Il giardino cinese (中國園林,
中国园林,
Zhōngguó yuánlín) è un giardino di carattere
paesaggistico che si è evoluto nel corso di 3000 anni. Esso infatti
ricrea un paesaggio in miniatura idealizzato e si propone di
esprimere l'armonia che dovrebbe esistere fra l'uomo e la natura. Le
rocce vengono scolpite come se fossero erose dagli agenti
atmosferici, gli alberi vengono ridotti di taglia per esser inseriti
in contesti più ristretti, si ricreano artificialmente quegli
equilibri visivi che si hanno in natura.
Inoltre il tipico giardino cinese è
cinto e diviso in settori da muraglioni, include bacini, rocce,
alberi e fiori oltre che a un assortimento di sale e padiglioni posti
in dei punti precisi di contemplazione visiva, collegati fra loro da
sentieri tortuosi, ponti e gallerie a zigzag. Spostandosi di
struttura in struttura si possono vedere una serie di scene
accuratamente composte, come se si srotolasse un rotolo pittorico
raffigurante un paesaggio.
I giardini sorsero sia per il piacere o
per impressionare, come nei grandi giardini imperiali; per rilassarsi
e fuggire dal mondo reale, come nei giardini più intimi creati da
poeti, studiosi, ex funzionari governativi, soldati e mercanti; sia
per la riflessione e preghiera, dunque un contatto con la natura e il
creatore, come nei dei templi.
Storia
Origini
I primi giardini cinesi di cui si hanno
notizia, sono quelli che sorsero nella valle del Fiume Giallo durante
la dinastia Shang (1600-1046 a.C.). Si presentavano come grandi
parchi chiusi dove i re e i nobili cacciavano selvaggina, o dove
venivano coltivate frutta e verdure.
Le prime iscrizioni di questo periodo,
scolpite su gusci di tartaruga, presentano tre caratteri cinesi per
giardino, You, Pu e Yuan. You era concepito come
un giardino reale dove venivano tenuti gli uccelli e gli animali;
mentre pu era un giardino per le piante. Durante la dinastia Qin
(221-206 a.C.), yuan divenne il prototipo per tutti i giardini
cinesi. Il più antico esempio dello stile yuan (園)
è una piccola immagine di un giardino. Inscritto in un quadrato, che
può rappresentare un muro, porta dei simboli che possono costituire
la pianta di una struttura; una piccola piazza che simboleggia uno
stagno, e un simbolo per una piantagione o un albero di melograno.
Un famoso giardino reale della dinastia
Shang era la Terrazza, lo Stagno e il parco dello
Spirito (Lingtai, Lingzhao Lingyou) costruiti dal re Wén
Wáng di Zhou (1099-1050 a.C.) a ovest della sua capitale, Yin. Il
parco è stato descritto nella celebre Shijing in questo modo:
«L'imperatore fa la sua
passeggiata nel parco dello Spirito,
I cervi sono inginocchiati sull'erba, nutrendo i loro cerbiatti, I cervi sono belli e splendenti. Le gru immacolate hanno piume di un bianco brillante. L'imperatore fa la sua passeggiata al laghetto dello Spirito, L'acqua è piena di pesci, che guizzano.» |
Un altro antico giardino reale era
Shaqiu (沙丘,
Shāqiū), o delle Dune di Sabbia, costruito
dall'ultimo sovrano Shang, Di Xin (1075-1046 a.C.). Era composto da
una terrazza di terra, o Tai, che serviva come una piattaforma
di osservazione al centro di un grande parco. Venne descritto in uno
dei primi classici della letteratura cinese, lo Shiji. Secondo lo
Shiji, una delle caratteristiche più famose di questo giardino era
il Lago di Vino e la Foresta di Carne, dove un bacino
rivestito da lucide pietre ovali marine, abbastanza grande per
diverse piccole imbarcazioni, venne costruito alla base del Castello,
per poi esser stato riempito con del vino. Al centro vi era un'isola
dove vennero piantati degli alberi ai quali rami vennero appesi
spiedini di carne arrostita. Di Xin e i suoi cortigiani e concubine
andavano alla deriva con le loro barche, bevendo il vino con le loro
mani e mangiando la carne arrostita dagli alberi. Più tardi filosofi
e storici cinesi citarono questo giardino come un esempio di
decadenza e di cattivo gusto.
Durante il Periodo delle primavere e
degli autunni (722 a.C. al 481 a.C.), il re Lì Wáng della Dinastia
Zhou costruì nel 535 a.C. la Terrazza di Shanghua, con
palazzi riccamente decorati. Nel 505 a.C. si iniziò la costruzione
di un altro giardino ancor più elaborato, la Terrazza del Gusu,
situato sul fianco di una montagna, comprendeva una serie di terrazze
collegate da gallerie, e un lago dalle barche a forma di draghi blu.
Dalla terrazza più alta la vista si estendeva fino al Tai Hu, il
Grande Lago.
La leggenda dell'Isola degli Immortali
Un'antica leggenda cinese ha giocato un
ruolo importante nella creazione dei primi giardini. Nel IV secolo
a.C. un racconto dello Shan Hai Jing, o Libro dei monti e dei
mari, ha descritto un picco chiamato Monte Penglai situato su una
delle tre isole all'estremità orientale del Mare di Bohai, tra la
Cina e la Corea, residenza degli Otto Immortali. Si raccontava che su
questa isola vi sorgevano palazzi d'oro e d'argento, con gioielli
sugli alberi. Non c'era dolore, né inverno, bicchieri di vino e
ciotole di riso erano sempre pieni, e la frutta, se mangiata,
concedeva l'immortalità.
Nel 221 a.C. Ying Zhèng, il re di Qin,
conquistò i suoi rivali e unificò la Cina in un impero. Venuto a
conoscenza della leggenda delle isole inviò subito degli emissari
alla ricerca del luogo per riportare l'elisir dell'immortalità;
senza successo. Allora nel suo palazzo nei pressi della sua capitale,
Xianyang, creò un giardino con un grande lago chiamato Lanchi
gong, "Lago delle orchidee", dal quale sorgeva un'isola
dove ricreò la replica del monte Penglai, a simboleggiare la sua
ricerca del paradiso. Dopo la sua morte, il suo impero cadde nel 206
a.C. e la sua capitale e il giardino andarono completamente
distrutti. Tuttavia la leggenda continuò a ispirare molti giardini
cinesi.
Dinastia Han
Con l'avvento della nuova Dinastia Han
(206 a.C.-220 d.C.), una nuova capitale venne fondata a Chang'an, e
l'imperatore Han Wudi costruì un nuovo giardino imperiale che univa
le caratteristiche dei giardini botanici e zoologici, nonché i
tradizionali terreni di caccia . Ispirato da un'altra versione del
classico cinese sulle isole di Immortali, chiamato Liezi, o Libro
del Vuoto Perfetto, creò un grande bacino artificiale, il Lago
dell'Essenza Suprema, con tre isole artificiali al centro a
rappresentare le tre isole degli Immortali. Il parco venne poi
distrutto, ma il suo ricordo continuerà ad ispirare il disegno dei
giardini cinesi per secoli.
Un altro notevole giardino del periodo
Han era quello del generale Liang-Ji, costruito sotto l'imperatore
Shundi (125-144 d.C.) utilizzando la sua fortuna accumulata durante i
20 anni di servizio alla corte imperiale. Liang-Ji fece costruire un
immenso giardino paesaggistico con montagne artificiali, gole e
foreste, pieno di uccelli rari e animali selvatici addomesticati. Fu
uno dei primi giardini che ha cercato di ricreare la natura,
idealizzata.
I giardini dei poeti e degli studiosi
Dopo la caduta della dinastia Han
iniziò in Cina un lungo periodo di instabilità politica. Il
buddismo fu introdotto già nel 64 dall'imperatore Ming Di (57-75
d.C.), e si diffuse rapidamente, tanto che nel 495, nel periodo
Dinastie del Nord e del Sud, la città di Luoyang, capitale della
dinastia Wei del Nord, contava oltre 1.300 templi e ciascuno di essi
dotati del suo piccolo giardino.
Durante questo periodo, molti funzionari di governo lasciarono la
corte e costruirono dei giardini dove potevano sfuggire al mondo
esterno e concentrarsi sulla natura e la letteratura. Un esempio è
il Jingu Yuan, o "Giardino della Valle d'Oro",
costruito nel 296 a una decina di chilometri a nord-est di Luoyang da
Shi Chong (249-300 dC), un aristocratico ed ex funzionario di corte.
Shi Chong invitò una trentina di famosi poeti a un banchetto nel suo
giardino, e descrisse l'evento stesso:
«Posseggo casa di campagna
nel torrente della Valle d'Oro ... dove c'è una sorgente di acqua
pura, una rigogliosa foresta, alberi da frutto, bambù, cipressi e
piante officinali. Ci sono campi, duecento fra pecore, polli,
maiali, oche e anatre ... C'è anche un mulino ad acqua, un stagno
con pesci, grotte, e tutto per distrarre lo sguardo e compiacere
il cuore .... Con i miei amici letterati, abbiamo passeggiato
giorno e notte, banchettato, scalato la montagna per vedere il
paesaggio, e ci siamo seduti lungo il torrente.»
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Il poeta e calligrafo Wang Xizhi
(307-365) scrisse nella sua eccellente calligrafia Lanting Xu,
Prefazione al poema del padiglione delle orchidee,
l'introduzione del celebre libro La raccolta del padiglione delle
orchidee, dove racconta di una seduta poetica tenutasi nel ritiro
di campagna detto appunto Padiglione delle Orchidee e ne
registrò le poesie:
«questo
parco aveva un ruscello serpeggiante, dove Wang Xizhi aveva
riunito un gruppo di famosi poeti facendoli sedere accanto al
ruscello. Poi mise delle coppe di vino nel flusso lasciandoli
galleggiare. Se la coppa si fermava accanto a uno dei poeti,
quest'ultimo era costretto a bere e poi a comporre una poesia. Il
Liubei tang, "Giardino della Coppa galleggiante'",
con piccoli padiglioni e sinuosi ruscelli artificiali, divenne
estremamente popolare sia nei giardini imperiali che in quelli
privati.
Il Padiglione delle Orchidee ispirò anche l'imperatore Sui
Yangdi (604-617) per costruire il suo nuovo giardino imperiale, il
Giardino dell'Ovest, vicino a Hangzhou. Il giardino era
incentrato proprio su un torrente tortuoso atto a far galleggiare
le coppe di vino e dotato di padiglioni per la scrittura di
poesie. Egli utilizzò il parco anche per eventi teatrali; e fece
fluttuare piccole imbarcazioni con figure animate che illustravano
la storia della Cina.»
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Dinastia Tang
La dinastia Tang (618-907) è stata
considerata come la prima Epoca d'oro del giardino classico cinese.
L'imperatore Xuan Zong fece costruire un magnifico giardino
imperiale, il Giardino del Maestoso Lago Limpido, vicino a
Chang'an, dove ha vissuto con la sua famosa concubina Yang Guifei,
che governava il palazzo e l'imperatore.
Pittura e poesia raggiunsero un livello
mai visto prima, e nuovi giardini, grandi e piccoli, riempirono la
capitale, Chang'an. I nuovi giardini erano ispirati alle leggende
classiche e poesie. C'erano Shanchi yuan, giardini con
montagne e stagni artificiali, ispirati alla leggenda delle isole di
immortali, e Shanting yuan, giardini con repliche di montagne
e padiglioni. Anche le residenze ordinarie avevano dei piccoli
giardini nei loro cortili, con le montagne di terracotta e piccoli
stagni.
Questi giardini classici cinesi, o
Wenren yuan, giardini degli studiosi, si sono ispirati, e, a
sua volta ispirarono, la poesia classica cinese e la pittura. Un
esempio notevole fu il Giardino della Valle del Jante del
poeta-pittore e funzionario Wang Wei (701-761) che acquistò la villa
in rovina di un poeta vicino alla foce di un fiume, su un lago. Vi
creò una ventina di piccole scene di paesaggistiche: il Giardino
delle Magnolie, dei Salici ondeggianti, il chiosco nel cuore dei
bambù, la primavera della polvere d'oro, e lil padiglione sul lago.
Scrisse una poesia per ogni scena del giardino e commissionò un
famoso artista, di dipingere le scene del giardino sulle pareti della
sua villa. Dopo il ritiro dal governo, Wang Wei, passò il tempo
facendo escursioni in barca sul lago, suonando la Cetra e scrivendo e
recitando poesie.
Durante la dinastia Tang, inoltre, la
coltivazione delle piante raggiunse un livello avanzato. Vennero
introdotte essenze attraverso varie vie: la naturalizzazione,
l'addomesticamento, trapianto, e l'innesto. Le proprietà estetiche
delle piante vennero evidenziate, e numerosi libri sulla
classificazione e coltivazione delle piante vennero pubblicati.
L'allora capitale, Chang'an, era una città cosmopolita, piena di
diplomatici, mercanti, pellegrini, monaci e studenti, che portavano
le descrizioni dei giardini in tutta l'Asia. La prosperità economica
della Dinastia Tang ha portato alla crescente costruzione di giardini
classici attraverso tutta la Cina.
L'ultima grande creazione del giardino
della Dinastia Tang fu il Pingquan Shanzhuang, "Borgo
della Montagna delle Primavere Serene", costruito a est della
città di Luoyang da Li Deyu, Gran Ministro dell'Impero. Il giardino
era enorme, con oltre un centinaio di padiglioni e strutture,
soprattutto famoso per la sua collezione di rocce e piante esotiche,
che raccolse in tutta la Cina. Le rocce dalle forme insolite,
conosciute come "Pietre degli studiosi cinesi", erano
sempre più selezionate per rappresentare la parte di una catena
montuosa o di una montagna all'interno di una scena del giardino. A
poco a poco divenne una caratteristica essenziale del giardino
cinese.
Dinastia Song
La Dinastia Song (960-1279), divisa nei
due periodi "Song settentrionali" e "Song meridionali"
a seguito dell'invasione degli Jurchen, erano entrambi noti per la
costruzione di famosi giardini. L'imperatore Hui Zong (1082-1135) fu
un pittore di uccelli e fiori. Studioso egli stesso, integrò gli
elementi del giardino degli studiosi nel suo grande giardino
imperiale. La sua prima creazione fi il cosiddetto Bacino della
Chiarezza d'Oro nella sua capitale Kaifeng. Si componeva di un
lago artificiale circondato da terrazze e padiglioni, venne
inaugurato in primavera con regate e spettacoli sul lago. Nel 1117
curò personalmente la costruzione di un nuovo giardino, ricco di
piante esotiche e pittoresche rocce importate da tutto l'impero, in
particolare le rocce pregiate del Tai Hu. Alcune delle rocce erano
così grandi che per permettere il loro trasporto via acqua sul Gran
Canale, dovette distruggere tutti i ponti tra Hangzhou e Pechino. Al
centro del suo giardino aveva costruito una montagna artificiale alta
un centinaio di metri, con scogliere e anfratti, che chiamò Genyue,
o "Montagna della Stabilità"." Il giardino fu
terminata nel 1122, ma nel 1127 l'imperatore Huizong fu costretto a
fuggire quando la sua capitale venne attaccata dagli eserciti della
dinastia Jīn. Al suo ritorno, il suo giardino era completamente
distrutto, tutti i padiglioni bruciati e le opere d'arte
saccheggiate. Solo la montagna era rimasta.
Certamente i giardini imperiali erano i
più noti, ma innumerevoli giardini minori, altrettanto suggestivi,
sorsero nelle città cinesi. A Luoyang per esempio si ricordano il
Giardino del Monastero dei governanti celesti, conosciuto per
le sue peonie, che attiravano tutta la popolazione al momento della
loro fioritura; il Giardino delle molteplici Primavere,
apprezzato per la sua vista sulle montagne. Il più famoso di Luoyang
era il Dule Yuan, "Giardino della Gioia Solitaria",
costruito dal poeta e storico Sima Guang (1021-1086) con superficie
di otto mu, circa 1,5 ettari. Al centro sorgeva il "Padiglione
dello Studio", la cui biblioteca conteneva cinquemila volumi; a
nord vi era un lago artificiale con una piccola isola e un pittoresco
villaggio di capanne di pescatori; a est un orto di erbe medicinali,
e ad ovest una montagna artificiale con un Belvedere alla sommità
sui quartieri circostanti. Qualsiasi passante poteva visitarlo
pagando una piccola somma.
Dopo la sconfitta dell'imperatore Hui
Zong, la capitale della dinastia Song fu trasferita a Lín'ān
(l'odierna Hangzhou), che ben presto si coprì di più di una
cinquantina di giardini costruiti sulle rive del Lago dell'ovest.
L'altra città famosa della provincia per i suoi giardini era
Pingjiang (l'odierna Suzhou), dove molti studiosi, funzionari
governativi e mercanti costruirono residenze con giardino. Alcuni di
questi giardini esistono ancora oggi, anche se la maggior parte
vennero molto alterati nel corso dei secoli. Il più antico giardino
di Suzhou ancora esistente è il Cāng Làng Tíng,
"Padiglione delle Onde che irrompono", costruito nel 1044
dal poeta Su Shunqing come un padiglione di osservazione sulla
collina. Altri padiglioni intorno lago vennero aggiunti man mano. Nel
corso dei secoli è stato molto modificato, ma conserva ancora il suo
piano essenziale.
Un altro giardino sopravvissuto della
dinastia Song è il Wǎngshī Yuán, Giardino del Maestro
delle Reti di Suzhou, creato nel 1141 da Shi Zhengzhi, Vice Ministro
del governo dei Song meridionali. Possedeva una biblioteca, la "Sala
dei Diecimila volumi" e un giardino adiacente chiamato "Ritiro
dei Pescatori". Ampiamente rimaneggiato tra il 1736 e il 1796,
rimane tuttavia uno dei migliori esempi di giardino degli studiosi
della dinastia Song.
Nella città di Wuxi, sul bordo del Tai
Hu e ai piedi di due montagne, sorgevano trentaquattro giardini in
epoca Song, come registrato dallo storico Zhou Mi (1232-1308). I due
più famosi giardini erano il Bei Yuán, "Giardino del
Nord", e il Nan Yuán, "Giardino del Sud",
entrambi appartenenti a Shen Dehe, Gran ministro all'Imperatore
Gāozōng (1131-1162). Il primo era un classico giardino con laghetti
affacciato sulle montagne (Shanshui); aveva un lago con
un'isola dell'Immortalità (Penglai dao), sulla quale
spuntavano tre grandi macigni portati dal Tai hu. Il Giardino del Sud
era un giardino acquatico, con cinque grandi laghi collegati al lago
Tai hu. Una terrazza permetteva una splendida vista sul lago e sulle
montagne.
Dinastia Yuan
Nel 1271 Kublai Khan, condottiero
mongolo, si affacciò in Cina, dove nel 1279 annientò l'ultima
resistenza dei Song. Unificò la Cina e stabilì la Dinastia Yuan
(1279-1368) fondando la nuova capitale a Dadu (grande capitale), sul
sito dell'odierna Pechino.
Il più famoso giardino della dinastia
Yuan è quello che venne realizzato da Kublai Khan per la sua
residenza estiva di Xanadu. Il viaggiatore veneziano Marco Polo
avrebbe visitato Xanadu intorno al 1275, e descrisse il giardino in
questo modo:
«E atorno a questo palagio
è uno muro ch'è grande 15 miglia, e quivi àe fiumi e fontane e
prati assai. E quivi tiene lo Grande Kane di molte fatte bestie,
cioè cerbi, dani e cavriuoli, per dare mangiare a' gerfalchi e a'
falconi ch'egli tiene in muda: in quello lugo egli v'à bene 200
gerfalchi. Egli medesimo vuole andare bene una volta ogne
settimana (a vedere). E più volte quando 'l Grande Kane vae per
questo prato murato, porta uno leopardo in sulla groppa del
cavallo; e quando egli vuole fare pigliare alcuna di queste
bestie, lascia andare lo leopardo, e 'l leopardo la piglia e falla
dare agli suoi gerfalchi ch'egli tiene in muda; e questo fae per
suo diletto.»
|
Quando fondò la sua nuova capitale a
Dadu, Kublai Khan ampliò i laghi artificiali del ‘' Běihǎi
Gōngyuán'’, il Parco Beihai, già creati un secolo prima dalla
Dinastia Jīn, e costruì l'isola di ‘'Qióng-huá'’, alta fino a
32 metri sul livello del lago, creando un forte contrasto tra le
banchine curve del lago e dei giardino e la geometria rigorosa di ciò
che più tardi divenne la Città Proibita di Pechino. Questo
contrasto è ancora oggi visibile.
Nonostante l'invasione mongola, il
giardino classico cinese, dei Poeti e degli Studiosi, ha continuato a
fiorire in altre parti della Cina. Un ottimo esempio è lo Shizi
Lin, La "Foresta dei Leoni" di Suzhou che, costruito
nel 1342, prese nome dalla raccolta delle fantastiche e grottesche
rocce provenienti dal Lago Tai, le quali assomigliavano a teste di
leone. Più tardi gli imperatori Kangxi e Qianlong, della dinastia
Qing, visitarono il giardino più volte, e lo presero come modello
per il proprio giardino estivo, il Giardino della Perfezione e
dello Splendore, a Bìshǔ Shānzhuāng, Località montana
di Chengde.
Nel 1368, le forze di Zhu Yuanzhang
presero Dadu dai Mongoli e rovesciarono gli Yuan, installando la
celebre dinastia Ming che durò per ben tre secoli. Zhu Yuanzhang
ordinò di bruciare tutti i palazzi degli Yuan a Dadu.
Dinastia Ming
Il più famoso giardino esistente dalla
dinastia Ming (1368-1644) è il Giardino dell'Umile Amministratore a
Suzhou. Costruito durante il regno dell'imperatore Zhengde
(1506-1521) da Wang Xianchen, un amministratore di governo che
ritiratosi dal servizio si dedicò al suo giardino. Venne molto
modificato nel corso del tempo, ma la parte centrale è sopravvissuta
secondo l'impianto originale: un grande stagno pieno di fiori di
loto, circondato da strutture e padiglioni progettati come punti di
vista sul lago e i giardini. Inoltre fa un buon uso del principio
Jiejing, la "vista in prestito", inquadrando con
cura e attenzione la vista sulle montagne circostanti e su una pagoda
in lontananza.
Di quest'epoca è anche il Giardino del
Mandarino Yu a Shanghai, commissionato dall'ufficiale Pan Yu nel XVI
secolo al celebre architetto-paesaggista Zhang Nayang. Vero
microcosmo in cui piante, animali e minerali convivono, è ricco di
più di 30 padiglioni e presenta tutte le caratteristiche del tipico
giardino cinese; è diviso da mura dove qui prendono le sembianze di
un drago serpeggiante.
Un altro giardino esistente dalla
dinastia Ming è il Liú Yuán, "Giardino
dell'Indugiare", sempre a Suzhou, costruito durante il regno
dell'imperatore Wanli (1573-1620). Si sviluppa intorno a un
camminamento coperto che serpeggia per 700 metri, collegando i punti
di vista più interessanti. Durante la dinastia Qing vi vennero
aggiunte dodici alte rocce calcaree a simboleggiare le montagne, la
più pittoresca delle quali era il cosiddetto Picco della Nube
promettente, diventato un elemento centrale del giardino.
Il celebre giardiniere-paesaggista
cinese Ji Cheng, autore di numerosi giardini, scrisse fra il 1631 e
il 1634 lo Yuanye, un manuale di creazione del giardino
classico cinese.
Dinastia Qing
La dinastia Qing (1644-1912) l'ultima
della Cina ha continuato l'arte dei giardini. I più famosi di questo
periodo furono quelli del Palazzo d'Estate e dell'Antico Palazzo
d'Estate, sulla Collina della Longevità, vicino a Pechino.
Entrambi i giardini sono diventati i simboli del lusso e della
raffinatezza, e sono stati ampiamente descritti da visitatori
europei.
Padre Jean-Denis Attiret, gesuita
francese che divenne pittore di corte per l'imperatore Qianlong
1738-1768, descrisse la Terrazza di Giada dell'Isola
dell'Immortalità nel lago del Palazzo d'Estate:
«Ciò che è un vero
gioiello è una roccia o isola ... che è nel mezzo di questo
lago, su cui è costruito un piccolo palazzo, che contiene un
centinaio di camere e saloni ... di una bellezza e di un gusto che
non sono in grado di esprimervi. La vista è ammirevole ...»
|
La loro costruzione e modifiche
consumarono gran parte del tesoro imperiale. Infatti, come
comunemente noto, l'Imperatrice vedova Cixi dirottò i fondi
destinati alla modernizzazione della flotta Pei-yang per ripristinare
il Palazzo d'Estate e la singolare casa da tè di marmo a forma di
barca del lago Kunming. Sia il Palazzo d'Estate che l'Antico Palazzo
d'Estate furono distrutti durante la rivolta dei Boxer e da una
spedizione punitiva delle forze armate europee durante il XIX secolo,
ma ora è in corso il loro restauro.
Oltre ai palazzi sulla Collina della
Longevità gli imperatori Qing costruirono tra il 1703 e il 1792
un nuovo complesso di giardini e palazzi in montagna, a 200
chilometri a nord-est di Pechino, per sfuggire alla calura estiva
della capitale. Venne chiamato Bìshǔ Shānzhuāng
letteralmente: "luogo di soggiorno montano per evitare il caldo"
e oggi noto come Località montana di Chengde. Occupava 560 ettari,
con settantadue viste paesaggistiche separate che ricreavano paesaggi
in miniatura di diverse parti della Cina Questo parco è
sopravvissuto relativamente intatto.
Fra i giardini dei letterati ancora
esistenti risalenti a tale periodo vi sono il Ǒu Yuán,
"Giardino del ritiro della coppia" (1723–1736), e il
Tuìsī Yuán, "Giardino del ritiro e della riflessione"
(1885), entrambi a Suzhou.
Caratteristiche ed elementi
Un giardino cinese è stato concepito
per essere scoperto poco a poco e non essere visto tutto in una
volta. il progetto di un giardino classico cinese si presenta al
visitatore con una serie di scorci perfettamente composti e
incorniciati di paesaggi; una vista su uno stagno, o su una roccia,
su un boschetto di bambù, su un albero in fiore, o uno scorcio su
una montagna o una pagoda distanti. Lo scrittore e filosofo cinese
del XVI secolo Ji Cheng istruì i costruttori di giardini su come
"nascondere il volgare e comune e risaltare l'eccellente e lo
splendore".
Alcuni dei primi visitatori visitatori
occidentali dei giardini imperiali cinesi li vedevano caotici,
affollati di edifici in stili diversi, senza alcun ordine apparente.
Ma il sacerdote gesuita Jean Denis Attiret, che ha vissuto in Cina
dal 1739 divenendo pittore di corte di Qianlong, osservò che c'era
un "bel disturbo, un anti-simmetria" nel giardino cinese.
«Si ammira l'arte con cui
questa irregolarità si svolge tutto è di buon gusto, e così ben
organizzato, che non c'è un solo panorama da cui tutta la
bellezza può essere vista,.. Bisogna vedere pezzo per pezzo.»
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I giardini classici cinesi variavano
notevolmente in termini di dimensioni. Il più grande giardino di
Suzhou, quello dell'Umile Amministratore, misurava un po' più di
dieci ettari, e un quinto del giardino è occupato dal laghetto. Ma
essi, tuttavia, non devono essere di grandi dimensioni. Ji Cheng,
celebre paesaggista, costruì un giardino per Wu Youyu, il tesoriere
di Nanchino, che era poco meno di un ettaro in termini di dimensioni,
e il tour del giardino era lungo solo quattrocento passi
dall'ingresso all'ultimo punto di osservazione, ma Wu Youyu disse che
conteneva tutte le meraviglie della provincia in un unico luogo. Il
giardino classico è circondato da un muro, di solito dipinto di
bianco, come sfondo puro per fiori e alberi. Un stagno di acqua di
solito si trova in pieno centro e molte strutture, grandi e piccole,
vi sono erette intorno. Le strutture, padiglioni, biblioteca o studi,
sono concepiti come punti di osservazione delle caratteristiche del
giardino e sono collegati da gallerie che aiutano a dividere il
giardino in singole scene o paesaggi. Gli altri elementi essenziali
di un giardino cinese sono le piante, gli alberi, e le rocce, tutte
accuratamente composti in piccoli paesaggi perfetti. Un altro
elemento è lo Jiejing o "Scenario in prestito",
dove spesso scorci inaspettati di paesaggi al di fuori del giardino,
come le cime, pagode, sembrano essere un prolungamento del giardino
stesso.
Architetture
I giardini cinesi sono puntellati di
innumerevoli architetture: sale, padiglioni, templi, gallerie, ponti,
chioschi, e torri, che occupano circa i due terzi dello spazio. Ad
esempio il Giardino dell'Umile Amministratore a Suzhou, dispone di
quarantotto strutture, tra cui una residenza con diverse sale per
riunioni di famiglia e di intrattenimento, diciotto padiglioni per la
visualizzazione delle differenti caratteristiche del giardino, e un
assortimento di torri, gallerie e ponti, tutti progettati per
visualizzare più parti dei giardini da diversi punti di vista. Le
strutture da giardino non sono progettate per dominare il paesaggio,
ma per essere in armonia con esso.
Le sale (ting) sono utilizzate piuttosto per accogliere ospiti e
dare ricevimenti, i padiglioni, più piccoli, (detti anche ting),
sono progettati per fornire riparo dal sole o dalla pioggia, per
contemplare una scena, recitare una poesia, giocare, o semplicemente
riposare. I Padiglioni potrebbero trovarsi nel luogo in cui l'alba
può essere meglio ammirata, dove la luce della luna splende si
riflette sull'acqua, dove il fogliame autunnale domina meglio, dove
il rumore della pioggia può essere meglio ascoltato (sulle foglie di
banano), o dove il vento fischia attraverso le canne di bambù. A
volte sorgono isolati o talvolta sono attaccati alla parete di un
altro edificio, e posti nei migliori punti di vista del giardino, su
uno stagno o in cima ad una collina, e prendono nome dalla scena che
mostrano o dall'esperienza che offrono: Sala degli Aromi distanti,
Padiglione della Luna e del Vento, Torre per scorgere la
montagna, ecc. I giardini classici tradizionalmente hanno queste
strutture:
- Tang o Ting, edificio utilizzato per feste di famiglia o cerimonie, di solito con un cortile interno, non lontano dal cancello d'ingresso.
- Dating, è il padiglione principale, per accogliere gli ospiti, dare banchetti e celebrare feste come il Capodanno, la Festa delle Lanterne. Spesso l'edificio è cinto da un portico per fornire fresco e ombra.
- Huating, è il padiglione dei fiori, situato nei pressi della residenza, questo edificio ha un cortile posteriore pieno di fiori, piante, e un piccolo giardino roccioso.
- Simian ting, padiglione di fronte le quattro direzioni. Questo edificio ha pareti mobili o pieghevoli, per l'apertura di una vista panoramica sul giardino.
- Hehua ting, padiglione di loto. Costruito accanto a un laghetto di loto, per vederne i fiori e apprezzare la fragranza.
- Yuanyang ting, padiglione delle anatre mandarine.
Edificio diviso in due sezioni; una esposta a nord, usata in estate,
dal cortile ombreggiato e affacciato su un laghetto che fornisce
aria fresca; e la parte meridionale, utilizzata in inverno, con un
cortile alberato da pini sempreverdi e susini, i cui fiori
annunciato l'arrivo della primavera.
I giardini spesso dispongono di torri a
due piani (lou o ge) solitamente ai margini del giardino, con una
parte inferiore in pietra e un piano superiore imbiancato, per una
vista dall'alto di alcune parti del giardino o per scorgere il
paesaggio lontano.
Alcuni giardini hanno un pittoresco
padiglione di pietra a forma di barca, che si trova nello stagno.
(chiamato Xie, fang, o Shifang). Questi in genere era costituiti da
tre parti; un chiosco con timpani alati sul davanti, una sala più
intima al centro, e una struttura a due piani con una vista
panoramica dello stagno nella parte posteriore.
Cortili
I giardini contengono solitamente
piccoli cortili chiusi (yuan) che offrono la tranquillità e la
solitudine per la meditazione, la pittura, bere il tè, o suonare
strumenti.
Le gallerie (lang) sono stretti
corridoi coperti che collegano gli edifici, proteggono dalla pioggia
e dal sole, e contribuiscono a dividere il giardino in diverse
sezioni. Queste gallerie sono raramente dritte; infatti possono
essere a zig-zag o serpeggiano seguendo la parete del giardino, il
bordo dello stagno, o il crinale della collina del giardino roccioso.
Sono dotate di piccole finestre, ora rotonde ora dalle forme
geometriche particolari, che regalano viste della parte di giardino
che si sta attraversando.
Finestre e porte sono un elemento
architettonico importante del giardino cinese. Talvolta sono rotondi
(finestre della luna o cancello della luna) o ovali, esagonali o
ottagonali, o nella forma di un vaso o un pezzo di frutta. A volte
presentano cornici importanti in ceramica e possono inquadrare dei
dettagli (ramo di un albero di pino, un susino in fiore) o
affacciarsi su scorci o paesaggi.
I ponti sono un'altra caratteristica
comune del giardino cinese. Come le gallerie, raramente sono dritti,
ma a zig-zag o arco, rialzati sopra gli stagni, ispirandosi ai ponti
della Cina rurale. Anch'essi aprono delle viste sul giardino. I ponti
sono spesso costruiti in legno grezzo o in pietra e a volte sono
dipinti a colori vivaci o laccati.
I giardini, spesso, accolgono anche piccole case austere per la
solitudine e la meditazione, a volte sotto forma di rustiche capanne
da pesca, e gli edifici isolati che servono come librerie o studi
(Shufang).
Montagne artificiali e giardini di rocce
Lo Jiashan, la montagna
artificiale o giardino di rocce, è un elemento integrante dei
giardini classici cinesi. Il picco della montagna era un simbolo di
virtù, simbolo di stabilità e resistenza secondo la filosofia
confuciana e il Libro dei Mutamenti. Un picco di una montagna su
un'isola è stata anche la parte centrale della leggenda dell'Isola
degli Immortali, e divenne così un importante elemento per molti
giardini classici.
Il primo giardino roccioso apparso
nella storia quello di Tu Yuan (letteralmente "Giardino
dell'appartato"), costruito durante la dinastia Han (206 a.C. -
220 d.C.). Durante la dinastia Tang, la roccia è stata elevata al
rango di un oggetto d'arte, giudicato per la sua forma (xing),
sostanza (zhi), colore (se), e consistenza (wen); ma anche per la sua
morbidezza, trasparenza, e altri fattori. Il poeta Bai Juyi (772-846)
scrisse un catalogo delle famose rocce del lago Taihu, chiamato Taihu
Shiji. Queste rocce di calcare scolpite dall'erosione divennero le
più apprezzate per i giardini.
Durante la dinastia Song, le montagne
artificiali vennero realizzate in gran parte di terra. Ma
l'imperatore Huizong (1100-1125) ha quasi rovinato l'economia
dell'Impero distruggendo i ponti del Gran Canale per recuperarne le
enormi rocce per il suo giardino. Durante la dinastia Ming, l'uso di
pile di rocce per creare montagne artificiali e grotte raggiunse il
suo culmine. Durante la dinastia Qing, i giardini di rocciosi dei
Ming furono considerati troppo artificiali e le nuove montagne
vennero composte sia da rocce che da terra.
Le montagna artificiali solitamente
presentano un piccolo padiglione panoramico al vertice. Nei piccoli
giardini classici, una singola roccia rappresenta una montagna, e una
fila di rocce una catena montuosa.
Acque
Uno stagno, o un lago, è l'elemento
centrale di un giardino cinese, spesso piantumato con fiori di loto e
animato da pesci rossi. Gli edifici principali vi sono in genere
collocati accanto, e i padiglioni offrono piacevoli scorci sulle
acque.
Gli specchi d'acqua hanno un importante
ruolo simbolico nel giardino. Nel Libro dei Mutamenti l'acqua
rappresenta la leggerezza e la comunicazione, e portava il cibo della
vita nel suo viaggio attraverso le valli e pianure. È anche il
complemento alla montagna, l'altro elemento centrale del giardino,
che rappresenta i sogni e l'infinità degli spazi. La morbidezza
dell'acqua contrasta con la solidità delle rocce. L'acqua riflette
il cielo, e, pertanto, è in continua evoluzione, anche un vento
leggero può ammorbidire o cancellare i riflessi.
I laghi e padiglioni posti lungo le
acque dei giardini cinesi sono stati influenzati anche da un altro
classico della letteratura cinese, il Shishuo Xinyu di Liu
Yiqing (403-444), che illustra le passeggiate dell'Imperatore Jian
Wen Di della Dinastia Jìn lungo le rive dei fiumi Hao e Pu, nel
Giardino della Splendida Foresta (Hualin yuan). Molti
giardini, in particolare in quelli del Jiangnan o quelli imperiali
del nord della Cina, hanno caratteristiche e nomi tratti da
quest'opera.
I giardini più piccoli presentano
sovente un unico stagno, con una roccia, piante e strutture in tutto
il bordo. Giardini di medie dimensioni in genere posseggono un lago
con uno o più flussi attraversati da ponti, o un singolo lago,
lungo, diviso in due corpi d'acqua da uno stretto canale e scavalcato
da un ponte. In un giardino molto grande tutto è amplificato, come
ad esempio nel Giardino dell'Umile Amministratore, la cui
caratteristica principale è il grande lago con le sue isole
simboliche, a riecheggiare le isole dei immortali. I flussi entrano
nel lago formando diversi scenari, numerose strutture forniscono
differenti vedute dell'acqua, vi sono numerosi padiglioni, una barca
di pietra, un ponte coperto.
I corsi d'acqua nel giardino cinese
seguono sempre un andamento tortuoso, e sono nascosti, di volta in
volta, da rocce o vegetazione. Un missionario gesuita francese, padre
Attiret, divenuto pittore al servizio dell'imperatore Qianlong
(1738-1768), descrisse così un giardino che aveva visto:
«I canali non sono come
quelli del nostro Paese dove sono bordati con la pietra finemente
tagliata, ma sono molto rustici e rivestiti con ciottoli o rocce,
a volte protesi in avanti e a volte ritratti all'interno. Sono
posti in un modo che si potrebbe pensare sia opera della natura.»
|
In alcuni giardini, dei cortili sono
allestiti in una strana maniera. Delle zone piane e lisce, riempite
con della sabbia bianca, e bordate di rocce creavano l'impressione di
laghi e stagni, che alla luce della luna sembravano specchi d'acqua
reali. Questo stile di giardino secco fu poi importato in
Giappone e sviluppato nel giardino zen.
Piante
Fiori e alberi, insieme all'acqua, le
rocce e l'architettura, sono il quarto elemento essenziale del
giardino cinese. Essi rappresentano la natura nella sua forma più
viva, e contrastano con le linee rette dell'architettura e la
staticità. Cambiano continuamente con le stagioni, e forniscono sia
suoni (il suono della pioggia sulle foglie di banano o il vento sui
bambù) che aromi e colori per compiacere il visitatore.
Ogni pianta nel giardino aveva un suo
significato simbolico. Il Pino, il Bambù e il Prugno cinese (Prunus
mume) erano considerati i Tre Amici d'inverno (歲寒
三 友) dagli studiosi che crearono i giardini classici,
preziosi per rimanere verdi o fiorire in inverno. Erano spesso
dipinti da artisti come Zhao Mengjian (1199-1264). Per gli studiosi,
il pino era l'emblema di longevità e tenacia, nonché costanza
nell'amicizia. Il bambù, una cannuccia cava, rappresentava un uomo
saggio, modesto e in cerca della conoscenza, anche noto per essere
flessibile in una tempesta senza rompersi. I Susini erano venerati
come simbolo della rinascita dopo l'inverno e l'arrivo della
primavera. Durante la dinastia Song, l'albero preferito era il
susino, apprezzato per la sua precoce fioritura dai toni bianchi e
rosa e il dolce aroma.
Il Pesco nel giardino cinese
simboleggia la longevità e l'immortalità. Le pesche sono associate
alla mitologica storia del Frutteto di Xī Wángmǔ, la
"Regina Madre d'Occidente", dove in questo luogo
leggendario i peschi fiorivano solo dopo tremila anni, fruttificavano
solo dopo altri tre mila anni, e maturano dopo altri tre mila anni.
Chi riusciva a mangiare quelle pesche diveniva immortale. Questo
leggendario frutteto è stato raffigurato in molti dipinti cinesi, e
ha ispirato molte scene di giardino. Gli alberi di Pero erano il
simbolo della giustizia e della saggezza, ma poteva anche
simboleggiare una lunga amicizia o il romanticismo, dato che la
pianta vive molto a lungo.
L'Albicocco simboleggiava la via del
Mandarino. Durante la dinastia Tang, infatti, coloro che superavano
gli Esami imperiali, venivano premiati con un banchetto nello
Xingyuan, o "Giardino degli albicocchi".
Il frutto del Melograno veniva offerto
alle giovani coppie come simbolo di fertilità. Il Salice
rappresentava l'amicizia e i piaceri della vita, infatti dei
ramoscelli venivano offerti agli ospiti in simbolo di amicizia.
Nell'antica Cina era molto apprezzato
il Glicine, che con la sua attitudine a saldarsi strettamente al suo
supporto era considerata un simbolo di amicizia che niente e nessuno
poteva spezzare.
Tra i fiori del giardino cinese, i più
apprezzati sono l'Orchidea, la Peonia, e il Fior di loto. L'orchidea
è stato il simbolo di nobiltà. Durante la dinastia Tang, la peonia,
con una delicata fragranza e simbolo di opulenza, era il fiore più
celebre nel giardino. Il poeta Zhou Dunyi scrisse un famoso elogio al
loto, paragonandolo a un junzi, un uomo che possedeva
l'integrità e l'equilibrio. Il loto veniva ammirato per la sua
purezza, e gli sforzi che fa per giungere fuori dall'acqua e fiorire
in aria, era un simbolo della ricerca della conoscenza. Il Crisantemo
è stato elogiato dal poeta Tao Yuanming, i cui fiori circondavano la
sua capanna di eremita, era simbolo di longevità, forza e
determinazione, in quanto spuntando in autunno, sfida i primi freddi.
I paesaggisti cinesi facevano molta
attenzione a mantenere l'aspetto naturale del paesaggio. La potatura
dei fusti e delle radici cercavano di preservare la forma naturale e
contenere le piante. Alberi nani dall'aspetto nodoso e antico erano
particolarmente apprezzati nei paesaggi in miniatura dei giardini
cinesi, furono gli antenati dei Bonsai.
Filosofia
L'espressione della filosofia Taoista
della natura, così come l'associazione alle arti della poesia e
calligrafia, costituisce una costante nei giardini cinesi. Il Tao,
letteralmente la "Via", si riferisce più a un processo che
non a un cammino da seguire, esalta il contatto con l'universo, dove
tutti gli elementi sono costituiti dal medesimo materiale, il Qi. Il
Tao rappresenta la somma di tutte le cose passate, presenti e future.
Le rocce erose dal tempo, ad esempio,
sono considerate una manifestazione del Tao in quanto rappresenta il
corso del tempo e il nostro futuro scomposto. Le rocce e l'acqua sono
elementi opposti, come lo yin e yang, ma complementari e si
completato l'un l'altro. Le rocce sono solide, ma l'acqua le
sgretola. Le rocce erose dalle profondità del Lago Tai, usate spesso
nel giardino classico, illustrato questo principio.
I sentieri tortuosi e i ponti e
gallerie a zig-zag si ispirano al proverbio cinese, "Per
deviazioni, l'accesso ai segreti".
I giardini cinesi hanno profonde radici
filosofiche e legate al Feng shui, gli elementi naturali sono scelti
con una cura minuziosa in relazione al loro significato
storico-mitologico, letterario o simbolico. La pittura del paesaggio
e l'arte dei giardini si sviluppava in perfetta simbiosi nell'antica
Cina. L'aspetto finale del giardino cinese é profondamente studiato,
niente è per caso, è il risultato della combinazione dei punti di
vista del pittore e del paesaggista. Lo si potrebbe paragonare alla
pittura su rotoli che, inventata da Wang Meng nel periodo Tang,
mostra l'opera svelarsi progressivamente, come un giardino si ammira
muovendocisi.
Influenze
In Giappone
Il giardino classico cinese ha avuto
una notevole influenza sul giardino giapponese. Dapprima venne preso
come modello in Corea prima del 600, e nel 607, il giapponese
Principe Shōtoku, inviato per una missione diplomatica alla corte
cinese, vi iniziò un vero e proprio scambio culturale che durò per
secoli. Centinaia di studiosi giapponesi vennero inviati a studiare
la lingua cinese, il sistema politico, e la cultura. L'ambasciatore
giapponese in Cina, Ono no Imoko, descrisse i grandi giardini
paesaggistici dell'imperatore cinese alla corte giapponese che ebbero
subito una profonda influenza sullo sviluppo della progettazione del
paesaggio giapponese.
Durante il periodo Nara (710-794),
quando la capitale giapponese si trovava dapprima a Nara, poi
spostata a Heian-kyō, il tribunale giapponese creò ampi giardini
paesaggistici con laghetti e padiglioni sul modello cinese per
aristocratici, e giardini più intime per la contemplazione e la
meditazione religiosa.
Il monaco giapponese Eisai (1141-1215)
importò la Scuola Rinzai-shū del Buddhismo Zen dalla Cina al
Giappone, sviluppando il Giardino roccioso cinese nel famoso
giardino zen, esemplificato dal giardino di Ryoan-ji. Importò anche
il tè verde dalla Cina, originariamente per mantenere i monaci
svegli durante una lunga meditazione, e ponendo così la base per la
Cerimonia del tè giapponese.
Il paesaggista giapponese Musō Soseki
(1275-1351) creò il celebre Giardino Saihō-ji a Kyoto, che
comprendeva una ricreazione delle Isole di Otto Immortali, Horai
in giapponese, caratteristica importante di molti giardini cinesi. Fu
solo durante il periodo Kamakura (1185-1333), e in particolare
durante il periodo Muromachi (1336-1573), che il giardino giapponese
seguì i propri principi estetici, divenendo più austero rispetto al
giardino cinese.
In Europa
Il primo europeo a descrivere un
giardino cinese fu il celebre mercante e viaggiatore veneziano Marco
Polo, che visitò la residenza estiva di Kublai Khan a Xanadu. Questo
giardino, tuttavia, ebbe un effetto solo molto più tardi sulla
cultura europea; nel 1797, ispirò la poesia romantica, Kubla
Khan, al poeta inglese Samuel Taylor Coleridge.
Marco Polo descrisse anche i giardini
antenati dell'odierno Parco Beihai, quelli del palazzo imperiale di
Khabaliq, il nome d'epoca, mongolo, della città di Pechino.
Ne descrisse i bastioni, le balaustre e i padiglioni che circondano
un lago profondo pieno di pesci, con cigni e altri uccelli acquatici.
L'elemento centrale è una collina artificiale con cento gradini per
raggiungere la sommità e un migliaio di perimetro, coperta da alberi
sempreverdi e decorata con pietre di azzurrite verdi.
Il primo prete gesuita, Francesco
Saverio, arrivò in Cina nel 1552, e padre Matteo Ricci ricevette il
permesso di stabilirsi a Pechino nel 1601. I gesuiti iniziarono a
inviare una copiosa documentazione in Europa sulla cultura cinese e
giardini. Louis Le Comte, un matematico al servizio del Re di
Francia, venne inviato in missione scientifica in Cina nel 1685.
Descrisse come i giardini cinesi avevano grotte, colline artificiali
e rocce accatastate a imitare la natura, al contrario dei giardini
geometrici francesi.
Nel XVIII secolo inizia un grande
interesse verso la Cina, vasi cinesi, lacche e altri oggetti
decorativi cominciarono ad arrivare in Europa, cominciando la moda
delle Cineserie. Il pittori Watteau, e François Boucher e
Giandomenico Tiepolo dipinsero scene cinesi a loro immaginazione;
Caterina la Grande, Maria Teresa d'Austria e Federico II di Prussia
fecero decorare stanze nei loro palazzi in stile cinese, o fecero
costruire dei padiglioni a tema. C'è stato un grande interesse per
tutto Chinsese, compresi i giardini.
Nel 1738, il missionario gesuita
francese Jean-Denis Attiret, andò in Cina, dove divenne pittore di
corte dell'imperatore Qianlong. Egli descrisse, con dovizia di
particolari, i giardini imperiali vicini a Pechino:
«Si esce da una valle non
attraverso un viale largo e rettilineo come in Europa, ma tramite
dei sentieri tortuosi o a zig-zag. Ogni parte è decorata con
piccoli padiglioni e grotte, e quando si esce da una valle ci si
trova subito in un'altra, diversa da quella di prima in forma,
paesaggio e stile degli edifici. Tutte le montagne e le colline
sono coperte da alberi in fiore, che sono molto comuni qui. Si
tratta di un vero e proprio paradiso terrestre. I canali non sono
come quelli del nostro Paese dove sono bordati con la pietra
finemente tagliata, ma sono molto rustici e rivestiti con ciottoli
o rocce, a volte protesi in avanti e a volte ritratti all'interno.
Sono posti in un modo che si potrebbe pensare sia opera della
natura. A volte un canale è largo, a volte stretto. Qui si
torcono, là s'incurvano, come se fossero davvero creati da
colline e rocce. I bordi sono coltivati a fiori come nei giardini
rocciosi, che sembrano esser frutto della natura. Ogni stagione ha
i suoi fiori. A parte i canali, ovunque ci sono percorsi
pavimentati con piccole pietre, che portano da una valle
all'altra. Questi percorsi a volte si torcono e s'incurvano, a
volte arrivano vicino ai canali, a volte si allontanano. Tutto è
veramente grande e bello, sia per quanto riguarda la progettazione
che l'esecuzione: e (il giardino) mi ha colpito di più, perché
non avevo mai visto una cosa che potesse in alcun modo
assomigliarsi a loro, in nessuna parte del mondo dove sono stato
prima»
|
D'altra parte l'imperatore Qianlong
(1711-1799) è stato ugualmente interessato a ciò che stava
accadendo in Europa. Commissionò al gesuita Giuseppe Castiglione,
addestrato in ingegneria, di costruire fontane per il suo giardino
simile a quelle dei giardini di Versailles, di cui aveva sentito
parlare.
L'architettura cinese e la sua estetica
influenzò notevolmente il giardino all'inglese. Nel 1685, il
diplomatico e scrittore inglese Sir William Temple scrisse un saggio
Al giardino di Epicuro (pubblicato nel 1692), che contrastava
le teorie europee dei giardini simmetrici (alla francese), con
composizioni asimmetriche provenienti dalla Cina.
Il giardino paesaggistico inglese si
consolidò in Inghilterra nella prima parte del XVIII secolo,
influenzato anche dai viaggio in Italia dall'alta classe britannica e
dal loro desiderio di avere un nuovo stile di giardino che si
abbinasse bene con lo Stile palladiano, allora scelto per le loro
case di campagna; o che riecheggiasse i paesaggi romantici di Claude
Lorrain e di altri pittori. Ma la novità e l'esotismo dell'arte e
architettura cinesi in Europa portò nel 1738 alla costruzione della
prima casa cinese in un giardino all'inglese, la Stowe House,
nel Buckinghamshire, a fianco di templi romani, rovine gotiche e
altri stili architettonici.
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