mercoledì 1 gennaio 2014

Salawaku

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Il salawaku è uno scudo tradizionale indonesiano, originario delle Isole Molucche. La denominazione salawaku è tipica delle lingue tidore e pagu, mentre in galela è detto ma dadatoko, salwake, saluwaku o salawako, in loloda è chiamato salewaku-mu, in madole hawau-mu, in buru emuli e in tobelo o dadatoko.

Descrizione
Il salawaku è un lungo scudo in legno la cui forma ricorda quella di una clessidra ed è interamente intagliato da un unico pezzo di legno, compreso il manico. La parte superiore e quella inferiore sono più larghe, mentre la parte centrale è più stretta. La superficie esterna è convessa, e può essere arrotondata o a forma di "V", con la parte centrale leggermente prominente. Lo scudo è inoltre leggermente curvato anche verticalmente. Nella parte posteriore è presente un'alta nervatura verticale lunga quanto l'intero scudo; nella parte centrale essa diventa l'impugnatura. Lo scudo è dipinto di nero con fuliggine e succhi vegetali ed è intarsiato con madreperla e frammenti di terracotta, e può essere ornato con simboli kakean (usati da società segrete) o altri ornamenti.

Cultura
Lo scudo rappresenta un corpo umano e le decorazioni corrispondono a certe parti; la parte superiore simboleggia la testa, quella inferiore le gambe. La nervatura posteriore rappresenta la spina dorsale e, appena al di sotto dell'impugnatura, la laringe. Gli intarsi simboleggiano gli occhi, e il loro numero varia a seconda del numero di nemici uccisi dagli antenati. Il salawaku è anche parte dei doni di matrimonio dello sposo, e viene usato nel cakalele, una danza di guerra, o nell'hoyla, una danza praticata durante i matrimoni tradizionali dai Tobeloresi. Durante il cakalele, il salawaku viene portato con la mano sinistra mentre nella destra i danzatori stringono una lancia o una spada, come anche nella hasa, un'altra danza rituale praticata solo da uomini, che in questo caso portano nella mano destra una sorta di machete in legno detto barakas.

Impiego
Il termine salawaku significa "protezione" o "repellenza" in riferimento al potere soprannaturale esercitato dagli antenati, o anche "mancare e prendere". Quest'espressione designa una tecnica con cui il difensore disarma l'avversario dopo che la sua arma si è piantata nello scudo. Il salawaku non è solo un'arma difensiva, ma grazie alla sua peculiare forma stretta e allungata può essere facilmente usato per infliggere colpi con i bordi affilati e con gli angoli. Lo scudo deve essere lungo meno di due braccia per evitare che l'estremità vada a colpire il mento di chi lo utilizza e per evitare che delle lacrime possano cadervi, poiché secondo la tradizione coraggio e tristezza devono rimanere separati.




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