La
cintura nera
è il segno di riconoscimento di
un praticante che ha raggiunto, come minimo, il grado di shodan nelle
arti marziali giapponesi. Viene impiegata anche in alcune arti
marziali coreane come il Taekwondo. Si ottiene dopo aver sostenuto e
superato gli esami precedenti, oppure, in alcuni stili, per
conseguimenti agonistici. Gli esami per la cintura nera sono
comunemente più rigorosi rispetto a quelli per i gradi inferiori.
Il conseguimento della cintura nera non
rappresenta la fine del proprio percorso di apprendimento tecnico, ma
l'inizio di uno studio più rigoroso ed efficace dell'arte marziale;
man mano che si prosegue nella pratica, si potranno sostenere gli
esami per i dan successivi. Il numero dei dan (generalmente 10)
differisce a seconda dell'arte marziale praticata.
In alcune discipline, come ad esempio
nel Judo, la cintura nera non rappresenta l'ultima cintura: la
seguono la cintura bianco-rossa (che si consegue al raggiungimento
del 6º dan), la rossa (al 9º dan) e la bianca doppia (la quale è
stata riconosciuta solo al fondatore).
L'uso sistematico del colore della
cintura per rimarcare il grado fu usato per la prima volta da Kanō
Jigorō, il fondatore del judo, che per primo ha ideato il sistema
della cintura colorata usando obi (fascia), assegnando le prime
cinture nere per indicare il grado di Dan nel 1880. Precedentemente,
gli istruttore del giapponese Koryū tendevano a rilasciare
certificazioni. Inizialmente, l'ampia obi, veniva utilizzata; dai
praticanti che si allenavano in kimono, solo bianca e nera venivano
utilizzate. Questo sistema non fu usato fino ai primi del 1900, dopo
l'introduzione del jūdōgi, con il quale fu creato un sistema di
cinture colorate per l'attribuzione del grado. Successivamente altre
arti marziali adottarono l'usanza o una variante di esso, (e.g.,
utilizzando fasce colorate) per indicare il grado. Questo includeva
quelle arti marziali che tradizionalmente non avevano una formale
struttura di gradi. Questo tipo di gerarchia è meno comune in quelle
arti che non rivendicano un'origine orientale, anche se vengono
utilizzate nel Programma di arti marziali del Corpo dei marine.
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