giovedì 16 gennaio 2020

Arti marziali: kung fu

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Quanti di noi, pensando alla Cina, associano a questo bellissimo paese un arte antica, che comunemente chiamiamo Kung Fu? Vi sorprenderà scoprire che in realtà in Cina questo termine non viene mai utilizzato per descrivere tale tipo di lotta, ma che il nome originario è Wu shu, termine che significa letteralmente "Arti Marziali", mentre il "kung fu" indica un'abilità che è stata appresa con fatica, e quindi può non necessariamente riferirsi al contesto in questione. In questo post potrete ritrovare qualche cenno storico del Kung fu, nonché gli aspetti tradizionali dell'arte stessa, e i diversi stili che si ritrovano nella regione.
Sembra che i natali del Wu shu kung fu affondino nel 621 a.C., quando un gruppo di monaci di Shaolin-sì parteciparono alla battaglia di Holu. Tali monaci avevano appreso un arte di combattimento che era molto diversa dalla lotta xiangpu praticata dai soldati del periodo feudale. In particolare erano noti per la destrezza con cui utilizzavano il bastone - successivamente l'alabarda - per poter attaccare e difendersi dagli attacchi avversari. Benché molti studiosi non siano convinti che questo sia il passato più remoto del Wu shu, molti continuano ad appoggiare questa tesi. Con l'arrivo delle armi da fuoco, ben presto le arti marziali furono scartate come metodo di combattimento, e vennero impiegate solo come sport o come tecniche da apprendere per l'autodifesa.
E' sicuramente doveroso dire che l'arte messa a punto dai monaci di Shaolin, e poi tramandata fino ai giorni nostri, non indica solo un tipo di tecnica, ma una serie di abilità confluite nel corso dei secoli e che hanno visto ulteriori modifiche ed aggiunte nel corso degli anni. Con Wu shu tradizionale si intende proprio questo insieme di tecniche, che ormai sono confluite nella maggior parte delle scuole cinesi per lo scopo ginnico, mentre molti istruttori continuano ad insegnarlo per delle peculiarità psicofisiche che aiuterebbero "pazienti" troppo stressati a rilassarsi e a riottenere la concentrazione giusta per affrontare la vita. Dalla differente posizione geografica - a nord o a sud del Fiume Azzurro - sembra che siano sviluppati due differenti modi di combattimento.
"Calci a nord, pugni al sud" dice un vecchio detto cinese, che si riferisce a quanto detto prima. Sembra, infatti, che durante l'andare dei secoli si siano formate due diverse scuole: quelle settentrionali infatti prediligerebbero movimenti più sciolti e sinuosi, con l'uso frequente di salti e di calci; le scuole meridionali invece preferirebbero un ridotto uso di salti, per lo più posizioni ferme e colpi decisi e statuari, con il grande impiego di pugni potenti. Due stili diversi vengono concepiti anche quando si parla di scuola "esterna" e scuola "interna". La prima sembra si riferisse alla tecnica dei monaci di Shaolin, decisamente offensiva, mentre la seconda a quella del maestro Wang Zhengnan. Si tratta comunque di confini labili che molte volte passano anche inosservati.
Il wu shu con il passare del tempo si è ramificato in una moltitudine di forme interne a se stesso, tutte diverse tra di loro per pochi tratti distintivi. Anche a livello sportivo, benché il kung fu non sia uno sport olimpionico, si può distinguere in Taolu e Sanda. L'arte marziale è, però, molto prolissa: vi invitiamo dunque a riscoprirla più da vicino, magari con un bel viaggio in Cina, o consultando il web. Dalla nostra, speriamo che il nostro post sia stato quanto più chiaro e che vi abbia fatto apprezzare il fascino del Wu shu kung fu.  

























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