martedì 2 febbraio 2021

Come fanno i karateka a distruggere una pila di tegole solo con il taglio della mano?

 


La pratica si chiama "tameshiwari".

Il karateka concentra una considerevole forza in un punto ristretto (nel caso del taglio della mano, questo colpo si chiama "Shuto" nel karate) della mano, scagliando la sua potenza sulla/e tavola/e. La forza viene focalizzata in un solo punto e sovrasta la flessibilità dell'oggetto da rompere, in modo che quest'ultimo si spezzi. Non si fa solo con gli shuto, ma anche con i gomiti (enpi), con le dita (nukite) ecc. E anche con la testa.

Questa pratica richiede tuttavia un rigoroso condizionamento delle ossa. Secondo la "legge di Wolff", la densità delle ossa aumenta, dopo che esse guariscono dai danni.

Cosa vuol dire? Che i karateka che praticano il tameshiwari si allenano a colpire i makiwara (paletti di legno rivestiti di corde o materiali abrasivi), immergono le loro mani in sacchi di riso, a tutta forza, fanno piegamenti sulle dita ecc. Impiegano spessori di tavole crescenti, man mano che progrediscono nella tecnica e nell'abilità.

Sì, perché è questione di tecnica, oltre che di potenza espressa. Ci si deve isolare mentalmente, visualizzare il punto preciso di rottura della tavola, concentrare sia fisicamente che mentalmente. Spesso chi esegue la rottura si esercita con un paio di colpi a vuoto, prima del colpo decisivo. Lo fanno per visualizzare la corretta tecnica, per assicurarsi di stare eseguendo propriamente il movimento.

Comunque, ti svelo il segreto…Non colpiscono con il taglio della mano. O meglio, non solo con quello. Perché prima dell'impatto, ruotano la mano leggermente, in modo da colpire la tavola soprattutto con l'osso del polso, molto più resistente delle ossa delle mani. Oltretutto, facendo così, concentrano la potenza del colpo in un punto ancora più piccolo, con effetti ancora più dirompenti.

Perché fare il tameshiwari? Perché esprime tutto ciò che dovrebbe esprimere il karate: il colpo giusto al momento giusto. Potenza e precisione. Un colpo, un morto. Perfetta connessione corpo/mente.

Si pratica anche in altre arti marziali, come il taekwondo.

Non esiste solo una tecnica con cui farlo, ne esistono tre o quattro, una basata sulla potenza, una sulla velocità, una su concetti fisici e una sulla propagazione della forza espressa.

Comunque, non molti lo praticano, almeno in Italia. Non si usa molto il makiwara e l'indirizzo del karate odierno è lo sport, non gli esercizi tradizionali, che sono permeati di "marzialità".

Non praticatelo da soli, fatelo con un maestro. Non è facile come sembra, richiede preparazione.


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