sabato 5 novembre 2016

Wado-Ryu

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Il Wado-Ryu, o anche Wadoryu (和道流 Wadō-ryū), è uno stile giapponese di karate fondato nel 1934 dal Gran Maestro Hironori Otsuka. Wadoryu significa Scuola/Stile (ryu) della Via (do) della Pace/Armonia (wa). Al contrario della maggior parte degli stili di karate, che sono stati sviluppati ad Okinawa, il Wado Ryu è il primo stile di karate ad essere originario del Giappone.

Lo stile Wadoryu

Pur trovando le sue origini nel Te di Okinawa, il Wadoryu è uno stile in qualche modo a sé stante. La sua caratteristica principale è la fusione operata dal M. Otsuka tra lo Shindo Yoshin Ryu Jujitsu e il Rykyu Kenpo To-Te-Jitsu. Le posizioni sono comode, morbide e la distanza di combattimento è medio-corta. Lo stile pone particolare attenzione alla mobilità, alla velocità e soprattutto alla fluidità delle tecniche con un uso sapiente del Taisabaki. Otsuka stesso insegnò che il proprio movimento è la manifestazione del proprio spirito. Caratteristica portante è inoltre l'ampio bagaglio di Jujitsu con lo studio approfondito di proiezioni (nage-waza), leve articolari (kansetsu waza), immobilizzazioni e strangolamenti (shime waza) che si accompagnano all'uso degli atemi waza (tecniche di percussione) derivati dal karate il cui scopo è quello di causare un trauma anatomico in zone sensibili del corpo umano per neutralizzare l'avversario nel modo più rapido possibile (con colpi alle articolazioni, al femore, all'inguine, alle ginocchia, alle fluttuanti, al fegato, alla gola, alle orecchie ecc.).
Al classico schema "attacco-parata-contrattacco" il maestro sostituì quello più efficace di "attacco-contrattacco" rifiutando dunque un contrasto cruento ma prediligendo, al contrario, l'evasione (Nagashi) e la schivata. Nei Kihon Kumite, infatti, che si possono definire la "summa" degli insegnamenti del maestro Otsuka, ritroviamo un concetto dinamico particolarissimo caratterizzato da: "schivata-contrattacco-proiezione(o sbilanciamento)" in un unico gesto tecnico. Osserviamo in ciò il principio di flessibilità (Ju) tipico del Jujitsu con l'adozione del principio di circolarità dell'Aikido. In tutto questo assume particolare importanza la rotazione delle anche. Tutte le tecniche Wado, in sostanza, richiamano all'essenzialità della difesa secondo il principio "sei ryoku zen‘ yo" (massimo risultato con il minimo sforzo). Fondamentale importanza assume nello studio degli atemi il controllo della respirazione e della muscolatura mediante la contrazione soltanto al momento dell'impatto per tornare immediatamente alla decontrazione muscolare.
Il programma tecnico di base dello stile comprende:
15/18 Kata
9 Kata codificati dal Maestro Otsuka:
  • Pinan Shodan
  • Pinan Nidan
  • Pinan Sandan
  • Pinan Yondan
  • Pinan Godan
  • Chinto
  • Kushanku
  • Naihanchi
  • Seishan
6/9 Kata aggiunti successivamente:
  • Bassai
  • Jion
  • Jitte
  • Kumpu
  • Niseishi
  • Rohai
  • Suparimpei
  • Unsu
  • Wanshu
I primi 9 sono i Kata codificati dal Maestro Otsuka (anche il Kata Kumpu sarebbe stato composto da Otsuka). I restanti Kata furono aggiunti successivamente.
42 Kumite:
  • 10 Ippon Kumite
  • 12 Sanbon Kumite (codificati dal maestro Tatsuo Suzuki ma ormai parte integrante del metodo)
  • 8 Ohyo Kumite (codificati dal maestro Tatsuo Suzuki ma ormai parte integrante della didattica Wadoryu)
  • 10 Kihon Kumite
  • 2 Nihon Kumite
Alla pratica superiore appartengono:
  • 10 Tanto Dori (difesa da coltello. Essendo di tradizione dell'Aikido, il maestro Otsuka era solito dimostrarli indossando l'hakama)
  • 5 Tachi Dori (difesa da spada)
  • 5 Idori (tecniche di difesa in seiza)
Dal punto di vista psicomotorio, il Wadoryu in generale, considerate le sue peculiarità può essere consigliato a bambini a partire da 5 anni indirizzandoli anche al pre agonismo. Anche chi è più maturo, o anziano lo può intraprendere amatorialmente: vista la sua fluidità di movimento, può essere consigliato per tonificare polmoni, diaframma ecc. ecc; inoltre nel karate ci si esercita scalzi e questo fortifica la pompa plantare rinforzando il cuore.



I Principi del Wadoryu

Sulla base del Rykyu Kenpo To-Te-Jitsu, Otsuka elaborò una serie di principi dinamici e di combattimento derivati dalla sua esperienza nel Jujitsu che fanno del Wadoryu un eccellente sistema di difesa personale. Questi principi possono essere riassunti in vari punti chiave:
  • Principio della flessibilità (Ju) attraverso tecniche di evasione e schivata
  • Principio del "sei ryoku zen‘ yo" (massimo risultato con il minimo sforzo)
  • Principio del ritorno dopo una tecnica di pugno (ikite) e di calcio (ikiashi)
  • Principio del Gosen-no-sen: nello stesso momento in cui si blocca l'attacco dell'avversario si contrattacca
  • Principio del Sensen-no-te: quando l'avversario cerca di attaccare prendendo l'iniziativa, viene bloccato, senza attendere la sua iniziativa e quindi attaccato prima che lo faccia lui.
Principi del movimento:
  • Nagasu (lasciar correre, rapidità dell'acqua)
  • Inasu (schivare, scivolare come una goccia di rugiada)
  • Noru (avvolgere)
  • Principio dello spostamento rapido e piccolo con posizioni raccolte e gambe meno statiche
  • Principio di circolarità dell'Aikido

La filosofia del Wadoryu

«Quando pratichi il Wado-ryu come arte marziale, non significa solo impegnarti; ma anche impegnare te stesso ad un certo modo di vivere; che include allenamento agli ostacoli della vita e trovare la via per un'esistenza ricca di significati per tutto il tempo che ti è concesso su questa terra. Attraverso questo modo di vivere potrai raggiungere il Wa e vivere la pienezza della vita. Bisogna trovare il Wa attraverso l'allenamento, una volta entrato nel Wa, tu troverai molte altre vie per crescere e migliorare il tuo modo di vivere. Ti aiuterà a migliorare in tutti i settori della tua vita.»
(Hironori Otsuka)



Il Wadoryu oggi

In realtà gli stili di Wadoryu proposti sia da Wado Academy che da Wado Kai sono differenti anche se hanno lo stesso substrato. La Wado Academy privilegia tecniche di Ju Jitsu con molte proiezioni e leve, il Wadoryu proposto dalla Wado Kay invece privilegia gli Atemi (colpi) assieme a tutto il repertorio tipico di questo stile. Si tratta dunque di punti di vista differenti ugualmente efficaci. Inoltre il Wadoryu oggi, è lo stile più diffuso in Giappone e negli Stati Uniti viene utilizzato come terapia sperimentale per i disturbi legati allo sviluppo dei bambini e degli adolescenti (disturbi del comportamento, l'aggressività, il disturbo da deficit dell'attenzione con iperattività). Questi studi hanno portato ad un notevole miglioramento per ciò che riguarda l'intensità, l'adattabilità e la capacità di regolazione dei propri stati emotivi.

Gradi di cintura

I gradi nel Wadoryu sono conformi alla gerarchia delle cinture, che prende il nome di Kyudan. Questa divisione separa gli allievi dai maestri.
Cinture Allievi
  • Bianca (dopo 2 mesi di allenamento costante)
  • Gialla (dopo 4 mesi di allenamento costante)
  • Arancione (dopo 6 mesi di allenamento costante)
  • Verde (dopo 9 mesi di allenamento costante)
  • Blu (dopo 1 anno di allenamento costante)
  • Marrone (dopo 1 anno e 7 mesi di allenamento costante)
Cinture Maestri
  • 1º dan: (dopo almeno 3 anni e 3 mesi di allenamento costante)
  • 2º dan: (dopo almeno 5 anni e 3 mesi di allenamento costante)
  • 3º dan: (dopo almeno 8 anni e 3 mesi di allenamento costante)
  • 4º dan: (dopo almeno 12 anni e 3 mesi di allenamento costante)





venerdì 4 novembre 2016

Date Tadamune

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Date Tadamune (伊達 忠宗; 23 gennaio 1600 – 10 agosto 1658) è stato un daimyō giapponese della fine del periodo Sengoku e l'inizio del periodo Edo, appartenente al clan Date.
Secondo figlio di Date Masamune, succedette al padre come daimyō del dominio di Sendai. Nonostante fosse secondo figlio il suo fratellastro Hidemune non poteva essere l'erede di Masamune poiché nato da una concubina. Quando Tadamune morì nel 1658 fu succeduto dal figlio Tsunamune.

giovedì 3 novembre 2016

Kiri sute gomen

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Kiri sute gomen (斬り捨て御免 o 切り捨て御免: letteralmente, "autorizzazione a tagliare e abbandonare" (il corpo della vittima) è un'antica espressione giapponese risalente all'era feudale riguardo al diritto di colpire.
I samurai avevano diritto di colpire chiunque li disonorasse, ma solo se di classe inferiore; i samurai di rango superiore potevano colpire quelli di rango inferiore.
Il diritto permetteva di attaccare soltanto se l'offesa veniva attuata poco prima e non si poteva attaccare pretestuosamente. Essendo la legge intesa solo come un supplemento all'autodifesa, era vietato uccidere il nemico con un coup de grâce. Non solo: il samurai che obbediva alla legge doveva poi mostrare di essere nel giusto, altrimenti sarebbe stato severamente punito per il suo gesto: decapitato senza poter applicare il diritto di seppuku, i suoi figli non avrebbero ereditato il casato. Molti commisero seppuku prima che il verdetto di colpevolezza fosse emanato. L'esecuzione erronea di abitanti di altre province era considerato un gesto sconsiderato ed estremamente irrispettoso ed un samurai doveva sempre agire con estrema cautela. Per guadagnarsi dei testimoni, i samurai si portavano appresso dei servi.
Chi veniva accusato, ma solo tra i samurai, poteva difendersi con il proprio wakizashi (spada corta), in particolare durante i conflitti tra samurai di grado maggiore e samurai di grado minore. Un evento particolare riguarda un certo samurai che non ricevette scuse da un cittadino qualunque ma si sentì magnanimo e gli concesse il proprio wakizashi per difendersi, ma costui fuggì con il wakizashi, disonorando ulteriormente il samurai, che perse il rango per colpa della sua ingenuità. Il samurai, comunque, riottenne gli onori dopo aver scoperto chi fosse il suo ingannatore ed avergli ucciso la famiglia.
L'espressione è usata ancora oggi, intesa come “Mi scuso in anticipo per questo” per via dell'umorismo sottinteso dalla frase stessa.



Riferimenti culturali

L'espressione è citata nel romanzo su James Bond Si vive solo due volte.
Kirisute Gomen è anche il titolo di un brano musicale americano di genere heavy metal della band Trivium, presente nel loro album musicale Shogun.




mercoledì 2 novembre 2016

Nodachi

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Una nodachi (野太刀) è una spada giapponese a due mani.

Nome

Il suo nome si traduce approssimativamente come "spada da campo" ma il vocabolo nodachi è utilizzato spesso nelle fonti storiche con la stessa funzione di ōdachi che significa "grande spada". L'uso originario del termine è invece riferito a qualunque tipo di grande spada da battaglia (daitō), incluso il tachi.

Caratteristiche

Una nodachi ha il medesimo disegno e aspetto generale di una tachi, ma è considerevolmente più lunga, in quanto può raggiungere una lunghezza che varia solitamente da 1,4 m a 1,8 m circa. Molte nodachi presentano una tsuka, o impugnatura, molto più lunga rispetto alla katana semplice, e per questo appaiono esteticamente sproporzionate, tuttavia una nodachi ottimale dovrebbe presentare un rapporto kissaki/tsuka di 4/1. Le nodachi sono state utilizzate sui campi di battaglia dalla fanteria per contrastare la cavalleria.

martedì 1 novembre 2016

Calcio circolare

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Un calcio circolare (conosciuto anche come calcio girato a power angle che viene spesso confuso con round kick) è un calcio in cui l'attaccante gira intorno alla propria gamba con movimento semicircolare, colpendo con la parte anteriore della gamba o del piede. Questo tipo di calcio è utilizzato in molte arti marziali ed è famoso nelle competizioni sportive senza contatto o a contatto pieno. Il calcio ha molte varianti basate su posizione, movimento delle gambe e altezza del calcio stesso.

Calcio semi-circolare

Un calcio semi-circolare è un calcio circolare forty five degree roundhouse kick (o "calcio diagonale"). Molto popolare nel kick-boxing, boxe birmana e nella Muay thai, può essere utilizzato in qualsiasi situazione. Con questo calcio tutte le parti del corpo dell'avversario possono essere attaccato e ogni tipo di attacco può essere neutralizzato.

lunedì 31 ottobre 2016

Chokuto

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Il chokuto è una spada giapponese dritta e monofilare. Secondo molte fonti si tratta di un'arma ispirata al Tang dao cinese.

Storia

Quest'arma venne inventata nel periodo Taika mentre in Cina regnava proprio la dinastia Tang. Per tutto il periodo fu utilizzata come arma principale dai guerrieri dell'antichissimo giappone. Quest'arma vide il suo declino intorno all'anno mille in seguito all'invasione mongola del Giappone, dove venne modificata in katana. Tuttavia i chokuto (con tempra e forgiatura diversa da quelli originali) venivano spesso utilizzati dai ninja sfruttando la loro occultabilità.

domenica 30 ottobre 2016

Ippon

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Nel karate e nel judo, l'ippon (ja. «uno solo», nel senso di colpo definitivo) è l'obiettivo dell'incontro: il suo conseguimento comporta l'assegnazione della vittoria. È paragonabile alla schienata nella lotta e al knock-out nel pugilato.

Caratteristiche

L'ippon viene riconosciuto quando un atleta esegue una tecnica, nel rispetto del regolamento, che mette fuori combattimento l'avversario. Nel judo consiste nell'atteramento dell'avversario sulla schiena, in modo che non abbia alcun appoggio al tatami.
In ambito filosofico, il termine rappresenta un concetto: il punto in cui avviene la congiunzione dello spazio, dell'energia e del tempo. Il raggiungimento corrisponde all'essenza dell'oggetto preso in studio.


sabato 29 ottobre 2016

Calcio semicircolare

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Il calcio semicircolare (in lingua inglese: semicircular-kick o 45° degree forty five roundhouse kick) è un calcio di Boxe pieds-poings e delle arti marziali fatto di solito le anche di faccia alla differenza del calcio circolare (roundhouse kick). Questo calcio detto "semi-circolare" è portato con il dorso del piede (calcio) o la parte del piede sotto degli alluci (caviglia piegata) o la tibia (secondo la regolamentazione). Esistono varie forme: forma "bilanciata" a partire dall'anca, forma "frustata" con la ginocchio ed una terza combinanda i due modi precedenti.

venerdì 28 ottobre 2016

Eku

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Eku (qualche volta sillabato eiku o ieku) è un'antica arma dell'Okinawan kobudō la quale trae origine da un remo, approssimativamente di 160 cm di lunghezza. Secondo la leggenda, il remo fu tradizionalmente adattato per divenire un'arma di autodifesa dai pescatori contro nemici armati di maggiori armi convenzionali. Infatti i giapponesi avevano già conquistato Okinawa e avevano messo gli ufficiali più anziani al lavoro per insegnare alla gente comune un po' di pratica base nell'uso delle armi, al fine di metterli in campo per primi contro una possibile invasione cinese. Ad ogni modo, siccome le armi di qualità erano costose, i civili dovevano usare l'attrezzatura in loro possesso. Il remo Ryuku , ad Okinawa "Eku" o "Eiku", venne a rappresentare il Naginata. Naginata significa infatti "Lama su asta", cosa che il remo principalmente è. Il bastone Jo venne utilizzato primariamente contro le spade e il Bo contro le lance.

Kata

  • Chikin Sunakake no Eku - Ryukyu Kobudo
  • Tsuken Akachu No Eiku De - Matayoshi Kobudo

giovedì 27 ottobre 2016

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Il (:じょう, jō?) è un bastone di legno dalla lunghezza compresa fra 1 metro e 20 e 1 metro e 50 con la misura media che si attesta sui 1,28 m.
È usato in diverse arti marziali giapponesi, in cui solitamente viene nominato jōjutsu o jōdō. Il bastone jō è più corto di quello e oggi viene ancora usato dalle forze dell'ordine giapponesi.
Nell'aikido esiste una serie di tecniche chiamate aiki-jō usate per illustrare i principi dell'aikido con un'arma

mercoledì 26 ottobre 2016

Hachiman

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Hachiman (八幡神 Hachiman-jin / Yahata no kami), secondo il pantheon delle divinità shintoiste giapponesi, è considerato il Kami della guerra, e può essere paragonato a Marte della mitologia romana.
Nel III secolo d.C., secondo la leggenda, Jingū, l'imperatrice consorte del defunto imperatore Chūai, fu alla testa dell'esercito nell'invasione della Corea, ed al rientro in Giappone diede alla luce Ōjin, che divenne imperatore molto giovane e passò gran parte della vita in battaglia.
Qualche secolo dopo sarebbe stato sincretizzato con Hachiman, il dio della guerra e protettore dei samurai, e gli furono dedicati numerosi templi, ad oggi se ne contano circa 25.000, che divennero meta di pellegrinaggio dei guerrieri che si recavano sul campo di battaglia, e degli atleti di arti marziali.
L'imperatore Ōjin fu antenato del clan dei samurai Minamoto, che divennero Shogun e fondarono alla fine del XIII secolo lo shogunato Kamakura, con il quale la popolarità di Hachiman crebbe sensibilmente, facendolo diventare il protettore della classe di guerrieri saliti al potere con i Minamoto. Per questo motivo la rappresentazione del kami (神体 shintai) nei santuari dedicati ad Hachiman è una staffa di cavallo o un arco, simboli di battaglia.
Viene anche considerato protettore del Giappone e dei giapponesi, degli agricoltori, che lo invocano per avere copiosi raccolti, e dei pescatori, che gli chiedono di riempire le reti di pesce. Il suo nome significa "divinità delle otto bandiere", tanti erano i confaloni che celebrarono la nascita di Ōjin. L'animale a cui viene associato, che è anche il suo messaggero, è il colombo.


martedì 25 ottobre 2016

Jingū

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Jingū (神功皇后, Jingū Kōgō; 169 circa – 269) è stata la leggendaria imperatrice consorte dell'imperatore Chūai del Giappone e servì come reggente e de facto leader dalla morte di suo marito fino alla salita al trono di suo figlio Ōjin.
Secondo la leggenda, condusse un esercito all'invasione di una terra promessa, che si ipotizza essere la Corea, ritornando vittoriosa in Giappone dopo tre anni. Secondo la leggende suo figlio Ōjin era stato concepito, ma non ancora nato alla morte di Chūai e nacque tre anni dopo la morte del padre. Quindi o un periodo di meno di nove mesi contiene questi "anni" (alcune stagioni), cioè tre raccolti, o la paternità è semplicemente mitica e simbolica, piuttosto che reale.
La leggenda dell'invasione della penisola coreana è basata sull'interpretazione tradizionale giapponese della stele di Kwanggeto, ritrovata in Manciuria, che afferma il dominio Goguryeo sulla Manciuria e sulla Corea settentrionale. Un esame accurato rivela che questa interpretazione tradizionale era basata su congetture, poiché molte lettere critiche mancano e il contesto è più correlato con gli immediati vicini meridionali di Goguryeo, Silla e Baekje. Inoltre ci sono solo prove circostanziali che il territorio della Corea settentrionale sia stato conquistato dal Giappone prima della guerra Imjin del XVI secolo. Baekje ha avuto relazioni molto strette con il Giappone, inclusi scambi tra le due corti e fu uno dei canali principali per l'ingresso della cultura continentale nel Giappone.
Arai Hakuseki afferma che ella fu in realtà Himiko, la sciamana-regina del III secolo di Yamataikoku, e poiché Himiko fu una figura storica venne inclusa nella famiglia imperiale dagli autori del Nihonshoki.
Nel 1881 divenne la prima donna a essere rappresentata su una banconota giapponese.

lunedì 24 ottobre 2016

Copertura

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Negli sport di combattimento (scherma, pugilato, karate, eccetera), la copertura è un movimento di difesa che permette di proteggersi, con un'arma o una parte del corpo (pugno, avambraccio, gomito, braccio o spalla), da un attacco (colpo) .
Questa forma di difesa, detta "passiva", si differenzia dalla parata che è invece un movimento detto "attivo".
La copertura è sinonimo di "protezione" specialmente in pugilato quando i combattenti alzano il braccio per proteggersi contro un eventuale attacco alla faccia.
Questa tecnica è utilizzata:

in maniera anticipata in caso di attacco dell'avversario, specialmente per proteggersi dal suo avanzamento o attacco (esempio: portare la spalla davanti alla mascella, coprirsi con il braccio e il guanto) 

in maniera istantanea quando l'attacco dell'avversario è lanciato.

domenica 23 ottobre 2016

Fukumibari

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Le fukimibari è una arma utilizzata dai ninja del Giappone medievale. Erano piccoli aghi metallici che si nascondevano nella bocca del ninja, che venivano sputati in faccia all'avversario nella mischia.

sabato 22 ottobre 2016

Kamae

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Kamae (構え) è una parola di origine giapponese che in italiano significa "posizione".
Nel kumite, cioè nel combattimento libero, la posizione di guardia si ottiene posizionando la mano avanzata a protezione del volto e quella arretrata sul plesso solare.
Nel kata spesso la posizione di guardia si assume posizionando le mani chiuse su un fianco una sopra l'altra.
La vediamo utilizzata in diverse arti marziali, tra cui il ninjutsu.

Kamae nel ninjutsu

  • Ichimonji no kamae
  • Doko no kamae
  • Tonso no kamae
  • Happo cakuie no kamae
  • Achimonji no kamae
  • Jumonji no kamae
  • Icho no kamae
  • Hoko no camae

venerdì 21 ottobre 2016

Yabusame

Yabusame






Yabusame (流鏑馬) tiro con l'arco eseguito da un cavaliere. È un'arte marziale giapponese derivante dal kyudo (il tiro con l'arco tradizionale).
La particolarità è che le frecce utilizzate non hanno punta ma terminano con rigonfiamento ovoidale che evita gli eventuali danni di un tiro errato.
La disciplina richiede una notevole abilità sia nel cavalcare che nel tirare poiché, per maneggiare l'arco, il cavaliere ha entrambe le mani occupate e non può tenere le briglie, quindi deve tenersi in sella con la sola forza delle gambe. Si consideri che il tiro viene eseguito con il cavallo lanciato al galoppo in una corsia lunga circa 250 metri.
Inoltre i bersagli da colpire sono due, posti a circa 50 metri uno dall'altro. Eseguito il primo tiro, l'arciere deve incoccare una seconda freccia e, nel giro di pochi secondi, ripetere il tiro al secondo bersaglio. Sul percorso stazionano giudici che segnalano l'esito del tiro.
Questa disciplina ha origine nel periodo Kamakura (1192–1334), e nasce come una sorta di intrattenimento offerto agli dei. Come il kyudo è profondamente intrisa dei concetti della filosofia zen e come tutte le arti marziali è non solo un esercizio di bravura ma anche un cammino iniziatico di elevazione spirituale.
Possono praticare lo Yabusame anche le donne che indossano, al pari degli uomini, sontuosi costumi di foggia duecentesca. Anche i finimenti dei cavalli e tutto l'equipaggiamento riproducono con estrema minuzia quello dei tempi originari, raffigurato in innumerevoli opere pittoriche.