venerdì 25 gennaio 2019

Donne Guerriere




Alcuni dati presi da www.smartsport.it.
Le differenze anatomiche e fisiologiche tra i due sessi condizionano le rispettive prestazioni in attività motorie e sportive.

Mediamente la donna adulta, rispetto all’uomo:
· ha una statura inferiore di 7,5 – 10 cm;
· ha un peso corporeo minore di circa 11 – 13,5 kg;
· ha una diversa composizione corporea, con 4,5 – 7 kg in più di tessuto adiposo e una percentuale di grasso superiore del 10% (circa 25% contro 15%);
· ha una forza muscolare inferiore del 10 – 30% (in relazione alla sede del gruppo muscolare);
· ha un cuore più piccolo, con massimo consumo di ossigeno, indice della potenza aerobica, inferiore di circa il 20% ;
· ha un minor volume di sangue, meno globuli rossi (circa – 6%) e meno emoglobina (circa – 15%);
· ha torace e polmoni più piccoli, con inferiori parametri ventilatori.
I dati raccolti per oltre un trentennio dall’Istituto di medicina dello Sport di Torino, su alunni delle scuole medie, evidenziano nelle ragazze una minor forza muscolare del 10% a livello degli arti inferiori, del 15% agli arti superiori e del 20% al tronco. Il massimo consumo di ossigeno nelle femmine di 10 – 12 anni è di 35,85 ml/(kg x min), contro i 37,70 dei coetanei maschi. Le diversità appaiono anche osservando la forma del corpo. La donna ha il bacino più largo e gli arti più corti: ciò condiziona i rapporti di leva nelle articolazioni. Il suo baricentro, punto in cui si può immaginare si concentri il peso del corpo, si colloca a un livello più basso: ciò facilita il mantenimento dell’equilibrio ma rende più svantaggiose attività come i salti.
In secoli di guerre, battaglie, duelli, possiamo vedere che le donne hanno combattuto negli assedi al fianco dei loro uomini, quando la situazione si faceva disperata, e in alcuni casi hanno agito come condottieri (Giovanna d’Arco, Matilde di Canossa, Nakano Takeko, ecc..).
Se leggiamo un qualsiasi libro di storia medievale non scolastico, contenente saggi, storie dei vari popoli ecc, scopriamo che, durante l’alto medioevo, le donne guerriere erano di stirpe nordica, prevalentemente celtica, scandinava, irlandese, islandese, scozzese (particolarmente feroci, appartenevano agli Scoti e ai Piti ed erano abili con l’arco), anglosassone, normanna (seguivano i pirati di solito), longobarda e burgunda (anche se più raramente). Ovviamente ci sono anche i sottogruppi di tali popoli, come ad esempio tra i celti spiccavano le donne galliche, che usavano tingersi il corpo con una strana sostanza bluastra chiamata vitrum in latino (De bello gallico di Giulio Cesare). In questi libri non scolastici vi sono vari documenti dell’epoca, riportati con tanto di commento, di come vestivano le donne guerriere e quali armi usavano.
Premesso che non erano di costituzione esile, eccetto per alcune nordiche insulane (irlandesi, piti, scoti), erano capaci di portare armi come spade ad una mano e mezza, archi gallesi (gittata di circa 400 metri), piccole asce e grandi asce (le prime per le nordiche insulane), pugnali ricurvi usati a mo di piccole spade spesso accoppiati (il loro nome era saex). Dai dipinti, dalle sculture e da saggi sulla moda dell’epoca invece si evince che il tipo di abbigliamento era comodo e spartano, nulla di pretenzioso. Questo di solito era l’abbigliamento usato dalle donne in battaglia, ma spesso portavano i pantaloni, soprattutto le celtiche non romanizzate. Gli elmi erano poco usati, anche dai maschi, mentre erano molto importanti spallacci di cuoio e protezioni alle gambe. Erano robuste e comunque anche se magre muscolose e scattanti, capaci di una resistenza davvero notevole, tanto che molti storici dell’epoca se ne meravigliavano.
Alcune donne combattevano anche con gonne lunghe ma abbastanza larghe da non ingombrarle, ma non nel corpo a corpo.”
La forza delle donne guerriere celtiche stava nella loro incrollabile forza di volontà, ferocia e resistenza (avendo meno muscolatura e scheletro più leggero rispetto agli uomini, compensavano i loro limiti con una maggiore agilità) e soprattutto per il loro indomabile spirito combattivo. Gli uomini dell'epoca le ammiravano perchè esse infondevano coraggio ai combattenti. Ma vi era anche di più dietro queste fiere guerriere. Non erano usate come carne da “spada” nelle battaglie. Essendo anche molto sagge (molte di esse erano druide) venivano messe a capo delle spedizioni come consigliere ed organizzatrici. I celti non amavano le strategie, si gettavano nel corpo a corpo, ma dopo aver incontrato i romani cominciarono a ricredersi. E furono le donne, secondo gli storici, ad organizzarli. Il loro primo compito era questo, poi in caso di necessità non disdegnavano di certo di scendere a combattere, ma per lo più facevano le strateghe e difendevano le mura usando gli archi.
Segno che non erano selvagge e rozze, ma forti di fisico e soprattutto di mente.”
Il sax o seax o scramasax veniva utilizzato poi in sostituzione della spada, i sax erano lunghi come vere e proprie spade e spesso oggi si vedono rievocatori vichinghi usarli insieme alla lancia, quando il nemico arriva sotto misura gettano la lancia e puntualmente ti infilano lo scramasax da qualche parte (collo, spalle , dietro la nuca….).
L’arte della guerra sta nell’usare le giuste persone al posto giusto, a prescindere.
Una donna non è meno importante se invece di pestare con un mazzapicchio dirige il servizio logistico.
Le battaglie sono un’altra cosa: contano peso dell’armatura, i giorni di viaggio precedenti, e (sempre dimenticato) il morale. La battaglia è un’operazione di gruppo, se il morale è alto o basso il singolo individuo può rendere in modi molto diversi.



giovedì 24 gennaio 2019

Le 6 Armonie


Il punto di forza della struttura Wing-Chun viene da un corretto allineamento del corpo rispetto al nostro avversario. Con il mantenimento di questa struttura, l'allineamento e il bilanciamento rimangono intatti. Il praticante Wing-Chun cerca di distruggere la struttura del suo avversario ed il suo equilibrio durante il combattimento, mantenendo allo stesso tempo la postura delle sue sei armonie.
Le 6 armonie corrispondono all'allineamento delle spalle, gomiti, polsi, fianchi, ginocchia e caviglie, la sfida è nel mantenere l'allineamento delle, spalle fianchi e le braccia con il vostro corpo, mentre il tuo avversario si muove.
Le spalle e i fianchi dovrebbero essere rivolti verso l'avversario. Il nostro avversario dovrebbe sempre essere situato davanti al nostro corpo, centrato tra le spalle.
Ritroviamo questo principio anche nel Tai-Chi e Ba-Qua-Chang, indicato come il "cilindro/movimento a spirale", dove la parte superiore del corpo è costantemente rivolta verso l'avversario durante il combattimento per mantenere l'allineamento, e quindi, il potere interiore.

mercoledì 23 gennaio 2019

Suggerimenti per gli uomini quando escono per la prima volta con una ragazza cinese







Se non sei cinese o non sei mai stato in Cina, probabilmente conosci poco la Cina e le sue consuetudini, nonostante questo potresti trovare le ragazze molto seducenti in quanto il loro modo di comportarsi è ben distinto da quello delle ragazze europee o delle ragazze di una qualsiasi altra parte del mondo. Con questo non voglio dire che sono una specie completamente diversa, ma che il loro ricco patrimonio culturale le rende molto diverse nel loro modo di vita o di comportamento. La globalizzazione ha portato ad una fusione di più culture, tra terre diverse, nonostante questo potresti aver bisogno di alcuni consigli su come uscire con una ragazza cinese con successo.

1. Non cercare di strappare a tutti i costi un appuntamento a una ragazza cinese. Ciò significa che, non segui le mosse tradizionali della seduzione. Un film, la cena, un bacio della buonanotte occasionale e non la chiamano più. Questo è ciò che hanno fatto altri prima di te, creando troppa pressione durante l'appuntamento riguardo a future e ipotetiche aspettative e comportandosi di conseguenza in modo goffo. Questo è ciò che chi ti ha preceduto ha fatto con lei. Prova invece qualcosa di più semplice, più economico e meno convenzionale. Qualcosa di simile al solo incontro per bere un caffè, senza grandi aspettative o preparativi. Lei sarà meno preparata e tesa. L'atmosfera sarà meno carica, più rilassata e quindi più divertente, senza le aspettative usuali di un appuntamento.

2. Ogni uomo cerca di impressionare una donna cinese con i suoi discorsi. La verità è che lei ha sentito già tutto prima di incontrarti in molte varianti e versioni. In questo caso, meno è meglio. Meno cerchi di impressionarla, più la ragazza cinese è impressionata. Prova ad ascoltarla falla parlare di sé. Tutto ciò che ti serve è un piccolo grado di interesse. Questo la prenderà alla sprovvista, ai suoi occhi sarai diverso e impegnativo, e le ragazze cinesi amano gli uomini impegnativi.

3. Non essere Mr. buonismo. Sii un po' impertinente gettale dei commenti imprevisti e maliziosi e lascia che si chieda se l'hai appena detto veramente. Fai dichiarazioni scherzose e lascia che sia lei a chiederti maggiori informazioni su che tipo di persona sei.

4. Una ragazza cinese di solito ha un sacco di ammiratori e quindi devi essere diverso e lasciare un segno che ti distingua. La maggior parte di loro ti metterà alla prova con piccoli test per vedere come sei messo economicamente. Non cedere ad ogni suo capriccio.
A volte si può scherzosamente ma con fermezza resistere e rifiutarglielo.

5. Che ci credi o meno una ragazza cinese ti si concederà più volentieri se scopre che sei corteggiato da altre ragazze cinesi. Quindi non spendere tutto il tuo tempo con una. Allarga la tua cerchia di amicizie femminili e fai sapere loro che stai cercando di decidere e che hai un sacco di ammiratrici. Rimarrai sorpreso dai risultati.

6. I cinesi sono molto legati alla loro famiglia. Quindi, informati sulla sua famiglia. Essere interessato alla sua famiglia aumenterà sicuramente le tue possibilità di successo.

7. L'onestà è una qualità che è molto rispettata nella società cinese. Un uomo d'onore non mente e non abbandona le sue responsabilità. Se vuoi impressionare una ragazza cinese devi dimostrare ai suoi familiari che puoi essere un uomo d'onore.

martedì 22 gennaio 2019

Jook Wan Huen

Wing Chun è Jook-Wan-Huen

Il nome Jook-Wan-Huen significa "legato con un cerchio di bambù", dove, come Tin-Wan-Huen si riferisce ad un "cerchio di ferro." Entrambi i nomi descrivono la struttura di un'arma di difesa e l'allenamento per affinare e sviluppare un Ging esplosivo nelle braccia di un praticante Wing-Chun. Può anche essere utilizzato in qualsiasi sistema di Kung-Fu del sud come la gru bianca e la mantide religiosa del sud.

La leggenda degli anelli Wing-Chun
All'interno della prima e seconda generazione venne sviluppato l'uso all'interno dello stile Wing Chun, prima di un uso standardizzato del Mook-Yan-Jong, l'anello di bambù è stato utilizzato dai membri del gruppo del diciannovesimo secolo chiamato Compagnia dell'Opera delle Giunche Rosse come attrezzo di allenamento per il loro particolare stile di Kung-Fu.
Coloratissimi ad un primo impatto visivo erano utilizzati per le coreografie, gli anelli consentivano ai praticanti nascosti tra gli attori dell'Opera di sviluppare la loro arte in modo sottile ed essere usati per la difesa (in mano o per essere gettato) contro un attacco armato in caso di necessità.
I praticanti nascosti nella Compagnia dell'Opera delle Giunche Rosse si travestivano da intrattenitori ambulanti, in questo modo era loro permesso di raggiungere i propri obiettivi primari di spionaggio e di assassinio. Quasi tutte le linee di Wing-Chun, con l'eccezione del ramo del Pao-Fa-Lien, che non discendono dai maestri appartenenti alla Compagnia dell'Opera delle Giunche Rosse.

lunedì 21 gennaio 2019

Gerk Jong


Gerk-Jong è il manichino per l'allenamento ai calci. Si tratta di tre pali, conficcati nel terreno. Questo tipo di allenamento viene utilizzato per addestrare gli attacchi multidirezionali e i blocchi, così come l'utilizzo dell'anca e il posizionamento corretto delle gambe, il condizionamento delle gambe attaccando i pali. Il Gerk Jong originariamente era composto da 6 pali a forma di fiore di prugno (Mei Hoa Jong).
Il primo livello nella pratica dello Gerk Jong implica i calci base (questa è la parte più importante dell'addestramento). Si allena l'arco, il bordo del piede, e la parte inferiore del piede.
Livello due condizionamento delle gambe.
Uno o tutti i pali possono essere utilizzati. Non c'è una sequenza pre-impostata per il condizionamento delle gambe - bisogna colpire con la gamba il legno duro con ogni tecnica che si conosce con Tan Gerk, Bong Gerk, Jeet Gerk, Waang Gerk, Fook Gerk, Huen Bo, Bo Kau.
Il livello successivo al precedente nel Wing-Chun è quello di praticare il footwork e Chi-Sao, muovendosi sulla cima dei pali. Questo permette di prendere coscienza del nostro bilanciamento e di acquisire il giusto controllo del nostro baricentro, così come il corretto posizionamento dei piedi. Una volta che questo livello viene padroneggiato, l'utilizzo dei pali diventa casuale, così i praticanti acquisiscono la capacità di muoversi e praticare il chi sao.
A questo livello il praticante viene incoraggiato a tenere il baricentro e le gambe il più vicino possibile al livello del suolo, questo per garantire che il cavallo, le gambe ei fianchi siano addestrati a rimanere bassi per evitare di essere travolti, intercettati, interrotti, o sradicati durante gli spostamenti e l'esecuzione delle tecniche del Wing-Chun.

domenica 20 gennaio 2019

Le armi del kung fu




Le armi del Kung Fu hanno una storia antica quanto i vari stili che le utilizzano. L'uso e sviluppo delle armi nel Kung Fu si è diversificato con la data e la località in cui ogni arma è nata e fiorita.
I praticanti delle province cinesi del nord hanno utilizzato e sviluppato nel corso dei secoli armi differenti dai praticanti del sud e anche se tutte le armi originali sono nate e progettate per scopi bellici, con gli anni l'uso degli armamenti si è ampliato ed è stato utilizzato per lo sviluppo della resistenza nei polsi, la coordinazione occhio-mano e la sincronizzazione ed il controllo.
Quando si parla delle armi del kung fu il pensiero corre sicuramente a Bruce Lee ed alla sua sequenza con i nunchaku; le armi cinesi invece hanno altre caratteristiche ed un’ottica diversa, i cinesi per secoli sono stati un popolo contadino e le armi non sono mai state ben viste e quindi sono state utilizzate prevalentemente dai nobili, dall’esercito e dalla polizia. Forse tutto ciò ha generato l'esigenza di difendersi promuovendo l’uso degli attrezzi agricoli come armi per la difesa dei propri beni e della propria persona. Il popolo teneva le armi nascoste, sempre pronte a essere usate all'occorrenza.
Le armi cinesi non sono state quasi mai prodotte con una bellezza ricercata, sono poche quelle che possono essere paragonate per fattura alle Katane giapponesi, la caratteristica che le contraddistingue è stata casomai l’estrema varietà e la personalizzazione nelle forme e dimensioni, ogni classe sociale aveva le sue armi, il contadino la falce o il rastrello, il boscaiolo l’ascia, il pescatore il remo, il mendicante il bastone, il monaco buddista aveva una sorta di vanga (usata per seppellire i morti) o il Vajra (“in sanscrito “fulmine“) un piccolo scettro metallico usato per le funzioni religiose.
Le armi cinesi spesso erano fatte al momento a volte modificando gli attrezzi da lavoro affinché non venissero considerate armi proprie.
La vita in Cina era molto pericolosa e i contadini, per esempio, non dovevano organizzare difese soltanto contro gli animali feroci che distruggevano i raccolti ma anche contro le scorrerie di bande di briganti che li derubavano ed ancora, in certe epoche storiche, dovettero imparare a difendersi dai soprusi degli stessi soldati imperiali.
Chi viaggiava da un villaggio all'altro doveva necessariamente essere armato. Ogni ceto sociale, ogni popolazione aveva la sua arma o usava il proprio attrezzo da lavoro in caso di necessità ed era buona cosa che chiunque si adoperasse molto per padroneggiarlo al meglio.
La spada era l’arma dei nobili e dei letterati. Queste considerazioni permettono di evidenziare che il concetto di combattimento “leale” che proviene dall’asia è stato in gran parte frainteso, i combattimenti non erano coreografati come oggi siamo abituati a vedere, ma erano delle vere e proprie esplosioni di violenza, se ci doveva essere il combattimento, l’importante era rimanere in vita, con qualsiasi mezzo possibile e tanto più l’arma era “efficace”, nel senso offensivo della strategia, meglio era, basti pensare alle spade uncinate, che sono in grado di ferire da quasi tutte le angolazioni in cui entrano in contatto con il nemico.
Al giorno d'oggi le armi nel Kung Fu possono apparire fuori luogo e tempo, rispolverate dalla storia, più legate alla tradizione cinematografica che non alla vita attuale.
Verrebbe da pensare che oggi le armi tradizionali cinesi non possano avere alcun riscontro concreto di fronte alle situazioni di vita attuale.
In realtà oggi le armi si continuano a studiare e ad amare perché attirano con quella particolare energia che gli appartiene, per quella vibrazione che non sfugge alla sensibilità del guerriero oggi come nel passato. Un'arma ti chiede di dargli vita con i tuoi movimenti, in cambio lei ti darà la sua anima.
Un significato molto profondo nell'allenamento con le Armi Tradizionali è celato nella ricerca dello scorrere, lungo i Canali o "Meridiani" del nostro corpo, dell'energia dell'arma fintanto che non permea nel nostro Qi per poi essere estrinsecata al di fuori al fine di sentire l'arma come una proiezione del corpo stesso, non più come un oggetto esterno da portare addosso.
Vi sono quattro Armi considerate le principali delle Arti Marziali cinesi: la spada, simbolo dello spirito del guerriero; la sciabola, simbolo della forza; il bastone, la madre di tutte le Armi; la lancia, la regina delle armi guerriere.
Nel Kung Fu le armi vengono classificate secondo diverse categorie tra cui le più caratteristiche sono:
Armi Yang: armi proprie, cioè nate come tali (come l'alabarda, la lancia e la spada).
Armi Yin: armi improprie, cioè attrezzi da lavoro in seguito trasformati in armi.
Un'altra classificazione divide le armi in: armi maschili, quelle che più si addicono all'uomo come ad esempio il Guan Dao, e le armi femminili, quelle che più si addicono alla donna come la Kim, Dan Bian e Shan.

OGNI ARMA HA IL SUO PERCHE'
Ogni variazione di forma o di lavorazione, ogni particolare, ogni accessorio ha un motivo pratico legato all'uso al fine di rendere l'arma più vicina alle esigenze belliche. Ovviamente alcune variazioni possono essere anche legate esclusivamente all'estetica ma quando un'arma viene ridisegnata o completamente modificata il motivo risiede senza dubbio in un adattamento ai vari fattori principali: costituzione fisica del guerriero, caratteristeche ambientali e strategia marziale.

COSTITUZIONE FISICA
Uno dei principali aspetti che maggiormente venivano presi in considerazione dai guerrieri per la scelta della propria arma principale era senza dubbio la corporatura. Guerrieri alti e forti come ad esempio i Mongoli prediligevano armi lunghe e pesanti come ad esempio la "grande sciabola, (Tadao)" o l' "Alabarda (Guandao)". Armi di questo tipo, in mano a combattenti in grado di maneggiarle avevano un potere distruttivo altissimo ma richiedevano chiaramente molta forza.
Guerrieri alti ma longilinei e non particolarmente dotati di forza preferivano armi lunghe ma leggere come ad esempio la "Lancia (Qiang)".
I guerrieri non alti ma molto robusti sfruttavano al massimo il potenziale di armi corte e pesanti come ad esempio le "Sciabole (dandao)" o i "Martelli (Chui)" mentre guerrieri bassi e snelli senza particolari doti di forza preferivano armi leggere e veloci, spesso doppie come per esempio la "Doppia Spada (Shuan Jian)" o la "Doppia Sciabola (Shuan dao)".
Per arma principale si intente l'arma preferita ma un Guerriero sapeva untilizzare molte armi e spesso ne portava con se almeno tre: una visibile al nemico (la principale), una nascosta addosso (fruste, pugnali, catene, punteruoli) ed infine una da lancio (dardi, frecce, aculei).

CARATTERISTICHE AMBIENTALI E CIRCOSTANZE
Anche l'ambiente e le circostanze in cui si svolgevano guerre e combattimenti influiva pesantemente sulla scelta delle armi. In zone dove alberi e foreste rappresentavano gran parte del territorio, era impossibile pensare di utilizzare armi lunghe facilmente incastrabili a causa dell'ingombro ma piuttosto erano privilegiate armi corte, meglio se da taglio. In zone scoscese, ricche di dislivelli, le armi lunghe invece permettevano di raggiungere gli avversari da qualunque ancolazione e magari servivano anche da appoggio a terra. Nelle zone dove vi erano molti animali velenosi, spesso si creavano armi da lancio rese letali proprio dall'utilizzo dei veleni estratti da quest'ultimi.
Nei paesi di campagna, popolati da contadini, si imparavano ad usare gli attrezzi del mestiere come armi. Questo permetteva di non farsi mai trovare indifesi duratte gli attacchi. Rastrelli, Falci, attrezzi per la battitura del grano e molto altro ancora, diventavano micidiali armi se usate con metodi marziali.

STRATEGIA MARZIALE
Con il tempo, combattimenti e guerriglie, venivano premeditati e studiati, di conseguenza anche le stesse armi venivano create per gli scopi precisi della strategia da adottare. La spada uncinata fu inventata allo scopo di atterrare i cavalli per poi colpire chi li cavalcava. Il bastone a tre sezioni, fu ideato per colpire ugualmente i guerrieri muniti di uno scudo
TIPOLOGIE DI ARMI TRADIZIONALI
Le armi tradizionali, (in cinese "Bingqi o semplicemente "Bing" che significa "Armi dei guerrieri") sono numerosissime, probabilmente incalcolabili. Nei testi spesso si per convenzione se ne elencano 18 tipologie rappresentative che rappresentano il "Shi Ba Ban Wuyi" (i diciotto tipi di tecnciche marziali) ma questo numero è esclusivamente rappresentativo e trae la sua origine da alcuni modi di dire cinesi non esclusivamente legati al contesto marziale.

Le armi tradizionali cinesi possono essere divise in tre macro categorie: armi nobili, armi d'uso comune, armi particolari:

ARMI NOBILI
Sono le armi vere e proprie, ovvero quelle create con il preciso scopo di essere usate come tali. In questa categoria troviamo soprattutto armi con parti di metallo lavorato e affilato come per esempio le spade, le sciabole, le lance, le alabarde ecc. ecc.

ATTREZZI D'USO COMUNE
Sono in realtà attrezzi che nascono per scopi diversi per esempio strumenti agricoli od oggetti per lavori artigianali che all'occorrenza potevano comunque essere un'ottima arma facilmente reperibile. Sembra che nei paesi contadini si assumessero Maestri di arti marziali per l'addestramento nell'uso di questi mezzi improvvisati. Si pensi ai classici due bastoni legati da catena che in realtà nascono per battere grano e riso ecc. ecc.

ARMI PARTICOLARI
Una via di mezzo fra le prime due categorie, sono degli oggetti opportunamente elaborati per essere resi offensivi tipo oggetti metallici appuntiti, con lame affilate, attrezzi da lancio ecc. ecc.
Di seguito diamo un elenco delle armi più note suddivise per pura convenzione didascalica in:
Armi molto lunghe, armi lunghe, armi molto corte, armi corte, armi morbide, armi da lancio, scudi, armature.

Ecco l'elenco delle armi:

ARMI LUNGHE

MOLTO LUNGHE
ITALIANO PINYIN
Bastone Affusolato a Diciotto Chi Shuo o Mao-Shuo
Lancia Lunga o Lancia Molto Lunga Mao
Bastone a dodici o tredici Chi Shu o Zhang-Er
Bastone affusolato a nove Chi Jiu-Chi

LUNGHE
ITALIANO PINYIN
Bastone lungo Gun
Lancia Qiang
Lunga Pertica Chang Bang
Sciabola dalla Lunga impugnatura Da Dao
Badile o Vanga Chan
Forcone Cha
Rastrello Ba e Tang
Lancia a Forma di L (Alabarda dalla Testa Piatta) Ge
Alabarda Guan Dao o Ji
Ascia da Battaglia dalla Lunga Impugnatura Yue
Pennello, Pennello d'Attacco, Pugno di Ottone Bi, Bi Zhua o Tong Quan
Falce dalla Lunga Impugnatura Da Lian
Artiglio dalla Lunga Impugnatura Zhua
Zappa Ba Tou
Mano di Budda Fo Shou
Uncino di Fuoco Hou Gou
Assassino che Mescola il Cielo Deng Zhang
Nodo d'Albero Chun Jie
Tan della Coda del Vento, Loto del Paradiso Tian He Feng Wei Tan
Spazzola di Lupo Lang Xian
Pertica a Lampada Deng Zhang
Tenaglie dalla Lunga Impugnatura Chang Jiao Qlan
Pertica che Invita a Tirare Qing Ren Ba
Sciabola Cielo-Terra, Sole-Luna Qian Kun Ri Yue Dao
Lancia a Doppia Punta Shuang Tou Qiang

ARMI CORTE

MOLTO CORTE
ITALIANO PINYIN
Spada Corta Duan Jian
Sciabola Corta Dan Dao
Righello di Ferro Tie Chi
Sciabola Raschiante Xiao o Di
Spada da Manica Xiou Li Jian
Tridente Corto Duan Cha
Falcetto Lian
Tridente Rastrello a Spazzola Bi Jia Cha
Flauto Xiao O Oil
Cembali Ba O Nao
Ventaglio Shan
Pugnale Bi Shou
Ascia dell'Anatra Mandarino ZI Wu,
Spada Uncinata del Cervo, Yuan Yang Yue Lu, Jiao Sciabola-Corna Ramificate di Cervo Dao
Puntale Emei Emei Chi
Anello o Ruota Quan o Lun
Sciabola Dentellata Sole Luna Ri Yue Ya Dao
Puntale di Luna Dentato Yue Ya Ci
Pettine ciel Palazzo ciel Cielo Gong Tian Shu
Pennello Bi
Forbice e Righello Jian Dao Chi
Anelli Monete e Sciabole Doppie Qian Ling Shuang Dao

CORTE SINGOLE
ITALIANO PINYIN
Spada Jian
Sciabola o Spada dalla Lama Larga Dao
Bastone Frusta Frusta Dura Bian Jian
Frusta Frusta Dura Ying Bian
Bastone di Ferro Tie Jian
Pestello Chu
Bastone corto Bang
Ascia Corta Fu
Stampella / Bastone delle Sentinelle / Sfollagente Guai
Martello Chui
Spada Lancia Jian Qiang
Artiglio di Ferro Tie Zhua
Pipa che Para il Viso Lan Mian Sou
Freccia a Doppio Uncino Shuang Gou Si
Uomo di Bronzo Tong Ren
Pinze Feroci Lie Qian

CORTE DOPPIE
ITALIANO PINYIN
Doppia Spada Shuan Jian
Sciabola Doppia Shuan Dao
Sciabola Farfalla Hu Die Dao - Die Chi
Spade Uncinate Shuan Gou
Doppia Frusta Dura Shuang Bian
Forcina per Capelli o Sai Chai
Artiglio di Gallo Tagliente Yin Yang Ji Zhua Yin Yang Rui
Bacchetta Doppia a Forca Shuang Cha Gan
Bloccare la Tigre a Croce Kua Hu Lan
Asce Doppie Shuang Fu
Mazza a Denti di Lupo Lang Ya Bang
Martello Doppio Shuang Chui
Pinze per Bloccare la Porta Lan Men Jue
Falcetto Artiglio di Gallo e Falcetto
Sciabola di Gallo Ji Zhua Lian o Ji Dao Lian
Doppie Stampelle (Bastoni delle sentinelle) Shuan Guai
Alabarda del Cavallo Ma Ji
Pennello del Giudice Jan Guan Bi
Stampella Singola Dao Dan Dao Guai

ARMI MORBIDE E / O SNODATE

ITALIANO PINYIN
Bastone a due sezioni o battitrice di grano Shao Zi - shuan jie gun
Mazza con Catena di Ferro Tie Lian Jia Bang
Bastone Snodabile a Tre Pezzi San Jie Gun
Martello Morbido Ruan Chui
Bacchetta Morbida a Frusta Gan Zi Bian
Tang a Quattro Pezzi Si Jie Tang
Frusta d"Acciaio a Sezioni Jie Bian
Tridente Rastrello a Spazzola Bi Jia Cha
Dardo con Corda Sheng Biao o Suo Biao
Martello Meteora Maglio Liu Xing Chui
Frusta con Mazza a Testa di Dragone Long Tou Gan Bang
Artiglio Fiore di Prugno ed Artiglio del Dragone Mei Zha e Long Zha
Artiglio Volante o Uncino Volante Fei Zhua e Fei Gou
Frusta Morbida di Pelle Pi Bian
Catena metallica a vari segmenti snodati Gan Bian
Spada a Catena o Pennello a Catena Lian Zi Jian o Lian Zi Qiang
Lancia a Frusta o Lancia a Catena Bian Zi Qiang o Lian Zi Qiang
Martello Stella Cometa a Doppia Punta o Mazza Volante a
Doppia Punta Shuang Tou Liu Xingg Chui o
Shuang Tou Fei Chui Doppio Artiglio Volante Shuang Fei Zhua

PROIETTILI ED ARMI DA LANCIO
ITALIANO PINYIN
Arco e Frecce Gong Jian
Arco a Fionda o Fionda Dan Gong
Balestra Nu
Balestra Schienale Bei Nu o Hua Zhuang Gong
Balestra delle Staffe Ta Nu
Dardi Volanti Fei Biao
Frecce da Lancio Shuai Shou Jian
Anello da Manica Xiu Quan
Coltello dardo Biao Dao
Monete Luo Han o Monete da Lancio Luo Han Qian o Zhi Qian
Dardo a Croce Madre Figlio Mu-Zi Shi Zi Biao
Frecce da Manica Ziu Jian
Pietre Volanti della Locusta Fei huang Shil
Uova da Manica Xiu Dan
Puntale Volante Fei Chi
Bastoncini di Ottone Tong Zhu
Anatra Mandarino di Ferro Tie Yuan Yang
Aghi Fiore di Prugno Mei Hua Zhen
Sabbia Velenosa o Sabbia della Mano Rossa Du Sha o Hong sha Shou

SCUDI ED ARMATURE

SCUDI
ITALIANO PINYIN
Scudo Laterale o di Fianco Pang Pai
Scudo Inclinato Ai Pai
Scudo a Mano Shou Pail
Scudo a Coda di Rondine Yan Wei Pail
cudo di Canna d'lndia Teng Pai
Scudo Laterale della Cavalleria Ji Bing Pang Pail

ARMATURE
ITALIANO PINYIN
Armature Kai Jia
Elmo Zhou - Xiang Dun Mou Tou -
Dou Jian
Piastra per Coprire le Spalle ed il Torace Superiore Pi Bo
Corazza del Busto Shen Jia

sabato 19 gennaio 2019

Banda dei Quattro

Risultati immagini per Banda dei Quattro cina



La Banda dei Quattro (四人帮, sì rén bāng) fu un gruppo di quattro politici della Repubblica Popolare Cinese che furono arrestati nel 1976, dopo la morte di Mao Zedong, ed in seguito processati e condannati. Prima dell'arresto non esisteva il termine Banda dei Quattro, che fu coniato per l'occasione.

Evento

Accusati di essere membri della banda furono Jiang Qing, vedova di Mao e sua quarta e ultima moglie, e tre suoi associati, ossia Zhang Chunqiao, Yao Wenyuan e Wang Hongwen. In seguito anche Kang Sheng e Xie Fuzhi furono parimenti accusati di appartenere alla banda, ma non processati in quanto deceduti prima del 1976. L'arresto segnò la fine più evidente di quel movimento politico noto come Rivoluzione culturale che era stato iniziato da Mao contro le strutture del Partito Comunista di Cina e in particolare contro dirigenti nazionali come Liu Shaoqi e Deng Xiaoping e dirigenti locali come il sindaco di Pechino Peng Zhen.

Storia

I quattro avevano raggiunto un enorme potere pur senza avere cariche di primissimo piano. Jiang Qing solo dopo il 1966 ebbe degli incarichi politici, in ambito della formulazione delle scelte di politica culturale. Yao Wenyuan e Wang Hongwen avevano avuto un ruolo nell'instaurazione della comune di Shanghai, quando erano stati allontanati i membri del Partito Comunista di Cina dagli incarichi pubblici e trasformata l'intera città in una sola "unità di lavoro" a carattere autogestionale. Ma certamente una figura molto più determinante della loro per l'affermazione della rivoluzione culturale era stata quella di Lin Biao. Il problema che negli anni settanta la rivoluzione culturale avesse fatto suo il motto "critichiamo Lin Biao critichiamo Confucio" impedì però di associare Lin Biao alla Banda dei Quattro.
Gli attacchi a Zhou Enlai, mascherati da una campagna "anticonfuciana" risalivano a dopo il X Congresso del Partito Comunista di Cina, durante il quale egli era riuscito a riportare Deng Xiaoping nella dirigenza dopo gli anni di prigione. Negli ultimi mesi di vita Zhou riuscì a rafforzare il gruppo legato a Deng e, in seguito, a far nominare Hua Guofeng come suo successore alla presidenza del consiglio di stato e successore di Mao nel partito. La scialba figura di Hua, pressoché sconosciuto prima e presto dimenticato poi, servì a creare quella tregua durante la quale fu preparata l'azione contro la Banda dei Quattro.
Esattamente come per Lin Biao nel 1971, la Banda dei Quattro fu accusata di preparare un colpo di Stato, questa volta fissato nel periodo successivo al 9 settembre 1976, giorno della morte di Mao. Il 6 ottobre 1976 Hua, annunciando il tentativo di colpo di Stato, fece arrestare i quattro e un certo numero di figure minori vicine alle loro posizioni. Nel 1981 i quattro furono processati, accusati di tutti gli eccessi della rivoluzione culturale e di attività anti-partito. Jiang Qing e Zhang Chunqiao furono condannati a morte (pena in seguito modificata in ergastolo), mentre a Yao Wenyuan e a Wang Hongwen furono dati venti anni di carcere. Nello stesso anno Hua Guofeng passava formalmente i poteri a Deng Xiaoping. Questi eventi portarono, nel 1976 alla rottura tra la Cina e l'Albania di Enver Hoxha, la quale si ritrovò totalmente isolata politicamente.

venerdì 18 gennaio 2019

Aizen Myo-o

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Aizen Myo-o, o Aizen Myoo, è una divinità buddista indiana famosa anche in Giappone e rappresenta il principio buddista de "I desideri terreni sono illuminazione”.
Questa divinità aveva il potere di calmare le passioni e di infondere sentimenti di benevolenza e di pietà rappresentando il principio di "bonno soku bodai" (I desideri terreni illuminano).

giovedì 17 gennaio 2019

Gruppi sanguigni nella cultura giapponese

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I gruppi sanguigni nella cultura giapponese fanno parte di una credenza popolare secondo la quale questi siano profetici della personalità, temperamento e compatibilità con gli altri, della persona che li possieda, in modo simile a quanto succede con l'astrologia nella cultura occidentale. La credenza è estesa anche a altri paesi dell'Asia orientale come la Corea del sud.
Essenzialmente derivante dalle idee del razzismo scientifico, la credenza ha origine dalle pubblicazioni di Masahiko Nomi degli anni settanta. La comunità scientifica ha etichettato tale credenza come superstizione o pseudoscienza.

Storia

La scoperta del sistema di gruppi sanguigni AB0 è generalmente attribuita allo scienziato austriaco Karl Landsteiner. Gli studi etnologici mostrarono la differenza di distribuzione dei gruppi nel mondo (ad esempio le popolazioni asiatiche hanno una percentuale maggiore di persone con sangue di tipo B). Questo fatto fu usato dagli inglesi e dai primi nazisti come ulteriore dimostrazione della loro supremazia sulle altre razze. Questa teoria fu smontata prima che la Germania nazista invocasse leggi razziali come le leggi di Norimberga, dove la dicitura sangue tedesco indicava lignaggio ariano.
La teoria raggiunse il Giappone per la prima volta nel 1927, sul giornale scolastico Psychological Research nel foglio Lo studio del temperamento attraverso il gruppo sanguigno di Takeji Furukawa un professore di una scuola femminile di Tokyo. Sebbene mancassero fondamenti l'idea prese subito piede e il governo militare del tempo commissionò uno studio mirato a selezionare in questo modo dei soldati. In un altro studio, Furukawa comparò la distribuzione dei tipi di sangue tra due diversi gruppi etnici: i formosiani di Taiwan e gli ainu che vivevano nel nordest dell'Asia, specialmente in Hokkaidō. La motivazione per il suo studio pare derivi da una vicenda politica. Dopo l'occupazione giapponese di Taiwan in seguito alla vittoria giapponese sulla Cina nel 1895, gli abitanti resistettero tenacemente agli invasori. Le insurrezioni del 1930 e del 1931 uccisero centinaia di coloni giapponesi. Il proposito degli studi di Furukawa era di penetrare l'essenza delle caratteristiche razziali dei Taiwanesi, che recentemente si erano rivoltati e si erano comportati così crudelmente. Basandosi sulla scoperta che il 41,2% del campione dei Taiwanesi aveva sangue di tipo 0, egli presunse che lo spirito di ribellione era determinato geneticamente. Il ragionamento era supportato dal fatto che tra gli Ainu, il cui temperamento era sottomesso, solo il 23,8% aveva sangue di tipo 0. Per concludere, Furukawa suggerì che i Taiwanesi dovessero sposarsi di più con i giapponesi per ridurre il gruppo sanguigno di tipo 0.
Questa moda scemò negli anni trenta quando l'assenza di basi scientifiche apparve evidente, ma tornò in auge negli anni settanta quando Masahiko Nomi, giornalista televisivo senza alcuna conoscenza medica pubblicò un libro sull'argomento. Il lavoro di Nomi era aneddotico, non controllato e le sue conclusioni e la sua metodologia non furono chiare. A causa di questo il libro fu duramente attaccato dalla comunità psicologica giapponese, ciò nonostante divenne un fenomeno popolare.

Popolarità attuale

Il loro uso è simile a quello dei segni zodiacali occidentali, anche questi popolari in Giappone. Chiedere il gruppo sanguigno è un costume diffuso ed è spesso una sorpresa se uno straniero non conosce il proprio.
Molti idol, tarento e altre celebrità giapponesi includono il gruppo sanguigno nei loro profili, assieme ai loro hobby e segni zodiacali.
È comune tra gli autori di anime e manga indicare il gruppo sanguigno del personaggio e dare la personalità in corrispondenza del gruppo sanguigno. Anche di alcuni videogiochi si conosce il gruppo sanguino dei personaggi come nelle serie di Street Fighter, Metal Slug, Soulcalibur, Resident Evil, Guilty Gear e Dead or Alive in cui viene indicato nei manuali o all'interno del gioco stesso. Inoltre è usuale per altre serie di videogiochi come Gungriffon, Tekken, Animal Crossing, Super Robot Wars, Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty e Princess Maker consentire di scegliere il gruppo sanguigno nella modalità creazione.

martedì 15 gennaio 2019

Takeshi Naito

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Takeshi Naito (Shizuoka, 17 ottobre 1948) è un karateka e maestro di karate giapponese.
Cintura nera 8° dan, è arbitro internazionale ed insegnante.
Nel 1977, Invitato dal maestro Hiroshi Shirai, giunge in Italia stabilendosi a Milano dove risiede tuttora.

Biografia

  • 1964 - Inizia la pratica del karate
  • 1968 - diventa 1º dan
  • 1970 - Campione nazionale universitario
  • Dal 1973 al 1976 - Si è sempre qualificato nei primi posti nei campionati giapponesi
  • 1975 - Ha conseguito la qualifica di istruttore e di arbitro internazionale
  • 1977 - Ha conseguito la qualifica di maestro
  • 1996 - Diventa 8º dan
  • Ottimo esecutore di kata, massimo esponente in Italia e tra i massimi al mondo di kumite, il M° Takeshi Naito è stato fino al 2010 membro della Commissione Tecnica Nazionale FIKTA come responsabile settore kumite. Suoi allievi sono stati, tra gli altri, Nadia Ferluga (campionessa mondiale di kumite), Elio Giacobini (campione mondiale di kumite) e Silvio Campari (pluricampione di kumite sia italiano che europeo, che di fukugo sia italiano che europeo). Suo allievo anche Stefano De Bartolomeo (pluricampione mondiale, europeo e italiano sempre in kumite).
Dal 2004 il M° Naito è il responsabile della J.K.A. Italia, riuscendo a creare un gruppo di alto livello. Questo ha però creato attrito con la federazione FIKTA, determinando la fine del rapporto nel 2010.

Kojima Motoshige

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Kojima Motoshige (小島 職鎮; ... – ...) è stato un samurai giapponese del periodo Sengoku che servì il clan Uesugi.
Prima di entrare nel clan Uesugi è stato vassallo del clan Jinbō, ma fu esiliato perché sospettato di collaborare con clan nemici. Kojima cercò rifugio in un tempio nella provincia di Hida, ma quando il tempio fu dato alle fiamme nel 1560 fu costretto a muoversi nuovamente. Infine entrò nel clan Uesugi, e si suppone che sia stato lui ad assassinare Shiina Yasutane nel 1576 su ordine di Kenshin, come condizione per la sua integrazione.
Gli fu assegnato il castello di Toyama e si batté con gli Ikkō-ikki di Etchu nel 1572.
In seguito si schierò con il clan Oda ma perse comunque il castello.

lunedì 14 gennaio 2019

Inari

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Inari (稲荷), o anche Oinari, è il kami ("divinità") giapponese della fertilità, del riso, dell'agricoltura, delle volpi, dell'industria e del successo terreno. Inari è rappresentato come maschio, femmina o androgino e alle volte considerato come costituito da un collettivo di tre o cinque kami individuali, ed è una figura popolare sia nelle credenze shintoiste, che in quelle buddiste giapponesi. Le volpi di Inari o kitsune sono di un bianco candido e agiscono come sue messaggere.

Rappresentazione

Inari è stato ritratto sia in forma maschile che femminile. Secondo la studiosa Karen Ann Smyers, le rappresentazioni più popolari sono quella di un uomo anziano che porta del riso, di una giovane dea del cibo e di un bodhisattva androgino. Non esiste un punto di vista teologico ortodosso, il genere sessuale delle sue rappresentazioni varia secondo le credenze personali. A causa della sua stretta associazione con le kitsune, Inari viene a volte ritratto come volpe, comunque sebbene questa credenza sia diffusa sia i sacerdoti shintoisti, che quelli buddisti, la scoraggiano. Inari può apparire anche in forma di serpente o drago e in un racconto della tradizione popolare appare a un uomo malvagio nella forma di un ragno mostruoso per insegnargli una lezione.
Inari viene a volte identificato con altre figure mitologiche. Alcuni studiosi suggeriscono che Inari sia la figura conosciuta nella mitologia giapponese come Uganomitama o l'Ōgetsu-Hime del Kojiki. Altri suggeriscono che Inari coincida con Toyouke. Alcuni ritengono Inari identico a ogni kami del grano.
L'aspetto femminile di Inari viene spesso identificato con Dakiniten, una divinità buddista, che deriva dalla trasformazione della divinità indiana dakini o con Benzaiten delle Sette Divinità della Fortuna. Dakiniten viene rappresentato come un boddhisatva maschile o androgino che cavalca una volpe bianca volante.
Inari viene spesso venerato come un collettivo di tre kami (Inari sanza); a volte nel periodo Kamakura questo numero veniva incrementato a cinque (Inari goza). Comunque l'identificazione di questi kami è variata nel tempo, secondo le registrazioni di Fushimi Inari, il più antico e forse principale santuario dedicato a Inari questi kami hanno incluso Izanagi, Izanami, Ninigi e Wakumusubi, in aggiunta alle divinità del cibo precedentemente menzionate. Presso la Fushimi Inari i cinque kami identificati oggigiorno sono Uganomitama, Sadahiko, Omiyanome, Tanaka e Shi. Comunque alla Takekoma Inari, il secondo più antico santuario di Inari, i tre kami sono Uganomitama, Ukemochi e Wakumusubi.
I principali simboli di Inari sono la volpe e il gioiello che esaudisce i desideri. Altri elementi associati a lui, e a volte alle sue kitsune, includono la falce, un fascio di steli o sacco di riso e una spada.

Storia

L'origine dell'adorazione di Inari è poco chiara. La prima registrazioni dei kanji usati oggigiorno per indicare il suo nome (e che significano "portare riso") compaiono nel Ruijū Kokushi nell'827. Altre serie di caratteri con la stessa lettura fonetica, la maggior parte delle quali contengono un riferimento al riso, erano in uso precedentemente e molti studiosi concordano che il nome "Inari" derivi da ine-nari ("coltivare riso"). L'adorazione di Inari è nota dal 711, data di fondazione del santuario della montagna Inari a Fushimi. Studiosi come Kazuo Higo ritengono che fosse stato adorato per secoli prima di questa data e suggeriscono che il clan Hata iniziò l'adorazione formale di Inari come kami dell'agricoltura alla fine del V secolo. Il nome Inari non compare nella mitologia giapponese classica.
Per il periodo Heian, l'adorazione di Inari iniziò a diffondersi. Nell'823 dopo che l'imperatore Saga offrì il tempio Tō-ji a Kūkai, fondatore della setta buddista Shingon, quest'ultimo scelse Inari come kami protettore residente. Nell'827 la corte concesse a Inari il quinto rango inferiore, che accrebbe ulteriormente la popolarità della divinità nella capitale. Il rango di Inari venne successivamente elevato e nel 942 l'imperatore Suzaku conferì a Inar il grado massimo in ringraziamento per aver soffocato le ribellioni. A quest'epoca il tempio di Fushimi Inari era tra i ventidue templi scelti dalla corte per ricevere l'alto onore del patronato imperiale. Il secondo tempio di Inari, Takekoma Inari, venne stabilito alla fine del IX secolo.
La popolarità di Inari continuò a crescere. Il tempio di Fushimi, sede di pellegrinaggio, ottenne grande fama quando divenne un sito di pellegrinaggio imperiale nel 1072. Per il 1338 si dice che il festival del santuario rivaleggiasse con quello del Gion Matsuri in splendore.
Nel 1468, durante la guerra Ōnin, l'intero tempio Fushimi venne bruciato. La ricostruzione richiese trent'anni ed il nuovo edificio venne consacrato nel 1499. Mentre il vecchio complesso era sede di tre kami in edifici separati, nel nuovo risiedevano cinque kami in un singolo edificio. Il nuovo tempio includeva, anche, per la prima volta, un tempio buddista ed il clero ereditario venne espanso per includere.
Nel periodo Edo, l'adorazione di Inari si diffuse in tutto il Giappone, diventato specialmente di rilievo a Edo. Smyers attribuisce questa diffusione al movimento dei daimyo ("signori feudali"). Per il XVI secolo Inari era diventato il patrono dei fabbri ferrai e il protettore dei guerrieri, per questo motivo molti castelli in Giappone contengono templi a lui dedicati. I daimyo portavano con sé le loro credenze quando si spostavano in un nuovo dominio. Il ruolo divino di Inari continuò a espandersi, sulla costa divenne il protettore dei pescatori, a Edo venne evocato per prevenire gli incendi. Dato che i suoi santuari si trovavano spesso vicino ai quartieri dei piaceri divenne il patrono di attori e prostitute. Iniziò a essere venerato come "Inari che soddisfa i desideri", una divinità della fortuna e prosperità, un detto comune a Osaka era Byō Kōbō, yoku Inari (Per la malattia [prega] Kōbō, per i desideri [prega] Inari). Ironicamente iniziò a essere venerato anche per avere una buona salute, gli vengono accreditate la cura di malattie come la tosse, mal di denti, ossa rotte e sifilide. Le donne pregarono Inari perché concedesse loro dei figli.
Nel 1868 un decreto governativo obbligò a separare le fedi buddiste e shintoiste e molti templi di Inari dovettero subire modifiche. Per esempio al tempio di Inara le strutture evidentemente buddiste furono abbattute. Comunque, nella popolazione la forma mista di adorazione continuò. Alcuni templi buddisti continuarono ad adorare Inari sostenendo di essere stati sempre devoti a una divinità buddista (spesso Dakiniten), che è stata percepita dalla gente comune come se fosse Inari.
Nel periodo Tokugawa, quando il denaro rimpiazzò il riso come misura della ricchezza in Giappone. Il ruolo di Inari come kami della prosperità terrena venne espanso per includere tutti gli aspetti della finanza, affari e industria. All'inizio del XVIII secolo i seguaci di Inari a Ginza coniavano monete, come offerta a Inari, su cui erano rappresentate due volpi ed i caratteri per "lunga vita" e "buona fortuna".

Templi e offerte

Inari è una divinità popolare con templi e santuari diffusi in praticamente tutto il Giappone. Secondo un'inchiesta del 1985 condotta dall'Associazione Nazionale dei Templi Shintoisti, 32.000 templi, più di un terzo dei templi shinto in Giappone - sono dedicati a Inari. Questa cifra include solo i templi Shinto con preti residenti a tempo pieno, se si considerano i piccoli templi a fianco delle strade o nei campi, quelli in case private o uffici corporativi, i piccoli templi senza preti residenti e i templi buddisti, il numero aumenterebbe perlomeno di un ordine di magnitudine.
L'ingresso a un tempio di Inari è di solito marcato da uno o più torii vermigli e da alcune statue di kitsune, spesso adornate, per rispetto dai fedeli, con rossi yodarekake ("bavagli votivi"). Il colore rosso è associato a Inari a causa della prevalenza del suo uso nei templi e Torii a lui dedicati. Il tempio principale è quello di Fushimi Inari a Fushimi, Kyoto, dove i sentieri che portano al tempio sono tutti marcati in questa maniera. Le statue di kitsune sono a volte prese per una forma di Inari e tipicamente vengono piazzate in coppie, che rappresentano un maschio e una femmina. Queste statue portano un oggetto simbolico in bocca o in una delle zampe anteriori, spesso un gioiello e una chiave, ma sono comuni anche un fascio di piante di riso, una pergamena o un cucciolo di volpe. Praticamente tutti i templi di Inari, non importa quanto piccoli, contengono almeno un paio di queste statue, di solito a fianco dell'altare o di fronte al santuario principale. Raramente le statue sono realistiche, tipicamente sono stilizzate e ritraggono un animale in forma seduta con la coda alzata e la punta voltata verso il davanti. Nonostante queste caratteristiche comuni, queste statue sono molto individualistiche e non ce ne sono due identiche.
Per compiacere e placare le kitsune messaggere vengono loro offerte nei templi, riso, sake e altri cibi, aspettandosi che a loro volta queste intercedano con Inari a favore del fedele. Un'offerta popolare è l'Inari-zushi, un tipo di sushi impacchettato con tofu fritto. Si ritiene che il tofu fritto sia uno dei cibi preferiti delle volpi e un rotolo di Inari-zushi ha angoli appuntiti che sembrano orecchie di volpi, rinforzando perciò l'associazione. Normalmente i preti non offrono cibo alla divinità, ma comunemente i negozi allineati lungo la strada che portano a un tempio di Inari vendono tofu fritto da offrire alla divinità. Vengono spesso offerte statue di volpi e nelle ricorrenze una volpe imbalsamata viene offerta al tempio. Precedentemente alcuni templi erano la casa di volpi vive che venivano venerate, ma non è più una pratica attuale.

Festival

Il tradizionale giorno festivo di Inari era il primo giorno del cavallo (il sesto giorno) del secondo mese (nigatsu no hatsuuma) del calendario lunisolare.
In alcuni luoghi del Kyūshū, il periodo di festa inizia cinque giorni prima della luna piena di novembre; occasionalmente viene esteso a una settimana completa. Questo viene accompagnato dal portare offerte di prodotti di riso a un tempio di Inari ogni giorno e dal ricevere o-mamori (amuleti protettivi). Il festival è particolarmente popolare nelle campagne nelle vicinanze di Nagasaki.

domenica 13 gennaio 2019

Antroterapia

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Per antroterapia s'intende una modalità di trattamento termale caratterizzato dalla permanenza della persona in ambienti, naturali o artificiali, aventi microclimi particolari che possono essere: caldi o freddi, secchi o umidi.
L'antroterapia con microclima caldo si caratterizza per l'uso di ambienti tali da scatenare una risposta diaforetica (sudorazione) nel paziente. Valutando il grado di umidità di queste zone si può operare in distinzione in ambienti caldo-umidi (comunemente definiti grotte) e caldo-secchi (altrimenti dette stufe).
Nel primo caso l'elevato tasso di umidità relativa (circa 90-95%) è dovuto alla presenza di sorgenti di acqua calde che possono avere differente composizione chimica. La saturazione di vapor acqueo dell'ambiente impedisce la normale traspirazione cutanea ed accentua la sensazione di caldo, scatenando una reazione di sudorazione. L'intervallo di temperatura che in queste zone viene utilizzato si situa tra i 31-32 ed i 41-43°C. Ciò è dovuto al fatto che la sudorazione inizia a comparire verso i 31°C. Temperature di 44-45°C, invece, sono difficilmente sopportate dalle persone per cui è bene non utilizzarle, pena un eccessivo stress termoregolatorio con possibilità di ripercussioni cardiovascolari.
Nelle stufe l'elevata temperatura è dovuta a condizioni geotermiche particolari (tipo fenditure o crepacci da cui arriva aria calda). Il clima secco che si trova in questi ambienti non determina ripercussioni a livello della traspirazione cutanea o dell'evaporazione del sudore per cui si possono raggiungere anche temperature di 70-75°C (ed in effetti l'intervallo di temperatura utilizzato varia tra i 50 ed i 70°C).
Generalmente nelle grotte i cicli terapeutici prevedono circa 15-20 soggiorni all'interno. La durata dei soggiorni è variabile a seconda della temperatura ambientale: con alte temperature la durata è di 15-20 minuti altrimenti si può anche arrivare a 50-60 minuti. Nelle stufe la permanenza dura circa 30-35 minuti.
Al termine di ogni soggiorno la persona viene sottoposta ad un massaggio o ad una doccia.
L'antroterapia con ambienti freddi va sotto il nome di speleoterapia e generalmente la temperatura è compresa tra 9 e 12°C. Il ricambio d'aria è tendenzialmente basso, altrimenti la permanenza in un ambiente già freddo potrebbe risultare poco tollerabile per le persone. Le grotte utilizzate per la speleoterapia presentano alcune caratteristiche particolari quali: pressione costante, ionizzazione aerea negativa, bassissima carica microbica e pollinica, assenza di luce e CO2 più elevata della norma. Ogni grotta, inoltre, presenta una aerosol naturale tipico dovuto alla tipologia dei minerali di cui essa è formata. Parte di queste condizioni, comunque, possono sussistere anche nelle grotte calde. L'ambiente speleoterapico può essere sia umido sia secco (tipo grotte formate da salgemma).
I meccanismi scatenati dall'antroterapia responsabili dell'effetto terapeutico non sono chiari. Negli ambienti caldi sembra che il fulcro principale derivi dallo stress termico cui l'organismo è sottoposto. Negli ambienti freddi, invece, sembra essere importante la purezza dell'aria.

venerdì 11 gennaio 2019

Apiterapia

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L'apiterapia è il trattamento delle malattie con prodotti raccolti, trasformati e secreti dalle api, e in particolare: polline, propoli, miele, pappa reale e veleno.
Nella medicina tradizionale le virtù del miele e della propoli sono note da tempi antichissimi. Negli ultimi decenni, studi scientifici hanno permesso di confermare e di meglio comprenderne le proprietà. Essendo recenti le tecniche di raccolta, è recente l'uso del polline e della pappa reale, ma molti studi hanno permesso di scoprirne le proprietà. Tra i nuovi aspetti terapeutici è particolarmente rilevante l'uso del veleno d'ape.

Apiterapia e miele

Il miele è un prodotto alimentare naturale dalle notevoli proprietà organolettiche. È un alimento energetico, di rapida assimilazione, dal potere dolcificante superiore a quello dello zucchero (saccarosio). Contiene in media:
  • saccarosio: 5%
  • maltosio: 6%
  • glucosio: 30%
  • fruttosio: 40%
e inoltre acidi organici e oligoelementi. La sua composizione è tale che non vi si sviluppano microrganismi, per cui non richiede conservanti né pastorizzazione.
La medicina tradizionale attribuisce generalmente ai mieli provenienti da piante medicinali le stesse proprietà di quelle.
Recenti ricerche condotte all'università di Waikato in Nuova Zelanda hanno evidenziato le proprietà antibiotiche del miele proveniente da un arbusto detto localmente manuka (Leptospermum scoparium). Un enzima specifico in esso contenuto, denominato UMF (Unique Manuka Factor), produce periossido di idrogeno, un noto antisettico, ad un tenore 10 volte superiore a quello degli altri mieli. Questo miele è efficace contro batteri multiresistenti e sembra avere proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti.

Apiterapia e pappa reale

La pappa reale è indicata per combattere l'affaticamento, la debolezza, l'astenia, la neuroastenia, la depressione leggera, l'amenorrea e la dismenorrea.

Apiterapia e polline

Il polline è indicato per trattare le allergie stagionali, migliorare le prestazioni fisiche, migliorare la memoria nelle persone anziane.

Apiterapia e propoli

La propoli ha numerose indicazioni:
  • per via esterna:
    trattamento dell'herpes genitale, accelerazione della guarigione di piaghe della mucosa della bocca, prevenzione della carie e della placca dentaria, trattamento della gengivite;
  • per via interna:
    prevenzione e trattamento delle infezioni delle vie respiratorie, delle infezioni batteriche, virali e parassitarie (infezioni intestinali, vaginali e delle vie respiratorie).

Veleno d'ape

Il veleno d'ape è utilizzato per curare affezioni reumatiche, artriti croniche, certe malattie infiammatorie e la sclerosi a placche.
Il veleno è somministrato sulle zone da curare sia direttamente, attraverso punture d'ape, sia diluito, con l'aiuto di siringhe.
Va notato che, quando l'ape punge, il suo dardo resta conficcato nella pelle, e quando essa si ritira strappa via una parte dell'addome, e muore. Oggi si riesce ad estrarre il veleno dall'ape senza provocarne la morte.
Il veleno d'ape è contenuto anche in diverse preparazioni - creme, lozioni, compresse, gocce - utilizzate nel trattamento dell'artrite, delle infiammazioni dei tendini e delle articolazioni, e di affezioni cutanee.
L'"apipuntura" è una combinazione di trattamento con il veleno d'ape e di agopuntura. Viene utilizzata nel trattamento dell'epilessia, dell'incontinenza e dei disturbi artritici. Il veleno può essere somministrato sia per deposito nel punto dell'agopuntura, sia per immersione dell'ago stimolatore in una soluzione del medesimo.
Il veleno d'ape è anche un elemento fondamentale nell'arsenale delle sostanze utilizzate nelle terapie omeopatiche: con il nome di apis mellifica è generalmente prescritto in diluizione da 5 a 35 CH.

giovedì 10 gennaio 2019

Kunohe Masazane

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Kunohe Masazane (九戸政実; 1536 – 9 settembre 1582) è stato un samurai giapponese del periodo Sengoku appartenente al clan Nanbu.
Masazane fu un servitore del clan Nanbu a capo di un ramo che aveva la propria roccaforte nel castello di Kunohe.
Fu un coraggioso ed abile generale e contribuì alla vittoria del clan contro il clan Andō nell'area di Akita e del clan Shiba nella zona di Morioka. Come samurai del clan Nanbu la reputazione di Masazane era molto alta, quasi equivalente ai daimyō del clan. Masazane negli anni ampliò notevolmente il castello di Kunohe.
Quando Nanbu Nobunao rivendicò la guida del clan e giurò fedeltà a Toyotomi Hideyoshi nel 1590, Masazane iniziò una ribellione che venne repressa col sangue nel 1591 e dove sia lui che il fratello Sanechika trovarono la morte.