Tutto ebbe inizio in Giappone, in
un’epoca lontana. A quei tempi viveva un samurai conosciuto per la
sua grande generosità, soprattutto verso i meno fortunati.
Un
giorno un samurai ricevette l’incarico di andare in missione in un
villaggio non lontano dal suo. Una volta conclusa la missione,
proprio quando stava per rientrare a casa, il samurai vide un
pescatore dall’espressione molto triste. Gli sembrò che stesse
singhiozzando, quindi decise di avvicinarsi per domandargli cosa gli
fosse successo. Il pescatore gli raccontò che stava per perdere la
sua barca a causa di un debito con un commerciante della zona. Dato
che egli non aveva altro modo per estinguerlo, il creditore aveva
deciso di confiscargli la piccola barca, come forma di garanzia. Ma
se il pescatore l’avesse persa, non avrebbe perso anche il suo
lavoro e non avrebbe avuto modo di mantenere la sua famiglia.
Il
samurai lo ascoltò con attenzione. Il suo nobile cuore si era
commosso udendo questo racconto. Quindi, senza alcuna esitazione,
prese del denaro dalla sua sacca e lo consegnò al pescatore. “Non
è un regalo”, disse. Pensava, infatti, che regalare le cose fosse
sbagliato, in quanto stimola la pigrizia. “Si tratta di un
prestito. Entro un anno tornerò e mi renderai il denaro dovuto. Non
ti chiederò alcun interesse sulla cifra”. Il pescatore non
riusciva a crederci. Gli promise che avrebbe fatto di tutto per
restituirgli il denaro e lo ringraziò mille volte per il
gesto.
Trascorso un anno, il samurai tornò al villaggio.
Confidava nel fatto che il pescatore avrebbe pagato il denaro
prestato e provava una forte emozione al pensiero di rivederlo.
Sperava che il suo aiuto gli fosse servito a migliorare la sua
condizione di vita.
Quando il samurai si recò nello stesso
punto nel quale un anno prima aveva incontrato il pescatore, non vi
trovò nessuno. Chiese agli altri pescatori, ma nessuno sapeva dare
una risposta. Alla fine, uno di questi gli indicò dove viveva la
persona che stava cercando; quindi il samurai si recò fino alla
dimora del pescatore.
Una volta giunto sul posto, il samurai
trovò solo la moglie del pescatore e i figli, i quali giurarono di
non sapere dove si trovasse il padre. Tuttavia, il samurai capì che
stavano mentendo. Il pescatore si stava nascondendo per non saldare
il suo debito.
Il samurai si adirò. Gli sembrava
inammissibile che la sua generosità venisse ripagata con un furto.
Iniziò quindi a cercare il pescatore ovunque, persino sotto i sassi.
Infine, lo trovò vicino a un dirupo.
Quando l’uomo vide il
samurai, restò impietrito. Riuscì solo a dire che la pesca era
stata pessima e che non aveva i soldi per saldare il suo debito.
“Ingrato!”, gli urlò il samurai. “Ti ho aiutato quando ne
avevi più bisogno! Ed è questo il modo di ripagarmi?”. Il
pescatore non sapeva cosa dire. Allora il samurai, spinto dalla
rabbia, prese la sua spada per punire il pescatore.
“Mi
dispiace”, disse quindi il pescatore. E aggiunse le seguenti
parole: “Se la tua mano avanza, trattieni la collera; se la tua
collera avanza, trattieni la mano“. Il samurai si fermò.
Quell’uomo così umile aveva ragione. La rabbia sparì e i due
concordarono una scadenza di un altro anno affinché il pescatore
potesse estinguere il suo debito.
Quando il samurai tornò a
casa, ancora scosso da quello che era successo con il pescatore, vide
una luce provenire da una stanza. Era strano, anche perché era già
molto tardi. Si avvicinò furtivamente e notò che sua moglie era a
letto. Tuttavia, accanto a lei c’era qualcuno. L’uomo si avvicinò
e notò che si trattava di un samurai.
Senza esitazione,
estrasse la sua spada. Si avvicinò lentamente e stava per entrare e
commettere una follia, quando improvvisamente ricordò le parole del
pescatore: “Se la tua mano avanza, trattieni la collera; se la tua
collera avanza, trattieni la mano”. Allora respirò a fondo e gridò
semplicemente: “Sono a casa!”
La moglie uscì, felice, per
salutarlo. Al suo seguito, uscì la madre del samurai. “Guarda chi
abbiamo qui!”, gli disse la moglie. Aveva paura di rimanere sola e
per questo aveva chiesto alla suocera di farle compagnia. La madre
del samurai si era messa addosso i vestiti del figlio; nel caso fosse
entrato un ladro, questi avrebbe infatti pensato che ci fosse un
guerriero in casa e non si sarebbe avvicinato.
L’anno dopo
il samurai si recò di nuovo al villaggio del pescatore, il quale lo
stava aspettando. Questi aveva con sé il denaro e anche gli
interessi; era quindi stato un buon anno. Vedendolo, il samurai lo
abbracciò. “Tieni pure il denaro”, gli disse. “Non mi devi
niente. Sono io a essere in debito con te”, aggiunse.
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