giovedì 11 maggio 2023

Il samurai e il pescatore: antico racconto giapponese

 


Tutto ebbe inizio in Giappone, in un’epoca lontana. A quei tempi viveva un samurai conosciuto per la sua grande generosità, soprattutto verso i meno fortunati.

Un giorno un samurai ricevette l’incarico di andare in missione in un villaggio non lontano dal suo. Una volta conclusa la missione, proprio quando stava per rientrare a casa, il samurai vide un pescatore dall’espressione molto triste. Gli sembrò che stesse singhiozzando, quindi decise di avvicinarsi per domandargli cosa gli fosse successo. Il pescatore gli raccontò che stava per perdere la sua barca a causa di un debito con un commerciante della zona. Dato che egli non aveva altro modo per estinguerlo, il creditore aveva deciso di confiscargli la piccola barca, come forma di garanzia. Ma se il pescatore l’avesse persa, non avrebbe perso anche il suo lavoro e non avrebbe avuto modo di mantenere la sua famiglia.

Il samurai lo ascoltò con attenzione. Il suo nobile cuore si era commosso udendo questo racconto. Quindi, senza alcuna esitazione, prese del denaro dalla sua sacca e lo consegnò al pescatore. “Non è un regalo”, disse. Pensava, infatti, che regalare le cose fosse sbagliato, in quanto stimola la pigrizia. “Si tratta di un prestito. Entro un anno tornerò e mi renderai il denaro dovuto. Non ti chiederò alcun interesse sulla cifra”. Il pescatore non riusciva a crederci. Gli promise che avrebbe fatto di tutto per restituirgli il denaro e lo ringraziò mille volte per il gesto.

Trascorso un anno, il samurai tornò al villaggio. Confidava nel fatto che il pescatore avrebbe pagato il denaro prestato e provava una forte emozione al pensiero di rivederlo. Sperava che il suo aiuto gli fosse servito a migliorare la sua condizione di vita.

Quando il samurai si recò nello stesso punto nel quale un anno prima aveva incontrato il pescatore, non vi trovò nessuno. Chiese agli altri pescatori, ma nessuno sapeva dare una risposta. Alla fine, uno di questi gli indicò dove viveva la persona che stava cercando; quindi il samurai si recò fino alla dimora del pescatore.

Una volta giunto sul posto, il samurai trovò solo la moglie del pescatore e i figli, i quali giurarono di non sapere dove si trovasse il padre. Tuttavia, il samurai capì che stavano mentendo. Il pescatore si stava nascondendo per non saldare il suo debito.

Il samurai si adirò. Gli sembrava inammissibile che la sua generosità venisse ripagata con un furto. Iniziò quindi a cercare il pescatore ovunque, persino sotto i sassi. Infine, lo trovò vicino a un dirupo.

Quando l’uomo vide il samurai, restò impietrito. Riuscì solo a dire che la pesca era stata pessima e che non aveva i soldi per saldare il suo debito. “Ingrato!”, gli urlò il samurai. “Ti ho aiutato quando ne avevi più bisogno! Ed è questo il modo di ripagarmi?”. Il pescatore non sapeva cosa dire. Allora il samurai, spinto dalla rabbia, prese la sua spada per punire il pescatore.

“Mi dispiace”, disse quindi il pescatore. E aggiunse le seguenti parole: “Se la tua mano avanza, trattieni la collera; se la tua collera avanza, trattieni la mano“. Il samurai si fermò. Quell’uomo così umile aveva ragione. La rabbia sparì e i due concordarono una scadenza di un altro anno affinché il pescatore potesse estinguere il suo debito.

Quando il samurai tornò a casa, ancora scosso da quello che era successo con il pescatore, vide una luce provenire da una stanza. Era strano, anche perché era già molto tardi. Si avvicinò furtivamente e notò che sua moglie era a letto. Tuttavia, accanto a lei c’era qualcuno. L’uomo si avvicinò e notò che si trattava di un samurai.

Senza esitazione, estrasse la sua spada. Si avvicinò lentamente e stava per entrare e commettere una follia, quando improvvisamente ricordò le parole del pescatore: “Se la tua mano avanza, trattieni la collera; se la tua collera avanza, trattieni la mano”. Allora respirò a fondo e gridò semplicemente: “Sono a casa!”

La moglie uscì, felice, per salutarlo. Al suo seguito, uscì la madre del samurai. “Guarda chi abbiamo qui!”, gli disse la moglie. Aveva paura di rimanere sola e per questo aveva chiesto alla suocera di farle compagnia. La madre del samurai si era messa addosso i vestiti del figlio; nel caso fosse entrato un ladro, questi avrebbe infatti pensato che ci fosse un guerriero in casa e non si sarebbe avvicinato.

L’anno dopo il samurai si recò di nuovo al villaggio del pescatore, il quale lo stava aspettando. Questi aveva con sé il denaro e anche gli interessi; era quindi stato un buon anno. Vedendolo, il samurai lo abbracciò. “Tieni pure il denaro”, gli disse. “Non mi devi niente. Sono io a essere in debito con te”, aggiunse.  



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