbari.
Rispetto alla cavalleria, la fanteria
cinese ordinaria fece un uso molto limitato dell'arco, preferendogli
la balestra, arma più potente, necessitante di un addestramento meno
pesante e costante. Balestre con sofisticati meccanismi in bronzo
erano già in uso in Cina del VII secolo a.C., soppiantati poi in
Epoca Ming (1368-1644) da esemplari di fattura più semplice (si
ritiene perché l'arte del bronzo subì un netto declino nel Celeste
Impero durante il regno della Dinastia Yuan di origini mongole).
L'uso dell'arco era precipuo dei soldati appiedati destinati a
specifiche mansioni, come gli equipaggi delle navi da guerra o la
Guardia imperiale Manciù della Dinastia Qing, in realtà dei
cavalieri Manciù armati del tradizionale arco composito mongolo
chiamati a proteggere i confini della Città Proibita per il loro
imperatore.
Caccia
Oltre alla caccia con arco e frecce del
tipo "tradizionale", largamente praticata sia a piedi che a
cavallo, la Cina si distingue per il ricorso a due particolari
varianti: la caccia con arco "a palline" e la pesca con
l'arco. L'arco utilizzato per scagliare palline di pietra era
solitamente molto piccolo e leggero, facilmente trasportabile. Il
ricorso a frecce dotate di lenza per colpire e recuperare i pesci è
attestato sino alla Dinastia Tang (618-907).
Tipologie
Gli archi utilizzati in Cina nel corso della storia sono stati del tipo:- Arco in corno sciita – L'arco riflesso degli Sciti si diffuse nelle contrade occidentali della Cina sin dai tempi della Dinastia Zhou (i principali reperti vennero rinvenuti a Subeixi e Yanghai);
- Arco lungo – Tipico delle contrade meridionali della Cina, caratterizzate da una rigogliosa vegetazione, ancora durante il Periodo degli stati combattenti, quando cioè l'arco composito andava diffondendosi nelle contrade settentrionali, era in realtà un'arma più piccola del longbow europeo propriamente detto: si trattava di manufatti solitamente non più grandi di 1.6 m;
- Arco composito in legno – Nelle contrade meridionali della Cina, la disponibilità di materiale vegetale favorì lo sviluppo di un arco composito realizzato mescolando diverse tipologie di materia vegetale: al legno tradizionale si aggiunsero il bambù ed il gelso, avvolti poi in strati di seta coperti di lacca. Il modello base era quello dell'arco riflesso di 1.2-1.5 m. Simili artefatti sono attestati sin dal Periodo delle primavere e degli autunni (770 a.C.-454 a.C.);
- Arco a siyan lunghi in corno – Evoluzione matura dell'arco composito dei nomadi, questi artefatti erano caratterizzati dal lunghi e snelli (siyan in lingua cinese) contrapposti ai flettenti massicci. Vennero prodotti a partire dal tardo Periodo Han/Periodo Jìn, venendo poi soppiantati, durante il dominio degli Yuan mongoli, da forme di arco composito più simili al modello archetipico dell'arco delle steppe;
- Arco in corno Ming – Subentrati agli Yuan con una vera e propria "Restaurazione Cinese", i Ming non disdegnarono di servirsi dei numerosi fabbricanti di archi di etnia turca e mongola rimasti nel Celeste Impero.
- Arco in corno Qing – Evolutosi a partire dall'arco dei Manciù, era un grande arco composito di 1.7 m, con siyan lunghi e massicci, capace di scagliare a notevole distanza frecce molto più pesanti nel normale, lunghe anche un metro. Da questa tipologia di arco derivano l'arco mongolo e l'arco tibetano moderni, in buona sostanza due forme accorciate dell'arco manciù.
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