venerdì 8 febbraio 2019

Honmei choco

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Honmei choko (in giapponese 本命 チョコ), letteralmente "cioccolato del vero sentimento", è il cioccolato che le donne donano per San Valentino agli uomini per i quali provano sentimenti romantici.
Questo è spesso dato ai fidanzati, ai potenziali fidanzati ed ai mariti. Il cioccolato honmei è di qualità superiore e più costoso rispetto al Giri choco ("cioccolato d'obbligo"), che invece è dato ai colleghi maschi ed agli altri uomini con cui la donna non ha rapporto romantico. È molto diffusa anche l'abitudine, da parte delle ragazze, di preparare loro stesse della cioccolata confezionandola in forme adatte alla ricorrenza.
L'Honmei choko è generalmente ricambiato nel White Day, che si celebra il 14 marzo.

giovedì 7 febbraio 2019

Urashima Tarō

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Urashima Tarō (浦島太郎) è una storia giapponese che parla di un pescatore che soccorre una tartaruga malmenata sulla spiaggia da dei bambini e viene ricompensato con una visita al Ryūgū-jō, il Palazzo del drago.
Trascorre per tre anni molti giorni felici in questo regno subacqueo. Alla fine, però, viene sopraffatto dalla nostalgia di casa e chiede alla regina Otohime il permesso di farvi ritorno. Lei acconsente e gli dona una scatola tempestata di gioielli raccomandandogli però di non aprirla mai, per nessuna ragione. Giunto a casa, egli scopre che nel mondo reale sono trascorsi oltre 300 anni e nessuno può ricordarsi di lui.
Caduto in depressione si reca sulla spiaggia e si ricorda della scatola ingioiellata, la apre e fuoriesce una nuvola bianca: così invecchia e muore, poiché la scatola conteneva la sua età reale. Varianti di questa storia si sono sviluppate in Oceania. La sua effettiva origine è sconosciuta.
Storie simili esistono in Europa: Ciclo di Fianna e Il viaggio di Bran.

mercoledì 6 febbraio 2019

Kuki Yoshitaka

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Kuki Yoshitaka (九鬼 嘉隆; 1542 – 17 novembre 1600) è stato un samurai giapponese del periodo Sengoku.
Kuku Yoshitaka fu un comandante navale durante il periodo Sengoku in Giappone, servì prima Oda Nobunaga e successivamente Toyotomi Hideyoshi. Fu anche il nono maestro della scuola di arti marziali della famiglia Kuki, la Kukishin-ryū e quindi un guerriero molto esperto.
La famiglia Kuki era originariamente proveniente dal distretto di Muro della provincia di Kii e fu stabilita nella provincia di Shima da Kuki Takayoshi. Il clan è divenne potente nel quartiere Ago di Shima. Yoshitaka, figlio maggiore di Kuki Sadataka (un signore della guerra con la reputazione di essere un pirata), giurò fedeltà a Oda Nobunaga circa nel 1570 e comandò la sua flotta, supportando un attacco di terra contro gli Ikkō-ikki. Nel 1574 il suo aiuto garantì la vittoria a Nobunaga nel terzo assedio di Nagashima conquistandone la fortezza. Nel 1576 fu sconfitto nella prima battaglia di Kizugawaguchi dal clan Mōri, ma il 1578 portò la vittoria nella seconda battaglia di Kizugawaguchi, durante la quale Kuki utilizzò delle navi in ferro per difendersi dalle frecce e dai moschetti delle navi rivali dei Mōri.
Yoshitaka combatté nella campagna di Komaki e Nagakute (1584), assistendo Takigawa Kazumasu nell'assedio di Kanie, contro uno dei castelli di Oda Nobukatsu nella provincia di Ise.
Nel 1587 guidò la flotta di Toyotomi Hideyoshi nella campagna nell'isola di Kyūshū, assieme a Konishi Yukinaga, Wakizaka Yasuharu e Katō Yoshiaki. Tre anni dopo assieme a Wakizaka Yasuharu and Katō Yoshiaki comandò le truppe Toyotomi nell'assedio di Odawara e in quello di Shimoda. Continuò il suo ruolo di comandante navale della flotta di Hideyoshi, dando inizio all'invasione di Korea dalla sua nave Nipponmaru. Fu duramente sconfitto nella battaglia di Myeongryang.
Nella battaglia di Sekigahara, Kuki Yoshitaka lottò al fianco delle forze di Ishida Mitsunari, mentre suo figlio Kuki Moritaka si schierò con Tokugawa Ieyasu. Dopo la sconfitta di Mitsunari, suo figlio gli permise di essere risparmiato da Ieyasu. Sfortunatamente commise seppuku prima della notizia della sua grazia.

martedì 5 febbraio 2019

Kukishinden Ryû

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La scuola di arti marziali Kukishinden Ryû deriva dalla scuola Kukishin Ryû ed è stata creata nel XII secolo. Il primo Soke è stato Izumo Kanja Yoshiteru mentre l'attuale 28° Soke è Masaaki Hatsumi.

Storia

Il nome Kuki fu concesso dall'imperatore Andare-Daigo (Tenno) a Kurando Yakushimaru per aver liberato dal rapimento Ashikaga Takuji durante l'epoca Kamakura dell'era Engan-Ganmen (1336). La sua lotta come un Dio Demonio durante la liberazione fu denominata Kuki. Kurando fonda la scuola col nome di Kukishin Ryû. La scuola fu trasmessa di famiglia in famiglia finché arrivò nelle mani di Izumo Kanja Yoshiteru, che fondò, con la conoscenza anche di altri stili, le scuole Kukishinden Ryû e Shinden Fudô Ryû.

Caratteristiche

Nello studio dello stile della Kukishinden Ryû si possono trovare gli insegnamenti di Amatsu Tatara (Porta del Cielo) dove la traduzione metaforica è l'accesso alla residenza di Dio. Hichi Buko Goshin Jutsu Ryû è la tradizione segreta dell'apertura del fiore per la difesa di sé, in questa tradizione noi troviamo come l'importante studio dell'Amatsu Tatara ha molti aspetti relazionati con le arti, la medicina, la filosofia, la religione, le arti marziali e le strategie.
In Kukishinden Ryû si possono trovare quattro punti base di studio.
  • Kumo Kiri Hibo (cambiando il tempo)
  • Rikujintsu Hibo (modo di migliorare i 5 sensi)
  • Fudô Kanashibari non il jutsu.
  • Kishi di Kiai non il jutsu
Questi punti sono riferiti, per aspetti diversi, nello studio di Amatsu Tatara. La cui parte medica è insegnata a tre membri Bujinkan: Chris Roworth, Dennis Bartram e Doolan Willy. Loro hanno ricevuto il Kaiden (diritto d'insegnamento) come insegnamenti di Hichi Buko Goshin Jutsu Ryû per mano del soke Masaaki Hatsumi.

I capi del Ryu (scuola)

  1. Yasushimasu, Takazane (1336)
  2. Izumo, Kaja Yoshiteru ( )
  3. Izumo, Koshirô Terunobu ( )
  4. Izumo, Matsushirô Teruhide ( )
  5. Izumo, Bungorô Yoshiteru ( )
  6. Izumo, Kanja Yoshitaka ( )
  7. Izumo, Kanja Yoshiteru ( )
  8. Ohkuni, Kisanda Fukasumi ( )
  9. Tsutsumi, Hoki no Kami Noriyama( )
  10. Yozan Ukan Genchôbô( )
  11. Arima, Kawachinosuke Masayoshi ( )
  12. Ohkuni, Ogenta Yukihisa ( )
  13. Kazama, Shinkuro Hidechika ( )
  14. Ohkuni, Kihei Shigenobu ( )
  15. Ohkuni, Yakuro ( )
  16. Ohkuni, Tatodayu ( )
  17. Ohkuni, Kihyoe ( )
  18. Ohkuni, Yozaemon ( )
  19. Nakayama, Jinnai ( )
  20. Ohkuni, Buzaemon ( )
  21. Hakayama, Kamemon ( )
  22. Ohkuni, Kamahura ( )
  23. Yagi, Jigero Hisayashi ( )
  24. Fujita, Togoro ( )
  25. Mizuta, Tadefuza ( )
  26. Ishitani, Takagage Matsutaro ( ) ( - 1907)
  27. Takamatsu, Toshitsugu (1907) (1888.03.01 - 1972)
  28. Hatsumi, Masaaki (1968) (1931.12.02 - )

lunedì 4 febbraio 2019

Taiaha

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Una taiaha (taiaha) è una tradizionale arma dei Māori della Nuova Zelanda. Solitamente è lunga circa 5 o 6 piedi di lunghezza, è un'arma di legno utilizzata negli attacchi corpo a corpo in affondi o colpi di taglio. Le varie parti vengono chiamate nei seguenti modi:
  • Arero (lingua) - questo è usato per colpire l'oppositore o per parare
  • Upoko (testa) - la base dalla quale sporge la lingua
  • Ate (fegato) - con la parte terminale appiattita, è utilizzata per schivare e colpire
Il Mau rākau è l'arte marziale che insegna l'uso della taiaha e di altre armi di combattimento dei Māori. Come negli altri stili delle arti marziali, gli allievi della taiaha impiegano molti anni per padroneggiare le abilità di: calcolo, equilibro e coordinazione necessarie a maneggiare efficacemente l'arma.


domenica 3 febbraio 2019

Masaaki Hatsumi

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Masaaki Hatsumi (初見良昭 Hatsumi Masaaki; Prefettura di Chiba, 2 dicembre 1931) è un artista marziale giapponese, fondatore ed attuale Soke dell'organizzazione di arti marziali Bujinkan Dojo.

Biografia

Arti marziali

Iniziò a studiare le arti marziali all'età di sette anni e raggiunse in breve il grado d'istruttore di Jūdō, Kendo, Karate e Aikido. Nel dopoguerra fu invitato ad insegnare Judo in una base militare americana.
Successivamente studiò arti marziali da un Maestro di Kobudo, ed in pochi anni d'allenamento, apprese la tecnica del Kobudo. Il Sensei di Kobudo di Hatsumi gli parlò di Takamatsu Toshitsugu, Maestro di grande fama nel mondo delle arti di combattimento e Soke di nove scuole di arti marziali:
  • Togakure-ryū Ninpō Taijutsu (戸隠流忍法体術)
  • Gyokko-ryū Kosshijutsu (玉虎流骨指術)
  • Kuki Shinden Happō Hikenjutsu (九鬼神伝流八法秘剣術)
  • Kotō-ryū Koppōjutsu (虎倒流骨法術)
  • Shinden Fudō-ryū Dakentaijutsu (神伝不動流打拳体術)
  • Takagi Yōshin-ryū Jūtaijutsu (高木揚心流柔体術)
  • Gikan-ryū Koppōjutsu (義鑑流骨法術)
  • Gyokushin-ryū Ninpō (玉心流忍法)
  • Kumogakure-ryū Ninpō (雲隠流忍法)
Per quindici anni Masaaki lavorò durante la settimana nella sua clinica come chiropratico e destinò tutti i fine settimana all'allenamento, recandosi a trecento chilometri di distanza per ricevere i suoi insegnamenti.
Fu attraverso Takamatsu, che Hatsumi imparò l'arte del Taijutsu, un metodo di combattimento basato sul movimento naturale del corpo. Prima della morte del Maestro Toshitsugu, il 2 aprile 1972, Masaaki, nonostante la sua giovane età, divenne il suo successore (Soke) ed erede dell'antiche tradizioni Ninja.
Oggi Hatsumi è il Leader della Bujinkan (Casa del Guerriero Divino), insegna al Budokan di Tokyo ed al Hombu Dojo di Noda-shi, dove alunni di tutto il mondo si recano per praticare il Budo Taijutsu.
Secondo Hatsumi questa disciplina è ricca di temi essenziali per il raggiungimento di un alto livello di difesa personale, di equilibrio e di rispetto dei valori umani, che ci permetterebbe di entrare in armonia con gli altri e con la natura che ci circonda.
L'esperienza che Hatsumi ha accumulato nei suoi anni di vita lo porta ad essere giudicato come l'ultimo vero maestro di Ninjutsu dei nostri tempi. Fu definito personalmente dall'Imperatore come patrimonio nazionale vivente del Giappone.

Altri interessi

Si è laureato in medicina all'Università di Meiji dove ha approfondito anche lo studio del teatro tradizionale, delle arti, della pittura e della cultura giapponese. Ha scritto più di venti libri in lingua giapponese ed inglese di Ninjutsu, di Budo e di poesia ed ha realizzato numerosi video formativi sulle tradizioni Ninja. Ha inoltre preso parte alla realizzazione di molti film, documentari di storia, trasmissioni televisive, nonché come consulente sulle scene di combattimento di famosi film come ad esempio i vari 007.
I suoi quadri sono stati esposti nelle migliori gallerie di New York, ed ha ricevuto inoltre riconoscimenti dal primo ministro inglese Margaret Thatcher, dal principe Carlo d'Inghilterra, dal Re Juan Carlos I di Spagna, dal presidente Bill Clinton e da molti altri leader a livello internazionale per le sue consulenze come stratega nelle tecniche di combattimento ed anche nei metodi di difesa nazionale dei rispettivi paesi di cui questi personaggi rappresentano i massimi livelli di comando.

Riconoscimenti

  • 1986 - Instructor of the Year - Black Belt Magazine
  • 1999 - Social Cultural Distinguished Service Award - Japanese Culture Promotion Society
  • 2000 - World Cultural Grand Prize: Martial Arts Division - World Peace and Culture Association
  • 2001 - Apostolic Blessing - il Vaticano
  • 2001 - Lifetime Achievement Award - USMA International Hall of Fame

Opere

  • Masaaki Hatsumi, Unarmed Fighting Techniques of the Samurai (2008), Kodansha International
  • Masaaki Hatsumi, Japanese Sword Fighting (2006), Kodansha International
  • Masaaki Hatsumi, Advanced Stick Fighting (2005), Kodansha International
  • Masaaki Hatsumi, The Way of the Ninja (2004), Kodansha International
  • Masaaki Hatsumi, Quintin Chambers, Stick Fighting (1981), Kodansha International

sabato 2 febbraio 2019

Fascismo giapponese

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Il termine «fascismo giapponese» (in giapponese 日本ファシズム Nihon fashizumu o 天皇制ファシズム Ten'nosei fashizumu, «fascismo imperiale») è usato da alcuni storici per definire il regime politico che governò l'Impero giapponese a partire dall'inizio degli anni trenta del Novecento sino al termine della seconda guerra mondiale, in analogia con le dittature italiana e tedesca dello stesso periodo.
Fu un insieme sincretico di ideologie di estrema destra di origine occidentale, autoritarismo tradizionalista del periodo Meiji e capitalismo di Stato/statalismo economico. Durante questo periodo il Giappone strinse alleanza con la Germania nazista di Adolf Hitler e con l'Italia fascista governata da Benito Mussolini. L'uso del termine è tuttavia oggetto di controversie, tanto che molti autori negano che si possa parlare di fascismo in riferimento al Giappone, preferendo definizioni come militarismo giapponese o ultranazionalismo giapponese. Altri usano il termine utilizzato dalla storiografia giapponese, ossia statismo Showa (国家主義 Kokka shugi) o nazionalismo Showa, dal nome postumo dell'imperatore Hirohito, che regnò fino al 1989. Il regime terminò drammaticamente con la resa del Giappone in seguito agli unici bombardamenti atomici della storia.

Dibattito storiografico

Le differenze più evidenti tra la forma di governo anteguerra giapponese rispetto ai suoi omologhi italiano e tedesco sono:
  • l'assenza di un dittatore carismatico che incarni il rapporto diretto tra popolo e potere;
  • l'assenza di un partito unico sotto il controllo del dittatore;
  • l'assenza di una presa di potere che segni con nettezza il passaggio dalla democrazia alla dittatura, come invece avvenne in Italia con la marcia su Roma e in Germania con l'incendio del Reichstag;
  • l'assenza di una politica economica di stampo socialista revisionista.
Gli storici che sostengono si possa parlare di fascismo anche per il Giappone ribattono in tal modo:
  • la figura del dittatore in Giappone non era necessaria, sostituita da una parte dalla figura sacra dell'imperatore (anche se l'imperatore non era più il protagonista attivo della vita politica giapponese), dall'altra da una divisione del potere deresponsabilizzante e impersonale tra i diversi membri del governo e in particolare tra i funzionari della burocrazia. Alcuni storici anche giapponesi preferiscono parlare di «fascismo del sistema imperiale» o Tennosei-fashizumu;
  • il partito unico non era necessario, stante il già notevole inquadramento della popolazione tramite associazioni civili e politiche legate in vario modo al governo. Inoltre quasi tutti i primi ministri giapponesi in questo periodo storico erano militari, che pertanto giuravano fedeltà fino alla morte all'imperatore;
  • la presa di potere violenta non è avvenuta in quanto il passaggio da una debole democrazia al regime si è realizzato con gradualità, non essendoci in partenza una forte opposizione politica o sindacale da combattere e stroncare, com'era invece in Italia e Germania.
Da segnalare infine che gli storici che sostengono sia legittimo parlare di fascismo anche per il Giappone riservano particolare attenzione alla situazione economica del Paese, per cui i legami tra strutture politiche autoritarie e un'economia basata sugli interessi dei grandi monopoli industriali, specie quelli militari, sarebbero pressoché uguali tra Italia, Germania e Giappone.
Tuttavia è da notare che in Giappone esistevano due partiti dichiaratamente fascisti e riconosciuti come tali dal congresso fascista di Montreux, il Tōhōkai e il Kokumin Domei, partiti assolutamente minoritari e guardati con sospetto dai governanti giapponesi, tanto che nel 1943 il capo del Tōhōkai Seigō Nakano fu arrestato con l'accusa di avere tramato un colpo di Stato per rovesciare il regime di Hideki Tōjō e il partito venne sciolto.
Dopo l'occupazione del Giappone gli Stati Uniti decisero per una democratizzazione controllata del Paese e i principali gerarchi del periodo militarista furono deposti e giudicati con l'eccezione dell'imperatore, che però venne privato di ogni potere reale e del suo stato divino. Tōjō fu invece condannato per crimini di guerra, crimini di aggressione e crimini contro l'umanità e impiccato a Tokyo.

venerdì 1 febbraio 2019

Clan Mōri

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Il clan Mōri (毛利氏 Mōri-uji o Mōri-shi) fu una potente famiglia feudale giapponese.
Il capostipite del casato fu Oe Hiromoto (1148-1225) un famoso ed importante seguace di Minamoto no Yoritomo il cui figlio fu Mōri Suemitsu (secc. XII-XIII), che per primo assunse il cognome "Mōri".
Suo nipote Mōri Torachika (+ 1340?) stabilì la famiglia nella provincia di Aki, divenendo signore del castello di Kotozaki (ribattezzato in seguito come Koriyama) nel 1336.
I Mōri divennero poi vassalli del potente clan Ōuchi che dominava una buona regione all'estremità occidentale dell'isola di Honshū.
Questo casato rappresenta il tipico caso di un piccolo clan di vassalli che riesce, per fortuna, abilità e meriti, a sostituirsi ai suoi daimyō. Sono quindi una di quelle nuove casate che approfittarono degli sconvolgimenti del XVI secolo per assurgere a posizioni di potere.
All'inizio del XVI secolo il clan Mōri era guidato da Mōri Hirotomo e passò poi sotto la guida del figlio Okitomo (+1516), che lasciò poi suo erede il figlio Komatsumaru (+ 1523) sotto la tutela del fratello Motonari.
Alla morte di Komatsumaru il valoroso e sagace Mōri Motonari (1497-1571) divenne capo del clan e guidò l'ascesa del casato al prestigio ed al potere, succedendo prima agli Ōuchi (1555) e Amako (1566) arrivando fino nel Kyūshū vicino al clan Ryuzoji e al clan Otomo.
Mōri Terumoto (1553-1625) successe poi al nonno alla guida del clan e si trovò nel difficile periodo del confronto con Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e quindi con Tokugawa Ieyasu, riuscendo a mantenere forte il suo clan in uno dei periodi più difficili della storia giapponese.

Membri famosi del clan

  • Mōri Hirotomo
  • Mōri Okitomo
  • Mōri Motonari
  • Mōri Terumoto

giovedì 31 gennaio 2019

Battaglia di Komaki e Nagakute

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La battaglia di Komaki e Nagakute (小牧・長久手の戦い Komaki-Nagakute no Tatakai) fu una serie di battaglie avvenute nel 1584 tra Hashiba Hideyoshi (che diverrà Toyotomi Hideyoshi nel 1586) e l'alleanza tra Oda Nobukatsu e Tokugawa Ieyasu. Sia Hideyoshi che Ieyasu servirono Oda Nobunaga e non ebbero attriti tra loro; questo fu nei fatti il loro unico periodo di ostilità. Nonostante questo episodio della storia sia comunemente ricordato per le sue due più grandi e importanti battaglie, l'evento è spesso chiamato Campagna di Komaki (小牧の役 Komaki no Eki).

Antefatti

Nel 1583, con la battaglia di Shizugatake, Hideyoshi supportò Nobukatsu, secondo figlio di Oda Nobunaga, e sconfisse Shibata Katsuie il quale supportava il terzo figlio di Nobunaga, Nobutaka. Dopo aver vinto la battaglia Hideyoshi invitò Nobukatsu e altri generali alla sua residenza nel castello di Osaka che era stato completato l'anno stesso. Il motivo dell'invito fu per rendere omaggio a Hideyoshi, e avrebbe mutato i ruoli tra Hideyoshi e Nobukatsu a favore del primo. Tuttavia Nobukatsu ignorò gli obblighi verso Hideyoshi e non andò al castello di Osaka. Hideyoshi offrì riconciliazione a tre importanti servitori di Nobukatsu (Tsugawa Yoshifuyu, Okada Shigetaka e Azai Nagatoki), il che fece pensare che il loro supporto fosse cambiato a favore di Hideyoshi. Questo portò Nobukatsu a sospettare dei tre uomini, il quale li fece giustiziare. Queste azioni diedero il pretesto a Hideyoshi per attaccare Nobukatsu e quest'ultimo chiese aiuto a Ieyasu. Il giorno seguente, quando Ieyasu mise in campo le sue forze iniziò la battaglia tra Hideyoshi e l'alleanza Nobukatsu-Tokugawa.

Successione degli eventi

La prima di queste battaglia fu combattuta attorno al monte Komaki e prese il nome di "battaglia di Komaki". Il resto delle battaglie furono combattute presso Nagakute e che diede il nome moderno del conflitto.

Battaglia di Haguro

Il tredicesimo giorno del terzo mese, Ieyasu arrivò al castello di Kiyosu . Lo stesso giorno samurai del clan Oda guidati da Ikeda Tsuneoki si schierarono con Hideyoshi e conquistarono il castello di Inuyama, che era stato costruito da Oda Nobunaga. Ieyasu fu sconvolto nell'apprendere la notizia e si precipitò al castello di Inuyama, arrivando due giorni dopo. Nello stesso momento, Mori Nagayoshi (fratello di Mori Ranmaru, che morì nell'incidente di Honnō-ji con Nobunaga) cercò di conquistare il castello di Kiyosu. Nonostante il feroce fuoco degli archibugi degli uomini di Mori, Sakai Tadatsugu riuscì a fiancheggiare e attaccare Mori dal retro. Mori fuggì, dopo aver subito tremila perdite.
Il sedicesimo giorno del mese, le forze di supporto al castello di Inuyama arrivarono a Haguro. Tuttavia Ieyasu conosceva già le mosse del nemico e ordinò a Sakai Tadatsugu e Sakakibara Yasumasa di guidare 5.000 uomini verso Haguro la sera stessa. La mattina seguente gli uomini di Tadatsugu lanciarono un attacco a sorpresa contro Nagayoshi, le cui truppe riuscirono a malapena a fuggire. Il giorno diciotto, senza aver paura di eventuali nemici, Ieyasu prese il controllo del castello di Inuyama e completò le difese che gli uomini di Tsunneoki avevano iniziato. Ieyasu stabilì nel castello di Komakiyama il suo quartier generale.

Sortita nel Mikawa

Hideyoshi e le sue truppe lasciarono il castello di Osaka il giorno ventuno del mese, e arrivarono al castello di Inuyama il ventisette, e a Gakuden (oggi Inuyama) il primo giorno del mese seguente dove stabilì il suo quartier generale. Erano circa 80.000 gli uomini sotto il comando di Hideyoshi. Ora tutto era pronto per lo scontro diretto, ma nessuno prendeva l’iniziativa. La paura era quella di commettere l’errore di Katsuyori a Nagashino: un attacco frontale contro una posizione troppo fortificata. La situazione di stallo iniziò a spazientire i samurai Toyotomi e fu Ikeda Tsuneoki, il conquistatore di Inuyama, a suggerire una nuova mossa. Visto che la maggior parte delle forze di Ieyasu erano davanti a loro suggerì d'invadere la provincia dei Tokugawa, Mikawa, che probabilmente era poco protetta. La speranza fu che Ieyasu abbandonasse le sue posizioni per tornare a difendere la sua provincia principale.
Ikeda Tsuneoki si mise in marcia al comando di una forza di 20.000 effettivi che fu suddivisa in quattro divisioni così ripartite: all’avanguardia, Ikeda Tsuneoki con 6.000 uomini; divisione di 3.000 uomini sotto Mori Nagayoshi; divisione di 3.000 uomini sotto Hori Hidemasa; alla retroguardia, Hashiba Hidetsugu con altri 8.000 uomini.

Battaglia del castello di Iwasaki

La battaglia del castello di Iwasaki fu combattuta dalle forze di Niwa Ujishige e Ikeda Tsuneoki.
Il settimo giorno del mese Ieyasu scoprì l'accampamento di Hidetsugu a Shinogi (oggi Kasugai) tramite le informazioni avute da agricoltori della provincia di Iga. Ieyasu lasciava Komaki, affidando la difesa a una forza mista (Tokugawa e Oda) di 6.500 uomini, e si lanciò all'inseguimento delle forze Toyotomi. Entrò nel castello di Obata (oggi Nagoya) il giorno successivo e scelse di accamparsi per la sera. All'inizio della mattina successiva, inviò entrambe le forze del clan Niwa e di Sakakibara Yasumasa a inseguire Hidetsugu. Hidetsugu riprese la sua marcia all'ottavo giorno dopo aver sentito l'ingresso di Ieyasu al castello di Obata, ma la mattina seguente la situazione cambiò molto rapidamente. Ikeda Tsuneoki guidò un attacco al castello di Iwasaki ma fu respinto. Il furioso Tsuneoki lanciò così un altro assalto totale al castello. Anche se i difensori si batterono con coraggio, il castello cadde.
Durante la battaglia Mori Nagayoshi, Hori Hidemasa e Hidetsugu fermarono le loro forze nelle attuali città di Owariasahi, Nagakute e Nisshin in attesa di scontrarsi con Ieyasu.

Battaglia di Hakusanmori

Nel momento in cui Ikeda Tsuneoki fu inizialmente respinto al castello di Iwasaki, Toyotomi Hidetsugu mosse le sue forze a Hakusanmori (oggi Owariasahi) per riposarsi, ma fu qui che incontrò le forze di Ieyasu e Sakakibara Yasumasu. La retroguardia di Hidetsugu andò in frantumi e fu messa in rotta da un attacco a sorpresa di Ieyasu. Hidetsugu stesso riuscì a fuggire per miracolo.
Fu in questa battaglia che molti membri del clan Kinoshita (incluso Kinoshita Sukehisa padre della moglie di Hideyoshi) morirono.

Battaglia di Hinokigane

Successivamente alla battaglia di Hakusanmori, Tokugawa fortificò il monte Komaki, creando una situazione di stallo. Così Ikeda Tsuneoki, uno dei comandanti di Toyotomi Hideyoshi, decise di iniziare le incursioni nella vicina provincia di Mikawa con un'armata di 22.000 uomini. Tokugawa previse questa mossa e guidò una forza all'inseguimento delle forze di Tsuneoki. Mizuno Tadashige guidò la retroguardia Tokugawa contro le forze Ikeda e il rumore della battaglia allertò Hori Hidemasa, a capo di una delle divisioni di Hideyoshi.
Hidemasa cercò di portare aiuto ai suoi alleati, prendendo posizione su una collina nei pressi di Nagakute. Gli uomini di Mizuno attaccarono ma furono respinti con pesanti perdite e caricati furiosamente dalle truppe di Hidemasa che divise in due tronconi lo schieramento Tokugawa. Proprio in quel momento arrivò il grosso dell'esercito comandato da Ieyasu alle spalle di Hidemasa che mise in rotta velocemente i samurai Toyotomi.
Nel frattempo anche le divisioni di Ikeda e Mori erano tornate indietro, marciando verso il rumore della battaglia di Nagakute. Ieyasu distribuì il suo contingente di 9.000 uomini circa in due divisioni, assumendo il comando del fianco destro con circa 3.000 uomini e dando a Ii Naomasa il comando di quello sinistro con 3.000 dei suoi "diavoli rossi". La riserva fu affidata a Oda Nobukatsu con i suoi 3.000 effettivi.
Di fronte a loro, Ikeda Tsuneoki divideva le proprie truppe di 9.000 uomini lasciando il comando dell’ala destra (4.000 uomini) ai due figli Terumasa e Yukisuke, mentre sulla sinistra schierava i 3.000 di Mori Nagayoshi e poneva i propri 2.000 di riserva, comandati da lui stesso.

Battaglia di Nagakute

La battaglia iniziò quando gli uomini di Ikeda aprirono il fuoco con i loro archibugi sulle truppe del clan Ii delle forze Tokugawa. Mori Nagayoshi aspettò che Ieyasu mandasse rinforzi al fianco sinistro per poterlo poi colpire aggirandolo sul fianco. Tuttavia Tokugawa attaccò frontalmente con ferocia. Mori Nagayoshi, nel tentativo di galvanizzare i suoi uomini di che iniziavano a vacillare, cavalcò col proprio stendardo davanti alle proprie linee e fu ucciso da un colpo di archibugio. Nobukatsu ne approfittò e caricò sul fianco le linee rimaste senza comandante. Tsuneoki mandò rinforzi sulle linee sinistre traballanti ma arrivarono in ritardo e furono anche loro messe in rotta. Nobukatsu a quel punto puntò sulle poche truppe rimaste di riserva comandate da Tsuneoki in persona. Tsuneoki e suo figlio Yukisuke persero la vita mentre l'altro figlio Terumasa riuscì a ritirarsi.
A battaglia terminata raggiunsero il campo di battaglia i rinforzi di Hideyoshi che erano stati efficacemente rallentati da Honda Tadakatsu. Ieyasu decise di ritirarsi, non volendo rischiare ulteriori vittime, e tornò a Komaki.

Conseguenze

Con Ieyasu saldamente trincerato nei suoi castelli Hideyoshi decise nei mesi seguenti di attaccare le terre di Oda Nobukatsu nella provincia di Ise. Occupò gran parte delle province di Ise, Iga e Mino, territori che gli garantivano un notevole vantaggio materiale. Da una posizione di forza Hideyoshi riuscì a concludere una pace prima con Nobukatsu e successivamente con Ieyasu.

Nome della battaglia

Durante il periodo Edo, le pubblicazioni dello shogunato Tokugawa si riferivano a queste battaglie come Battaglia di Komaki (小牧陣 Komaki no Jin). Tuttavia ci furono altri documenti che le riferivano come Battle di Iwasakiguchi (岩崎口の戦い Iwasakiguchi no Tatakai). Queste avvennero dove i combattimenti di Nagakute furono chiamati Battaglia di Nagakute (長久手合戦 Nagakute Gassen). Durante il rinnovamento Meiji tutte queste battaglie vennero unificate come battaglia di Komaki e Nagakute (小牧・長久手の役 Komaki-Nagakute no Eki).

mercoledì 30 gennaio 2019

Scuole wing chun Italia

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Lineage G.M. Austin Goh

Accademia Tao Wing Chun
Sifu Gianfranco Pompianu
www.wingchunpompianu.it

Centro Studi Wu Shu Cremona
Sifu Giovanni Zapparrata
http://users.libero.it/taiji

Wu Tao Kwoon Kung Fu
Sifu Enrico Iovine
www.wutaokwoonkungfu.it


Lineage Chi Sim (永春)

Centro Arti Marziali A.S.D.
Sifu Mauro Gibin
Sifu Gianluca Giusto
www.centroartimarziali.com

I.D.P.A. (International Dragon & Phoenix Association)
Sifu Massimo Fiorentini
www.idpa-academy.com

International Weng Chun Kung Fu Association - Olanda\Italia
Sifu Cesario Di Domenico
www.wengchun-kungfu.nl

Eternal Spring Kung Fu Bolzano - (International Weng Chun Kung Fu Association)
Istruttore Marco Antonioli
http://eternalspring-bz.blogspot.com


Lineage G.M. Cho Tse Chuen

C.W.C.S.O. (Combat Wing Chun System Organization)
Sifu Fabio Bevilacqua
www.cwcso.com

San Bao Centro Studi Kung Fu
Sifu Simone Sebastiani
www.sanbao.it


Lineage G.M. Leung Ting

Accademia Dei Cinque Anelli
Sifu Paolo Delisio
www.accademiadeicinqueanelli.it
Info: +39 0773605795

Accademia Internazionale Autodifesa
Sifu Paolo Brighi
www.aia-autodifesa.com

Associazione Sportiva "Il Centro"
Sifu Franco Giannone
www.kungfunovara.it

A.W.T.A. (Authentic Wing Tsun Academy)
Sifu Michele Stellato
www.awta.it

Centro Arti Marziali A.S.D.
Sifu Mauro Gibin
Sifu Gianluca Giusto
www.centroartimarziali.com

E.B.M.A.S. (Emin Boztepe Martial Arts System)
Sifu Massimo Giammarinaro
www.ebmas.net

E.M.A.S. (Effective Martial Arts System)
Sifu Marco Mattioni - Sifu Paolo Bonucci
www.emas-selfdefence.it

E.V.T.F. (European Ving Tsun Federation)
Sifu Sergio Vommaro – Sifu Piero Conti
www.evtf.it

FioreRosso
Sifu Antonio Luciani
www.fiorerosso.org

I.D.P.A.    (International Dragon & Phoenix Association)
Sifu Massimo Fiorentini
www.idpa-academy.com

I.D.V.T.A. (International Dynamic Ving Tshun Association)
Sifu Tassos
www.idvta.de

I.W.C.F. (Italian Wing Chun Federation)
Sifu Pietro D’Alesio
www.iwcf.it

I.W.K.A. Italia (International Wing Tjun Kung Fu Association)
Sifu Claudio Legname Caradonna
www.wingtjunitalia.it

I.W.T.K.A. (Italian Wing Tsun Kung Fu Association)
Sifu Emanuele Fracella
www.iwtka.it

L.E.S.W.A. (Lakas Escrima San Yi Wing Chun Academy)
Sifu Costantino Valente
www.leswa.com

Libera Accademia Kung Fu Tradizionale
Sifu Roberto Capponi
www.accademiakungfu.it

Liu Men Academy
Sifu Paolo Russo
info: +39 347 63 53 043
liumenacademy@alice.it

Modus In Rebus
Sifu Michael Fries
www.sifumichaelfries.com

P.A.W.C.O.I. (Professional Amateur WingChun Org. International)
Sifu Giuseppe Aquilia
www.fastcombat.it

Scuola di Wing Tzun "Giunca Rossa"
Sifu Alessandro Messina
www.giuncarossa.it

V.T.K. (Associazione Ving Tjun Kung Fu)
Sifu Salvatore Costantini
www.vingtjun.it

W.C.R.A. (Wing Chun Research Association)
Sifu Paolo Girone
www.wcra.it

W.C.T.I. (Wing Chun Team Italia)
Sifu G. Amato
www.wingchunteam.it

W.E.AC. (Wingtchun Escrima Academy)
Sifu Riccardo Vacirca
www.weacmartialarts.com

Wing Chun Roma
Sifu Stefano Lucaferri
www.wtroma.it

Wing Txun
Sifu Luigi Rossi
www.wingtxun.it

W.K.F. (Wing kung fu)
Sifu Francesco Mavilio
www.wingkungfu.com

W.T.F.A. (Wing Tsun Fighting Association)
Sifu Nunzio Nastasi
www.iwtfa.com

W.T.O.I. (Wing Tsun Organizzazione Italia)
Sifu Filippo Cuciuffo
www.wingtsun.it

Wu Wei Wing Tsun
SiFu Gianluca Paterniti
www.wuweiwt.it


Lineage G.M. Lok Yiu

E.L.Y.W.C.I.M.A.A. (European Lok Yiu Wing Chun International Martial Art Association)
Adriano Tavernelli
www.elywcimaa.com


Lineage G.M. Mai Gei Wong

Mai Gei Wong Wing Chun - Italia
Sifu Guido Schioppa
www.maigeiwongitalia.it


Lineage G.M. Moy Yat

Centro Arti Asiatiche "Le sei armonie"
Sifu Giampaolo Lampis
www.vingtsun6armonie.com


Lineage G.M. Ngo Sy Quy (Vinh Xuan - Wing Chun Vietnamita)

A.S.D. Kim Long - Viet Anh Mon
Maestro Tran Ngoc Dinh
www.vietanhmon.org

A.S.D. Vinh Xuan
www.vinhxuan.net


Lineage G.M. Randy Williams

C.R.C.A. (Close Range Combat Academy)
Vito Armenise
www.crca.it


Lineage G.M. Sam Lau (Lau Kung Shing)

Sam Lau Wing Chun Italia
Sifu Silvio Gazzaniga
Furio Piccinini
www.samlau-wingchun.it


Lineage G.M. Victor Kan
Ving Tsun Sardegna
Sifu Claudio Maurelli
www.vingtsunsardegna.com

VKVT Genova
Sifu Sandro Scali
www.vkvtgenova.com

V.T.I. (Ving Tsun Italia)
Sifu Manolo Gallo
www.vingtsunitalia.com

Wing Chun Street Defence System Association
Sifu Roberto Montalbetti
www.wing-chun-streetdefencesystem.com


Lineage G.M. Wan Kam Leung

Oriental Arts Academy
Sifu Riccardo Simonetti
www.practicalwingchun.net

Wan Kam Leung Practical Wing Chun Kung Fu
Gherardo Mattia Mongardini
www.practicalwingchun.it


Lineage G.M. William Cheung

A.I.W.C. (Associazione Italiana Wing Chun)
Sifu Angelo Nardo
http://digilander.libero.it/1111

B.W.C.K.F.A. (Boccato's Wing Chun Kung Fu Academy)
Sifu Gianluca Boccato
http://utenti.lycos.it/boccatoswingchun/boccatoswingchun


Lineage G.M. Wong Shun Leung
Associazione Wing Chun USacli
Sifu Lino Paleari
www.wingchun.it

Franco Regalzi Wing Chun Italia
Sifu Franco Regalzi
www.francoregalzi.org

O.M.E.G.A. (Organizzazione Marzialisti E Gong-fu Amatori)
Sifu Archimede Tentino
www.omegawingchun.it

Scuola Kung Fu Wing Chun B.A.S.E.
www.scuolabase.com
Istruttore Carlo Bonuccelli


Lineage G.M. Yip Ching
Clan Wing Chun Italia
Sifu Rino Bacino – Sifu Antonio Bacino
www.vingtsun.it

W.E.C.A. (Wing Chun Escrima Combat Association)
Sifu Sebastiano Nello Neri
www.wecaprato.it


Lineage G.M. Yip Chun

I.W.C.K. (Italia Wing Chun Kuen)
Sifu Alberto Riccardi
www.wingchuneskrima.it


Altri Lineage

A.I.S.C.A.M. (Associazione Italiana Sport da Combattimento e Arti Marziali)
Sifu Vincenzo Izzo
www.aiscam.it


Centro Studi Europeo Ng Wha Sum Wing Chun
Sifu Massimiliano Gobbetti
www.kungfuvingtsun.it


Fut Sao Young Chun Kuen
Sifu Flavio Addei
www.futsaoyongchunkuen.com
Info: flavio.addei@tiscali.it


Ku de yi jing wu men Traditional Gong-Fu Research Institute
Sifu Luigi Guidotti
www.guidottikungfu.com


San Men Wu Shu Hui
Sifu Tonino Cosenza
www.kungfutradizionale.it


Scuola Discipline Orientali
Sifu Paolo Cangelosi
www.sifupaolocangelosi.com


S.T.A.M. (Scuola Taoista di Arti Marziali)
Sifu Jaime Luis Vizconde
www.scuola-taoista.it


Z.N.K.R. (Scuola di Arti Marziali Orientali)
M° Tiziano Santambrogio
www.znkr.it