Cáo Cāo (曹操;
155 – 15 marzo 220) è stato un politico e poeta cinese, ultimo
primo ministro della Dinastia Han, più precisamente degli Han
Orientali o Han Posteriori.
Nel periodo di disordini che segnarono
la fine della Dinastia, si appropriò del dominio della Cina
settentrionale. Divenne quindi una delle figure più importanti del
periodo dei Tre Regni e noto con il nome postumo di Imperatore Wu
di Wei. In realtà, pur avendo posto Cáo Cāo le basi necessarie
alla fondazione della dinastia, fu suo figlio Cao Pi 曹丕
(187-226) ad accettare l'abdicazione dell'ultimo imperatore
della dinastia Han, fondando quindi la dinastia Wei, meglio nota come
Cao Wei 曹魏 (220-264).
Durante il suo regno, nel 215 d.C. venne ufficialmente riconosciuta
la Chiesa taoista dei Maestri Celesti (Tiānshī 天師).
Fu noto come letterato e come stratega. Divenne poi il protagonista
di numerose opere letterarie.
Biografia
Infanzia e gioventù
Cáo Cāo nacque nella contea di Qiao
(moderna prefettura di Bozhou, Anhui) nel 155. Suo padre, Cao Song
(曹嵩), era un figlio adottivo
di Cao Teng (曹騰), uno degli
eunuchi su cui l'imperatore Huan di Han faceva maggiore affidamento.
Secondo Il romanzo dei tre regni, Cao Song era originariamente
uno Xiahou (il che renderebbe Cáo Cāo cugino di Xiahou Dun e Xiahou
Yuan, due fra i suoi generali migliori). Questo, nonostante il
carattere fittizio del Romanzo, è condiviso anche da alcuni storici.
Fin dalla gioventù, Cáo Cāo fu
conosciuto per la sua scaltrezza. Secondo la Biografia di Cao Man, lo
zio di Cáo Cāo rimproverava spesso Cao Song perché il nipote
dedicava troppo tempo alla musica e alla caccia in compagnia di Yuan
Shao. Un giorno Cáo Cāo finse di avere le convulsioni davanti allo
zio, il quale informò immediatamente Cao Song; non appena il padre
accorse, Cáo Cāo si comportò normalmente e smise di fingere.
Quando gli fu chiesta la causa di questo suo comportamento, egli
rispose: "Non sono mai stato male, ma ho perso l'amore di mio
zio e per questo lui ti ha ingannato". Da quel momento Cao
Song smise di dar retta a quello che il fratello gli diceva riguardo
a Cáo Cāo, che così divenne ancora più sfrontato nel suo
comportamento.
In quel periodo, viveva a Runan un
saggio chiamato Xu Shao (許劭),
famoso per la sua abilità di valutazione quando gli si presentavano
uomini che chiedevano predizioni sul proprio futuro. Quando anche Cáo
Cāo lo interpellò, il saggio si rifiutò di rispondere, ma, sulle
insistenze del giovane, pare abbia profetizzato: "Tu sarai un
ministro capace in tempi pacifici e un eroe disonesto in tempi
caotici".
A vent'anni, Cáo Cāo divenne capitano
della guarnigione del distretto di Luoyang, che allora era la
capitale dell'Impero cinese. Subito dopo essersi insediato, fece
piazzare file di bastoni multicolori al di fuori del suo ufficio,
ordinando ai suoi uomini di fustigare chiunque avesse violato la
legge, senza alcuna distinzione di posizione politica o sociale. Uno
zio di Jian Shuo, uno degli eunuchi più importanti alla corte
dell'imperatore Ling, fu sorpreso camminare di notte in violazione
del coprifuoco dagli uomini di Cáo Cāo, che lo fece trascinare
presso i bastoni e fustigare. A seguito di questo, Jian Shuo fece
pressioni affinché Cáo Cāo fosse "promosso", ma lontano
dalla capitale; ed infatti, egli fu fatto governatore della contea di
Dunqiu, odierna Qingfeng.
Nel 184, dopo lo scoppio della Rivolta
dei Turbanti Gialli (punto da cui peraltro comincia il Romanzo dei
Tre Regni), Cáo Cāo fu richiamato a Luoyang e gli fu affidato
il comando della cavalleria imperiale, quindi fu inviato a Yingchuan
per reprimere i ribelli nella zona. La sua vittoria qui gli valse la
promozione a governatore della Commanderia Dong.
Alleanza contro Dong Zhuo
Nel 189, l'imperatore Ling morì e la
successione passò al suo figlio primogenito, Liu Bian, di soli dieci
anni, anche se il potere effettivo era detenuto dall'Imperatrice
madre He Ling, sostenuta dagli eunuchi di palazzo. Due potenti
ufficiali del tempo, il generale supremo He Jin e il generale Yuan
Shao, progettarono di attuare un colpo di Stato per mettere fine allo
strapotere degli eunuchi. He Jin contattò Dong Zhuo, governatore del
Liangzhou, chiedendogli di entrare a Luoyang con il suo potente
esercito e fare pressione sull'imperatrice madre affinché deponesse
gli eunuchi. Prima dell'arrivo di Dong però, He Jin venne
assassinato da un sicario degli eunuchi e a Luoyang scoppiò una
caotica battaglia fra le forze fedeli a Yuan Shao e quelle degli
eunuchi. Dong Zhuo raggiunse la capitale e sgominò facilmente gli
eunuchi, deponendo Liu Bian e mettendo sul trono l'imperatore Xiang,
progettando di restaurare il potere incontrastato della dinastia Han.
Cáo Cāo, che si opponeva a questo
piano, lasciò segretamente la capitale e raggiunse Chenliu (oggi
incorporata da Kaifeng), dove radunò le sue truppe. Nel 190, si unì
agli eserciti insorti al comando di Yuan Shao, mentre la Cina
sprofondava nella guerra civile. Il conflitto non si arrestò nemmeno
quando Dong Zhuo venne assassinato dal suo figlio adottivo, Lu Bu,
nel 192.
Al servizio dell'imperatore
La guerra civile proseguì anche dopo
la morte di Dong Zhuo; attraverso varie piccole e brevi campagne
militari, Cáo Cāo riuscì ad espandere le zone controllate dalle
sue forze. Durante una di queste azioni, nel 193, massacrò centinaia
di civili nella provincia di Xu per vendicare la morte del padre.
Nel 196, tramite il suo alleato Xun Yu,
consigliere imperiale, Cáo Cāo convinse l'imperatore Xiang a
spostare la capitale a Xuchang: non solo Luoyang era una città in
rovina a causa del conflitto, ma soprattutto era al di fuori dei
territori controllati da Cáo Cāo. Dopo avere accolto la sua
proposta, l'imperatore lo nominò cancelliere di Han e,
successivamente, gran generale (comandante in capo) e marchese di
Wuping. In risposta alle male voci che consideravano l'imperatore un
fantoccio nelle mani di Cáo Cāo, egli prestò giuramento sulla
propria vita che avrebbe fedelmente servito il sovrano fino alla sua
morte e non avrebbe tentato di usurparne il trono.
Nonostante questo giuramento, i suoi
consiglieri gli suggerirono di rovesciare la dinastia Han e prendere
il potere. A questi suggerimenti, Cáo Cāo rispose: "Se il
cielo mi conferisce questo fato, che io sia il re Wen di Zhou"
Per mantenere buoni rapporti con Yuan
Shao, che era divenuto il più potente signore della guerra cinese
dopo avere unificato le quattro province settentrionali sotto il suo
controllo, Cáo Cāo spinse l'imperatore a nominare Yuan Ministro dei
Lavori Pubblici. Tuttavia, questo sortì l'effetto contrario, in
quanto Yuan Shao pensò che Cáo Cāo (superiore al Ministro in
quanto Gran Generale) stesse tentando di umiliarlo e si rifiutò di
accettare la carica. Per risolvere il malinteso, Cao offrì il rango
di Gran Generale a Yuan, assumendo su di sé la carica di Ministro
dei Lavori Pubblici. Questo risolse momentaneamente la disputa, ma
gettò le basi per la successiva Battaglia di Guandu.
Unificazione della Cina settentrionale
Progettando di prendere il controllo
della Cina settentrionale, Cao nel 200 marciò su Xuchang, usando
come scusa la sua apparente volontà di salvare l'imperatore, in
quanto la città era preda di una ribellione scatenata da Liu Bei.
Radunati 20.000 uomini, Cao si avviò verso la capitale, ma lui e i
suoi soldati vennero fermati a Guandu, un punto strategico sul Fiume
Giallo, da un ben più consistente esercito di Yuan Shao forte di ben
100.000 uomini.
Nonostante il proprio pesante
svantaggio numerico, il trionfo di Cao nella battaglia di Guandu fu
uno dei suoi principali successi. La battaglia si svolgeva sui due
lati del fiume: su quello orientale, si scontravano Yuan Tan
(dell'esercito di Yuan Shao) e Zang Ba (fedele a Cao); quest'ultimo
dimostrò subito capacità militari superiori a quelle del suo
avversario, fiaccandolo tramite estenuanti attacchi mordi e fuggi.
Sul lato occidentale, Cáo Cāo stesso si scontrò con Gao Gan,
cugino di Yuan Shao, che riuscì a infliggere diverse sconfitte
all'esercito di Cao, il quale fu continuamente costretto a richiedere
rinforzi. Infine, Xu You, disertore dell'esercito di Yuan, rivelò a
Cao dove si trovavano i rifornimenti della sua precedente armata; il
generale cinese fu così in grado di effettuare una sortita e dare
alle fiamme tutti i rifornimenti, costringendo i nemici alla resa.
Nel frattempo, Yuan Shao aveva
sobillato delle rivolte nei territori controllati da Cao, ma le
abilità diplomatiche dello stratega Man Chong permisero di risolvere
in breve tempo la situazione. Inoltre, i subordinati di Cao erano
riusciti a occupare Xuchang e a mettere fine alla rivolta di Liu Bei.
Due anni dopo la battaglia, Yuan Shao
morì e lasciò le redini del suo regno al suo figlio secondogenito,
Yuan Shang. Questi dovette tuttavia lottare contro il fratello
maggiore, Yuan Tan, che reclamava il regno in quanto primogenito. La
guerra fratricida fra i due permise a Cao di eliminarli rapidamente.
La vittoria nella battaglia di Guandu
fu fondamentale: a seguito di quel successo, Cáo Cāo fu in grado di
unire sotto il suo controllo tutta la Cina settentrionale. Per di
più, inviò le sue forze anche oltre la Grande muraglia a
conquistare la Corea settentrionale, quindi si impossessò anche del
fiume Han, a sud.
Progettando di conquistare anche il
resto della Cina, nel 208 Cáo Cāo marciò a sud oltre il fiume
Yangtze per prendere il controllo del Chang Jiang. Inizialmente,
ottenne un importante successo, in quanto il signore di Jingzhou, Liu
Biao, morì e il suo successore, Liu Zong, si arrese senza resistere.
Sulla spinta di questo successo e nonostante il parere contrario dei
suoi consiglieri, Cao proseguì l'azione sperando in altre rese; le
sue speranze non furono però confermate ed egli venne sconfitto
dalle forze alleate di Liu Bei e Sun Quan durante la battaglia delle
Scogliere Rosse. Questo lo costrinse a desistere dalla conquista del
Chang Jiang, mentre Liu Bei e Sun Quan in seguito fondarono
rispettivamente il Regno di Shu e di Wu.
I Tre Regni
Nel 213, Cáo Cāo venne nominato duca
di Wei (魏公) ed ottenne le
massime onorificenze imperiali (le Nove dignità), e un feudo
comprendente dieci città noto come Wei. Nel 216 venne ulteriormente
promosso, divenendo Re di Wei (魏王)
e delineando gli aspetti del futuro Cao Wei. Questo, così come il
predominio assoluto di Liu Bei e Sun Quan sulle loro rispettive
regioni, di fatto spaccò l'impero in quelli che furono chiamati i
Tre Regni di Wei, Shu e Wu. Pur aspirando a riunificare la Cina, Cao
non combatté che sporadiche scaramucce contro i regni rivali senza
che nessuno riuscisse a cambiare la situazione in proprio favore.
Nel 220, all'età di 65 anni, Cáo Cāo
morì a Luoyang. Nelle sue ultime volontà egli lasciò istruzioni di
essere sepolto presso la tomba di Ximen Bao a Ye con le sue vesti
abituali, senza ori e gioielli, e diede inoltre l'ordine alle truppe
di frontiera di rimanere al loro posto, in quanto considerava ancora
il regno in pericolo di invasione esterna.
Suo figlio, Cao Pi, gli succedette sia
come cancelliere che come re di Wei. Nel giro di un anno, costrinse
l'imperatore Xiang ad abdicare a suo favore facendosi nominare
"Imperatore Wu di Wei". Ovviamente, Liu Bei e Sun Quan non
lo riconobbero e si proclamarono imperatori a loro volta, dando
inizio alla (ora anche formale) contesa fra i regni di Wei, Wu e Shu.
Altre attività
Agricoltura e istruzione
Cáo Cāo non fu solo un condottiero
militare (anche se questa fu senza dubbio la sua occupazione
principale), ma anche un accorto uomo di Stato.
Nel 194, un'invasione di locuste generò
una tremenda carestia in Cina, tanto che, secondo le Cronache dei
Tre Regni, le persone erano costrette a mangiarsi tra di loro per
sopravvivere. Data la scarsità di cibo, molti eserciti furono
sconfitti senza combattere. Da questa esperienza Cao comprese
l'importanza delle riserve strategiche di derrate alimentari nella
costruzione di un forte esercito.
Per questo avviò una serie di programmi agricoli partendo da centri quali Xichang e Chenliu; egli avviò il reclutamento dei rifugiati negli accampamenti militari e concesse loro terre da coltivare, quindi impegnò tutti gli accampamenti che non si trovassero in zone rischio immediato di guerra a contribuire alla coltivazione. In breve, tutte le zone controllate da Cáo Cāo adottarono questo sistema, che venne poi imposto anche nelle regioni conquistate successivamente. Questo programma, inizialmente dettato da ragioni militari, riuscì a risollevare la disastrosa situazione in cui versava il suo reame e ad incrementare il tenore di vita delle popolazioni e in particolare dei rifugiati di guerra.
Per questo avviò una serie di programmi agricoli partendo da centri quali Xichang e Chenliu; egli avviò il reclutamento dei rifugiati negli accampamenti militari e concesse loro terre da coltivare, quindi impegnò tutti gli accampamenti che non si trovassero in zone rischio immediato di guerra a contribuire alla coltivazione. In breve, tutte le zone controllate da Cáo Cāo adottarono questo sistema, che venne poi imposto anche nelle regioni conquistate successivamente. Questo programma, inizialmente dettato da ragioni militari, riuscì a risollevare la disastrosa situazione in cui versava il suo reame e ad incrementare il tenore di vita delle popolazioni e in particolare dei rifugiati di guerra.
Entro il 203, gran parte delle forze di
Yuan Shao e dei suoi discendenti erano state sgominate, quindi Cáo
Cāo, cancelliere imperiale, poté dedicarsi maggiormente al lavoro
di amministrazione dell'impero. In materia di istruzione, Cao emanò
un decreto che pose in ogni provincia un funzionario pratico in
materie educative, con almeno 500 assistenti, incaricati di educare
la popolazione. I giovani più talentuosi venivano poi ammessi alle
scuole. Cáo Cāo intraprese questo piano educativo per evitare che
gli anni bellicosi dell'epoca influissero negativamente sulla
preparazione intellettuale della popolazione.
Poesia
Cáo Cāo fu conosciuto anche per
essere un rinomato poeta. Benché ci sia pervenuta una quantità
davvero esigua delle sue opere, i suoi versi, tanto modesti quanto
profondi, contribuirono allo sviluppo dello stile poetico cinese
dell'epoca. Questa passione per la poesia fu trasmessa anche ai due
figli, Cao Pi e Cao Zhi, che divennero poeti a loro volta, tanto che
nella poesia sono ricordati insieme come i "Tre Cao".
Le loro opere, assieme a quelle di
altri poeti, formarono l'ossatura dello stile poetico della tarda
dinastia Han, noto come stile jian'an e costituito da toni
solenni, ma anche spesso melanconici, con frequenti lamenti
sull'effimerità e la labilità della vita.
Una delle poesie più famose di Cáo Cāo, scritta nel corso di
una battaglia negli ultimi anni della sua vita, è Benché la
tartaruga viva a lungo (龜雖壽).
《龜雖壽》 Benché la tartaruga viva a lungo 神龜雖壽,猶有竟時。 Benché la tartaruga benedetta con poteri magici viva a lungo,
i suoi giorni hanno una limitata durata;騰蛇乘霧,終為土灰。 Benché i serpenti alati volino alti nella nebbia,
alla fine divengono polvere e cenere;老驥伏櫪,志在千里; Un vecchio cavallo da guerra può essere messo in stalla,
eppure brama ancora percorrere un migliaio di lǐ;烈士暮年,壯心不已。 E un uomo dal cuore nobile benché avanti negli anni,
non abbandona mai le sue fiere aspirazioni.盈縮之期,不但在天; La durata della vita di un uomo, che sia lunga o breve,
non dipende solo dal cielo;養怡之福,可得永年。 Chi mangia bene e si mantiene allegro,
può vivere fino ad un'età assai anziana.幸甚至哉!歌以咏志。 E così, con la gioia nel mio cuore!,
io canticchio questa canzone.
Cáo Cāo nel Romanzo dei Tre Regni
Nel Romanzo dei Tre Regni,
romanzo storico scritto nel XIV secolo da Luo Guanzhong riguardo al
periodo dei Tre Regni, Cáo Cāo fu inevitabilmente adattato alle
necessità del racconto e mostrato come un personaggio dai tratti
crudeli e paranoici. In un paio di casi, Luo Guanzhong inventò degli
eventi correlati a Cao, che seguono.
Fuga da Dong Zhuo
Nella realtà, Cáo Cāo abbandonò
Dong Zhuo nel 190 dopo che questi aveva reso l'imperatore Xiang
nient'altro che un fantoccio nelle sue mani, e cominciò a costruire
il suo esercito. Il Romanzo dei Tre Regni invece parla di un
tentativo di assassinio perpetrato contro il tiranno da Cao.
Poco dopo la deposizione del principe
Liu Bian e la nomina dell'imperatore Xiang, i dignitari di corte
furono assai preoccupati dell'involuzione tirannica che avrebbe
potuto prendere il regime di Dong Zhuo. Una notte, il consigliere
Wang Yun (王允) diede un
banchetto, durante il quale i dignitari che vi parteciparono piansero
insieme davanti alle efferate opere di Dong.
Cao, tuttavia, rise e disse: "Voi
funzionari della corte - piangete dal crepuscolo all'alba e dall'alba
al crepuscolo - sarete in grado di piangere Dong Zhuo fino alla sua
morte?". Quindi prese la "spada delle sette gemme"
di Wang Yu e promise che con quella avrebbe personalmente assassinato
il tiranno.
Il giorno successivo, Cao portò con sé
la spada ad un'udienza con Dong Zhuo. Essendo nelle grazie del nuovo
despota, Cao fu ricevuto nella sua camera da letto. Appena arrivato,
Cao si lamentò della lentezza del suo destriero, quindi Lu Bu
(figlio adottivo di Dong) fu inviato alle stalle per cercare un
cavallo più veloce da donare al condottiero.
Quando Dong Zhuo si fu voltato, Cao si
preparò a sfoderare la lama e a compiere l'assassinio. Tuttavia,
Dong vide tutto da uno specchio e, voltatosi immediatamente, chiese a
Cao quali fossero le sue intenzioni. Poco dopo, Lu Bu fece ritorno.
Disperato, sapendo che non sarebbe mai riuscito ad assassinare Dong e
ad andarsene vivo, Cao si inchinò e gli donò la spada, senza però
riuscire a convincerlo. Subito dopo, con la scusa di andare a provare
il cavallo nuovo, lasciò la stanza e fuggì dalla città, temendo
l'arresto.
A seguito della fuga, a Cáo Cāo
capitò un episodio che contribuì a caratterizzarlo come un
personaggio crudele e senza scrupoli. Cao era fuggito assieme con
Chen Dong, e lo condusse a casa di un suo vecchio amico, fratello
acquisito di suo padre, presso cui sarebbe stato in grado di trovare
rifugio. Egli promise di proteggerlo, quindi lasciò la casa per
cercare da mangiare per un banchetto serale. Cao si trovava in una
stanza oscura, quando udi per caso la voce dei servi che parlavano di
un complotto per uccidere qualcuno. Pensando che il fratello
acquisito di suo padre lo avesse tradito e che progettasse di
consegnare il suo corpo a Dong Zhuo per ottenere una ricompensa, Cao
fece irruzione nella stanza, quindi massacrò l'intera servitù ed
uccise anche la moglie e i figli dell'uomo. A seguito della strage,
Cao apprese che la vittima non era lui, ma un maiale che avrebbe
dovuto essere la portata principale del banchetto.
Cao e Chen si diedero subito alla fuga,
ma incontrarono l'uomo che stava facendo ritorno a casa. Quando gli
fu chiesto perché se ne stesse andando, Cao mentì affermando che
temeva di essere stato seguito; non appena l'uomo procedette verso la
casa, Cao lo infilzò di spalle. Quando Chen gli chiese il motivo di
quell'omicidio, Cao spiegò che, se l'uomo fosse tornato a casa e
avesse trovato la sua famiglia massacrata, sarebbe subito andato
dalle autorità e la sua sete di vendetta avrebbe reso la loro
situazione ancora più precaria. In quest'occasione, Cáo Cāo
pronunciò una frase destinata a restare un classico nella
letteratura cinese: Ningjiao wo fu tianxia ren, xiujiao tianxia
ren fu wo (寧教我負天下人,休教天下人負我),
"Meglio che io faccia torto al mondo, che il mondo faccia torto
a me"; dopo di che Chen lascio Cao indignato del suo
comportamento.
Fuga attraverso la Via Huarong
Dopo che le cose alle Scogliere Rosse
si misero male, Cao radunò tutte le truppe che poté e scappò verso
lo Jiangling, passando per la Via Huarong. Luo Guanzhong inserì
nella storia un episodio di umiliazione per lo stesso Cáo Cāo.
Umiliato e deluso, Cao, durante la
marcia verso lo Jiangling, vide una forca nella strada e colonne di
fumo innalzarsi dalla strada adiacente. Ritenendo che fosse un
tentativo dei suoi nemici di attirarlo sulla strada principale per
tendergli un'imboscata, Cao decise di imboccare la Via Huarong.
Al contrario, il fumo era un diversivo
creato da Zhuge Liang, consigliere militare di Liu Bei, il quale
aveva intuito che Cao avrebbe preso la Via Huarong, dove era atteso
da Guan Yu con una forza di 500 truppe. Trovatosi tagliato fuori, Cao
raggiunse Guan Yu e lo pregò di ricordarsi della felicità dei tempi
passati. Impietosito dalla disperazione del condottiero sconfitto e
ricordandosi i favori che gli aveva concesso, Guan permise ai nemici
di passare ugualmente, rischiando così la sua stessa vita.
Secondo la storia ufficiale, pare che
Cáo Cāo sia fuggito attraverso una strada fangosa, circondata da
siepi e arbusti. Le truppe di Liu Bei, una volta trovatolo, avrebbero
dato alle fiamme gli arbusti, sperando che l'esercito di Cao fosse
carbonizzato. Dopo essere riuscito a fuggire, il condottiero
commentò: "Audace, ma lento". Non vi sono però
prove storiche a conferma di questo episodio.
Disciplina di ferro
Secondo il Romanzo, Cáo Cāo
pretendeva da sé stesso, dai suoi soldati e dai suoi sudditi una
disciplina di ferro, non esitando ad infliggersi severe punizioni nel
caso che egli stesso avesse infranto una legge. Una volta, per avere
permesso al suo cavallo di pascolare in un campo di grano, si
condannò a morte. Tuttavia, anche Cao era un uomo e, anziché
decapitarsi, si tagliò del tutto i capelli, infliggendosi comunque
un grave disonore. A lui viene fatta risalire questa frase: "Quando
stendi una legge, sorveglia che non sia disobbedita; se è
disobbedita, il colpevole deve essere messo a morte".
Hua Tuo e la morte di Cáo Cāo
La morte di Cáo Cāo, nel 220, diede
adito a numerose leggende, molte delle quali erano radicate nella
superstizione. Nel Romanzo, sono inserite diverse versioni,
fra cui quella di Luo Guanzhong, che aveva come protagonista un
famoso medico cinese, Hua Tuo.
Quando Cao, negli ultimi anni della sua
vita, cominciò ad accusare un forte e frequente mal di testa, i suoi
subordinati gli raccomandarono Hua Tuo, un medico le cui capacità
erano paragonate a quelle degli dèi. Dopo averlo visitato, Hua Tuo
gli diagnosticò un reumatismo al cranio. Quindi, raccomandò a Cao
una dose di hashish e gli consigliò di permettergli di praticargli
una piccola ferita sul cranio per estrarre il pus all'interno.
Dal momento che per Cao non sarebbero
stati nuovi episodi di tentato assassinio da parte di medici, il
condottiero era molto sospettoso e arrivò a credere che Hua Tuo
intendesse ucciderlo; quindi, lo fece arrestare e gettare in cella,
dove il rinomato medico morì poco dopo. Non molto tempo dopo, anche
Cáo Cāo morì, e alcuni lo accusarono di essersi attirato una
maledizione da parte del medico stesso.
Riferimenti culturali
Benché i documenti storici indichino
Cáo Cāo come un sovrano capace e brillante, il condottiero fu
continuamente raffigurato dall'arte e dalla letteratura con tratti
crudeli e maligni; anche l'Opera cinese lo identificò come un
personaggio illusorio e pericoloso. Durante la stesura del Romanzo
dei Tre Regni, Luo Guanzhong trasse notevole ispirazione dalla
raffigurazione di Cao compiuta dall'Opera. Ormai, pare che il Cáo
Cāo malvagio sia addirittura più famoso del Cáo Cāo reale.
Anche oggi, perlopiù sulla scia del
Romanzo dei Tre Regni, Cáo Cāo continua ad essere
identificato come un "cattivo", comunque un personaggio
negativo e dai tratti spietati.
Attualmente, l'equivalente cinese per
il famoso detto "Parli del diavolo e spuntano le corna",
è "說曹操,曹操到"
(in pinyin: Shuō Cáo Cāo, Cáo Cāo dào), che significa "Parli
di Cáo Cāo e Cáo Cāo arriva".
Ultimamente, Cáo Cāo è raffigurato
come un signore della guerra fiero e capace dai videogiochi, che
hanno contribuito a far divulgare la storia del Romanzo al di
fuori dell'Asia anche nei tempi moderni. In particolare, la Koei ha
prodotto numerosi titoli sulla storia dei Tre Regni. In particolare,
ha avuto un grande successo il titolo Dynasty Warriors, in cui
il giocatore può assumere il comando delle armate di uno dei Tre
Regni giocando nei panni dei protagonisti del Romanzo, fra cui
non può mancare Cáo Cāo. Il videogame Kessen II, una libera
ricostruzione del Romanzo (a differenza di Dynasty
Warriors, molto più fedele), ha Cáo Cāo come il principale
nemico.
JJ Lin, cantante pop di Singapore, nel
2006 pubblicò un album intitolato Cáo Cāo, la cui omonima
prima traccia parla della vita del condottiero cinese.
Nel film La battaglia dei tre regni
del 2008, diretto da John Woo e ambientato durante la battaglia
delle Scogliere Rosse, Cáo Cāo è interpretato da Zhang Fengyi.
Il Clan di Cao
Discendenti diretti maschi
Figli della Principessa Bian
Cao Pi (曹丕)
Cao Rui (曹睿)
Cao Fang (曹芳)
Cao Mao (曹髦)
Cao Huan (曹奂)
Cao Zhang (曹彰)
Cao Kai (曹楷)
Cao Zhi (曹植)
Cao Zhi (曹志)
Cao Xiong (曹熊)
Cao Bin (曹炳)Figli di Lady Liu
Cao Ang (曹昂)
Cao Wan (曹琬)
Cao Lian (曹廉)
Cao Shuo (曹铄)
Cao Qian (曹潜)
Cao Yan (曹偃)Figli di Lady Huan
Cao Chong (曹冲)
Cao Cong (曹琮)
Cao Ju (曹据)
Cao Yu (曹宇)Figli di Lady Du
Cao Lin (曹林)
Cao Wei (曹纬)
Cao Gun (曹衮)
Cao Fu (曹孚)Figli di Lady Qin
Cao Xuan (曹玹)
Cao Heng (曹恒)
Cao Jun (曹峻)
Cao Ao (曹澳)Figli di Lady Yin
Cao Ju (曹矩)
Cao Min (曹敏)
Cao Kun (曹焜)Figli da altre consorti
Cao Gan (曹幹)
Cao Shang (曹上)
Cao Biao (曹彪)
Cao Jia (曹嘉)
Cao Qin (曹勤)
Cao Cheng (曹乘)
Cao Zheng (曹整)
Cao Fan (曹范)
Cao Chan (曹阐)
Cao Jing (曹京)
Cao Jun (曹均)
Cao Kang (曹抗)
Cao Chen (曹谌)
Cao Ji (曹棘)
Cao Hui (曹徽)
Cao Xi (曹翕)
Cao Mao (曹茂)Altri familiari
Cao Ren (曹仁)
Cao Tai (曹泰)
Cao Chu (曹初)
Cao Kai (曹楷)
Cao Fan (曹范)
Cao Chun (曹純)
Cao Yan (曹演)
Cao Liang (曹亮)
Cao Hong (曹洪)
Cao Xiu (曹休)
Cao Zhao (曹肇)
Cao Zhen (曹真)
Cao Shuang (曹爽)
Cao Xi (曹羲)
Cao Xun (曹训)
Cao Ze (曹则)
Cao Yan (曹彦)
Cao Ai (曹皑)
Cao Anmin (曹安民)Curiosità
- Viene menzionato nell'anime giapponese Inazuma Eleven GO:
Chrono Stone, in cui i protagonisti viaggiano nelle varie epoche
temporali.
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