sabato 5 gennaio 2013

Funzionano i corsi di difesa personale femminile?



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In gran parte delle città ormai alcuni atteggiamenti che una volta venivano considerati paranoici sono diventati la normalità.
In risposta a questa dilagante paura sono sorti una miriade di corsi di difesa personale che in un modo più o meno serio dovrebbero garantire a tutti una possibilità di protezione senza aiuti esterni.
La nostra opinione nei confronti della difesa personale è cambiata molto nel corso del tempo e della pratica, perchè in realtà non abbiamo mai ragionato obiettivamente in questi termini: al sorgere dei primi corsi era diffusissima la convinzione che per fare difesa personale bastasse insegnare/imparare delle tecniche di leva contro le prese più comuni, e normalmente questi corsi erano organizzati parallelamente a quelli di arti marziali tradizionali.
In questo modo ogni istruttore aveva la presunzione di essere in grado di insegnare la difesa personale, forte del bagaglio tecnico della propria arte e di qualche tecnica presa a prestito soprattutto dai corsi di Jujutsu.
Questi corsi venivano e vengono ancora oggi creati senza nessun criterio o programmazione logica, semplicemente il maestro di turno si limita a proporre una versione minimale di un normale allenamento di arti marziali, senza formalità e con sole tecniche di leva.
Ad un corso tipico partecipano soprattutto donne, a volte per curiosità, purtroppo sempre più spesso per un reale senso di disagio o trascorsi poco felici; in ogni caso il clima è sempre molto rilassato, si ride, si scherza sulle tecniche eseguite (magari ritenendole qualcosa di straodinario o molto violento) e si cerca di fare attenzione a non fare del male alla compagna di allenamento perchè non si è certo lì per fare sul serio!
Infatti le tecniche vengono provate principalmente con le compagne di corso, curando i dettagli tecnici nei particolari; chi subisce l'attacco deve riuscire a liberarsi, infatti l' aggredita ne esce sempre vincente!
L'istruttore accondiscendente verso le sue allieve paganti, infonde loro l'illusione che tutti possono difendersi da tutti, e se una ragazza non riesce ad applicare una tecnica la sua risposta è sempre la stessa; devi allenarsi ancora.
La buona notizia è che la comunità marziale almeno a livello internazionale (in Italia come al solito siamo rimasti indietro) ha avuto modo di crescere molto e conoscere altre realtà.
La cattiva notizia è che corsi come quello descritto qui sopra sono ancora la prassi.
I corsi di difesa personale femminile nascono come risposta al senso di insicurezza di cui accennavo all' inizio.
Le donne si sentono incapaci di affrontare uno scontro aggressivo, non importa se per una rapina, per uno stupro o semplicemente per una lite.
Vogliono essere anche loro in grado di tener testa ad un aggressore, vogliono sconfiggere la loro paura imparando tecniche di combattimento.
E' proprio questo il problema fondamentale: la stragrande maggioranza delle persone che si iscrivono ad un corso di difesa personale, hanno un'idea completamente distorta di cosa sia realmente la difesa personale.
Per fare un esempio pratico (e abbastanza comune) prendiamo una ragazza qualsiasi che decide di iniziare un corso simile.
Quasi sicuramente non ha mai subìto una vera aggressione, ma sente di non sapere proprio cosa fare se dovesse accadere.
Magari già subendo qualche scherzo un po' pesante di qualche amico si è sentita impotente perchè è stata immobilizzata senza difficoltà, oppure si sente molto a disagio quando deve spostarsi da sola e uno sconosciuto la fissa.
Quindi decide che deve imparare a difendersi, a farsi valere, ad essere in grado di "tenere testa a un'uomo".
L'idea atechisce fino a quando con questa convinzione in testa, inizia a cercare un corso di difesa personale femminile: nella stragrande maggioranza dei casi lei non sa nulla di arti marziali, nè le interessa approfondire l'argomento; forse qualche suo amico pratica kick boxing, ma racconta sempre di "quante botte ci si scambia", di quanti allenamenti pesantissimi e quanta dedizione serve!
Invece a lei non interessa questo, non vuole tornare a casa coi lividi e poi non ha nessuna intenzione di fare incontri su di un ring: cerca qualcosa di diverso diretto, veloce e semplice.
E gira che ti rigira è così che capita in un classico corso di autodifesa nel quale trova come partecipanti altre donne, dei tipi più diversi: dalla ragazzina timida e impacciata alla signora di mezza età e oltre. Inizia ad allenarsi con loro seguendo le direttive dell' istruttore, che mostra loro ad esempio come sia facile liberarsi da una presa al polso oppure di come basti spostare il peso per sbilanciare un aggressore e proiettarlo (ovviamente poiché le signore pagano il corso non si menziona loro che l' istruttore in questione è un'uomo di buona corporatura e praticante di arti marziali da svariati anni).
Ma alla nostra allieva questa pratica piace, si diverte, conosce gente nuova e ci sta proprio bene in quest'ambiente rilassato; addirittura riesce anche a sfogare lo stress quotidiano.
A questo punto è solo questione di tempo e presto o tardi qualche amico le chiederà di fargli vedere cosa sta imparando e lui sentendosi sfidato nell'orgoglio opporrà resistenza alle sue tecniche fantasiose, riuscendo ad evitarle abbastanza in fretta.
Comunque non infierirà perchè sono amici, lei ci riderà sopra perchè "sta ancora imparando" e perchè alla fine si sta tutti scherzando!
Alla fine del corso, teoricamente lei sarà in grado di difendersi. Questo la renderà un pò più orgogliosa di se stessa, avrà nel frattempo acquisito una certa sicurezza rispetto a prima, anche grazie alle continue iniezioni di fiducia elargite dal maestro.
Per concludere questo racconto (comunque applicabile in toto anche ad un uomo) aggiungo che quella una sera uscendo dalla palestra si presenta dal nulla un vero delinquente che la afferra di sorpresa, la colpisce con un pugno, le ruba la borsa e si allontana nel buio, senza che lei abbia nemmeno avuto il tempo di capire cosa è successo; e se lo ha avuto, la paura nel sentirsi in reale pericolo l'ha probabilmente immobilizzata dal terrore.
E con la consapevolezza che se avesse tentato una reazione, sarebbe stata colpita con ancora più violenza.
La nostra posizione è semplice: noi crediamo poco nella difesa personale femminile, se non come metodo per fare cassa per molte palestre.
Crediamo che ci siano metodi, tecniche migliori, capacità psicofisiche che ogni individuo ha di base e che su quelle si debba lavorare e anche una buona dose di fortuna in ballo, ma che illudere la gente, in particolare le donne, che un corso di breve durata possa dare quello che promette, sia eticamente e moralmente sbagliato.
Come abbiamo accennato prima, è l' idea dell' autodifesa che è di base sbagliata perchè si concentra solamente sullo scontro fisico.
Ma quanti di noi (uomini o donne) sono realmente in grado di sostenere un'aggressione violenta o hanno anche solo una pallida idea dello stato psicologico in cui si troverebbero nel subirla?
Come si può far credere che un corso di poche lezioni, in un clima rilassato e piacevole e con compagni collaborativi possa avvicinarsi anche lontamente alla ferocia di qualcuno che vuole farci del male a tutti i costi?
E con quale coraggio si può illudere i propri allievi/e che sia più efficace un corso simile, per quanto focalizzato, rispetto ad anni di allenamento serio ed esperienza nello scontro anche solo sportivo?
Purtroppo alla gente piace l'idea di praticare la difesa personale, di sapersi difendere da chi ci aggredisce: purtroppo però senza lo sviluppo della nostra aggressività, la preparazione fisica e mentale allo scontro e la volontà di fare del male, c'è poco da illudersi.
Non siamo disfattisti, ma riteniamo che si debba essere onesti con sè stessi.
Provate per gioco a farvi "aggredire" da un amico, magari armato di un pennarello per simulare un coltello o di un bastone di plastica; mettevi pure tutte le protezioni del caso (caschetto, corpetto etc.) se preferite, e chiedetegli di aggredirvi solo quando non ve lo aspettate e siete quindi impreparati, colpendovi o lottando quasi al 100%.
Una persona che si allena quotidianamente al combattimento già si troverebbe in difficoltà in una situazione del genere se colta di sorpresa: una ragazza di 1.60 e senza nessuna cattiveria dentro, soccomberà praticamente sempre, senza tema di smentite lo diciamo.
Molti quotati corsi di Krav Maga poi, propongono poi addirittura tecniche di difesa a mani nude da aggressioni con coltelli e persino pistole! Dire che sia un poco più di un gioco è poco.
Difendersi da un coltello è una cosa improbabile: dovrete dimenticarvi di ogni attacco telefonato provato con un compagno collaborativo, che lento e stiloso vi permetteva quel bel disarmo visto in palestra, chi attacca con un coltello non è un'idiota e basta il primo taglio anche superficiale per farci perdere tutta la voglia di ricorrere a tecniche complicate.
A quanti di voi è mai capitato di tagliarsi con un foglio di carta?
E cosa pensate dell' idea di vedere il vostro sangue colarvi addosso dopo un colpo con una lama vera?
Dal coltello non ci si difende, e l'unica reazione che può avere una persona media è quella di tentare di parare le stoccate con le mani fino a quando ne ha la forza.
Ma siate seri, non crederete veramente che con qualche nozione di difesa personale tutte le persone che muoiono accoltellate ogni settimana se la sarebbero cavata?
Allenare la difesa da coltello vera è qualcosa di riservato a praticanti esperti disposti a mettersi in gioco per questioni diverse dall'imparare a difendersi, e anche in quel caso non vi è una garanzia di riuscire a cavarsela.
Contro un'aggressore che sa usare il coltello, non c'è il minimo scampo, accettiamolo.
Difendersi poi da una pistola sfiora addirittura il ridicolo.
Le tecniche che vengono proposte in giro prevedono sempre e sottolieniamo sempre che l'aggressore sia tanto stupido da puntarvi la pistola a bruciapelo, un pò come se un arciere tendesse il suo arco con la punta della freccia a 10 centimetri da voi.
Siamo i primi a dire che, con una pistola puntata molto vicina è paradossalmente più facile difendersi rispetto ad un coltello, perchè la pistola è pericolosa quasi solo lungo la linea di tiro. Ma tutte quelle tecniche che prevedono il disarmo, persino il blocco del meccanismo di percussione (!!!) visto in innumerevoli film, senza prima spostarsi dalla linea di tiro e colpire pesantemente, sono buone giusto per i film di John Woo e di Jet Li.
Tutto questo può avere un suo senso, non lo neghiamo. Ma di sicuro è improponibile per il target di persone a cui questi corsi sono indirizzati ovvero semplici civili impauriti dalla delinquenza e per nulla abituati al dolore e al confronto.
Nessun sistema per quanto blasonato, militaresco, pubblicizzato o tenuto da "veri esperti soldati di elite" ha realmente efficacia per la ragazza media vestita fashion con nessuna voglia di allenarsi duro e soprattutto costantemente.
E chiaramente, nemmeno per il ragazzo timido che rifugge la violenza.
Per onestà intellettuale vi facciamo un parallelo con altri generi di corsi rapidi, come quelli di guida sicura che promettono risultati.
In un solo weekend, in un ambiente simulato e consapevoli di cosa si sta provando, si riesce effettivamente a mantenere il controllo dell'auto che sbanda; ma chi vi garantisce che a distanza di un anno,in una gelida mattina invernale, assonnati e per nulla concentrati riuscirete a fare lo stesso in strada?
Vi è però una differenza sostanziale nella gestione di un'auto che comunque guidiamo tutti i giorni (e che quindi ci è familiare) rispetto ad una situazione di aggressione che magari ci accade una sola volta nella vita.
Il fatto che più o meno tutti sappiano guidare un'auto deriva dalla necessità di farlo regolarmente, per cui anche il meno portato prima o poi impara a gestire freno, marce ed accelleratore. Non vi è nessuna ragione invece di credere che un corso breve di difesa ci renda familiari tecniche, stati d'animo e consapevolezza di situazioni che non si sono mai nemmeno provate.
A nostro giudizio (e non c'è diritto di replica) non vi è maestro migliore dell'esperienza personale: solo provando sulla propria pelle le proprie sensazioni e reazioni è possibile migliorare ed imparare.
Solo ripetendo costantemente delle meccaniche di movimento e atteggiamenti mentali, è possibile renderle applicabili anche quando la nostra capacità di pensare è bloccata dallo shock.
Una persona violenta si "allena" ogni giorno a suo modo, vive nella violenza e nella mancanza di rispetto e regole, conosce i modi migliori per aggredire (in qualsiasi senso) la sua vittima prescelta perchè li testa costantemente; è con ogni probabilità molto più preparato di noi a gestire la paura perchè ci vive a stretto contatto, o a combattere realmente perchè lo ha fatto più volte e senza nessuna regola.
Non è onesto illudere una persona di 50 chili che basti ripetere un centinaio di volte un movimento per poter aver ragione di un individuo simile, che quasi sicuramente sarà più grosso e aggressivo di lei.
Questo significa che non c'è nessuna reale speranza di autodifesa per la persona media?
Non abbiamo detto questo, ma di sicuro non grazie a questi corsi (e probabilmente nemmeno ad altri più seri).
Non voglio parlare per assoluti, ma lascio al buonsenso di ciascuno la risposta.
Quante probabilità ha una gazzella inesperta di sfuggire all'attacco di una leonessa?
Ma quante probabilità ha una gazzella in piena forma e sempre all'erta?
La natura ha dotato la leonessa di un vantaggio fisico enorme: in uno scontro diretto, la gazzella non ha la minima possibilità di cavarsela. Ma per sua fortuna ha dotato la gazzella di altre doti per difendersi, la più importante delle quali è la capacità di prevenire gli attacchi dei predatori stando perennemente sul chi va là, e come ultima risorsa una maggior velocità per un lasso di tempo maggiore.
Gli uomini hanno poi introdotto un' ulteriore, decisivo mezzo che li ha resi capaci di vincere su qualsiasi altra creatura sulla Terra: le armi.
Le armi sono la discriminante che può realmente rendere una persona di 50 chili in grado di difendersi da un colosso di 200.
Senza scomodare le armi da fuoco, un coltello può far desistere un delinquente che non ha intenzione di rischiare lui stesso la pelle.
Ma naturalmente girare con un coltello sempre a portata di mano non è legale e non ci rende migliori dei personaggi dai quali dovremmo difenderci; Inoltre può avere conseguenze dagli esiti incerti anche nei confronti delle persone che frequentiamo.
Per questa ragione personalmente riteniamo che l'unico corso di difesa di poche lezioni di una reale utilità, debba essere focalizzato sulla prevenzione delle situazioni a rischio.
Chi volesse approfondire tecniche di combattimento, semplici o no, tradizionali o pragmatiche, pratiche o teoriche, dovrebbe rassegnarsi a frequentare costantemente un' arte marziale a contatto pieno, accettando i lividi, gli infortuni e lo sviluppo di quell'aggressività (istinto omicida) che poi sarà la chiave vincente in una situazione estrema.

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