domenica 2 aprile 2017

Atarashii Naginata

Due praticanti di naginata mentre eseguono un kata
L'Atarashii Naginata è un'Arte marziale giapponese, nata come sintesi di varie tecniche presenti in Giappone
per quanto riguarda l'utilizzo di questa arma.
La sua codificazione, è simile a quello che il Kendo ha avuto nella sua origine per la Katana, traendo origine dalle scuole tradizionali di Kenjutsu. Tale processo avvenne per la Naginata nel 1955 a opera di un'associazione, la Zen Nihon Naginata Renmei, che ne creò le basi (Kihon), i kata, e i regolamenti. In Italia fa riferimento alla C.I.K., confederazione italiana Kendo, insieme al Jodo allo Iaido e, appunto, al Kendo.


Pratica

La Naginata è un'arma lunga, simile ad un'alabarda, consistente in un'asta di legno alla cui sommità è posta una lama. Differisce da una lancia poiché la lama è proporzionalmente molto più lunga della punta di una lancia, ed ha la forma ricurva tipica delle spade giapponesi. In questo senso in alcune scuole essa è vista come la sintesi tra un bastone ed una spada.
Nella pratica dell'Atarashii Naginata, si utilizzano una versione interamente di legno, ed una versione più leggera con asta di legno e punta composta da due listelli di bamboo. Come nel Kendo, la differenza tra le due versioni dell'arma è dovuta al diverso utilizzo: la versione di legno per i kata (come nel Kendo viene usato il Bokken), e la versione "leggera" per il combattimento libero in armatura (come nel Kendo viene usato lo Shinai).
I praticanti utilizzano come abbigliamento un'Hakama (i pantaloni tradizionali giapponesi) blu o nero, e un gi simile a quello del Kendo ma a maniche corte, di colore bianco.



Praticanti di naginata in bogu (senza Men)



I Kata codificati sono 8, e rappresentano stilizzate forme di combattimento preordinato a coppie, in cui un attaccante prova a colpire il suo avversario, che para e contrattacca. L'armatura (bogu) dell'Atarashii Naginata è analoga a quella del Kendo: un elmo (Men), che protegge la testa la gola e le spalle; un corpetto rigido (Do); un gonnellino (Tare); dei guanti (Kote) leggermente diversi da quelli del Kendo, poiché suddivisi in tre parti anziché in due; dei parastinchi (Sune-ate), che invece nel Kendo sono del tutto assenti.



Competizioni

Esistono competizioni di due tipi: Engi e Shiai.
Le prime sono gare a coppie in cui si è valutati in base alla forma con cui vengono rappresentati i Kata.
I secondi sono invece veri e propri combattimenti liberi in armatura, in cui è lecito colpire solo Men, Sune, Kote, Do e Tsuki ("gola"), secondo la filosofia del ki-ken-tai-icchi, il colpo cioè deve essere portato con l'arma (ken, lett. la spada), ma anche con i movimenti giusti (Tai) e lo spirito (Ki). A tal fine, i combattenti per vedere ottenuto il punto (che deve venire convalidato da tutti e tre gli arbitri), devono colpire emettendo kiai, un urlo che manifesta appunto la volontà di inferire il colpo. Il combattimento termina una volta ottenuti due punti da parte di uno dei due contendenti, oppure scaduto il tempo limite oltre il quale gli arbitri esprimono un giudizio complessivo di merito.


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