La
lábrys
(λάβρυς, lidio; in greco
antico πέλεκυς pélekys; in latino bipennis; in italiano anche
ascia bipenne o
bipenne),
era una scure a due lame, simbolo del potere minoico.
Il simbolismo della labrys si riscontra
fin dalla media età del bronzo nell'arte e nella mitologia cretese,
tracia, nuragica, greca e bizantina. La labrys compare anche nel
simbolismo religioso e mitologico africano.
Al contrario di quello che si possa
credere, le raffigurazioni nella moderna arte "vichinga" di
asce bipenni sono puramente frutto di fantasia, i guerrieri norreni e
gli abitanti della Scandinavia non usarono mai tali armi.
Visto il suo significato religioso si è
teso a considerare le labrys trovate in contesti archeologici
dell'età del bronzo (soprattutto nell'Egeo) come armi sacrificali o
cerimoniali. Va però rimarcato come fossero affilatissime, tra le
armi meglio affilate dell'età del bronzo, ed essendo molto pesanti,
adatte al combattimento contro uomini dotati di armatura, quindi è
oggi ipotizzabile siano state effettivamente impiegate in
combattimento e non solo in cerimonie e parate, anche se l'estrema
affilatura ed il peso sono compatibili con l'uso sacrificale ed in
particolar modo con la necessità di decapitare sacrifici di grosse
dimensioni (tori, equini) con un unico colpo.
Diverse labrys sono state rinvenute
negli scavi del palazzo di Cnosso e la leggenda del Labirinto di
Cnosso potrebbe condurre al relativo palazzo; è stato ipotizzato che
il sostantivo labirinto derivi proprio da labrys, e che quindi il
palazzo di Cnosso fosse definito il "palazzo delle labrys".
Questo strumento era anche legato a riti e sacrifici.
Nessun commento:
Posta un commento