giovedì 21 aprile 2022

I premi dei fighter: perché si vince una cintura?



Il mito della cintura di Ercole

La cintura è dalla notte dei tempi un'importante simbolo di potere: secondo Omero l’amazzone Ippolita, figlia diAres, dio della guerra e della regina amazzone Otrera, ricevette dal padre una “cintura magica d’oro” (ζωστὴρ Ἱππολύτης, chiamata “zoster“), come “simbolo della sua superiorità” rispetto alle altre amazzoni. La Cintura di Ippolita divenne poi oggetto della nona fatica di Ercole: Admete, la figlia del re Euristeo, chiese all’eroe di recuperarla per lei.



Ercole lotta contro le Amazzoni per recuperare la Cintura di Ippolita

La maggior parte delle versioni del mito indica che Ippolita fu così impressionata da Ercole che ella gli consegnò la cintura di sua spontanea volontà. Ma la dea Era, che detestava Ercole, apparì alle Amazzoni come una di loro, diffondendo la voce che Ercole e il suo equipaggio stessero rapendo la loro regina: così le Amazzoni attaccarono la nave. Nella mischia che seguì, Ercole uccise Ippolita, la spogliò della cintura, respinse l’attacco e salpò riuscendo nell’intento di recuperare ilmagico artefatto.

La mitologia di questo fantastico oggetto influenzò profondamente la cultura e l’arte: tale cintura era realizzata in pelle e spesso ricoperta di placche di bronzo e sarebbe diventata un vestito tipico della civiltà ellenica per donne e uomini, in uso fino ad oggi.


La cintura dei campioni: la storia



Il campione John Wayne Parr in posa con i numerosi premi e cinture vinte nel corso della sua lunga carriera

Harry Shaffer, titolare del negozio “Antiquities of the Prize Ring” racconta l’origine ed il significato del premio più ambito per pugili, kickboxer, combattenti di MMA, Muay Thai e fighter di ogni epoca.

La pratica di premiare il vincitore di un torneo o incontro di pugilato risale almeno all’ottavo secolo prima di Cristo: nell’Iliade Omero scrive

… ed Achille presentò premi per il violento incontro di pugilato. Fece arrivare e legò un robusto mulo per il vincitore e per il perdente riservò una coppa con due manici.

Durante il primo secolo, l’imperatore Caligola era noto premiare i pugili vittoriosi con giovani vergini di nobile discendenza. La pratica ebbe vita breve, tuttavia (fortunatamente, NdT)”.


Durante ildiciottesimo secolo l’unico premio messo in palio era il denaro: ma in qualche momento attorno agli anni venti del 1800 si cominciò a premiare i combattenti con una cintura.

Lo storico Harold Alderman, membro del British Boxing Board of Control sostiene, come Nigel Collins (editor-in-chief della rivistaThe Ring) che le cinture risalgano al periodo del bare-knuckle, il pugilato senza guantoni.

Il pugilato cominciò a muovere un importante giro di denaro grazie alle scommesse e spesso i pugili più rinomati avevano dei “patron” (“protettori“) e vestivano i loro colori, rappresentandoli durante il combattimento. Talvolta appendevano drappi colorati o bandiere al loro angolo ed altre volte, dall’iconografia arrivata fino a noi, vestivano delle bande colorate alla cintura. Alcune fonti, sulle quali gli studiosi ancora non sono concordi, sostengono che il vincitore strappasse il drappo dalla cintura dell’avversario per avvolgerselo alla propria in segno di vittoria.

La prima cintura consegnata ufficialmente come trofeo per i risultati ottenuti in un ring fu quella data da Re Giorgio III al pugile bare-knuckle Tom Cribbnel 1811, dopo che ebbe sconfitto l’ex schiavo americanoTom Molineaux. Si trattava di una cintura in pelle di leone decorata con gli artigli dell’animale.


Copertina della rivista The Police Gazette di Richard K.Fox che rappresenta un incontro di bare-knuckle boxing.

Dal 1850 circa la nomina del campione americano di boxe fu responsabilità di una rivista, la National Police Gazette. Nel 1880 Richard Kyle Fox, direttore della rivista, fu insultato nella bottega di un barbiere dal pugile John Sullivan, il più grande combattente dell’epoca. Offeso dalle sue parole, Richard decidette di nominare Jake Kilrain come campione dei pesi massimi regalandogli una cintura. I tifosi di Sullivan risposero donandone una al loro beniamino, riccamente decorata e con incisa la scritta “il nostro campione dei campioni“.



Il campione Rocky Marciano in posa con la cintura dei pesi massimi della rivista The Ring


Nel pugilato moderno le singole organizzazioni come il World Boxing Council, la World Boxing Association, la International Boxing Federation e laWorld Boxing Organization propongono ognuna le proprie cinture rappresentative del titolo nelle varie divisioni di peso. Tipicamente i pugili lottano per tentare di unificare le vittorie ottenendo le cinture di tutte le organizzazioni nella loro categoria.



La cintura dei pesi massimi di Joe Louis


Nel 1922, anno della morte di Richard Kyle Fox, la rivista The Ring, fondata dal membro della International Boxing Hall of Fame Nat Fleischer realizzò in suo onore una cintura da regalare ai campioni di ogni categoria. Da quell’anno la rivista realizzerà un campionato proprio con regole rigide che ricalcano quelle degli organismi federali mettendo in palio una cintura a suo nome.

I campioni normalmente continuano a detenere il possesso della cintura anche quando il titolo gli è stato strappato ed una nuova cintura viene realizzata per il nuovo campione in carica.

Ad oggi il pugile Manny Pacquiao detiene il record del maggior numero di cinture vinte nel pugilato, con12 titoli mondiali in ben otto differenti categorie di peso: nove di queste vengono dalle federazioni principali (WBA, WBC, IBF, WBO) e tre sono della rivistaThe Ring.


Manny Pacquiao è l’unico pugile ad aver vinto 12 titoli mondiali in 8 differenti categorie di peso


Per l’incontro tra Manny Pacquiao e Floyd Mayweather Jr. è stata messa in palio dalla WBC una cintura riempita di smeraldi chiamata “Emerald Belt” del valore di oltre un milione di dollari, con raffigurazioni dei due contendenti e di Muhammad Ali. Dall’organizzazione venne commissionata anche una cintura in onice dello stesso valore, ma venne scelta la prima da una votazione popolare.


La Emerald Belt vinta da Floyd Mayweather Jr. nell’incontro con Manny Pacquiao, del valore di oltre un milione di dollari


Per l’incontro tra Floyd Mayweather Jr. e Conor McGregor è stata presentata una cintura ad hoc, sempre dalla WBC, chiamata “Money Belt“, realizzata in maniera artigianale da orafi messicani contenente 1,5 kg di oro 24 carati, 3360 diamanti, 600 zaffiri, 160 smeraldi montati su una base di pelle di coccodrillo. Anche questa cintura ha un valore superiore al milione di dollari.

La Money Belt per l’incontro tra Conor McGregor e Floyd Mayweather Jr, del valore di oltre un milione di dollari


Le cinture UFC costano attorno ai 333.000 dollari e sono fatte di pelle ed oro: una cintura tipica UFC è lunga 1.5 m, pesa circa 2.5 kg ed ha 16 ganci in ottone. La UFC vende anche repliche placcate in oro al pubblico, al prezzo di circa 1000 dollari. Dal 2019 la UFC ha smesso di creare una cintura nuova di zecca per ogni difesa del titolo ed ha introdotto un nuovo design. I campioni che difendono la cintura oggi ricevono una nuova pietra nella placca per ogni volta che il titolo è stato difeso con successo.






Le cinture nella kickboxing


La pluricampionessa di Kickboxing e Muay Thai Martine Michieletto

La promotion di Singapore ONE Championship ha messo in palio fino al 2021 una cintura di pelle nera placcata in argento con il logo dell’organizzazione del peso di ben 12 kg, il che la rendeva la cintura più pesante tra tutti gli sport da combattimento.

Dal 2022 è stata introdotta una nuova cintura destinata ai campioni del mondo, sempre in pelle nera ma questa volta con placche d’oro, assemblata a manoe con 7 gemme rosse che rappresentano i valori di “integrità, umiltà, onore, rispetto, coraggio, disciplina e compassione” in aggiunta alle 42 gemme installate su ognuna delle placche laterali.



Nuova cintura ONE Championship 2022 con placche d’oro e gemme

Attualmente le cinture vengono realizzate da aziende specializzate in tutto il mondo per ogni tipo di disciplina da combattimento a contatto pieno e per vari livelli che vanno dai titoli regionali o di federazione a titoli internazionali o mondiali.


mercoledì 20 aprile 2022

Deontay Wilder

 


Deontay Wilder (Tuscaloosa, 22 ottobre 1985) è un pugile statunitense, vincitore della medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Pechino del 2008.

Soprannominato "The Bronze Bomber", nome affibbiatogli in memoria di Joe Louis (il cui soprannome era "The Brown Bomber"), è stato il campione del mondo dei pesi massimi versione WBC dal 2015 al 2020 fino a quando fu detronizzato da Tyson Fury il 22 febbraio 2020. Noto per la potenza devastante dei suoi pugni, Wilder ha attualmente una percentuale di 91,11% di KO, la più alta della storia della categoria.

Deontay Wilder nasce in una città dell'Alabama, negli U.S.A. Sin da piccolo inizia ad amare la boxe. Comincia però a praticare il pugilato solo nel 2005, quando una malattia della figlia, la malformazione del midollo, lo costringe ad abbandonare gli studi in fretta e furia per provare il tutto per tutto con un'entrata drastica nel mondo del pugilato. Tenta così di diventare pugile, anche con ottimi risultati. Wilder ha come idoli molti pugili tra cui Muhammad Ali e Mike Tyson. Grazie alle sue doti fisiche nel 2008 partecipa alle olimpiadi di Pechino e arriva terzo. In seguito entra nella categoria professionisti diventando uno dei pugili attualmente più forti.

Nel 2008 Wilder ha partecipato alle Olimpiadi di Pechino dove ha ottenuto il terzo posto (come il cubano Osmay Acosta), battendo, nell'ordine, Abdelaziz Toulbini, rappresentante dell'Algeria, e il marocchino Mohamed Arjaoui. È stato sconfitto in semifinale dall'italiano Clemente Russo.

Passato professionista nel novembre del 2008 ha inanellato una lunghissima serie di vittorie, molte delle quali alla prima ripresa (tra questi particolare importanza mediatica hanno avuto i match contro Reggie Pena, Malik Scott e Shannon Caudle). Il curriculum di 32 vittorie consecutive gli è valso a furor di popolo la chance per il titolo mondiale WBC.

Il 17 gennaio 2015 ha affrontato e battuto il campione del mondo Bermane Stiverne vincendo la corona WBC e diventando il nuovo campione del mondo dei pesi massimi nella versione WBC. Da professionista, detiene un record di 42 match vinti, 41 per KO, 1 vinto per decisione unanime e un pareggio. A giugno ha difeso il titolo contro Éric Molina vincendo per KOT, al nono round. Il 26 settembre affronta Johann Duhaupas (32-2, 20 KO) alla Legacy Arena, in Alabama. Davanti a un pubblico di 8,471 persone, Wilder sconfigge Duhaupas per TKO all'undicesimo round. Il 16 gennaio 2016, al Barclays Center di New York, sconfigge il polacco Artur Szpilka (20-1, 15 KO) al nono round per KO.

Il 16 luglio 2016 alla Legacy Arena, di Birmingham, Alabama, Wilder affronta Chris Arreola. Per l'occasione, Wilder indossa dei pantaloncini bianchi con una banda laterale nera, in onore del suo idolo personale Muhammad Ali. Il pubblico presente all'arena è di circa 11,974 paganti. Wilder domina l'intero incontro e manda KO una prima volta l'avversario con un destro al quarto round. Nell'ottava ripresa, Arreola si ritira dal match. Il verdetto ufficiale è vittoria di Wilder per ritiro dell'avversario all'ottavo round. Dopo l'incontro, Wilder afferma di essersi rotto la mano destra durante il combattimento. Il 25 febbraio 2017 difende il titolo contro Gerald Washington vincendo per TKO alla quinta ripresa. Il 3 marzo 2018 al Barclays Center di New York difende il titolo WBC dei pesi massimi sconfiggendo il pericoloso e fino ad allora imbattuto pugile cubano Luis Ortiz per KO tecnico alla decima ripresa. Nel dicembre 2018 affronta l'ex campione WBA, IBF, IBO, WBO, The Ring Tyson Fury in un match che termina in parità. Ci furono grandi polemiche sul verdetto. Dopo queste 2 vittorie, il 22 febbraio 2020 a Las Vegas, nell'atteso rematch con Fury, Wilder viene sconfitto per KO tecnico alla settima ripresa e perde il titolo WBC dei pesi massimi. Il 9 ottobre 2021 affronta per la terza volta Tyson Fury perdendo per KO all'undicesima ripresa.

Deontay ha una figlia di nome Naieya, una figlia di nome Ava e un figlio maschio di nome Dereon, la cui madre è Kakeyonna Jones, donna con cui è sposato dal 2009. Il 4 maggio 2013 Wilder è stato arrestato a Las Vegas per violenza domestica, accusa dalla quale è stato assolto con formula piena. Riappacificatosi con la moglie, Wilder è tornato nelle aule dei tribunali pochi mesi più tardi con l'accusa specifica di tentato strangolamento ai danni di Brian Kerwin e Jack Rodson, giornalisti della testata americana MyTime, presentatisi a casa sua per un'intervista concordata con la moglie.

L'avvocato di Wilder nel corso del procedimento penale del 14 dicembre 2013 ha dichiarato: "Deontay ha agito istintivamente sotto la falsa impressione che qualcuno stesse rubando nella sua abitazione. Si rammarica per le sue azioni, ed è estremamente dispiaciuto perché determinate condotte non sono coerenti con la sua reputazione". Nel corso delle primissime udienze le vittime hanno ritirato la querela accettando le scuse del pugile ed il caso si è concluso col proscioglimento.




martedì 19 aprile 2022

Gouging (Rough-and-Tumble)

 


Il Gouging (letteralmente “scriccatura“), chiamato anche Rough-and-tumble è stata una forma di combattimento diffusa nelle zone rurali degli Stati Uniti d’America principalmente nel diciottesimo e diciannovesimo secolo. La sua caratteristica principale era l’obiettivo di cavare l’occhio dell’avversario ma includeva anche altre tecniche brutali e deturpanti come i morsi. Veniva utilizzata tipicamente per sedare dispute.

Nel 1806 l’inglese Thomas Ashe scrisse un resoconto della sua visita a Wheeling, in Virginia, dove assistette a una lotta tra due operai che avrebbe ricordato per il resto della sua vita.

I due, uno del Kentucky e uno della Virginia, discutevano su chi avesse il cavallo migliore, un classico dibattito nelle periferie piene di alcolici delle piccole città. Non volendo accettare una divergenza di opinioni, gli uomini, insieme all’inglese Ashe e a gran parte della città, si avviarono su una pista per testare la velocità delle due bestie. Apparentemente la gara fu inconcludente, ma i due uomini, non volendo porre fine alla loro discussione, si sfidarono a duello decidendo di combattere secondo lo stile “tear and trend” (letteralmente “strappa e lacera“) al posto dello stile “leale“.

Ashe osservò con stupore l’uomo della Virginia gettare l’uomo del Kentucky a terra e, messosi sopra di lui (posizione “montada” delle MMA, NdT), afferrargli i capelli e infilare i pollici nelle orbite dell’uomo. L’uomo del Kentucky riuscì però a reagire e togliersi l’uomo della Virginia di dosso. Una volta sopra di lui, l’uomo del Kentucky si chinò e morse il naso dell’uomo della Virginia. Ma la lotta non era finita. L’uomo della Virginia riuscì a prendere il labbro inferiore del Kentuckian tra i denti strappandolo fino al mento, decretando la fine della lotta. L’uomo della Virginia, senza naso, è stato portato via vittorioso dalla folla mentre il suo avversario si dirigeva dal medico, gli occhi danneggiati dal tentativo di “scriccatura” ed il labbro inferiore strappato che gli cadeva intorno al mento.


Sebbene il gouging fosse comune negli anni ’30 del Settecento nelle colonie meridionali, la pratica stava diminuendo negli anni Quaranta dell’Ottocento, quando il coltello Bowie e il revolver avevano reso i duelli più letali. Sebbene non sia mai stato uno sport organizzato, i partecipanti a volte programmavano i loro combattimenti (come si potrebbe programmare un duello) e i vincitori venivano trattati come eroi locali.

Il gouging era essenzialmente un tipo di duello per difendere il proprio onore che era più comune tra i poveri, ed era particolarmente comune negli stati meridionali tra la fine del diciottesimo e l’inizio del diciannovesimo secolo.

Quando nasceva una controversia i combattenti potevano accettare di combattere “leale“, che significa secondo le regole di Broughton, o “rough-and-tumble“.

Secondo Elliott Gorn questi termini hanno rimpiazzato il termine “boxing” in questi contesti.

In questi scontri era possibile venire brutalmente sfigurati alle orecchie, al naso, alle dita, labbra o genitali. Sempre secondo Gorn:

L’enfasi sulla massima deturpazione, sul taglio delle parti del corpo, ha reso unico questo stile di combattimento. In mezzo al caos generale, tuttavia, cavare l’occhio a un avversario è diventata la contitio sine qua non di questi combattimenti violenti, proprio come il KO nella boxe moderna. I migliori “cavatori”, ovviamente, erano abili in altre abilità di combattimento. Alcuni pare abbiano addirittura limato i denti per mordere le appendici di un nemico in modo più efficiente. Tuttavia lo svuotare un bulbo oculare è diventato rapidamente la strada più sicura per un combattente verso la vittoria e il suo risultato più prestigioso. (Elliott Gorn, 1985)

Questa pratica di combattimento si diffuse almeno fino all’estremo ovest del Missouri rurale, dove secondo le fonti “un combattente particolarmente abile poteva strappare i bulbi oculari del suo avversario dalle orbite con una buona spinta dei pollici“. Questa deturpazione sarebbe diventata in seguito un segno visibile di disonore. Sebbene la pratica fosse diffusa, secondo Gorn era “tipica delle zone rurali ed isolate“.

Nel gouging non esistevano regole: i combattenti potevano calciare a terra l’avversario, colpirlo all’inguine, addirittura graffiarsi con unghie affilate per l’occasione che spesso venivano rivestite di cera.

L’unica regola era l’assenza di armi, almeno fino a poco prima della metà dell’ottocento: i combattenti usavano solo il loro corpo in questi brutali confronti, di fronte ad una folla urlante che li incitava.


Slave-Poor White Violence in the Antebellum Carolinas” By Jeff Forret The North Carolina Historical Review Vol. 81, No. 2 (APRIL 2004), pp. 139-167 (Page 143)


Il diario del 1974 di tal Philip Vickers Fithian, un insegnante del New Jersey che lavorava per una famiglia aristocratica in Virginia, descrive con orrore un combattimento tra quattro uomini per futili motivi, iniziato come un incontro di pugilato e poi degenerato nel tipico “rough-and-tumble”.

I partecipanti erano tipicamente cacciatori, trappers, stivatori, vagabondi, manovali e agricoltori, ed in genere tutti facevano parte di una popolazione rurale non istruita. Tuttavia, sebbene i “gougers” possano essere stati tradizionalmente uomini di “classe inferiore“, a volte uomini delle classi superiori si dedicavano a questi combattimenti, anche se non sempre per scelta.

È riportato almeno un caso di un popolano che, avendo insultato un medico ed essendo stato sfidato da questi a duello, abbia repentinamente attaccato il dottore cavandogli l’occhio e lasciandolo basito con l’occhio penzolante sulla guancia. Non pago, il popolano sembra abbia addirittura strappato l’occhio del malcapitato, per conservarlo come “premio“.

Anche l’eroe americano Davy Crockett pare abbia partecipato a questi combattimenti, raccontando di aver quasi cavato un occhio ad un avversario:

Gli ho spinto il pollice nell’occhio, stavo per ruotarlo e strappargli il bulbo, come l’uva spina in un cucchiaio.

Anche nell’Ohio certe pratiche erano note: lo storico Richard Dorson definisce lo stile di vita dei boscaioli dell’Ohio come guidato dal “Codice del boscaiolo“, stile di vita dove “bere, trattare gli amici, cercare il piacere impulsivo, lavoro eroico e combattimenti feroci” costituivano le pratiche che, prevedevano, nei confronti fisici, anche il mordere il altro naso dell’uomo.

Un documento dell’Assemblea della Virginia nel 1752 inizia osservando che “molti malviventi hanno recentemente, in modo perfido e barbaro, mutilato, ferito e deturpato molti dei sudditi di sua maestà”, di conseguenza viene definito reato nello specifico il “tagliare un occhio, tagliare il naso, mordere o tagliare un naso o un labbro“, tra le altre offese.

L’Assemblea ha continuato a modificare l’atto nel 1772 per chiarire che ciò includeva “tagliare, strappare o cavare un occhio“. Casi giudiziari e sentenze legali in Tennessee, Carolina del Sud e Arkansas forniscono ampie prove della storia di questo tipo di combattimento.

Sebbene la leggenda a volte amplifichi la brutalità di questi combattimenti, Gorn sottolinea la realtà storica di questi eventi:

I viaggiatori stranieri potrebbero esagerare e i narratori locali abbellire, ma l’elemento più trascurato sui combattimenti dove venivano cavati gli occhi è la loro realtà.

Con l’avanzare dell’educazione e del decoro, certi cruenti metodi di confronto fisico sono stati abbandonati in favore di metodi più civili di risoluzione delle dispute. Tuttavia alcune discussioni animate potevano sfociare, anche tra nobiluomini, in sporadici ritorni al “rough-and-tumble“: è noto come il senatore statunitense James Jackson (1790–1871) abbia morso il dito di Robert Watkins, un politico di Savannah che in una discussione degenerata si avventò su di lui e tentò di cavargli un occhio.


lunedì 18 aprile 2022

Che cos'è in realtà la meditazione e come esattamente la migliora una persona?

Con il termine meditazione, indichiamo un metodo che permette di compiere un'esplorazione, un viaggio all'interno di se stessi, con lo scopo dichiarato di comprendere e mettere in risalto la nostra parte più profonda e quindi autentica.

Gran parte del nostro senso di identità, proviene dalla nostra immagine corporea; quell’escludere i sensi nella meditazione, tende a ridurre la nostra percezione di identità, aiutandoci a destabilizzare il nostro stato usuale di coscienza, liberando energia, che sarebbe assorbita dall’utilizzo dei sensi e ravvivando così le nostre percezioni; i vagabondaggi mentali cessano, e la mente percepisce sempre più l’”essenziale a scapito dell’accidentale”. È in pratica una deprivazione sensoriale.

È questo il segreto; l’esclusione dei sensi è il primo passo perchè la maggior parte degli stimoli che tengono impegnata la mente, arrivano proprio dai sensi. In pratica è come se ci accorgessimo di “stare vivendo” con tutte le conseguenze - mentre prima vivevamo in maniera passiva e non nel “qui e ora” dei maestri taoisti. Una breve riflessione, presa dal mondo informatico.

La prima, straordinaria scoperta che si fa quando si inizia la pratica della meditazione, è che in realtà, dentro di noi non siamo soli. Ci sono due "noi stessi" che si evidenziano già nelle prime sedute: il primo sembra essere l'”Io” di tutti i giorni, che si identifica con la mente che vaga incessantemente di pensiero in pensiero, seguendo un percorso tortuoso, caratterizzato da salti di tempo, luogo e situazione.

Dato che meditare significa innanzitutto osservare quei pensieri senza interferire ma limitandosi ad osservarli, questo ci obbliga a far in modo che una seconda parte della mente sia presente e soprattutto che quella parte di mente che presiede l'evento - sia immobile. Per fare un paragone informatico, la mente in questo modo diventa un'unità partizionata.

Come un disco rigido di un computer può essere formattato in maniera tale da ottenere due aree distinte, una riservata ai dati - e quindi in continuo cambiamento - e l'altra dedicata al sistema operativo che rimane invece fissa ed immutabile, la mente possiede una sezione riservata, dove i dati non possono essere immagazzinati.

Si evidenziano quindi due distinte menti: quella alla quale siamo abituati - volatile, disordinata e caotica - e una seconda mente, ferma e immutabile. Il segreto credo, risieda nell'applicare nella vita, la strategia delle due menti, analogamente a quanto si fa nella meditazione. Ecco il perché del famoso “testimone” citato in questa mia riflessione: Come si fa a mettere in pratica la massima: “Conosci te stesso”?

Con la mente superiore si rimane distaccati dalle implicazioni emotive, guardando appunto gli eventi da una prospettiva che offra il più largo angolo di osservazione, evitando così il pericolo che il coinvolgimento - subìto in prima persona - ci spinga a venir meno alla comprensione fondamentale di una realtà in costante perfezionamento. Dall'altra, è importante non perdere la propria forma umana e quindi continuare ad essere coinvolti emotivamente: provare amore, compassione, affezione.

La parte "umana" gode e agisce della sua vita terrena e dei suoi affetti, conservando tutte le caratteristiche proprie degli esseri viventi. La parte "immutabile" però è sempre presente e veglia incessantemente sulla parte umana elevandola ad una posizione superiore, non appena si accorge che essa sta perdendo la visione d'insieme.

Nel tempo - così come un sistema operativo si arricchisce di nuove funzionalità mediante gli aggiornamenti - la mente immutabile acquisisce nuove parti fisse, aumentando quindi il volume ad essa riservato. E dato che in un sistema ripartito - lo spazio complessivo rimane comunque invariato - aumentando lo spazio del sistema operativo, lo spazio riservato ai dati, inevitabilmente diminuisce.

Questo fa si che la parte immutabile diventi sempre più grande, a scapito dell’area dati, che diminuisce inesorabilmente fino a diventare una parte trascurabile del tutto. Quando il sistema partizionato diventa di nuovo un sistema integro – sostituendo - man mano - la parte volatile con quella immutabile - lo scopo è raggiunto: la mente diventa interamente parte immutabile. In questo modo, non è più soggetta alle variazioni dovute all’affluenza dei dati - non dipende più da quello che giorno per giorno è in continuo cambiamento.

Schematizzando, da una diviene due, per poi tendere nuovamente ad una; una volta riunificata, il risultato sarà raggiunto. Non so se mi sono spiegato; la meditazione quindi, serve per osservare il nostro modo di agire - in modo di cogliere - vuoi errori ma anche opportunità – di crescita interiore.

Il nostro cervello - ha scritto il Prof. Carl Sargent dell’Università di Cambridge – è programmato per rispondere alle sollecitazioni esterne che sono in continuo cambiamento. Se la nostra vista, udito e tatto non registrano più degli stimoli significativi, il nostro cervello si sintonizza sui canali della percezione extrasensoriale”.

È per questo che molti hanno delle esperienze particolari durante la seduta di meditazione; affiorano aspetti nascosti sotto un tappeto da noi stessi tessuto.




domenica 17 aprile 2022

Tyson Fury


 Tyson Luke Fury è un pugile inglese nato a Wythenshawe il 12 agosto 1988. Soprannominato “Il re gitano” (“The Gipsy King“) per via delle origini nomadi, è detentore dei titoli mondiali dei pesi massimi WBC e The Ring dal 2020.

É autore assieme al pugile Deontay Wilder di una nota trilogia, conclusasi nel 2021 con la supremazia di Fury.

È due volte campione del mondo dei pesi massimi, avendo ottenuto i titoli WBC e Ring Magazine dalla vittoria contro Deontay Wilder nel 2020; in precedenza si è guadagnato l’Unified WBA (Super), IBF, WBO, IBO e il titolo “The Ring” dopo aver sconfitto Wladimir Klitschko nel 2015. Con la sconfitta di Wilder nel 2021, Fury diventa il terzo peso massimo, dopo Floyd Patterson e Muhammad Ali, ad ottenere il titolo “The Ring” per ben due volte, ed è considerato da Media Butlets il successore lineare del titolo.

Tyson Fury è alto 216 cm ed al suo match contro Wilder del 9 ottobre 2021 ha segnato un peso sulla bilancia di 125.6 kg.

Secondo ESPN, TBRB e BoxRec è il miglior peso massimo in attività dal dicembre 2020.


Biografia

Tyson Fury nasce a Wythenshawe, un sobborgo del sud di Manchester, da genitori di origini irlandesi da una famiglia di pugili. Il padre, conosciuto come John “Gipsy” Fury, è stato un pugile professionista negli anni ottanta, mentre il cugino Andy Lee ha vinto il titolo 2014 dei pesi medi WBO.

Tyson conobbe sua moglie Paris quando lei aveva 15 anni e lui 17: entrambi provenivano da una famiglia nomade irlandese. Si cominciarono a frequentare l’anno seguente e si sposarono nel 2008 a St.Peter nella Chiesa Cattolica di Chains nel Doncaster, South Yorkshire. La coppia ha sei figli: tre figli, chiamati tutti Prince e tre figlie. Sembra che siano stati chiamati così sia per fare onore al suo soprannome “King” (“Io sono un re e loro sono principi finché non guadagnano legittimamente il loro nome”) sia in riferimento al pugile Prince Naseem Hamed, all’epoca il suo fighter britannico preferito.

La moglie di Fury ha perso due figli prima della nascita, entrambi nei giorni in cui Tyson avrebbe dovuto combattere: prima del match annullato contro Ustinov nel 2014 ed al suo comeback contro Seferi nel 2018.

Fury vive a Morecambe, nel Lancashire. Nel settembre 2015 ha ipotizzato la sua candidatura come candidato indipendente al parlamento britannico per Morecambe e Lunesdale, ritenendo che il governo fosse eccessivamente concentrato sulla fornitura di servizi per gli immigrati e non abbastanza sui senzatetto e su persone con problemi di droga e alcol. i problemi. Ha anche sostenuto pubblicamente la Brexit.

Fury lamenta spesso una discriminazione classista nei suoi confronti a causa delle sue origini zingare e nel 2016 ha detto alla stampa: “Non importa quanto io possa fare bene, per tutti sarò sempre lo zingaro bianco e grasso. Sono un campione ma sarò sempre considerato un barbone“.

Fury debutta come professionista il 6 dicembre 2008 vincendo per KO tecnico contro l’ungherese Bela Gyongyosi: successivamente vincerà 6 match di fila tutti per KO e prima del limite, in soli sette mesi, contro i pugili Marcel Zeller, Daniil Peratyakto, Lee Swaby, Matthew Ellis, Scott Belshaw e Aleksandrs Selezens.

L’11 settembre 2009 Fury ha conquistato il titolo inglese dei pesi massimi contro John McDermott (25-5, 16 KO) vincendo ai punti: pur essendo considerato favorito 6 ad 1 non ha convinto durante il match ed il punteggio 98-92 dell’arbitro Terry O’Connor è stato aspramente criticato. La decisione ha portato il British Boxing Board of Control a bandire i tre giudici da tutti i titoli inglesi, e il consiglio ha ordinato un rematch, avvenuto poi nel 2010, dove Fury ha confermato la vittoria, questa volta vincendo per TKO.

Il 23 luglio 2011, Fury ha affrontato alla Wembley Arena di Londra l’imbattuto Derek Chisora per il titolo dei pesi massimi britannici e quello del Commonwealth. Sia Chisora che Fury si sono affrontati con un record di 14-0, nonostante il primo avesse 27 anni e Fury 22. Chisora era il favorito, nonostante la differenza di stazza e portata: tuttavia Fury si aggiudicò il match per decisione unanime al termine di 12 round infuocati, con punteggio 117-112, 117-112 e 118-111. Il promoter Mick Hennessy ha affermato che il match (trasmesso anche da Canale 5 in chiaro, in diretta) ha toccato il picco di circa 3 milioni di telespettatori.

Il 17 settembre 2011 Fury ha combattuto contro il trentaduenne Nicolai Firtha in un incontro non valevole per il titolo al King’s Hall di Belfast. Firtha ha accettato l’incontro con un preavviso di solo due settimane. I primi due round sono stati dominati da Fury, che dopo aver rischiato il KO al terzo round ha ripreso il controllo nel round successivo ed al quinto round ha sopraffatto l’avversario, costringendo l’arbitro a interrompere il match per KO tecnico a 2 minuti e 19 secondi. Il match ha avuto una seguito di 1,03 milioni di telespettatori su Channel 5.

Fury è tornato sul ring il 12 novembre all’Event City di Trafford Park, Manchester per difendere il suo titolo Commonwealth dei pesi massimi contro l’imbattuto campione canadese dei pesi massimi Neven Pajkic. Il match fu un susseguirsi di colpi da KO e lo stesso Fury è stato atterrato al secondo round con un destro, riuscendo a rialzarsi e rischiando il KO al terzo round, dove però riuscì a mettere a segno ben due colpi da KOT che infatti portarono all’interruzione del match da parte dell’arbitro, nonostante le proteste di Pajkic che si riteneva capace di continuare il match. Il verdetto venne aspramente criticato ed in tanti pensarono che l’interruzione del match fosse inadeguata. L’evento ha avuto una media di 1,72 milioni di telespettatori su Channel 5.

Fury ha rinunciato alla cintura nazionale britannica e del Commonwealth, nonostante il parere contrario di molti, per prepararsi ad un titolo mondiale e per conquistare quello Irlandese.

Dirà ai media “Ho lasciato i titoli britannici e del Commonwealth, che alcune persone dicono essere più prestigiosi del titolo irlandese, ma non per me. Ho lasciato quelle cinture per una title shot irlandese perché significava di più per me. Tutta la mia gente viene dall’Irlanda. Sono nato a Manchester ma sono irlandese“.

Il 14 aprile 2012 Fury ha combattuto a Belfast, all’Odissey Arena, per il titolo irlandese dei pesi massimi contro Martin Rogan, un veterano del ring a fine carriera. Fury è riuscito a mandarlo al tappeto al terzo round con un gancio sinistro e l’incontro è stato interrotto dal suo angolo. Il match ha radunato 1.33 milioni di utenti su Channel 5.

Il 7 luglio 2012 Fury combatté per il titolo vacante intercontinentale WBO contro il pugile americano Vinny Maddalone alla Hand Arena a Clevedon, Somerset. Fury era leggermente sottopeso (111.4 kg) rispetto al match contro Rogan; tuttavia riuscì ad imporsi su Maddalone, controllando il match fin dall’inizio e sorprendendolo con una serie di combinazioni perfette nel round di apertura, continuando ad imporsi con colpi pesantissimi ed aprendo un varco sotto l’occhio dell’avversario al quarto round. Al quinto round l’arbitro interruppe la punizione che Fury stava infliggendo a Maddalone, dichiarando il KO tecnico. Il match fu seguito da oltre un milione di utenti su Channel 5.

Il 12 novembre 2012 è stato annunciato il match tra Kevin Johnson e Tyson Fury per il titolo mondiale WBC: si sarebbe tenuto alla Odissey Arena a Belfast, il 1 dicembre seguente. Fury batterà Johnson ai punti per decisione unanime dopo 12 round, anche se molti esperti descrissero il match come noioso (inclusi la BBC e ESPN). Nonostante tutto il match radunò 1.37 milioni di telespettatori su Channel 5.

Il 20 febbraio 2013 venne annunciato un match tra l’americano Steve Cunningham e Fury che avrebbe costituito il debutto di quest’ultimo negli Stati Uniti al Madison Square Garden, il 20 aprile 2013. L’incontro avrebbe costituito una eliminatoria per il titolo IBF, che avrebbe determinato il numero 2 in classifica, mentre il vincitore avrebbe dovuto poi combattere contro l’imbattuto peso massimo bulgaro Kubrat Pulev. Al weigh-in Cunningham pesava 95 kg, ben 20 kg di meno di Fury che ne pesava 115. Combatterono entrambi con ferocia durante i primi round e Cunningham riuscì anche a far conteggiare Fury al secondo round, ma The Gypsy King riuscì a riprendersi e mandare al tappeto Cunningham al settimo round con un micidiale destro che segnò la prima sconfitta per KO dell’americano nella sua carriera.

Durante il match venne contestata a Fury una testata che gli fruttò un punto di ammonizione. Una settimana dopo il match Cunningham sostenne, parlando alla ATG Radio, che Fury utilizzò una tecnica illegale per mandarlo KO: disse che lo trattenne per l’avambraccio, spingendolo all’angolo due volte, spingendogli la testa di lato con l’avambraccio e poi tirando il famoso destro che concluse l’incontro. L’evento raccolse 1.2 milioni di visitatori in media, con picchi da 1.7 milioni, sulla NBC. Nel Regno Unito il match venne trasmesso da Channel 5 e raccolse 1.54 milioni di spettatori. La vittoria contro Cunningham valse a Fury il settimo posto su BoxRec, un secondo posto secondo IBF, un sesto per la WBC ed un quinto per la WBO.

Fury avrebbe dovuto combattere per la prima volta su una piattaforma pay-per-vire contro David Haye il 28 settembre 2013: tuttavia Haye il 21 settembre ha dato forfait dopo aver subito sei punti di sutura per un taglio sopra l’occhio subito durante un allenamento. L’incontro è stato quindi posticipato all’8 febbraio 2014 ma Haye si è ritirato dal combattimento una seconda volta il 17 novembre, affermando di aver avuto un infortunio alla spalla che avrebbe richiesto un intervento chirurgico e che avrebbe messo a rischio la sua carriera accennando anche al suo ritiro.

Fury non ha creduto alle scuse di Haye ed ha dichiarato: “Sono assolutamente furioso ma in tutta onestà questo è esattamente quello che mi aspettavo. Tutti sanno che ero molto sospettoso quando si è ritirato la prima volta e questo mi conferma che ha sempre avuto paura di me e non ha mai voluto questo match.”

A parte le spese per il training camp, il mancato match contro Haye è costato a Fury anche la sua posizione nella classifica mondiale, incluso un match per le eliminatorie IBF che lo avrebbe traghettato verso il match per il titolo mondiale.

Il 24 gennaio 2014 venne annunciato il match contro l’argentino Gonzalo Omar Basile, che si sarebbe dovuto tenere il 15 febbraio seguente alla Copper Box Arena. Il 5 febbraio tuttavia Basile si ritirò dal match a causa di una infezione ai polmoni, venendo così rimpiazzato dall’americano Joey Abell. Fury lo mandò al tappeto ben tre volte prima della fine del quarto round, ponendo fine al match in breve tempo. Dopo la fine dell’incontro Fury prese il microfono e disse “Tyson ‘Troppo Veloce’ Fury, questo è il mio nome. Questi sono dilettanti se confronti a me: io voglio Wladimir Klitschko, mi sta evitando. Forza Wlad“.

Fury avrebbe dovuto combattere per la seconda volta contro Derek Chisora ​​il 26 luglio 2014 per il titolo europeo ed il titolo britannico dei pesi massimi. Il 21 luglio Chisora ​​è stato costretto a ritirarsi dopo aver subito una frattura alla mano in allenamento. Come sostituto di Chisora è stato scelto il russo Alexander Ustinov ma questa volta è stato Fury a ritirarsi dal match in programma alla Manchester Arena dopo che suo zio ed ex allenatore Hughie Fury si è ammalato gravemente.

Fury e Chisora ​​hanno quindi riprogrammato il match per il 29 novembre 2014 all’ExCeL di Londra. L’incontro è stato valido per le eliminatorie al titolo WBO ed è stato trasmesso in diretta su BoxNation.

Fury ha dominato completamente l’incontro fino a quando l’angolo di Chisora ​ha gettato la spugna alla fine del decimo round. Fury ha anche usato la guardia falsa (da mancino) per la maggior parte del combattimento, nonostante la sua preferenza per la guardia destra. Fury ha chiarito di essere ambidestro e poter combattere “southpaw” (con la guardia falsa, o guardia mancina) o “orthodox” (in guardia destra).

Usando il jab per disturbare Chisora ​​e rimanendo lontano grazie alla portata dei suoi colpi non ha lasciato avvicinarsi Chisora che ​​non è riuscito a mettere a segno pugni significativi oltre ad averlo spinto a colpire sotto la cintura (comportamento per il quale Chisora ​​è stato ammonito dall’arbitro Marcus McDonnell nel primo round). Dopo il match, Fury dirà: “Wladimir Klitschko, sto venendo per te, baby. Sto arrivando. Nessuna ritirata, nessuna resa”. Il promoter Mick Hennessy ha affermato che Fury avrebbe probabilmente combattuto ancora una volta prima di mettersi in gioco per il titolo mondiale.

Il 26 dicembre 2014 Sky Sports News ha annunciato che Fury avrebbe combattuto ancora una volta prima di sfidare Klitschko per i suoi titoli mondiali contro Christian Hammer il 28 febbraio 2015 all’O2 Arena di Londra.

Il match si è concluso con un KO ai danni di Hammer, mandato al tappeto da un gancio destro alla corta di Fury. Dopo il match Fury ha nuovamente chiamato in causa Klitschko, affermando di essere pronto per la title shot.

A luglio 2015 è stato confermato che Fury avrebbe combattuto contro Wladimir Klitschko in un match valevole per i titoli mondiali dei pesi massimi WBA (Super), IBF, WBO, IBO, Lineal e The Ring. Inizialmente previsto per il 24 ottobre 2015, è stato rinviato al 28 novembre 2015 dopo che Klitschko ha subito un infortunio al polpaccio. Per questo match Fury si è allenato con i kickboxer dei pesi massimi più alti in classifica in GLORY, Rico Verhoeven e Benjamin Adegbuyi.

L’evento si è svolto all’Esprit Arena di Düsseldorf, in Germania, non senza polemiche: inizialmente si sono discussi i guanti, poi c’è stata una discussione per la tela del ring. Secondo quanto riferito, Klitschko aveva le mani fasciate senza la presenza di un rappresentante di Fury, quindi ha dovuto rifarle.

Alla fine Fury ha vinto dopo 12 round ai punti per decisione unanime. I giudici hanno segnato una scorecard di 115-112, 115-112 e 116-111. Klitschko e Fury hanno mostrato poca combattività durante i 12 round, ma Fury è risultato più attivo e ha fatto abbastanza in ogni round per aggiudicarsi il titolo. Klitschko ha messo a segno 52 colpi su 231 lanciati (23%) e Fury ne ha tirati 86 su 371 lanciati (23%).

Nell’intervista post-combattimento, un Fury visibilmente emozionato ha dichiarato: “Questo è un sogno che diventa realtà. Abbiamo lavorato così duramente per questo. Ce l’ho fatta. È difficile vincere ai punti in un paese straniero. Significa tantissimo per me venire qui e tornare a casa con una vittoria ai punti“. Poi ha preso il microfono e ha ringraziato Klitschko: “Vorrei dire a Wladimir, sei un grande campione. E grazie mille per avermi ospitato“.

Klitschko non è riuscito a tirare il suo micidiale destro grazie ai rapidi movimenti, finte e schivate di Fury. Ha detto: “Tyson è stato più veloce e migliore stasera. Mi sono sentito abbastanza a mio agio nei primi sei round, ma sono rimasto stupito che sia stato così rapido anche nel secondo tempo. Non ho potuto tirare il mio destro perché ero costantemente tenuto a distanza“.

Klitschko poteva contare comunque su una clausola di rivincita da contratto.

L’8 dicembre 2015, l’IBF ha privato Fury del suo titolo, poiché il contratto per il match contro Klitschko includeva una clausola di rivincita, precludendo così a Fury di affrontare lo sfidante obbligatorio IBF Vyacheslav Glazkov. Fury ha tenuto la cintura IBF per soli 10 giorni. La rivincita contro Klitschko tuttavia non si è concretizzata a causa di problemi di salute mentale di Fury che l’hanno portato all’alcolismo, all’uso di droghe ricreative e ad un enorme aumento di peso.

L’8 aprile 2016, dopo mesi di trattative, è stata finalmente annunciata la rivincita contro Klitschko: questa volta si sarebbe tenuta nella città natale di Fury, Manchester, alla Manchester Arena, il 9 luglio 2016.

Nonostante i termini concordati per la rivincita, Fury ha dichiarato di non essere motivato al combattimento e di aver guadagnato una quantità estrema di peso dopo il primo combattimento, arrivando a pesare oltre 150 kg da aprile 2016.

Il 24 giugno 2016 è stato annunciato il rinvio del match a causa di un infortunio di Fury in allenamento (una caviglia slogata). Lo stesso giorno, Fury e suo cugino, Hughie Fury, sono stati accusati dall’antidoping britannico della “presenza di una sostanza proibita”, ossia il nandrolone, in un campione di sangue prelevato 16 mesi prima nel febbraio 2015. Tyson e Hughie hanno negato con forza ogni accusa di doping.

Il 23 settembre 2016 Fury ha dovuto rinviare nuovamente il combattimento contro Klitschko dopo essere stato dichiarato “non idoneo dal punto di vista medico“. ESPN ha riferito che Fury aveva fallito un test antidroga per la cocaina il giorno prima del secondo rinvio. Fury ha accennato a problemi di depressione in seguito a questo test.

La salute mentale di Fury deteriorò notevolmente dopo aver vinto i titoli mondiali. Il 4 ottobre 2016, in una intervista su Rolling Stone, Fury dichiarò:

Sto lottando contro un sacco di demoni interiori, cercando di togliermeli di torno… questo non ha niente a che vedere con il combattere, sto avendo a che fare con la mia vita personale. Non sono andato in palestra per mesi. Sono passato attraverso la depressione. Ho perso la voglia di vivere, non so se mi capisci. Ne ho abbastanza di tutto. Lascia perdere la cocaina, non mi interessa. Non voglio più vivere, capito? La cocaina è il meno rispetto al non aver più voglia di vivere. Sto chiedendo aiuto, ma non possono fare niente per me. Quello che ho è incurabile. Voglio farla finita. Tutto il denaro del mondo, la fama e la gloria non significano niente se non sei felice. Sto andando da alcuni psichiatri. Dicono che soffro di una sorta di bipolarismo. Che sono maniaco depressivo. Non mi va nemmeno di svegliarmi. Spero di morire ogni giorno. E non è una cosa bella da dire quando hai tre figli ed una moglie che ti ama, non è vero? Ma non ho più voglia di vivere. E se potessi togliermi la vita – e non fossi Cristiano – lo farei in un secondo. Spero solo che qualcuno mi uccida prima di uccidermi da solo. Dovrei spendere l’eternità all’inferno. Mi sono messo a bere dal lunedì al venerdì alla domenica, mi faccio di cocaina. Non posso più sopportare tutto questo e l’unica cosa che mi aiuta è quando sono completamente ubriaco e fuori di me”.

Dopo che Fury diventò campione nel 2015 i media britannici cominciarono a scavare nel suo passato in cerca di affermazioni controverse. Vennero così fuori numerose frasi discutibili: tra le tante, Fury sostenne che avrebbe “impiccato” sua sorella nel caso fosse stata infedele, ed in una intervista antecedente al match contro Klitscho avrebbe condannato ed accomunato aborto, pedofilia ed omosessualità, sostenendo che la legalizzazione di queste pratiche avrebbe portato ad una punizione divina. Fury è stato nominato per l’edizione 2015 del BBC Sports Personality of the Year Award ma 140.000 persone firmarono una petizione dichiarando che la sua equazione “omosessualità = pedofilia” dovrebbe squalificarlo automaticamente. Quando gli venne chiesta una opinione al riguardo Fury citò frasi religiose, incluso “credi nel Signore Gesù Cristo e sarai salvato” assieme ad un passo da Giovanni 3:16.

Il 12 ottobre 2016, in attesa dei risultati dell’indagine anti-doping a suo carico sull’utilizzo di cocaina, di nandrolone ed in generale sull’essere ritenuto clinicamente inadatto a combattere, Fury ha deciso di lasciare i titoli dei pesi massimi WBA (Unified), WBO e IBO.

Dichiarò alla stampa: “Ho vinto i titoli sul ring e credo che dovrebbero essere persi sul ring, ma non sono in grado di difendermi in questo momento e ho preso la decisione difficile ed emotivamente pesante di lasciare ufficialmente i miei preziosi titoli mondiali e auguro il meglio ai prossimi contendenti in linea mentre ora entro in un’altra grande sfida nella mia vita che so di poter vincere, come quella contro Klitschko.“

Il promoter di Fury Mick Hennessy ha aggiunto: “Tyson sarà ancora il diretto campione del mondo dei pesi massimi agli occhi di tutti. Ha battuto il piùù grande campione di boxe dell’era moderna in una notte incredibile in Germania guadagnandosi quel titolo e questo non cambierà mai. Anche se è straziante vedere Tyson lasciare i titoli mondiali per cui ha lavorato così a lungo e con fatica per tutta la sua vita, ciò che è fondamentale ora è che riceva le cure mediche insieme all’amore della sua famiglia e dei suoi amici e il supporto del mondo della boxe per recuperare completamente.“

La decisione di Fury era legata al sottrarsi dalla costante pressione dei media, concedendosi il tempo di riprendersi e ricevere assistenza medica professionale per i suoi problemi di salute mentale e potendo così trascorrere più tempo con la sua famiglia. Il 13 ottobre, il British Boxing Board of Control ha deciso di sospendere la licenza di boxe di Fury. Il 1° febbraio 2018, Fury è stato privato del suo ultimo titolo rimasto, quello dei pesi massimi della rivista The Ring.

A dicembre 2016 lo zio di Fury, Peter, ha annunciato che Fury sarebbe ritornato sul ring intorno alla primavera del 2017 e avrebbe puntato a combattere contro il campione WBC Deontay Wilder.

Il 23 dicembre, Fury ha twittato che era tornato ad allenarsi in vista di un ritorno sul ring intorno ad aprile o maggio 2017. Il suo tweet diceva: “Ho avuto un 2016 infernale, ho fatto molte cose di cui non sono orgoglioso, ma mi riprometto di tornare nel 2017.“

Il 6 marzo 2017 Fury ha twittato che il suo match di rientro si sarebbe svolto il 13 maggio 2017 e stava ragionando con il promotore Frank Warren su possibili avversari. Warren divenne il promoter di Fury dopo che Fury abbandonò il suo promotore di lunga data Mick Hennessy. La data fissata per il ritorno avrebbe significato che Fury avrebbe combattuto nella undercard di Josh Warrington che difendeva il suo titolo WBC International dei pesi piuma contro Kiko Martinez alla First Direct Arena di Leeds.

Poche ore dopo che Fury aveva annunciato una data di ritorno, la British Boxing Board of Control (BBBofC) ha annunciato pubblicamente che Fury era ancora sospeso e non avrebbe combattuto a maggio, informazione confermata anche dal loro segretario generale Robert Smith. Ha anche affermato che non c’erano stati contatti da Fury o dai suoi rappresentanti da quando il divieto è stato emanato nell’ottobre 2016. Warren ha detto a Reuters il 7 marzo: “Voglio vederlo tornare sul ring il prima possibile, ma prima che ciò accada ha ancora un paio di problemi da risolvere“. Warren ha detto che insieme alla controversia con il BBBofC ci sarebbe stata un’udienza in tribunale con l’Anti-Doping del Regno Unito (UKAD).

Robert Smith, segretario generale della BBBofC, ha dichiarato nel maggio 2017 che il caso di Fury era “complesso” ed era stato aggiornato. Nel settembre 2017 Fury ha sfidato l’UKAD a dargli una risposta e a bandirlo definitivamente o ripristinare la sua licenza di boxe. Sosteneva di essere stato trattato ingiustamente poiché ci era voluto più di un anno prima che rispondessero, affermando che di solito il problema sarebbe stato risolto nel giro di pochi mesi.

Fury ha twittato: “Per quanto tempo devo essere trattenuto e tenuto fuori dai giochi? Sono 15 mesi che sono stato indagato, stai impedendo a un uomo innocente di compiere il suo destino e di provvedere alla sua famiglia“. L’UKAD ha dichiarato che non era questione di tempo ed ha negato le affermazioni secondo cui stavano prolungando forzatamente l’udienza, chiarendo che stavano cercando di risolvere la questione nel più breve tempo possibile.

Il 12 dicembre l’UKAD ha annunciato di aver trovato un accordo con Fury e la BBBoC e di aver sciolto tutte le accuse a carico del pugile. “Tenendo conto dei ritardi nella gestione ed il fatto che non siano state emesse accuse in relazione ai risultati del nandrolone fino a giugno 2016, considerando anche le sospensioni provvisorie che Tyson e Hughie Fury hanno già effettivamente scontato, il periodo di due anni di ineleggibilità è retrodatato al 13 dicembre 2015 e quindi scade alla mezzanotte del 12 dicembre 2017“.

La vittoria di Tyson nel febbraio 2015 su Christian Hammer è stata annullata, ma il suo trionfo contro Klitschko no. Tyson ha sostenuto che gli elevati livelli di nandrolone erano dovuti all’aver mangiato cinghiali non castrati e ha ribadito l’innocenza sua e di Hughie: “Hughie e io abbiamo sostenuto la nostra innocenza dal primo giorno e ora siamo felici che sia stato finalmente risolto con l’UKAD e che possiamo andare avanti sapendo che non saremo etichettati come imbroglioni drogati.” Il BBBofC ha affermato che avrebbe preso in considerazione il rinnovo della licenza di boxe di Fury nel gennaio 2018. In seguito a questa notizia, Fury ha scritto su Twitter, “Guess who’s back?” (“Indovina chi è tornato?“).

Il 10 gennaio 2018 Fury ha annunciato che avrebbe fatto nuovamente domanda per ottenere sua licenza di boxe attraverso il BBBofC. Il 19 gennaio è avvenuto un colloquio tra Fury ed il BBBofC, in cui quest’ultimo ha accettato di reintegrare Fury purché inviasse loro delle cartelle cliniche aggiornate dopo aver visitato uno psicologo.

Fury ha dichiarato che una motivazione al suo ritorno è stata la prospettiva del match contro Deontay Wilder.

In una conferenza stampa a Londra il 12 aprile 2018 Fury ha annunciato di aver firmato un contratto per più match con la Queensberry Promotions di Frank Warren. Ha dichiarato inoltre che intendeva combattere almeno tre volte prima del 2019, a partire dal 9 giugno alla Manchester Arena.

Dopo settimane di speculazioni, è stato confermato che un match contro l’albanese Sefer Seferi sulle 10 riprese avrebbe avuto luogo a maggio e sarebbe stato mandato in onda in esclusiva su BT Sport.

Seferi era fondamentalmente un peso cruiser ed aveva combattuto solo una volta (perdendo) nei pesi massimi contro Manuel Charr nel 2016. Al momento del peso Fury era ben 30 kg più pesante di Seferi, nonostante avesse perso ben 50 kg dopo essersi messo a dieta stretta in preparazione per il match. Fury ha vinto per abbandono dell’avversario al quarto round, dopo un paio di round pressoché statici ed altri due dove Fury ha cominciato a scaricare colpi pesanti andando a segno. Durante il match venne anche sedata una rissa sugli spalti. Il match toccò il picco di 814.000 spettatori collegati a BT Sport 1.

Dopo l’incontro Warren confermò che Fury sarebbe tornato a combattere nella undercard di Carl Frampton il 18 agosto al Windsor Park di Belfast.

Il 12 luglio 2018 è stato annunciato che Fury avrebbe combattuto lo sfidante (per ben due volte) del titolo mondiale Francesco Pianeta il 18 agosto seguente. Fury è arrivato al match pesando 258 libbre (117 kg), 18 libbre (8,2 kg) più leggero di quanto pesasse contro Seferi. Pianeta arrivò a 254,7 libbre (115,5 kg): nonostante questo sconfiggerà Pianeta ai punti, disputando un match molto calcolato (dichiarerà in seguito di non aver voluto tentare di concludere il match per KO in anticipo). Quel match sarebbe stato infatti il suo traghetto verso l’incontro contro Wilder ed era troppo importante per la carriera di Fury: il 30 luglio infatti venne anticipato che erano in corso trattative per un combattimento che si svolgesse a novembre o dicembre 2018 tra Fury e Wilder. Il giorno seguente Fury ha dichiarato che mancavano solo luogo e data per concludere le trattative.

Il 22 settembre 2018 sia Fury che Wilder hanno confermato di aver firmato il contratto e che il match si sarebbe svolto il 1 dicembre 2018. Secondo la California State Athletic Commission, Wilder avrebbe avuto una borsa base garantita di 4 milioni di dollari mentre Fury ne avrebbe avuto una garantita di 3 milioni. Nonostante l’affermazione originale di Frank Warren che le entrate sarebbero state divise 50-50, è stato rivelato che Wilder avrebbe potuto guadagnare 14 milioni di dollari e Fury avrebbe potuto guadagnare circa 10,25 milioni di dollari, grazie alle loro percentuali dalle entrate della pay-per-view. La cerimonia del peso si è svolta il 30 novembre, fuori dal Los Angeles Convention Center. Fury è salito per primo sulla bilancia segnando 116,3 kg, nemmeno 1 kg più leggero del suo peso contro Francesco Pianeta nell’agosto 2018 pur sembrando più definito. Wilder ha segnato 96,4 kg, il suo minimo dal suo debutto nel 2008, quando è arriato a pesare 94,0 kg: pare tuttavia che sia stato malato durante il suo training camp.

Wilder e Fury hanno combattuto di fronte a una folla di 17.698 persone allo Staples Center sui 12 round ed alla fine Wilder ha mantenuto il suo titolo WBC vincendo ai punti per decisione unanime, nonostante lo sconcerto della folla che ha cominciato a fischiare, convinta che la vittoria spettasse a Fury.

Dopo il match contro Wilder, Fury si è assicurato un contratto di 5 match con ESPN e Top Rank del valore di 80 milioni di sterline (100 milioni di dollari). Ha fatto il suo ritorno sul ring alla MGM Grand Garden Arena a Las Vegas contro il campione intercontinentale WBO Tom Schwarz il 15 giugno 2019, nel suo primo match a Las Vegas. All’epoca Schwarz era secondo nella classifica WBO e nono in quella IBF. Fury pesava 119 kg contro i 106.8 kg di Schwarz. Fury si dimostrò in completo controllo del match sin dall’inizio, concludendolo al secondo round per TKO e strappando a Schwarz il titolo intercontinentale WBO. Durante tutto il match Fury utilizzò la nota tecnica “dope-a-rope” resa famosa da Muhammad Ali, sporgendosi di schiena oltre le corde e mandando a vuoto i colpi dell’avversario, ottenendo applausi dai 9000 spettatori presenti.

Fury ha poi combattuto contro l’ex campione dei pesi massimi WBA Continental Otto Wallin il 14 settembre alla T-Mobile Arena di Las Vegas con un peso di 115,4 kg, il più leggero da quando ha affrontato Klitschko nel 2015, quando pesava 112 kg mentre il mancino svedese Wallin è arrivato a esattamente 107 kg.

Fury si è imposto vincendo per decisione unanime e conquistando così la cintura WBC Mayan Belt, un titolo commemorativo assegnato al vincitore di un combattimento di alto profilo tenutosi durante le feste nazionali messicane. Durante la sua intervista post match sul ring Fury ha elogiato la performance di Wallin, che era stato dato perdente oltre 10-1, ed ha espresso le condoglianze per la morte di suo padre. Fury si è poi rivolto pubblicamente a Wilder per una rivincita nel febbraio 2020.

Nel 2019 Tyson Fury ha spiegato a Mike Tyson durante il podcast “Hotboxin’ With Mike Tyson” l’origine del suo nome e di come abbia iniziato a boxare.

Mio padre era un pugile peso massimo professionista nei tardi anni ’80, inizio anni ’90 e tu eri il suo eroe” spiegherà Fury, rivolgendosi a Mike Tyson. “Quando sono nato, il 12 agosto 1988, ero prematuro di otto settimane e rischiavo seriamente di morire. Quando alla fine scampai il pericolo di morte, mio padre mi volle chiamare come te, in onore alla mia ed alla tua forza. Il dottore non era d’accordo e disse che non era un nome adatto alla mia corporatura gracile… pesavo solo quattro etti e mezzo. Ora sono alto più di due metri e 120 kg!“


Non ho fatto alcun match, neanche da amatore, fino circa ai 16 anni. Quando ho cominciato a fare pugilato ero un… topo da palestra. Ogni volta che mio padre andava ad allenarsi io lo seguivo, colpivo i sacchi ed ogni cosa che ci fosse intorno. I miei fratelli, i miei cugini erano tutti pugili e combattevamo uno contro l’altro da ragazzini mentre crescevamo. Ho deciso che sarei diventato campione del mondo dei pesi massimi già da allora.“

Mike Tyson ascoltava ammirato il racconto del suo collega più giovane, sorridendo.

Il 27 novembre 2019 ESPN ha annunciato che Fury avrebbe incontrato nuovamente Deontay Wilder sul ring il 22 febbraio 2020, in un rematch del loro primo incontro del 2018, conclusosi con un pareggio controverso. Durante la preparazione al rematch Fury si separò da Ben Davison, che preparava Fury dal 2017 e che l’ha aiutato a perdere il molto peso guadagnato durante il suo momento di pausa e l’ha riportato ad un livello da fighter professionista. Davison è stato nominato Allenatore dell’anno 2018 grazie al suo successo nel riportare Fury sul ring. La separazione è stata descritta come amichevole e Davison ha augurato buona fortuna a Fury per il suo rematch. Fury ha poi annunciato di aver stretto contratto con SugarHill Steward, nipote del noto trainer Emanuel Steward, e che sarebbe ritornato alla Kronk Gym, dove si è allenato per un breve periodo nel 2010. Il rematch fu annunciato ufficialmente il 27 dicembre 2019 alla MGM Grand Garden Arena a Las Vegas. Il contratto prevedeva una clausola invocabile dal perdente per un eventuale terzo match.

Fury è arrivato al match a 124 kg, il terzo maggior peso della sua carriera professionale e 7,7 kg più pesante rispetto al primo incontro con Wilder. Prima del combattimento ha dichiarato di volere dimensioni e potenza extra per cercare un knockout. Wilder è arrivato a pesare 105 kg, il peso maggiore della sua carriera.

Fury ha iniziato il combattimento prendendo il centro del ring e dominando con il suo jab: ha cercato di piazzare qualche colpo potente, schivando al contempo le bordate di Wilder.

Al terzo round Fury ha colpito Wilder con un destro fortissimo alla tempia: Wilder è stato conteggiato, ha risposto all’arbitro ed è sopravvissuto al round, ma è apparso visibilmente disorientato, mentre il sangue iniziava a fluire dal suo orecchio sinistro.

Wilder è andato poi al tappeto altre due volte, giudicate tuttavia come scivolate dall’arbitro Kenny Bayless, prima che Fury lo atterrasse di nuovo al quinto round con un gancio sinistro al corpo. Wilder è riuscito stavolta a rimettersi in piedi, ma non a contrattaccare ed ha cominciato a sanguinare dalla bocca oltre che dall’orecchio.

L’incontro è stata interrotto a metà del settimo round dopo che una raffica di colpi potenti di Fury ha fatto sì che l’angolo di Wilder gettasse la spugna per salvarlo da un’ulteriore punizione.

Al momento dell’interruzione, Fury era in vantaggio su tutte e tre le scorecard dei giudici 59-52, 58-53 e 59-52, con i punteggi diversi dovuti a Bayless che ha sottratto un punto a Fury nel quinto per aver trattenuto l’avversario.

Secondo CompuBox, Fury ha messo a segno 82 dei suoi 267 colpi totali (31%), inclusi 58 su 160 colpi potenti (36%). Wilder ha messo a segno 34 dei suoi 141 colpi totali (24%), di cui 18 su 55 potenti (33%).

Fury ha ricevuto molti elogi per la sua prestazione ed in molti pensano che sia stato uno dei migliori comeback della storia del pugilato. Alcuni si sono spinti a dire che Fury sia uno dei più grandi pesi massimi della storia.

Questo match lo ha reso il primo uomo a sconfiggere due campioni che avevano 10 o più difese del loro campionato del mondo (Klitschko con 18 difese e Wilder con 10 difese). Fury divenne anche il terzo peso massimo, dopo Muhammad Ali e Floyd Patterson, a detenere due volte il titolo della rivista The Ring e il primo peso massimo della storia ad aver detenuto i titoli WBA (Super), WBC, IBF, WBO e The Ring.

Con un incasso di 16,916,440 dollari, il combattimento ha battuto il record del botteghino per un incontro dei pesi massimi in Nevada stabilito da Evander Holyfield contro Lennox Lewis II nel novembre 1999.

Deontay Wilder ha applicato la clausola per un secondo rematch contro Tyson Fury subito dopo la seconda sconfitta. Si tentò inizialmente di organizzare il terzo match per luglio 2020 ma si dovette postporre la data a causa dell’esplosione della pandemia di COVID-19. L’11 giugno 2020 Eddie Hearn, il promoter di Anthony Joshua, annunciò che Fury e Joshua avevano trovato un accordo per due match, se Fury avesse sconfitto Wilder e Joshua avesse sconfitto il suo sfidante obbligatorio, Kubrat Pulev. Il promoter di Fury Bob Arum dirà ad agosto 2020: “La WBC ha approvato il contratto per una trilogia e si sta organizzando per postporre l’evento a causa della pandemia. Sicuramente non potendolo fare con gli spettatori, accetteremo comunque un ritardo ragionevole. Sarà un modo diverso di combattere“.

Il 12 ottobre 2020 Fury ha dichiarato che avrebbe evitato di fare una trilogia con Wilder dopo che gli organizzatori continuavano a non accordarsi per una data nel 2020. La rivista “The Athletic” ha riportato che Fury aveva ogni intenzione di combattere Wilder nel 2020 ed aveva già fatto numerose concessioni riguardanti lo spostamento delle date: tuttavia non era disposto a ritardare ulteriormente il match, evitando una serie di match contro Joshua e tenendolo fuori dal ring per un lungo periodo di tempo.

Il 17 maggio 2021 l’ipotesi di un match per l’unificazione del titolo tra Fury e Joshua è stata messa seriamente in dubbio quando il giudice dell’arbitrato Daniel Weinstein ha stabilito che Fury avrebbe dovuto onorare una clausola contrattuale che imponeva un terzo combattimento con Wilder.

Poco dopo Bob Arum affermò che l’Allegiant Stadium di Las Vegas era stato riservato per il 24 luglio in previsione della lotta della trilogia di Fury con Wilder. Il 22 maggio 2021, Fury annunciò durante la messa in onda del match di José Ramírez contro Josh Taylor su ESPN di aver firmato il contratto per il terzo match contro Wilder, mostrando in diretta la firma. Anche il manager di Wilder Shelly Finkel confermò la firma del suo atleta.

Prima della conferenza stampa pre-incontro del 15 giugno, la T-Mobile Arena di Las Vegas è stata ufficialmente confermata come location, lo stesso luogo dove Fury aveva precedentemente sconfitto Otto Wallin ai punti il 14 settembre 2019.

Il match venne poi riinviato dalla data originale del 24 luglio al 9 ottobre, a causa di una epidemia di COVID-19 tra lo staff di Fury.

Alla cerimonia del peso pre-match dell’8 ottobre, entrambi gli atleti si sono pesati con i rispettivi pesi massimi in carriera, con il campione Fury che pesava 125 kg e lo sfidante Wilder a 107 kg.

Durante il match entrambi i pugili si sono mandati al tappeto ben 5 volte ed alla fine Fury si è aggiudicato anche questa vittoria, mandando KO Wilder all’undicesimo round.

Dopo il combattimento, Fury ha elogiato il suo avversario, definendo Wilder un “combattente di prim’ordine”, ma lo ha criticato per essere un “pessimo perdente” e rifiutandosi di “mostrare qualsiasi sportività o rispetto“. Nella sua intervista post-combattimento, Fury ha dichiarato: “Io sono uno sportivo. Sono andato da lui per mostrare un po’ di comprensione e rispetto ma lui non ne ha mostrato affatto. Pregherò per lui in modo che Dio ammorbidisca il suo cuore“.

Fury ha poi aggiunto che “è stata una grande lotta stasera, degna della migliore delle trilogie“. Fury ha poi sostenuto di essere il miglior pugile nella sua divisione, affermando anche “ora sono il più grande peso massimo della mia epoca, senza dubbio“.

Al momento dell’interruzione, Fury stava vincendo l’incontro su tutte e tre le scorecard con 95-91, 94-92 e 95-92. Secondo CompuBox, Fury ha messo a segno 150 pugni su 385 (39%), mentre Wilder ha collezionato 72 pugni su 355 (20%). I 150 pugni inferti a Wilder sono il punteggio più alto mai messo a segno da un pugile. Nonostante il match fosse abbastanza equilibrato fino a quel momento, CompuBox ha calcolato che Fury aveva sconfitto Wilder in ogni singolo round del combattimento, incluso il quarto round in cui Fury è stato messo al tappeto due volte.

Il match è stato ampiamente acclamato da osservatori ed esperti per la sua azione e l’intensità di alto livello: il promotore della hall-of-fame Bob Arum ha dichiarato: “Sono stato in questo business 57 anni per promuovere combattimenti e devo dire che non ho mai visto un combattimento dei pesi massimi così magnifico“, mentre la rivista The Ring lo ha descritto come “il combattimento dell’anno, finora” e “una rara e storica trilogia dei pesi massimi“.


Tyson Fury ha poi comunicato al mondo il suo ritiro, non prima di un ultimo match contro Dillian Whyte, sostenendo di aver guadagnato abbastanza soldi, di aver ottenuto i risultati agognati e di non voler rischiare di farsi male sul serio e di ritirarsi prima di un infortunio pesante, cosa molto possibile nei pesi massimi, soprattutto dopo una certa età. Il match contro Whyte si è tenuto il 23 aprile 2022 a Wembley e Fury ha vinto per KO tecnico, demolendo Whyte e costringendolo alla resa al sesto round. Nell’intervista sul ring Fury ha confermato di voler mantenere la parola data alla moglie alla quale aveva promesso il ritiro. Il ritorno trionfale di Fury in Gran Bretagna dopo quattro anni di assenza pare quindi segnare la fine della strepitosa carriera del “Gypsy King” con una difesa del titolo WBC.