Il
caestus
è un antico guanto da
combattimento, qualche volta usato nel pancrazio. Si tratta, in
sostanza, dell'equivalente nel mondo classico dell'odierno
tirapugni.
La parola latina caestus (pl. caestūs) deriva dal verbo caedere, che significa colpire e non è correlata alla parola simile cestus che indica un tipo di cintura indossato dalle donne dell'Antica Grecia.
La parola latina caestus (pl. caestūs) deriva dal verbo caedere, che significa colpire e non è correlata alla parola simile cestus che indica un tipo di cintura indossato dalle donne dell'Antica Grecia.
La prima versione di un caestus per
combattere era costituita da una serie di cinghie di cuoio che
venivano allacciate sulla mano. I greci lo usavano nei loro
combattimenti corpo a corpo, nei quali l'unico risultato che contava
era il fuori combattimento.
I romani ne modificarono la struttura aggiungendovi delle parti di metallo, incluse punte, borchie e placche di ferro. Delle varianti di questa arma fanno parte il myrmex, che causava molte lesioni agli arti, e lo sphairai, originariamente greco, costituito da sottili cinghie di cuoio provviste di lame taglienti.
Il caestus fu usato frequentemente nei combattimenti gladiatorii romani, dove contendenti senza altre armi - soprattutto degli schiavi – lottavano fino alla morte. Questa forma di pugilato divenne sempre più sanguinosa finché il caestus fu proibito ufficialmente nel I secolo a.C.
Il combattimento corpo a corpo fu bandito nell'anno 393. La rappresentazione più famosa del caestus nella scultura è il Pugilatore a riposo; la statua è chiamata anche Pugilatore del Quirinale, in quanto scoperta nel 1885 su un versante del Quirinale, ed è raffigurata seduta con alle mani i caestūs.
La statua si trova a Palazzo Massimo alle Terme, Museo Nazionale Romano, a Roma.
I romani ne modificarono la struttura aggiungendovi delle parti di metallo, incluse punte, borchie e placche di ferro. Delle varianti di questa arma fanno parte il myrmex, che causava molte lesioni agli arti, e lo sphairai, originariamente greco, costituito da sottili cinghie di cuoio provviste di lame taglienti.
Il caestus fu usato frequentemente nei combattimenti gladiatorii romani, dove contendenti senza altre armi - soprattutto degli schiavi – lottavano fino alla morte. Questa forma di pugilato divenne sempre più sanguinosa finché il caestus fu proibito ufficialmente nel I secolo a.C.
Il combattimento corpo a corpo fu bandito nell'anno 393. La rappresentazione più famosa del caestus nella scultura è il Pugilatore a riposo; la statua è chiamata anche Pugilatore del Quirinale, in quanto scoperta nel 1885 su un versante del Quirinale, ed è raffigurata seduta con alle mani i caestūs.
La statua si trova a Palazzo Massimo alle Terme, Museo Nazionale Romano, a Roma.
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