mercoledì 3 novembre 2021

Essere un pugile


Chi pratica lo sport del pugilato a livello dilettantistico o professionale viene definito pugile, cioè un atleta che svolge regolarmente incontri di pugilato di tipo agonistico.

Essere pugile significa dedicarsi giornalmente alla propria preparazione atletica in vista di incontri prefissati, volti al conseguimento di tornei regionali, nazionali, europei, mondiali e contraddistinti dalle differenti cinture in palio.

Essere pugile significa avere la mentalità da professionista già da subito, senza lasciare nulla al caso.

Nutrizione, costanza negli allenamenti e corretta preparazione atletica, monitoraggio sanitario e visite specifiche sono alla base di un atleta che decide di diventare pugile o fighter, perché questo discorso vale per qualsiasi sport da combattimento o sport in genere con l’obbiettivo di diventare un professionista.

Chi si diletta nel pugilato tralasciando anche solo uno di questi aspetti, non è interessato a diventare un professionista e rimarrà solo un amatore con l’obbiettivo di divertirsi per passione oppure semplicemente migliorare il proprio aspetto fisico rimettendosi in forma.

Quanto guadagna un pugile? In America si stima che il guadagno di un pugile professionista sia poco più di cinquanta mila dollari l’anno, cioè circa 3500 € al mese.

Esistono però pugili molto noti come Floyd Mayweather che nel Maggio 2013 ha guadagnato circa 32 milioni di dollari per aver disputato il suo incontro con l’avversario Robert Guerrero.

Robert Guerrero ad esempio per lo stesso incontro ha ricevuto solo 3 milioni di dollari per lo stesso combattimento.

La paga per i pugili professionisti chiamata in gergo “borsa” varia molto in base a diversi fattori e variabili (notorietà del pugile, interesse dell’evento in ottica di visibilità commerciale, ecc..) di conseguenza sarà diversa per ogni pugile e non sarà la stessa per ogni match.

Un pugile in Italia non può di certo vivere di pugilato, il suo guadagno sarà dato dal suo lavoro primario e con il pugilato riuscirà forse ad arrotondare lo stipendio.

I pugili professionisti, non hanno uno stipendio minimo e regolare.

Se guadagno 1000€ per un incontro è andata veramente bene ed è raro”. cit.

Mi è capitato di disputare anche incontri per 400€ pur di combattere anche sapendo di perdere, tutto questo solo per passione. Difficilmente noi fighter ci tiriamo indietro quando siamo chiamati inbattaglia“.

Per un giovane pugile che debutta nel professionismo, la borsa mediamente si aggira tra i 100 e i 150€”.

Un ragazzo pugile che debutta nel dilettantismo guadagnerà circa 50€ a incontro come rimborso”.

Questo quanto espresso da più atleti con molta esperienza nel settore in termini di notorietà, vittorie e match disputati, durante varie chiacchierate.

Questi sono quindi dati mediati che ovviamente variano in base a diversi fattori e sono da considerare per questi motivi molto soggettivi.

Prima di debuttare nel professionismo inoltre l’atleta durante la sua “gavetta” da dilettante avrà davanti a sé molte spese.

Oltre a tutte le spese già in essere legate all’iscrizione alla propria A.S.D. ci saranno le visite mediche specifiche e obbligatorie, spese per la corretta nutrizione, attrezzatura sportiva professionale (guantoni, scarpe, paradenti personali), eccetera.

Non tutti hanno la fortuna di avere Sponsor forti e che aiutano. Soprattutto nel dilettantismo il primo sponsor è la palestra o la famiglia e a volte questo è un freno alla carriera anche per gli atleti più meritevoli.

Alcuni ragazzi hanno la fortuna di avere il supporto economico della famiglia, altri pugili invece (la maggioranza) si fanno 8/10 ore di lavoro e a fine turno lavorativo si recano in palestra cercando in se stessi lungo il tragitto la motivazione per continuare e dare il massimo di se stessi ancora una volta, giorno dopo giorno.

Oggi bisogna ricordarsi di essere imprenditori di se stessi e cercare di emergere facendosi notare il più possibile.

Qui entrano in gioco i Social network (a volte abusati) ma nei migliori dei casi sfruttati correttamente per aumentare la propria visibilità in questo mare di pesci. Tu ad esempio conosci la Community Instagram pugile da tastiera?

Il manager è quella figura che si preoccupa di organizzare, valutare e proporre al pugile eventuali possibilità di match e prima del combattimento, ad ogni evento, negozia la “borsa” da sottoscrivere nel contratto. Ogni manager ha una sua percentuale di guadagno che varia mediamente tra il 10 e il 30% della borsa pattuita.

Questo significa che sulla borsa pattuita, il pugile incasserà per l’incontro la borsa pattuita al netto (tolta) la percentuale del manager.

Inoltre il guadagno di un pugile dipenderà da quanti incontri (match) riuscirà ad affrontare nell’arco dell’anno.

In Italia la carriera di un pugile è alimentata dalla passione, non certo dal guadagno. Questo vale anche per la maggioranza dei fighter italiani delle varie discipline degli sport da combattimento.

Ci sono eccezioni, pugili professionisti che hanno aperto palestre e che si sono riusciti a creare uno stipendio fisso mensile grazie alla propria notorietà.

Tuttavia non tutti possono avere questa fortuna. La chiamo fortuna perché oggi e forse più che mai in Italia, aprire una attività di qualsiasi tipo è un “lancio nel vuoto” e può andare bene come male o malissimo soprattutto se pensiamo a tutte le palestre che in periodo Covid hanno cessato di esistere.

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