Rinzai-shū (臨済宗,
Scuola Rinzai) è una delle tre scuole del Buddhismo Zen che, insieme
alle scuole Sōtō e Obaku, è esistente tutt'oggi.
Lo Zen Rinzai deriva direttamente dalla
scuola cinese Chan di Linji, da cui prende il nome, fondata da Linji
Yixuan nel IX secolo.
Essa si caratterizza oltre che per lo
zazen (meditazione seduta), anche per l'utilizzo dei koan, sorta di
problemi senza soluzione razionale che vengono proposti dal maestro
al discepolo in un incontro personale detto sanzen e per il satori,
illuminazione improvvisa.
Fondatore dello Zen Rinzai è ritenuto
tradizionalmente il monaco giapponese di scuola Tendai, Eisai, che
introdusse per primo il ramo Zen Rinzai Oryo in Giappone dalla Cina
nel 1191, incorporandolo nella scuola Tendai. Ma la linea di
successione di questo insegnamento fu interrotta con la morte, nel
1225 durante un pellegrinaggio in Cina, di Myozen discepolo diretto
di Eisai. Lo Zen Rinzai fu quindi reintrodotto con la linea Rinzai
Yogi da Kakushin sempre nel XIII secolo. Tutte le sottoscuole
esistenti oggi in Giappone dello Zen Rinzai-shu derivano dal ramo
'Yogi'.
Caratteristiche
La scuola Rinzai non è una scuola
unica; è divisa in 19 sottoscuole spesso denominate con lo stesso
nome dei loro templi principali. La più grande e la più influente
di esse è la branca Myoshin-ji, il cui tempio fu fondato nel 1342 da
Kanzan Egen Zenji (1277-1360). Altre branche maggiori sono quelle di
Nanzen-ji, Tenryū-ji, Daitoku-ji e Tofuku-ji.
La scuola Rinzai incoraggia un attivo
perseguimento dell'illuminazione (bodhi, satori) attraverso lo shock
intellettuale dei koan o tramite gli sforzi strenui e la ferrea
disciplina della pratica meditativa zazen. A differenza della scuola
Rinzai, quella Sōtō insiste nello "stare semplicemente seduti"
(Shikantaza) come metodo che serve a rivelare la natura-Budda in ogni
persona.
Il metodo Rinzai è stato adottato nel
Giappone medievale dalla casta dei samurai, mentre la Sōtō ha avuto
un seguito più popolare, come attesta il detto giapponese "Rinzai
per gli Shōgun, Sōtō per i contadini" (giapponese:
"臨済将軍、曹洞土民"
Rinzai Shōgun, Sōtō Domin).
Koan
Il Koan è un elemento fondamentale per
la scuola zen Rinzai. Letteralmente significa "documento
pubblico" ma ha assunto il significato di un quesito basato
sulle azioni e sui detti di famosi maestri. È un problema che non
ammette una soluzione intellettuale; la risposta non ha nessun
rapporto logico con la domanda, e la domanda è tale da mettere in
forte imbarazzo l'intelletto. Eccone alcuni esempi:
"Battendo le mani l'una contro
l'altra si produce un suono. Qual è il suono di una sola mano?
"Molto tempo fa un uomo teneva
un'oca dentro una bottiglia. L'oca crebbe e crebbe finché non poté
più uscire dalla bottiglia; l'uomo non voleva rompere la bottiglia e
neanche far male all'oca; tu come te la caveresti?
"Su un albero c'è un uomo che
stringe un ramo in bocca ma non si tiene attaccato con le mani e non
tocca il tronco con i piedi. Qualcuno, ai piedi dell'albero, gli
chiede: "Che cos'è lo Zen?" Se non risponde, non può
soddisfare quell'uomo, ma se dice anche una sola parola, cade e
s'ammazza. In un momento simile, tu che cosa risponderesti se fossi
in lui?"
Anche se questi Koan possono apparire
sciocchi e assurdi, ognuno di essi riflette il grande koan della
vita, dato che per lo Zen il problema della vita è di superare le
due alternative dell'affermazione e della negazione, che oscurano
entrambe la verità. Il metodo della scuola Rinzai prevede che il
discepolo Zen debba risolvere un koan e che sia assistito da un
maestro, il quale lo interroga sulla soluzione del koan; finché il
discepolo troverà soluzioni logiche e razionali, il maestro gli dirà
che ha sbagliato e quindi di continuare a pensarci; ciò si protrarrà
per alcuni anni, finché il discepolo realizzerà che non c'è una
soluzione razionale, e di colpo sente la sua mente e il suo corpo
cancellati dall'esistenza. Questo fatto è chiamato "lasciar
andare la presa", e fa prendere coscienza al discepolo Zen che,
così come un koan non si può "afferrare" trovandoci una
soluzione, così la vita stessa non può essere "posseduta"
dall'individuo, e che quindi bisogna lasciar andare la vita, cioè
accettarla come vita, come qualcosa che non è di proprietà di
nessuno. I koan sono impiegati anche per far comprendere agli allievi
che l'illuminazione non la si raggiunge solo con l'intelletto e che
ogni ragionamento è inutile alla comprensione della verità. Anche
per questo motivo la scuola Rinzai pratica i koan durante la
meditazione zazen, poiché non crede che stando semplicemente seduti
si arrivi all'illuminazione, o satori.
Arti marziali
La scuola Rinzai è stata storicamente
connessa con varie tradizioni di arti marziali in Giappone.
Nel Giappone pre-moderno, la scuola
Rinzai è stata assai popolare tra i guerrieri aristocratici e i
samurai, mentre la scuola zen Sōtō è stata praticata più da
artisti e poeti. Ciò è dovuto alla reputazione Zen di rimuovere la
paura della morte tramite la trasformazione diretta della
consapevolezza. Per un samurai, la paura della morte era naturalmente
un grosso ostacolo, così lo zen Rinzai soddisfaceva una pratica
necessità. La scuola Rinzai ha avuto eco relativamente maggiore
importanza nella letteratura dei koan e nella conoscenza
intellettuale che della scuola zen Sōtō; questi faceva appello
all'educazione delle classi disagiate. Ad ogni modo, uno dei più
intellettuali e letterati dei maestri zen pre-moderni è stato il
maestro Zen Eihei Dogen.
Dato che l'aristocrazia medievale era
anche una classe di guerrieri, è stato naturale per loro applicare
gli insegnamenti Rinzai alla pratica del combattimento. Alcuni
studiosi hanno argomentato che l'influenza dei samurai è stata
fondamentale per la formazione dello zen Rinzai.
Dopo aver fronteggiato l'opposizione
delle scuole tradizionali buddiste a Kyoto, fu lo stesso Eisai a
introdurre lo zen Rinzai alla casta dei guerrieri samurai della corte
Shogun a Kamakura intorno al 1199.
La predilezione dei samurai per la
scuola Zen Rinzai è continuata nel periodo Tokugawa (1600-1867)
quando era un regolare metodo di addestramento della casta guerriera,
sviluppando il Bushidō.
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