«Il Jeet Kune Do
rifugge dal superficiale, penetra nel complesso, va al cuore del
problema e ne individua i fattori chiave.»
(da
jeet kune do il libro segreto di Bruce Lee)
Emblema del JKD. I caratteri cinesi
intorno al Taijitu dicono: "Nessuna via come via, nessun limite
come limite" (inglese: Using no way as way, having no limitation
as limitation").
Il Jeet Kune Do (截拳道),
abbreviato in JKD, è un'arte marziale, non tradizionale,
scientifico-filosofica basata sul combattimento "essenziale"
fondata dal celebre shifu Bruce Lee negli anni sessanta. In cantonese
Jeet significa "intercettare", Kune "pugno"
e Do "via"; Jeet Kune Do significa, quindi, la "La
via del colpo intercettore".
Origine
Il suo fondatore, Bruce Lee, nel 1957
all'età di 16 anni iniziò a praticare Wing Chun dal maestro Yip
Man, ed il giovane allievo si rivelò particolarmente dotato nelle
arti marziali. Quando nel '59 si trasferì a San Francisco, Lee
iniziò ad interessarsi anche ad altre arti marziali, oltre al Wing
Chun. Lesse numerosi libri e studiò diversi modi di combattere,
focalizzando il proprio interesse soprattutto sulla boxe, e imparò
persino a ballare il Cha cha cha. Andando controcorrente, Lee
preferì, quindi, appoggiarsi anche alle arti marziali occidentali,
nonostante provenisse da un insegnamento orientale. Avendo imparato
uno stile di combattimento che sfruttava i colpi da breve o
brevissima distanza, Lee risultava evidentemente impreparato nel
combattimento dalla distanza lunga e media, e poiché il Wing Chun
non prevede combattimenti a lunga distanza, si sarebbe trovato
spiazzato contro un avversario che combattesse in tale modo: di
conseguenza approfondì anche quest'ambito del combattimento. Pensava
che un buon artista marziale dovesse essere completo: era, quindi,
indispensabile saper tirare calci da lontano e da vicino, pugni alti
e bassi. Iniziò ad allenarsi modificando il wing chun classico che
aveva appreso: apportò modifiche alla posizione di guardia, ad
alcuni angoli e aggiunse anche una distanza lunga di tecniche di
calci che derivava da studi sugli stili di kung fu del nord. Lee
approfondì anche le sue conoscenze scientifiche: chinesiologia ,
fisiologia, dietistica, ecc...
«Per cogliere l'essenza delle
arti marziali occorrono intelligenza, lavoro assiduo e perfetta
padronanza delle tecniche. Per dominare un'arte marziale non sono
sufficienti un allenamento intensivo e l'uso della forza. È
necessario «capire», e presupposto della comprensione è lo studio
dello sviluppo del movimento naturale in tutti gli esseri viventi. Ma
è utile anche osservare gli altri, i modi e la rapidità con cui
agiscono e i loro lati deboli. Anzi, proprio la conoscenza di questi
elementi ci consente di battere i nostri avversari.»
(da Jeet
kune do. Il libro segreto di Bruce Lee)
«Alcune arti marziali sono
molto popolari perché sono belle da vedere, caratterizzate da
tecniche fluenti, scorrevoli. Ma attenzione! Sono come un vino che è
stato annacquato. E il vino annacquato non è vero vino, non è un
vino buono, un prodotto genuino. Altre fanno meno figura, però -
come sai - hanno un non-so-che, un tocco di autenticità, il sapore
della genuinità. Sono come le olive. Il loro sapore può essere
aspro, dolce-amaro. Ma l'aroma persiste. E impari ad apprezzarle.
Mentre nessuno ha mai apprezzato un vino annacquato.»
(da Jeet
kune do. Il libro segreto di Bruce Lee)
Le origini di quello che Bruce Lee
chiamava Jeet Kune Do, si hanno nel 1965, quando aveva una palestra
ad Oakland. Allenandosi con James Lee, Bruce continuò a modificare
il Wing Chun fino a renderlo differente e denominandolo
successivamente, Jun Fan Gung Fu, il kung fu di Jun Fan (il nome
cinese di Bruce Lee), un'arte ancora molto simile al Wing Chun. Lo
scontro tra Bruce Lee e Wong Jak Man si rivelò un punto di svolta
per lo sviluppo del Jeet Kune Do. Lee concluse dal combattimento che
la stretta aderenza al sistema di forme del Wing Chun classico era
limitativa in situazioni di combattimento reale. Egli decise quindi
di studiare altre arti marziali, Judo, Ju Jitsu, Karate, Taekwondo,
Savate, Muay Thai, Aikido, Silat, Tai Chi, Panantukan e svariati
stili di kung fu, e addirittura prese in considerazione la scherma
occidentale, assorbendo ciò che risultava utile e scartando ciò che
non era necessario. Il termine ufficiale fu scelto da Lee nel 1967
dopo un'intensa sessione di sparring con Dan Inosanto. Il continuo
processo di evoluzione del JKD culminò quando nel 1970, a seguito di
un incidente, costretto a letto, Lee iniziò un'intensa attività di
elaborazione filosofica e metodologica. A seguito di ciò si completò
la sua filosofia/metodo di stile senza stile, nessun metodo come
metodo.
«Io non ho inventato un nuovo
stile, non ho composto né modificato ciò che si trova all'interno
di distinte forme in "quel" metodo e in "quell'altro".
Al contrario, spero di liberare i miei seguaci dall'aggrapparsi a
stili, modelli, o forme. Ricordate che il Jeet Kune Do è solo un
nome usato, uno specchio nel quale vedere "noi stessi"...
Il Jeet Kune Do non è una istituzione organizzata della quale si può
essere un membro. O si capisce o non si capisce. Non vi è alcun
mistero sul mio stile, i miei movimenti sono diretti, semplici e non
classici. La straordinaria forza del Jeet Kune Do risiede proprio
nella sua semplicità... Sono sempre convinto che il modo più
semplice è il modo più giusto. Il Jeet Kune Do è semplicemente
l'espressione diretta dei propri sentimenti con il minimo dei
movimenti e di energia…»
(da "Liberate
Yourself From Classical Karate")
Cos'è il JKD
Il JKD è un'arte, scienza e filosofia
del combattimento ideata da Bruce Lee attraverso un processo di
semplificazione, modificazione e aggiornamento di tecniche e principi
combattivi appartenenti sia alle arti marziali orientali che agli
sport da combattimento occidentali.
Il JKD promuove il concetto di
semplicità, efficacia ed economia delle energie ed esclude la
distinzione in scuole e stili.
Inoltre, accoglie al suo interno alcuni
principi filosofici del Taoismo, Buddhismo Zen, del Maestro indiano
Krishnamurti e del Pragmatismo.
Per quanto riguarda il bagaglio
tecnico-tattico, Lee analizzò molti sistemi di combattimento tra i
quali Judo, Ju Jitsu, Karate, Taekwondo, Kendo, Muay Thai, Aikido,
Silat, Tai Chi, Panantukan e svariati stili di kung fu, ma le arti
marziali e gli sport da combattimento che ispirarono maggiormente
Bruce Lee nel processo di sintesi e intuizione del JKD sono il
Pugilato e la Scherma (il riferimento
a queste discipline è costante nelle migliaia di pagine di scritti
di Bruce Lee, laddove gli altri metodi vengono esauriti in poche
righe, in cui si limita ad elencarne punti deboli e punti forti) , e
in minor misura il Wing Chun ed alcune tecniche di
gamba appartenenti agli stili di Kung Fu della Cina del
Nord e alla Savate francese.
Di notevole supporto per Lee fu lo
studio delle teorie e metodologie dell'allenamento, nonché della
fisiologia e biomeccanica del corpo umano, in quanto influirono
positivamente nell'elaborazione del JKD tanto quanto l'analisi dei
vari stili di combattimento.
Ogni tecnica del Jeet Kune Do è stata
sviluppata dal suo stesso creatore: Bruce Lee. Il principio
dell'economia della linea diretta e di combattimento ridotto
all'essenziale, nonché gli esercizi per lo sviluppo dell'equilibrio
e della sensibilità (chi-sao), vengono direttamente dal Wing Chun.
La posizione, il footwork, e altre strategie di movimento del JKD
vengono assorbite dalla scherma. Anche il principio di base del JKD
di intercettare l'avversario, infatti, è un atteggiamento tipico
della scherma. Ed è proprio questo principio che dà il nome al Jeet
Kune Do. Secondo Aldo Nadi e Julio Martinez Castello, due schermidori
citati ampiamente negli scritti di Lee, l'idea centrale della scherma
è poter sistemare il proprio avversario in modo da poterlo
intercettare e colpirlo in un suo punto debole. Per i movimenti e la
generazione massima di forza, Lee s'ispirò a pugili come Dempsey,
Haislet, Driscoll. Anche costoro sono stati ampiamente citati negli
scritti di Lee. Il jab verticale del JKD, il corretto allineamento,
il modo di colpire un corpo, la rotazione del bacino e altre tecniche
ancora derivano tutte dal pugilato. Sembra inoltre che abbia visto e
rivisto moltissimi incontri di Muhammad Ali e Joe Louis, in quanto
stimava entrambi i loro stili pugilistici. Le tecniche di gamba sono
sempre ispirate dai principi del pugilato e della scherma occidentale
e in minor misura dalla Savate francese e dagli stili di kung fu
della Cina del nord.
A differenza degli stili orientali, da
cui proveniva Lee, nel Jeet Kune Do si riscontra la totale assenza di
kata. Secondo Lee, infatti, gli insegnamenti proposti dai kata non
potevano risultare efficaci nei combattimenti reali. A proposito
degli insegnamenti delle arti marziali classiche, Lee sosteneva che:
«[...] tutti gli stili
rappresentano un prodotto di azioni che assomigliano molto a una
nuotata sulla terraferma, perfino la scuola del wing chun.»
(da Manuale
pratico del Jeet Kune Do)
Nonostante abbia avuto forti influenze
dalla scherma e dal pugilato, mantenendo anche alcune tecniche ed
esercizi provenienti dal Wing Chun e dagli altri stili cinesi, è
importante precisare che il JKD non è boxe, non è scherma e non è
wing chun. Ogni singola tecnica è stata oggetto di analisi
scientifiche, è stata modificata e adattata per funzionare in
situazioni reali di combattimento.Va quindi specificato che il JKD
non va considerata un'arte marziale ibrida, non è un miscuglio di
arti marziali e non va neanche confuso con il Jun Fan Gung Fu ,
ovvero ciò che Bruce Lee praticava prima di elaborare il Jkd. Il
Jeet kune Do non va quindi considerato come un Wing Chun modificato
né tanto meno come il precursore delle moderne Arti Marziali Miste.
Bruce Lee riteneva importante conoscere
le caratteristiche dei vari sistemi in quanto adattarsi a tutti i
metodi significava poter affrontare combattenti esperti in discipline
diverse , adattandosi comunque al loro modo di combattere senza che
essi potessero portarlo,combattivamente parlando, nel campo e nella
distanza a loro congeniale o comunque ad attuare tecniche e strategie
vincenti. Bruce Lee sviluppò il Jeet Kune Do, con l'essenzialità
del suo approccio tecnico e dei suoi principi, proprio per non avere
bisogno d'altro.
D'altronde, come egli disse:
«Il miglior combattente non è un
pugile, un karateka o un judoka. Il miglior combattente è qualcuno
che si può adattare a qualsiasi stile di combattimento».
È importante sottolineare che il
processo di analisi dei vari stili combattimento è una fase
prettamente precedente al 1967. Una volta costituito il Jeet Kune Do,
Bruce Lee, anche se continuò ad affinare la sua arte al fine di
renderla sempre più efficace, migliorando anche l'adattamento alle
altre arti marziali, non infranse né diluì i principi cardine del
suo jeet kune do, come la semplicità, non telegraficità ed economia
dei movimenti, azione diretta e non classica, lato più forte avanti
con uso predominante del braccio e della gamba avanzata, arma più
lunga verso il bersaglio più vicino e singola scelta di reazione.
C'è da dire inoltre che il Jeet Kune Do, pur essendo un'arte
marziale che tratta tutte le distanze di combattimento, è un’arte
principalmente offensiva basata sull'attacco e sul contrattacco, che
mette al primo posto il principio di intercettazione .
Principi pratici del Jeet Kune Do
Bruce Lee lasciò una grande quantità
di consigli, studi, scritti, appunti personali e pubblici riguardo al
JKD.
«1.
Rigorosa economia strutturale nell'attacco e nella difesa (attacco:
arti avanzati vivi/difesa: mani che trafiggono).
2. Armi
versatili, calci e pugni sferrati "con arte senza arte",
senza attenersi ai metodi, per evitare parzializzazione
3. Ritmo
spezzato, mezzo ritmo e ritmo intero o ritmo di trequarti (ritmo del
JKD nell'attacco e nel contrattacco) le 5 vie di attacco estrapolate
da scherma e boxe
4.
Allenamento coi pesi, allenamento scientifico supplementare e messa a
punto completa
5.
Movimenti diretti, il "movimento diretto del JKD" in
attacchi e contrattacchi sferrati dalla posizione in cui si è (senza
modificarla)
6. Tronco
mobile e lavoro di gambe disinvolto
7.
Materia morbida e tattiche di attacco imprevedibili
8. Corpo
a corpo spietato:
- a. abbattimento con astuzia
- b. atterramento
- c. presa stretta
- d. immobilizzazione
9.
Irrobustimento dell'intero organismo (allenamento totale e
allenamento mediante contatto, su bersagli mobili)
10.
"Armi" potenti rese aguzze dal continuo "affilamento"
11.
Espressione individuale e non produzione di massa, vitalità e non
morta applicazione di regole classiche (comunicazione vera)
12. Oltre
ai movimenti fisici, cura la 'continuità dell'io che si esprime'
13.
Totalità, non frammentarietà strutturale
14.
Rilassamento e insieme potente penetrazione. Ma un rilassamento ricco
di elasticità, di scatto, non un corpo fisicamente rilassato. E
versatilità mentale
(interiore)
15.
Flusso ininterrotto (movimenti rettilinei e curvi, in alto e in
basso, verso destra e verso sinistra, passi laterali, oscillazione
verticale e circolare del busto, movimenti circolari con le mani)
16.
Atteggiamento ben bilanciato durante il movimento, costantemente.
Continuità fra massima tensione e massimo rilassamento.»
(da Jeet
Kune Do. Il libro segreto di Bruce Lee"")
Varie scuole di JKD
Molte scuole di JKD nacquero a seguito
della morte del suo creatore, alcune originate direttamente dai suoi
allievi, altre di seconda generazione, diverse senza nessun legame e
infine, altre che usano il nome JKD solo per pubblicizzare il proprio
stile.
Le due principali scuole in
quest'ambito sono: Jeet Kune Do Original - Jeet Kune Do
Concepts.
Nel Jeet Kune Do Original o Jun
Fan Jeet Kune Do si studia solo ciò che Bruce Lee aveva
elaborato ed insegnato tra il1967 e il 1973 cercando di tramandarlo
il più fedelmente possibile. Tra gli allievi di prima generazione
atti a preservare e diffondere l'originale arte del jeet kune do
vanno inclusi Ted Wong, Bob Breemer, Jerry Poteet .
Nel Jeet Kune Do Concepts si
analizza in "chiave jkd" le altre arti marziali,
assorbendone tecniche e principi utili in termini di efficacia,
integrandole eventualmente al bagaglio tecnico del jun fan gung fu e
jeet kune do original. Gli allievi di prima generazione che si sono
orientati verso questa visione del JKD sono Dan Inosanto, Richard
Bustillo e Larry Hartsell.
Ci sono poi gli allievi della scuola di
Seattle che appresero solo la versione modificata dello stile Wing
chun con elementi di altri stili cinesi, solitamente chiamato Jun
Fan Gung Fu, e fra questi spiccano Jesse Glover e Taky Kimura.
Nella scuola di Oakland, Bruce Lee
introdusse elementi di Boxe occidentale. È in questo periodo storico
che vi è il passaggio definitivo da un allenamento improntato sul
Kung fu, il cui nucleo era costituito dal Wing Chun, al Jeet Kune Do.
Solitamente ci si riferisce a quest'arte sempre col nome di Jun Fan
Gung fu, ma alcuni allievi preferiscono definire questo approccio
combattivo col nome Oakland Jeet Kune Do, per via
dell'introduzione di principi e tecniche che hanno in seguito portato
alla nascita del Jeet Kune Do a Los Angeles. Tuttavia questo nome non
sarebbe corretto perché tale pratica trascura altri principi
importantissimi nell'era di Los Angeles e ancora ingloba principi e
strutture tipiche del Jun Fan Gung Fu. L'allievo più importante
della scuola di Oakland era l'assistente istruttore James Yimm Lee.
Bruce Lee Foundation
La più famosa corporazione atta a
preservare e a diffondere l'arte originale di Bruce Lee è la Bruce
Lee Foundation, creata dagli stessi familiari di Lee e di cui fanno
parte anche alcuni allievi diretti di sifu Lee, come Ted Wong e Taky
Kimura. La BLF possiede i diritti sul marchio del JKD e organizza la
sua corretta diffusione. La BLF rilascia il proprio marchio solo a
chi insegna l'arte ufficiale di Lee, il Jun Fan JKD. Chi ne è
sprovvisto, insegna un'arte marziale che la BLF non riconosce come
Jeet Kune Do, quindi frutto di proprie manipolazioni e non degli
insegnamenti del maestro Lee.
Perché Jun Fan JKD?
Per evitare che il JKD originale fosse
confuso con quello insegnato da altri, cioè dei propri adattamenti
liberi su ciò che aveva insegnato Lee, dal 2004 la BLF ha posto
prima del nome Jeet Kune Do il nome Jun Fan (in cinese "colui
che apporta sviluppo alla propria nazione"), uno dei nomi con i
quali i genitori di Bruce erano solito chiamare quest'ultimo; così,
ora, il nome ufficiale dell'arte marziale di Bruce Lee è Jun Fan
Jeet Kune Do, letteralmente: il Jeet Kune Do di "colui che
apporta sviluppo alla propria nazione".
Critica al Jun Fan Jeet Kune Do come stile e metodo
Una sempre più folta schiera di appassionati di JKD decide di interpretare il JKD come concepito nella fase finale della vita di Bruce e prende una posizione critica nei confronti delle scuole di JKD. Questa critica nasce dalle numerose affermazioni di Bruce e, secondo i critici, dalla stessa natura del JKD:
«Il JKD NON consiste
nell'accumulare una conoscenza fissa piuttosto è un processo che
induce a scoprire le cause dell'ignoranza...»
(da "Liberate
Yourself From Classical Karate")
«Per ragioni di sicurezza la
vita, che non ha limiti, viene trasformata in qualcosa di morto, in
un modello che ha dei limiti. Per capire il Jeet Kune Do, getta alle
ortiche tutti gli schemi, tutti i modelli, tutti gli stili e lo
stesso concetto di ciò che non è ideale nel Jeet Kune Do. Sai
definire una situazione senza darle un nome? Definire, dare un nome,
fa paura»
(da "Jeet
Kune Do. Il libro segreto di Bruce Lee")
«In definitiva l'uomo di JKD
che afferma che il JKD è esclusivamente il JKD, non ha capito
niente. Si aggrappa ancora alla resistenza del suo io limitante...
lasciatemi ripetere ancora una volta che il JKD è solo un nome, una
barca che viene usata per una traversata e che una volta usata si
lascia, e non va trasportata sulle spalle... Non confondete il dito
con la luna...»
(da "Il
Tao del Dragone")
Critica al Jeet Kune Do Concepts
Secondo i sostenitori del Jun Fan JKD, i praticanti del JKD concepts tendono ad avere una propria evoluzione e quindi uno stile personale che non può essere più etichettato come JKD. Oltre al fatto che l'accumulo di tecniche rende il JKD meno semplice e meno essenziale, secondo le affermazioni dello stesso Bruce:
«Ogni giorno qualcosa di meno,
non qualcosa di più: sbarazzati di ciò che non è essenziale.»
(da "Jeet
kune do. Il libro segreto di Bruce Lee")
«Non vi è alcun mistero sul
mio stile. I miei movimenti sono semplici, diretti e non classici. La
parte straordinaria di esso sta nella sua semplicità. Ogni movimento
nel Jeet Kune Do è il prodotto di se stesso. Non c'è nulla di
artificiale in esso. Credo sempre che il modo più semplice sia la
strada giusta.»
(da "Liberate
Yourself From Classical Karate")
La difficoltà principale nel
considerare la maggior parte dei sistemi di combattimento che
affermano di ispirarsi ai concetti di JKD ( jeet kune do concepts )
in linea con il "jeet kune do arte marziale" sta proprio
nel fatto che gli istruttori che praticano tali sistemi non
rispettano alcuni dei principi fondamentali facenti parte del JKD
stesso , ad esempio:
- " semplicità, non telegraficità
ed economia dei movimenti, azione diretta e non classica, lato più
forte avanti con uso predominante del braccio e della gamba
avanzata,arma più lunga verso il bersaglio più vicino e singola
scelta di reazione. il Jeet Kune Do è un'arte principalmente
offensiva basata sull'attacco e sul contrattacco che mette al primo
posto il principio di intercettazione ".
Appare quindi difficile analizzare in
chiave jkd alcune arti marziali aventi principi cardine esattamente
antitetici a quelli riportati sopra. Inevitabilmente una delle due
nature andrebbe completamente "corrotta " o "intaccata",
rendendo quindi il jeet kune do "arte marziale" assai
differente dai vari "jkd concepts", i quali concetti il più
delle volte portano all'elaborazione di sistemi di combattimento
ibridi o a vere e proprie "Arti Marziali Miste da strada".
Il primo marzialista a coniare il
termine "JKD Concepts" è stato Dan Inosanto, tuttavia sono
stati alcuni tra i suoi più importanti allievi a incoraggiare l'uso
di questo termine in contrasto col jun fan/jeet kune do, tra i quali
Paul Vunak, i Dog Brothers, Burton Richardson e altri ancora. I loro
sistemi di combattimento, infatti, ben riflettono la loro natura
ibrida, nata dalla miscela di tecniche appartenenti a varie arti
marziali (Kali, Silat, Jun Fan Gung Fu, Muay Thai, Brazilian Ju
Jitsu..).
L'eredità del Piccolo Drago
Bruce Lee rilasciò ai suoi studenti
tre diversi certificati. Su un certificato si legge “Jun Fan Gung
Fu Institute”, su uno “Bruce Lee's Tao of Gung Fu” e su un
altro “Bruce Lee' s Jeet Kune Do”.
Il certificato “Jun Fan Gung Fu” fu
rilasciato nelle scuole di Lee. Chi frequentava i corsi al Jun Fan
Gung Fu Institute, poteva conseguire questo certificato. Gli altri
due certificati “Bruce Lee's Tao of Gung Fu” e “ Bruce Lee' s
Jeet Kune Do” sono stati distribuiti principalmente agli studenti
privati che lo hanno seguito nelle ultime fasi dello sviluppo della
sua arte marziale. Oltre a questa differenza esiste anche una
spiegazione cronologica. Il certificato “Jeet Kune Do” fu
l'ultimo ad essere donato da Lee in termini di tempo. È, inoltre,
molto meno diffuso rispetto agli altri. Bruce Lee certificò
personalmente quattro allievi: Taky Kimura, James Yimm Lee, Dan
Inosanto e Ted Wong. Tra essi solo i primi 3 ebbero formalmente il
permesso di insegnare il programma didattico sviluppato da Bruce Lee.
Taky Kimura venne certificato nel Jun Fan Gung fu, dove ottenne il
5º grado tecnico. In questa disciplina è il più esperto degli
allievi di Lee. James Yimm Lee venne certificato istruttore nel Jun
Fan Gung Fu, dove ottenne il 3º grado tecnico. Dan Inosanto fu
l'unico allievo ad essere certificato sia nel Jeet Kune Do che nel
Jun fan Gung fu e nel Tao of Gung Fu . Ottenne il 3º grado tecnico
in tutte e 3 le discipline. Ted Wong è stato allievo diretto e
sparring partner di Bruce Lee. Dopo poche lezioni effettuate nella
scuola di Los Angeles nel 1966, nel 67 Lee lo scelse come suo
studente privato per collaudare tecniche e strategie di
combattimento. Le Agende personali di Lee testimoniano che i due si
incontrarono in almeno 122 occasioni tra il 67 e il 71. Ted Wong ha
ricevuto il certificato nel Jeet Kune Do e prima ancora nel Tao of
Gung Fu, direttamente da Bruce Lee, ottenendo il 2º grado tecnico in
entrambe. Bob Bremer frequentò assiduamente le lezioni alla scuola
di Los Angeles sotto la direzione dello stesso Lee. Fece anche parte
insieme a Jerry Poteet, Steve Golden, Pete Jacobs e Daniel Lee di un
gruppo chiuso di studenti privati e in seguito continuò a praticare
sotto la guida di Dan Inosanto, venendo certificato Istruttore.
Insieme agli amici e compagni di allenamento Tim Tackett e Jim Sewell
fondò il Wednesday Night Group, attualmente ancora in attività.
Jerry Poteet apprese il JKD direttamente da Bruce Lee e fu il secondo
allievo tesserato della scuola di Los Angeles. Oltre alla normali
lezioni in palestra, Jerry venne selezionato a far parte di un gruppo
chiuso di 5 studenti, che Lee addestrava privatamente. Venne
introdotto ai vari aspetti dell'arte di Bruce Lee, tra cui il Wing
Chun modificato, i 5 metodi di attacco e altro ancora. Dopo la morte
del Piccolo Drago, continuò lo studio del JKD direttamente sotto la
guida di Inosanto, che lo certificò Istruttore. Jesse Glover fu il
primo studente di Lee e il suo primo assistente istruttore non
certificato. Conobbe Bruce nel 1959 e praticò con lui fino al 1962.
È in questi anni che Bruce Lee passò dal Wing chun tradizionale ad
un suo approccio non classico, per poi inserire anche elementi di
altri stili cinesi, comprese le tecniche di gamba degli stili di kung
fu del Nord Cina per poter sopperire a quelli che considerava i
limiti del wing chun, il tutto sempre con un approccio non ortodosso
per quei tempi (Jun Fan Gung Fu; Bruce Lee' Tao of Chinese Gung
fu). Jesse prese questa idea di non classicità, mantenne la
struttura del wing chun e cominciò ad insegnare, con il permesso di
Bruce Lee, il suo personale metodo di combattimento, che chiamò Non
Classical Gung Fu. Bruce Lee chiese espressamente sia a lui che a
Jemes Demile di non usare i termini Wing Chun, per rispetto verso Yip
Man, e Jun Fan, visto che a quei tempi egli si stava ulteriormente
distaccando da ciò che precedentemente aveva insegnato a Jesse.
Anche James Demile, uno dei suoi primi studenti, dopo aver praticato
con Bruce per qualche tempo, ideò un sistema di arti marziali e
difesa personale che chiamò Wing Chun Do (letteralmente "la
via dell'eterna primavera", termine coniato e registrato qualche
anno dopo la morte di Lee). Anche questo sistema trae la sua origine
dai principi del wing chun.
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