martedì 7 maggio 2019

Armi improvvisate


Alcuni punti salienti:
La parola chiave è "improvvisare".
Se ci troviamo in una situazione pericolosa, un'arma "improvvisata" già pronta, dimostrerà chiaramente i nostri intenti e saremo quindi probabilmente perseguiti legalmente.

Un'arma improvvisata non è così ovvia
Giacca (strangolamento, leva articolare, distrazione)
Aerosol (spray negli occhi, si combina con un accendino?)
Rocce/ Piastrelle (lancio, utilizzate come armi lancinanti (le piastrelle sono taglienti))
Sabbia (distrazione)

Essere preparati senza farlo apparire come una premeditazione ...
Una cintura con una bella e grande fibbia in metallo è una grande arma improvvisata.

Gli artisti marziali più preparati e gli esperti di self defence concordano nel riconoscere che le armi improvvisate sono una grande, metodologia utile e conveniente di autoprotezione e di difesa personale. Improvvisare armi è facile e accessibile a tutti. Queste sono particolarmente importanti nei paesi dove sono in vigore leggi severe sulle armi.
Molti attacchi oggi sono eseguiti da assalitori armati e l'utilizzo di armi improvvisate può livellare il campo di gioco. Saper improvvisare un'arma può fare la differenza tra allontanarsi illeso o avere la peggio.
A mio avviso questo è un settore che non viene approfondito e sviluppato come merita.

Tre movimenti primari
Una cosa vorrei innanzitutto ricordare è il modo in cui un'arma viene utilizzata.
Ci sono tre principali movimenti con cui colpire con un'arma improvvisata:
  1. Si può far oscillare l'arma in modo molto simile a una mazza o un bastone,
  2. Potete utilizzare l'arma come se fosse un coltello
  3. Si può colpire in modo molto simile ad un maniaco che brandisce un corpo contundente. Questo movimento è molto simile ad un pugno a martello quando si colpisce.

E' lasciato al singolo individuo e alle sue preferenze il come verrà utilizzata un'arma improvvisata.

Spinta limite convenzionale
L'unico metodo che vorrei sconsigliare è il tradizionale movimento di accoltellamento poichè il punto debole è il polso, questo può facilmente piegarsi o cedere. La spinta come illustrato di seguito può causare facilmente una distorsione del polso.






Personalmente preferisco movimenti a martello che tendono ad essere di natura abbastanza lineare piuttosto che movimenti di tipo circolare, come si vedrà nelle immagini qui sotto.

Una o due mani?
Un'altra cosa da tenere in considerazione è se l'arma possa essere utilizzata con una sola mano o due. Spero che il lettore raccolga alcuni oggetti ogni giorno e comprenda la prospettiva di come possono essere utilizzati e sperimentare con loro.

Esempi
Ecco alcuni esempi di oggetti e alcune prese a loro applicate:

La lattina di una bevanda può essere utilizzata con la presa indicata di seguito. La lattina può essere piena, vuota o anche mezza piena. Se il liquido vola fuori dall'altra parte può aiutare andando negli occhi dell'attaccante

.

Un paio di pinze possono essere utilizzate con la presa indicata di seguito. Lo stesso movimento di spinta lineare di cui sopra può essere utilizzato anche qui. L'impugnatura è differente anche se il movimento è lo stesso. Verso l'esterno e viceversa.



Bottiglia di plastica. L'impugnatura qui sfrutta la forma della bottiglia. Afferrare la parte più stretta del collo in modo da impedire alla mano di scivolare lungo la bottiglia quando colpisce il bersaglio. Ancora una volta, in realtà non importa quanto liquido è contenuto nella bottiglia. E' meglio che la bottiglia contenga almeno un terzo del contenuto questo aggiungerà più peso al colpo.



Un telefono cellulare può essere utilizzato come nelle voci precedenti. Un punto da evidenziare è che il pollice copra la parte posteriore in modo da impedire alla mano di scivolare sopra il telefono quando colpisce il bersaglio.



Una piccola torcia o pila può essere utilizzata come sopra. Il punto principale con la torcia è che la parte più stretta dell'oggetto impedisce alla mano di scivolare in avanti quando colpisce il bersaglio. Per le torce, il pollice può ancora operare la funzione on/off sul calcio della torcia e quindi accecare con la luce il nostro avversario.



L'apribottiglie può essere utilizzato in due modi.



Uno è con un moto oscillante là dove è montato l'apribottiglie o con un movimento a taglio dove si tengono le chiavi saldamente in mano.



L'altro è dove le chiavi e l'apribottiglie si tengono saldamente in mano, dove alla fine l'apribottiglie può essere utilizzato con un movimento a martello.



Un normale apribottiglie può essere utilizzato come una piccola torcia elettrica. Ancora una volta, nota il pollice che copre la parte posteriore per evitare alla mano di scivolare lungo l'elemento quando il bersaglio è colpito.




Può essere utilizzato anche aperto come illustrato di seguito.


Un DVD può essere utilizzato con una sola mano spingendolo verso l'esterno. Questo colpo è in realtà sorprendente nel suo impatto.



O con due mani per avere un maggiore controllo e sviluppare più potenza.


La cassetta della posta in arrivo può essere usata per colpire con il bordo più solido o come uno scudo. E' probabile che si rompa dopo uno o due colpi, ma è meglio di niente.




Una sedia da ufficio può essere utilizzata sia come scudo che per colpire.
Blocca immediatamente un movimento di spinta, è solo un'opzione.



Un elemento flessibile, come un asciugamano può essere utilizzato per bloccare e spingere un utente malintenzionato. La sezione tra le mani è piuttosto rigida. Il telo può essere avvolto intorno al nostro aggressore per immobilizzare gli arti e controllarli, il che è molto utile se il vostro sistema o stile pratica queste tecniche.



Una scopa può essere utilizzata per bloccare. La parte finale è soffice e consente tecniche a lungo raggio per colpire.



Un ombrello è probabilmente la migliore arma improvvisata fra tutte. E 'duro e forte, permette tecniche a corto e a lungo raggio e può essere reperito praticamente ovunque sul pianeta.




Improvvisare!
Questo elenco non è esaustivo, ci sono troppe possibilità da menzionare. Spero che questo post metta in evidenza semplicemente alcune opzioni a disposizione e spinga a pensare in dettaglio su come tenere effettivamente e maneggiare le armi improvvisate potrebbe essere necessario nel caso di scontro.

lunedì 6 maggio 2019

Arte spagnola di combattimento con il coltello

Nel mondo è conosciuta come il sistema Sitra Achra.
Si basa sulla Kabbalah. La parola Kabbalah in questo sistema di combattimento è una nozione e significa "faccia nera di Dio" o la "sfera di forze demoniache." È la sfera dove c'è sia il bene che il male, il male venne creato da Dio per mantenere l'armonia. Ed è l'armonia che la scuola si propone di mantenere: agli studenti viene insegnato a difendersi in modo efficace nel caso in cui il male prevalga e inizi a minacciarli.                      Sitra Achra è anche chiamata l'arte spagnola di combattimento con il coltello, però, come viene evidenziato da uno dei suoi insegnanti, Martin Cibulka, gran parte delle sue tecniche sono senz'armi.
"Quando si usa il coltello bisogna essere molto prudenti. L'unicità di questa scuola rispetto ad altre di arti marziali, è il coraggio strategico e tattico. Insegna ai suoi allievi ad evitare fino all'ultimo momento lo scontro fisico con il proprio avversario, per massimizzare la propria posizione strategica e tattica."
L'unicità dell'Achra Sitra risiede nella sua origine europea. "si basa su tradizioni culturali e sociali di questo continente e, pertanto, familiare al nostro concetto di vita".
Ciò si manifesta più marcatamente in relazione alla morte. Il samurai giapponese non si preoccupa di morire, ma di come morirà. A differenza del cavaliere europeo che cercava di sopravvivere a tutti i costi. Questo è il motivo per cui si preferiscono tecniche difensive e si cerca di mettere l'avversario in svantaggio."
Le radici del Sitra Achra risalgono ai maestri di scherma dell'aristocrazia spagnola del XVIII secolo. Alcuni dei suoi movimenti ricordano il torero, l'azione del toro determina la reazione del torero che reagisce automaticamente.
Martin Cibulka afferma di aver appreso dell'esistenza dell'arte spagnola del combattimento con il coltello da suo nonno.

Ma che tipo di persone mostrano interesse per la Sitra Achra?
"Solitamente sono tra i 25 ed i 30 anni, sono laureati, e sanno quello che vogliono. Sono per lo più uomini, ma quest'arte viene praticata anche dalle donne. La Sitra Achra è una grande forma di autodifesa per le donne che hanno un grande un vantaggio rispetto agli uomini, cercando di evitare l'uso della forza, tendono ad apprendere e perfezionare le tattiche con più passaggi e le strategie per sconfiggere l'avversario. Inoltre, sono molto veloci con il coltello, molto spesso più veloci rispetto agli uomini ".


domenica 5 maggio 2019

Forma Chen di 23 posizioni con la sciabola

Risultati immagini per Forma Chen con la sciabola


La forma Chen di 23 posizioni con la sciabola è una delle diverse forme con la sciabola (Dao) dello stile Chen del taijiquan. Questa di 23 posizioni è stata in particolare codificata da Chen Zhao Kui (1928-1981), figlio del famoso Chen Fake (1887 - 1957).
La sciabola è un'arma pesante e brandeggiarla richiede movimenti potenti e molto ampi. Nella sua brevità, la forma è però estremamente dinamica, prevedendo salti e giravolte con l'arma che spesso sfiora velocemente l'atleta per parare i colpi di un avversario immaginario. Per questa ragione, nei nomi dei movimenti sono richiamati animali potenti e veloci come il serpente, la tigre o il drago.
La sua pratica sviluppa potenza muscolare e coordinazione e deve essere affrontata solo da chi già padroneggia le forme a mani nude.

Posizione Nome in cinese Nome in italiano Movimenti
prima sezione
1 dan dao qi shi Preparazione
2 hu xin dao La Sciabola Protegge il Cuore
3 qing long chu shui Il Drago Verde Emerge dalle Acque
4 feng juan chan hua Il Vento Soffia sui Fiori
5 Bai yun gai ding La Nuvola Bianca Copre la Sommità
6 Hei hu sou shan La Tigre Nera Cerca tra le Montagne
7 Su Chin bei jian Shu Qin Porta la Spada sulla Schiena
8 jin jidu li Il Gallo d'Oro Sta su una Zampa
9 ying feng gun bi Allontanarsi dalla Lama
10 yao zhan bai she Tagliare il Serpente Bianco all'Altezza del Fianco
11 ti tao san huan Tre Anelli Intorno al Sole
12 bo ywi waag a Disperdere le Nuvole per Vedere il Sole
13 zuo bo cao xun she Battere l'Erba per Trovare il Serpente (a Sinistra)
14 you bo cao xun she Battere l'Erba per Trovare il Serpente (a Destra)
15 qing long chu shui Il Drago Verde Emerge dalle Acque
16 feng juan chan hua Il Vento Soffia sui Fiori
17 yan bie jin chi L'Oca Selvaggia Dispiega le Ali
18 Na zha tan hai Na zha Esplora il Mare
19 zuo fan shen kan Ruotare a Sinistra e Colpire di Taglio
20 you fan shen kan Ruotare a Destra e Colpire di Taglio
21 bai she tu xin Il Serpente Bianco Saetta la Lingua
22 huai zhong bao yue Abbracciare la Luna e Portarla al Petto
23
Forma di Chiusura

sabato 4 maggio 2019

Shito-Ryu kata


Tra gli stili più diffusi, lo Shito - Ryu è certamente quello che annovera il maggior numero di Kata; ciò è determinato dal fatto che il fondatore dello stile, il Maestro Kenwa Mabuni, era considerato in Okinawa un autentico esperto ed un profondo conoscitore dei Kata tradizionali, tanto che alla sua consulenza in materia, in caso di dubbi, ricorrevano spesso persino maestri di altissimo profilo come Chojun Miyagi e Gichin Funakoshi.
  • Kata di base
    1. Pinan Shodan - "pace e tranquillità 1° grado"
    2. Pinan Nidan - "pace e tranquillità 2° grado"
    3. Pinan Sandan - "pace e tranquillità 3° grado"
    4. Pinan Yondan - "pace e tranquillità 4° grado"
    5. Pinan Godan - "pace e tranquillità 5° grado"
  • Kata superiori
    1. Aoyagi- "Salice Piangente"
    2. Chintei
    3. Chinto- "Gru sulla roccia"
    4. Jiin-"Tempio dell'amore di Buddha" o "Amore per la verità"
    5. Jion (Shito-Ryu): Il kata Jion è uno dei kata che viene insegnato appena acquisita la cintura nera. Il significato letterale di questo kata è: Al tempio di budda. È un kata che è composto da movimenti piuttosto lenti.
    6. Jitte- "Mano di Buddha".
    7. Bassai-dai (o Passai-dai) – Sfondamento della fortezza
    8. Bassai-sho (o Passai-sho) - "attraversare o distruggere la fortezza"
    9. Chatanyara Kushanku
    10. Chinte- "tecniche non comuni"
    11. Gekisai Nidan
    12. Gekisai Shodan
    13. Gojushiho
    14. Hanan
    15. Ishmine-passai
    16. Juroku- "sedici"
    17. Matsukase
    18. Matsumura-passai
    19. Matsumura-Rohai – Visione dell'airone bianco
    20. Myojo- "pianeta venere"
    21. Naihanchi Nidan (o Naifanchi Nidan)
    22. Naihanchi Shodan (Shito-Ryu) (o Naifanchi Shodan) viene usato per acquisire la cintura marrone nell'Itosu kai. È un kata che si sviluppa in un'unica direzione. Esso è composto prevalentemente da difese. Tra queste troviamo il kagetsuki.
    23. Naihanchi Sandan (o Naifanchi Sandan)
    24. Nipaipo
    25. Niseishi (o Niseshi)
    26. Kosokun-dai- "sguardo al cielo (saluto al sole)"
    27. Kosokun-sho- "sguardo al cielo (saluto al sole)" forma breve
    28. Kururunfa
    29. Rohai Nidan
    30. Rohai Shodan
    31. Rohai Sandan
    32. Saifa- " Annientamento Totale"
    33. Sanchin- "Tre Battaglie"
    34. Sanseiru
    35. Seienchin
    36. Seipai – Cinquantaquattro passi
    37. Sesan
    38. Shiho-kosokun
    39. Shinpa
    40. Shisochin
    41. Sochin- "la grande calma"
    42. Suparinpei – Cento otto passi
    43. Tensho- "Mani Fluttuanti"
    44. Tomari-passai
    45. Unshu- "mani nella nuvola"
    46. Wankan-"pino nel vento"
    47. Wanchu (o Wanshu) – Volo di rondine


giovedì 2 maggio 2019

Le origini del combattimento a mani nude russo


Un esempio di 19° SECOLO LA CANZONE RUSSA EPIC Vassiliy BOUSLAIEV.






RUSSO CHROMO 18° secolo.


UN Geisler INCISIONE 17° secolo. "La lotta Russa a Mosca."

In origine (le truppe) dei principi utilizzavano i metodi di combattimento corpo a corpo come mezzo di preparazione per i guerrieri di professione. Documenti storici (la storia russa ed europea del Medio Evo), e le canzoni epiche e leggende, forniscono le prove di questa affermazione. I canti epici che hanno resistito alla prova del tempo e all'oblio, sono le migliori fonti di informazione.
Abbiamo ancora in nostro possesso delle testimonianze con una sorprendente descrizione dettagliata delle tecniche di combattimento corpo a corpo russo.
In tutti i canti epici, senza eccezione, l'importanza del combattimento corpo a corpo era fondamentale. In generale i guerrieri non smettevano di combattere senza che uno di loro vincesse, si arrivava al combattimento corpo a corpo, una volta scesi dai loro cavalli.
Ricerche approfondite dimostrano che la tecnica del vecchio combattimento corpo a corpo russo di cui i canti epici riportano le vicende, ricorda molto il Pankration dell'antica Grecia. E' più che possibile che questa non sia una coincidenza. I legami culturali e religiosi con l'impero bizantino contribuirono, per molti secoli, all'assimilazione di una serie di elementi del combattimento corpo a corpo delle Olimpiadi dell'antica Grecia da parte dei soldati russi.
Nel Medioevo l'ambiente religioso emise dei divieti sulla lotta corpo a corpo. Tuttavia, le arti marziali russe, trovarono le loro radici negli antichi giochi slavi pagani, arricchendosi con le tecniche dell'antica Grecia, creando così un'arte coerente, originale e diversificata. Dopo averle separate dai riti pagani, i russi gli attribuirono i valori spirituali bizantini senza perdersi nell'eccessiva razionalità greco-romana, ciò finii per rendere l'arte marziale russa inseparabile dalla cultura popolare.
La forza e le capacità dei più forti nel combattimento corpo a corpo spesso hanno giocato un ruolo nell'esito di qualsiasi battaglia. Secondo lo storico V. Klutchevskiy il combattimento corpo a corpo faceva parte di un'arte che faceva parte di un complesso sistema per la preparazione di un guerriero. Le lotte collettive "Stenka ha stenkou" rappresentavano uno sviluppo delle tecniche marziali.

Bruce Lee




Bruce Lee (李小龍, Lǐ Xiǎolóng; San Francisco, 27 novembre 1940 – Hong Kong, 20 luglio 1973) è stato un attore, artista marziale, filosofo, regista, lottatore, sceneggiatore e produttore cinematografico hongkonghese. Dall'età di diciotto anni ebbe doppia cittadinanza hongkonghese e statunitense.
Lee è ampiamente considerato uno dei più influenti artisti marziali di tutti i tempi, nonché l'attore più ricordato per la presentazione delle arti marziali cinesi al mondo. I suoi film, prodotti a Hong Kong e ad Hollywood, elevarono ad un nuovo livello di popolarità e gradimento le pellicole di arti marziali e l'interesse per questo tipo di discipline in Occidente. La direzione ed il tono delle sue opere influenzarono profondamente i film di arti marziali di Hong Kong che, fino ad allora, avevano mostrato più un senso teatrale che realistico delle scene. L'arte marziale da lui sintetizzata è chiamata Jeet Kune Do. Fu anche lottatore di "Bei mo", i match clandestini fra stili diversi di Kung fu, e sostenne sfide ufficiose ricordate da testimoni in libri, documentari e film, sia in America che ad Hong Kong.

Biografia
Penultimo dei cinque figli di Lee Hoi-chuen, un attore di Canton (Cina) che si era affermato nel cinema, Lee era nato nella Chinatown di San Francisco durante una tournéè negli Stati Uniti della compagnia della quale facevano parte i genitori. Tornata a Hong Kong tre mesi dopo la nascita di Lee, la famiglia fece vivere gran parte dell'adolescenza del figlio fra Hong Kong e gli Stati Uniti, dove Lee frequentò un corso di laurea in filosofia. Ebbe come fratello il cantante Robert e da parte della madre Grace Ho (1907-1996) fu pronipote del ricco uomo d'affari e filantropo hongkonghese Robert Hotung (1862-1956)
Tra i nomi datogli dai genitori, "Li Yuen Kam", "Jun Fan" (che significa letteralmente "ritorna ancora") e "Xiao Feng" ("piccola fenice"). Un altro nome, "Xiao Long" ("piccolo drago", in quanto nato nell'ora e nell'anno cinese del drago) ne sottolineava il carattere esuberante, che durante l'infanzia trascorsa a Hong Kong lo portava a scontrarsi con la piccola criminalità giovanile. Per questo decise di volere imparare le tecniche di difesa marziali iscrivendosi alla prestigiosa scuola di Wing Chun sotto gli insegnamenti del Maestro Yip Man, nella cui palestra studiò solo cinque anni, tre dei quali sotto la guida di Wong Shun Leung, allievo-istruttore di Man. Da allora Bruce non abbandonò più lo studio delle arti marziali, che proseguì per suo conto una volta emigrato in America.
All'età di 12 anni entrò alla scuola cattolica La Salle College. Successivamente frequentò il Francis Xavier's College, finché il suo temperamento esuberante, i continui battibecchi coi compagni, la scarsa voglia di applicarsi nello studio, nonché il rischio che potesse rovinare la reputazione della famiglia medio-borghese, indussero il padre a mandarlo a vivere da un vecchio amico negli Stati Uniti. Ma dopo un breve periodo vissuto a San Francisco si trasferì a Seattle, dove lavorò come cameriere. Qui, nel 1962 riuscì a terminare la sua formazione di scuola superiore ottenendo il diploma alla Edison Technical School. Si iscrisse quindi alla facoltà di filosofia dell'Università di Washington, ma abbandonò gli studi al penultimo anno. Qui conobbe Linda Emery che sposerà nell'agosto del 1964 e dalla quale ebbe due figli: Brandon nel 1965 e Shannon Emery nel 1969.

Il Kung Fu e gli allenamenti
Nonostante le credenze, Lee non studiò mai il Tai Chi seriamente, in quanto non si confaceva alle sue caratteristiche peculiari, prima fra tutte, la sua notevole velocità. Dal padre imparò i concetti fondamentali di questa antica arte. Lee studiò assiduamente Kung Fu nello stile Wing Chun col Maestro Yip Man per cinque anni. Bruce sarebbe stato presentato a Man da William Cheung, sedicente studente di Man, ma in anni recenti la federazione ufficiale del Wing Chun di Hong Kong ha ufficialmente smentito la cosa chiarendo che William Cheung non ha mai studiato con Man, bensì con un istruttore delegato dal Maestro. Bruce comunque studiò nella scuola fino ai diciotto anni nel 1959, anno in cui partì per gli Stati Uniti. Uno degli studenti di maggior livello fu Wong Shun-Leung, che si ritiene abbia avuto una grande influenza sull'allenamento di Lee.
Attratto da qualsiasi disciplina da combattimento, Lee si allenò anche nel pugilato occidentale come amatoriale. Imparò anche rudimenti di scherma occidentale dal fratello minore Peter, all'epoca campione di questa disciplina. Questo approccio a 360º distinse via via sempre più Lee da ogni altro praticante di arti marziali, tanto che nel 1966, decise di dare un nome al suo stile, ovvero Jeet Kune Do, "via del pugno che intercetta".
Il suo allenamento includeva tutti gli elementi di fitness, forza e resistenza muscolare, resistenza cardiovascolare e flessibilità. Utilizzò le tecniche tradizionali del culturismo per scolpire e aumentare la massa muscolare. Tuttavia, fu sempre attento nel sottolineare quanto la preparazione mentale e spirituale fossero fondamentali per il successo dell'allenamento fisico e nella pratica delle arti marziali. Al fine di allenare specifici gruppi di muscoli, Lee si avvalse di attrezzature appositamente progettate e costruite.
Il 13 agosto del 1970, a causa di un errato preriscaldamento dei muscoli in un allenamento di sollevamento pesi, subì un grave infortunio: gli esami clinici mostrarono uno stiramento al quarto nervo sacrale, nella parte inferiore della schiena. Durante il periodo di convalescenza, iniziò a dedicarsi alle religioni, alla filosofia, alle arti da combattimento e agli scritti di Jiddu Krishnamurti. Il periodo di inattività fisica gli offre anche l'opportunità di documentare i metodi di allenamento, che in seguito verranno raccolti e pubblicati dalla moglie Linda nel libro The Tao of Jeet Kune Do. Nell'arco dei successivi sei mesi, riuscì a recuperare agilità, velocità e potenza.

Carriera cinematografica
Il suo debutto nel mondo cinematografico di Hong Kong avvenne all'età di tre mesi, quando fu scelto per il ruolo del neonato nel film Golden Gate Girl del 1941. Fra i sei ed i diciassette anni partecipò come attore bambino a sedici pellicole, anche se il primo film di un certo riguardo, The Orphan del 1958 lo interpretò all'età di diciotto anni.
Il produttore della serie televisiva Batman, William Dozier, ebbe l'occasione di visionare i filmati di Lee al Campionato Internazionale di karate, tenutosi a Long Beach il 2 agosto del 1964. L'esibizione incluse varie dimostrazioni, tra le quali flessioni su pollice ed indice e il suo noto "pugno a un pollice". Colpito dalle notevoli capacità fisiche, Dozier invitò Lee per un'audizione, grazie alla quale si aggiudicò una parte nella serie televisiva Il calabrone verde, per la stagione 1966-1967, in Batman. Successivamente ottenne ruoli anche nelle serie Ironside, Longstreet, Here Come the Brides, Blondie e, nel 1969 nel film: L'investigatore Marlowe.
Lee interpretò il suo primo ruolo da protagonista nei film Il furore della Cina colpisce ancora del 1971 e Dalla Cina con furore del 1972, grazie ai quali ottenne vasta celebrità internazionale. Successivamente fondò una propria casa di produzione, la Concord Production Inc., in società con Raymond Chow della Golden Harvest. Sotto tale egida co-produsse, scrisse, diresse e interpretò L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente nel 1972, in cui fece comparsa anche Chuck Norris in una scena, quella del duello nel Colosseo, che divenne la più celebre di arti marziali nella storia del cinema. Richiese tre giorni di riprese, e venti pagine di sceneggiatura scritte e disegnate da Lee.
Nel 1973 ottenne il ruolo di protagonista in I 3 dell'Operazione Drago, che uscirà postumo in prima mondiale al Graumann's Chinese Theatre di Los Angeles il 24 agosto 1973, per il quale fece anche da coreografo per le scene di combattimento e co-produttore con la sua Concord Production Inc. Il film fu il secondo maggior incasso della Warner Bros. dopo L'esorcista in quella stagione e consolidò l'immagine di Lee come leggenda delle arti marziali.

La morte
Il 10 maggio del 1973, negli studi della Golden Harvest, durante le sessioni di doppiaggio de I 3 dell'Operazione Drago, Lee si allontanò per andare alla toilette, dove fu colto da un attacco di vomito, febbre alta e forti convulsioni. Venne immediatamente trasportato all'ospedale più vicino, dove riscontrarono la presenza di un edema cerebrale. Gli fu così somministrato del mannitolo, un medicinale atto a ridurre il gonfiore al cervello, che gli salvò la vita. Lo stesso male, tuttavia, gli tolse la vita due mesi più tardi, la sera del 20 luglio 1973, mentre si trovava a Hong Kong a casa di Betty Ting Pei. Era arrivato assieme al suo socio Raymond Chow, che più tardi se ne era andato per precederli al ristorante Miramar, dove li attendeva l'attore australiano George Lazenby, in città per un ruolo nel nuovo film di Lee come attore-autore, Game of Death. Andato via Chow, sempre secondo Betty, Lee lamentò una forte emicrania. Per cercare di alleviarla assunse una pastiglia, datagli da Betty, di Equagesic, contenente sia aspirina che meprobamato, e si andò a sdraiare per un breve riposo, senza più svegliarsi. Tutto ciò secondo le dichiarazioni di Betty in tribunale, giacché non vi erano altri testimoni in casa sua. Fu trasportato con molto ritardo al Queen Elizabeth Hospital dove verso le 22 fu dichiarato "giunto deceduto", dopo che la stessa Betty aveva perso tempo prezioso chiamando prima il produttore Raymond Chow e poi il proprio medico generico, che si adoperarono per tentare di rianimare Lee. L'autopsia non fugò del tutto il dubbio sulla causa del decesso, poiché nel verbale seguito all'inchiesta si parlò di "probabile" reazione allergica a una o più sostanze contenute in un'aspirina, con tutta probabilità al meprobamato. Il cervello, che mediamente in un adulto pesa attorno ai 1.400 grammi, pesava nel caso di Lee 1.575 (un aumento del 13%). I due edemi cerebrali che lo avevano colpito forse potevano attribuirsi all'eccessivo lavoro dei mesi precedenti: "...tanta profusione di energie ebbe come risultato una ulteriore perdita di peso, e un allarmante ritmo di disidratazione...". Linda racconta con questi termini nel suo libro Dragon, ciò che accadde durante le riprese de I 3 dell'Operazione Drago. Tra le conseguenze della disidratazione grave, c'è l'edema cerebrale, che può derivare però anche da ripetuti traumi o infiammazioni. L'autopsia evidenziò non solo il sintomo più evidente del malore che portò al decesso ("...il cervello di Lee era gonfio come una spugna..." segno inequivocabile di un accumulo repentino di liquidi), ma una possibile disfunzione renale, oltre alla presenza nei polmoni di modesta quantità di fluido e piccole quantità di sangue riversatesi negli alveoli. Tali fattori, come riportato dal giornalista Alex Ben Block, potevano essere anche conseguenze di un particolare colpo di Kung-Fu della tecnica Dim Mak, di cui Lee poteva essere stato vittima inconsapevole, giacché, come lo stesso produttore Chow ammise all'inchiesta, l'attore aveva ricevuto durissimi colpi non previsti dal copione durante i combattimenti sul set, benché il Dim Mak fosse ritenuto solo folklore dagli esperti di Arti Marziali. Ma ancora molte settimane dopo il funerale la causa mortis restava ignota e ciò provocò tumulti di folla nelle strade di Hong Kong che richiesero l'intervento di agenti in tenuta anti-sommossa. I fan ebbero l'impressione che si stesse nascondendo qualcosa o che le autorità non sapessero esattamente quali pesci pigliare. Il mannitolo iniettato in vena a Bruce Lee aveva invece, secondo l'autopsia, come unico compito il fare riassorbire velocemente il liquido in eccesso causa sia del primo sia del secondo collasso.
Le uniche due sostanze rinvenute nelle analisi del sangue durante l'autopsia, furono i due componenti dell'Equagesic, la summenzionata aspirina, ed anche 4 milligrammi di cannabis che Bruce aveva masticato, ma che come droga leggera non aveva nessun precedente mortale nella medicina forense.
Il 15 ottobre 2005, Chow disse che Lee era morto per un'ipersensibilità al miorilassante contenuto nell'Equagesic, il meprobamato, ingrediente molto comune negli antidolorifici. Quando i dottori annunciarono ufficialmente la morte di Lee, il verdetto finale ne confutò, ossia ne mise in dubbio, la «morte accidentale». Le cause della morte di Lee sono ancora oggi oggetto di discussione in quanto non vi è assoluta certezza di quella fatale ipersensibilità al medicinale. E proprio ciò secondo molti, incluso il campione di karate statunitense Mike Anderson, amico personale di Lee, ha avvalorato, fra le tante tesi omicidiarie, quella di un veleno erboristico orientale che non poteva essere rinvenuto in un'autopsia eseguita 36 ore dopo la morte. La distonia fra la lentezza nell'accertare la causa mortis - o quantomeno nel comunicarla al pubblico - e l'impennata di velocità che portò poi a chiudere l'inchiesta nel settembre successivo, non fecero altro che avvalorare le voci di un precipitoso insabbiamento, giacché all'epoca tanto la polizia di Hong Kong - che risultava il corpo più corrotto dopo quello di Los Angeles -, quanto la magistratura, erano sovente criticate per infiltrazioni mafiose da parte dei sindacati del crimine organizzato "Hung" (Triadi, in Occidente), ai quali erano affiliati produttori e registi con cui Lee era sovente entrato in contrasto. Molti fans di Hong Kong accusarono Betty Ting Pei, al punto che essa non poté partecipare al funerale, in quanto era nota per accompagnarsi spesso a boss delle Triadi nei locali notturni ed era famigerata per l'uso di alcool e droga e per debiti di gioco d'azzardo. Del decesso furono sospettati dai fans più esagitati anche Raymond Chow, dal quale Lee era in procinto di separarsi poiché il produttore non gli aveva mai dato la percentuale pattuita sugli incassi dei film, il già menzionato regista Lo Wei, contiguo alle Triadi, col quale il divo aveva avuto violente liti ampiamente pubblicizzate sui giornali, il potentissimo produttore Run Run Shaw, anch'esso in odor di Triade, al quale il rifiuto di Lee aveva fatto saltare una coproduzione internazionale con Carlo Ponti infliggendo anche una cocente umiliazione sul piano dell'immagine, ed alcuni esponenti di arti marziali tradizionali sia cinesi che nipponiche, che l'attore aveva spesso criticato.
L'opinione preliminare di Peter Wu, il neurochirurgo che salvò la vita di Lee durante il primo attacco, fu che la causa della morte dovesse essere attribuita a una reazione alla cannabis della quale, come summenzionato, furono trovate tracce nello stomaco o all'Equagesic. Comunque, in seguito Wu ritrattò questa posizione, affermando:

«Il Professor Teare era uno scienziato forense raccomandato da Scotland Yard; era stato interpellato come esperto sulla cannabis e non possiamo contraddire la sua testimonianza. Il dosaggio della cannabis non è preciso né prevedibile, ma non ho mai sentito di qualcuno che sia morto solo per averla assunta.»

Bruce Lee giace nel lotto 276 del Lake View Cemetery accanto al figlio Brandon Lee. A portare il feretro nella cerimonia tenuta a Seattle furono tra gli altri Steve McQueen, James Coburn, Dan Inosanto, Taky Kimura e il fratello Robert.

Le commemorazioni
Nel 1993 è stato anche onorato con una stella sulla Hollywood Walk of Fame a Los Angeles, e nell'occasione di quello che sarebbe stato il suo 65º compleanno (novembre 2005), una statua commemorativa è stata posata sull'Avenue of the Stars a Kowloon, un quartiere di Hong Kong, in sua memoria: di colui che è stato votato "Star of the Century" dagli addetti ai lavori del mondo del cinema di Hong Kong. Un'altra statua più piccola ha preceduto di pochi mesi quest'ultima a Mostar in Bosnia ed Erzegovina, mentre una molto più grande, di venti metri, è sorta successivamente in un parco a tema nella Cina continentale, il Bruce Lee Paradise, a Jun'an (均安) (paese presso Foshan nel quale avrebbe avuto i natali il padre di Bruce, l'attore teatrale e caratterista cinematografico Li Hoi Chuen).

Apparizioni televisive
Come se stesso in documentari o talk show
The Pierre Berton Show (1971)
Where the Action is, (1966)
The Milton Berle Show (1966)

Produzioni postume
Un anno dopo la morte di Lee, il regista Sze Diang gira Bruce Lee Stor, la prima agiografia del divo. Nel 1975 il regista Lin Ping dirige Good Bye Bruce Lee (Yung chun ta hsiung, 1975) utilizzando lo stesso attore della precedente agiografia, il più somigliante dei sosia di Lee, Ho Chung Tao (nome d'arte: "Bruce Li"). La storia riprende le idee che Lee aveva per il suo Game of Death, rimaneggiandole e privandole dell'aspetto filosofico. È solo una delle decine di film speculanti su Lee ed interpretati da una pletora di sosia, tra Hong-Kong e Taiwan.
Nel 1977 la Golden Harvest di Raymond Chow, che possiede il 100% dei diritti dell'incompiuto Game of Death, affida al regista Robert Clouse, lo stesso di I 3 dell'Operazione Drago, il materiale girato dall'attore prima della morte per rimaneggiarlo e farne un film. Esce così nel 1978 L'ultimo combattimento di Chen (Game of Death/Xi wang youxi). Le scene di arti marziali aggiunte sono coreografate dall'allora esordiente Sammo Hung e, tra gli attori, compaiono gli amici ed allievi di Lee Dan Inosanto, maestro di Arti Marziali filippine, il campione americano di Karate Bob Wall ed il campione di pallacanestro Kareem Abdul-Jabbar. Il risultato è un film apocrifo ma un grande successo commerciale sia negli States che in tutta Europa.
Oltre ai film di montaggio e quelli con sosia esistono anche produzioni totalmente estranee a Bruce Lee ma in cui le distribuzioni internazionali hanno forzatamente inserito il suo nome a scopo di sfruttarne la fama, ad esempio Il braccio violento del Thay-Pan.
Nel 2000, il regista e scrittore John Little decide di rimasterizzare il materiale girato da Lee prima della sua morte e di montarlo seguendo le indicazioni che lo stesso Lee aveva lasciato, sulla base di alcuni appunti ricevuti dalla famiglia Lee e scritti di suo pugno da Bruce. A corredo, inserisce interviste inedite e filmati di repertorio. Il risultato è il film-documentario Bruce Lee - La leggenda (Bruce Lee: A Warrior's Journey), che i puristi reputano però incompleto e parziale giacché i pochi e generici appunti lasciati da Lee sarebbero stati, a detta di alcuni esegeti, colmati da invenzioni ed opinioni dello stesso Little.

Film-biografia
L'enorme clamore provocato dalla morte improvvisa dell'attore ha creato numerosi film-biografia, ognuno dei quali racconta una propria versione riguardo alla morte di Lee.
Nel 1975 viene proiettato il film agiografico Io... Bruce Lee (Lei Siu Lung jyu ngo) tramite cui si sostiene la maldicenza secondo cui Betty Ting Pei, nella cui casa Lee morì tre anni prima, fosse l'amante del noto attore. In realtà non vi è nessuna prova dell'esistenza di una relazione fra i due attori. La produzione Shaw Bros è lo studio che non riuscì ad avere sotto contratto Lee in vita. La parte di Lee è interpretata da Danny Lee, alias Li Hsiu-Sien, in seguito star dei police-thriller anni ottanta-novanta. Nel ruolo del barman che difende Betty da una banda di fan di Lee che l'accusa di essere la colpevole della sua morte, appare l'attore Jimmy Nam (Nan Kung Hsiu), noto ai patiti per i suoi ruoli di villain in pellicole cult del filone quali Cinque dita di violenza e I fantastici piccoli supermen.
Nel 1978 esce Bruce Lee Supercampione (Li Hsiao Lung chuan chi) di Ng See Yuen, con Ho Chung Tao nel ruolo di Lee. È il più prolifico sosia dell'attore, un ginnasta e stuntman taiwanese in realtà molto più giovane del vero Lee che, col nome fittizio di Bruce Li girerà numerose pellicole di qualità inferiore.
Nel 1993 esce Dragon - La storia di Bruce Lee, trasposizione cinematografica del romanzo della moglie di Lee, Linda, del 1989, che racconta la storia del marito aggiungendo il punto di vista soggettivo.
La leggenda di Bruce Lee è una serie televisiva cinese di 30 episodi da 47 minuti l'uno trasmessa sul canale Rai 4 a partire dal 4 aprile 2009. Si tratta della biografia televisiva di Bruce Lee, trasmessa dalla televisione di Stato cinese (CCTV) in occasione delle Olimpiadi del 2008. Danny Chan Kwok-kwan, già interprete di film come Shaolin Soccer e Kung Fusion, veste nel telefilm i panni di Lee.

Filmografia
Attore
Cinema
Golden Gate Girl, regia di Kwan Man Ching (1941) - non accreditato
The Birth of Mankind, regia di Yue Leong (1946)
Fu gui fu yun (1948)
Meng li xi shi, regia di Aimin Jiang (1949) - accreditato come Siu Hoi-Chuen Lee
Xi lu xiang, regia di Fung Fung (1950) - accreditato come Siu Lung
Ren zhi cue, regia di Kim Chun (1951)
Ku hai ming deng, regia di Kim Chun (1953)
Ci mu lei, regia di Kim Chun (1953)
Qian wan ren jia, regia di Ji Zhu (1953)
Wei lou chun xiao, regia di Tie Li (1953) - accreditato come Lee Jun-fan
Fu zhi guo (1953)
Ai, regia di Kim Chun, Sun-Fung Lee, Tie Li, Wui Ng, Hang Wong e Ji Zhu (1955)
Ai xia ji, regia di Kim Chun, Sun-Fung Lee, Tie Li, Wui Ng, Hang Wong e Ji Zhu (1955)
Gu er xing, regia di Dai-Suk Chin e Kai Lee (1955)
Er nu zhai, regia di Kim Chun (1955)
Gu xing xue lei, regia di Ji Zhu (1955)
Zha dian na fu, regia di Kim Chun (1956) - accreditato come Lee Siu Lung
Zao zhi dang cu wo bu jia, regia di Wai-Kwong Chiang (1956)
Lei yu, regia di Wui Ng (1957)
Ren hai gu hong, regia di Sun-Fung Lee (1960) - accreditato come Lee Siu-Lung
L'investigatore Marlowe (Marlowe), regia di Paul Bogart (1969)
Il furore della Cina colpisce ancora (Tang shan da xiong/ The Big Boss), regia di Lo Wei e Chia-Hsiang Wu (1971)
Dalla Cina con furore (Jing wu men/ The Chinese Connection), regia di Lo Wei (1972)
L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente (Meng long guo jiang/ Way of the Dragon), regia di Bruce Lee (1972)
I 3 dell'Operazione Drago (Enter the Dragon), regia di Robert Clouse (1973)
Opere postume:

Bruce Lee Supercampione, regia di See-Yuen Ng (1976)
L'ultimo combattimento di Chen (Game of Death I), regia di Robert Clouse (1978): Bruce Lee viene fatto comparire usando materiale di archivio.
L'ultima sfida di Bruce Lee (Game of Death II), regia di Ngsee See Yuen (1981): in questo film Lee compare solo in immagini d'archivio prese dai suoi film.
Io sono Bruce Lee, regia di Pete McCormack – documentario (2012)
Televisione
The Milton Berle Show (titolooriginale) – serie TV, episodio 1x2 (1966)
Batman (Batman) – serie TV, episodi 2x7-2x51-2x52 (1966-1967)
Il Calabrone Verde (The Green Hornet) – serie TV, 26 episodi (1966-1967)
Ironside (Ironside) – serie TV, episodio 1x7 (1967)
Blondie – serie TV, episodio 1x13 (1969)
Arrivano le spose (Here Come the Brides) – serie TV, episodio 1x25 (1969)
Longstreet (Longstreet) – serie TV, 4 episodi (1971)
Sceneggiatore
L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente (Meng long guo jiang), regia di Bruce Lee (1972)
L'ultimo combattimento di Chen (Game of Death), co-regia di Robert Clouse (1978) - non accreditato

Opere postume:
Messaggi da forze sconosciute (Circle of Iron), regia di Richard Moore (1978) - soggetto
Bruce Lee - La leggenda (Bruce Lee: A Warrior's Journey), regia di John Little e Bruce Lee – video documentario (2000) - filmati originali
Bruce Lee in G.O.D.: Shibôteki yûgi, regia di Toshi Ohgushi e Toshikazu Ôgushi (2000) - materiale
Regista
L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente (Meng long guo jiang) (1972)

Opere postume:
L'ultimo combattimento di Chen (Game of Death), co-regia di Robert Clouse (1978) - non accreditato
Bruce Lee - La leggenda (Bruce Lee: A Warrior's Journey), co-regia di John Little – video documentario (2000) - filmati originali
Altro
No Retreat No Surrender
The Silent Flute, sceneggiatura del (1971)

Film prodotti dalla Concord Production
The Game of Death (死亡的遊戲), film incompiuto (1972)
Film su Bruce Lee
Bruce Lee: A Dragon Story, regia di Shih Ti (1974)
Io... Bruce Lee, regia di Mar Lo (1976)
Bruce and the Shaolin Bronzemen, regia di Joseph Kong (1977)
Bruce Lee, the Legend, diretto da Leonard Ho (1984)
Dragon - La storia di Bruce Lee, regia di Rob Cohen (1993)
Bruce Lee - La grande sfida, George Nolfi (2016)

Film apocrifo
Bruce Lee Fights Back from the Grave, regia di Lee Doo-yong (1976)

Pubblicazioni di Bruce Lee o a lui attribuite
Bruce Lee, Jeet Kune Do - Il libro segreto di Bruce Lee, Edizioni Mediterranee.
Edizione italiana del primo volume di Bruce Lee sul suo famoso metodo di combattimento, il Jeet Kune Do; originariamente pubblicato nel 1975.

Bruce Lee, La mia via al Jeet Kune Do, vol. 1: manuale pratico del Jeet Kune Do, Edizioni Mediterranee.
Scritti ed appunti di Bruce Lee sul Jeet Kune Do, stesi durante la convalescenza nel 1970 ma pubblicati solo dopo la sua morte per volontà della moglie Linda con l'aiuto di Dan Inosanto ed altri.

Bruce Lee, La mia via al Jeet Kune Do, vol. 2: il Tao del Kung Fu, Edizioni Mediterranee, 2000.
La prima parte del volume presenta i testi di Bruce Lee del 1963 e del 1964 (gli unici effettivamente pubblicati in vita), raccolti postumamente da John Little. Nella seconda parte sono incluse interviste e conversazioni di Lee dal 1958 sino alla sua morte nel 1973.

Bruce Lee, Mitoshi Uyehara, Tecniche segrete di Bruce Lee, vol. 1: Tecniche di autodifesa, Edizioni Mediterranee, 2001.
Primo dei quattro libri che approfondiscono il metodo di combattimento di Bruce Lee, tratto dai suoi scritti sul Jeet Kune Do del 1966, redatti da Mitoshi Uyeahara.

Bruce Lee, Mitoshi Uyehara, Tecniche segrete di Bruce Lee, vol. 2: Tecniche di base, Edizioni Mediterranee, 2001.
Secondo dei quattro libri che approfondiscono il metodo di combattimento di Bruce Lee, tratto dai suoi scritti sul Jeet Kune Do del 1966, redatti da Mitoshi Uyeahara.

Bruce Lee, Mitoshi Uyehara, Tecniche segrete di Bruce Lee, vol. 3: Tecniche avanzate, Edizioni Mediterranee, 2001.
Terzo dei quattro libri che approfondiscono il metodo di combattimento di Bruce Lee, tratto dai suoi scritti sul Jeet Kune Do del 1966, redatti da Mitoshi Uyeahara.

Bruce Lee, Mitoshi Uyehara, Tecniche segrete di Bruce Lee, vol. 4: Tecniche superiori, Edizioni Mediterranee, 2001.
Ultimo dei quattro libri che approfondiscono il metodo di combattimento di Bruce Lee, tratto dai suoi scritti sul Jeet Kune Do del 1966, redatti da Mitoshi Uyeahara.

John Little (a cura di), Pensieri che colpiscono. Gli aforismi di Bruce Lee per la vita di tutti i giorni, Edizioni Mediterranee, 2003.

Bruce Lee, Il tao del dragone. Verso la liberazione del corpo e dell'anima, Mondadori, 2006.
Le ultime e più intime annotazioni di Bruce Lee sulle arti marziali e su vari aspetti dell'esistenza.

Bruce Lee, La perfezione del corpo. L'arte di esprimere al meglio il fisico e la mente, Mondadori, 2007.
Raccolta postuma di scritti su esercizi, regole alimentari e riflessioni tratte dai diari di allenamento e dagli appunti personali di Bruce Lee, compilata da John Little.

Bruce Lee, Lo spirito del dragone. Lettere (1858-1973), Mondadori, 2010.
Compendio di lettere private scritte da Bruce Lee.

Curiosità
È stato anche un filosofo introducendo il radicalismo nelle arti marziali.
È stato preso come spunto per diversi personaggi di videogiochi di combattimento, come Marshall Law (e suo figlio Forest) e Lee Chaolan (il suo nome ricorda la traslitterazione cinese di Bruce Lee) della serie Tekken della casa di produzione Namco, Fei Long della serie Street Fighter della Capcom, Liu Kang in Mortal Kombat, Dragon della serie World Heroes, Jann Lee in Dead or Alive, Bros lee del videogioco Broforce e Lee Sin nel MOBA League of Legends. Bruce Lee ha ispirato Rock Lee e Gai Maito personaggi del Manga ed Anime Naruto e Lee Pai Long nel Manga e Anime "Shaman King".
Il volto di Lee è servito da base a Tetsuo Hara per creare l'immagine di Kenshiro, protagonista di Ken il Guerriero; durante la storia Lee viene citato più volte nelle movenze, nella concezione della Divina Arte di Hokuto come tecnica adattabile ai cambiamenti, e perfino in piccoli gesti (soprattutto quello di provocare l'avversario invitandolo a farsi avanti). Quando la collocazione temporale si sposta di alcuni anni (dopo la morte di Raoul), la somiglianza si perde ed il volto di Kenshiro adulto somiglia maggiormente a Sylvester Stallone.

Citazioni
L'ultimo combattimento di Chen viene citato in due film: in Kill Bill: Volume 1 la protagonista Beatrix Kiddo (interpretata da Uma Thurman) indossa una tuta integrale gialla e nera; in The Matrix Neo (interpretato da Keanu Reeves), durante lo scontro con l'agente Smith in metropolitana, si muove e lo provoca come Bruce Lee durante lo scontro con Kareem Abdul Jabbar.

mercoledì 1 maggio 2019

Tecniche da strada, tecniche da palestra


Le arti marziali, in special modo quelle "importate" in occidente, hanno subito un’evoluzione particolare. Tutte le arti marziali, per definizione, sono nate per combattere, neutralizzare l’avversario in maniera più o meno definitiva, sopravvivere al campo di battaglia.
Nella realtà dello scontro corpo a corpo di una mischia tra fanti giapponesi del periodo del Giappone medievale, c’era poco spazio per il combattente di calci volanti al viso o tecniche di controllo articolare. Si colpiva come si poteva ed il prima possibile, senza troppo curarsi dell’eleganza della tecnica. Ad essere sinceri questi fanti subivano un addestramento sommario dedicato principalmente alle armi d’ordinanza.
I Samurai, i famosi custodi delle tecniche di Ju Jitsu originale, per quanto alcuni fossero degli eccellenti conoscitori di quest’arte marziale, quando chiamati in uno scontro usavano solo quell’unica, o al massimo due tecniche che riuscivano a fare istantaneamente ed inconsciamente; nonostante nella loro educazione marziale annoverassero un repertorio di tecniche vastissimo.
Con l’emigrare dei maestri in paesi che non conoscevano una realtà di guerra quotidiana, alcune arti marziali in occidente sono diventate uno sport, un metodo per mantenersi psico-fisicamente in forma, e naturalmente una ricerca per un sistema di difesa personale.
Purtroppo per la maggior parte di arti marziali tradizionali insegnate in occidente l’ultimo punto è un pò trascurato. Mi spiego.
A seconda del Maestro che impartisce la lezione e a seconda dello stile del sistema di combattimento, vengono affrontate delle situazioni di combattimento, a volte anche di difesa personale da strada, ma per motivi didattici si ragiona sempre in termini di situazioni ideali, che difficilmente incontreremo nella realtà che, per definizione, è imprevedibile.
Molti allievi, così, memorizzano queste tecniche in maniera automatica, magari in maniera splendida, cadendo nella terribile trappola della sicurezza di poter affrontare qualsiasi situazione simile per strada. Gli allievi che invece riescono a "slegarsi" da questo tipo di mentalità, oppure, i Maestri stessi che cercano di educarli ad una maggiore flessibilità tecnica e mentale, diventano concretamente in grado di affrontare una minaccia reale, e non simulata in palestra. Perché tanta enfasi su questo argomento? Perché è davvero uno dei "pericoli" più infidi delle arti marziali insegnate nelle palestre: la falsa confidenza nelle proprie capacità.
Tutte, comunque, partono da un presupposto molto limitante: se l’avversario ci colpisce con il pugno destro, il suo braccio sinistro è praticamente assente.
Non reagisce. Non molto realistico, vero? Certo se siamo dei combattenti eccellenti con venti anni di Ju Jitsu sulle spalle diventiamo così rapidi, efficaci ed esplosivi, che prima che l’avversario pensi che ha anche un braccio sinistro da usare… E’ già a terra. Ma sinceramente di iniziare a studiare il Ju Jitsu in età adolescenziale per essere in grado di difendermi decentemente sulla trentina… Mi sembra un pò esagerato. C’è chi riesce ad adattarsi molto prima a questi "cambiamenti tattici" durante uno scontro, ma parliamo dei famosi allievi con mentalità elastica di cui facevo riferimento poco prima. E tutti quelli che assimilano "meccanicamente" i movimenti, le posizioni e tutto? Per strada vengono macinati, o perlomeno non se la cavano bene. In pratica finiscono sotto i colpi del loro aggressori con sul viso dipinto uno sguardo interrogativo che implora un "questa reazione non era prevista…". Questo discorso vale per i confronti a mani nude e per i praticanti di arti marziali giapponesi. Sono esclusi da questo discorso i boxer, i praticanti di Muay Thay e discipline daring simili, in quanto vengono "cresciuti" a sopportare stress fisici enormi e darle indietro con gli interessi e senza pietà. Questi individui non hanno bisogno di corsi di difesa personale. Anzi il problema è semmai un altro, insegnargli, in caso di aggressione, a NON macellare l’avversario.
Passando invece alle aggressioni armate la situazione non può che peggiorare. Se con le mani nude potremmo "gestire" la situazione, se l’avversario non è MOLTO più grande di noi, con dei coltelli e bastoni non possiamo permetterci di sbagliare. Anche qui, quando l’argomento è affrontato dal Maestro della disciplina, rischiamo di brutto di cadere nella trappola del "memorizza a perfezione la tecnica contro l’attacco che mai si presenterà così nella realtà e sentiti orgoglioso".
Molto pericoloso. Prendiamo il bastone. Nelle palestre, la famosa "manganellata", è eseguita come una bastonata tirata con braccio destro steso e che prosegue fino a che il bastone, se non trova il bersaglio, sbatte per terra. Con un colpo del genere, vibrato con tale trasporto, è sempliceimpostare tecniche devastanti che sfruttano l’energia cinetica dell’aggressore.
Ma nella realtà, la gente con un bastone in mano, come lo usa? Semplice, basta vedere il telegiornale quando c’è qualche filmato che riprende dei disordini allo stadio o le famose "guerriglie urbane". I poliziotti e/o carabinieri, per definizione, non ricevono alcun addestramento specifico sul maneggio del manganello d’ordinanza, quindi lo usano in maniera molto istintiva.
Fateci caso. Sferrano il colpo, e poi lo ritraggono immediatamente, e poi ancora un colpo rapido. Fino a due-tre colpi al secondo. La maggior parte delle tecniche insegnate in una palestra servono a poco contro un uso del bastone del genere. Purtroppo l’addestramento che si riceve ci obbliga a focalizzarci solo sull’azione da intraprendere in funzione del comportamento dell’aggressore, il concetto sarebbe perfetto di per se stesso se non fosse per il fatto che per essere efficaci il comportamento dell’aggressore deve rispondere a certi canoni.
Nella realtà per forza non può essere così. Per il coltello la situazione è addirittura drammatica.
In conclusione vorrei prima di tutto chiarire che non sono affatto ostile all’insegnamento delle arti marziali tradizionali. Semplicemente non sono d’accordo quando mi si sente dire che dopo tre anni scarsi di allenamento bi-settimanale di karate, judo, ecc…ecc… uno si sente pronto ad affrontare qualsiasi aggressione, solo perché è stata ricreata in palestra o sa fare N° Kata del tal stile.
Imparare molte tecniche anche complesse, e forse senza senso in ultima analisi, è essenziale per un motivo semplice: memoria neuromuscolare.
Dobbiamo, attraverso un serio allenamento memorizzare molte e sempre più complesse tecniche per educare il nostro cervello e i nostri muscoli a reagire con movimenti complessi, rapidi, a gestire l’equilibrio ed ad imparare ad ascoltare il nostro corpo. Dobbiamo crearci una "biblioteca" di tecniche, per poi, al momento giusto, usare… Non la più adatta, ma la tecnica più efficace, che magari non abbiamo mai fatto, ma grazie all’allenamento che abbiamo ricevuto saremo in grado, senza nessuno sforzo, di adattarci a qualsiasi situazione, quasi istantaneamente. Il problema, a questo punto, non è studiare tecniche "inutili", ma liberarsi "dell’inutile" quando è il caso di fare sul serio. Perché la strada è una cosa, la palestra un’altra.

martedì 30 aprile 2019

Principi base della pratica


Il pugno, la percossa, il calcio e la parata sono le tecniche iniziali e finali delle arti marziali. I concetti alla base di questi movimenti possono essere imparati in poco più di due mesi, ma il riuscire a compierli perfettamente richiederà molto, ma molto più tempo.
Bisogna comunque allenarli con regolarità e impiegare la massima concentrazione nell'esecuzione di ogni movimento. Solo quando l'esecuzione sarà perfetta l'addestramento avrà raggiunto il suo obiettivo. Per questo è necessario imparare da un maestro che adotti un metodo sistematico e schematizzato, altrimenti si sarà solo perso tempo.
L'allenamento è scientifico solo quando viene condotto su basi di corretti principi fisici e fisiologici.
Comunque un ulteriore perfezionamento è sempre possibile poiché l'arte non è statica nel tempo e noi dobbiamo analizzare le nostre tecniche in uno sforzo incessante per perfezionarla.
I punti che espongo sono fondamentali nell'apprendimento di tutte le arti marziali.

• Forma, equilibrio e centro di gravità
Tutte le arti marziali e molti altri sport basano su un'eseguzione corretta dei movimenti l'efficacia delle loro tecniche.
Un tale addestramento si noterà sui movimenti del corpo, che diventeranno cosi fisicamente e fisiologicamente corretti.
Movimenti corretti sono indispensabili; tutte le parti del corpo si devono armonizzare per creare quell'equilibrio necessario a sostenere il colpo di un pugno o di un calcio.
Il praticante si troverà spesso in situazioni in cui rimane su un solo piede per attaccare o per difendersi, per cui l'equilibrio in queste situazioni è di primaria importanza.
Situando i piedi a una certa distanza, con un conseguente abbassamento del centro di gravità, un calcio o un pugno risulteranno decisamente più potenti, però è più facile muoversi se il centro di gravità è un po' più alto e i piedi un po' più ravvicinati rispetto alla massima estensione possibile (vedi nel wing chun per esempio).
Perciò, sebbene l'equilibrio sia fondamentale, vi è un punto oltre il quale è dannoso andare.
Facendo troppo affidamento sull'equilibrio molti praticanti tendono a trascurare gli esercizi di stretching perdendo in elasticità, cosi come piegando troppo le ginocchia (altro errore), per mantenere un saldo equilibrio, il calcio non sarà efficace.
Quindi la posizione del corpo e, conseguentemente, del centro di gravità dipendono dalle circostanze. Il centro di gravità quindi si troverà in uno stato di continuo movimento.
A volte il peso del corpo verrà ugualmente distribuito su entrambi i piedi, altre volte graverà di più su un piede che sull'altro. Nell'esecuzione di un calcio laterale, il peso viene completamente trasferito su un solo piede; in questo caso bisogna avere una posizione ben salda su una gamba sola , altrimenti il contraccolpo ci farà perdere l'equilibrio.
Comunque quando si rimane su un solo piede ci si rende vulnerabili ad una reazione del nostro avversario che potrà facilmente contrattaccare: per questo l'equilibrio deve essere continuamente trasferito da un piede all'altro. Il centro di gravità deve cambiare rapidamente per evitare di favorire l'avversario nei suoi attacchi.
Nello stesso tempo bisogna aspettare che si apra un varco nella sua difesa.

Potenza e velocità
Non basta avere una muscolatura corporea ben sviluppata per essere in grado di eccellere nelle arti marziali, bisogna essere capaci di sfruttare efficacemente le possibilità date dal nostro corpo.
La potenza derivante da ogni movimento dipende da un certo numero di fattori: uno dei più importanti è la velocità.
Le tecniche basilari del pugno e del calcio ottengono grande efficia mediante l'applicazione della massima forza possibile al momento dell'impatto. Questa applicazione di forza dipende molto dalla velocità con cui le tecniche vengono eseguite. Considerando fisse le altre componenti, una maggiore velocità si manifesterà in un'accresciuta potenza. La velocità è un elemento importante nell'applicazione della potenza, ma essa non può raggiungere la sua massima efficacia senza un buon controllo.
Il tipo di movimento richiesto nelle tecniche di combattimento non è quello che viene richiesto per spostare un oggetto pesante lentamente (vedi il body building), al contrario è quello che può spostare un oggetto leggero con la massima velocità possibile.
Un altro punto da ricordare è che la velocità è tanto maggiore quanto più lungo è il tragitto che la parte che colpisce compie verso il bersaglio (anche se, su questo punto un praticante wing chun potrebbe smentirmi), per esempio, quando si sferra un calcio, il ginocchio della gamba che sta per colpire deve essere inizialmente il più piegato possibile e il corpo va distanziato dal bersaglio in modo tale che al momento dell'impatto la gamba risulterà il più possibile tesa. Più lungo è il percorso che la gamba compie verso i l bersaglio, più potente sarà il calcio. Per incrementare potenza e velocità abituati con partner diversi (per altezza, peso, tecniche che preferiscono ecc.) a rispondere ad attacchi improvvisi e inaspettati. Questo esercizio, insieme alla comprensione della dinamica dei movimenti, ti aiuterà ad abbreviare il tuo tempo di reazione.

Concentrazione di potenza
Un pugno o un calcio sono deboli se scagliati soltanto con il braccio o con la gamba; infatti per raggiungere la massima potenza è necessario sfruttare simultaneamente la forza di tutte le parti del corpo. Quando sferri un pugno o un calcio, la potenza si muove dal centro del corpo, attraverso i muscoli più importanti, verso le estremità, terminando nella mano o nel piede. Questa potenza si trasmette da una parte all'altra del corpo a una velocità di 1/100 di secondo. L'intero movimento, dall'inizio alla fine, è brevissimo se la quantità di moto possibile nell'azione viene sfruttata correttamente.
Il tuo addestramento dovrebbe essere condotto in modo tale da giungere a concentrare tutta la forza utilizzabile nel piede o nella mano al momento dell'impatto del calcio o del pugno.
È importante che i vari muscoli e tendini siano tenuti sciolti e rilassati per permettere una reazione immediata alle varie situazioni; la potenza accumulata al momento culminante deve essere poi immediatamente liberata per prepararsi all'azione successiva.
Allenati costantemente a contrarre e a rilassare il corpo, è molto importante per progredire nell'applicazione delle tecniche.

Ruolo della potenza muscolare
La forza dinamica del tuo corpo viene fornita dai muscoli. Sono indispensabili muscoli bene allenati, potenti ed elastici. La tecnica di un allievo, anche se conosce la teoria e la dinamica dei movimenti, sarà insufficiente se i suoi muscoli non saranno abbastanza potenti.
Per questo è necessario irrobustirli con un continuo allenamento.
Se l'addestramento deve essere condotto scientificamente, è anche necessario conoscere quali muscoli sono impiegati nell'esecuzione di una particolare tecnica. Nel praticare una nuova tecnica l'allievo a volte usa muscoli non necessari o che in qualche caso ostacolano l'esecuzione della tecnica stessa. Perciò i principianti devono seguire le indicazioni dei propri maestri.
Quando i muscoli adatti opereranno con armonia e completezza, le tecniche saranno potenti ed efficaci. Se invece lasceremo agire muscoli non necessari, vi sarà quanto meno un dispendio inutile di energia, o peggio ancora una tecnica non efficace.
Infine è importante la velocità della contrazione muscolare, perché più velocemente un muscolo è in grado di contrarsi, più grande sarà la potenza sviluppata.

Ritmo
Un elemento essenziale per l'esecuzione delle tecniche nelle arti marziali e in altri sport è il ritmo, senza il quale è impossibile l'esatta esecuzione di una serie di movimenti. Inoltre il ritmo evidente nei movimenti degli atleti è più complesso del ritmo musicale e non può essere espresso nei medesimi termini. Per il praticante è essenziale acquisire un giusto ritmo nelle tecniche basilari e, più avanti, nel combattimento. Il ritmo è essenziale specialmente nell'esecuzione delle forme.
Ci è stato insegnato fin dai tempi più antichi che i tre elementi più importanti nell'esecuzione delle forme sono l'applicazione della potenza al momento giusto, il controllo della velocità nelle varie tecniche e passando da una tecnica all'altra, il passaggio scorrevole del corpo da una tecnica a quella successiva. Questi requisiti non possono essere soddisfatti senza ritmo.
L'esecuzione di una forma da parte di un buon praticante è potente, ritmica e conseguentemente armoniosa.

La scelta del tempo
Nell'applicazione delle tecniche è di primaria importanza una esatta scelta del tempo; se questa sarà errata, anche la tecnica sarà errata. Un calcio o un pugno che siano diretti al bersaglio troppo presto o troppo tardi sono spesso infruttuosi. In situazioni, dove il risultato può essere deciso in un attimo, un errore nella scelta del tempo può essere disastroso. L'attacco deve essere portato dalla solita posizione di guardia o di difesa.
Ovviamente le mani e i piedi devono sempre essere posti in modo tale da poter applicare facilmente e rapidamente le tecniche. Subito dopo l'esecuzione di una di esse, essi devono ritornare alle loro precedenti posizioni, pronti per il movimento successivo.
Inoltre durante il corso di questi movimenti il corpo deve rimanere rilassato ma all'erta, con i muscoli pieni di energia e pronti a ogni eventualità.

Parte inferiore dell'addome e fianchi
Gli istruttori delle ultime generazioni pongono costantemente in rilievo la funzione dei fianchi nel fornire la massima potenza a ogni movimento.
In Asia l'importanza del Tanden è stata insegnata fin dai tempi più antichi; questo perché si credeva che vi fosse situato lo spirito umano e che quest'area fornisse le basi della forza e dell'equilibrio.
Il tanden oggi è l'area dietro l'ombelico, al centro del corpo. Quando si è in posizione eretta il centro di gravità del corpo è collocato li.
Se la posizione è corretta, il centro di gravità deve trovarsi nel tanden.
Una corretta posizione permetterà al praticante di mantenere l'equilibrio delle parti superiori o inferiori del suo corpo, consentendogli un'armoniosa azione dei muscoli e una minima dispersione di energia.
Se la potenza concentrata nel tanden viene messa in gioco nell'esecuzione delle tecniche, le ossa pelviche e dei fianchi saranno saldamente sostenute dalle cosce, e il tronco dalla spina dorsale. Questo duplice sostegno produrrà tecniche potenti. Il centro del corpo, la parte inferiore dell'addome e i fianchi hanno una parte importantissima in molti nòstri movimenti. Perciò sforzatevi di dare il pugno con i fianchi, di calciare con i fianchi e di parare con i fianchi.