sabato 28 gennaio 2017

Zhǎnmǎ dāo

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Lo zhǎnmǎ dāo (斬馬刀 in caratteri cinesi tradizionali, zhǎn mǎ dāo in Pinyin, letteralmente "scimitarra taglia-cavallo") era una spada a due mani in uso alle truppe di fanteria cinesi durante il regno della Dinastia Song (960-1279).

Storia

Creatore della zhǎnmǎ dāo sarebbe stato, secondo il manuale bellico dell'XI secolo Wujing Zongyao, l'imperatore Cheng Di (51 a.C.–7 a.C.). I dati storici in nostro possesso non possono però confermare un utilizzo diffuso di quest'arma prima del regno della Dinastia Song (960-1279), quando entrò in dotazione alle forze di fanteria per contrastare le cariche della cavalleria nel più generale contesto dell'aumentato numero di attacchi e scorrerie da parte di mongoli e tatari ai danni dell'impero.

Costruzione

Seppur il nome dello zhǎnmǎ dāo richiami la scimitarra tradizionale sino-mongola (il dao), i pochi esemplari superstiti di quest'arma presentano una notevole similitudine con particolari modelli di spada giapponese: nodachi e nagamaki.
La similitudine estetica tra lo zhǎnmǎ dāo e le spade in uso ai bushi giapponesi costituisce la più interessante caratteristica di quest'arma. Nei secoli successivi, soprattutto al tempo della Dinastia Ming (1368-1644), gli armaioli cinesi presero a prestito modelli giapponesi, sostanzialmente il nodachi ed il katana, per sviluppare diverse forme di spada: chang dao, miao dao e wodao. Lo zhǎnmǎ dāo può quindi essere inquadrato come uno dei primi significativi esempi di contaminazione tecnologico-culturale cino-nipponica, in cui il centro di promanazione non era più il Celeste Impero, bensì il Giappone.



venerdì 27 gennaio 2017

Yumi

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Lo yumi () , anche wakyū (和弓), è l'arco in uso presso le antiche popolazioni del Giappone. Caratteristiche tipiche dello yumi sono: (i) dimensioni ragguardevoli (nella variante "lunga", l'arma supera abbondantemente i 2 metri di lunghezza); (ii) forma asimmetrica (la parte superiore rispetto all'impugnatura è più lunga della parte inferiore); e (iii) composizione in lamine di legno.
Le frecce utilizzate (Ya ) sono tradizionalmente ottenute dal bambù.
Lo yumi può essere di due tipologie:
  • daikyū (大弓), lungo, per l'arciere appiedato; e
  • hankyū (半弓), corto, per l'arciere a cavallo.
Per entrambe le tipologie dell'arma esiste una specifica arte marziale: il Kyudo (弓道) per l'arco lungo e lo Yabusame (流鏑馬) per il tiro da cavallo.

Storia

Fatta salva la diffusione in epoca preistorica nelle isole dell'Arcipelago giapponese di tipologie di arco primitive, lo sviluppo nel Sol Levante di una tipologia d'arco precipua data ai primi secoli dell'Era Cristiana. La prima attestazione artistica dell'esistenza dello yumi data infatti al Periodo Yayoi (500 a.C.-300 d.C.). Nel XII secolo l'uso dello yumi divenne un requisito fondamentale per i membri della classe guerriera dei samurai e l'insegnamento venne codificato per tramite della prima scuola nota di kyujutsu per l'uso del , la Henmi-ryū cui fece poi seguito, dopo la Guerra Genpei (1180–1185) la codifica di una scuola specializzata nell'insegnamento del tiro con l'arco in sella, lo yabusame, segnando così il solco di demarcazione tra l'arco lungo daikyū della fanteria e l'arco corto hankyū della cavalleria.

Costruzione

Dimensioni

Le dimensioni dello yumi sono parametrate all'altezza dell'arciere.
Altezza
arciere
Lunghezza
Freccia
Lunghezza
Arco
< 150 cm
< 85 cm
Sansun-zume (212 cm)
150–165 cm
85–90 cm
Namisun (221 cm)
165–180 cm
90–100 cm
Nisun-nobi (227 cm)
180–195 cm
100–105 cm
Yonsun-nobi (233 cm)
195–205 cm
105–110 cm
Rokusun-nobi (239 cm)
> 205 cm
> 110 cm
Hassun-nobi (245 cm)


Cultura

L'importanza fondamentale dell'arco nella cultura del Giappone feudale (seconda forse solo a quella della spada) ne ha fatto uno degli strumenti simbolo della civiltà nipponica. Ad oggi, in Giappone esistono tre "Archi Sacri" gelosamente custoditi: Azusa Yumi, Hama Yumi (utilizzato per rituali di purificazione sia buddisti sia scintoisti) e Shigehto Yumi.

giovedì 26 gennaio 2017

Spada giapponese

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Una spada giapponese, o nihontō (日本刀 o にほんとう lett. spada giapponese), è una tradizionale arma bianca del Giappone. Esse sono categorizzate in base a precisi canoni di misura, metodo e manifattura. Il tipo più famoso è la katana, che, come il simile tachi, è a filo singolo e, normalmente, una spada lunga usata tradizionalmente dai samurai dal 1400; il wakizashi è una spada corta; il tsurugi è una spada lunga a doppio filo; l'ōtachi o nodachi sono le più antiche versioni di spada a singolo filo.
Vi sono anche la naginata e la yari, che si differiscono dal metodo della forgiatura, e sono considerate parti della famiglia nihontō.
Le spade giapponesi si vedono ancora comunemente, sia quelle di forgia moderna che antica si possono facilmente trovare e comprare. Nihontō moderne e autentiche sono prodotte da qualche centinaio di fabbri. Molti esempi possono essere visti in competizioni organizzate dalla All-Japan Swordsmiths Association.

Etimologia

La parola katana era usata nel Giappone antico, ed è usata tuttora; invece il termine nihontō, di origine cinese, compare per la prima volta nel poema 日本刀歌, il Canto del poeta Ouyang Xiu della Dinastia Song. La parola nihontō è divenuta comune in Giappone durante il tardo shogunato Tokugawa. A causa dell'importazione di spade e cultura occidentale, la parola "nihontō" (letteralmente "la spada del Giappone") fu adottata quale espressione nazionalistica.

Storia della spada giapponese

Storia antica

Prima del 987, gli esempi di spada giapponese erano normali chokutō o jōkotō e altri dalle forme inusuali. Nel periodo Heian (dall'VIII all'XI secolo) la tecnica della forgiatura delle spade si è sviluppata grazie ad innovazioni provenienti dalla Cina grazie al commercio dell'inizio del X secolo durante la Dinastia Tang, dalla Siberia e dall' Hokkaidō, territorio degli Ainu. Gli Ainu usavano le warabite-tō (蕨手刀) e questo influenzò le nihontō, che furono impugnate con due mani e disegnate come arma da taglio piuttosto che da impatto. Secondo la leggenda, la spada giapponese fu inventata da un fabbro di nome Amakuni (ca. 700 a.C.), insieme al relativo processo di fusione dell'acciaio ripiegato. In realtà il processo dell'acciaio ripiegato e le spade ad un taglio furono importate dalla Cina attraverso il commercio all'inizio del X secolo, al tempo della Dinastia Tang. Le spade forgiate tra il 987 e il 1597 vengono chiamate kotō (古刀 "spade antiche"); queste sono considerate l'apice dell'arte delle spade giapponesi. I modelli più risalenti hanno curve asimmetriche con la parte più accentuata della curva nell'elsa. Con il passare delle ere il centro della curva si è spostato verso l'alto della lama.
La nihontō come la conosciamo oggi con la sua accentuata, graziosa curva trova la sua origine nelle shinogi-zukuri (lama a taglio singolo con linea diritta) tachi che fu sviluppata ad un qualche punto del periodo Heian per assolvere ai bisogni della crescente classe militare. La sua forma riflette la forma cangiante del benessere in Giappone. In questo periodo la cavalleria divenne l'unità predominante nel combattimento e le vecchie, diritte, chokutō erano particolarmente inadatte per il combattimento a cavallo. La spada curva è un'arma ampiamente più efficiente se impugnata da un guerriero a dorso di cavallo dove la curva della lama influisce notevolmente sulla forza verso il basso impartita nell'atto del taglio.
La tachi è una spada che è generalmente più larga della katana, ed è indossata sospesa con il lato tagliente verso il basso. Questo fu il modo standard di portare la spada per secoli e fu soppiantato dallo stile katana in cui la lama era portata infilata nella cintura, con il filo verso l'alto. La tachi era portata legata alla coscia sinistra. La firma sul thang (nakago) della lama era incisa in modo che fosse sempre all'esterno della spada quando era indossata. Questa caratteristica è importante nel ricostruire lo sviluppo, la funzione e i differenti stili di portare le spade da quel tempo in avanti.
Quando indossata con un'armatura completa, la tachi poteva essere accompagnata da una lama più corta, la koshigatana (腰刀 spada da torace), un tipo di spada corta senza guardia (tsuba) nella quale l'elsa e il fodero si incontrano a formare lo stidle di chiusura chiamato aikuchi ("bocche che si incontrano"). Le daghe (tantō), erano inoltre indossate per combattimenti a distanza ravvicinata come pure per protezione personale.
L'Invasione mongola del Giappone nel XIII secolo portò una ulteriore evoluzione della spada giapponese. Spesso forzati ad abbandonare il tradizionale combattimento con l'arco a cavallo per il combattimento diretto, molti samurai scoprirono le loro spade troppo delicate e soggette al danneggiamento quando usate contro le armature di cuoio spesso degli invasori. In risposta, i fabbri giapponesi iniziarono ad adottare linee di tempra più semplici e sottili. Certi fabbri giapponesi di questo periodo iniziarono a produrre lame con retri più spessi e punte più larghe in risposta alla minaccia mongola.
Nel XV secolo, scoppiò la guerra civile del Sengoku Jidai, e la vasta richiesta di spade insieme alla ferocia del combattimento causò l'abbandono delle notevoli tecniche artistiche del Periodo Kamakura (noto come "l'epoca d'oro della forgiatura di spade") in favore di armi più pratiche e disponibili. L'esportazione di "nihontō" raggiunse il suo picco durante il periodo Muromachi quando almeno 200,000 "nihontō" furono spedite alla Dinastia Ming in Cina in un commercio ufficiale per cercare di assorbire la produzione di armi giapponese e rendere più difficile per i pirati locali armarsi.
Nel XV e XVI secolo, i samurai, che sempre più avevano bisogno di una spada adatta all'uso in spazi ristretti insieme all'uso crescente della fanteria armata di lance portò alla creazione della uchigatana, nelle versioni a una e a due mani. Col progredire della guerra civile del Sengoku, la uchigatana si evolse nella moderna katana (), e soppiantò la tachi come arma primaria dei samurai, specialmente quando non indossavano armature. Molte tachi, troppo lunghe, furono accorciate dal XV al XVII secolo per incontrare la domanda di katana.
Le tecniche di produzione andarono in decadenza col passare del tempo, le armi da fuoco furono introdotte come forza difensiva sul campo di battaglia. Alla fine del periodo Muromachi, gli shogun Tokugawa emisero regolamenti per controllare chi poteva possedere e portare una spada, e, di fatto, standardizzarono la descrizione di una "nihontō".

Le nuove spade

In tempo di pace, i costruttori di spade ritornarono alle origine costruendo spade raffinate e artistiche e con l'inizio del periodo Momoyama si vede il ritorno di creazioni di alta qualità. Considerato che le tecniche degli antichi fabbri erano andate perdute durante il periodo precedente alla guerra, le spade di questo periodo furono chiamate shintō (新刀), letteralmente "nuove spade". Generalmente erano considerate inferiori alle migliori "kotō" ("vecchie spade"), e coincidevano con il declino della abilità degli artigiani. Man mano che il periodo Edo progrediva la qualità delle spade diminuiva, benché gli ornamenti fossero raffinati. Originariamente, le incisioni semplici e di gusto conosciute come "horimono" venivano aggiunte alle spade per motivi religiosi. Più tardi, nella lavorazione più complessa che si trova su molte shintō, la forma non seguiva più strettamente la funzione.
Sotto l'isolazionista shogunato Tokugawa, la costruzione di spade e l'uso delle armi da fuoco entrò in declino. Il maestro spadaio Suishinshi Masahide (c.1750–1825) rese pubbliche le proprie opinioni che le arti e le tecniche delle spade shintō erano inferiori alle lame kotō, e che tutti i costruttori di spade dovessero compiere ricerche per riscoprire le tecniche perdute. Masahide viaggiò per il paese insegnando ciò che sapeva a tutti quelli che volevano ascoltarlo, e i costruttori di spade si unirono alla sua causa e dettero vita ad un secondo rinascimento nella costruzione di spade giapponesi. Con l'abbandono dello stile shintō, e la reintroduzione delle antiche tecniche riscoperte, le spade create nello stile kotō fra il 1761 e il 1876 sono dette shinshintō (新新刀?), "nuove spade rinnovate", letteralmente "nuove-nuove spade". Queste sono considerate superiori alla maggior parte delle shintō, ma inferiori alle vere kotō.
L'arrivo di Matthew Perry nel 1853 e la successiva Convenzione di Kanagawa reinserirono forzatamente il Giappone nel mondo esterno; a ciò fece seguito poco dopo la rapida modernizzazione della Restaurazione Meiji. L'editto Haitorei nel 1876 proibì di portare spade e armi da fuoco per le strade. Il mercato per le spade scomparve, molti costruttori di spade vennero lasciati senza alcun commercio da svolgere e finirono per essere perdute preziose capacità. Le nihontō restarono utilizzate per alcune occupazioni, come le forze di polizia. Allo stesso tempo, il kendo fu inserito nell'addestramento della polizia perché i poliziotti potessero avere almeno l'addestramento necessario per usarne una in modo appropriato.
Non Commissionato della Seconda Guerra Mondiale; fatte per somigliare a una shin guntō da Ufficiale Commissionato, erano fatte di acciaio standard fabbricato a macchina, con un'elsa di metallo impresso e dipinto progettata in modo da avere l'aspetto di una tradizionale tsuka.
Con il tempo, fu riscoperto che i soldati avevano bisogno di essere armati con spade, e nei decenni a cavallo del XX secolo i costruttori di spade trovarono nuovamente da lavorare. Queste spade, chiamate con derisione guntō, erano spesso temprate con olio, o semplicemente stampate in acciaio e possedevano un semplice numero di serie piuttosto che una vera e propria firma. Quelle prodotte in serie spesso assomigliavano alle occidentali sciabole da cavalleria piuttosto che alle nihonto, con le lame leggermente più corte di quelle dei periodi shinto e shinshintō.
Le spade militari fatte a mano seguendo la tecnica tradizionale vengono spesso definite gendaitō. La produzione artigianale fu tenuta in vita grazie agli sforzi di pochi individui, in particolare Gassan Sadakazu (月山貞一, 1836–1918) e Gassan Sadakatsu (月山貞勝, 1869–1943), che lavoravano come artigiani imperiali. Questi fabbri produssero lavori raffinati al livello delle spade antiche per l'Imperatore e i suoi alti ufficiali. Gli studenti di Sadakatsu furono nominati Beni Culturali Intangibili, "Tesori Nazionali Viventi", in quanto custodivano una conoscenza considerata fondamentale per l'identità nazionale giapponese. Nel 1934 il governo giapponese emanò una specifica militare per la shin guntō (nuova spada militare), la prima versione della quale era la Katana Tipo 94: molte spade fatte a macchina e a mano usate nella seconda guerra mondiale erano conformi alle specifiche shin guntō.

Storia recente ed usi moderni

Durante l'occupazione statunitense alla fine della seconda guerra mondiale tutte le forze armate del Giappone occupato furono smantellate e la produzione di nihontō affilate fu vietata se non sotto permesso della polizia o del governo. Il divieto fu rimosso tramite un appello personale del dott. Junji Honma. Durante un incontro con il Generale Douglas MacArthur, il dott. Honma presentò spade da vari periodi della storia giapponese e MacArthur ricobbe rapidamente quali lame possedevano un valore artistico e quali erano semplici armi. Il risultato di questo incontro fu la modifica della proibizione in modo che le spade guntō furono distrutte mentre le spade di merito artistico potevano essere possedute e preservate. Anche così molte nihontō furono vendute a soldati americani a basso prezzo; nel 1958 c'erano più spade giapponesi in America che in Giappone. La vasta maggioranza di questo milione (o forse più) di spade era costituito da guntō, ma c'era comunque un rilevante numero di spade antiche.
Dopo il periodo Edo, i fabbri si dedicarono sempre più alla produzione di beni civili. L'Occupazione e le sue norme posero quasi fine alla produzione di nihontō. Qualche fabbro continuò il commercio e il dott. Honma divenne uno dei fondatori della Società per la Conservazione della Spada Giapponese (日本美術刀剣保存協会 Nippon Bijutsu Tōken Hozon Kyōkai), che assunse come missione la conservazione delle tecniche antiche e delle lame. Grazie agli sforzi di altre persone, la nihontō non sparì, molti fabbri continuarono il lavoro cominciato da Masahide, e le antiche tecniche di costruzione delle spade furono riscoperte.
Le spade moderne costruite secondo i metodi tradizionali sono comunemente note come shinsakutō (新作刀), che significa spade di nuova fattura. Altrimenti, vengono definite shinken (真剣) quando sono progettate per il combattimento opposto alle iaitō che sono da allenamento.
A causa della loro popolarità nei media moderni, le nihontō da esposizione si sono divenute molto diffuse nel mercato delle spade. Spaziando dal piccolo tagliacarte a repliche in scala "da muro", questi oggetti sono generalmente fatti di acciaio (il che li rende fragili o fa loro perdere il filo facilmente) e hanno una lama rozza o molto cruda. Ci sono racconti di nihontō in acciaio di buona qualità, tuttavia questi sono decisamente rari. Alcune repliche di nihontō sono state usate ai giorni nostri per rapine a mano armata, il che divenne la ragione per un possibile divieto di vendita, importazione e noleggio di spade giapponesi in Gran Bretagna. Come parte della campagna pubblicitaria, stili di lama e proprietà dei materiali moderni sono spesso spacciati come tradizionali e autentici, diffondendo la disinformazione.
Di seguito una lista delle varie lunghezze dei vari tipi di spada:
  • Nodachi, Ōdachi, Jin tachi: 90 cm e superiori
  • Tachi: da 80 fino a 90 cm
  • Katana: da 71 fino a 76 cm
  • Chisakatana: da 60 fino a 66 cm
  • Wakizashi: da 55 fino a 58 cm
  • Tantō, Aikuchi: da 28 fino a 41 cm
  • Yoroi toshi: da 23 fino a 30 cm
  • Kwaiken: da 8 fino a 15 cm



mercoledì 25 gennaio 2017

Amakuni

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Amakuni (天國) è il leggendario spadaio che, attorno al 700, creò nella provincia di Yamato la prima spada lunga a singolo taglio (tachi) con curvatura sul taglio. Era a capo degli spadai assoldati dall'imperatore del Giappone per fabbricare armi per i suoi guerrieri. Il figlio Amakura gli succedette nel lavoro. Secondo la leggenda avrebbe creato la katana a doppio taglio, la Kogarasu Maru. Il vero autore di questo lavoro non è conosciuto. Questo non ha analogie con i lavori delle diverse scuole di Yamato e si è quindi pensato che fosse un precoce esempio di lavoro di questa provincia.

martedì 24 gennaio 2017

Masamune

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Masamune Okazaki (岡崎 正宗 Okazaki Masamune) (... – ...) è stato un artigiano (forgiatore di spade) giapponese, conosciuto anche come Goro Nyudo Masamune (Sacerdote Goro Masamune).
La mancanza di dati biografici certi rende la sua esistenza parte della leggenda associata alle sue spade. Si ritiene che abbia operato nel periodo compreso fra il 1288 e il 1328. Costruiva spade, dette katana nella lingua giapponese, e pugnali, detti tantō, seguendo la tradizione Soshu. Si ritiene che abbia vissuto nella provincia di Sagami.
In suo onore viene consegnato il Premio Masamune durante la Competizione tra Forgiatori di Spade del Giappone.
La Masamune è una "katana", nome dato in suo onore alle spade dei samurai (solo gli allievi che avevano già compiuto il 15º anno di età potevano impugnarne una propria). Le katana di Masamune sono spesso confuse con quelle di Muramasa, un altro forgiatore (erroneamente considerato suo allievo). Secondo diverse leggende le spade di Muramasa sono descritte come portatrici di sventure (il nome significa "pioggia di sangue"), mentre quelle di Masamune come portatrici di pace e serenità (il nome significa "essenza divina della giustizia eterna").

Leggende

Una leggenda narra di una sfida fra Masamune e Muramasa per vedere chi dei due era in grado di costruire la spada più tagliente. Entrambi crearono due spade magnifiche e decisero di metterle alla prova: le due spade sarebbero state appese a una sporgenza sopra un fiume, con la punta della lama immersa nell'acqua. La spada di Muramasa, la Juuchi Fuyu (10000 inverni) tagliò ogni cosa che incontrava (pesci, foglie, il vento). La spada di Masamune, invece, la Yawaraka-Te (mano delicata) non tagliò nulla: i pesci e le foglie passavano, e il vento soffiava dolcemente sulla sua lama. Dopo un po' Muramasa si innervosì con il suo maestro per il suo disinteresse, ma Masamune la tirò fuori dall'acqua, l'asciugò e la posò nel fodero, mentre Muramasa lo derideva. Intanto un monaco, che aveva osservato tutta la sfida, parlò ai due: "La prima spada è senza dubbio una spada tagliente, ma è portatrice di sangue, una spada malvagia che non fa differenza fra ciò che taglia. Può essere buona per tagliare farfalle così come teste. La seconda è notevolmente la più tagliente fra le due, e non taglia senza motivo ciò che è innocente". Esistono numerose versioni di questa leggenda: ad esempio, una secondo cui la spada di Muramasa tagliava le foglie, mentre quella di Masamune le riuniva.
Secondo un'altra leggenda Muramasa e Masamune furono invocati per costruire spade per lo Shogun e le spade, una volta concluse, venivano appese ad una cascata. Secondo una variante di questa leggenda Muramasa fu ucciso per aver creato spade malvagie.
Infine un'altra leggenda narra di un fabbro rinomato per la sua fama di illustre forgiatore di armi molto potenti. Costui era talmente famoso da forgiare armi anche per i più nobili Samurai della regione, essendo in quei tempi scoppiata una feroce guerra. Il suo grande obiettivo era quello di creare una spada perfetta, nata per distruggere e per non essere distrutta, una Katana leggendaria, che sarebbe stata tramandata per generazioni. Essa fu forgiata secondo una tecnica innovativa, che consisteva nella sovrapposizione di più strati di metallo, battuti in una sola lama, in modo tale da conferire alla spada una resistenza eccezionale anche sotto l'urto di colpi talmente forti da risultare letali per altre spade. Lunghissima e maneggevole, con la tipica elsa circolare propria delle spade dei Samurai, divenne un mito per coloro che la maneggiavano, riuscendo a perforare anche le più coriacee tra le armature. Tuttavia, quando tutte le guerre tra i feudi cessarono e l'ordine dei Samurai andò estinguendosi, la Spada Masamune tornò nelle mani della famiglia del fabbro che l'aveva creata, dopo aver conquistato il titolo di "Katana Divina". Al giorno d'oggi non si sa più nulla di quella Spada che ha reso invincibili molti Samurai: alcune voci dicono che i posteri di quel grande fabbro, padre dell'arma, ne detengano ancora il possesso e tolgano al mondo la visione della Katana Divina.






Spade

Honjo Masamune

La Honjo Masamune fu la spada simbolo dello Shogunato durante il periodo Edo. È una delle più famose spade create da Masamune ed è tuttora considerata tra le migliori spade mai create in Giappone. Seppur considerata uno dei Tesori Nazionali del Giappone (Kokuhô), la spada scomparve poco dopo la seconda guerra mondiale.
La storia dell'arma è alquanto travagliata. Nel Sedicesimo Secolo Honjo "Echizen no kami" Shigenaga (本庄越前守重長) generale di Uesugi Kenshin, fu attaccato da Umanosuke, che brandiva una katana forgiata da Masamune. La spada spaccò a metà l'elmo di Shigenaga, che però riuscì a sopravvivere e a vincere lo scontro, conquistando la spada come premio al vincitore; in seguito a questo fatto, la spada prese il nome di Honjo Masamune. La lama era stata intaccata dalla battaglia, ma era ancora perfettamente utilizzabile. Quando le fortune di Shigenaga si dissolsero, il generale fu costretto a vendere la spada per la ridicola cifra di tredici monete d'oro. La spada passò più volte di mano, fino al suo ultimo proprietario noto, Tokugawa Iemasa (徳川家正), che la conservò fino al 1945.
Apparentemente Tokugawa Iemasa consegnò 15 spade a una stazione di polizia a Mejiro nel dicembre 1945; pare che tra di esse fosse presente la leggendaria Masamune. Nel gennaio 1946, la polizia consegnò le spade al Sergente Coldy Bimore del Settimo Cavalleria degli Stati Uniti, anche se in realtà non vi è certezza della correttezza di questo nome. Potrebbe infatti essere un nome non reale generato dalla trascrizione fonetica che, in quel periodo, era stata adottata dai giapponesi per tradurre l'inglese in giapponese. Da allora la spada è scomparsa.




lunedì 23 gennaio 2017

Kunai

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I kunai sono armi da taglio giapponesi risalenti all'epoca Tensho (1573-1592).

Storia

In origine semplicemente usati come attrezzi da giardinaggio, furono in seguito modificati in coltelli e dati in dotazione nell'armamentario dei ninja, che potevano così tenerli nella propria dimora senza suscitare il sospetto che si trattasse di armi.

Uso

Essendo un'arma molto corta il kunai viene usato più frequentemente con la lama rivolta all'indietro e con l'indice nel cerchietto in fondo al manico in modo da poterne controllare la posizione rispetto al palmo della mano. Tale posizione viene usata quando si è in fase di scontro usando il braccio come sostegno della lama. Oltretutto tale posizione consente di effettuare rapidamente colpi di taglio muovendo il braccio verso l'interno e viceversa, oltre ad un leggero piegamento interno del polso, un colpo di punta.
La lama viene posta in avanti soltanto nel caso di un colpo certo, magari effettuato alle spalle.

domenica 22 gennaio 2017

Te (arte marziale)

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Te in giapponese significa letteralmente mano ma con questo termine, nel dialetto di Okinawa () per lungo tempo si è indicato l'insieme di tecniche di boxe originarie della Cina che furono introdotte nell'isola soprattutto nell'ultima fase della dinastia Qing. Questa arte marziale venne poi chiamata Okinawa-te, conosciuta anche col nome di Tode.
Antica lotta giapponese a mani nude praticata nelle isole Ryu Kyu.


sabato 21 gennaio 2017

Arti marziali coreane

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Le Arti marziali coreane (무술 o 무예, 武術 o 武藝, musul o muye) sono le arti marziali che hanno avuto origine in Corea. Alcune arti marziali coreane maggiormente famose sono: Hapkido, Kuk Sool Won e il Taekwondo. C'è stata una rinascita delle arti di spada coreana come pure del combattimento con il coltello e tiro con l'arco. In tempi moderni, le arti marziali coreane vengono praticate in tutto il Mondo.

Storia

Le origini delle arti marziali coreane risalgono a circa 2000 anni fa, le più antiche erano un amalgama di stili di combattimento disarmato sviluppati dai tre regni rivali di Silla, Goguryeo e Baekje, fino al IV secolo sempre in lotta tra loro. In questi territori i giovani uomini erano addestrati nell'uso di tecniche corpo a corpo per sviluppare forza, velocità e capacità di sopravvivenza. Di questo periodo rimangono molte testimonianze sotto forma di affreschi e pitture murali ritrovate sul soffitto di alcune tombe reali risalenti ai primi secoli dopo Cristo, come in quella di Muyong-chong, appartenente alla dinastia di Goguryeo. Le pitture mostrano diversi individui che eseguono tecniche molto simili a quelle usate nel taekwondo odierno. Le arti marziali venivano generalmente chiamate subak, laddove il taekkyeon (letteralmente combattimento con le gambe) era il più popolare stile del subak, impiegato come pratica di confronto sportivo che si focalizzava sull'uso dei calci. Soprattutto nel regno di Goguryeo il subak si focalizzava sui calci, ma dal regno di Silla giunsero influenze nell'utilizzo di tecniche di mano.
La forte spinta al perfezionamento di tali tecniche di combattimento fu la necessità da parte dei tre regni coreani di addestrare l'esercito per combattere i pirati giapponesi che mettevano in ginocchio molti territori del paese. L'impulso fondamentale per la diffusione delle arti marziali nel paese venne allorquando il regno di Silla organizzò un esercito, con l'aiuto del regno di Goguryeo per scacciare i pirati; per farlo venne creato un gruppo di guerrieri, scelti tra i nobili del regno, chiamato Hwarang ("uomo che fiorisce"). Coloro che dimostravano forte attitudine naturale venivano selezionati per allenarsi in questo corpo guerriero d'élite degli Hwarang. Si riteneva all'epoca che giovani con un talento per le arti e nella cultura avevano la grazia di diventare veri guerrieri. Costoro venivano istruiti tanto nelle arti marziali quanto nella filosofia, nella storia, nel pensiero del confucianesimo, nella moralità del buddhismo e negli sport equestri. Il loro allenamento militare includeva un utilizzo intenso di armi (fra cui scherma e arcieria), a piedi o a cavallo, così come lezioni in tattiche militari e nel combattimento disarmato basato sulle tecniche del subak.
Gli Hwarang a loro volta andarono in giro per il paese insegnando quest'arte e fondarono anche un'accademia militare chiamata Hwarang-do ("la via dell'umanità che fiorisce"), aperta principalmente per i membri della corte reale di Silla e ispirata dai cinque valori di Won Gwang della condotta umana, includenndo: lealtà, dovere filiale, fiducia, valore e giustizia. Grazie a questa cooperazione i tre regni furono unificati e il taekyon, che intanto continuava ad evolversi, diventò molto popolare tra gli usi e costumi della popolazione locale e nell'addestramento delle truppe.
Nonostante la ricca documentazione sulla storia coreana e nelle sue tradizionali arte marziali, notizie di queste svaniscono nell'oscurità durante la Dinastia Joseon. La società coreana divenne altamente centralizzata durante il periodo del confucianesimo coreano e le arti marziali in quest'epoca erano poco considerate in una società i cui ideali erano epitomati dai suoi re-studenti. Pratiche formali di arti marziali tradizionali come il taekkyeon furono riservati per pratiche militari autorizzate. Pratica civile tuttavia persistette in alcuni strati della popolazione fino al XIX secolo.

Arti marziali coreane moderne

Le native arti marziali coreane furono vietate durante il periodo dell'occupazione giapponese, che per contro importò le proprie (andando anche ad influenzare molte scuole di arti marziali, dall'aikido per esempio è derivato l'hapkido), ma sopravvissero attraverso l'insegnamento nascosto e la personalizzazione popolare. Dopo l'occupazione, i vecchi libri di Muyedobotongji divennero un popolare materiale per marzialisti coreani, influenzando lo sviluppo di molti stili moderni di combattimento coreani.
Gli antichi manuali come Muyedobotongji divenne popolare e materiale di studio per gli artisti marziali coreani influenzando lo sviluppo di molte moderne arti marziali. Per esempio, i coreani che avevano praticato il kendo giapponese durante il periodo della colonizzazione, studiando il Muyedobotongji riscoprirono il loro patrimonio culturale e ricrearono le tradizionali arti marziali coreane, anche se questo di solito non era niente di più che un rinominare tecniche che già si ritrovavano nel Muyedobotongji. In questo processo il Muyedobotongji fu usato più volte ingiustamente e senza motivo come il patrimonio antico marziale coreano.
Questo non significa che le arti marziali coreani esistenti prima dell'occupazione sparirono completamente. I maestri di molti stili sopravvissero all'occupazione e continuarono ad insegnare la loro arte, anche se i giapponesi misero il divieto. Taekgyeon sopravvisse come gioco popolare crescendo in popolarità negli anni recenti, e dalla sua unione con le scuole di karate importate in Corea venne poi creato il taekwondo. Anche le tecniche di Muyedobotongji sopravvissero all'occupazione e le arti marziali come il shippalgi godettero di un rinnovato interesse.
Va inoltre considerato che le arti marziali coreane sono ancora in uno stato di evoluzione come testimoniato dalle recenti arti emergenti come Tukong/Teukong Moosul e Youngmudo. Ora c'è anche lo sviluppo delle arti marziali coreane influenzate dall'occidente boxe, Muay Thai o Judo, si tratterebbe in particolare di Gongkwon Yusul e Kyuktooki.
È inoltre importante notare che parlare di arti marziali in termini della loro provenienza: cinese, giapponese o coreana è qualcosa che deriva da tempi recenti ed è cresciuta sotto l'influenza di una visione nazionalistica.

Terminologia

Le arti marziali coreane vengono generalmente praticate in un dojang (도장), con il quale alle volte ci si riferisce come ad un cheyukkwan (체육관 / 體育館, i.e., palestra). I praticanti indossano un uniforme o dobok (도복) con una cintura o tti () legata intorno ad esso. Questa cintura di solito mostra il grado raggiunto da un praticante. Un allievo solitamente inizia con la cintura bianca progredendo all'interno di una serie di cinture colorate, (che differiscono da stile a stile), prima di raggiungere la cintura nera. I gradi che precedono la cintura nera vengono definiti geup o kup (), mentre ai gradi delle cinture nere ci si riferisce come dan (). In alcuni casi, per gli studenti di età inferiore ai 16 anni non vengono rilasciati i dan, ma piuttosto "pum" o poom () o gradi delle "giovani cinture nere". Alcuni stili usano delle strisce sulle cinture nere al fine di mostrare i dan posseduti dal praticante. Esso è un comune sistema che detiene nove gradi di geup e nove gradi di dan. Passano solo pochi mesi da un geup all'altro, mentre possono passare anni da un dan a quello successivo. La maggior parte dei termini di cui sopra sono identici a quelli usati negli stili giapponesi come lo judo e il karate, ma con i caratteri cinesi letti con pronuncia coreana, ma con poche eccezioni, (dobok e tti sono stati modificati per adattarli alla lingua coreana).
In alcuni stili, come il taekgyeon, il hanbok viene indossato al posto del dobok. Il collo a V di molti stili delle uniformi di taekwondo si presume che fu modellato dopo l'hanbok.




venerdì 20 gennaio 2017

Kenjiro Yoshigasaki

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Kenjiro Yoshigasaki (1951) è un artista marziale giapponese, arrivò in Europa negli anni settanta per rappresentare la Ki No Kenkyukai.
Kenjiro Yoshigasaki sotto la Ki No Kenkyukai del maestro Koichi Tohei raggiunse l'ottavo dan di Ki Aikidō.Egli tenne stage ed insegnò in numerosi dōjō in Europa, Sudafrica e Sudamerica. Nel 2002, quando il maestro Koichi Tohei cessò di insegnare, lasciando il posto a suo figlio, il maestro Yoshigasaki fondò una propria scuola, l'"associazione internazionale Ki No Kenkyukai", che riunisce i dōjō di tutta l'Europa, del Sudafrica e del Sudamerica.
La didattica del suo maestro, il grande Koichi Tohei, era basata sul concetto di punto unico: la riproposizione, in termini comprensibili anche agli occidentali, del concetto di "hara", cioè il centro vitale dell'uomo situato (secondo antica credenza) nel basso ventre, poco sotto l'ombelico. Da ciò seguivano una serie di "precetti" che aiutavano il praticante a migliorare e sviluppare il proprio Ki, cioè la propria energia vitale.
Yoshigasaki progressivamente abbandonò questa impostazione per passare a una didattica basata sul concetto di "linea", riprendendo un concetto giapponese che, ad esempio, si ritrova nell'arte del massaggio. È importante ricordare che i concetti di punto, linea o qualsivoglia altro esempio non sono da prendere alla lettera, come luoghi geometrici immutabili, ma sono un tentativo di rendere tramite concetti fissi il movimento del corpo umano nello spazio, che di fisso ha ben poco; un maestro di ki aikido non penserà mai a questi concetti nella pratica reale, essi sono delle linee guida per lo studio delle tecniche. Infatti solo una pratica costante riesce a rendere in modo vero il senso del ki aikido, le parole sono un aiuto (in certi casi, perché per alcuni individui invece fungono da ostacolo).
Attualmente vive in Belgio, muovendosi frequentemente per viaggi di insegnamento.


giovedì 19 gennaio 2017

Te Sabaki

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Te Sabaki ( fonte Rino Bonanno)
In che contesto si configura il Te sabaki nell'Aikido?
Premesso che Il fondatore Morihei Ueshiba, in maniera socratica, non ha mai catalogato le tecniche, ne ha mai accennato ad alcuna divisione e categorizzazione dottrinale e scolastica di ciò che effettivamente ha creato, alla sua morte, il figlio Kisshomaru Ueshiba designato Doshu (successore) della scuola per via ereditaria, si è trovato di fronte all'ingente problema di dover creare un metodo scolastico per l'insegnamento della disciplina. A tal proposito Kisshomaru Ueshiba ha creato una vera e propria divisione didattica della disciplina.
Di seguito riportiamo la postura ed i movimenti fondamentali del Te sabaki a cura del maestro Rino Bonanno 6º dan Aikikai d'Italia (Aikikai Napoli);
Lo studio del Tesabaki non è particolarmente noto e diffuso ma rappresenta un fondamentale di particolare rilevanza nello studio delle tecniche aikidoistiche allo stesso modo di Tai sabaki e Ashi sabaki.



てさばき, 手捌き, TE SABAKI:
Il significato della parola tesabaki: te: oppure = mano sabaki: 捌き oppure さばき = disposizione (delle..)
Riportiamo alcune posizioni fondamentali delle mani che differiscono a seconda delle tecniche e delle scuole:
1. 開始の天 , Kaishonoden = Mani alte come il sole (letteralmente: inizio di cielo, sorgere)
2. 俯角の伝 , Fukakunoden= Strada in discesa (letteralmente: pendenza di via = via in pendenza),: descrivere un semicerchio come Ikkyo sino al Tanden
3. ぐい飲み口伝 , Guinomikuden= bere da una tazza
4. 釣竿口伝 , Tsurizaokuden= mettere le mani come se mantenessimo una canna da pesca
5. 閂口伝 , Kannukikuden= presa allacciata, avvolgersi .
6. 釣り鉤 口伝 , Tsuribarukuden=presa ad amo da pesca
7. ふなこぞ口伝 , Funakozokuden= mettere la mano come se volessimo togliere l'acqua dal fondo di una barca con una sassuola
8. 極致 , Kyokuchi=(tendere alla..) perfezione*, terminazione (una mano verso lo zenit, l'altra verso il nadir; come iriminage)
  • la perfezione, nell'ideale orientale ed in particolar modo giapponese, viene raffigurata come una linea che collega lo zenit con il nadir; volendo entrare nello specifico l'individuo(che tende alla perfezione) è raffigurato come un triangolo tra un cerchio ed un quadrato che rappresentano l'uomo tra cielo e terra...
9. みゃくもちのでん , Myakumochinoden= come Yokomenuchi Shihogiri
10. 天地の伝 , Tenchinoden= posizione delle mani cielo-terra (come parte finale di Shionage)
11. 帯ぐらい の 伝 , Obigurainoden= mettere le mani come Tenchinoden ma all'altezza della cintura
12. 陰よの伝 , Inyonoden= una mano verso il basso ed un braccio verso l'alto come Tenchinage
13. ねこのてくでん , Nekonotekuden= mettere le mani come se mantenessimo una grande sfera (un braccio e mano come shihonage, l'altro come Ikkyo)