martedì 25 agosto 2020

Quali danni subiscono nel lungo periodo i cervelli dei lottatori di MMA

Ripetuti traumi cranici e ferite alla testa sono la causa alla base della encefalopatia traumatica cronica (ETC d'ora in poi), malattia neurodegenerativa della classe delle taupatie (delle quali la malattia di Alzheimer è la rappresentante più conosciuta), patologie caratterizzate dalla deposizione in sede cerebrale di proteina tau, che si aggrega in ammassi in grado di danneggiare i neuroni portandoli a morte.
La ETC non sfugge a questo meccanismo: la morte neuronale porta il cervello ad una progressiva atrofia dei lobi, con netta riduzione di volume della corteccia e dilatazione dei ventricoli cerebrali che esitano in una degenerazione progressiva delle funzioni cognitive.


La patologia si presenta attorno ai 40–50 anni, esito di traumi ripetuti per decine d'anni, manifestandosi dapprima con sintomatologia lieve (mal di testa e difficoltà di concentrazione, alterazioni della memoria a breve termine, depressione, irascibilità) per poi evolvere progressivamente in gravi deficit mnemonici, linguistici, motori ed esecutivi, esitando nella demenza vera e propria con totale perdita della autonomia.
Dati i fattori scatenanti della patologia, tutte le attività in grado di causare traumi ripetuti alla testa sono da considerare fattori di rischio: sport di contatto quali football, hockey, rugby, arti marziali, boxe (per la quale sono stati mossi i primi sospetti, tanto che la ETC è nota anche come demenza pugilistica) e sport di combattimento; anche il servizio militare attivo è stato annoverato come un possibile fattore causale.






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