Lo yari è una tipologia di lancia ampiamente utilizzata nel Giappone feudale, specialmente dalla classe guerriera dei samurai. L'arte marziale associata all'uso dello yari è il Sōjutsu.
Si ritiene che lo yari abbia origini in un'antica lancia cinese, ma non compare nei testi scritti giapponesi prima del 1334. Nonostante la sua presenza nell'antichità giapponese, lo yari divenne popolare durante le lotte di potere tra i clan durante l'epoca Sengoku.
Durante il tentativo di invasione mongola del Giappone nel 1274, le tattiche di combattimento subirono un cambiamento radicale. Modellati sugli eserciti cinesi e coreani con ranghi serrati di fanti armati di lance, in Giappone iniziarono a formarsi unità di ashigaru con armi in asta, tra cui lo yari e la naginata, affiancate da unità dotate di armi da fuoco. Questo cambiamento rese quasi obsolete le cariche di cavalleria, relegando la katana a un'arma da fianco da utilizzare solo in situazioni di emergenza.
Con il tempo, lo yari divenne più popolare tra i samurai e gli ashigaru rispetto all'arco (yumi). Nel periodo Edo, un'epoca di relativa pace, lo yari cadde in disuso. Sebbene spade, lance e archi fossero meno considerati, lo yari continuò a essere prodotto da abili fabbri, diventando un'arma più cerimoniale che pratica per il resto del periodo.
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