Dō (道
nel linguaggio ideografico kanji giapponese) significa
letteralmente “ciò che conduce” nel senso di “disciplina”
vista come “percorso”, “Via”, “cammino”,
in senso non solo fisico ma soprattutto spirituale. È un suffisso
usato spesso nelle arti marziali giapponesi per significare
l'evoluzione dell'arte marziale da pura e semplice tecnica di
combattimento usata da militari in tempo di guerra, a disciplina
formativa praticata non più con finalità militare ma volta a
realizzare nel praticante, in tempo di pace, un'elevazione di tipo
"spirituale" ed esistenziale, utilizzando la tecnica
marziale come strumento di perfezionamento delle abilità e delle
capacità psicofisiche del praticante.
Dō si compone dell'ideogramma del
piede che simboleggia l'andare, il camminare, il
mettersi in marcia, è l'immagine semplificata di una testa
con capelli, un capo, un condottiero, il senso è quello di
orientarsi verso qualcosa o qualcuno. L'ideogramma completo si
compone di un cammino, una via tracciata dal capo del clan e quindi
per estensione il principio a cui occorre attenersi, la regola, la
dottrina e per astrazione la via.
I suoi simboli sono la spada, che sta a
indicare il "buon combattimento", e la bussola che indica
la "giusta via". Il Dō è anche il nome del testo su cui
sono raccolte le regole fondamentali di questa dottrina. Uno dei
pionieri in occidente di questa disciplina è stato lo scrittore e
aforista tedesco (Hermann Hesse).
La valenza del termine nella cultura tradizionale giapponese
È caratteristico e peculiare, della
cultura tradizionale giapponese ed orientale in genere, il
convincimento che attraverso lo zelante lavoro di ricerca della
perfezione dell'esecuzione del gesto fisico, della perfezione
nell'esecuzione di una forma espressiva di tipo dinamico eseguita
mediante una tecnica del corpo, l'uomo possa raggiungere, unitamente
alla perfezione dell'esecuzione rituale del gesto, anche l'elevazione
spirituale fino alla realizzazione della propria perfezione
spirituale.
Questo percorso di ricerca, fisico ed insieme spirituale, in grado di guidare e condurre l'uomo alla perfezione spirituale attraverso la perfezione dell'espressione formale del gesto fisico, è denominato Dō (道).
Discipline come l'Aikidō (合気 道, evoluzione da Aiki-jitsu 合気 - 術 ad Aiki-dō 会気 - 道) od il Budō (武道, evoluzione da Bu-jutsu 武 - 術 a Bu-dō 武 - 道) od altre discipline provenienti da arti marziali giapponesi alla cui denominazione sia stato apposto il suffisso Dō (道), sono esempi di come si sia evoluto l'aspetto della mera tecnica militare volta al combattimento, cioè un Jitsu (術), in disciplina con finalità di formazione spirituale, cioè un Dō (道).
Questo percorso di ricerca, fisico ed insieme spirituale, in grado di guidare e condurre l'uomo alla perfezione spirituale attraverso la perfezione dell'espressione formale del gesto fisico, è denominato Dō (道).
Discipline come l'Aikidō (合気 道, evoluzione da Aiki-jitsu 合気 - 術 ad Aiki-dō 会気 - 道) od il Budō (武道, evoluzione da Bu-jutsu 武 - 術 a Bu-dō 武 - 道) od altre discipline provenienti da arti marziali giapponesi alla cui denominazione sia stato apposto il suffisso Dō (道), sono esempi di come si sia evoluto l'aspetto della mera tecnica militare volta al combattimento, cioè un Jitsu (術), in disciplina con finalità di formazione spirituale, cioè un Dō (道).