Chi pratica lo sport del pugilato a
livello dilettantistico o professionale viene definito
pugile, cioè un atleta che svolge
regolarmente incontri di pugilato di tipo agonistico.
Essere pugile significa dedicarsi
giornalmente alla propria preparazione atletica in vista di incontri
prefissati, volti al conseguimento di tornei regionali, nazionali,
europei, mondiali e contraddistinti dalle differenti cinture in
palio.
Essere pugile significa avere la
mentalità da professionista già da subito, senza lasciare nulla al
caso.
Nutrizione, costanza negli allenamenti
e corretta preparazione atletica, monitoraggio sanitario e visite
specifiche sono alla base di un atleta che decide di diventare pugile
o fighter, perché questo discorso vale per qualsiasi sport da
combattimento o sport in genere con l’obbiettivo di diventare un
professionista.
Chi si diletta nel pugilato
tralasciando anche solo uno di questi aspetti, non è interessato a
diventare un professionista e rimarrà solo un amatore con
l’obbiettivo di divertirsi per passione oppure semplicemente
migliorare il proprio aspetto fisico rimettendosi in forma.
Quanto guadagna un pugile? In America
si stima che il guadagno di un pugile professionista
sia poco più di cinquanta mila
dollari l’anno, cioè circa 3500 € al mese.
Esistono però pugili molto noti come
Floyd Mayweather
che nel Maggio 2013 ha guadagnato
circa 32 milioni di dollari per aver disputato il suo incontro con
l’avversario Robert Guerrero.
Robert Guerrero ad esempio per lo
stesso incontro ha ricevuto solo 3 milioni di dollari per lo stesso
combattimento.
La paga per i pugili professionisti
chiamata in gergo “borsa” varia molto in base a diversi fattori e
variabili (notorietà del pugile, interesse dell’evento in ottica
di visibilità commerciale, ecc..) di conseguenza sarà diversa per
ogni pugile e non sarà la stessa per ogni match.
Un pugile in Italia non può di certo
vivere di pugilato, il suo guadagno sarà dato dal suo lavoro
primario e con il pugilato riuscirà forse ad arrotondare lo
stipendio.
I pugili professionisti, non hanno uno
stipendio minimo e regolare.
“Se guadagno 1000€ per un
incontro è andata veramente bene ed è raro”. cit.
“Mi è capitato di disputare anche
incontri per 400€ pur di combattere anche sapendo di perdere, tutto
questo solo per passione. Difficilmente noi fighter ci tiriamo
indietro quando siamo chiamati inbattaglia“.
“Per un giovane pugile che debutta
nel professionismo, la borsa mediamente si aggira tra i 100 e i
150€”.
“Un ragazzo pugile che debutta nel
dilettantismo guadagnerà circa 50€ a incontro come rimborso”.
Questo quanto espresso da più atleti
con molta esperienza nel settore in termini di notorietà, vittorie e
match disputati, durante varie chiacchierate.
Questi sono quindi dati mediati che
ovviamente variano in base a diversi fattori e sono da considerare
per questi motivi molto soggettivi.
Prima di debuttare nel professionismo
inoltre l’atleta durante la sua “gavetta” da dilettante avrà
davanti a sé molte spese.
Oltre a tutte le spese già in essere
legate all’iscrizione alla propria A.S.D. ci saranno le visite
mediche specifiche e obbligatorie, spese per la corretta nutrizione,
attrezzatura sportiva professionale (guantoni, scarpe, paradenti
personali), eccetera.
Non tutti hanno la fortuna di avere
Sponsor forti e che aiutano. Soprattutto nel dilettantismo il primo
sponsor è la palestra o la famiglia e a volte questo è un freno
alla carriera anche per gli atleti più meritevoli.
Alcuni ragazzi hanno la fortuna di
avere il supporto economico della famiglia, altri pugili invece (la
maggioranza) si fanno 8/10 ore di lavoro e a fine turno lavorativo si
recano in palestra cercando in se stessi lungo il tragitto la
motivazione per continuare e dare il massimo di se stessi ancora una
volta, giorno dopo giorno.
Oggi bisogna ricordarsi di essere
imprenditori di se stessi e cercare di emergere facendosi notare il
più possibile.
Qui entrano in gioco i Social network
(a volte abusati) ma nei migliori dei casi sfruttati correttamente
per aumentare la propria visibilità in questo mare di pesci. Tu ad
esempio conosci la Community Instagram pugile da tastiera?
Il manager è quella figura che si
preoccupa di organizzare, valutare e proporre al pugile eventuali
possibilità di match e prima del combattimento, ad ogni evento,
negozia la “borsa” da sottoscrivere nel contratto. Ogni manager
ha una sua percentuale di guadagno che varia mediamente tra il 10 e
il 30% della borsa pattuita.
Questo significa che sulla borsa
pattuita, il pugile incasserà per l’incontro la borsa pattuita al
netto (tolta) la percentuale del manager.
Inoltre il guadagno di un pugile
dipenderà da quanti incontri (match) riuscirà ad affrontare
nell’arco dell’anno.
In Italia la carriera di un pugile è
alimentata dalla passione, non certo dal guadagno. Questo vale anche
per la maggioranza dei fighter italiani delle varie discipline degli
sport da combattimento.
Ci sono eccezioni, pugili
professionisti che hanno aperto palestre e che si sono riusciti a
creare uno stipendio fisso mensile grazie alla propria notorietà.
Tuttavia non tutti possono avere questa
fortuna. La chiamo fortuna perché oggi e forse più che mai in
Italia, aprire una attività di qualsiasi tipo è un “lancio nel
vuoto” e può andare bene come male o malissimo soprattutto se
pensiamo a tutte le palestre che in periodo Covid hanno cessato di
esistere.