lunedì 17 aprile 2017

Saitō Musashibō Benkei

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Saitō Musashibō Benkei (西塔 武蔵坊 弁慶), meglio conosciuto semplicemente come Benkei (弁慶), (1155 – 15 giugno 1189) è stato un monaco buddhista e militare giapponese.

Biografia

La sua storia è stata tramandata nella leggenda e nella tradizione popolare, soprattutto attraverso il teatro Nō e Kabuki, ed è ormai impossibile distinguere la verità storica dal mito.

L'infanzia

Le varie tradizioni pervenuteci descrivono la nascita di Benkei nei modi più disparati. Secondo una suo padre era a capo di un tempio e avrebbe stuprato sua madre, la figlia di un fabbro. Secondo un'altra sarebbe stato figlio di un kami. Molto spesso viene descritto con tratti demoniaci, un bambino mostruoso con capelli scompigliati e lunghi denti aguzzi. Secondo una tradizione da bambino venne soprannominato Oniwaka (鬼若 "bambino oni").
Entrò in monastero in tenera età, e viaggiò molto tra i vari monasteri buddhisti del Giappone antico. In questo periodo, i monasteri erano anche importanti centri di amministrazione e cultura, e soprattutto delle vere e proprie potenze politiche e militari. Come molti altri monaci, scelse di ricevere un addestramento militare e di diventare un sōhei, un monaco combattente. Fu probabilmente addestrato nell'uso della naginata, che molte tradizioni gli attribuiscono come arma.
A diciassette anni, pare che fosse robusto e alto più di due metri: a quest'età lasciò il monastero e si unì agli yamabushi, i monaci itineranti di montagna, e indossò il loro caratteristico mantello nero, nel quale è ritratto in molte stampe giapponesi.

Lo scontro sul ponte di Gojo


Lo scontro sul ponte di Gojo, in un dipinto di Utagawa Kuniyoshi (1798-1861).



Ad un certo punto della sua vita, Benkei si appostò sul ponte di Gojo (五条大橋 Gojō-ōhashi), a Kyoto, dove sfidava a duello chiunque volesse attraversarlo, e dopo aver vinto gli sottraeva la propria arma. Secondo una tradizione, egli aveva chiesto a Kokaji Munenabu, un famoso armaiolo, di costruirgli un'armatura, e questi aveva accettato a patto che Benkei gli portasse mille spade. Sarebbe arrivato a collezionarne novecentonovantanove quando il giovane Yoshitsune Minamoto attraversò il ponte. Sconfitto in duello per la prima volta, e da un avversario molto più giovane (aveva quattro anni in meno) e fisicamente più debole di lui, Benkei gli giurò eterna fedeltà e lo seguì. Yoshitsune era l'ultimo figlio del signore della guerra Minamoto no Yoshitomo.
Al fianco del suo signore Yoshitsune, Benkei combatté la guerra Genpei contro il clan Taira. Le gesta di Yoshitsune e Benkei sono raccontate in toni epici, e a Yoshitsune le tradizioni popolari attribuiscono il merito della gran parte delle vittorie del clan Minamoto, e in particolare nella battaglia di Dan-no-ura.

La famosa morte in piedi

Dopo il trionfo sui Taira, secondo le leggende Yoritomo, il fratello maggiore di Yoshitsune, vide la fama di Yoshitsune come una minaccia, e diede ordine di ucciderlo. Nei due anni che seguirono, Benkei e Yoshitsune dovettero fuggire dagli uomini di Yoritomo, e furono infine circondati nel castello di Koromogawa. Mentre Yoshitsune si ritirava all'interno per compiere seppuku, Benkei tenne impegnati gli assalitori sul ponte d'ingresso al castello. Fu bersagliato di frecce, e in molti attraversarono il ponte per combatterlo, ma Benkei ebbe ragione di tutti. I soldati cominciarono ad avere paura di affrontarlo, ed aspettarono dall'altra parte del ponte che egli cedesse sotto il peso delle ferite subite.
Quando infine gli uomini attraversarono di nuovo il ponte, scoprirono che Benkei era già morto da qualche tempo, ma che non aveva cessato di rimanere nella sua posizione, consentendo così al suo signore di guadagnare il tempo necessario. Questo episodio è noto come la "Morte in piedi di Benkei" (弁慶の立往生 Benkei no Tachi Ōjō).





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