Akihito (明仁
Akihito; Tokyo, 23 dicembre 1933) è il 125º
imperatore (天皇 tennō)
del Giappone dal 1989.
Il suo nome imperiale (nome del suo
regno e che sarà usato come nome postumo) è Imperatore Heisei.
Akihito è il primo figlio maschio (e quinto in totale)
dell'imperatore Hirohito e dell'imperatrice Kōjun (Nagako). Secondo
una delle interpretazioni della controversa Dichiarazione della
natura umana dell'imperatore, promulgata dal padre Hirohito nel
1946, Akihito sarebbe il primo imperatore del Giappone a salire sul
trono senza godere di prerogative divine.
Vita
Nominato principe Tsugu (継宮
Tsugu-no-miya) da bambino, venne educato da tutori
privati e poi frequentò le scuole alla Gakushūin di Tokyo, scuola
dedicata all'aristocrazia, dal 1940 al 1952. Venne separato dai suoi
genitori all'età di 3 anni.
Durante i bombardamenti americani su
Tokyo nel marzo 1945, lui e suo fratello minore, il principe Masahito
(ora Principe Hitachi), furono messi al riparo in un luogo sicuro
fuori Tokyo. Con l'occupazione americana del Giappone alla fine della
seconda guerra mondiale, il principe venne istruito in inglese da
Elizabeth Gray Vining. Studiò per poco tempo al Dipartimento di
Scienze Politiche alla Università Gakushūin, senza tuttavia
ricevere alcun titolo accademico. In seguito si è specializzato in
ittiologia e ha pubblicato numerosi articoli sui pesci della famiglia
Gobiidae.
Sebbene fosse l'erede al trono del
crisantemo dalla nascita, la sua formale investitura come principe
ereditario (立太子の礼
Rittaishi No Rei)
si tenne al Palazzo Imperiale di Tokyo il 10 novembre del 1951.
Nel giugno 1953 il principe ereditario
rappresentò il Giappone all'incoronazione di Elisabetta II
d'Inghilterra. Il 10 aprile del 1959 sposò Michiko Shoda (nata il 24
ottobre 1934), la figlia maggiore di Hidesaburo Shoda, il presidente
della Nisshin Flour Milling Company. Il matrimonio ruppe la
tradizione precedente perché Michiko Shoda era la prima cittadina
comune ad andare in sposa a un membro della famiglia imperiale.
Il Principe ascese al trono dopo la
morte del padre avvenuta il 7 gennaio 1989, diventando ufficialmente
il 125º monarca giapponese. La cerimonia ufficiale è poi avvenuta
il 12 novembre del 1990.
L'imperatore e l'imperatrice hanno tre
figli:
- Sua Altezza Imperiale il Principe Naruhito, erede al trono del Giappone (n. 23 febbraio 1960);
- Sua Altezza Imperiale il Principe Akishino (Fumihito, n. 11 novembre 1965, il cui titolo è Akishino-no-miya);
- Sayako Kuroda, già Sua Altezza Imperiale la Principessa Sayako (il cui titolo era Nori-no-miya o Principessa Nori, n. 18 aprile 1969). Ha rinunciato ai titoli imperiali nel 2005, avendo sposato un non nobile.
Impegno politico
Dal momento della sua ascesa al trono
l'Imperatore Akihito si è sforzato di avvicinare maggiormente la
famiglia imperiale al popolo giapponese. L'Imperatore e l'Imperatrice
hanno compiuto visite ufficiali in 18 paesi, così come nelle 47
prefetture del Giappone.
L'Imperatore, nei limiti della
Costituzione del Giappone, si è spesso impegnato politicamente.
Storiche le scuse nei confronti di Corea e Cina per i danni causati
dall'occupazione giapponese o le numerose dichiarazioni di stima nei
confronti della Corea. Il 23 dicembre 2001, durante il suo annuale
incontro per il compleanno con i giornalisti, l'Imperatore, nel
rispondere a una domanda, sottolineò d'aver provato una "certa
affinità con la Corea", e spiegò questa sua sensazione come
scaturente dal fatto che la madre dell'imperatore Kammu era coreana.
L'imperatore chiosò che gli emigranti coreani in Giappone d'un tempo
contribuirono a creare importanti aspetti della cultura e della
tecnologia del paese, e fece monito ai suoi connazionali di non
dimenticare mai la deplorevole circostanza per cui gli scambi con la
Corea non erano mai stati molto amichevoli.
Nel giugno 2005, l'imperatore visitò
il territorio statunitense di Saipan, sito di una delle più
importanti battaglie della seconda guerra mondiale, che durò dal 15
giugno al 9 luglio 1944. Accompagnato dall'Imperatrice Michiko, si
trattenne in preghiera e depose fiori presso molti memoriali,
rendendo omaggio non solo ai caduti giapponesi, ma anche ai caduti
americani, a quelli coreani costretti a combattere per il Giappone, e
ai nativi dell'isola. Fu il primo viaggio di un monarca giapponese
presso un campo di battaglia.
Il viaggio a Saipan fu accolto con
fervore dai giapponesi, come le altre visite imperiali ai memoriali
di guerra in Tokyo, Hiroshima, Nagasaki e Okinawa, nel 1995.
Nell'agosto
2016 comunicò implicitamente in un messaggio alla nazione la sua
intenzione di abdicare in favore del figlio Naruhito[1], rivelando di
temere che la propria età avanzata e il precario stato di salute
possano pregiudicare la sua capacità di svolgere le mansioni
ufficiali. Nel dicembre successivo annunciò che la data di
abdicazione scelta è il 30 aprile 2019. L'ultimo imperatore
giapponese che abdicò fu Kōkaku nel 1817.
Il sistema imperiale di massa
Per molti secoli e fino alla prima metà
del Novecento, il sistema imperiale o tennosei (天皇制),
cioè i membri della famiglia imperiale (in particolare
l'imperatore), erano figure fortemente permeate di valori religiosi:
la stessa persona dell'imperatore era considerata divina e posta su
un livello politico-religioso altissimo, quasi ultraterreno. Molti
storici hanno spesso sottolineato alcune caratteristiche
dell'istituzione imperiale a partire dalla seconda parte dell'era
Showa. Akihito è il sovrano che ha segnato anche da un punto di
vista generazionale un netto avvicinamento dell'istituzione imperiale
al popolo giapponese, partecipandone alla vita sociale e mettendo in
gioco la sua figura istituzionale anche attraverso i media, da sempre
interessati e attenti osservatori delle vicende della famiglia
imperiale: questa nuova configurazione ha indotto molti a parlare di
sistema imperiale di massa, vicino ai cittadini e partecipe
della vita nazionale.
Etichetta imperiale
Akihito, come ogni imperatore del
Giappone, non viene mai chiamato per nome, ma sempre come Sua
Maestà Imperiale (Tennō Heika). La sua era porta il nome di
Heisei (平成) (raggiungimento
della pace); come di consueto, dopo la sua morte, ci si riferirà
all'imperatore Akihito come imperatore Heisei (Heisei Tennō).
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