Lo yawara (anche detto pasak
o dulodulo nelle arti marziali filippine) è un'arma
giapponese utilizzata in diverse arti marziali, costituita da una
asticella solitamente in legno lunga da 15 a 20 centimetri, a seconda
della dimensione della mano del combattente, e modellata in modo da
favorirne la presa. Un esperto nell'uso dello yawara può disporre di
un'arma pericolosissima, seppur legale nella maggior parte delle
giurisdizioni, e facile da nascondere.
Utilizzo
Lo yawara è spesso utilizzato in
coppia per eseguire tecniche di percussione (uchi waza),
tecniche di parata (uke waza), di proiezione (Nage waza) o di attacco
diretto (tsuki waza) colpendo determinati punti sensibili del corpo
umano (kyusho). Un colpo ricevuto con uno yawara può facilmente
rompere ossa o bloccare l'utilizzo di un arto o di un muscolo, se
portato su determinati punti come le arterie o i nervi.
Storia
Lo yawara, come moltissime delle armi
delle arti marziali quali nunchaku, sai o bō, è una delle armi nate
durante il periodo del Giappone feudale, secondo le cui leggi era
proibito ai civili utilizzare armi con lama; per questo motivo
nacquero molte scuole di arti marziali che insegnavano l'utilizzo per
difesa personale di vari oggetti nella vita quotidiana. Uno di questi
era lo yawara: facile da nascondere e leggero da usare. L'utilizzo
dello yawara è stato largamente diffuso tra i poliziotti giapponesi
a partire dagli anni '40 dal professor Frank A. Matsuyama e
reso popolare in Occidente negli anni '70 dal Gran Maestro Soke
Kubota Takayuki, in una sua variante denominata kubotan in dotazione
alle forze di polizia di Los Angeles.
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