Ciò che meglio caratterizza una scuola di karate è l'insieme dei suoi kata. Contrariamente ad altre scuole, che continuano a utilizzare le denominazioni usate a Okinawa, Funakoshi ha «giapponesizzato» le denominazioni classiche, che erano un misto di cinese e di dialetto di Okinawa. Cosi, quando lo stesso kata è praticato nello Shotokan e in un'altra scuola, la sua denominazione è doppia, cosa che causa spesso delle confusioni. L'insegnamento e la trasmissione del karate sono avvenuti senza utilizzare la scrittura. Era anche generalmente proibito utilizzare la scrittura per fissare l'insegnamento ricevuto, e questo in tutte le forme di budo. E' per questo che i kata restavano nel campo della pratica fisica con un supporto orale. Quando c'era bisogno di scrivere il nome di un kata, per esempio per presentare un programma di dimostrazione in onore di una delegazione dell'imperatore della Cina, erano scelti ideogrammi corrispondenti alla pronuncia del nome dei kata. La scelta degli ideogrammi poteva dunque variare da un momento all'altro, a condizione che si pronunciassero nello stesso modo.
G. Funakoshi insegnò nella sua scuola i quindici kata classici di Okinawa, ma scelse per ogni kata un'immagine rappresentativa, con ideogrammi che corrispondessero al sistema di pronuncia del nome giapponese; cosi la maggior parte dei kata dello Shotokan hanno un nome diverso da quello utilizzato nelle altre scuole, dove si praticano kata della stessa origine. La denominazione classica di Okinawa non evocava nient'altro che un suono, ma con Funakoshi ogni nome del kata corrisponde a un'immagine simbolica veicolata attraverso l'ideogramma e il suono.
Tra i kata, occorre distinguere due gruppi: quelli che sono stati insegnati da G. Funakoshi, e quelli che sono stati studiati nel dojo Shotokan, al di fuori del suo insegnamento. Alcuni insegnanti di Shotokan pensano che i quindici kata di partenza siano largamente sufficienti e rifiutano di includere gli altri nella loro pratica e nel loro insegnamento.
G. Funakoshi insegnò nella sua scuola i quindici kata classici di Okinawa, ma scelse per ogni kata un'immagine rappresentativa, con ideogrammi che corrispondessero al sistema di pronuncia del nome giapponese; cosi la maggior parte dei kata dello Shotokan hanno un nome diverso da quello utilizzato nelle altre scuole, dove si praticano kata della stessa origine. La denominazione classica di Okinawa non evocava nient'altro che un suono, ma con Funakoshi ogni nome del kata corrisponde a un'immagine simbolica veicolata attraverso l'ideogramma e il suono.
Tra i kata, occorre distinguere due gruppi: quelli che sono stati insegnati da G. Funakoshi, e quelli che sono stati studiati nel dojo Shotokan, al di fuori del suo insegnamento. Alcuni insegnanti di Shotokan pensano che i quindici kata di partenza siano largamente sufficienti e rifiutano di includere gli altri nella loro pratica e nel loro insegnamento.
Pinan-Heian
Kata di Shuri-te. Il nome originale è Ping-nan e proviene probabilmente da una serie di due kata cinesi chiamati Channan di cui non si conosce l'origine. Il significato è Pace dello spirito. Si tramanda che Matsumura Bushi, maestro di Itotsu abbia trasformato i Channan in questi primi tre kata e insegnati a Itotsu. Si dice che il maestro Anko (Yasutsune) ltotsu abbia codificato poi in seguito gli altri due arrivando ai cinque attuali. I kata Pinan (o Heian) sono praticati da molti stili, prevalentemente di origine Shuri e Tomari.
Kata di Shuri-te. Il nome originale è Ping-nan e proviene probabilmente da una serie di due kata cinesi chiamati Channan di cui non si conosce l'origine. Il significato è Pace dello spirito. Si tramanda che Matsumura Bushi, maestro di Itotsu abbia trasformato i Channan in questi primi tre kata e insegnati a Itotsu. Si dice che il maestro Anko (Yasutsune) ltotsu abbia codificato poi in seguito gli altri due arrivando ai cinque attuali. I kata Pinan (o Heian) sono praticati da molti stili, prevalentemente di origine Shuri e Tomari.
Naihanchi-Tekki
Forme basiche della scuola Shuri-te. Il nome originale di Okinawa era Naihanchi trasformato in Tekki dal maestro Funakoshi per usare terminologie giapponesi. La traduzione originale dice "combattere tenendo la postazione" (il terreno) mentre la traduzione giapponese è "cavaliere di ferro".
Il primo e secondo kata sono attribuiti a Matsumura ma non è certo chi fu l'ideatore dei kata. Il terzo (Sandan) è attribuito al maestro Itotsu. Si hanno tracce della pratica di Naihanchi sia a Shuri che a Naha e Tomari. La leggenda vuole che questi kata raccolgano le tecniche per combattere sulla diga di un campo di riso o con un muro alle spalle e gli aggressori ai lati.
Passai-Bassai
Il nome originale di Okinawa era Passai, trasformato poi in Bassai dal maestro Funakoshi in caratteri giapponesi. Kata originale della scuola Shuri-te e Tomari-te significa "penetrare una fortezza" oppure "togliere un sasso dalla base". La versione "sho" è stata ideata dal maestro Itotsu che imparò il Passai da Matsumura. Non è certa l'origine del kata, ma si dice che il Passai con altri kata fosse originario della Cina ed esportato alle Ryukyu nei primi anni dell'8OO. Esistono 12 versioni del kata codificate da altrettanti maestri. E' uno dei kata più diffusi tra i vari stili.
Kanku-dai
Fu probabilmente creato dal M° Koshokun. Esistono diverse varianti come Shiho Kushanku, ed altre più rappresentative dello Shuri-Te come quella del M° Kitayara e Kuniyoshi. Era uno dei Kata preferiti del M° Funakoshi.
Kanku-Sho
Fu creato dal M° Itosu che si ispiro al modello di Kanku-dai.
Chibana, il più avanzato allievo del M° Itosu, studiò e diffuse questo Kata.
Jion
Kata dello Shuri-te proveniente da Tomari-te. Significato: il suono del Tempio in onore di un monaco cinese in visita a Okinawa. Questo kata assieme al Jiin è stato perpetuato dal maestro Itotsu al quale si deve la trasformazione di Tomari te a forma Shuri te verso il 1870
Jitte
Kata di Shuri-te proveniente da Tomari-te, significa "dieci mani" o "dieci avversari". Codificato dal maestro Itotsu attorno al 1870.
Hangetsu-Seishan
Si tratta di un antichissimo kata di origine cinese. Il nome originale (Seishan) si traduce con "13", mentre il giapponese Hangetsu significa "Mezza luna". La motivazione di questo nome deriva dal fatto che il kata è per metà conforme ai principi del karate di Naha e per metà di Shuri. Inoltre il modo di avanzare nella posizione classica assomiglia alla forma della mezza luna. Si rilevano forme molto diverse di questo stesso kata, infatti la versione della scuola di Naha-te privilegia lo stile cinese, mentre la versione Shuri-te ha avuto una sua propria evoluzione. La versione Shuri è attribuita a Matsumura. Si dice che il Seishan (Hangetsu) sia il più antico kata dello Shuri-te.
Chinto-Gankaku
Il nome originale di Okinawa era Chinto (dal nome di un marinaio cinese naufragato e soffermatosi a insegnare nelle isole Ryukyu circa 200 anni fa) che può essere letto come "combattere all'est" oppure "combattere in città", trasformato poi nel giapponese Gankaku (la gru sulla roccia) da Funakoshi. E' un kata avanzato della scuola Shuri-te assieme al Kushanku e al Gojushiho. Si dice che sia stato tramandato da Bushi Matsumura che sviluppò le tecniche del cinese integrandole con quelle dello stile della gru o che lo abbia imparato direttamente nella forma attuale. La prima traccia di questo kata è presente a Tomari. Anche il maestro Funakoshi nel suo Karate-do Kyohan fa cenno a un cinese di nome Chinto detto il "cinese meridionale" che naufragò a Okinawa.
Chinte
Si tratta di un kata unico che il maestro Itotsu tramandò codificandolo su tecniche di forme precedenti. Probabilmente lo imparò da Matsumura Bushi. Il significato del kanji giapponese può essere letto come "calmare- placare" ma esiste un'altra eccezione dello stesso ideogramma che si tradurrebbe in "insolito- fantasioso" oppure "mano misteriosa". Nonostante il kata originale sia stato preservato, sembra che la sua applicazione tradizionale sia stata perduta.
Wankan
Anche il promotore di questo kata è anonimo, ma è certo che il Wankan è rimasto per molto tempo nel repertorio delle forme di Tomari-te. Il significato degli ideogrammi è "corona del re". La forma praticata attualmente nello stile shotokan risulta ridotta di una parte che non è stata codificata e si va perdendo.
Sun
Kata della scuola Shuri-te proveniente da Tomari. Il significato è "terreno del tempio". Una tecnica comune alla serie dei ji è l'uso del "tallone della mano" (teisho) nonché della posizione iniziale di guardia tipicamente cinese. Tramandato da Itotsu che lo imparò da Matsumura attorno al 1870. La trasformazione del kata da forma di Tomari-te a Shuri-te la si deve al maestro Itotsu.
Niseishi-Nijushiho
Il termine originale okinawense corrisponde al numero 24, nella trasformazione giapponese significa 24 passi. Si dice che il kata fosse originario della Cina e approdato alla scuola del Naha-te che abbia avuto il suo sviluppo nello shorin ryu. Pare che il maestro Kamadeunchu Arakaki abbia importato il kata dalla Cina al termine di un suo viaggio (assieme a Sochin e Unsu) ai primi del '900.
Sochin
Kata classificato come appartenente alla scuola Naha-te che, come Unsu, è stato riconosciuto per i contenuti tecnici utilizzabile anche nello Shuri-te. Il duplice significato del kata è tradotto in "muovere in battaglia" oppure "conservare la pace" che anche se appaiono contraddittorie sono due definizioni dello stesso obiettivo, ovvero muovere verso la battaglia per interromperla e ripristinare la pace. Un altro significato, nella traduzione giapponese, che viene attribuita a questo ideogramma è "pesante-stabile". Il kata Sochin è presente negli stili shotokan e shito. Nei primi anni lo shotokan nominava questo kata con il nome di Hakko. Nello shotokan è tipica l'esecuzione in fudo-dachi (posizione del non movimento-immobile) mentre la versione shito inizia in neko-ashi dachi. I primi insegnamenti del Sochin ad Okinawa si trovano con il maestro Arakaki.
Rohai-Meikyo
Rohai significa "segno di un airone" ed è caratterizzato dalla posizione su di una sola gamba. Molto probabile la sua importazione dalla Cina da parte di un visitatore di Okinawa o da un okinawense di ritorno dalla Cina. E' comunque certa la sua nascita in Cina. Attualmente vi sono diverse versioni di questo kata ma sono state tutte elaborate da una forma originale di Tomari-te dove venne insegnato fino al 1871. Dopo tale data questo kata assieme al Wanshu e al Wankan furono introdotti a Shurie e a Naha. Si dice che Naeda Pechin fosse uno specialista di questo kata e che il maestro Itotsu abbia sviluppato in seguito le varianti shodan, nidan e sandan del kata Rohai. Il kanji Meikyo significa "specchio luminoso" oppure "guardare lo specchio"
Unsu
Il significato del kanji che compone il nome del kata è "nuvola-mano quindi possiamo intendere il nome del kata come "le mani come le nuvole" come si deduce inoltre da alcuni gesti tecnici del kata stesso. Si tratta di un kata proveniente dalla Cina che venne aggregato alla scuola di Naha-te. In seguito fu codificato anche a Shuri e trasmesso ai giorni nostri. Si dice che lo abbia introdotto a Okinawa il maestro Bushi Sakiyama e sia stato poi tramandato da Arakaki
Useishi-Gojushiho
Si tratta dell'ultimo kata dello Shuri-te. Il significato originale di Okinawa è 54, che è stato mantenuto in giapponese aggiungendo la parola "passi". Il kata risalta le tecniche a mano aperta nei diversi movimenti e in particolare a "becco di gru" shizuki. Una caratteristica unica di questa forma è il barcollamento laterale che assomiglia ai movimenti insicuri di un ubriaco, tanto è vero che spesso si fa riferimento a questo kata come al "kata dell'ubriaco". Questo movimento barcollante laterale si trova oramai soltanto nella versione di Tomari e indica una tecnica di atterramento ruire. Si dice che il kata sia stato importato da Matsumura dalla Cina e lo si evidenzia dalla influenza degli stili della Gru e della Tigre. Le prime notizie del kata si hanno attorno al 1600 nei testi Bubishi ove si fa riferimento a questi movimenti come a "i 54 passi della tigre nera e il pugno della gru bianca". Si ritiene che il Gojushiho sia il più antico dei kata esistenti di Okinawa.
Empi-Wanshu
Il termine Wanshu proviene dal nome di un inviato militare cinese che in visita a Okinawa lo insegnò nel villaggio di Tomari attorno al 1683. Il kata fu praticato esclusivamente a Tomari sino al 1871, allorché iniziò a essere praticato anche a Shuri e a Naha. Il maestro Kiyan apprese il kata da Maeda Pechin che si dice fosse uno specialista nell'eseguire questa forma. La trasformazione giapponese in Empi significa "Volo di rondine".
Forme basiche della scuola Shuri-te. Il nome originale di Okinawa era Naihanchi trasformato in Tekki dal maestro Funakoshi per usare terminologie giapponesi. La traduzione originale dice "combattere tenendo la postazione" (il terreno) mentre la traduzione giapponese è "cavaliere di ferro".
Il primo e secondo kata sono attribuiti a Matsumura ma non è certo chi fu l'ideatore dei kata. Il terzo (Sandan) è attribuito al maestro Itotsu. Si hanno tracce della pratica di Naihanchi sia a Shuri che a Naha e Tomari. La leggenda vuole che questi kata raccolgano le tecniche per combattere sulla diga di un campo di riso o con un muro alle spalle e gli aggressori ai lati.
Passai-Bassai
Il nome originale di Okinawa era Passai, trasformato poi in Bassai dal maestro Funakoshi in caratteri giapponesi. Kata originale della scuola Shuri-te e Tomari-te significa "penetrare una fortezza" oppure "togliere un sasso dalla base". La versione "sho" è stata ideata dal maestro Itotsu che imparò il Passai da Matsumura. Non è certa l'origine del kata, ma si dice che il Passai con altri kata fosse originario della Cina ed esportato alle Ryukyu nei primi anni dell'8OO. Esistono 12 versioni del kata codificate da altrettanti maestri. E' uno dei kata più diffusi tra i vari stili.
Kanku-dai
Fu probabilmente creato dal M° Koshokun. Esistono diverse varianti come Shiho Kushanku, ed altre più rappresentative dello Shuri-Te come quella del M° Kitayara e Kuniyoshi. Era uno dei Kata preferiti del M° Funakoshi.
Kanku-Sho
Fu creato dal M° Itosu che si ispiro al modello di Kanku-dai.
Chibana, il più avanzato allievo del M° Itosu, studiò e diffuse questo Kata.
Jion
Kata dello Shuri-te proveniente da Tomari-te. Significato: il suono del Tempio in onore di un monaco cinese in visita a Okinawa. Questo kata assieme al Jiin è stato perpetuato dal maestro Itotsu al quale si deve la trasformazione di Tomari te a forma Shuri te verso il 1870
Jitte
Kata di Shuri-te proveniente da Tomari-te, significa "dieci mani" o "dieci avversari". Codificato dal maestro Itotsu attorno al 1870.
Hangetsu-Seishan
Si tratta di un antichissimo kata di origine cinese. Il nome originale (Seishan) si traduce con "13", mentre il giapponese Hangetsu significa "Mezza luna". La motivazione di questo nome deriva dal fatto che il kata è per metà conforme ai principi del karate di Naha e per metà di Shuri. Inoltre il modo di avanzare nella posizione classica assomiglia alla forma della mezza luna. Si rilevano forme molto diverse di questo stesso kata, infatti la versione della scuola di Naha-te privilegia lo stile cinese, mentre la versione Shuri-te ha avuto una sua propria evoluzione. La versione Shuri è attribuita a Matsumura. Si dice che il Seishan (Hangetsu) sia il più antico kata dello Shuri-te.
Chinto-Gankaku
Il nome originale di Okinawa era Chinto (dal nome di un marinaio cinese naufragato e soffermatosi a insegnare nelle isole Ryukyu circa 200 anni fa) che può essere letto come "combattere all'est" oppure "combattere in città", trasformato poi nel giapponese Gankaku (la gru sulla roccia) da Funakoshi. E' un kata avanzato della scuola Shuri-te assieme al Kushanku e al Gojushiho. Si dice che sia stato tramandato da Bushi Matsumura che sviluppò le tecniche del cinese integrandole con quelle dello stile della gru o che lo abbia imparato direttamente nella forma attuale. La prima traccia di questo kata è presente a Tomari. Anche il maestro Funakoshi nel suo Karate-do Kyohan fa cenno a un cinese di nome Chinto detto il "cinese meridionale" che naufragò a Okinawa.
Chinte
Si tratta di un kata unico che il maestro Itotsu tramandò codificandolo su tecniche di forme precedenti. Probabilmente lo imparò da Matsumura Bushi. Il significato del kanji giapponese può essere letto come "calmare- placare" ma esiste un'altra eccezione dello stesso ideogramma che si tradurrebbe in "insolito- fantasioso" oppure "mano misteriosa". Nonostante il kata originale sia stato preservato, sembra che la sua applicazione tradizionale sia stata perduta.
Wankan
Anche il promotore di questo kata è anonimo, ma è certo che il Wankan è rimasto per molto tempo nel repertorio delle forme di Tomari-te. Il significato degli ideogrammi è "corona del re". La forma praticata attualmente nello stile shotokan risulta ridotta di una parte che non è stata codificata e si va perdendo.
Sun
Kata della scuola Shuri-te proveniente da Tomari. Il significato è "terreno del tempio". Una tecnica comune alla serie dei ji è l'uso del "tallone della mano" (teisho) nonché della posizione iniziale di guardia tipicamente cinese. Tramandato da Itotsu che lo imparò da Matsumura attorno al 1870. La trasformazione del kata da forma di Tomari-te a Shuri-te la si deve al maestro Itotsu.
Niseishi-Nijushiho
Il termine originale okinawense corrisponde al numero 24, nella trasformazione giapponese significa 24 passi. Si dice che il kata fosse originario della Cina e approdato alla scuola del Naha-te che abbia avuto il suo sviluppo nello shorin ryu. Pare che il maestro Kamadeunchu Arakaki abbia importato il kata dalla Cina al termine di un suo viaggio (assieme a Sochin e Unsu) ai primi del '900.
Sochin
Kata classificato come appartenente alla scuola Naha-te che, come Unsu, è stato riconosciuto per i contenuti tecnici utilizzabile anche nello Shuri-te. Il duplice significato del kata è tradotto in "muovere in battaglia" oppure "conservare la pace" che anche se appaiono contraddittorie sono due definizioni dello stesso obiettivo, ovvero muovere verso la battaglia per interromperla e ripristinare la pace. Un altro significato, nella traduzione giapponese, che viene attribuita a questo ideogramma è "pesante-stabile". Il kata Sochin è presente negli stili shotokan e shito. Nei primi anni lo shotokan nominava questo kata con il nome di Hakko. Nello shotokan è tipica l'esecuzione in fudo-dachi (posizione del non movimento-immobile) mentre la versione shito inizia in neko-ashi dachi. I primi insegnamenti del Sochin ad Okinawa si trovano con il maestro Arakaki.
Rohai-Meikyo
Rohai significa "segno di un airone" ed è caratterizzato dalla posizione su di una sola gamba. Molto probabile la sua importazione dalla Cina da parte di un visitatore di Okinawa o da un okinawense di ritorno dalla Cina. E' comunque certa la sua nascita in Cina. Attualmente vi sono diverse versioni di questo kata ma sono state tutte elaborate da una forma originale di Tomari-te dove venne insegnato fino al 1871. Dopo tale data questo kata assieme al Wanshu e al Wankan furono introdotti a Shurie e a Naha. Si dice che Naeda Pechin fosse uno specialista di questo kata e che il maestro Itotsu abbia sviluppato in seguito le varianti shodan, nidan e sandan del kata Rohai. Il kanji Meikyo significa "specchio luminoso" oppure "guardare lo specchio"
Unsu
Il significato del kanji che compone il nome del kata è "nuvola-mano quindi possiamo intendere il nome del kata come "le mani come le nuvole" come si deduce inoltre da alcuni gesti tecnici del kata stesso. Si tratta di un kata proveniente dalla Cina che venne aggregato alla scuola di Naha-te. In seguito fu codificato anche a Shuri e trasmesso ai giorni nostri. Si dice che lo abbia introdotto a Okinawa il maestro Bushi Sakiyama e sia stato poi tramandato da Arakaki
Useishi-Gojushiho
Si tratta dell'ultimo kata dello Shuri-te. Il significato originale di Okinawa è 54, che è stato mantenuto in giapponese aggiungendo la parola "passi". Il kata risalta le tecniche a mano aperta nei diversi movimenti e in particolare a "becco di gru" shizuki. Una caratteristica unica di questa forma è il barcollamento laterale che assomiglia ai movimenti insicuri di un ubriaco, tanto è vero che spesso si fa riferimento a questo kata come al "kata dell'ubriaco". Questo movimento barcollante laterale si trova oramai soltanto nella versione di Tomari e indica una tecnica di atterramento ruire. Si dice che il kata sia stato importato da Matsumura dalla Cina e lo si evidenzia dalla influenza degli stili della Gru e della Tigre. Le prime notizie del kata si hanno attorno al 1600 nei testi Bubishi ove si fa riferimento a questi movimenti come a "i 54 passi della tigre nera e il pugno della gru bianca". Si ritiene che il Gojushiho sia il più antico dei kata esistenti di Okinawa.
Empi-Wanshu
Il termine Wanshu proviene dal nome di un inviato militare cinese che in visita a Okinawa lo insegnò nel villaggio di Tomari attorno al 1683. Il kata fu praticato esclusivamente a Tomari sino al 1871, allorché iniziò a essere praticato anche a Shuri e a Naha. Il maestro Kiyan apprese il kata da Maeda Pechin che si dice fosse uno specialista nell'eseguire questa forma. La trasformazione giapponese in Empi significa "Volo di rondine".