Dario I di Persia con una
acinace in grembo
Un membro della Guardia
reale esibisce una acinace al suo fianco. Da un bassorilievo da
Persepoli.
Acinace, scritto anche akinakes (greco
ἀκινάκης) o akinaka (da un
ipotetico e non attestato termine persiano *akīnakah) è termine
usato per indicare un tipo di spada o daga usata dagli antichi
persiani.
Origine e disegno
Il disegno dell'arma ha un'origine
scita, anche se a renderla famosa furono i persiani grazie ai quali
l'arma ebbe una rapida diffusione nel mondo antico, tanto che una sua
influenza può essere rintracciata perfino nel disegno della antiche
armi cinesi. L'acinace è lunga, tipicamente, 36–46 cm, con
due bordi affilati, un pomolo diviso, e una guardia cruciforme a
forma di B o anche rettangolare o arrotondata, che, sebbene profonda,
non si protende molto dalla lama.
È interessante notare che ciò che più
di ogni altra cosa permette di identificare l'acinace è la
sua fodera, di solito sospesa con un unico aggancio su uno dei lati,
in modo da pendere in maniera asimmetrica, in diagonale sull'anca
destra.
Poiché l'acinace sembra essere
stata un'arma da stoccata, e siccome era indossata generalmente sulla
destra, l'inclinazione in avanti doveva servire probabilmente a
permetterne la rapida estrazione, in una posizione molto favorevole
per portare assalti a sorpresa, trovandosi infatti impugnata con la
lama inclinata verso il basso e in avanti.
Testimonianze testuali ed artistiche
Cavaliere dei Parti di
scorta a una carovana di cammelli (dettaglio), con una daga (acinace)
plurilobata sulla destra. Riproduzione da un bassorilievo da Palmira.
Acinaci d'oro, da Tillia
Tepe, I secolo d.C.
I testi antichi ci dicono veramente
poco di quest'arma, al di fuori del fatto, abbastanza scontato, che
era una spada persiana. Per questo motivo, gli autori latini
che ne hanno scritto nel tempo, hanno usato il termine acinace
per indicare indistintamente qualsiasi altra arma usata dai persiani
nel corso dei secoli. Così è frequente, nel latino medioevale, che
si indichi con il termine acinace la scimitarra o altre
simili, una consuetudine linguistica che ha lasciato un'evidente
traccia in alcune nomenclature binomiali di specie animali o
botaniche.
Paulus Hector Mair, esperto tedesco di
arti marziali e scherma storica vissuto nel XVI secolo, si spinge
ancora più in là, arrivando a tradurre con acinace il
tedesco dussack, un termine usato per indicare un'arma da
addestramento, che aveva la caratteristica di esibire, nel disegno,
una curvatura simile a quella della scimitarra. Allo stesso modo,
nelle descrizioni di autori Gesuiti riguardanti il Giappone, il
termine veniva utilizzato per indicare la katana.
I persiani dell'era achemenide facevano
uso di più di un tipo di spada: l'arte dell'epoca achemenide ci
offre tipiche raffigurazioni di guardie del corpo del re o importanti
dignitari che indossano spade ornate sospese in diagonale. L'arte
greca, d'altro canto, mostra spesso soldati persiani armati di kopis,
un'arma ricurva dotata di un unico filo. Ci vuole un fiuto da
detective per riuscire a discernere che tipo di arma fosse
davvero l'acinace.
È utile notare che nei testi greci e
romani, l'acinace viene talvolta menzionata quale oggetto di
dono regale corrisposto in segno di favore. Questo farebbe propendere
per la daga.
In un passo di Erodoto un acinace d'oro
è ritualmente offerta da Serse al mare, nella cerimonia riparatrice
che fece seguito al curioso episodio noto come flagellazione
dell'Ellesponto.
Un passaggio rivelatore lo si rinviene
in Flavio Giuseppe (Antichità giudaiche, 20.186), in cui le
armi usate dai sicari sono così descritte:
«E a quel tempo i cosiddetti sicari,
una sorta di banditi, stavano raggiungendo il loro maggior numero,
facendo uso di piccole spade, che per grandezza erano simili
all'acinace persiana, ma curve come la romana sica, alla quale
quei banditi debbono il loro nome.»
Ciò sembra anche indicare che è la daga ad essere propriamente
chiamata acinace, sebbene vi sia chi sostiene il contrario,
traducendo il passaggio precedente in: «convessa come la romana
sica».
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