martedì 29 marzo 2016

Kampilan

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Il kampilan era una spada largamente usata in tutto l'arcipelago filippino prima dell'arrivo degli spagnoli. Attualmente è utilizzata soltanto da alcune tribù musulmane dell'isola di Mindanao, come la tribù dei Maranao o come quella dei Maguindanao: è un'arma distintiva dei datu (re) o dei personaggi di alto rango.
È formata da una lama generalmente lunga dai 40 ai 60 cm e dal dorso sottile. La lama del kampilan (a un solo filo) è relativamente stretta alla base e spessa con l'avvicinarsi del bordo, molto spesso si nota una sporgenza alla fine della lama formando così una doppia punta a forma di "V".
Il manico è esteso (solitamente è lungo 20 cm) per controbilanciare il peso della lama, la parte finale del manico è biforcuta: mentre la parte bassa segue la superficie della lama e sporge dritta, la parte superiore si curva all'insù. Molti dicono che il pomo doppio rappresenti le fauci spalancate di un coccodrillo mentre altri suppongono che esso rappresenti il Bakunawa, drago dell'antica mitologia filippina. La maggior parte delle else è costituito da legno duro indigeno (es. kamagong) e spesso dei ciuffi decorativi sono inseriti nelle parti inferiori delle else.
Di fronte al pomo vi è un'impugatura ricoperta di liuta intrecciata o canna mentre alla base della lama vi è un guardamano stretto.
A differenza delle altre armi filippine (come ad esempio il kriss o il barong) il kampilan viene usato con due mani, ed è disegnato per dare colpi netti e taglienti ad ampio raggio.
Molti fonti storiche riferiscono che un singolo colpo di kampilan ben piazzato poteva tagliare un uomo in due dalla testa all'inguine.
Nella storia e nella cultura antica filippina compare spesso l'immagine di questa spada. Nelle Filippine si dice infatti che il grande esploratore Ferdinando Magellano sia perito sotto i colpi di quest'arma durante la battaglia di Mactan, avvenuta il 27 aprile del 1521. Il kampilan è anche citato in molti racconti epici delle Filippine come ad esempio l'Hinilawod della tribù degli Hiligaynon o come "Biag ni Lam-Ang" degli ilocano.

Il kampilan giamaicano

Il kampilan giamaicano aveva un'impugnatura biforcuta come quello malese. La sua lama era però dritta e assai stretta con la punta finale uguale a quella di una sciabola d'abbordaggio.
Era lungo circa 100 cm.

lunedì 28 marzo 2016

Ardhanarishvara

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Ardhanarishvara (sanscrito: अर्धनारीश्वर, Ardhanārīśvara), è una forma androgina composita del dio indù Shiva e della sua consorte Parvati (nota anche come Devi, Shakti e Uma in questa icona). Ardhanarishvara è raffigurato come metà uomo e metà donna, diviso esattamente a metà. La metà destra è di solito il maschio Shiva, rappresentato con i suoi attributi tradizionali.
Ardhanarishvara rappresenta la sintesi delle energie maschili e femminili dell'universo (Purusha e Prakriti) e illustra come Shakti, il principio femminile di Dio, sia inseparabile (o sia lo stesso, secondo alcune interpretazioni) da Shiva, il principio maschile di Dio. L'unione di questi due principi è considerata essere l'origine di tutta la creazione. Un'altra interpretazione vede Ardhanarishvara come il simbolo della natura onnipervasiva di Shiva.

domenica 27 marzo 2016

X Division

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Nel mondo del wrestling con l'espressione X Division si indica uno stile di lotta rapido e ad alto rischio che prevede l'utilizzo di molte tecniche aeree visto inizialmente nella Total Nonstop Action e da allora anche nelle varie promotions membri della NWA. Lo slogan identificativo è stato per molti anni:
(EN)
«It's not about weight limits, it's about no limits.»
(IT)
«Non si tratta di limiti di peso, riguarda il non avere limiti.»

Con il termine X Division si indica anche la "divisione" o "categoria" della Total Nonstop Action in qualche modo riconducibile alla tipica Cruiserweight Division per lo stile di lotta, ma non per la classe di peso. Se nelle classiche cruiserweight divisions lottano wrestlers dal peso inferiore ai 100 kg, nella X Division può accadere che a lottare siano anche i pesi massimi; un esempio in tal senso è Samoa Joe, un heavyweight che, grazie al suo stile di lotta molto veloce ed acrobatico, sposa alla perfezione le tipologia di match della X Division.
La X Division ha un suo titolo, il TNA X Division Championship, ed un suo roster di atleti che hanno in comune non la stazza ma la tecnica di lotta. Inoltre esiste una tipologia di match propria della X Division, chiamata Ultimate X. Il TNA X Division Championship è attualmente detenuto da Trevor Lee che ha battuto l'8 gennaio l'ex-campione DJ Z.

Storia

Lo stile ad alto rischio, rapido e pieno di tecniche aeree da sempre utilizzate nella lucha libre, era divenuto una delle attrazioni anche nel pro wrestling USA nella World Championship Wrestling e nella Extreme Championship Wrestling alla fine degli anni novanta. Piuttosto che enfatizzare il fatto che la maggior parte di lottatori che utilizzava questo stile erano sotto le 220 lb (100 kg) chiamandola una divisione di cruiserweight, la TNA decise di enfatizzare la natura ad alto rischio delle mosse che i lottatori compievano solamente in TNA, su cui non era posta nessuna limitazione. Come riporta Bob Ryder in The History of TNA: Year 1, chiamarono così la divisione dopo gli X Games.
Fino al 2011, non c'era un limite di peso massimo nella X Division o per il suo titolo, anche se in pratica la maggior parte dei lottatori in questa divisione erano cruiserweights, con Sonny Siaki, Samoa Joe, Kurt Angle, ed Abyss uniche eccezioni notabili. Per enfatizzare questo punto, il motto pubblicitario usato per descrivere la divisione era: "It's not about weight limits, it's about no limits". L'11 agosto 2011, nell'edizione di Impact Wrestling, Eric Bischoff, figura di autorità nella TNA, ha annunciato che da quel punto in avanti la X Division avrebbe avuto un limite di peso di 225 lb (102 kg). Dopo l'ufficializzazione del limite di peso lo stesso è stato però prevalicato per due volte quando a Samoa Joe (280 libbre, 130 kg) gli fu concesso un match per il titolo a Slammiversary 2012 e successivamente anche Rob Van Dam (237 libbre, 108 kg) per Bound For Glory 2012. Al marzo 2013 era stato introdotto un nuovo regolamento in cui si diceva che ogni match doveva essere disputato con la formula del triple threat ossia match a tre sfidanti e il nuovo limite di peso era stato fissato a 230 libbre.Non essendo Stato accolto dai favori del pubblico, questo regolamento è stato annullato nell'agosto dello stesso anno; quindi attualmente non esistono limiti nuovamente di peso per la categoria. Anche se è stata de-enfatizzata nel corso di alcune annate, la X Division è generalmente considerata una delle attrazioni di punta della TNA; la X Division è ciò che ha reso la federazione differente dal resto del mainstream targato USA.
Attualmente la categoria ha un due eventi esclusivi annuali: sono il One Nighy Only Xtravaganza e l'evento estivo Destination X proposto in un appuntamento settimanale e che una volta era proposto in ppv.
La X Division è arrivata a ricoprire il main event di un ppv in un'occasione:
con il three-way match di Unbreakale 2005 tra Samoa Joe A.J. Styles e Christopher Daniels. Questo match ha avuto il raro rating di 5 stelle dal Wrestling Observer.
Appunto quest'ultimo match va inserito nel contesto di uno dei più intensi feud nella storia della X Division. La storyline descrive l'inizio del feud quando Joe partecipa e vince la Super X Cup nel 2005, battendo AJ Styles in finale via submission;Joe non aveva ancora mai perso un incontro ed era così diventando uno dei migliori wrestlers nella divisione.
Il campione inaugurale fu A.J. Styles che vinse sconfiggendo nel secondo ppv della federazione, in un four way double elimination match, Low Ki Psicosis e Jerry Lynn. Aj Styles rimane il più acclamato ed anche il primo storicamente che ha prevalicato i confini della categoria diventando TNA World Champion in svariate occasioni e rimanendo spesso nel corso degli anni main eventer.
Chris Sabin è il lottatore ad aver vinto più titoli con ben otto per la precisione. Il record di chi ha detenuto per più tempo il titolo X Division appartiene ad Austin Aries, con 301 giorni da campione.
Jerry Lynn, Low Ki ed AJ Styles vengono definiti coloro che hanno costruito le peculiarità della categoria fin dalle origini. Straordinario il loro triple threat ladder match per il titolo.

Tornei

I lottatori della X Division sono gli unici lottatori della TNA che competono nei TNA X Cup Tournaments. Il primo torneo è stato il TNA 2003 Super X Cup Tournament, che fu vinto da Chris Sabin. Grazie alla risposta positiva per quel torneo, esso è stato riproposto più volte.

Ultimate X Match

L'Ultimate X match è un match tipico della X Division. È molto simile a un ladder match, ad eccezione di due cavi che si incrociano sopra il ring, e un oggetto di valore è appeso nell'intersezione tra i due. Il vincitore è colui che prende l'oggetto posto al centro dei cavi e lo porta a terra sul ring.
Fu creato originalmente nell'agosto 2003 e vide contrapporsi Michael Shane, Frankie Kazarian e Chris Sabin. Da allora in poi, ventiquattro Ultimate X matches hanno avuto luogo, alcuni per il X Division championship, alcuni per il TNA World Tag Team Championship, e alcuni con una rossa e gigante X sospesa sopra il ring, a simboleggiare lo status di primo contendente.

sabato 26 marzo 2016

Toshirō Suga

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Toshirō Suga (Tokyo, 22 agosto 1950) è un artista marziale giapponese. Attualmente detiene il VII dan Aikikai.
Ha frequentato molti maestri di Aïkido, tra cui Morihei Ueshiba e Morihiro Saito. Ha insegnato per alcuni anni all'esercito canadese tecniche di combattimento con la baionetta. Prende parte a numerosi seminari e stage internazionali.
Ebbe una breve carriera cinematografica, in parte grazie ad uno dei suoi allievi, Michael G. Wilson. La sua interpretazione più famosa fu quella di Chang nel film di James Bond Agente 007 - Moonraker - Operazione spazio (1979).
Attualmente vive a Parigi.

Arti marziali

Toshirô Suga iniziò a praticare Judo a quindici anni nel dojo della polizia di Tokyo. A diciassette anni (1968), su suggerimento di suo padre, cominciò la pratica dell'Aikido all'Aikikai Hombu Dojo di Tokyo. Nell'anno e mezzo seguente, ricevette l'insegnamento quotidiano di Morihei Ueshiba durante il corso delle 15:00 di Sadateru Arikawa sensei.
Frequentò anche i corsi giornalieri di Mitsugi Saotome, Akira Tohei, Yasuo Kobayashi, Tohei Koichi, Kisshōmaru Ueshiba e Morihiro Saito.
Toshirô Suga arrivò in Francia durante l'estate del 1971 per proseguire i suoi studi artistici ed incontrò Nobuyoshi Tamura sensei, con cui proseguì la pratica dell'Aikido.
Ora è incaricato dell'insegnamento (Chargé d'Enseignement National) per conto dell'FFAB, ed è settimo dan. È il responsabile tecnico dell'Aikikai per l'area balcanica.
Insegna per tutto l'anno, nel suo dojo e in numerosi seminari in tutto il mondo.

venerdì 25 marzo 2016

Corsesca

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La corsesca (corsèque in lingua francese) è un'arma inastata in uso negli eserciti europei durante il Medioevo, con asta di lunghezza compresa tra gli 1,8 ed i 2,5 metri e testa in metallo composta da una cuspide centrale affiancata da due rebbi in forma di ali ricurve. Le parti taglienti erano solitamente quelle convesse, raramente quelle concave. Esteticamente simile ad un tridente, si tratta in realtà di un'evoluzione dello spiedo da caccia del XII secolo. Restò in uso almeno fino al Seicento.

Storia

Secondo una tradizione ancora non smentita, la corsesca dovrebbe il suo nome al luogo d'origine, la Corsica. L'ipotesi più accreditata è che la corsesca sia una delle evoluzioni belliche dello spiedo usato per la caccia alla selvaggina pericolosa come cinghiali, orsi, ecc. Si ritiene comunque che l'arma, utilizzata oltre che per trafiggere il bersaglio e agganciarlo trascinandolo a terra, possa essere considerata un ibrido tra lo spiedo e l'uncino d’abbordaggio. In battaglia, il fante armato di corsesca sfruttava infatti i rebbi ricurvi dell'arma per agganciare gli spigoli dell'armatura del cavaliere e trascinarlo giù dalla sella. Parimenti, lo spiedo centrale poteva essere utilizzato per degli affondi mirati alla visiera dell'elmo o per cercare di sfondare la piastra pettorale della corazza.

Costruzione

Esistono due tipologie di corsesca:
  • la Corsesca propriamente detta ha lunga cuspide centrale, a sezione romboidale o a quadrello, dalla quale dipartono, alla base, due ali divaricate ed arcuate, terminanti in un unghiolo; affilata spesso solo sulle parti convesse;
  • la Corsesca palmata o Pipistrello (Chauve-souris in inglese e francese), rispetto alla corsesca propriamente detta, ha lame triangolari, al posto della cuspide e delle ali, e costolonatura longitudinale che diparte dalla gorbia. Le due lame laterali, palmate, dipartono dalla gorbia con un'angolazione di 45°. Tutta la superficie dell'arma era affilata, rendendola più atta a colpire di punta che per agganciare il nemico.

giovedì 24 marzo 2016

Pehlwani

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Pehlwani (Urdu پہلوانی; Hindi: पहलवानी; o kushti; Urdu کشتی; Hindi कुश्ती) è uno stile indiano di arte marziale popolare dell'India, Pakistan e del Bangladesh. Fu sviluppato nell'era Mughal attraverso una sintesi del nativo malla-yuddha e del persiano Varzesh-e Pahlavani.
Ci si riferisce ad un praticante di questo sport come ad un pehlwan, o a un pahalwan, mentre agli insegnanti ci si riferisce come: ustaad, o guru per gli insegnanti Hindu. I campioni imbattuti in India mantengono il titolo di Rustam-i-Hind, che significa: "Il Rostam dell'India", denotando il Rostam come l'eroe del persiano Shahnameh.
Nel tempo, nel Pahlawi, furono introdotti i metodi di allenamento occidentali e la nomenclatura dall'Iran e dall'Europa. Le gare di wrestling, conosciute come dangals, tenutesi nei villaggi, possono avere delle proprie variazioni di regolamento. Solitamente la vittoria viene rilasciata con un verdetto dalla giuria, per KO, o per interruzione per sottomissione.

Titoli indiani di pehlwani

  • Rustam-i-Hind: (scritto anche Rustam-e-Hind) campione di wrestling dell'India in hindi.
  • Rustam-e-Punjab: (scritto anche Rustam-I-Punjab) campione di wrestling del Punjab in hindi. Pehalwan Salwinder Singh Shinda fu all'epoca sei volte Rustam-e-Punjab.
  • Rustam-i-Zamana: campione del mondo di wrestling in hindustani. Il grande Gama divenne conosciuto come Rustam-I-Zamana quando sconfisse Stanislaus Zbyszko nel 1910.
  • Bharat-Kesri: miglior lottatore dei pesi massimi in hindi.

mercoledì 23 marzo 2016

Eiji Ezaki

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Eiji Ezaki (江崎 英治 Ezaki Eiji; Yatsushiro, 29 novembre 1968 – Tokyo, 3 marzo 2016) è stato un wrestler giapponese, noto con il ring name Hayabusa (ハヤブサ Hayabusa).

Carriera

Eiji Ezaki cominciò la sua carriera da wrestler allenandosi nella Frontier Martial-Arts Wrestling (FMW), debuttando ufficialmente il 5 maggio 1991 presso il Nagoya International Center. Adottò il personaggio di Hayabusa nel 1993 in Messico, dove si avvicinò alla lucha libre sotto la guida di Rey Misterio sr.
Al suo ritorno in Giappone affrontò Jushin Liger in un match ben combattuto. Prese parte a match molto duri, come barbed-wire e explosives match. Dopo un "Exploding Cage" match, fu ricoverato in ospedale per diverse ustioni. Tra i rivali storici di Hayabusa figurano The Gladiator, Mr. Gannosuke e Atsushi Onita, mentre ha combattuto spesso in coppia con Jinsei Shinzaki.
Combatté un match nella Extreme Championship Wrestling durante Heatwave 1998. Assieme a Jinsei Shinzaki perse contro Rob Van Dam e Sabu per l'ECW Tag Team Championship.
Nell'ottobre 2001 durante un match contro Mammoth Sasaki non riuscì ad eseguire correttamente un moonsault, battendo violentemente il capo e rimanendo semiparalizzato. Iniziò una carriera da cantante, apparendo in pubblico su una sedia a rotelle.
Il 3 marzo 2016 muore all'età di 47 anni per un'emorragia subaracnoidea.

martedì 22 marzo 2016

Karambit

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Il karambit o kerambit (fonetica: karambìt) è un piccolo coltello di origine Sud-Est asiatica (Indonesia e Filippine). Il karambit è caratterizzato da una forma a mezzaluna e un anello alla base dell'impugnatura.



Origine

La primissima forma del karambit risale al tredicesimo secolo e veniva chiamato Kuku Bima (Artiglio di Bima). Bima era una divinità induista raffigurata spesso con una piccola lama in mano. Con l'arrivo dei mercanti arabi nell'arcipelago asiatico il design della lama è stato ridisegnato secondo il modello del coltello curvo arabo, il janbiya. La forma definitiva del karambit è nata osservando la natura, in particolare cercando di riprodurre il kuku macan (l'artiglio della Tigre), animale da sempre temuto e rispettato. Il primo prototipo di karambit, molto più grosso rispetto alle dimensioni attuali, nacque come arma da battaglia e veniva chiamata karambit besar (grande karambit). La lama veniva spesso intrisa di veleno per renderla ancora più letale, mentre la forma ricurva favoriva tecniche dirette a tagliare i vasi sanguigni e a recidere i tendini delle braccia e delle gambe. Col tempo la dimensione della lama venne sempre più rimpicciolita per renderla più maneggevole, fino a raggiungere le dimensioni attuali. In tempo di pace il karambit venne relegato ad un uso prettamente di lavoro nei campi o nella lavorazione del legno. Con l'avvento delle armi da fuoco il karambit, in guerra, diventò solo un'arma secondaria, nel caso si venisse disarmati o per agire di nascosto. Attualmente viene usato anche come arma da difesa personale e utilizzato in varie discipline di arti marziali asiatiche, quali il pencak Silat o il kali.

Tecnica

Il karambit può essere impugnato in due modi, rispettivamente chiamati presa positiva (o istintiva), e presa tradizionale (o estesa).
La presa positiva (positive grip) si ha quando si impugna il karambit infilando il mignolo nell'anello. Viene chiamata Istintiva perché impugnato in questo modo è come un coltello qualsiasi. Con questa impugnatura si eseguono principalmente attacchi seguendo gli angoli di attacco 1 e 2.
La presa tradizionale invece si ha quando si impugna il karambit infilando l'indice nell'anello. Viene chiamata estesa perché da questa presa si può far ruotare il karambit sull'indice aumentando quindi il raggio d'azione. Questa presa permette di infliggere tagli ascendentali alla parte inferiore del corpo e di nascondere il karambit nel pugno così da effettuare colpi a sorpresa.

Riferimenti cinematografici

  • In Ong-Bak 2 - La nascita del dragone un combattente impugna due karambit.
  • In Die Hard 3, Sam Philips interpreta Katya la quale uccide un poliziotto con un karambit.
  • In Io vi troverò Liam Neeson affronta una guardia armata di karambit.
  • In The Man From Nowehere, Ramrowan usa più volte un karambit per combattere o giustiziare qualcuno - compreso il protagonista.
  • Nella serie televisiva Nikita (serie televisiva 2010) viene usato da Roan.
  • Nel videogioco Call of Duty Black Ops il protagonista Mason con Woods uccidono due russi usando un coltello karambit in modalità tradizionale.
  • È usato da un sicario incaricato di uccidere il protagonista nel film La promessa dell'assassino
  • È usato nel film The Punisher.
  • È usato nel film The Raid 2: Berandal.
  • È usato nella serie televisiva Fargo dal sicario Lorne Malvo.
  • Nel videogioco Tom Clancy's Splinter Cell: Blacklist il protagonista Sam Fisher usa un coltello karambit.
  • Nel videogioco Counter-Strike: Global Offensive è disponibile come skin rara al posto del coltello di default.
  • È usato nella serie televisiva Lucifer da Mazikeen "Maze" Smith
  • È usato nella serie televisiva Taboo dal protagonista James Keziah Delaney,interpretato da Tom Hardy


lunedì 21 marzo 2016

Ashvin

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Gli Ashvin ("cavalieri" o "domatori di cavalli") sono i gemelli divini del Rigveda, figli di Saranya, la dea della nubi, e moglie di Surya, la principale divinità solare, talvolta identificato con Mitra. Essi appaiono in cielo sul loro carro all'alba e al tramonto. Gli Ashwini Kumaras erano talvolta rappresentati con la testa di cavallo.
Nei Veda sono anche chiamati Nasatya e sono i medici degli dei.
Nell'astronomia indiana gli Ashvin sono collegati alla costellazione dell'Ariete, perché la loro moglie o madre sarebbe Hamal, la stella più luminosa della costellazione (Alpha Arietis). Nel calendario induista Ashvinī è l'asterismo comprendente le stelle β e γ Arietis, che individua il primo dei 27 nakshatra, talvolta chiamati case lunari, cioè segmenti dell'eclittica, che riflettono l'orbita della luna contro le stelle fisse per una durata di 27 giorni e 7¾ ore. Il calcolo dei Nakshatra era già conosciuto al tempo del Rig Veda (secondo-primo millennio a.C.).
Gli Ashvin sono menzionati 376 volte nei Rigveda, con 57 inni dedicati specificatamente a loro: 1.3, 1.22, 1.34, 1.46-47, 1.112, 1.116-120 (cfr. Vishpala), 1.157-158, 1.180-184, 2.20, 3.58, 4.43-45, 5.73-78, 6.62-63, 7.67-74 8.5, 8.8-10, 8.22, 8.26, 8.35, 8.57, 8.73, 8.85-87 10.24, 10.39-41, 10.143.



domenica 20 marzo 2016

Ed Farhat

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Edward "Ed" George Farhat, meglio conosciuto come The Sheik o The Original Sheik (per distinguerlo da The Iron Sheik) (Lansing, 6 settembre 1926 – Williamston, 18 gennaio 2003), è stato un wrestler statunitense.
Fu anche il proprietario della Big Time Wrestling, una delle più famose federazioni di wrestling negli anni sessanta. È anche uno degli ideatori di quello che sarebbe diventato l'Hardcore wrestling. Ha anche allenato altri wrestler popolari del Michigan come suo nipote Sabu, Rob Van Dam, Scott Steiner e Greg "The Hammer" Valentine.

Carriera

Inizi

Farhat iniziò la sua carriera da lottatore nel Midwest e successivamente si spostò in Texas, ma il suo incontro più importante fu uno nel quale non lottò in prima persona. Egli avrebbe dovuto affrontare l'NWA World Heavyweight Champion Lou Thesz a Chicago in un match valido per il titolo ma Thesz aveva la reputazione di ridicolizzare i wrestler che interpretavano delle "gimmick", così The Sheik non si presentò sul ring e si nascose su un autobus. Paradossalmente, la pubblicità ricavata da questo fatto fece crescere la fama del personaggio di The Sheik. Egli andò a New York per unirsi alla compagnia di Vincent J. McMahon dove fece coppia con Johnny Valentine e Bull Curry in faide contro Mark Lewin, Don Curtis, Antonino Rocca, e Miguel Pérez, combattute al Madison Square Garden. Ritornò poi quando McMahon formò la World Wide Wrestling Federation per combattere un feud contro Bruno Sammartino alla fine degli anni sessanta.

La gimmick dello "sceicco pazzo"

Il personaggio di The Sheik era quello del ricco sceicco siriano selvaggio e pazzo. Era solito non smettere di infliggere dolore agli avversari rifiutandosi di fermare le prese di sottomissione alle quali li sottoponeva anche se era l'arbitro ad ordinarglielo. Faceva uso di oggetti illegali nascondendo delle matite appuntite che utilizzava per ferire il volto dei nemici durante gli incontri. Altra tecnica illegale molto impiegata dallo sceicco era la "fireball" (palla di fuoco) che gettava in faccia agli avversari, talvolta provocando loro delle gravi ustioni. The Sheik non parlava alla telecamera, tranne che per le incomprensibili parole "aloo, aloo!" che ripeteva spesso sul ring. Ebbe due differenti manager in carriera: Abdullah Farouk prima, ed in seguito Eddy Creatchman.

Faide principali e match vari

Il suo maggiore feud fu quello che lo vide scontrarsi con Bobo Brazil a Detroit, il territorio principale dello sceicco. I due lottarono per lo NWA United States Championship (versione di Detroit), molto spesso alla Cobo Arena. Spezzoni di questi match sono visionabili nel documentario I Like to Hurt People. Altro avversario storico di The Sheik fu Fred Blassie. Sheik e Blassie si affrontarono numerose volte, inclusi svariati Steel Cage Match alla Grand Olympic Auditorium.
Nel 1968, The Sheik arrivò in WWWF per lottare in alcuni match titolati contro Bruno Sammartino. I due si incontrarono in tre diverse occasioni al Madison Square Garden, The Sheik vinse il primo confronto per count out, venne squalificato nel secondo, e perse in un Texas Death Match cedendo per dolore quando Bruno lo colpì ripetutamente a un braccio con una penna facendolo sanguinare copiosamente. Sammartino e The Sheik ebbero anche una serie di match a Boston, incluso un tutto esaurito il giorno dopo una tempesta di neve, quando ancora il trasporto pubblico non era tornato alla normalità.
A partire dal 1969, Farhat lottò regolarmente a Toronto, dove rimase imbattuto in 127 incontri al Maple Leaf Gardens. Egli sconfisse lottatori del calibro di Whipper Billy Watson, Lou Thesz, Gene Kiniski, Bruno Sammartino, Édouard Carpentier, Ernie Ladd, Jay Strongbow e persino André the Giant durante il suo primo grande tour del Nord America nel 1974. Fu però proprio André che mise fine alla striscia di imbattibilità di The Sheik a Toronto nell'agosto 1974, vincendo per squalifica. Nel 1976 egli perse per schienamento contro Thunderbolt Patterson e Bobo Brazil. The Sheik continuò a combattere a Toronto fino al 1977.
Successivamente Farhat se ne andò in Giappone. In un primo periodo riscosse un buon successo, ma poi la federazione nella quale militava fallì e The Sheik passò alla All Japan Pro Wrestling. Dopo un anno si trasferì nella New Japan Pro Wrestling ma poco dopo tornò a combattere in America a Detroit. Fece ritorno in Giappone nel 1977 per lottare nella All Japan, in coppia e contro Abdullah the Butcher. Il suo incontro insieme ad Abdullah the Butcher contro Dory Funk Jr. & Terry Funk fu uno dei match più celebri e violenti mai disputati in Giappone.

Carriera successiva

A partire dal 1980, egli lottò in varie federazioni del circuito indipendente negli Stati Uniti e in Giappone per tutti gli anni ottanta.
Negli anni novanta, lottò principalmente in Giappone per la Frontier Martial-Arts Wrestling ed ebbe svariati pericolosi incontri di hardcore wrestling. Il 6 maggio 1992, The Sheik combatté un "Fire Deathmatch" con Sabu contro Atsushi Onita e Tarzan Goto, dove le corde del ring erano rimpiazzate da del filo spinato infuocato, rimediando tre ustioni di terzo grado e finendo in coma per qualche tempo.
Nel 1994, passò un breve periodo nella Extreme Championship Wrestling dove fece coppia con Pat Tanaka contro Kevin Sullivan e Tazz. Venne inoltre colpito da un infarto mentre stava prendendo un taxi a Tokyo. Lottò nel suo ultimo match nel 1998 in Giappone.
Quando Sabu entrò nella WCW nel 1995, Farhat lo raggiunse come suo manager. Durante un match con Jerry Lynn, che all'epoca combatteva con il ring name "Mr. JL", Farhat si ruppe accidentalmente una gamba per colpa di Sabu e Lynn durante uno spot del quale non era stato messo al corrente.

Ritiro e morte

Ed Farhat si ritirò dal wrestling nel 1998 e morì poco tempo dopo, il 18 gennaio 2003 a causa di un attacco di cuore.

sabato 19 marzo 2016

Seigo Yamaguchi

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Seigo Yamaguchi, soprannominato "il Genio dell'Aikido" (山口 清吾 (Yamaguchi Seigo); Fukuoka, 13 aprile 1924 – 24 gennaio 1996), è stato un insegnante di Aikido presso lo Hombu Dojo dell'Aikikai di Tokyo col grado di 9º dan.

Biografia

Nacque il 13 aprile del 1924 nella prefettura di Fukuoka, nel Kyushu in Giappone. Da giovanissimo era un avido lettore anche grazie al padre, preside di una scuola, che lo riforniva costantemente di libri, consentendogli di approfondire conoscenze di storia, filosofia e letteratura. Studiò presso un istituto tradizionale fondato dai clan Yanagawa e Han durante il periodo Edo, per poi laurearsi presso l'università Hiroikegakuen. Durante la seconda guerra mondiale partecipò alla guerra del Pacifico, arruolato in uno squadrone Kamikaze della Marina, di quelli che si schiantavano con un sommergibile esplosivo contro le navi nemiche. Per fortuna dell'Aikido moderno la guerra finì prima che gli fosse assegnata una missione.

Incontro con l'Aikido

Dopo la guerra rientrò nella nativa Fukuoka per continuare gli studi e nel 1949 ottenne la qualifica per lavorare per il governo. Decise però di approfondire i suoi studi in Europa, ma prima di partire volle perfezionare le sue conoscenze di cultura giapponese studiando macrobiotica con Sakurawaza Nyoichi, conosciuto in occidente come George Oshawa. Grazie a questo legame, nel 1950 venne presentato a Morihei Ueshiba, il fondatore dell'Aikido, e l'anno dopo divenne uchi deshi (allievo interno al dojo). Dal 1958 al 1960 fu inviato ad insegnare Aikido ai militari in Birmania e, al suo rientro in Giappone, insegnò regolarmente all'Hombu Dojo (Dojo Centrale di Tokyo) in particolare nella famosa lezione del lunedì sera, che tenne per decenni.

Caratteristiche

Aveva il suo dojo privato in un primo tempo a Ikenoue, famoso per la durezza del suo tatami, poi si trasferì a Shibuya dove il tatami era quello del Kendo: di legno. Il dojo di Shibuya divenne il centro della sua ricerca personale in Aikido e gli studenti erano accettati solo per invito. Yamaguchi teneva lezioni anche per le squadre di baseball giapponesi, per le università e per dojo privati (lo Zoshukan di Tokyo, tra i più importanti). Le sue lezioni all'Hombu Dojo erano tra le più seguite, anche dai colleghi insegnanti dell'Hombu Dojo stesso, cosa che non si verifica facilmente. Alto poco meno di 170 cm per un peso di circa 60 kg, sul tatami appariva un gigante e le sue tecniche fluivano senza sforzo, charamente ispirate agli eleganti movimenti della spada giapponese. Studiava Lao Tsu e la filosofia dello Yin e Yang e, nonostante fosse molto severo a lezione, non ammetteva la durezza nell'allenamento e insisteva sul liberarsi dalla rigidità. Non metteva troppa enfasi nelle ripetizioni e non spiegava molto della tecnica, ma praticava di persona con ogni studente. I suoi movimenti erano così rapidi che anche gli istruttori Aikikai di grado più elevato avevano problemi con le sue proiezioni. Tra il 1977 ed il 1995 fu invitato a condurre stage in Europa, principalmente in Francia, Germania ed Inghilterra; l'Università di Mannheim, in Germania, istituì un vero e proprio corso di Aikido e cominciò ad invitarlo regolarmente.
Diversi grandi maestri si ispirano moltissimo a lui; tra di essi Seishiro Endo, Yoshinobu Takeda, Masatoshi Yasuno, Christian Tissier, Philippe Gouttard e William Gleason. Anche il figlio Tetsu è uno Shihan, 7° dan di Aikido. Gli fa onore non aver mai voluto fondare una sua scuola, cosa in cui non credeva visto il suo profondo rispetto verso il fondatore Morihei Ueshiba e quindi verso l'Aikikai, ma che avrebbe potuto fare tranquillamente grazie al suo seguito.

Morte

Lui fu diagnosticata un'ulcera intestinale che rifiutò di curare, da forte sostenitore dell'ordine naturale delle cose quale era. Dopo essere stato attivo in Aikido per più di 45 anni, il 24 gennaio del 1996 il Maestro morì nel sonno per una emorragia interna dopo aver fatto una dimostrazione la sera prima. Alla cerimonia funebre organizzata dalla sua famiglia presero parte più di 1000 persone. Dopo di essa vennero organizzate delle grandi dimostrazioni in memoria del Maestro Yamaguchi a Kamakura, a Katsuta e alle Università di Meiji e Nagoya.

venerdì 18 marzo 2016

Periodo dei regni combattenti

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Con Stati combattenti o Regni combattenti (戰國, 战国, Zhànguó) si indica il periodo storico cinese che va dal 453 a.C. al 221 a.C.
Il periodo degli stati combattenti vide numerosi stati - Han, Wei, Zhao, Qi, Qin, Yan e Chu - combattersi la supremazia nell'antica Cina. Ad imporsi fu lo Stato di Qin, che per raggiungere questo scopo ricorse ad ogni mezzo, dallo scontro militare alla manovra diplomatica, dall'inganno all'assassinio degli avversari.
La fase conclusiva del processo di unificazione ebbe inizio con l'ascesa al trono di Qin del re Ying Zheng nel 246 a.C., sovrano dalle rare capacità organizzative e dall'eccezionale senso strategico, che conquistò nell'ordine: Han (230 a.C.), Wei (225 a.C.), Chu (223 a.C.), Zhao e Yan (222 a.C.) e Qi nel 221 a.C. unificando così la Cina e dando inizio alla dinastia Qin. Yin Zheng si rinominò Qin Shihuangdi, nome che si richiamava agli antichi sovrani mitici.
Il Periodo dei regni combattenti vide il fiorire della lavorazione del ferro, che sostituì il bronzo nelle armi. La sfera d'influenza della cultura cinese si allargò ad aree come lo Shu (l'attuale Sichuan) e lo Yue (l'odierno Zhejiang). Le scuole filosofiche più importanti, come il confucianesimo, il taoismo e il moismo subirono varie elaborazioni e se ne aggiunsero altre, come il legismo formulato da Han Feizi, dando vita alle Cento scuole di pensiero.



Divisione dello stato di Jin

Durante il Periodo delle Primavere e degli Autunni, lo stato di Jin era lo Stato più potente della Cina, ma al termine del periodo esso cadde sotto il potere di sei ministri provenienti da sei potenti famiglie, che ingaggiarono fra loro una dura lotta per la supremazia. All'inizio del Periodo dei regni combattenti erano rimaste quattro famiglie: gli Zhi (), i Wei (), gli Zhao () e gli Han (). Zhi Yao (智瑶), l'ultimo capo della famiglia Zhi, la più potente di Jin, tentò di coalizzarsi con i Wei e gli Han per sconfiggere la famiglia Zhao, ma la coalizione si rovesciò e nel 453 a.C. le tre famiglie Wei, Han e Zhao annientarono gli Zhi. Le tre famiglie si spartirono lo Stato di Jin, dividendolo in tre stati: lo Stato di Wei (stato), lo Stato di Zhao e lo Stato di Han. Nel 403 a.C. il re Zhou riconobbe la spartizione e conferì ai loro sovrani il titolo di marchese (, hóu). Lo Stato di Jin continuò ad esistere come un piccolo territorio fino al 376 a.C., quando anche quest'ultimo frammento fu diviso fra i tre stati.



I regni combattenti




I regni combattenti, verso il 350 a.C.





Il declino della dinastia Zhou







Ornamento in giada intagliata raffigurante un drago, Periodo dei regni combattenti



All'inizio del Periodo dei regni combattenti, lo Stato di Chu era uno dei più potenti stati cinesi. Il suo potere si rafforzò ulteriormente quando nel 389 a.C. il re nominò primo ministro Wu Qi (吳起), che introdusse importanti riforme. Sempre nel 389 a.C., la famiglia Tian () assunse il potere nello Stato di Qi, ed il sovrano Tian ottenne il titolo di duca di Qi.
Nel 371 a.C., il marchese Wu di Wei morì senza lasciare un erede designato, e una guerra di successione si scatenò nello Stato di Wei. Dopo tre anni di guerra civile, gli Stati di Zhao e Han invasero lo Stato di Wei, ma un disaccordo fra i due sovrani permise al marchese Hui di Wei di conquistare il trono e di respingere gli invasori.
Nel 354 a.C. lo Stato di Wei attaccò lo Stato di Zhao e l'anno seguente conquistò una delle maggiori città, Handan (邯鄲). Lo Stato di Qi decise allora di venire in aiuto degli Zhao. Wei fu sconfitto nella battaglia di Guiling (桂陵).
Ancora, nel 341 a.C., lo Stato di Wei tentò di invadere lo Stato di Han, ma di nuovo intervennero i Qi che sconfissero i Wei a Maling (馬陵). Nel 334 i sovrani di Wei e di Qi si riconobbero vicendevolmente come re (), formalizzando così l'indipendenza dei loro stati dalla dinastia Zhou. Il sovrano dello Stato di Chu era già re dal Periodo delle primavere e degli autunni, e da questo momento tutti gli altri stati si dichiararono regni indipendenti: nel 325 il sovrano di Qin, nel 323 quelli di Han e Yan, nel 318 quello di Song, uno Stato minore, e per ultimo, nel 299, il sovrano di Zhao.



La guerra fra i regni

Verso il 359 a.C., Shang Yang (商鞅), ministro dello Stato di Qin, aveva iniziato una serie di riforme basate sulla dottrina politica del legismo, che avevano trasformato profondamente e rafforzato lo Stato.
Nel 340 a.C. lo Stato di Qin, approfittando della serie di sconfitte che avevano indebolito il regno di Wei, sferrò un attacco e conquistò una larga parte dei territori Wei. Il regno di Wei spostò la capitale da Anyi a Daliang, ma perse molto del suo potere.
Il regno di Chu raggiunse il suo massimo nel 334 a.C., quando conquistò lo Stato di Yue. Seguì poi la conquista degli Stati di Song (286 a.C.) e di Lu (249 a.C.). Ma nel frattempo la minaccia rappresentata dall'espansionismo Qin era diventata sempre più temibile.
Intorno al 300 a.C. lo Stato di Qi fu quasi annientato da una coalizione guidata da Yue Yi di Yan. I Qi, al comando del generale Tian Dian, riuscirono a riconquistare i territori perduti, ma la loro potenza non fu più significativa.
Nel 293 a.C. i Qin sconfissero i Wei e gli Han nella battaglia di Yique. Nel 278 a.C., fu la volta dello Stato di Chu: i Qin conquistarono la capitale, Ying, costringendo il re Chu a trasferirsi a Shouchun. Nel 260 a.C. i Qin sconfissero gli Zhao nella sanguinosa battaglia di Changping.



La conquista Qin

Nel 230 a.C. il re An di Han (韓廢王), spaventato dalla possibilità che i Qin attaccassero il suo regno, si arrese senza combattere. Cinque anni dopo, l'esercito Qin invase lo Stato di Wei ed assediò la capitale Kaifeng (大梁). Per far capitolare la città, i Qin la inondarono deviando le acque di un fiume. Il re Jia di Wei si arrese per risparmiare un ulteriore spargimento di sangue.
Il re di Qin, Ying Zheng, decise allora di affrontare lo Stato più forte, il regno di Chu. La prima invasione fu un insuccesso, l'esercito Chu, forte di 500 000 uomini, fermò momentaneamente i Qin. Ma l'aggressione riprese l'anno seguente, e nel 223 a.C. lo Stato di Chu fu definitivamente conquistato.
Nel 222 a.C. fu la volta degli Stati di Yan e Zhao; l'anno seguente il re di Qi si arrese. L'unificazione della Cina era compiuta e si apriva l'era della dinastia Qin.