Significa "grazie".
C’è una storia dietro questo gesto:
C’era una volta un imperatore desideroso di vedere come fosse la vita di tutti i giorni nel suo regno. Così decise di fare un giro in città e nelle campagne, insieme al suo fidato ministro ed alle guardie in abiti comuni. Per non dare nell’occhio, il ministro si vestì da mercante e l’imperatore da servo al suo seguito.
Si fermarono per cena in una taverna, e, quando il tè fu portato in tavola, il ministro avrebbe dovuto servire l'imperatore. Ma vedere un mercante servire il tè al proprio servo avrebbe insospettito gli astanti e rivelato la loro vera identità. Indugiarono a lungo senza sapere come comportarsi, finché l’imperatore si alzò e servì il tè al ministro.
Il ministro si trovava al suo fianco, ma, chiaramente, non poteva inginocchiarsi al cospetto dell'imperatore in segno di deferenza e ringraziamento, altrimenti la loro identità sarebbe stata rivelata, vanificando i loro tentativi di confondersi tra le gente comune. Quindi, il ministro piegò il dito indice e l’anulare e picchiettò ripetutamente sul tavolo con la punta del dito medio, mimando il suo prostrarsi a terra con il capo chino per ringraziare l’imperatore di tale onore.
(Questa storia è stata associata a diversi imperatori. Credo, quindi, che la leggenda sia stata adattata di volta in volta ad ogni dinastia.)
Tale gesto si è semplificato nel corso del tempo. Ora, è consuetudine picchiettare semplicemente la punta delle dita sul tavolo come per dire "Sono onorato che tu mi stia servendo il tè, grazie."
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