sabato 11 aprile 2020

Il pugile Johann Trollmann fu ucciso in un lager per aver steso un kapò?

La storia di Johann Trollmann, pugile tedesco di etnia sinti, forse non sarà nota a tutti, ma merita un posto d'onore nelle vicende della seconda guerra mondiale.


Nel 1933 Trollmann sconfisse Adolf Witt e di fatto era appena diventato campione nazionale dei pesi mediomassimi. Il giudice nazista però gli revocò il titolo, riaffidatogli poi in seguito alle proteste che si ebbero in tutta la Germania. Otto giorni dopo, invece, la federazione tedesca lo accusò di condotta anti sportiva e non ritenne l'incontro valido: ne organizzò un altro tra Trollmann e Gustav Eder, campione dei pesi massimi. In segno di protesta, Johann si rivesciò addosso della farina, si tinse i capelli di biondo (prendendo in giro l'ideale ariano) e perse spontaneamente.
Nel 1941 fu inviato al campo di concentramento di Neuengamme.
Tre anni dopo verrà riconosciuto da ex pugile dilettante, Emil Cornelius, che lo sfiderà. Trollmann lo atterra a metà seconda ripresa, firmando la sua condanna a morte: Cornelius è infatti un kapò, ovvero un prigioniero col compito di controllare gli altri. Tre giorni dopo, il pugile verrà ucciso a colpi di badilate o con un colpo da arma da fuoco da Cornelius.
Curioso notare che in salute era circa 183 cm per 73 kg, mentre nel lager pesava 40 kg e sconfisse comunque un uomo in salute. Spero che il suo ricordo venga mantenuto sempre vivo.
Ah: nel 2003 Berlino lo nominò di nuovo campione dei mediomassimi consegnando la corona a sua figlia Rita Vowe-Trollmann.






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