domenica 4 giugno 2017

Bafaquan

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Il Bafaquan (八法拳, "pugilato degli otto metodi") è un sistema di arti marziali cinesi sviluppato da Li Demao (李德茂) durante l'epoca della dinastia Qing. Esso include tecniche di fanziquan, paochui, tantui, tongbeiquan, xingyiquan.
Il sistema si basa su otto metodi ("bafa" 八法):
  1. Lan (, bloccare, intercettare, ostruire);
  2. Na (, prendere, afferrare, catturare);
  3. Zha (, introdursi, infilarsi, pungere);
  4. Beng (, esplodere, schiantarsi);
  5. Tuo (, sostenere, appoggiare, tenere sul palmo);
  6. Dou (, scuotere, scoprire);
  7. Pi (, dividere, spaccare, spezzare);
  8. Chan (, attorcigliare, avvolgere).
Da una forma a mano nuda si sviluppa un esercizio in coppia (duilian), poi si studiano le armi quali dao, qiang e jian. La "bafaqiang" (八法枪), utilizza una daqiang (大枪, "grande lancia") ed è una specialità di questo sistema. Questa tecnica di utilizzo della lancia appare circa nel 1909 e riunisce yuejiaqiang (岳家枪, "lancia della famiglia Yue"), lihuaqiang (梨花枪, "lancia del fiore di pero") e liuheqiang (六合枪, "lancia delle sei coordinazioni") e gli "otto metodi ("bafa") sopra citati.
Il bafaquan è popolare nella provincia di Shanxi, in particolare nella città di Datong, nella Mongolia Interna (Nei Menggu, 内蒙古)

sabato 3 giugno 2017

Kimono

 
Un esempio di kimono



Il kimono (着物 letteralmente "cosa da indossare" e quindi "abito") è un indumento tradizionale giapponese, nonché il costume nazionale del Paese del Sol levante.
In origine il termine kimono veniva usato per ogni tipo di abito; in seguito è passato a indicare specificamente l'abito lungo portato ancor oggi da persone di entrambi i sessi e di tutte le età. Il kimono è molto simile agli abiti in uso durante la dinastia cinese Tang. Il kimono è una veste a forma di T, dalle linee dritte, che arriva fino alle caviglie, con colletto e maniche lunghe. Le maniche solitamente sono molto ampie all'altezza dei polsi, fino a mezzo metro. Tradizionalmente le donne nubili indossano kimono con maniche estremamente lunghe che arrivano fin quasi a terra, chiamato furisode. La veste è avvolta attorno al corpo, sempre con il lembo sinistro sopra quello destro (tranne che ai funerali dove avviene il contrario) e fissato da un'ampia cintura annodata sul retro chiamata obi.
Molti credono che il kimono sia l'uniforme utilizzata nella pratica delle arti marziali giapponesi, dovuto spesso all'errata credenza diffusa nei film del genere; in realtà si usa il termine keikogi per identificare l'abbigliamento per la pratica delle discipline marziali. Il kimono viene generalmente abbinato a delle calzature tradizionali giapponesi (simili alle infradito): i sandali zori e i geta con lo yukata e a dei calzini che dividono l'alluce dalle altre dita chiamati tabi. Solitamente quest'ultimi non utilizzati con lo yukata, dove di solito si tengono i piedi scoperti con i soli geta, ma c'è una versione di tabi leggeri ed elastici che può venire utilizzata.
Al giorno d'oggi, al contrario di quello che spesso si crede, il kimono è un capo d'abbigliamento non necessariamente costoso. Normalmente i kimono nuovi, essendo un abito pregiato, possono costare molto, soprattutto se d'autore, ma si riescono a trovare anche a prezzi bassi. Infatti in Giappone si usa ormai spesso acquistare i kimono e alcuni accessori come ad esempio l'obi, nel mercato dell'usato, tramite i vari negozi o siti internet dedicati che offrono una vastissima scelta e dove c'è molta richiesta anche dagli stranieri, siccome il prezzo dei kimono usati scende vertiginosamente, arrivando a costare anche pochissimo e sono tenuti come nuovi.

Storia

La storia e lo sviluppo del kimono vennero pesantemente influenzati dall'abbigliamento tradizionale cinese del popolo Han, chiamato hanfu, grazie alle ambasciate giapponesi presenti in Cina nel IV secolo. Fu comunque nell'VIII secolo che il costume cinese divenne popolare in Giappone, ma è durante il periodo Heian (794–1192) che il kimono divenne sempre più simile a quello attuale, anche se all'epoca veniva ancora coperto con una sorta di grembiule chiamato mo. Durante il periodo Muromachi (1392–1573) il kosode, un antesignano del kimono che però veniva considerato ancora parte della biancheria intima, cominciò invece a essere indossato senza la gonna-pantalone hakama sopra di esso e quindi cominciò anche a essere fissato al corpo con una cintura apposita, la cintura obi. Durante il periodo Edo le maniche iniziarono ad allungarsi, specialmente tra le donne non sposate, e la cintura obi iniziò a diventare più larga, con vari tipi di nodi e allacciature sempre meno semplici. Da allora la forma base del kimono maschile e femminile è rimasta essenzialmente immutata.

Caratteristiche

 


Donna giapponese in kimono, circa 1870



I kimono da uomo sono disponibili in varie taglie, ma tradizionalmente tutti i kimono da donna sono sostanzialmente di una sola taglia e vengono adattati alle varie forme e dimensioni del corpo rimboccando o piegando opportunamente il tessuto. Un kimono cucito perfettamente ha le maniche che terminano esattamente alla fine dei polsi quando le braccia sono abbassate. La lunghezza ideale del kimono da uomo dovrebbe arrivare alle caviglie senza essere piegato in vita; quello da donna è invece più lungo, ma arriva comunque alle caviglie dato che viene ripiegato in vita sotto la cintura obi. Questa ripiegatura viene chiamata ohashori.
I kimono tradizionali vengono realizzati come in passato, ovvero vengono ricavati da un singolo rotolo di stoffa chiamato tan, largo circa trentacinque centimetri e lungo circa undici metri e mezzo (per un kimono per adulti); questo rendeva difficile e costoso avere dei kimono di taglie grandi, per persone alte di statura o molto corpulente, come ad esempio i lottatori di sumo che indossavano kimono fatti su misura. Il kimono finito consiste quindi di quattro larghe strisce di tessuto: due pannelli che coprono il corpo e due che vanno a formare le maniche più due piccole strisce per il colletto e i risvolti del pannello frontale. In passato il kimono veniva spesso scucito per lavare separatamente i vari pannelli e ricucito a mano. Tessuti e metodi di lavaggio moderni hanno reso obsoleta questa pratica. A volte, quando il kimono deve essere conservato per lungo tempo, lungo gli orli esterni vengono messi dei punti di imbastitura piuttosto laschi, per evitare pieghe e torciture indesiderate nonché per mantenere il corretto allineamento dei vari strati dell'abito.
I kimono tradizionali sono cuciti a mano e i tessuti usati per il loro confezionamento sono spesso fatti e decorati a mano. Il kimono può essere decorato con motivi singoli o ripetuti, ottenuti con diverse tecniche, tra cui lo yuzen, un tipo di tintura resistente prodotto con una pasta di riso, lo shibori e la pittura a mano o con uno stencil. Decorazioni ripetute regolari che coprono grandi parti del kimono sono generalmente prodotte con lo yuzen e una fustella. Con il tempo ci sono state molte variazioni dei colori, dei tessuti e dello stile, così come per gli accessori come l'obi.
I kimono e le cinture obi sono tradizionalmente fatti di seta, broccato o satinato (come il rinzu). I kimono moderni sono disponibili anche in tessuti meno costosi e meno delicati, come quelli fatti con il rayon, il cotone, il poliestere o altre fibre sintetiche. La seta è considerata comunque ancora il tessuto ideale ed è praticamente obbligatoria nelle occasioni formali. Le fantasie ricamate o stampate sul kimono possono anche essere abbinati alla stagione.
Oggigiorno il kimono viene indossato sopra una sottoveste apposita, mentre in passato venivano indossati svariati strati di indumenti che venivano poi coperti con il kimono vero e proprio. I vecchi kimono sono spesso riciclati in vari modi: vengono alterati per fare degli haori, hiyoku o dei kimono per bambini; vengono inoltre usati per fare delle borsette o accessori simili. Un kimono rovinato sotto il punto vita può comunque essere indossato sotto una hakama.
Esistono diversi stili di kimono per le varie occasioni, dalle più formali alle più familiari. Il livello di formalità di un kimono da donna è dato dalla sua forma (principalmente la lunghezza delle maniche), dal disegno, dal tessuto e anche dal colore. I kimono da uomo si presentano invece generalmente in un'unica forma e sono di colori spenti. Il loro grado di formalità è dato anche dal colore degli accessori, dal tipo di tessuto e dal numero (o dall'assenza) di kamon (cimiero di famiglia).

Parti del kimono


Una ragazza di oggi con un furisode, dei sandali zōri e dei calzini tabi



Il kimono è composto da svariate parti, ognuna con un nome specifico. Per il kimono da donna le parti che vanno a comporre l'indumento sono:
  • Doura: la fodera esterna.
  • Eri: il colletto.
  • Fuki: l'orlo principale.
  • Furi: la parte della manica sotto al foro del braccio.
  • Maemigoro: il pannello anteriore principale.
  • Miyatsukuchi: l'apertura sotto la manica.
  • Okumi: la parte interna del pannello anteriore principale.
  • Sode: la manica (abbigliamento)|manica.
  • Sodeguchi: l'apertura della manica.
  • Sodetsuke: il foro del braccio.
  • Susomawashi: la fodera interna.
  • Tamoto: drappeggio della manica.
  • Tomoeri: il sopra il colletto.
  • Uraeri: il colletto interno.
  • Ushiromigoro: la sezione principale posteriore.



Il kimono da donna


Furisode



Il kimono da donna consiste di almeno dodici parti separate, da indossare, unire e fissare secondo regole precise. Per molte donne non risulta semplice indossare un kimono senza aiuto, ma in realtà con un po' di pratica si può indossare tranquillamente da sole, come fanno molte persone. Ancora oggi esistono assistenti professionali che aiutano le donne a indossare i kimono, specialmente nelle occasioni speciali. Tali assistenti hanno una licenza professionale e, oltre a lavorare spesso presso i saloni di parrucchiere, dove in Giappone si usa andate per acconciarsi i capelli quando si indossa il kimono, fanno anche visite a domicilio.
Con il kimono da donna si utilizza spesso indossare dei fermagli ornamentali per capelli tradizionali giapponesi chiamati kanzashi. La scelta del kimono da indossare in un'occasione è legata a numerosi simboli e sottili messaggi sociali. La scelta riflette l'età della donna, il suo stato civile e la formalità dell'occasione. In ordine decrescente di formalità si hanno:
  • Kurotomesode (黒留袖): un kimono nero dipinto solo sotto la cintura; i kurotomesode sono i kimono più formali per le donne sposate. Sono spesso indossati dalle madri degli sposi ai matrimoni. I kurotomesode hanno solitamente cinque kamon (stemmi familiari) dipinti su maniche, petto e schiena del kimono.
  • Furisode (振袖): furisode letteralmente si traduce con "maniche svolazzanti"; le maniche di un furisode variano in lunghezza tra i 75 e i 105 centimetri (oggigiorno le maniche possono arrivare fino a 114 centimetri, poiché sono proporzionate all'altezza di chi andrà ad indossare l'abito). I furisode sono i kimono più formali per le donne nubili e generalmente sono completamente decorati. Il "furisode" è un abito indossabile unicamente dalle ragazze nubili e in teoria una ragazza non potrebbe più indossarlo dopo i venticinque anni; poiché l'età media delle spose si indirizza sempre più oltre questo limite. I "furisode" sono in gran parte indossati nella cerimonia di passaggio alla maggiore età delle giovani (Seijin Shiki) e dalle parenti non sposate degli sposi nei matrimoni. Si possono distinguere tre tipologie di "furisode", a seconda della lunghezza delle maniche: il kofurisode (75 cm), il chuburisode (90 cm) e l'ōburisode (105-114 cm).
  • Irotomesode (色留袖): un kimono in tinta unita (escluso il nero), decorato solo sotto la cintura. Appena meno formale del kurotomesode, è indossato da donne sposate, spesso le parenti più strette degli sposi ai matrimoni. Un irotomesode può recare tre o cinque kamon.
  • Hōmongi (訪問着): si traduce letteralmente come "abito da visita". Caratterizzato da decorazioni che si sviluppano oltre le spalle, attraversando le cuciture, lo hōmongi si colloca appena sopra lo tsukesage. Lo hōmongi viene indossato sia da donne nubili che sposate, spesso dalle amiche della sposa ai matrimoni. Può essere indossato anche in occasione di feste formali.
  • Tsukesage (付け下げ): rispetto allo hōmongi ha decorazioni meno estese e generalmente limitate a sotto la cintura e alle maniche; anch'esso può essere indossato sia da donne sposate che da donne nubili.
  • Iromuji (色無地): un kimono in tinta unita (a esclusione del nero e del bianco/avorio, considerati come non colori e destinati a occasioni specifiche) che può essere indossato sia da donne sposate che da donne nubili. Gli iromuji sono generalmente indossati in occasione delle cerimonie del tè. La seta tinta può produrre figure (rinzu, simile allo jacquard) ma non ha decorazioni di colori diversi.
  • Komon (小紋): letteralmente "bel motivo", un kimono con un piccolo motivo decorativo ripetuto su tutta la superficie dell'abito. Abbastanza informale, può essere portato per strada o abbinato a un obi più elegante per una cena al ristorante. Può essere indossato sia da donne sposate che da donne nubili.
    • Edo komon (江戸小紋): è un tipo di komon contraddistinto da piccoli punti disposti in gruppi densi a formare un disegno più ampio sulla superficie dell'abito. La tecnica di tintura dell'Edo komon nacque all'interno della classe sociale dei samurai durante il periodo Edo. Un kimono di questo tipo ha lo stesso grado di formalità di un iromuji e, quando è decorato con un kamon, può essere considerato equivalente ad un tsukesage o a uno hōmongi.
  • Yukata (浴衣): kimono estremamente informale, sfoderato, generalmente in cotone, lino o canapa. Gli yukata sono indossati in estate in occasioni all'aperto da uomini e donne di ogni età. Sono inoltre indossati alle terme, dove spesso vengono anche offerti agli ospiti degli stabilimenti termali.



Il kimono da uomo


Jimmy Wales con un kimono (Kyōto, 2007)



A differenza dell'abito da donna i kimono da uomo sono molto più semplici e si compongono di un massimo di cinque pezzi, esclusi calze e sandali.
Oggi le principali differenze tra i kimono da uomo consistono nel tipo di tessuto e nel modello. Il kimono tipico è di colore scuro (nero, blu scuro, verde scuro e più raramente marrone). I tessuti sono opachi e, nei modelli meno formali, presentano un motivo leggero. Kimono meno formali possono essere di colori leggermente più vivaci, come il viola, il verde e il blu. Alcuni lottatori di sumo a volte indossano anche colori particolarmente vivaci, come il fucsia. Il tipo di kimono più formale è completamente nero, con cinque kamon sul petto, sulle spalle e sulla schiena. Leggermente meno formale è la versione con tre kamon. Sono generalmente accompagnati da biancheria ed accessori bianchi. Quasi ogni kimono può essere reso più formale indossando hakama e haori.

Gli accessori del kimono


Tabi

Obi (otaiko-musubi)



  • Datejime (伊達締め): è una piccola cintura a sciarpa parzialmente rigida indossata sotto la cintura obi per assicurarla.
  • Geta (下駄): sono sandali, calzati da uomini e donne con lo yukata. Un tipo leggermente diverso di geta è usato dalla geisha.
  • Hakama (): è una gonna – divisa o unita – più simile a un paio di pantaloni molto larghi, tradizionalmente indossata dagli uomini, ma oggi anche dalle donne e usata nelle tenute di svariate arti marziali (aikido, kendo, iaido e naginata). Una tipica hakama ha delle pieghe, una koshiita – una parte rigida o imbottita sul fondoschiena – e un himo – lunghe strisce di tessuto avvolte attorno alla vita e attorno a un obi. In funzione della decorazione può essere sia molto formale, sia familiare. Normalmente non è parte dei kimono formali da signora, mentre lo è per quelli da uomo.
  • Haori (羽織): un soprabito che giunge fino all'anca o alla coscia, che aggiunge ulteriore formalità. Introdotto già tra il XV e il XVI secolo, fu riservato agli uomini fino alla fine del periodo Meiji (1868-1912), quando col cambio delle mode è entrato nell'uso anche per le donne. I modelli da donna tendono ad essere più lunghi.
  • Hiyoku (ひよく): è un tipo di sotto-kimono, quindi una sorta di sottoveste. Oggigiorno viene indossato soltanto in occasioni formali come matrimoni o eventi sociali importanti.
  • Haori-himo (羽織紐): una corda per stringere lo haori, decorata con nappine; il colore più formale è il bianco.
  • Jūnihitoe (十二単): un abito a dodici strati indossato nell'antichità dalle donne di corte. Oggi usato solo nelle occasioni più formali a corte – matrimoni imperiali o incoronazioni – e visibile nei musei.
  • Kanzashi (): ornamenti per i capelli in forma di fiori di seta, pettini di legno e forcine di giada.
  • Obi (): l'equivalente giapponese della fusciacca o della cintura, usata per il kimono o per la yukata. Sono generalmente usati in modi differenti a seconda dell'occasione e i modelli da donna sono generalmente più intricati.
  • Tabi (足袋): calzini corti con separazione infradito usati con i sandali. Esistono anche a piede unito.
  • Waraji (草鞋): sandali di corda. Usati spesso dai monaci.
  • Zōri (草履): sandali di stoffa, pelle o fibra. Possono essere molto decorati con disegni intrecciati o completamente lisci, usati sia da uomini che da donne. I più formali da uomo sono di fibra intrecciata con lacci bianchi.

venerdì 2 giugno 2017

Hequan

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Hequan (鹤拳, pugilato della gru) è un insieme di stili di arti marziali cinesi che imitano le movenze della Gru e quindi classificabile come Xiangxingquan. Siccome tutti questi stili sono praticati al sud, questi appartengono anche al Nanquan ed in particolare si parla di Fuzhou Hequan (福州鹤拳), infatti l'Hequan è una delle sette grandi scuole di pugilato del Fujian (福建省七大拳, Fujian sheng qi da quan). La scuola conterebbe 300 anni di storia e come vedremo nella sezione dedicata al Baihequan (白鶴拳) viene fatta risalire a Fang Qiniang (方七娘). Si è diffusa in Fuzhou, Changle (长乐), Fuqing (福清), Pingtan (平潭), Minqing (闽清), Putian (莆田), Gang-Ao (港澳), Hong Kong e Macao) e sull'isola di Taiwan (台湾).

Baihequan 白鶴拳, pugilato della gru bianca

Il Pugilato della Gru Bianca (Baihequan,白鶴拳) è una delle tipologie di scuole di imitazione dei movimenti della Gru, molto diffusa nel mondo tanto che qualcuno si ostina ad utilizzare il nome in Inglese, cioè Fujian White Crane. C'è chi pensa che questa sia la scuola da cui si sono ramificate le altre.
  • Secondo Carmona gli Annali Storici di Yongchun (Yongchun xianzhi) riferiscono che Fang Qiniang trasmise la sua arte a Zheng Li di Yongchun ed in seguito la scuola si divise in Zonghe (宗鶴), Shihe (食鶴), Minghe (鸣鶴) e Feihe (飞鶴).
  • Per il libro Yongchun Baihequan da questa scuola derivarono tutti i 5 sottostili.

Baihequan, secondo altre fonti

La storia Più Diffusa

Per altri, lo stile della Gru Bianca è uno degli stili più giovani che derivano dal Wushu di Shaolin. La leggenda narra che durante il regno dell'imperatore Kangxi (1662-1722) della dinastia Qing, nel tempio Bailian 白莲寺, nella regione di Funing (Fujian) viveva una donna chiamata Fang Qiniang, figlia di Fang Zhong (方种), esperto di Shaolinquan. Il padre le aveva insegnato le sue arti marziali fin dalla tenera età. Un giorno mentre lei stava tessendo nel tempio una gru bianca volando si posò sul tetto, alzava la testa ed agitava le ali, ballava e giocava col suo collo, usando il becco per beccarsi le penne, sporgendo il collo per cercare cibo e torcendolo per prendere una pausa; Fang Qiniang era molto sorpresa dalla sua gestualità. Quindi improvvisamente le tirò una scatola, ma la gru bianca la scansò facilmente; lei continuò usando un regolo per attaccarla, ma ancora una volta l'attacco fu deviato disinvoltamente, dopo di che la gru bianca spiegò le ali e volò alta nel cielo. Stupita dall'abilità dell'animale, Fang Qi-Niang cercò di applicare quotidianamente al suo kung-fu i movimenti della gru bianca. Ella cominciò ad incorporare tali movimenti nelle forme di Shaolin, sviluppando uno stile, denominato "Gru Bianca" (Bai He). Da allora Fang Qiniang insegnò questo stile nel tempio di Bailian e divenne molto famosa. Ha avuto numerosi allievi molti dei quali venivano dalla contea di Yongchun. In seguito Fang Qiniang e suo marito Zeng Si (曾四) furono esiliati a Yongchun. Nella città di Yongchun lei ed il marito insegnarono a 24 diversi studenti. È nella città di Yongchun (Fujian) che si è sviluppato lo stile della Gru Bianca più autentico dal quale, in seguito, sono derivate tutte le altre forme. A Yongchun dal XVII secolo ad oggi una genealogia ininterrotta di maestri ha trasmesso questo bellissimo stile che è anche un antenato (insieme al Huquan) del Karate Goju-ryu del Maestro è Cojun Miyagi. Oggi è attiva la 12ª generazione che è così derivata:
  • 1 Fang Qi Niang (方七娘, Fondatrice)
  • 2 Zeng Si (曾四)
  • 3 Zheng Li(郑礼) Ye Fu (叶福) Pan Xian (潘贤)
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  • 4 Zheng Chong (郑宠) Pan Dui Jin
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  • 5 Zheng Qiao (郑樵) Pan da Ren
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  • 6 A Jin Pan Yue Zhao
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  • 7 Zheng Han Ye Ding Fu (1797-1876) - Pan Li Qiu
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  • 8 Zheng Liang Ye Ding Xiao (叶鼎笑, 1828-1887) - Pan Zhen Tuan (潘贞团)
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  • 9 Zheng Mi Pan Shi Feng (潘世讽,1858-1931)
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  • 10 Zheng Lian Jia (1891-1966) Pan Rui Dang (潘瑞荡, 1903-1976)
  • 11 Su Ying Han (苏瀛汉,1945)
  • 12 Su Jin Yi (苏君毅) – Su Jun Yu (苏君玉) – Chen YiJun - Guarelli Andrea - altri
gru bianca di yonchun baihe china

Il Baihequan Secondo Liu Yinshan

Le caratteristiche di questo stile sono radicate profondamente nelle posizioni ed intricate tecniche di mano per lo più a corta distanza come ad imitare il beccheggio degli uccelli. Lo stile della gru volante, tuttavia, utilizza maggiormente tecniche sulla lunga distanza, anche se sulla corta distanza, prediligge combattimento con le mani, che simula lo sbattimento delle ali. Alcuni stili della Gru Bianca utilizzano inoltre una grande varietà di armi tradizionali, mentre gli altri stili hanno interrotto la pratica con le armi antiche. Secondo Liu Yinshan questo stile sarebbe stata una conoscenza dei monaci nel tempio Shaolin (少林寺) del Jiulianshan (九連山) del Fujian (福建). Questa conoscenza venne poi trasmessa a Fang Huishi (方慧石) che la diffuse assieme ai Shaolin shiba luohanquan (少林十八羅漢拳), in particolare insegnò a Fang Qiniang (方七娘). Siccome Fang Qiniang insegnò nella contea di Yongchun (永春) in Fujian, lo stile prese il nome di Yongchun Baihequan (永春白鹤拳). Questa scuola si sarebbe poi divisa in quattro rami: Feihequan (飞鶴拳); Minghequan (鸣鶴拳); Suhequan (宿鶴拳); Shihequan (食鶴拳).
La linea di discendenza del Baihequan a Taiwan:
  1. 方七娘 - Fāng Qī Niang
  2. 曾四 - Zéng Sì
  3. 鄭禮 - Zhèng Lǐ
  4. 蔡忠 - Cài Zhōng
  5. 蔡公頸 - Cài Gōng Jǐng
  6. 林德順 - Lín Dé Shùn
  7. 劉故 - Liú Gù
  8. 劉銀山 - Liú Yín Shān
  9. 劉長益 - Liú Zhǎng Yì (Liu Chang I)

Atteggiamenti delle Mani del Baihequan

Secondo il libro Hequan lo stile ha due atteggiamenti delle mani: Hezhaozhang (鹤爪掌, Palmo dell'artiglio della gru) e Hedingquan (鹤顶拳, pugno a testa di gru).

Passi Fondamentali del Baihequan

I passi più utilizzati per il libro Hequan sono: Pingxingbu (平行步, passo parallelo) e Sanjiaobu (三角步,passo triangolare).

Zonghequan 縱鶴拳, pugilato della gru che salta o Zonghequan宗鶴拳, pugilato della gru dell'antenato

Il nome Zonghequan può essere reso con quattro ideogrammi differenti: (verticale); 駿 (Jun, buono); (traccia); (antenato); che nel dialetto di Fuzhou hanno un suono uguale, ed un significato differente. Durante il regno dell'imperatore Daoguang (道光, 1821-1851) della dinastia Qing, Fang Shipei (方世培) originario della contea di Fuqing (福清) nella provincia del Fujian (福建), si recò ad apprendere il Wushu presso il tempio Tianzhu (天竺寺) sulla montagna Chashan (茶山). Dopo 10 anni di studio egli creò lo Zonghequan. I suoi principali discepoli furono chiamate le cinque tigri del Fujian: Fang Yonghua (方永華), Tang Yihe (唐依鶴), Lin Kongpei (林孔培), Cai Daotian (蔡道恬) e Wang Ling (王陵). I Taolu principali di questo sottostile sono: Fensanzhan (分三战); Simen (四门); Sandian (三点); Wu meihua (五梅花); Hechi (鹤翅); Wubu (五步); Hudie Chuanhua (蝴蝶穿花); Zouma sanjiao (走馬三角); ecc.

Minghequan 鸣鶴拳, pugilato della gru che piange

Secondo Wu Bin,Li Xingdong e Yu Gongbao alla fine dell'epoca della dinastia Qing, Lin Shixian (林世咸) esperto in Yongchun Baihequan (永春白鹤拳), si recò ad insegnare la propria arte marziale in Fuzhou (福州). Tra i suoi discepoli si ricorda Pan Yuba (潘屿八), il quale lo trasmise ad altri. Pan Yuba aveva appreso anche il Luohanquan (罗汉拳). Nel momento in cui questo stile venne appreso da Xie Chongxiang (谢崇祥) in Changle (长乐) nella provincia di Fujian, esso aveva subito molti cambiamenti ed assunto il nome di Minghequan. Tra i Taolu di questo sottostile ricordiamo: Babulian (八步连); ecc.

Suhequan 宿鶴拳, pugilato della gru che passa una notte

Wu Bin,Li Xingdong e Yu Gongbao raccontano che un certo Lin Chuanwu, originario di Chengmen nell'area di Fuzhou, studiò questo sottostile dal monaco Jue Qing per 5 anni presso il tempio Shimen. Per alcuni è solo un altro nome con cui si conosce il Zonghequan. La voce di Baidu afferma che questa ramificazione fu fondata da Fang Huishi方徽石, zi Shipei 字世培 originario della montagna Chashan 茶山 nella contea di Fuqing 福清. Egli avrebbe avuto come allievi Tang Yihe 唐依鹤, Cheng Xuechen 程学琛,Huang Lin 黄霖,Cai Daonian 蔡道年,il proprio figlio Fang Yonghua 方永华, ed il proprio nipote Fang Yongcang 方永苍, ecc. Sempre per la voce di Baidu queste sono le sequenze principali del ramo: Sanzhan (三战), Simen (四门), Sandian (三点), Wumeihua (五梅花), Hechi 鹤翅, Wubu 五步, ecc.

Shihequan食鶴拳, pugilato della gru che mangia

Tra la fine della dinastia Qing e l'inizio della repubblica cinese, lo Shihequan venne appreso da Fang Suiguan, originario di Beiling nell'area di Fuzhou. Da questi lo stile venne insegnato a Ye Shaotao. Ye continuò la sua preparazione nello Shihequan con Zhou Zihe ed in seguito ebbe numerosi discepoli. Il Taolu che più di altri caratterizza questo stile è il Simen Lianhuaquan (寺門蓮花拳 oppure白鶴四門蓮花拳) che viene abbreviato in Lianhua (蓮花), ma in tutto ne conta 21: Jiaozhanquan (角戰拳); Sanzhanquan (三戰拳); Dui chui hua da jiaoquan (對槌化大角拳); jin xing liu dou shouquan (金形六斗手拳); Qi he chao song quan (七鶴朝松拳); Baihe shuang long qiang zhu quan (白鶴雙龍搶珠拳); Baihe huolun shou hua shen quan (白鶴火輪手化身拳); Baihe yi xia chuanzhen hua shang jiao quan (白鶴翼下穿針化上角拳); Baihe xi shen xishui quan (白鶴洗身戲水拳); Baihe shuang feng chao mudan quan (白鶴雙鳳朝牡丹拳); Baihe chongtian quan (白鶴沖天拳); Baihe bawang ding quan (白鶴霸王鼎拳); Baihe jitou shuang chui shou quan (白鶴擊頭雙捶手拳); Baihe hudie shuangfei quan (白鶴蝴蝶雙飛拳); Baihe gundi long shou quan (白鶴滾地龍手拳); Baihe yi tiao long quan (白鶴一條龍拳); Baihe poshui qiu yu (白鶴潑水求魚); Baihe hua luohan fan jiao quan (白鶴化羅漢反角拳); Qiniang suibu quan (七娘碎步拳); Qiniang zhen shen he quan (七娘震身鶴拳).

Feihequan 飞鶴拳, pugilato della gru che vola

A metà dell'epoca della dinastia Qing un maestro di Yongchun Baihequan, tale Zheng Ji apprese il Feihequan da Zheng Li (郑礼). Zheng Ji era famoso in Fuqing e Qingzhou dove ha avuto tre generazioni di discepoli. I Taolu di questo sottostile sono: sanzhan (三战); Simen (四门); Babu (八步); Ershiba xiu (二十八宿); ecc. Vengono utilizzati per allenare gli spostamenti i Meihuazhuang (梅花桩).

Scuola della Gru Bianca Tibetana

Un altro stile che porta il nome della Gru è la Scuola della Gru Bianca Tibetana (西藏白鶴派, 西藏白鹤派, xīzángbáihèpài , hsi cang pai ho pai), in Yale Cantonese Baak Hok Paai. In origine questo stile si sarebbe chiamato Ruggito del Leone (獅子吼, 狮子吼, shīzihǒu, shih tzu hou) e sarebbe stato creato dal monaco tibetano Ah Dat-Ta (阿達陀, Adatuo) in epoca della dinastia Ming. Questa scuola, oltre al nome Gru Bianca, ha assunto a seconda dei lignaggi diverse denominazioni tra cui ricordiamo Xiajiaquan e Lama Pai (喇嘛派).

giovedì 1 giugno 2017

James Figg

James Figg



James Figg (1695 – 8 dicembre 1740) è stato un pugile inglese. È considerato come colui che diede inizio alla fase moderna di questo sport. Il suo nome è stato inserito nella International Boxing Hall of Fame nel 1992.
Nacque a Thame un villaggio nello Oxfordshire nel 1695. Alto 1,81 m, pesava poco più di 90 chili, si dimostrò subito molto abile nel combattimento sia utilizzando le armi sia con il solo uso delle mani. Si dedicò allo sport della scherma per poi concentrarsi completamente nel pugilato. Viaggiava di villaggio in villaggio per dare dimostrazioni di boxe ed organizzare incontri, finché si recò a Londra dove accettava la sfida di chiunque e iniziò ad insegnare le sue tecniche di combattimento. Nel 1719 aprì un'accademia dedicata solo alla boxe, alla quale si iscrissero più di 1000 persone, dove gli allievi apprendevano le lezioni di Figg e dimostravano la loro forza. Sul biglietto da visita dell'ormai popolare James Figg c'era scritto: "Master of the noble science of defence".
La boxe che Figg proponeva all'epoca era molto differente da quella che siamo abituati a vedere nei giorni nostri. Si poteva afferrare l'avversario e scagliarlo per terra, erano ammessi i colpi anche quando l'avversario era caduto a terra. Non esisteva un ring ben definito, lo spazio adibito al combattimento era definito da una semplice linea disegnata per terra. La boxe era uno sport brutale e somigliava ad un'arte marziale dove molti colpi e tecniche di atterramento erano permesse.
Nel 1719 Figg si proclamò campione d'Inghilterra. In carriera Figg disputò 15 incontri vincendoli tutti, finché nessuno volle più sfidarlo. Si ritirò imbattuto nel 1736. Con i soldi guadagnati e l'aiuto del Principe di Galles aprì a Londra un Anfiteatro in Oxford Street utilizzato per organizzare gli incontri di boxe. Figg morì nel 1740.
Il 6 giugno del 1727 si ricorda l'incontro che Figg combatté contro Ned Sutton un intagliatore di pipe di Gravesend. La sfidà generò molto interesse e fece giungere molte persone importanti tra cui il primo ministro Sir Robert Walpole. L'incontro era suddiviso in due, nella prima parte era ammesso l'uso di spade, invece nella seconda parte si utilizzavano solamente i pugni. Nella prima sfida per circa 30 minuti i due sfidanti si studiarono con attenzione, finché Sutton attaccò Figg costringendolo ad una molto difficile difesa durante la quale si ferì al braccio con la propria spada. L'incontro non fu fermato perché la ferita al braccio non era considerata grave. Subito dopo Figg colpì Sutton sulla spalla, in maneria seria, questo garantì a Figg la vittoria nella prima fase dell'incontro. Dopo 30 minuti di pausa iniziò il secondo incontro, durante il quale i due si colpirono e si afferrarono più volte. Anche questa fase fu vinta da Figg.
Figg non può essere considerato un pugile moderno, il suo contributo però fu rilevante per segnare l'inizio della fase moderna del pugilato. La sua scuola sarà un serbatoio di nuovi campioni, uno dei quali era il pupillo di Figg: Jack Broughton.Sarà colui che nel 1743 scriverà le prime regole fondamentali del pugilato conosciute come il London Prize Ring rules.
Grazie a James Figg, a partire dall'anno 1767 cominciarono a disputarsi anche in Francia i primi combattimenti di pugilato moderno. Infatti egli nell'anno 1733 partì in giro per la Francia per far scoprire questo nobile sport anche ai cugini di oltremanica.

mercoledì 31 maggio 2017

Jeet Kune Do

«Il Jeet Kune Do rifugge dal superficiale, penetra nel complesso, va al cuore del problema e ne individua i fattori chiave.»
(da jeet kune do il libro segreto di Bruce Lee)





Emblema del JKD. I caratteri cinesi intorno al Taijitu dicono: "Nessuna via come via, nessun limite come limite" (inglese: Using no way as way, having no limitation as limitation").
Il Jeet Kune Do (截拳道), abbreviato in JKD, è un'arte marziale, non tradizionale, scientifico-filosofica basata sul combattimento "essenziale" fondata dal celebre shifu Bruce Lee negli anni sessanta. In cantonese Jeet significa "intercettare", Kune "pugno" e Do "via"; Jeet Kune Do significa, quindi, la "La via del colpo intercettore".

Origine

Il suo fondatore, Bruce Lee, nel 1957 all'età di 16 anni iniziò a praticare Wing Chun dal maestro Yip Man, ed il giovane allievo si rivelò particolarmente dotato nelle arti marziali. Quando nel '59 si trasferì a San Francisco, Lee iniziò ad interessarsi anche ad altre arti marziali, oltre al Wing Chun. Lesse numerosi libri e studiò diversi modi di combattere, focalizzando il proprio interesse soprattutto sulla boxe, e imparò persino a ballare il Cha cha cha. Andando controcorrente, Lee preferì, quindi, appoggiarsi anche alle arti marziali occidentali, nonostante provenisse da un insegnamento orientale. Avendo imparato uno stile di combattimento che sfruttava i colpi da breve o brevissima distanza, Lee risultava evidentemente impreparato nel combattimento dalla distanza lunga e media, e poiché il Wing Chun non prevede combattimenti a lunga distanza, si sarebbe trovato spiazzato contro un avversario che combattesse in tale modo: di conseguenza approfondì anche quest'ambito del combattimento. Pensava che un buon artista marziale dovesse essere completo: era, quindi, indispensabile saper tirare calci da lontano e da vicino, pugni alti e bassi. Iniziò ad allenarsi modificando il wing chun classico che aveva appreso: apportò modifiche alla posizione di guardia, ad alcuni angoli e aggiunse anche una distanza lunga di tecniche di calci che derivava da studi sugli stili di kung fu del nord. Lee approfondì anche le sue conoscenze scientifiche: chinesiologia , fisiologia, dietistica, ecc...

«Per cogliere l'essenza delle arti marziali occorrono intelligenza, lavoro assiduo e perfetta padronanza delle tecniche. Per dominare un'arte marziale non sono sufficienti un allenamento intensivo e l'uso della forza. È necessario «capire», e presupposto della comprensione è lo studio dello sviluppo del movimento naturale in tutti gli esseri viventi. Ma è utile anche osservare gli altri, i modi e la rapidità con cui agiscono e i loro lati deboli. Anzi, proprio la conoscenza di questi elementi ci consente di battere i nostri avversari.»
(da Jeet kune do. Il libro segreto di Bruce Lee)

«Alcune arti marziali sono molto popolari perché sono belle da vedere, caratterizzate da tecniche fluenti, scorrevoli. Ma attenzione! Sono come un vino che è stato annacquato. E il vino annacquato non è vero vino, non è un vino buono, un prodotto genuino. Altre fanno meno figura, però - come sai - hanno un non-so-che, un tocco di autenticità, il sapore della genuinità. Sono come le olive. Il loro sapore può essere aspro, dolce-amaro. Ma l'aroma persiste. E impari ad apprezzarle. Mentre nessuno ha mai apprezzato un vino annacquato.»
(da Jeet kune do. Il libro segreto di Bruce Lee)


Le origini di quello che Bruce Lee chiamava Jeet Kune Do, si hanno nel 1965, quando aveva una palestra ad Oakland. Allenandosi con James Lee, Bruce continuò a modificare il Wing Chun fino a renderlo differente e denominandolo successivamente, Jun Fan Gung Fu, il kung fu di Jun Fan (il nome cinese di Bruce Lee), un'arte ancora molto simile al Wing Chun. Lo scontro tra Bruce Lee e Wong Jak Man si rivelò un punto di svolta per lo sviluppo del Jeet Kune Do. Lee concluse dal combattimento che la stretta aderenza al sistema di forme del Wing Chun classico era limitativa in situazioni di combattimento reale. Egli decise quindi di studiare altre arti marziali, Judo, Ju Jitsu, Karate, Taekwondo, Savate, Muay Thai, Aikido, Silat, Tai Chi, Panantukan e svariati stili di kung fu, e addirittura prese in considerazione la scherma occidentale, assorbendo ciò che risultava utile e scartando ciò che non era necessario. Il termine ufficiale fu scelto da Lee nel 1967 dopo un'intensa sessione di sparring con Dan Inosanto. Il continuo processo di evoluzione del JKD culminò quando nel 1970, a seguito di un incidente, costretto a letto, Lee iniziò un'intensa attività di elaborazione filosofica e metodologica. A seguito di ciò si completò la sua filosofia/metodo di stile senza stile, nessun metodo come metodo.

«Io non ho inventato un nuovo stile, non ho composto né modificato ciò che si trova all'interno di distinte forme in "quel" metodo e in "quell'altro". Al contrario, spero di liberare i miei seguaci dall'aggrapparsi a stili, modelli, o forme. Ricordate che il Jeet Kune Do è solo un nome usato, uno specchio nel quale vedere "noi stessi"... Il Jeet Kune Do non è una istituzione organizzata della quale si può essere un membro. O si capisce o non si capisce. Non vi è alcun mistero sul mio stile, i miei movimenti sono diretti, semplici e non classici. La straordinaria forza del Jeet Kune Do risiede proprio nella sua semplicità... Sono sempre convinto che il modo più semplice è il modo più giusto. Il Jeet Kune Do è semplicemente l'espressione diretta dei propri sentimenti con il minimo dei movimenti e di energia…»
(da "Liberate Yourself From Classical Karate")

Cos'è il JKD

Il JKD è un'arte, scienza e filosofia del combattimento ideata da Bruce Lee attraverso un processo di semplificazione, modificazione e aggiornamento di tecniche e principi combattivi appartenenti sia alle arti marziali orientali che agli sport da combattimento occidentali.
Il JKD promuove il concetto di semplicità, efficacia ed economia delle energie ed esclude la distinzione in scuole e stili.
Inoltre, accoglie al suo interno alcuni principi filosofici del Taoismo, Buddhismo Zen, del Maestro indiano Krishnamurti e del Pragmatismo.
Per quanto riguarda il bagaglio tecnico-tattico, Lee analizzò molti sistemi di combattimento tra i quali Judo, Ju Jitsu, Karate, Taekwondo, Kendo, Muay Thai, Aikido, Silat, Tai Chi, Panantukan e svariati stili di kung fu, ma le arti marziali e gli sport da combattimento che ispirarono maggiormente Bruce Lee nel processo di sintesi e intuizione del JKD sono il Pugilato e la Scherma (il riferimento a queste discipline è costante nelle migliaia di pagine di scritti di Bruce Lee, laddove gli altri metodi vengono esauriti in poche righe, in cui si limita ad elencarne punti deboli e punti forti) , e in minor misura il Wing Chun ed alcune tecniche di gamba appartenenti agli stili di Kung Fu della Cina del Nord e alla Savate francese.
Di notevole supporto per Lee fu lo studio delle teorie e metodologie dell'allenamento, nonché della fisiologia e biomeccanica del corpo umano, in quanto influirono positivamente nell'elaborazione del JKD tanto quanto l'analisi dei vari stili di combattimento.
Ogni tecnica del Jeet Kune Do è stata sviluppata dal suo stesso creatore: Bruce Lee. Il principio dell'economia della linea diretta e di combattimento ridotto all'essenziale, nonché gli esercizi per lo sviluppo dell'equilibrio e della sensibilità (chi-sao), vengono direttamente dal Wing Chun. La posizione, il footwork, e altre strategie di movimento del JKD vengono assorbite dalla scherma. Anche il principio di base del JKD di intercettare l'avversario, infatti, è un atteggiamento tipico della scherma. Ed è proprio questo principio che dà il nome al Jeet Kune Do. Secondo Aldo Nadi e Julio Martinez Castello, due schermidori citati ampiamente negli scritti di Lee, l'idea centrale della scherma è poter sistemare il proprio avversario in modo da poterlo intercettare e colpirlo in un suo punto debole. Per i movimenti e la generazione massima di forza, Lee s'ispirò a pugili come Dempsey, Haislet, Driscoll. Anche costoro sono stati ampiamente citati negli scritti di Lee. Il jab verticale del JKD, il corretto allineamento, il modo di colpire un corpo, la rotazione del bacino e altre tecniche ancora derivano tutte dal pugilato. Sembra inoltre che abbia visto e rivisto moltissimi incontri di Muhammad Ali e Joe Louis, in quanto stimava entrambi i loro stili pugilistici. Le tecniche di gamba sono sempre ispirate dai principi del pugilato e della scherma occidentale e in minor misura dalla Savate francese e dagli stili di kung fu della Cina del nord.
A differenza degli stili orientali, da cui proveniva Lee, nel Jeet Kune Do si riscontra la totale assenza di kata. Secondo Lee, infatti, gli insegnamenti proposti dai kata non potevano risultare efficaci nei combattimenti reali. A proposito degli insegnamenti delle arti marziali classiche, Lee sosteneva che:

«[...] tutti gli stili rappresentano un prodotto di azioni che assomigliano molto a una nuotata sulla terraferma, perfino la scuola del wing chun.»
(da Manuale pratico del Jeet Kune Do)

Nonostante abbia avuto forti influenze dalla scherma e dal pugilato, mantenendo anche alcune tecniche ed esercizi provenienti dal Wing Chun e dagli altri stili cinesi, è importante precisare che il JKD non è boxe, non è scherma e non è wing chun. Ogni singola tecnica è stata oggetto di analisi scientifiche, è stata modificata e adattata per funzionare in situazioni reali di combattimento.Va quindi specificato che il JKD non va considerata un'arte marziale ibrida, non è un miscuglio di arti marziali e non va neanche confuso con il Jun Fan Gung Fu , ovvero ciò che Bruce Lee praticava prima di elaborare il Jkd. Il Jeet kune Do non va quindi considerato come un Wing Chun modificato né tanto meno come il precursore delle moderne Arti Marziali Miste.
Bruce Lee riteneva importante conoscere le caratteristiche dei vari sistemi in quanto adattarsi a tutti i metodi significava poter affrontare combattenti esperti in discipline diverse , adattandosi comunque al loro modo di combattere senza che essi potessero portarlo,combattivamente parlando, nel campo e nella distanza a loro congeniale o comunque ad attuare tecniche e strategie vincenti. Bruce Lee sviluppò il Jeet Kune Do, con l'essenzialità del suo approccio tecnico e dei suoi principi, proprio per non avere bisogno d'altro.
D'altronde, come egli disse:
«Il miglior combattente non è un pugile, un karateka o un judoka. Il miglior combattente è qualcuno che si può adattare a qualsiasi stile di combattimento».
È importante sottolineare che il processo di analisi dei vari stili combattimento è una fase prettamente precedente al 1967. Una volta costituito il Jeet Kune Do, Bruce Lee, anche se continuò ad affinare la sua arte al fine di renderla sempre più efficace, migliorando anche l'adattamento alle altre arti marziali, non infranse né diluì i principi cardine del suo jeet kune do, come la semplicità, non telegraficità ed economia dei movimenti, azione diretta e non classica, lato più forte avanti con uso predominante del braccio e della gamba avanzata, arma più lunga verso il bersaglio più vicino e singola scelta di reazione. C'è da dire inoltre che il Jeet Kune Do, pur essendo un'arte marziale che tratta tutte le distanze di combattimento, è un’arte principalmente offensiva basata sull'attacco e sul contrattacco, che mette al primo posto il principio di intercettazione .

Principi pratici del Jeet Kune Do

Bruce Lee lasciò una grande quantità di consigli, studi, scritti, appunti personali e pubblici riguardo al JKD.

«1. Rigorosa economia strutturale nell'attacco e nella difesa (attacco: arti avanzati vivi/difesa: mani che trafiggono).
2. Armi versatili, calci e pugni sferrati "con arte senza arte", senza attenersi ai metodi, per evitare parzializzazione
3. Ritmo spezzato, mezzo ritmo e ritmo intero o ritmo di trequarti (ritmo del JKD nell'attacco e nel contrattacco) le 5 vie di attacco estrapolate da scherma e boxe
4. Allenamento coi pesi, allenamento scientifico supplementare e messa a punto completa
5. Movimenti diretti, il "movimento diretto del JKD" in attacchi e contrattacchi sferrati dalla posizione in cui si è (senza modificarla)
6. Tronco mobile e lavoro di gambe disinvolto
7. Materia morbida e tattiche di attacco imprevedibili
8. Corpo a corpo spietato:
  • a. abbattimento con astuzia
  • b. atterramento
  • c. presa stretta
  • d. immobilizzazione
9. Irrobustimento dell'intero organismo (allenamento totale e allenamento mediante contatto, su bersagli mobili)
10. "Armi" potenti rese aguzze dal continuo "affilamento"
11. Espressione individuale e non produzione di massa, vitalità e non morta applicazione di regole classiche (comunicazione vera)
12. Oltre ai movimenti fisici, cura la 'continuità dell'io che si esprime'
13. Totalità, non frammentarietà strutturale
14. Rilassamento e insieme potente penetrazione. Ma un rilassamento ricco di elasticità, di scatto, non un corpo fisicamente rilassato. E versatilità mentale
(interiore)
15. Flusso ininterrotto (movimenti rettilinei e curvi, in alto e in basso, verso destra e verso sinistra, passi laterali, oscillazione verticale e circolare del busto, movimenti circolari con le mani)
16. Atteggiamento ben bilanciato durante il movimento, costantemente. Continuità fra massima tensione e massimo rilassamento.»
(da Jeet Kune Do. Il libro segreto di Bruce Lee"")

Varie scuole di JKD

Molte scuole di JKD nacquero a seguito della morte del suo creatore, alcune originate direttamente dai suoi allievi, altre di seconda generazione, diverse senza nessun legame e infine, altre che usano il nome JKD solo per pubblicizzare il proprio stile.
Le due principali scuole in quest'ambito sono: Jeet Kune Do Original - Jeet Kune Do Concepts.
Nel Jeet Kune Do Original o Jun Fan Jeet Kune Do si studia solo ciò che Bruce Lee aveva elaborato ed insegnato tra il1967 e il 1973 cercando di tramandarlo il più fedelmente possibile. Tra gli allievi di prima generazione atti a preservare e diffondere l'originale arte del jeet kune do vanno inclusi Ted Wong, Bob Breemer, Jerry Poteet .
Nel Jeet Kune Do Concepts si analizza in "chiave jkd" le altre arti marziali, assorbendone tecniche e principi utili in termini di efficacia, integrandole eventualmente al bagaglio tecnico del jun fan gung fu e jeet kune do original. Gli allievi di prima generazione che si sono orientati verso questa visione del JKD sono Dan Inosanto, Richard Bustillo e Larry Hartsell.
Ci sono poi gli allievi della scuola di Seattle che appresero solo la versione modificata dello stile Wing chun con elementi di altri stili cinesi, solitamente chiamato Jun Fan Gung Fu, e fra questi spiccano Jesse Glover e Taky Kimura.
Nella scuola di Oakland, Bruce Lee introdusse elementi di Boxe occidentale. È in questo periodo storico che vi è il passaggio definitivo da un allenamento improntato sul Kung fu, il cui nucleo era costituito dal Wing Chun, al Jeet Kune Do. Solitamente ci si riferisce a quest'arte sempre col nome di Jun Fan Gung fu, ma alcuni allievi preferiscono definire questo approccio combattivo col nome Oakland Jeet Kune Do, per via dell'introduzione di principi e tecniche che hanno in seguito portato alla nascita del Jeet Kune Do a Los Angeles. Tuttavia questo nome non sarebbe corretto perché tale pratica trascura altri principi importantissimi nell'era di Los Angeles e ancora ingloba principi e strutture tipiche del Jun Fan Gung Fu. L'allievo più importante della scuola di Oakland era l'assistente istruttore James Yimm Lee.

Bruce Lee Foundation

La più famosa corporazione atta a preservare e a diffondere l'arte originale di Bruce Lee è la Bruce Lee Foundation, creata dagli stessi familiari di Lee e di cui fanno parte anche alcuni allievi diretti di sifu Lee, come Ted Wong e Taky Kimura. La BLF possiede i diritti sul marchio del JKD e organizza la sua corretta diffusione. La BLF rilascia il proprio marchio solo a chi insegna l'arte ufficiale di Lee, il Jun Fan JKD. Chi ne è sprovvisto, insegna un'arte marziale che la BLF non riconosce come Jeet Kune Do, quindi frutto di proprie manipolazioni e non degli insegnamenti del maestro Lee.

Perché Jun Fan JKD?

Per evitare che il JKD originale fosse confuso con quello insegnato da altri, cioè dei propri adattamenti liberi su ciò che aveva insegnato Lee, dal 2004 la BLF ha posto prima del nome Jeet Kune Do il nome Jun Fan (in cinese "colui che apporta sviluppo alla propria nazione"), uno dei nomi con i quali i genitori di Bruce erano solito chiamare quest'ultimo; così, ora, il nome ufficiale dell'arte marziale di Bruce Lee è Jun Fan Jeet Kune Do, letteralmente: il Jeet Kune Do di "colui che apporta sviluppo alla propria nazione".

Critica al Jun Fan Jeet Kune Do come stile e metodo

Una sempre più folta schiera di appassionati di JKD decide di interpretare il JKD come concepito nella fase finale della vita di Bruce e prende una posizione critica nei confronti delle scuole di JKD. Questa critica nasce dalle numerose affermazioni di Bruce e, secondo i critici, dalla stessa natura del JKD:
«Il JKD NON consiste nell'accumulare una conoscenza fissa piuttosto è un processo che induce a scoprire le cause dell'ignoranza...»
(da "Liberate Yourself From Classical Karate")



«Per ragioni di sicurezza la vita, che non ha limiti, viene trasformata in qualcosa di morto, in un modello che ha dei limiti. Per capire il Jeet Kune Do, getta alle ortiche tutti gli schemi, tutti i modelli, tutti gli stili e lo stesso concetto di ciò che non è ideale nel Jeet Kune Do. Sai definire una situazione senza darle un nome? Definire, dare un nome, fa paura»
(da "Jeet Kune Do. Il libro segreto di Bruce Lee")

«In definitiva l'uomo di JKD che afferma che il JKD è esclusivamente il JKD, non ha capito niente. Si aggrappa ancora alla resistenza del suo io limitante... lasciatemi ripetere ancora una volta che il JKD è solo un nome, una barca che viene usata per una traversata e che una volta usata si lascia, e non va trasportata sulle spalle... Non confondete il dito con la luna...»
(da "Il Tao del Dragone")

Il JKD è oggi visto da molti come un percorso marziale, una filosofia volta a rendere completo l'approccio alle arti marziali e alla vita. Non sono pochi quindi coloro che praticano un determinato stile e affermano di praticare anche JKD.

Critica al Jeet Kune Do Concepts

Secondo i sostenitori del Jun Fan JKD, i praticanti del JKD concepts tendono ad avere una propria evoluzione e quindi uno stile personale che non può essere più etichettato come JKD. Oltre al fatto che l'accumulo di tecniche rende il JKD meno semplice e meno essenziale, secondo le affermazioni dello stesso Bruce:
«Ogni giorno qualcosa di meno, non qualcosa di più: sbarazzati di ciò che non è essenziale.»
(da "Jeet kune do. Il libro segreto di Bruce Lee")



«Non vi è alcun mistero sul mio stile. I miei movimenti sono semplici, diretti e non classici. La parte straordinaria di esso sta nella sua semplicità. Ogni movimento nel Jeet Kune Do è il prodotto di se stesso. Non c'è nulla di artificiale in esso. Credo sempre che il modo più semplice sia la strada giusta.»
(da "Liberate Yourself From Classical Karate")

La difficoltà principale nel considerare la maggior parte dei sistemi di combattimento che affermano di ispirarsi ai concetti di JKD ( jeet kune do concepts ) in linea con il "jeet kune do arte marziale" sta proprio nel fatto che gli istruttori che praticano tali sistemi non rispettano alcuni dei principi fondamentali facenti parte del JKD stesso , ad esempio:
- " semplicità, non telegraficità ed economia dei movimenti, azione diretta e non classica, lato più forte avanti con uso predominante del braccio e della gamba avanzata,arma più lunga verso il bersaglio più vicino e singola scelta di reazione. il Jeet Kune Do è un'arte principalmente offensiva basata sull'attacco e sul contrattacco che mette al primo posto il principio di intercettazione ".
Appare quindi difficile analizzare in chiave jkd alcune arti marziali aventi principi cardine esattamente antitetici a quelli riportati sopra. Inevitabilmente una delle due nature andrebbe completamente "corrotta " o "intaccata", rendendo quindi il jeet kune do "arte marziale" assai differente dai vari "jkd concepts", i quali concetti il più delle volte portano all'elaborazione di sistemi di combattimento ibridi o a vere e proprie "Arti Marziali Miste da strada".
Il primo marzialista a coniare il termine "JKD Concepts" è stato Dan Inosanto, tuttavia sono stati alcuni tra i suoi più importanti allievi a incoraggiare l'uso di questo termine in contrasto col jun fan/jeet kune do, tra i quali Paul Vunak, i Dog Brothers, Burton Richardson e altri ancora. I loro sistemi di combattimento, infatti, ben riflettono la loro natura ibrida, nata dalla miscela di tecniche appartenenti a varie arti marziali (Kali, Silat, Jun Fan Gung Fu, Muay Thai, Brazilian Ju Jitsu..).

L'eredità del Piccolo Drago

Bruce Lee rilasciò ai suoi studenti tre diversi certificati. Su un certificato si legge “Jun Fan Gung Fu Institute”, su uno “Bruce Lee's Tao of Gung Fu” e su un altro “Bruce Lee' s Jeet Kune Do”.
Il certificato “Jun Fan Gung Fu” fu rilasciato nelle scuole di Lee. Chi frequentava i corsi al Jun Fan Gung Fu Institute, poteva conseguire questo certificato. Gli altri due certificati “Bruce Lee's Tao of Gung Fu” e “ Bruce Lee' s Jeet Kune Do” sono stati distribuiti principalmente agli studenti privati che lo hanno seguito nelle ultime fasi dello sviluppo della sua arte marziale. Oltre a questa differenza esiste anche una spiegazione cronologica. Il certificato “Jeet Kune Do” fu l'ultimo ad essere donato da Lee in termini di tempo. È, inoltre, molto meno diffuso rispetto agli altri. Bruce Lee certificò personalmente quattro allievi: Taky Kimura, James Yimm Lee, Dan Inosanto e Ted Wong. Tra essi solo i primi 3 ebbero formalmente il permesso di insegnare il programma didattico sviluppato da Bruce Lee.
Taky Kimura venne certificato nel Jun Fan Gung fu, dove ottenne il 5º grado tecnico. In questa disciplina è il più esperto degli allievi di Lee. James Yimm Lee venne certificato istruttore nel Jun Fan Gung Fu, dove ottenne il 3º grado tecnico. Dan Inosanto fu l'unico allievo ad essere certificato sia nel Jeet Kune Do che nel Jun fan Gung fu e nel Tao of Gung Fu . Ottenne il 3º grado tecnico in tutte e 3 le discipline. Ted Wong è stato allievo diretto e sparring partner di Bruce Lee. Dopo poche lezioni effettuate nella scuola di Los Angeles nel 1966, nel 67 Lee lo scelse come suo studente privato per collaudare tecniche e strategie di combattimento. Le Agende personali di Lee testimoniano che i due si incontrarono in almeno 122 occasioni tra il 67 e il 71. Ted Wong ha ricevuto il certificato nel Jeet Kune Do e prima ancora nel Tao of Gung Fu, direttamente da Bruce Lee, ottenendo il 2º grado tecnico in entrambe. Bob Bremer frequentò assiduamente le lezioni alla scuola di Los Angeles sotto la direzione dello stesso Lee. Fece anche parte insieme a Jerry Poteet, Steve Golden, Pete Jacobs e Daniel Lee di un gruppo chiuso di studenti privati e in seguito continuò a praticare sotto la guida di Dan Inosanto, venendo certificato Istruttore. Insieme agli amici e compagni di allenamento Tim Tackett e Jim Sewell fondò il Wednesday Night Group, attualmente ancora in attività. Jerry Poteet apprese il JKD direttamente da Bruce Lee e fu il secondo allievo tesserato della scuola di Los Angeles. Oltre alla normali lezioni in palestra, Jerry venne selezionato a far parte di un gruppo chiuso di 5 studenti, che Lee addestrava privatamente. Venne introdotto ai vari aspetti dell'arte di Bruce Lee, tra cui il Wing Chun modificato, i 5 metodi di attacco e altro ancora. Dopo la morte del Piccolo Drago, continuò lo studio del JKD direttamente sotto la guida di Inosanto, che lo certificò Istruttore. Jesse Glover fu il primo studente di Lee e il suo primo assistente istruttore non certificato. Conobbe Bruce nel 1959 e praticò con lui fino al 1962. È in questi anni che Bruce Lee passò dal Wing chun tradizionale ad un suo approccio non classico, per poi inserire anche elementi di altri stili cinesi, comprese le tecniche di gamba degli stili di kung fu del Nord Cina per poter sopperire a quelli che considerava i limiti del wing chun, il tutto sempre con un approccio non ortodosso per quei tempi (Jun Fan Gung Fu; Bruce Lee' Tao of Chinese Gung fu). Jesse prese questa idea di non classicità, mantenne la struttura del wing chun e cominciò ad insegnare, con il permesso di Bruce Lee, il suo personale metodo di combattimento, che chiamò Non Classical Gung Fu. Bruce Lee chiese espressamente sia a lui che a Jemes Demile di non usare i termini Wing Chun, per rispetto verso Yip Man, e Jun Fan, visto che a quei tempi egli si stava ulteriormente distaccando da ciò che precedentemente aveva insegnato a Jesse. Anche James Demile, uno dei suoi primi studenti, dopo aver praticato con Bruce per qualche tempo, ideò un sistema di arti marziali e difesa personale che chiamò Wing Chun Do (letteralmente "la via dell'eterna primavera", termine coniato e registrato qualche anno dopo la morte di Lee). Anche questo sistema trae la sua origine dai principi del wing chun.

martedì 30 maggio 2017

Chun Kuk Do

Chuck Norris, il fondatore del chun kuk do






Il Chun Kuk Do è un'arte marziale ibrida creata e insegnata per primo da Chuck Norris. La frase "Chun Kuk Do" (천국도 Cheongukto) significa "via universale". Quest'arte consiste in una combinazione tra Tangsudo, Taekwondo, Brazilian Jujitsu, Lotta libera, Muay Thai, Karate Shotokan, Judo, Kickboxing, Pugilato e alcune altre arti marziali.
Ogni estate l'organizzazione della UFAF (United Fighting Arts Federation) organizza un congresso/torneo di chun kuk do a Las Vegas.

Codice d'onore

Il chun kuk do include un codice d'onore e delle regole, come molte altre forme di arti marziali. Queste regole sono un codice personale di Chuck Norris:
  1. Svilupperò al massimo le mie potenzialità in ogni modo.
  2. Dimenticherò gli errori del passato e farò pressione sulle ambizioni più grandi.
  3. Sarò sempre in uno stato mentale positivo e comunicherò questa sensazione a tutte le persone che incontro.
  4. Lavorerò continuamente per lo sviluppo dell'amore, felicità, lealtà nella mia famiglia e riconoscerò che altro successo non potrà compensare il fallimento nella mia casa.
  5. Cercherò la parte buona in tutte le persone e farò diventare utile questo sentimento.
  6. Se non ho niente di buono da dire riguardo ad una persona, non dirò niente.
  7. Dedicherò così tanto tempo al miglioramento di me stesso che non avrò tempo per criticare gli altri.
  8. Sarò sempre entusiasta per il successo degli altri come lo sono per il mio.
  9. Terrò un atteggiamento di mente aperta verso un punto di vista di un'altra persona, mantenendo come punto fermo quello che so essere veritiero e onesto.
  10. Manterrò rispetto per le autorità e manifesterò questo rispetto sempre.
  11. Rimarrò sempre leale al mio Dio, il mio paese, la famiglia e i miei amici.
  12. Rimarrò molto orientato verso i miei obiettivi in tutta la mia vita perché quest'attitudine positiva aiuta la mia famiglia, il mio paese e me stesso.
Il chun kuk do è basato su quattro principi:
  • Disciplina
  • Integrità
  • Lealtà
  • Rispetto

Gradi di cinture colorate

Nel chun kuk do i gradi di cintura sono i seguenti:

Bianca
Oro
Viola
Arancione
Blu
Verde
Rossa
Nera
(10 dan)
Ci sono anche gradi avanzati: tra una cintura e l'altra c'è una cintura intermedia con una striscia orizzontale con il colore della prossima cintura. Ci sono dieci gradi di cinture nere, benché Chuck Norris sia l'unica cintura nera di decimo dan. Quando si riceve il quinto dan si è qualificati, automaticamente, come Maestri.