Muhammad Ali,
nato Cassius Marcellus Clay Jr.
(Louisville, 17 gennaio 1942 – Scottsdale, 3 giugno 2016), è stato
un pugile statunitense, tra i maggiori e più apprezzati sportivi
della storia.
Sin dagli inizi di carriera, Ali si
contraddistinse come una figura carismatica, controversa e
polarizzante sia dentro che fuori dal ring di pugilato. Il suo enorme
impatto mediatico e soprattutto sociale non ebbe precedenti nel mondo
agonistico. È tra gli sportivi più conosciuti di tutti i tempi,
essendo stato nominato "sportivo del secolo" da periodici
quali Sports Illustrated e "personalità sportiva del
secolo" dalla BBC. Fu inoltre autore di diversi best seller come
The Greatest: My Own Story e The Soul of a Butterfly.
Alì, inizialmente conosciuto con il
nome di battesimo Cassius Clay, iniziò ad allenarsi all'età di 11
anni. Vinse l'oro Olimpico ai Giochi di Roma nel 1960 e nel 1964,
all'età di 22 anni, conquistò il titolo mondiale dei pesi massimi
sconfiggendo a sorpresa il temuto e potente campione in carica Sonny
Liston. Successivamente si unì alla setta afroamericana Nation of
Islam (NOI) di Elijah Muhammad, cambiando legalmente il suo nome in
Muhammad Ali e promuovendo inizialmente il concetto di separatismo
nero. Con una visione d'insieme profondamente influenzata dalla sua
ammirazione per il mentore Malcolm X, più tardi anche Alì lasciò
la NOI, aderendo prima al sunnismo e poi praticando il sufismo, oltre
a sostenere l'idea di integrazione razziale.
Nel 1967, tre anni dopo la conquista
del campionato mondiale, Alì si rifiutò di combattere nella Guerra
del Vietnam per via della sua religione e della sua opposizione al
conflitto. Per questo, fu arrestato e accusato di renitenza alla
leva, oltre ad essere privato del titolo iridato. Non combatté per i
successivi quattro anni. L'appello di Alì fece strada sino alla
Corte suprema degli Stati Uniti d'America, che annullò la sua
condanna nel 1971. La sua battaglia come obiettore di coscienza lo
rese un'icona nella controcultura degli anni sessanta.
È l'unico peso massimo ad essere stato
campione lineare per tre occasioni: nel 1964, 1974 ed infine nel
1978. Tra il 25 febbraio ed il 19 settembre 1964 fu inoltre campione
indiscusso della divisione. Detiene il maggior numero di premi
"pugile dell'anno", assegnato da The Ring, avendo
vinto tale riconoscimento nel 1963, 1966, 1972, 1974, 1975 e 1978.
Soprannominato "The Greatest"
(Il Più Grande), Ali è stato protagonista di alcuni dei più
importanti e famosi eventi del mondo pugilistico. Tra questi vi
furono la prima controversa sfida contro Sonny Liston, i tre
aspramente combattuti match con l'irriducibile rivale Joe Frazier, ed
il cosiddetto "Rumble in the Jungle", il drammatico
incontro nel 1974 in Zaire contro il campione in carica George
Foreman, dove riconquistò i titoli persi sette anni prima.
In un'era dove molti pugili lasciavano
parlare i propri manager, Alì, ispirato dal wrestler Gorgeous
George, si ritagliò il proprio spazio divenendo famoso come
personaggio provocatorio e stravagante. Prese infatti il controllo di
numerose conferenze stampa ed interviste, parlando liberamente anche
di problemi non legati al pugilato. Con il proprio carisma si
contraddistinse inoltre come uno dei principali innovatori della
pratica del trash-talking nel mondo sportivo. Trasformò
profondamente il ruolo e l'immagine dell'atleta afroamericano negli
Stati Uniti, diventando punto di riferimento del Potere Nero. Secondo
la scrittrice Joyce Carol Oates, fu uno dei pochi atleti a "definire
con i suoi termini la propria reputazione pubblica".
Nel 1984 gli fu diagnosticata la
sindrome di Parkinson, attribuita alla sua professione e che lo portò
ad un graduale declino fisico nel corso dei decenni successivi.
Malgrado tali disagi, anche dopo il suo ritiro dal mondo sportivo,
Alì rimase impegnato in numerose azioni umanitarie, sino alla morte
avvenuta il 3 giugno 2016.
Biografia
Cassius Marcellus Clay nacque il 17
gennaio 1942 a Louisville, nel Kentucky, e gli fu imposto lo stesso
nome di suo padre, Cassius Marcellus sr. (1912-1990), che a sua volta
portava nome e cognome di un politico abolizionista del XIX secolo.
Per parte di padre Cassius Clay era di
origine malgascia e nativo statunitense di terza generazione, mentre
per quella di madre, Odessa Lee Grady (1917-1994), era di ascendenza
afroamericana con un nonno bianco, un bisnonno irlandese di Ennis
(Clare), località di cui ottenne la cittadinanza onoraria nel 2009,
e un lontano ascendente di origine italiana, un non meglio
specificato Bartolomeo Taliaferro, vissuto nella Repubblica di
Venezia nel 1500 e successivamente emigrato in Inghilterra. Benché
Cassius Marcellus sr. fosse metodista, acconsentì che Odessa
crescesse i figli nel credo battista. Cassius Marcellus jr. aveva un
fratello minore, Rudolph Valentine, poi noto come Rahman Ali dopo la
sua conversione all'Islam. Crebbe in un contesto di segregazione
razziale. La madre Odessa ripercorse un episodio in cui fu negato al
figlio di comprare una bottiglietta d'acqua ad un negozio: "Non
gli diedero la bottiglietta per via del suo colore. Quella vicenda lo
colpì profondamente". Fu particolarmente scosso anche dal
brutale assassinio di Emmett Till nel 1955, il che portò Clay ed un
amico di colore a tirar fuori la loro frustrazione compiendo atti
vandalici su una stazione di smistamento locale.
Fu indirizzato alla boxe dal poliziotto
di Louisville Joe E. Martin, che lo incontrò mentre, dodicenne,
inveiva contro chi aveva rubato la sua bicicletta minacciando di
malmenarlo. Il poliziotto gli consigliò di imparare prima a boxare e
lo portò alla palestra Columbia, dove iniziò a mettere in mostra il
suo talento.
Ali nella sua vita si sposò quattro
volte ed ebbe sette figlie e due figli. Si sposò la prima volta con
Sonji Roi nel 1964, una donna conosciuta solo un mese prima, ed ebbe
due figlie da relazioni extra-coniugali: Miya e Kualiah. Muhammad e
Sonji divorziarono nel 1966 perché lei rifiutava di cambiare il suo
stile di pettinatura e vestiario all'occidentale, in particolare si
stirava i capelli e questo era visto da lui come retaggio della
schiavitu dove i capelli crespi erano considerati antiestetici. Nel
1967 Ali si sposò con Belinda Boyd, una ragazza di otto anni più
giovane. Ebbero quattro figli: Maryum, nata nel 1968, Jamillah e
Liban, nate entrambe nel 1970 e Muhammad Ali Jr., nato nel 1972.
Nel 1976 i due divorziarono, a causa di
una relazione tra Ali e Veronica Porsche, un'attrice e modella e nel
1977 il pugile sposò Veronica ed insieme ebbero due figlie, Hana,
nata un paio di anni prima, e Laila, nata nel dicembre del 1977, che
divenne un'eccellente pugile professionista e si laureò campionessa
mondiale dei pesi Supermedi nel 2002. Si ritirò nel 2006 da
imbattuta, vincendo tutti i 24 incontri disputati, di cui 21 per KO.
Nel 1986 Muhammad e Veronica
divorziarono e alla fine di quell'anno l'ex-campione si sposò con
Yolanda 'Lonnie' Ali, la figlia di due vecchi amici dei suoi
genitori. Qualche anno dopo adottarono un bambino di nome Asaad Amin.
Il 20 dicembre 2014, Ali venne
ricoverato in ospedale per un caso delicato di polmonite. Venne poi
curato ancora una volta il 15 gennaio 2015, per un'infezione del
tratto urinario. È stato dimesso il giorno successivo.
L'ultima visita in ospedale di Ali fu
proprio il 2 giugno 2016 a Scottsdale, in Arizona, per delle
complicazioni respiratorie, e rimase ricoverato per due giorni.
Nonostante le sue condizioni fossero definite normali, sono poi
peggiorate: il giorno dopo, alle 6.30 del mattino, ora italiana, l'ex
campione del mondo dei pesi massimi moriva a 74 anni per uno shock
settico, sopraggiunto in seguito all'aggravarsi del suo stato di
salute. Subito dopo il decesso la figlia, Laila Ali, ha detto che il
suo cuore ha continuato a battere per mezz'ora, quasi come se si
rifiutasse di fermarsi.
Ali è stato commemorato a livello
globale e un portavoce ha detto che la sua famiglia "crede
certamente che Muhammad era un cittadino del mondo ... e sanno che il
mondo piange con lui." Greg Fischer, il sindaco di Louisville,
ha dichiarato: "Muhammad Ali appartiene al mondo. Ma lui ha una
sola città natale." Si sono uniti al cordoglio anche gli
sportivi e i personaggi famosi che lo avevano conosciuto e amato.
I funerali sono iniziati a Louisville
il 9 giugno 2016, con la Ṣalāt al-Janāzah, la tipica preghiera
funebre islamica, alla Freedom Hall del Kentucky Exposition
Center. Un corteo funebre ha attraversato le strade di
Louisville, Kentucky, il 10 giugno, terminando al cimitero di Cave
Hill Cemetery, dove si è svolta una cerimonia di sepoltura privata.
Un servizio commemorativo pubblico per Ali al Louisville KFC Yum!
Centre si è tenuto nel pomeriggio del 10 giugno, dove hanno reso
omaggio al campione l'ex Presidente Bill Clinton, il giornalista
televisivo Bryan Gumbel e l'attore Billy Crystal, amico intimo di Ali
da 42 anni.
Carriera
La carriera amatoriale e le Olimpiadi di Roma 1960
Clay compì il suo debutto da
dilettante nel 1954. Vinse sei Kentucky Golden Gloves, due Golden
Gloves nazionali ed un titolo Amateur Athletic Union. Negli ultimi
quattro anni da dilettante ebbe al suo angolo il cutman Chuck Bodak.
Dopo una brillante carriera da
dilettante si mise in luce alle Olimpiadi di Roma del 1960
conquistando l'oro nella categoria dei pesi mediomassimi. Il suo
record amatoriale finale fu di 100 vittorie e 5 sconfitte. Nella sua
autobiografia del 1975, affermò di aver gettato la medaglia nel
fiume dell'Ohio come plateale gesto di protesta verso il suo Paese e
la perdurante discriminazione razziale: di ritorno in patria dopo i
fasti romani, un ristoratore si rifiutò di servirlo, perché nero.
La storia fu contestata e molti amici del pugile, tra cui Bundini
Brown ed il fotografo Howard Bingham, negarono la veridicità del
fatto. Secondo Thomas Hauser, invece, Clay gli raccontò che la
vicenda del ristorante era veritiera e di aver smarrito la medaglia
d'oro un anno dopo la sua vittoria. Il pugile di Louisville ricevette
una medaglia sostitutiva alle Olimpiadi di Atlanta 1996, dove fu lui
stesso ad accendere il tripode.
La
carriera professionistica
Esordi
Clay passò al professionismo il 29
ottobre 1960, sconfiggendo ai punti Tunney Hunsaker. Da lì in poi,
sino al 1963, accumulò un record di 19 vittorie e nessuna sconfitta,
con 15 successi prima del limite. Tra i suoi primi avversari vi
furono Tony Esperti, Jim Robinson, Donnie Fleeman, Alonzo Johnson,
George Logan, Willi Besmanoff, Lamar Clark, Doug Jones e Henry
Cooper. Il giovane pugile batté anche l'ex allenatore e veterano
Archie Moore nel 1962.
Questi primi combattimenti non si
rivelarono comunque semplici. Clay fu atterrato sia da Sonny Banks
che da Cooper. Nella sfida con quest'ultimo, Clay cadde al tappeto
dopo un poderoso gancio sinistro al termine del quarto round e fu
salvato dalla campanella. La battaglia con il temuto Doug Jones del
13 marzo 1963 fu probabilmente la più difficile mai affrontata dal
nativo di Louisville sino a quel momento. Rispettivamente contendenti
numero due e tre, Clay e Jones si sfidarono al Madison Square Garden
di New York. Jones mise in difficoltà Clay già al primo round e la
vittoria del giovane di Louisville per decisione unanime dei giudici
fu pesantemente contestata dal pubblico, che non esitò a lanciare
oggetti di ogni tipo sul quadrato. L'acceso match fu in seguito
nominato "incontro dell'anno" da Ring Magazine.
In ognuno di questi primi incontri,
Clay sminuiva vocalmente i suoi avversari e si vantava delle proprie
abilità sul ring. Definì Jones "un piccolo uomo brutto" e
Cooper "un inesperto". Affermò inoltre di essere
imbarazzato ad entrare sul ring con Alex Miteff e reputò il Madison
Square Garden come un'arena "troppo piccola" per lui.
Questi atteggiamenti allora inusuali causarono l'ira di molti
appassionati della nobile arte. Il suo comportamento provocatorio e
stravagante sul ring fu ispirato dal wrestler Gorgeous George, che
Alì ammirava molto. Durante questa prima fase di carriera mostrò
velocità di mani e di piedi eccezionali per qualcuno della sua
stazza: era solito tenere le mani basse ed evitava i colpi alla testa
con frequenti spostamenti di direzione. Col passare del tempo
sviluppò un jab pungente e migliorò la potenza dei suoi destri.
Campione
dei pesi massimi
Nel 1964 il campione in carica dei pesi
massimi era Sonny Liston, pugile potente e aggressivo che era ed è
tuttora l'unico pugile a vincere un incontro per il titolo mondiale
in un solo round. Egli sconfisse Floyd Patterson, celebre pugile che,
però, venne battuto appunto alla prima ripresa.
Cassius Clay riuscì ad ottenere il
posto di sfidante e nel febbraio dello stesso anno affrontò il
campione Liston, sfavorito però sia dal pubblico che dalla stampa.
Il match però non fu come tutti si aspettavano, grazie all'agilità
e alla velocità di Clay, che riuscì a schivare parecchi colpi e a
colpire ripetutamente Liston. Quando i secondi del campione lo videro
in difficoltà, misero del sale sui suoi guantoni in modo da colpire
il volto di Clay, accecandolo. Il pugile di Louisville iniziò ad
accusare le conseguenze di questa mossa scorretta, ma durante i round
successivi si riprese, fino a quando non riuscì a battere Liston per
abbandono all'inizio della settima ripresa, stupendo la gente e tutto
il mondo sportivo.
Il giorno dopo la conquista del titolo,
nel 1964 Clay si convertì alla fede islamica, aderì alla Nation of
Islam e cambiò legalmente il suo nome in Muhammad Ali.
Rifiutato dalle principali sedi
pugilistiche americane e da Las Vegas, il match di rivincita con
Liston si disputò nel 1965 a Lewiston nel Maine. Il 25 maggio Ali,
detentore della corona dei massimi, e Liston si incontrarono di
nuovo. Alla prima ripresa dopo appena un minuto il campione del mondo
colpì l'avversario con un colpo d'incontro apparentemente innocuo,
passato alla storia come il cosiddetto pugno fantasma (the phantom
punch). Liston rimase al tappeto apparentemente tramortito; Ali
sembrò consapevole di non aver colpito così duramente lo sfidante e
lo invitò con veemenza ad alzarsi per continuare il combattimento.
Secondo gli esperti che hanno visionato
al rallentatore la ripresa, il colpo di Ali, assestato da brevissima
distanza e quasi invisibile, sembra aver colpito la tempia
dell'avversario, che in quel momento stava portando un attacco con il
suo caratteristico stile ed era fortemente sbilanciato in avanti.
L'immagine del campione del mondo che sovrasta Liston al tappeto è
divenuta una delle icone della nostra epoca.
La mafia riuscì a guadagnare enormi
somme di denaro scommettendo sull'allora sfavorito Muhammad Ali,
inoltre l'ascesa del giovane campione sembrava poter aumentare la
popolarità della boxe più di quanto il poco pubblicamente
apprezzato Liston potesse fare. Ciò nonostante, a giochi ormai
fatti, mentre Ali viene osannato e festeggiato, nessuno si interessa
di Liston che gira sconsolato sul ring ed all'incontro con un suo
assistente, lo si nota chiaramente vacillare ed ondeggiare come se
non si fosse ancora pienamente ripreso dal pugno subito.
Nel 2004 Ali è tornato sull'argomento
nella sua ultima intervista ufficiale, cui ha risposto con l'aiuto
dei familiari.
(EN)
«I love Sonny. He was a
good man. And the punch did connect. I don't know how good the
punch was, although I felt the connection. If he took a dive, he
wouldn't have done it in the first round.»
|
(IT)
«Voglio bene a Sonny. Era
un brav'uomo. Ed il pugno l'ha colpito. Non so bene quanto buono
fosse il colpo, sebbene io abbia sentito il contatto. Se avesse
voluto fingere un KO, non l'avrebbe mai fatto al primo round.»
|
In seguito affrontò altri grandi
pugili. Batté due volte Floyd Patterson: nel primo incontro Ali lo
mise a dura prova, mettendolo anche in ginocchio al sesto round, ma
l'ex campione si rialzó per poi però essere comunque sconfitto al
dodicesimo round per KO; nel secondo match Patterson fu di nuovo
battuto sempre per KO tecnico. Poi affrontò altri, tra cui Zora
Folley, Cleveland Williams, George Chuvalo, Brian London.
Quest'ultimo fu battuto al terzo round: secondo alcuni è stato anche
il KO più bello di Ali, dato che fu velocissimo e colpì
l'avversario in maniera provvidenziale fino a farlo cadere. In
definitiva, dopo esser diventato campione mondiale Ali affrontó
tutti i pugili più quotati dell'epoca, rimanendo sempre imbattuto.
Il
ritorno dopo una lunga assenza
Ali difese il titolo per otto volte,
poi la sua carriera fu interrotta quando si rifiutò di combattere in
Vietnam. Ciò gli costò il ritiro della licenza da parte delle
commissioni atletiche pugilistiche statunitensi. Note sono le sue
battute al riguardo:
(EN)
«Ali, you know where is
Vietnam? — Yes, on TV.»
|
(IT)
«Ali, sai dov'è il
Vietnam? — Sì, in TV.»
|
(EN)
«I got nothing against the
Vietcong, they never called me "nigger".»
|
(IT)
«Non ho niente contro i Vietcong, loro non mi hanno mai
chiamato "negro".»
|
Nel 1971 tornò sul ring vincendo 2
incontri per KO tecnico con Jerry Quarry e con Oscar Bonavena. Il
successivo incontro, valido per il titolo mondiale dei pesi massimi
fu contro il detentore del titolo Joe Frazier in quello che è stato
all'epoca definito come "l'incontro del secolo". Joe
Frazier aveva vinto il titolo durante la pausa di Ali per le
questioni politiche, il match si svolse a New York, e fu seguito da
milioni di persone. Ali però non si impose su Frazier, che anzi
riuscì a metterlo al tappeto al 15º round dopo averlo fatto
barcollare diverse volte nel corso dell'incontro. Ali si rialzò ma
perse comunque ai punti e conobbe la sua prima sconfitta. Dopo 10
vittorie, Ali conobbe la seconda sconfitta contro Ken Norton ai
punti, ma sempre ai punti si prese la rivincita. Il 28 gennaio 1974
si tenne anche la rivincita tra Ali e Frazier dove, dopo 12 riprese,
Ali vinse ai punti.
The
Rumble in the Jungle
Nel 1973 Joe Frazier aveva perso il
titolo inaspettatamente per mano di un avversario allora poco noto:
George Foreman. L'incontro fu disputato a Kingston capitale della
Giamaica, dove Frazier venne nettamente sconfitto, finendo
ripetutamente al tappeto; in una occasione i colpi del suo avversario
quasi lo sollevarono da terra. Così al secondo round dovette
abbandonare la lotta e venne sconfitto per KO tecnico.
Successivamente George Foreman affrontò Ken Norton e lo mise al
tappeto in due round. Avendo battuto gli unici due pugili capaci di
sconfiggere Alì, ed entrambi in soli due round, Foreman decise di
voler dare una dimostrazione al mondo intero di chi era
effettivamente il più forte, così nel 1974 si organizzó lo scontro
tra Ali e Foreman, noto come The Rumble in the Jungle. Ali era
di nuovo sfavorito dalla stampa 3 a 1.
Il 30 ottobre dello stesso anno
Muhammad Ali affrontò quindi George Foreman a Kinshasa, nello Zaire.
Prima del match Ali cercò di innervosire il suo avversario con del
trash-talking, insultandolo pesantemente e irritandolo con i suoi
comportamenti provocatori. Il pubblico manifestò il suo forte
sostegno ad Alì e la sua ostilità verso Foreman; la gente gridava:
"Ali boma ye" ovvero "Ali uccidilo".
Il match iniziò alle 4 di mattina: nel
primo round Ali dimostrò un'inattesa aggressività e colpì
ripetutamente Foreman al volto ma venne poi costretto alle corde e
dovette subire i colpi dell'avversario. Foreman per i successivi
round continuò a mettere sotto pressione Ali e stringerlo alle
corde. Alì diversamente dalle previsioni della vigilia, non ricorse
alla sua classica tattica basata sulla mobilità ma sembrò limitarsi
a subire, stretto alle corde, i colpi dell'avversario. Egli, mentre
era costretto a parare i continui colpi dell'avversario, peraltro non
diede segni di cedimento e continuò a provocare e insultare Foreman
cercando di scuotere la sua sicurezza. Gli osservatori non compresero
la tattica apparentemente rinunciataria di Alì, ma con il
trascorrere dei round l'azione di Foreman apparve più disordinata e
il pugile diede i primi segni di stanchezza fisica. Alí ne
approfittò e nel quinto round una serie velocissima al volto colpì
il campione facendolo barcollare. All'ottavo round George Foreman
apparve stremato e Alí poté infine prendere l'iniziativa e con una
serie rapidissima di colpi culminata con un diretto destro, mise al
tappeto il campione, mentre il pubblico esultava per l'esito inatteso
del confronto. George Foreman non riuscì a rialzarsi in tempo e
venne dichiarato sconfitto per KO all'ottava ripresa.
Ali vinse l'incontro grazie ad una
tattica sorprendente e del tutto inattesa chiamata rope-a-dope;
persino i suoi allenatori erano stupefatti e sul momento furono
increduli per l'andamento dello scontro. Dopo aver proclamato per
settimane che avrebbe "ballato" sul ring e che Foreman non
lo "avrebbe mai colpito", Alí invece rimase alle corde per
quasi tutti gli otto round e subì quasi costantemente i colpi
dell'avversario, facendo sfogare tutta la potenza di cui disponeva
Foreman contro un bersaglio inaspettatamente "elastico"
costituito dal corpo di Ali e le corde del ring; pur venendo colpito
da pugni micidiali l'azione elastica delle corde attenuava la potenza
dei colpi di Foreman. Poi vedendolo affaticato riuscì a vincere. Fu
una vittoria memorabile. E divenne campione del mondo per la seconda
volta.
Curiosamente, il match non venne
trasmesso in diretta dalla RAI, che all'epoca interrompeva la
programmazione prima della mezzanotte, in ossequio al decreto sulla
"austerity" susseguente alla crisi petrolifera del 1973. A
farlo, in lingua italiana, fu Tele Capodistria (emittente, oggi
slovena, al tempo jugoslava). La telecronaca ebbe luogo intorno alle
3 di notte con telecronista Sandro Damiani.
The
Thrilla in Manila
Il 1º ottobre del 1975 Ali affrontò
Frazier per la terza ed ultima volta, mettendo in palio il suo titolo
mondiale, per stabilire chi dei due fosse definitivamente il più
forte. L'incontro si tenne a Manila, nelle Filippine, e fu denominato
Thrilla in Manila. Fu un match drammatico che vide i pugili
combattere con enorme ardore, senza risparmiarsi un istante. Tutti e
due combatterono in maniera estenuante tanto che i critici in seguito
votarono quel match come il più brutale mai visto. Prima dell'inizio
della quindicesima e ultima ripresa l'allenatore di Frazier ritirò
il suo atleta, vedendolo letteralmente distrutto dai jab di Ali.
Comunque al momento del ritiro del rivale, il Campione era in
vantaggio ai punti.
Il
declino e gli ultimi match
Dal 1976 la velocità di Ali cominciò
a diminuire, probabilmente a causa dell'avanzare dell'età, e dal
1977 non riuscì più a mettere KO i suoi avversari. Un segnale
dell'evidente declino di Ali fu la vittoria unanime ai punti (anche
se molto deludente) contro Alfredo Evangelista, un pugile poco
dotato. Nel 1977 Ali affrontò Earnie Shavers, battendolo per
decisione unanime ai punti in un incontro spettacolare. Ali dichiarò
in seguito che Shavers fu il più potente pugile che avesse mai
affrontato. In molti attribuiscono alla violenza di questo incontro
la malattia che qualche anno dopo lo avrebbe colpito.
Nel 1978 perse il titolo per decisione
non unanime ai punti contro Leon Spinks, il quale perse subito dopo
il titolo WBC per essersi rifiutato di combattere contro Ken Norton,
contendente numero uno a quel tempo per il titolo unificato. Ali
vinse per decisione unanime ai punti la rivincita contro Spinks,
riottenendo il titolo WBA, ma subito dopo annunciò il suo ritiro.
Ritornò nel 1980 per tentare di
riconquistare il titolo WBC contro Larry Holmes; per arrivare
preparato all'incontro assunse una grande quantità di diuretici, ma
non fecero altro che appesantirlo. Resistette fino alla decima
ripresa, finché Dundee gettò la spugna e lo ritirò dal match.
Combatté per l'ultima volta l'11 dicembre 1981 alle Bahamas contro
Trevor Berbick e perse per decisione unanime ai punti dopo dieci
round. In quel combattimento Ali apparve molto lento nei movimenti e
il suo allenatore Angelo Dundee notò che parlava più lentamente del
solito: erano i primi sintomi della Sindrome di Parkinson.
Su 61 incontri disputati, vanta un
record di 56 vittorie, 37 delle quali per KO. Ha perso per KO una
sola volta.
Stile di
combattimento
Prima del ritiro della licenza, lo
stile di combattimento di Alì era incentrato su un notevole gioco di
gambe, atto a consentirgli una elevata dinamicità, prontezza di
riflessi nello schivare i colpi degli avversari e velocità esecutiva
nel finalizzare l'attacco. Al ritorno sul ring, Ali non era più
capace di "ballare" come prima e dovette concentrarsi di
più sui pugni che sul lavoro di gambe. Inoltre acquisì notevoli
capacità di incassatore, dimostrate sia nell'incontro di Kinshasa
che in quello di Manila. La sua boxe basata sul movimento di gambe
resta comunque inimitabile per qualsiasi pugile di categoria
"pesante". Di lui si disse: "Vola come una farfalla e
punge come un'ape", per sottolineare la leggerezza dei suoi
movimenti, coadiuvata da una tecnica sopraffina.
Periodo
successivo al ritiro
Ritiratosi definitivamente
dall'attività agonistica nel 1981, nel 1984 gli fu diagnosticata la
malattia di Parkinson. e commosse il mondo apparendo come ultimo
tedoforo alle Olimpiadi di Atlanta del 1996; in quell'occasione gli
fu anche riconsegnata la medaglia d'oro vinta a Roma nel 1960.
Nel 1998, Ali cominciò a collaborare
con l'attore Michael J. Fox, anche lui affetto da Parkinson, per
aumentare la consapevolezza nella gente e per aiutare la ricerca di
fondi per la malattia. Hanno fatto un'apparizione insieme davanti al
Congresso degli Stati Uniti nel 2002. Nel 2000, Ali aveva poi
lavorato con la Michael J. Fox Foundation for Parkinson's Disease
per sensibilizzare e incoraggiare le donazioni per la ricerca.
Nel 1985 prese parte alla prima
edizione di WrestleMania come Special Enforcer nel Main Event Hulk
Hogan & Mr. T vs. Roddy Piper & Paul Orndorff.
Nel 2012 presenziò alle Olimpiadi di
Londra e fu uno dei portatori ufficiali della bandiera olimpica alla
cerimonia d'apertura, nonostante fosse evidente lo stadio avanzato
del Parkinson: infatti fu assistito da sua moglie Lonnie per portarla
nello stadio.
La sua ultima apparizione pubblica
definitiva è stata il 9 aprile 2016 ad un evento di beneficenza a
Phoenix, in cui è apparso visibilmente indebolito.
Riconoscimenti
Fu eletto Fighter of the year
(Pugile dell'anno) dalla rivista statunitense Ring Magazine
nel 1963, 1972, 1974, 1975 e 1978.
Sono stati dichiarati Ring Magazine
fight of the year:
1963 - Cassius Clay W 10 Doug
Jones
1964 - Muhammad Ali KO 7 Sonny
Liston I — vedi Muhammad Ali versus Sonny Liston
1971 - Joe Frazier W 15 Muhammad
Ali I — vedi Fight of the Century
1974 - Muhammad Ali KO 8 George
Foreman — vedi The Rumble in the Jungle
1975 - Muhammad Ali KO 14 Joe
Frazier III — vedi Thrilla in Manila
1978 - Leon Spinks W 15 Muhammad
Ali I
La International Boxing Hall of Fame e
la World Boxing Hall of Fame lo hanno riconosciuto fra i più grandi
pugili di ogni tempo.
Detiene anche i prestigiosi allori di
Sportman Of The Century per Sports Illustrated, Miglior
Peso Massimo di sempre per The Ring e secondo miglior
pugile di sempre per ESPN.com.
Oltre a questi riconoscimenti in campo
pugilistico, nel 1974 è stato premiato dall'Associated Press come
Atleta maschile dell'anno. Inoltre è stato scelto dalla
rivista TIME come una delle 100 persone più influenti del XX
secolo nella categoria Heroes And Icons, unico sportivo
insieme a Pelé e Bruce Lee.
Ha ricevuto la Medaglia presidenziale
della libertà nel 2005; nello stesso anno Muhammad Ali è stato
insignito a Berlino della Medaglia Otto Hahn per la Pace in oro dalla
"Deutsche Gesellschaft für die Vereinten Nationen"
(Società Tedesca per le Nazioni Unite).
Nel 2009, in un sondaggio condotto dal
sito internet del mensile Focus Storia, Muhammad Ali è stato
eletto Sportivo del Novecento.
Nella
cultura di massa
Il personaggio cinematografico Apollo
Creed, appartenente alla saga dei film di Rocky, è modellato a
immagine e somiglianza di Ali: infatti lo stile di combattimento di
Apollo è identico a quello del pugile da cui è ispirato, cioè un
mix di agilità e potenza. Anche lo stile canzonatorio e provocatorio
di Apollo Creed durante le conferenze e prima del match sembra
imitare quello di Ali.
Nel 1978 la DC Comics pubblicò un
fumetto one-shot dal titolo Superman vs. Muhammad Alì, dove il
famoso supereroe e il pugile si battono sul ring per fermare
un'invasione aliena della Terra.
Nel 2001 Michael Mann ha diretto il
film Ali. La pellicola racconta la vita del pugile
(interpretato da Will Smith) dal match che gli valse per la prima
volta il titolo mondiale dei pesi massimi fino alla riconquista, a
Kinshasa nello Zaire, nel 1974 contro George Foreman.