Kunoichi (くの一
Kunoichi)
è un termine che indica un ninja di sesso femminile o una praticante
del ninpō. Erano spie, ladre, assassine e sabotatrici e agivano in
segreto. Una donna ninja non solo destava meno sospetti di un uomo,
ma aveva anche la possibilità di tentare di sedurre personaggi
influenti per ottenere informazioni oppure al fine di assassinarli in
tranquillità nel sonno.
Etimologia
Si pensa che il termine derivi dal nome
dei kana che ricordano i tre tratti che compongono il kanji 女
(onna, «donna»); nell'ordine in cui si scrivono,
sono: く (ku), ノ
(no), 一 (ichi),
che formano appunto il carattere 女.
La scrittura "くノ一"
include un carattere di ciascuno dei tre sistemi di scrittura
giapponesi: prima hiragana, poi katakana e infine kanji. Mentre
hiragana e kanji possono essere utilizzati nella stessa parola, in
genere il katakana non può apparire insieme agli altri; ci sono
alcune eccezioni, per esempio ゴミ箱
(gomibako, «bidone della spazzatura») e 消しゴム
(keshigomu, «gomma da cancellare»). Ku No Ichi significa
letteralmente "uno dei nove", a sottolineare che nel Clan
Ninja l'elemento femminile aveva pari dignità a tutti gli altri,
mentre non era così nella cultura dominante nel Giappone feudale.
Addestramento Kunoichi
Al contrario di molte rappresentazioni,
le vere kunoichi non venivano addestrate con i ninja. Il loro
addestramento si specializzava nel travestimento, sull'uso dei veleni
e, soprattutto, sulla seduzione, sfruttando la loro femminilità a
proprio vantaggio. Veniva loro insegnato il combattimento
ravvicinato, piuttosto che l'uso di armi a distanza, ed attaccavano
corpo a corpo solamente quando venivano scoperte.
Il loro travestimento ruotava
solitamente intorno alle figure della geisha, prostituta, animatrice,
chiromante e indovina, e cercavano di essere più vicine possibile
alla vittima, che dopo aver sedotto, avvelenavano. Le kunoichi
nascondevano le loro armi all'interno dei loro travestimenti, come
gli aghi avvelenati nelle acconciature. Erano anche addestrate
nell'usare oggetti comuni come armi, per esempio usare le loro scarpe
di legno per fratturare ossa, nascondere una lama nel loro ventaglio
o usare un ombrello come uno scudo.
L'arma da loro più usata era il
neko-te, delle unghie metalliche che venivano poste sulle dita
e legate tramite dei nastri di pelle. Venivano spesso bagnate con del
veleno, per poi lacerare gli occhi del malcapitato.
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